Il vento
soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo
Spirito
(Gv.3,8)
Ancona
Mercoledì, 4 maggio 2005
Sabato,
2 maggio 2012 |
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un umile mezzo d'informazione e quindi è un semplice strumento di
comunicazione sociale, pensato per illustrare tematiche
religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che in molti casi si
preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di
articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà
di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù
disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni
creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto
contributo sulla Rete Internet è animato dalla convinzione che ognuno di noi
ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del bene in una
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SAN CIRIACO, Vescovo e Martire
Patrono di Ancona
Fece ritrovare la Croce di Gesù sul
Monte Calvario
San
Ciriaco è festeggiato il 4 maggio. Era un rabbino ebreo, che si convertì al
cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore
Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della
risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che
chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le
altre due erano dei due ladroni). Divenne Vescovo di Ancona
e morì martire a Gerusalemme.
Una
recentissima rilettura degli Atti e la ricognizione canonica del suo corpo ha confermato la tradizione costante. Egli era un Ebreo,
nato a Gerusalemme; aiutò Sant'Elena, la madre di Costantino, a ritrovare la
Croce di Gesù. Convertitosi, ebbe la dignità di Vescovo e come sede, Ancona:
eletto probabilmente a tale incarico per la sua
partecipazione al ritrovamento della croce, e trovandosi in Ancona al tempo
della vacanza della Cattedra di questa città. Morì a Gerusalemme, dove si era
recato in pellegrinaggio, al tempo dell'imperatore Giuliano l'Apostata, il 4
maggio 363. La sua salma venne trasferita in Ancona a
cura e per iniziativa di Galla Placidia, circa settant'anni dopo. Con San
Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un
incantatore di serpenti, Ammonio.
Del
Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte,
avvenuta a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore
Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San
Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da
parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più
certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e degli
Atti anche da un testo della prima metà del sec. VI, in cui è riconosciuto come
pastore ottimo di popoli cristiani. Testo che era conosciuto a
Costantinopoli ed usato nella liturgia del Venerdì Santo o in quella
della festa della Croce che si celebrava nella Quaresima, composto da Romano il
Melode, diacono della stessa Chiesa. San Ciriaco morì a Gerusalemme dove si era
recato per visitare i Luoghi Santi. Si cercò prima di convincerlo ad aderire al paganesimo; di fronte alla sua costanza della
Fede si tentò di piegarlo inutilmente con diversi tormenti, sino a versargli
piombo fuso in bocca ed essendo a questi sopravvissuto, ebbe la morte
percuotendo il suo capo con un ferro, forse una roncola, procurandogli una
frattura cranica. Questi tormenti sono stati accertati dagli esami radiologici
e chimici eseguiti nella ricognizione delle spoglie, avvenuta nel 1979.
La salma del Martire
fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in
Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla
Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo
Stefano - richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa
Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo
titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della
donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che
era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora
riposa.
Il corpo di San
Ciriaco è INCORROTTO da 1700 anni.
PER
LEGGERE LA STORIA DELLA CHIESA DI ANCONA di cui è
Patrono San Ciriaco collegarsi a:
http://www.lavoce.an.it/indice%20main/storia%20chiesa%20anconahtm
TUTTA LA
DOCUMENTAZIONE STORICA DELLA VITA, DEL MARTIRIO E DELLE RICOGNIZIONI
SCIENTIFICHE ESEGUITE RECENTEMENTE SUL SUO CORPO (INCORROTTO DA 1700 ANNI) E' PUBBLICATA IN UN LIBRO.
Per eventuali
richieste, scrivere al Prof. GIORGIO NICOLINI di Ancona
giorgio.nicolini@poste.it - Cell.
338.2892353
LETTERA AGLI AMICI DELLA CROCE
di San Luigi Maria Grignion da Montfort
I DUE PARTITI
Ecco, miei cari
confratelli, ecco i due partiti [1] che ci si presentano tutti i giorni: quello
di Gesù Cristo e quello del mondo.
A destra vi è il partito del nostro amabile Salvatore. Procede in salita, per un sentiero più che mai stretto
e angusto a causa della corruzione del mondo. Gli va innanzi il buon Maestro, a
piedi nudi, con il capo coronato di spine, il corpo intriso di sangue e carico d'una pesante Croce. Lo segue soltanto un pugno di persone,
ma tra le più valorose. Infatti non si percepisce la
sua voce così tenue fra il tumulto del mondo, o non si ha il coraggio di
seguirlo nella povertà, nei dolori, nelle umiliazioni e nelle altre croci che
bisogna necessariamente portare tutti i giorni della vita al suo servizio.
A sinistra c'è il partito del mondo o del demonio.
Almeno a prima vista esso è molto più numeroso, splendido e brillante
dell'altro. Tutto il bel mondo vi accorre e vi si accalca, essendo, la sua, una
strada larga e spaziosa più che mai a motivo della moltitudine che vi passa a
torrenti. E' una strada cosparsa di fiori, fiancheggiata da piaceri e
divertimenti, lastricata d'oro e d'argento.
