Il vento
soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo
Spirito
(Gv.3,8)
Ancona
Domenica, 8 maggio 2005
Mercoledì, 6
maggio 2012 |
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8 MAGGIO SUPPLICA ALLA
MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI |
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Carissimo amico e carissima
amica, questo Giornale Informatico "LA VOCE" http://www.lavocecattolica.it/lettere%20informative.htm è un umile mezzo d'informazione
e quindi è un semplice strumento di comunicazione sociale, pensato per
illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che in
molti casi si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di
articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù,
il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù disse:
"Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura"
(Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i
lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato
dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far
risplendere la Luce del bene in una società offuscata dalle tenebre del male.
A cura del Prof. GIORGIO
NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia - Cellulare 338.2892353 -
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LE CONDIZIONI PER LA MORALITA'
DELL'ASTENSIONE "VIGILATA"
AL REFERENDUM
AL COMITATO "SCIENZA E VITA"
RISPOSTA E PROPOSTA
----- Original Message -----
From: Comitato Scienza e Vita
Sent: Saturday, May 07, 2005 3:18 PM
Subject: referendum
Gentile
prof. Giorgio Nicolini,
La ringraziamo per quanto ci scrive e per i suggerimenti che ci ha dato. In effetti,
se ci fosse una comunicazione ufficiale e certa del raggiungimento del
"quorum" sarebbe possibile andare a votare "NO".
In concreto potrebbe, però, risultare difficile mobilitare il Lunedì tutte le
persone che con la loro astensione avevano già espresso una loro chiara
opposizione ai Referendum.
La
salutiamo cordialmente ringraziandola per il suo sostegno,
il
Comitato Nazionale Scienza e Vita
Da:=/font> La Voce
[mailto:giorgio.nicolini@aruba.it]
Inviato: giovedì 24 =arzo 2005 10.14
A: 00000.COMITATO SCIENZA = VITA; 00003.GIOVANNI PAOLO II; La Voce
Oggetto: L'IRRAZIONALITA' DELL'ASTENSIONE A TUTTI I COSTI proposta per il
prossimo =eferendum
LETTERA APERTA
AL COMITATO "SCIENZA E VITA"
Ancona, 23 marzo 2005
Spett.
Comitato "Scienza e Vita",
(chiedendo scusa di non sapere a chi mi rivolgo
"personalmente")
giustamente sostenete che "senza la Legge 40/2004" sulla
Fecondazione Artificiale si torna al "far west" procreatico e volete
impedirlo con la proposta dell'astensione generalizzata.
Allora, visto che né i Vescovi né alcun altro vogliono porre in luce
"i problemi morali" sotto specificati (e tutti validi!), faccio
allora un'altra osservazione ulteriore, che forse ancora non è stata ben
compresa.
Se "il quorum" risultasse superato in qualunque ora del giorno in cui
si voterà (alle 12.00, alle 15.00, alle 18.00, ecc.), come potrete impedire
l'abrogazione della Legge 40 contro la probabilissima vittoria dei
"Sì" se "tutti" vi asterrete dall'andare a votare
"NO", anche dopo aver saputo che "il quorum" - prima della
chiusura dei seggi - è stato superato nonostante l'astensione proposta?...
In un caso del genere non vincerà sicuramente il "Sì" (come viene
ripetutamente "previsto") dato che vi asterrete tutti dall'andare
a votare "NO"?... Non sarà proprio la vostra astensione, in un
caso del genere, che "rafforzerà" e "renderà più facile" la
vittoria dei "Sì"?...
Il proporre,
perciò, "L'ASTENSIONE GENERALIZZATA", senza precisare che
bisogna però andare a votare tutti "NO" se "il quorum"
ad un certo punto del giorno risultasse davvero superato nonostante
l'astensione proposta, non è UN ANDARE CONTRO VOI STESSI E LO SCOPO DEL
VOSTRO COMITATO? (a cui mi associerei ben volentieri solo se proponeste questa
seconda "clausola" tanto "LOGICA" ed
"ELEMENTARE")?...
