Il vento soffia dove vuole e
ne senti la voce,
ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo
Spirito
(Gv.3,8)
Ancona
Martedì, 9 agosto 2005
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TOTUS TUUS EGO SUM
SANTA EDITH STEIN
COMPATRONA D'EUROPA
(1891-1942)
Santa Teresa Benedetta della Croce, Monaca, Carmelitana Scalza, Martire
"Una scientia crucis (la scienza della croce) può essere appresa solo se si sente tutto il peso della croce. Di ciò ero convinta già dal primo attimo e di tutto cuore ho pronunciato: Ave, Crux, Spes unica (ti saluto, Croce, nostra unica speranza)".
"Ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio. Visto dal lato di Dio - non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta".
"Ci inchiniamo profondamente di
fronte alla testimonianza della vita e della morte di Edith Stein, illustre
figlia di Israele e allo stesso tempo figlia del Carmelo. Suor Teresa Benedetta
della Croce, una personalità che porta nella sua intensa vita una sintesi
drammatica del nostro secolo, una sintesi ricca di ferite profonde che ancora
sanguinano; nello stesso tempo la sintesi di una verità piena al di sopra
dell'uomo, in un cuore che rimase così a lungo inquieto e inappagato, "fino a
quando finalmente trovò pace in Dio", queste
parole furono pronunciate dal Papa Giovanni Paolo II in occasione della
beatificazione di Edith Stein a Colonia, il 1° maggio del 1987.
Chi fu questa donna?
Quando il 12 ottobre 1891 Edith Stein nacque a Breslavia, quale
ultima di undici figli, la famiglia festeggiava lo Yom Kippur, la maggior
festività ebraica, il giorno dell'espiazione. "Più di ogni altra cosa ciò ha
contribuito a rendere particolarmente cara alla madre la sua figlia più
giovane". Proprio questa data della nascita fu per la carmelitana quasi un
vaticinio.
Il padre, commerciante in legname, venne a mancare quando Edith non
aveva ancora compiuto il secondo anno d'età. La madre, una donna molto
religiosa, solerte e volitiva, veramente un'ammirevole persona, rimasta sola
dovette sia accudire alla famiglia sia condurre la grande azienda; non riuscì
però a mantenere nei figli una fede vitale.
Edith perse la fede in Dio: "In piena coscienza e di
libera scelta smisi di pregare".
Conseguì brillantemente la maturità nel 1911 ed iniziò a studiare
germanistica e storia all'Università di Breslavia, più per conseguire una base
di futuro sostentamento che per passione. Il suo vero interesse era invece la
filosofia. S'interessava molto anche di questioni riguardanti le donne. Entrò a
far parte dell'organizzazione "Associazione Prussiana per il Diritto Femminile
al Voto". Più tardi scrisse: "Quale ginnasiale e giovane studente fui una
radicale femminista. Persi poi l'interesse a tutta la questione. Ora sono alla
ricerca di soluzioni puramente obiettive".
Nel 1913 la studentessa Edith Stein si recò a Gottinga per
frequentare le lezioni universitarie di Edmund Husserl. Divenne sua discepola e
assistente ed anche conseguì con lui la sua laurea. A Gottinga Edith Stein
incontrò anche il filosofo Max Scheler.
Quest'incontro richiamò la sua attenzione sul cattolicesimo. Però
non dimenticò quello studio che le doveva procurare il pane futuro. Nel gennaio
del 1915 superò con lode l'esame di stato. Non iniziò però il periodo di
formazione professionale.
Allo scoppiare della prima guerra mondiale scrisse: "Ora non ho più
una mia propria vita". Frequentò un corso d'infermiera e prestò servizio in un
ospedale militare austriaco. Per lei furono tempi duri. Accudisce i degenti del
reparto malati di tifo, presta servizio in sala operatoria, vede morire uomini
nel fior della gioventù. Alla chiusura dell'ospedale militare, nel 1916, seguì
Husserl a Friburgo nella Brisgovia. Ivi conseguì nel 1917 la Laurea "summa cum
laude" con una tesi "Sul problema dell'empatia".
A quel tempo accadde che osservò come una popolana, con la cesta
della spesa, entrò nel Duomo di Francoforte e si soffermò per una breve
preghiera. "Ciò fu per me
qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che
ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona
nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio. Non ho mai
potuto dimenticare l'accaduto". Nelle ultime
pagine della sua tesi di laurea scrisse: "Ci sono stati degli individui che in
seguito ad un'improvvisa mutazione della loro personalità hanno creduto di
incontrare la misericordia divina". Come arrivò a questa asserzione?