A destra, il «piccolo gregge» [2] che segue Gesù
Cristo, parla solo di lacrime, di penitenza, di preghiera e di disprezzo del
mondo. Si odono continuamente tra loro, parole rotte dai singhiozzi:
«Soffriamo, piangiamo, digiuniamo, preghiamo, nascondiamoci, umiliamoci,
facciamoci poveri, mortifichiamoci, perché chi non ha lo spirito di Gesù Cristo
-e cioè lo spirito della Croce-non gli appartiene [3]
e quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con i suoi
desideri [4]. Bisogna essere conformi all'immagine di Gesù Cristo: diversamente
andremo perduti». «Coraggio - vanno ancora
esclamando - Coraggio! Se Dio è per noi, in noi e davanti a
noi, chi sarà contro di noi?» [5]. Colui che
sta in noi è più forte di chi sta nel mondo. «Un servo non è più grande del suo
padrone» [6]. «Il momentaneo, leggero peso della tribolazione procura una
quantità smisurata ed eterna di gloria» [7]. Vi sono meno eletti di quanto non
si pensi [8]. Solo i coraggiosi e i violenti conquistano il cielo a viva forza
[9]. «Non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole» [10] del
Vangelo e non secondo quelle del mondo. Combattiamo dunque da forti, corriamo
velocemente per raggiungere il traguardo e conquistare il premio».
Con queste e simili espressioni divine gli Amici
della Croce si sostengono a vicenda.
All'opposto ogni giorno i mondani, per incoraggiarsi
a perseverare nella loro malizia senza scrupoli, scandiscono a gran voce:
«Vita, vita! Pace, pace! Allegria, allegria! Mangiamo,
beviamo, cantiamo, balliamo, giochiamo! Dio è buono e
non ci ha creati per dannarci: Dio non proibisce il divertimento: non andremo
perduti per questo: Via gli scrupoli! Non morirete affatto!» [11].
Cari confratelli, ricordate che il nostro buon Gesù
rivolge ora il suo sguardo e la sua parola a ciascuno di voi singolarmente. Vi
dice: «Ecco. Quasi tutti mi lasciano solo sulla via regale
della Croce. Nella loro cecità gli idolatri si beffano della mia Croce
come d'una pazzia. Gli ebrei ostinati ne fanno un
motivo di scandalo, come si trattasse di una cosa
orrenda [12]. Gli eretici la spezzano e l'abbattono come cosa spregevole. Ma - lo dico con le lacrime agli occhi e il cuore affranto
dal dolore - i miei stessi figli che ho allevato in seno e formato alla mia
scuola, le stesse membra che ho animato con il mio spirito mi hanno abbandonato
e disprezzato. Sono diventati nemici della mia Croce [13]! «Forse anche voi
volete andarvene» [14]. Volete anche voi abbandonarmi fuggendo la mia Croce
come fanno i mondani che agiscono così da anticristi? [15]. Volete anche voi
adattarvi alla mentalità di questo mondo [16], e quindi disprezzare la povertà
della mia Croce per rincorrere la ricchezza? Volete evitare il dolore della mia
Croce, per cercare i piaceri; odiare l'umiliazione della mia Croce, per ambire gli onori? Io ho molti falsi amici. Proclamano di
volermi bene, ma in realtà mi hanno in odio, perché non amano la mia Croce.
Tanti sono amici della mia tavola, pochissimi lo sono della mia Croce» [17].
In risposta a questo
amoroso richiamo di Gesù, guardiamo più in alto, non lasciamoci sedurre dai
nostri sensi, alla maniera di Eva. Teniamo fisso lo sguardo soltanto su Gesù crocifisso, autore e perfezionatore della nostra fede [18];
fuggiamo la concupiscenza che è del mondo corrotto [19], amiamo Gesù Cristo nel
modo migliore, cioè attraverso ogni sorta di croci. Meditiamo attentamente
queste meravigliose parole del nostro caro Maestro che racchiudono tutta la
perfezione della vita cristiana: «Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» [20].
NOTE
[1] Cf Mt 6,24; Lc 16,23. Si ricordino le «due vie» indicate
dalla Didachè o Dottrina dei Dodici Apostoli, e i «due vessilli» degli Esercizi
ignaziani.
[2] Lc 12,32.
[3] Rm 8,9.
[4] Gal 5,24.
[5] Rm 8,31.
[6] Gv 13,16; 15,20.
[7] 2 Cor 4,17.
[8] Cf Mt 20, 16; Lc 13, 23.
[9] Cf Mt 11,12.
[10] 2 Tm 2,5.
[11] Gen 3,4.
[12] Cf 1 Cor 1,23.
[13] Cf Is 1,2; Fil 3,18.
[14] Gv 6,68.
[15] 1 Gv 2,18.
[16] Cf Rm 12,2.
[17] Imitazione di Cristo, II, c. 11, n. 1.
[18] Eb 12,2.
[19] Cf 2 Pt 1,4.
[20] Mt 16,24; Lc 9, 23.
Un nuovo libro del Prof. Giorgio Nicolini trattante
LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA
SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
Libro di 100
pagine di robusta carta patinata, tutte a colori e tutte illustrate, con
elegante grafica adatta anche per bambini, illustrante - con prove documentali del tutto inedite – la verità storica delle “cinque
traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi”
e infine sul colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e
il 1296, “approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti
Papi, per sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di
Giovanni Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal
“santo” Pontefice.
Per favorirne la diffusione popolare si offre tale libro a soli
3,25 euro la copia.
Per richieste scrivere al Prof. Giorgio Nicolini: giorgio.nicolini@poste.it - Cell.338.2892353
http://www.lavocecattolica.it/richiedi%20il%20libro.htm
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