Come
potrete sperare di impedire l'abrogazione della "Legge 40" se,
nonostante accadesse che "il quorum" ad un certo punto del giorno (o
anche solo nell'ultima ora) risultasse davvero superato, tutti continuassero ad
astenersi dall'andare a votare "NO"?....
Una volta che "il quorum" risultasse
davvero superato non è proprio andando a votare "tutti"
"NO" che si potrà sperare di impedire una vittoria dei "Sì"
e quindi si potrà IMPEDIRE L'ABROGAZIONE di una Legge che, pur non essendo
"cattolica", tuttavia "salva" milioni e milioni di
bambini?...
Mi chiedo se in tutta questa vicenda
referendaria dell'ASTENSIONE A TUTTI I COSTI, al di là dei problemi morali
sotto precisati, SI USI ANCORA LA RAGIONE O NO.
Chiedo umilmente "perdono" di quest'ultima espressione, ma non so più
in quale altro modo riuscire a farmi capire.
Auguro una Buona e Santa Pasqua.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
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LA RISPOSTA
E LA PROPOSTA
Ancona, 7 maggio 2005
Gent. Comitato,
ringrazio di cuore della risposta ricevuta,
pur facendo umilmente presente che il mio messaggio è del 24 marzo 2005 e, nel
frattempo avevo anche inviato Fax e telefonato, ma MAI HO RICEVUTO UNA RISPOSTA
DA ALCUNO. Ed avevo anche inviato negli ultimi tre-quattro mesi decine di altri
messaggi di RICHIAMO e di SUGGERIMENTI, oltre che al vostro Comitato,
soprattutto alla Conferenza Episcopale Italiana, ad AVVENIRE, a RADIO MARIA e a
tanti conduttori che vi trasmettono, all'OSSERVATORE ROMANO, a Vescovi,
Sacerdoti, Deputati, Giornalisti, ecc., e - finché è vissuto Giovanni Paolo II
- chiedendo un'Udienza (e l'avevo anche ottenuta, ma è "saltata"
all'ultimo momento per il ricovero al "Gemelli") per "dirimere"
il PROBLEMA MORALE, che è l'aspetto PIU' IMPORTANTE E VITALE DI TUTTI. Ma le
cose, come sappiamo, per quanto riguarda Giovanni Paolo II, Dio le ha disposte
diversamente.
Anche al Card. Ratzinger (ora Benedetto
XVI) avevo inviato degli appelli, venendo appositamente due volte in
febbraio a Roma e presentandomi anche di persona presso "la Congregazione
per la Dottrina della Fede" e riuscendo persino ad incontrarlo "di
persona", il 23 febbraio scorso, e al quale (al "nuovo"
amatissimo Benedetto XVI) potei consegnare "a mano" un'ultima
petizione, che però forse l'ex-Card. Ratzinger non ha avuto il tempo di
esaminare né di rispondervi.
Ora cosa fare?... In realtà era già
dall'inizio - come dissi telefonicamente al Segretario del Card. Ruini,
all'inizio del mese di febbraio - che la proposta dell'astensione doveva essere
associata al problema del possibile superamento del "quorum", dando
l'AVVERTIMENTO che in tale caso era UN DOVERE GRAVISSIMO andare a votare
NO. E la gente doveva essere preparata ed educata a questo "DISCERNIMENTO".
Ma ora, con tutte le Chiese, le Associazioni ecclesiali e laicali, ed ogni
altro ambiente pieni di manifesti dallo slogan "LA VITA NON PUO' ESSERE
MESSA AI VOTI" e "SCEGLI DI NON ANDARE A VOTARE" come far capire
"la clausola" dell'andare a votare NO se "il quorum" verrà
raggiunto?...
Personalmente "risolvo" questo
problema "educando" tutti quelli che posso incontrare o che
posso raggiungere (soprattutto con la Posta Elettronica, Internet, e le
telefonate) a chiarire questa "eventualità" e ad essere "PRONTI"
fino all'ultima ora ad andare a votare NO se "il quorum"
risulterà superato in qualunque ora della Domenica 12 giugno o di Lunedì 13
giugno. I dati dell'affluenza alle urne sono stati sempre forniti dal
Ministero dell'Interno, e saranno dati fino all'ultimo Telegiornale delle 13.30
di lunedì 13 giugno: e tali dati non sono FALSIFICABILI.