Edith Stein era legata da rapporti di profonda amicizia con
l'assistente di Husserl a Gottinga, Adolf Reinach e la sua consorte. Adolf
Reinach muore in Fiandra nel novembre del 1917. Edith si reca a Gottinga. I
Reinach si erano convertiti alla fede evangelica. Edith aveva una certa ritrosia
rispetto all'incontro con la giovane vedova. Con molto stupore incontrò una
credente. "Questo è stato il
mio primo incontro con la croce e con la forza divina che trasmette ai suoi
portatori ... Fu il momento in cui la mia irreligiosità crollò e Cristo rifulse".
Più tardi scriverà: "Ciò che non era nei miei
piani era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione che -visto
dal lato di Dio - non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi
particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli
occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente
compiuta".
Nell'autunno del 1918 Edith Stein cessò l'attività di assistente
presso Edmund Husserl. Questo poiché desiderava di lavorare indipendentemente.
Per la prima volta dopo la sua conversione Edith Stein visitò Husserl nel 1930.
Ebbe con lui una discussione sulla sua nuova fede nella quale lo avrebbe
volentieri voluto partecipe. Poi scrisse la sorprendente frase:
"Dopo ogni incontro che mi fa sentire
l'impossibilità di influenzare direttamente, s'acuisce in me l'impellenza di un
mio proprio olocausto".
Edith Stein desiderava ottenere l'abilitazione alla libera docenza.
A quel tempo ciò era cosa irraggiungibile per una donna. Husserl si pronunciò in
una perizia: "Se la carriera universitaria venisse resa accessibile per le
donne, potrei allora caldamente raccomandarla più di qualsiasi altra persona per
l'ammissione all'esame di abilitazione". Più tardi le venne negata
l'abilitazione a causa della sua origine giudaica.
Edith Stein ritorna a Breslavia. Scrive articoli a giustificazione
della psicologia e discipline umanistiche. Legge però anche il Nuovo Testamento,
Kierkegaard e il libriccino d'esercizi di Ignazio di Loyola. Percepisce che un
tale scritto non si può semplicemente leggere, bisogna metterlo in pratica.
Nell'estate del 1921 si recò per alcune settimane a Bergzabern (Palatinato),
nella tenuta della Signora Hedwig Conrad-Martius, una discepola di Husserl.
Questa Signora si era convertita, assieme al proprio coniuge, alla fede
evangelica. Una sera Edith
trovò nella libreria l'autobiografia di Teresa d'Avila. La lesse per tutta la
notte. "Quando rinchiusi il libro mi dissi: questa è la verità". Considerando
retrospettivamente la sua vita scrisse più tardi: "Il mio anelito per la verità
era un'unica preghiera".
Il 1° gennaio del 1922 Edith Stein si fece
battezzare. Era il giorno della Circoncisione di Gesù, l'accoglienza di Gesù
nella stirpe di Abramo. Edith Stein stava eretta davanti alla fonte battesimale,
vestita con il bianco manto nuziale di Hedwig Conrad-Martius che funse da
madrina. "Avevo cessato di praticare la mia religione ebraica e mi sentivo
nuovamente ebrea solo dopo il mio ritorno a Dio". Ora sarà sempre cosciente, non
solo intellettualmente ma anche tangibilmente, di appartenere alla stirpe di
Cristo. Alla festa della Candelora, anche questo un giorno la cui origine risale
al Vecchio Testamento, venne cresimata dal Vescovo di Spira nella sua cappella
privata.
Dopo la conversione, per prima cosa si recò a Breslavia. "Mamma,
sono cattolica". Ambedue piansero. Hedwig Cornrad Martius scrisse: "Vedi, due
israelite e nessuna è insincera" (cfr. Gv.1,47).
Subito dopo la sua conversione Edith Stein aspira al Carmelo ma i
suoi interlocutori spirituali, il Vicario generale di Spira e il Padre Erich
Przywara SJ, le impediscono questo passo. Fino alla Pasqua del 1931 assume
allora un impiego d'insegnante di tedesco e storia presso il liceo e seminario
per insegnanti del convento domenicano della Maddalena di Spira. Su insistenza
dell'Arciabate Raphael Walzer del Convento di Beuron intraprende lunghi viaggi
per indire conferenze, soprattutto su temi femminili. "Durante il periodo
immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia conversione ... credevo
che condurre una vita religiosa significasse rinunciare a tutte le cose terrene
e vivere solo nel pensiero di Dio.
Gradualmente però mi sono resa conto che questo
mondo richiede ben altro da noi ... io credo persino: più uno si sente attirato
da Dio e più deve "uscire da se stesso", nel senso di rivolgersi al mondo per
portare ivi una divina ragione di vivere".
