LE APPARIZIONI DELL'IMMACOLATA
al Beato GABRIELE FERRETTI
Compatrono di Ancona
grande “ascendente” e “protettore” del Beato Pio IX, il Papa dell’Immacolata
Il Beato Gabriele Ferretti nacque in Ancona dalla nobile famiglia dei Conti Ferretti, nel 1385. Il Conte Liverotto, suo padre, e Alvisia, sua madre, educarono Gabriele alle più squisite virtù cristiane, specialmente alla purezza che traspariva dal suo comportamento angelico. A 18 anni si fece Religioso francescano dell'Ordine dei Frati Minori. Nel chiostro studiò filosofia e teologia con raro profitto, per cui ordinato Sacerdote, si dedicò con frutto alla predicazione, convertendo molti peccatori. Ebbe da Dio il privilegio di conoscere il futuro, e il dono di guarire gli ammalati col semplice segno della Croce o al contatto della sua tonaca. Nutrì tenera devozione alla Vergine Santissima, che spesso gli appariva col Bambino Gesù tra le braccia nel silenzio della cella o nel bosco del Convento. Il 12 novembre 1456, dopo una vita piena di virtù e di miracoli a favore degli umili e dei sofferenti, dolcemente spirava. San Giacomo della Marca, ai funerali solennissimi, ne tesseva l'elogio dinanzi al Vescovo, al Senato e al popolo anconitano. Presso le Sue spoglie incorrotte, che si venerano nella Chiesa di San Giovanni Battista in Ancona, si moltiplicano da secoli grazie e miracoli; e i malati benedetti con l'olio della lampada del Beato Gabriele, ottengono la sua celeste protezione.
La vita del Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona
è pubblicata nel Sito Internet
LE APPARIZIONI DELLA MADRE DI DIO
AL BEATO GABRIELE FERRETTI
Testo tratto dal libro
“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”
del Prof. Giorgio Nicolini
Il Beato Pio IX, discendente del Beato Gabriele Ferretti, proprio nella Santa Casa di Loreto, fece “voto” di abbracciare la vita ecclesiastica se fosse stato guarito da una grave malattia, come poi realmente avvenne: e così diventò “sacerdote”, “vescovo”, “papa” e “santo”. Ed è divenuto così anche il Papa che ha definito nel 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione, facendo in tale modo onorare nel modo più grande questo privilegio di Maria, che è in stretta correlazione con la Santa Casa di Loreto, perché proprio lì avvenne il suo “concepimento” Immacolato, come attestò solennemente lo stesso Pio IX in una sua Bolla del 26 agosto 1852: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la devotissima e augustissima Casa di Loreto consacrata dai misteri divini (…). A Loreto, infatti si venera quella Casa di Nazareth (…) dove la Vergine SS.ma, predestinata da tutta l’eternità e perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, dove il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne, dove, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata Madre del Figlio Unigenito di Dio”.
Bisogna ricordare, in proposito, il singolare e inspiegabile episodio capitato a Pio IX l’8 dicembre 1854, durante la solenne cerimonia nella Basilica di San Pietro, per la proclamazione del dogma dell’Immacolata. Il Pontefice venne investito da un intenso fascio di luce proveniente dall’alto. Eppure, nella stagione invernale, da nessuna finestra della Basilica Vaticana entra un fascio di luce che può investire direttamente l’abside dove si trova il Papa. Ma Pio IX commentò: “E’ il sorriso di Maria”.
Questo sorriso di Maria tante volte, in Ancona, aveva illuminato anche il volto di un glorioso “antenato” del Beato Pio IX: il Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona.