RADIO MARIA (come anche già suggerii
all'inizio di febbraio al Segretario del Card. Ruini) potrebbe fare da
COLLEGAMENTO per tutta l'Italia, "educando" la gente allo stare
"PRONTI" fino all'ultima ora e a dare l'AVVISO FINALE di andare
TUTTI a votare NO se "il quorum" risultasse "davvero"
superato ad un certo punto delle votazioni, se così davvero risultasse dai dati
forniti "ufficialmente" dal Ministero dell'Interno e quindi NON
FALSIFICATI.
Poiché c'è in gioco la vita di milioni di
bambini e, in realtà, TUTTA LA CIVILTA' FUTURA, bisogna fare TUTTO IL POSSIBILE
per non disperdere un solo voto e quindi per riuscire a vincere il Referendum.
Quando si è fatto tutto il possibile, non si è responsabili di ciò che avverrà
e che non è dipeso dalle nostre volontà. Ma NOI DOBBIAMO AVER FATTO TUTTO IL
POSSIBILE, SENZA AVER OMESSO NULLA.
Anche nei dibattiti televisivi che si
apriranno a breve, BISOGNA CHIARIRE E DIRE - proponendo l'astensione - che
BISOGNA ESSERE PRONTI ad andare a votare NO se "il quorum" sarà
superato prima della chiusura delle votazioni. Più gente lo saprà e lo capirà,
più gente lo farà. Certuni che ho avvisato personalmente, mi hanno detto:
"GRAZIE! NON CI AVEVO PENSATO!"... Allora facciamolo PENSARE a tutti
quelli che ascolteranno e vogliono seguire la proposta dell'astensione. Poi
ognuno risponderà di fronte alla propria coscienza di ciò che farà o non farà.
Se qualcuno non la capirà (questa "clausola") nella sua
coscienza non sarà responsabile di non aver fatto ciò che non aveva capito. Ma
chi capirà lo farà: e UN SOLO VOTO IN PIU' potrebbe essere determinante per far
vincere il NO, nel caso del superamento del "quorum".
Non bisogna temere, al riguardo, le
"irrisioni" degli avversari o le loro "provocazioni", come
se tale "strategia" sia "anti-democratica" o faccia ricorso
ai "sotterfugi": la vita va difesa in tutti i modi possibili e che
sono "legittimi" e moralmente "leciti" e, in tal caso, persino
"obbliganti": quindi, bisogna fare tutto ciò, senza badare al
"rumore del mondo".
In ultimo, bisogna PREGARE MOLTO il Signore,
che - a questo punto della situazione - "il quorum" davvero non venga
raggiunto, "SALVANDO" tutti da una responsabilità immensa. Il 13
giugno, oltrettutto, è un giorno dedicato alla Madonna di Fatima (commemorante
l'apparizione del 13 giugno 1917). Affidiamo alla sua protezione questo
Referendum, che sarà veramente un "bivio" storico... della
"vita" e della "morte": "IO TI HO POSTO DAVANTI LA
VITA E LA MORTE…" (Deut.30,15-20). "LA’ DOVE VUOI STENDERAI LA TUA
MANO…" (Sir. 15,14-20).
"DAVANTI AGLI UOMINI STANNO LA VITA E LA MORTE; A OGNUNO SARA' DATO CIO'
CHE A LUI PIACERA'" ( Sir. 15,17).
Per parte nostra, però, dobbiamo aver fatto
TUTTO IL POSSIBILE per PREVEDERE TUTTO e aver offerto LA SOLUZIONE GIUSTA per
ogni evenienza: ciò per non essere COLPEVOLI di una OMISSIONE, dovuta a
IMPRUDENZA o a NEGLIGENZA.
Gli aspetti morali, poi, li preciso ancor
meglio nel messaggio sottostante spedito ieri ad un interlocutore e già esposti
in tanti altri messaggi precedenti e consultabili in Internet all'indirizzo
http://www.lavocecattolica.it/lettere%20informative.htm di
www.lavocecattolica.it
A questo punto, c'è solo da
confidare nell'aiuto di Dio e di Maria e nella collaborazione degli
"uomini di buona volontà".