Enorme è il suo programma di lavoro. Traduce le lettere e i diari del periodo
precattolico di Newmann e l'opera "Questiones disputati de veritate" di Tommaso
d'Aquino e ciò in una versione molto libera, per amore del dialogo con la
moderna filosofia. Il Padre Erich Przywara SJ la spronò a scrivere anche proprie
opere filosofiche. Imparò che è possibile "praticare la scienza al servizio di
Dio ... solo per tale ragione ho potuto decidermi ad iniziare serie opere
scientifiche". Per la sua vita e per il suo lavoro ritrova sempre le necessarie
forze nel convento dei Benedettini di Beuron dove si reca a trascorrere le
maggiori festività dell'anno ecclesiastico.
Nel 1931 termina la sua attività a Spira. Tenta nuovamente di
ottenere l'abilitazione alla libera docenza a Breslavia e Friburgo. Invano. Dà
allora forma ad un'opera sui principali concetti di Tommaso d'Aquino: "Potenza
ed azione". Più tardi farà di questo saggio la sua opera maggiore elaborandolo
sotto il titolo "Endliches un ewiges Sein" (Essere finito ed Essere eterno) e
ciò nel convento delle Carmelitane di Colonia. Una stampa dell'opera non fu
possibile durante la sua vita.
Nel 1932 le venne assegnata una cattedra presso una istituzione
cattolica, l'Istituto di Pedagogia Scientifica di Miinster, dove ha la
possibilità di sviluppare la propria antropologia. Qui ha il modo di unire
scienza e fede e di portare alla comprensione d'altri quest'unione. In tutta la
sua vita vuole solo essere "strumento di Dio". "Chi viene da me desidero
condurlo a Lui".
Nel 1933 1a notte scende sulla Germania.
"Avevo già sentito prima delle severe misure contro
gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che Dio aveva posto ancora
una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e che il destino di questo
popolo era anche il mio destino". L'articolo
di legge sulla stirpe ariana dei nazisti rese impossibile la continuazione
dell'attività d'insegnante. "Se qui non posso continuare, in Germania non ci
sono più possibilità per me". "Ero divenuta una straniera nel mondo".
L'Arciabate Walzer di Beuron non le impedì più di entrare in un
convento delle Carmelitane. Già al tempo in cui si trovava a Spira aveva fatto
il voto di povertà, di castità e d'ubbidienza. Nel 1933 si presenta alla Madre
Priora del Monastero delle Carmelitane di Colonia.
"Non l'attività umana ci può aiutare ma solamente la
passione di Cristo. Il mio desiderio è quello di parteciparvi
".
Ancora una volta Edith Stein si reca a Breslavia per prendere
commiato dalla madre e dalla sua famiglia. L'ultimo giorno che trascorse a casa
sua fu il 12 ottobre, il giorno del suo compleanno e contemporaneamente la
festività ebraica dei tabernacoli. Edith accompagna la madre nella sinagoga. Per
le due donne non fu una giornata facile. "Perché l'hai conosciuta (la fede
cristiana)? Non voglio dire nulla contro di Lui. Sarà anche stato un uomo buono.
Ma perché s'è fatto Dio?". La madre piange. Il mattino dopo Edith prende il
treno per Colonia. "Non poteva subentrare una gioia impetuosa. Quello che
lasciavo dietro di me era troppo terribile. Ma io ero calmissima - nel porto
della Volontà di Dio". Ogni settimana scriverà poi una lettera alla madre. Non
riceverà risposte. La sorella Rosa le manderà notizie da casa.
Il 14 ottobre Edith Stein entra
nel monastero delle Carmelitane di Colonia. Nel 1934, il 14 aprile, la cerimonia
della sua vestizione. L'Arciabate di Beuron celebrò la messa. Da quel momento
Edith Stein porterà il nome di Suor Teresa Benedetta della Croce. Nel 1938
scrive: "Sotto la Croce capii il destino del popolo di Dio che allora (1933)
cominciava ad annunciarsi. Pensavo che capissero che si trattava della Croce di
Cristo, che dovevano accettarla a nome di tutti gli altri. Certo, oggi comprendo
di più su queste cose, che cosa significa essere Sposa del Signore sotto il
segno della Croce. Certo, non sarà mai possibile di comprendere tutto questo,
poiché è un segreto". Il 21 aprile del 1935 fece i voti temporali. Il 14
settembre del 1936, al tempo del rinnovo dei voti, muore la madre a Breslavia.
"Fino all'ultimo momento mia madre è rimasta fedele alla sua religione. Ma
poiché la sua fede e la sua ferma fiducia nel suo Dio ... fu l'ultima cosa che
rimase viva nella sua agonia, ho fiducia che ha trovato un giudice molto
clemente e che ora è la mia più fedele assistente, in modo che anch'io possa
arrivare alla mèta".