Non è molto conosciuta la figura “straordinaria” di questo “santo” anconitano del XIV-XV secolo. Eppure a lui appariva la Vergine Immacolata con il Bambino benedicente, in un bosco di pini, sul colle di Capodimonte di Ancona, in mezzo a schiere di angeli. Il Beato Gabriele, anche lui “devotissimo” e “pellegrino” alla vicina “Santa Casa Lauretana”, aveva una devozione particolare per la Vergine Immacolata e questa sua tenerezza per la Signora “tutta pura”, aveva “attirato” il Cielo tra gli alberi del bosco, dove Gabriele saliva estatico nella contemplazione della Gran Madre di Dio. La selva del Convento di Capodimonte era diventata sacra come la Chiesa; si potrebbe dire che i pini stessi formassero con le loro punte come le guglie di una maestosa cattedrale: nel bosco abitavano davvero gli angeli, che facevano “corona” alle “apparizioni” di Maria!...
Certamente, queste erano “apparizioni private” del Beato Gabriele e non sono state “ufficialmente” dichiarate (come Lourdes e Fatima): però sono ugualmente e certamente “vere”, perché fanno parte della sua “biografia”, canonicamente “approvata” con la “beatificazione” (avvenuta il 9 settembre 1753 da parte del Papa Benedetto XIV)!...
Fu lo stesso San Francesco, in partenza dal porto di Ancona per la Palestina, ad indicare il colle di Capodimonte come il luogo ove edificare un conventino, ove proprio esisteva un oratorio alla Vergine Immacolata. I Frati Minori incominciarono così ad abitare il bosco dei pini. Da Capodimonte la Ancona medievale si distendeva verso la Cattedrale di San Ciriaco, sul colle di fronte. Quella cima verde aveva richiamato il cuore di Gabriele: fu lassù che l’idillio del Conte Ferretti con la mistica Signora degli angeli sfociò in apparizioni e meraviglie… Tra queste meraviglie si dipanò la vita quotidiana del beato Gabriele; e tra colloqui segreti, estasi, canto di angeli, sorrisi di Maria, egli scrisse il suo poema di amore per la Gran Madre di Dio!
A colloquio con i confratelli, egli parla sempre di Maria; scendendo verso la sua città di Ancona invita i fanciulli ad onorare Maria; quando istruisce il popolo, si fa, dal pulpito, cantore innamorato delle glorie di Maria; esorta tutti alla devozione più tenera e all’amore più cordiale per la Madre del Divino Amore!
L’ampia distesa azzurra – da dove verrà “in volo”, “miracolosamente”, la Santa Casa di Nazareth (proveniente da Tersatto) – è, per il Beato di Ancona, solo un canto alla Stella del Mare; la cima del retrostante Monte Cònero, e tutto quel promontorio che disegna il golfo di Ancona, è un ricordo di Maria, torre di fortezza; il verde del bosco, che racchiude il romitorio nel profumo delle sue resine e dei fiori, è la sua più verde speranza in Maria; il cielo, la terra, gli uomini, le cose, ogni atomo, ogni sospiro… sono tutte sillabe del poema universale che il suo cuore fa scandire alla natura e fa intonare da tutto l’universo a Maria.
Il Beato Pio IX (cioè, Giovanni Maria Mastai Ferretti), è a tutti ben noto quale ruolo fondamentale ha avuto nella storia della Chiesa e dell’Italia, ma è pressoché del tutto sconosciuto anche il ruolo che ha avuto nella sua vita l’intercessione e la protezione ricevuta da questo suo “santo” “ascendente”, il Beato Gabriele Ferretti, le cui spoglie – da secoli “incorrotte” – si venerano in Ancona nella Chiesa di San Giovanni Battista.
Il beato Pio IX, infatti, di madre anconitana, ha una “ascendenza” tutta “anconitana”, attraverso i Conti Ferretti di Ancona, che provengono ancora più remotamente dalla Svizzera e dalla stirpe germanica. Il Beato Gabriele era molto venerato dal Beato Pio IX, ed è indubitabile che dal Paradiso – nella “verità” della “Comunione dei Santi” – sia stato proprio il Beato Gabriele ad intercedere presso Dio e la Vergine Maria per l’ascesa al Pontificato del suo “discendente”, guidandone poi e proteggendone l’azione – per il bene della Chiesa, dell’Italia e dell’Umanità – durante il suo lunghissimo e spesso “drammatico” Pontificato.