Con gratitudine.
Prof. GIORGIO NICOLINI
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LE OBIEZIONI DI RENZO
----- Original Message -----
From: Renzo (.....)
To: gianni (.....) ; giorgio.nicolini@aruba.it ; giorgio.nicolini@poste.it ; lettere@avvenire.it
Sent: Thursday, May 05, 2005 6:35 PM
Subject: Re: L'IRRAZIONALITA' DELL'ASTENSIONE A TUTTI I COSTI
proposta per il prossimo Referendum --
Non credo che
la CEI, prima di muoversi in situazioni così delicate, non abbia
usato al meglio il raziocinio.
E l'aritmetica!
La scelta di
chiedere di essere un fronte compatto nell'astensione è dettato dalle
statistiche sull'andamento dei referendum passati e se anche noi andiamo
indietro con la memoria ci accorgeremo che il quorum è sempre stato raggiunto
per poco o non raggiunto affatto.
Ovviamente la
cosa comporta dei rischi, ma sono infinitamente inferiori rispetto allo
scegliere di andare a votare, perchè è fuori da ogni dubbio che siamo in
minoranza sull'argomento (anche grazie all'incertezza all'interno del mondo
cattolico e a quanti bocciano per partito preso ogni iniziativa di questo
governo) e non faremo altro che dare una mano a raggiungere il numero di
voti necessario per consegnare la vittoria al "sì".
Concordo sul
fatto che ci sia poca informazione e che non sia (ancora) stato diffuso il
piano B per affrontare l'imponderabile: stare pronti la sera per andare a
votare "no" se il quorum venisse con largo margine anticipatamente
raggiunto (dico "largo" perchè è chiaro che gli exitpoll non sono mai
esatti!!).
Forse il
ritardo nell'affrontare questo argomento potrebbe essere una scelta per non
creare confusione tra gli anziani e per radicare il concetto
dell'unità nell'astensionismo, che se non avesse una larga
condivisione avrebbe risultati catastrofici.
Credo anche
che far girare una lunga e difficilmente leggibile e-mail col titolo
"l'irrazionalità dell'astensione a tutti i costi" faccia ahimè il
gioco del "Sì".
Vorrei
ricordare anche a chi è sensibile alle istituzioni che andare a votare per un
referendum è un diritto ma NON un dovere, perchè non si risponde allo Stato ma
ad una richiesta di un gruppo di cittadini che l'hanno promosso!
La legge
dello Stato c'è già e se non vado a votare significa che mi sta bene così e non
voglio cambiarla.
"Siate candidi come colombe
e furbi come serpenti...": usiamo la strategia.
Saluti.
Renzo S.
LA RISPOSTA
Ancona, 6 maggio 2005
Caro Renzo,
La ringrazio dell'attenzione, ma mi permetto di
farLe osservare che non ha compreso i miei testi. In allegato Le ri-invio una
composizione più ordinata e, spero, per Lei più chiara, consultabile e
prelevabile anche in www.lavocecattolica.it all'indirizzo
http://www.lavocecattolica.it/19marzo.htm
Le questioni che io pongo sono di natura
"morale": cioè, un cristiano (come ogni uomo) deve
sapere se ciò che fa è conforme alla Legge di Dio o no, cioè se
è PECCATO o non lo è.
Nel caso della proposta dell'ASTENSIONE A TUTTI
I COSTI, priva cioè della "clausola inscindibile" dell'AVVERTIMENTO
di andare a votare NO qualora "il quorum" sia superato prima della
chiusura dei seggi, si accetta - e ciò non è moralmente lecito! - la
possibilità di commettere UN PECCATO MORTALE DI OMISSIONE: infatti, se
accadrà che "il quorum" verrà superato durante il corso
delle votazioni il mio "NON VOTO" potrebbe determinare la vittoria
dei SI' e il conseguente genocidio.
In ogni caso, bisogna sempre aver chiaro e
precisare che dal punto di vista della morale andare a votare "NO"
non è mai peccato, anche se provocasse involontariamente il superamento del
"quorum" e la vittoria dei "Sì", perché il peccato
gravissimo lo commettono coloro che scrivono "Sì" e non coloro che
scrivono "NO".