Sull'immagine devozionale della sua professione perpetua dei voti,
il 21 aprile del 1938, fa stampare le parole di San Giovanni della Croce al
quale lei dedicherà la sua ultima opera:
"La mia unica professione sarà d'ora in poi l'amore".
L'entrata di Edith Stein nel convento delle Carmelitane non è stata
una fuga. "Chi entra nel
Carmelo non è perduto per i suoi, ma in effetti ancora più vicino; questo poiché
è la nostra professione di rendere conto a Dio per tutti ". Soprattutto rese
conto a Dio per il suo popolo. "Devo continuamente pensare alla regina Ester che
venne sottratta al suo popolo per renderne conto davanti al re. Io sono una
piccola e debole Ester ma il Re che mi ha eletto è infinitamente grande e
misericordioso. Questa è una grande consolazione"
(31-10-1938).
Il giorno 9 novembre 1938 l'odio portato dai nazisti verso gli ebrei
viene palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene sparso
fra la gente ebrea. Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa tutto il
possibile per portare Suor Teresa Benedetta della Croce all'estero. Nella notte
di capodanno del 1938 attraversa il confine dei Paesi Bassi e viene portata nel
monastero delle Carmelitane di Echt, in Olanda. In quel luogo stila il 9 giugno
1939 il suo testamento: "Già
ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima
volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la
mia vita e la mia morte ... in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e
che il Suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della
Germania e la pace del mondo... ".
In tutta fretta Edith Stein scriverà ad Echt il suo saggio su
"Giovanni della Croce, il mistico Dottore della Chiesa, in occasione del
quattrocentesimo anniversario della sua nascita, 1542-1942". Nel 1941 scrisse ad
una religiosa con cui aveva rapporti d'amicizia:
"Una scientia crucis (la scienza della croce) può
essere appresa solo se si sente tutto il peso della croce. Di ciò ero convinta
già dal primo attimo e di tutto cuore ho pronunciato: Ave, Crux, Spes unica (ti
saluto, Croce, nostra unica speranza)". Il suo saggio su San Giovanni della
Croce porta la didascalia: "La scienza della Croce".
Il 2 agosto del 1942 arriva la Gestapo. Edith Stein si trova nella
cappella, assieme alla altre Sorelle. Nel giro di 5 minuti deve presentarsi,
assieme a sua sorella Rosa che si era battezzata nella Chiesa Cattolica e
prestava servizio presso le Carmelitane di Echt. Le ultime parole di Edith Stein
che ad Echt s'odono, sono rivolte a Rosa:
"Vieni, andiamo per il nostro popolo".
Assieme a molti altri ebrei convertiti al cristianesimo le due donne
vengono portate al campo di raccolta di Westerbork. Si trattava di una vendetta
contro la comunicazione di protesta dei vescovi cattolici dei Paesi Bassi contro
i progrom e le deportazioni degli ebrei. "Che gli esseri umani potessero
arrivare ad essere così, non l'ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei
fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l'ho veramente saputo ... in
ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però ode i
loro lamenti". Il prof. Jan Nota, a lei legato, scriverà più tardi: "Per me lei
è, in un mondo di negazione di Dio, una testimone della presenza di Dio".
All'alba del 7 agosto parte un
carico di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Fu il giorno 9 agosto nel quale Suor
Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti altri del
suo popolo, morì nelle camere a gas di Auschwitz.
Con la sua beatificazione nel
Duomo di Colonia, il 1° maggio del 1987, la Chiesa onorò, per esprimerlo con le
parole del Pontefice Giovanni Paolo II, "una figlia d'Israele, che durante le
persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore
Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea".
Edith Stein fu proclamata Santa l'11 ottobre 1998 e Compatrona d'Europa nell'ottobre 1999.
Secondo Dio
Chi sei, Luce,
che ricolmi il mio essere
e rischiari
l’oscurità del mio cuore?
Mi conduci per mano
come madre
e non mi abbandoni,
altrimenti non saprei muovere
più nemmeno un passo.
Tu sei lo spazio
che circonda
il mio essere
e lo prende con sé.
Se si allontanasse da te,
precipiterebbe nell’abisso
del nulla,
dal quale tu
lo elevi all’essere.
Tu, più vicino a me
di me stessa
e più intimo
del mio stesso intimo
eppure inafferrabile
e inconcepibile,
incontenibile in un nome:
Spirito Santo - Amore Eterno
(Edith Stein)
Testi tratti dal Sito http://www.biblioedithstein.it/edithstein.php
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Nel 1921 San Luigi Orione profetizzava: "Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio! Cristo viene ed è vicino, Cristo si avanza. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'
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