Tuttavia la posizione della C.E.I. di voler
impedire il raggiungimento del "quorum" con l'astensione è
legittima e lecita, ma è moralmente sbagliato il modo con cui viene
presentata la proposta. La C.E.I., infatti, propone l'astensione a
tutti i costi, quindi di non andare a votare "mai", senza
considerare il caso (che potrebbe realmente accadere) che "il
quorum" venga superato ad un certo punto della giornata, nonostante
l'astensione dei cattolici: in tal modo si favorisce - senza rendersene conto -
la probabile o sicura vittoria dei "Sì".
Tale proposta dell'astensione - per essere moralmente "lecita" - deve perciò essere
sempre accompagnata dall'altra importantissima precisazione che bisogna
stare lungo tutto il corso dei due giorni delle votazioni sempre pronti ad
andare a votare NO qualora "il quorum" venisse superato ad un certo
punto delle votazioni. In tale caso, il non andare a votare NO costituirebbe UN
GRAVISSIMO PECCATO DI OMISSIONE.
Per un cristiano, per un cattolico, ciò che è
prioritario da sapere è se ciò che si compie o che gli viene proposto di
compiere è o no un peccato: e purtroppo la proposta di una ASTENSIONE
GENERALIZZATA "permette" proprio la possibilità di compiere un
peccato di omissione, senza neppure che i Cattolici se ne rendano conto.
Per essere più chiari, Le faccio il caso
pratico: se il lunedì 13 giugno, alle ore 10.00 o alle ore 12.00, dai dati
Ufficiali del Ministero dell'Interno (quindi, NON FALSIFICABILI!) si verrà a
sapere che "il quorum" è stato superato, se io - in quel momento -
non sono pronto ad andare SUBITO A VOTARE "NO" compio una GRAVISSIMA
OMISSIONE, perché non vado a "salvare" quei milioni di bambini che,
vincendo probabilmente i SI', verranno uccisi. Quindi, in tal modo, vado
contro il Comandamento che impone di NON UCCIDERE, che implica anche l'obbligo
di IMPEDIRE DI UCCIDERE, quando se ne ha la possibilità. Un mio solo voto,
un NO (a superamento del "quorum" avvenuto), potrebbe decidere la
vittoria dei "NO" e impedire la vittoria dei "Sì".
Questo "caso pratico" si potrebbe
verificare realmente e io, dal punto di vista della Morale Cattolica, LO DEVO
SAPERE SUBITO come risolverlo, per non commettere "quel" PECCATO DI
OMISSIONE se "quel" caso si verificherà.
Perciò non mi è lecito proporre UNA ASTENSIONE
A TUTTI I COSTI, perché - senza la clausola dell'AVVERTIMENTO di cui sopra - io
METTO IN TENTAZIONE LE PERSONE CHE MI ASCOLTANO, perché posso
far COMMETTERE UN PECCATO DI OMISSIONE a coloro che seguissero "alla
lettera" la proposta dell'ASTENSIONE A TUTTI I COSTI.
In queste votazioni, come in ogni cosa,
non c'è il problema prioritario di vincere un Referendum, ma c'è LO SCOPO
SUPREMO DI NON PERDERE LA GRAZIA DI DIO, cioè se quanto faccio o non
faccio può costituire UN PECCATO MORTALE. E fare un peccato non è mai
lecito, neppure se - commettendolo - se ne ricavasse un bene.
Spero adesso il mio pensiero sia più chiaro.
Se gradisce ulteriori chiarimenti, mi può anche
telefonare per parlarne "a voce".
La saluto con viva cordialità.
Prof. GIORGIO NICOLINI
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8 MAGGIO SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI REGINA DELLE VITTORIE |
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Recitata nel Santuario di Pompei e in
altre chiese |
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O
augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del cielo e della terra, al cui nome
si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario,
noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo tempio di Pompei (in questo giorno
solenne), effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli
ti esprimiamo le nostre miserie. È
vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a
crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore. Ave
Maria... Degnati
benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i
tesori delle sue grazie e delle sue misericordie. Ave
Maria... Un'ultima
grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci (in questo giorno
solennissimo). Concedi a tutti noi l'amore tuo costante e in modo speciale la
materna benedizione. Salve
Regina .... LA
STORIA DELLA MADONNA DEL ROSARIO VENERATA A POMPEI |
La Madonna
del Rosario ha un culto molto antico, risale all’epoca dell’istituzione dei
domenicani (XII secolo), i quali ne furono i maggiori propagatori. La devozione
della recita del rosario, chiamato anche salterio, ebbe larga diffusione per la
facilità con cui si poteva pregare; fu chiamato il vangelo dei poveri, che in
massima parte non sapevano leggere, perché faceva in modo di poter pregare e
nello stesso tempo meditare i misteri cristiani senza la necessità di leggere
su un testo. I misteri contemplati nella recita del rosario sono quindici,
cinque gaudiosi, cinque dolorosi, cinque gloriosi. Giovanni Paolo II ha
aggiunto i cinque misteri della Luce.
Alla protezione della Vergine del S. Rosario, fu attribuita la vittoria della
flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a Lepanto nel 1571. A seguito
di ciò il papa s. Pio V (1504-1572), istituì dal 1572 la festa del Santo
Rosario, alla prima domenica di ottobre, che poi dal 1913 è stata spostata al 7
ottobre.
Il culto per il Santo Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni
di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò la pratica di questa devozione.
La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni
artistiche, quadri, affreschi, statue, di solito seduta in trono con il Bambino
in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del rosario; la più conosciuta
è quella in cui la corona viene data a Santa Caterina da Siena e a San Domenico
Guzman, inginocchiati ai lati del trono. Ed è uno di questi quadri che ha dato
vita alla devozione tutta mariana di Pompei; a questo punto bisogna parlare
dell’iniziatore di questo culto, il beato Bartolo Longo.
L’avvocato Bartolo Longo nacque a Latiano (Brindisi) il 10 febbraio 1841, di
temperamento esuberante, da giovane si dedicò al ballo, alla scherma e alla
musica; intraprese gli studi superiori in forma privata a Lecce; dopo l’Unità
d’Italia, nel 1863, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza nell’Università
di Napoli.
Fu conquistato dallo spirito anticlericale che in quegli anni dominava
nell’Ateneo napoletano, al punto da partecipare a manifestazioni contro il
clero e il papa. Dubbioso sulla religione, si lasciò attrarre dallo spiritismo,
allora molto praticato a Napoli, fino a diventarne un celebrante dei riti. In
seguito, ebbe contatti con il dotto domenicano padre Radente, che con i suoi
consigli e la sua dottrina, lo ricondusse alla fede cattolica e alle pratiche
religiose. Intanto il 12 dicembre 1864 si era laureato in Diritto, ritornò al
paese natío e prese a dedicarsi ad una vita piena di carità e opere
assistenziali; rinunziò al matrimonio, ricordando le parole del venerabile
Emanuele Ribera redentorista: “Il Signore vuole da te grandi cose, sei destinato
a compiere un’alta missione”. Superati gli indugi, abbandonò la professione di
avvocato, facendo voto di castità e ritornò a Napoli per dedicarsi in un campo
più vasto alle opere di beneficenza; qui incontrò il beato padre Ludovico da
Casoria e la beata Caterina Volpicelli, due figure eminenti della santità
cattolica dell’800 napoletano, i quali lo consigliarono e indirizzarono ad una
santa amicizia con la contessa Marianna De Fusco.
Da qui, il beato Bartolo Longo ebbe una svolta decisiva per la sua vita;
divenne compagno inseparabile nelle opere caritatevoli, della contessa che era
vedova, inoltre divenne istitutore dei suoi figli e amministratore dei beni. La
loro convivenza diede adito a parecchi pettegolezzi, pur avendo il beneplacito
dell’arcivescovo di Napoli cardinale Sanfelice; alla fine decisero di sposarsi
nell’aprile 1885, con il proposito però di vivere come buoni amici, in amore
fraterno, come avevano fatto fino allora. La contessa De Fusco era proprietaria
di terreni ed abitazioni nel territorio di Pompei e Bartolo Longo come
amministratore si recava spesso nella Valle; vedendo l’ignoranza religiosa in
cui vivevano i contadini sparsi nelle campagne, prese ad insegnare loro il
catechismo, a pregare e specialmente a recitare il rosario.
Una pia suora Maria Concetta de Litala, gli donò una vecchia tela raffigurante
la Madonna del Rosario, molto rovinata; restauratala alla meglio, Bartolo Longo
decise di portarla nella Valle di Pompei e lui stesso racconta, che nel tratto
finale, poggiò il quadro per trasportarlo, su un carro, che faceva la spola
dalla periferia della città alla campagna, trasportando letame, che allora
veniva usato come concime nei campi.
Il 13 febbraio 1876, il quadro venne esposto nella piccola chiesetta
parrocchiale, da quel giorno la Madonna elargì con abbondanza grazie e
miracoli; la folla di pellegrini e devoti aumentò a tal punto che si rendeva
necessario costruire una chiesa più grande. Bartolo Longo su consiglio anche
del vescovo di Nola, Formisano che era l’Ordinario del luogo, iniziò il 9
maggio 1876 la costruzione del tempio che terminò nel 1887. Il quadro della
Madonna, dopo essere stato opportunamente restaurato, venne sistemato su un
trono splendido; l’immagine poi verrà anche incoronata con un diadema d’oro,
ornato da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XIII. La
costruzione venne finanziata da innumerevoli offerte di denaro, proveniente
dalle tante Associazioni del Rosario, sparse in tutta Italia, in breve divenne
centro di grande spiritualità come lo è tuttora, fu elevata al grado di
Santuario, centro del sacramento della confessione di milioni di fedeli, che si
accostano alla Santa Comunione tutto l’anno.
Il beato Bartolo Longo istituì per le opere sociali, un orfanotrofio femminile,
affidandone la cura alle suore Domenicane Figlie del Rosario di Pompei, da lui
fondate; ancora fondò l’Istituto dei Figli dei Carcerati in controtendenza alle
teorie di Lombroso, secondo cui i figli dei criminali sono per istinto
destinati a delinquere; chiamò a dirigerli i Fratelli delle Scuole Cristiane.
Fondò nel 1884 il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei” che ancora oggi si
stampa in centinaia di migliaia di copie, diffuse in tutto il mondo; la stampa
era affidata alla tipografia da lui fondata per dare un’avvenire ai suoi
orfanelli; altre opere annesse sono asili, scuole, ospizi per anziani,
ospedale, laboratori, casa del pellegrino.
Il santuario fu ampliato nel 1933-39, con la costruzione di un massiccio
campanile alto 80 metri, un poco isolato dal tempio, Nel 1893 Bartolo Longo
offrì a papa Leone XIII la proprietà del santuario con tutte le opere
pompeiane, qualche anno più tardi rinunziò anche all’amministrazione che il
papa gli aveva rimasto; l’interno è a croce latina, tutta lavorata in marmo,
ori, mosaici dorati, quadri ottocenteschi, con immensa cripta, il trono
circondato da colonne, sulla crociera vi è l’enorme cupola di 57 metri tutta
affrescata.
Il fondatore, morì il 5 ottobre del 1926 e come da suo desiderio fu sepolto
nella cripta, in cui riposa anche la contessa De Fusco.
Aveva trovato una zona paludosa e malsana, a causa dello straripamento del
vicino fiume Sarno, abbandonata praticamente dal 1659. Alla sua morte lasciò
una città ripopolata, salubre, tutta ruotante attorno al Santuario e alle sue numerose
opere, a cui poi si affiancò il turismo per i ritrovati scavi della città
sepolta dall’eruzione del Vesuvio.
È sua l’iniziativa della supplica, da lui compilata, alla Madonna del Rosario
di Pompei che si recita solennemente e con gran concorso di fedeli, l’8 maggio
e la prima domenica di ottobre.
Bartolo Longo è stato beatificato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II.
Il santuario è basilica pontificia e come Loreto è sede di un vescovo
(prelatura) con giurisdizione su Pompei.
Autore
di questo testo: Antonio Borrelli
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