In fondo in fondo, per chi è credente, si potrebbe persino pensare di poter arrivare a ipotizzare che la “conduzione” degli eventi del Risorgimento, in tutto o in parte, sia stata “guidata” dall’intercessione dal Paradiso anche dell’anconitano Beato Gabriele Ferretti, per poter permettere di pervenire alla “provvidenziale” divisione tra “potere temporale” dello Stato laico e “potere spirituale” proprio della Chiesa Cattolica (cioè, “libera Chiesa in libero Stato”), così come si è poi costituito con i “Patti Lateranensi” mediante la creazione dello “Stato della Città del Vaticano”.
Il Beato Gabriele era chiamato l’Angelo di Ancona, per la sua angelica purezza, per la sua umiltà, per la sua bontà, per lo spirito di “profezia” che possedeva e per gli straordinari miracoli che accompagnavano il suo apostolato, soprattutto in mezzo al popolo umile e sofferente della città: al suo semplice segno di croce, infatti, tanti malati guarivano miracolosamente e i peccatori alla sua predicazione si convertivano, in tutte le Marche.
Egli era chiamato il padre dei poveri, l’angelo del conforto, il taumaturgo, l’innamorato di Maria Santissima. Egli passava di porta in porta, penetrando nei tuguri per consolare gli afflitti di ogni specie. Egli passava come una visione di pace e, tra le opposte fazioni dell’Ancona quattrocentesca, egli divenne il punto in cui gli uomini incontrandosi si ritrovavano fratelli. Egli fu l’Apostolo presente su tutti gli spalti, infaticabile. Attaccatissimo alla Chiesa e alla Patria, egli fu chiamato a difenderle dagli errori e dai nemici, insieme a San Bernardino da Siena, a San Giacomo della Marca, a San Giovanni da Capestrano ed altri Santi e Beati dell’epoca. Sapientissimo, assisteva il Senato Anconitano che a lui ricorreva nelle cose più gravi per il buon governo della città, e divenne il consigliere e il confidente anche dello stesso Vescovo di Ancona, il Beato Antonio Fatati.
Tutto ciò mi fa pensare quanto sia davvero una macroscopica “ingratitudine” non avere ancora promosso la “canonizzazione” del Beato Gabriele Ferretti, perché sia venerato in tutta la Chiesa come SAN GABRIELE FERRETTI.
San Giacomo della Marca, che era un suo intimo amico, raccolse ben 63 miracoli compiuti dal beato Gabriele dopo la sua morte e validi, perciò (ne basterebbe uno!), per la canonizzazione definitiva. Ma sembra che nessuno se ne sia più interessato, nonostante che la straordinaria figura del Beato Gabriele sia tutt’oggi attualissima e potrebbe persino essere proposto anche come “Patrono dei Giovani che devono fare una scelta di vita”, perché, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo, egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per “i giovani” che devono operare una scelta di vita per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni (cfr. Mc.10,17-31).
Infatti il Beato suscitò, durante la sua vita, così tante “vocazioni” alla “vita consacrata” da rendere necessaria nelle Marche l’apertura di nuovi Conventi per “accoglierle”. Lo stesso Beato Gabriele costruì ed ampliò il Convento di Capodimonte di Ancona (voluto da San Francesco stesso), nel cui bosco gli appariva la Vergine Maria con il Bambino benedicente.
Ma purtroppo, da luogo di pace e di preghiera e ove la Vergine Immacolata aveva spesso “posato” i suoi piedi, dai tempi delle “requisizioni piemontesi” tale Convento francescano è stato “coercitivamente” trasformato in “un luogo militare”, sorvegliato da guardie armate, in stridente contrasto con la sacralità del luogo e impedendo così l’accesso dei fedeli per venerare il luogo ove la Vergine Immacolata è apparsa tante volte al Beato Gabriele.
Per avere la bella biografia di questo “santo” anconitano, dal titolo “L’ANGELO DI ANCONA”, si può farne richiesta al Parroco di San Giovanni Battista, a Capodimonte, nel Santuario che conserva le spoglie incorrotte del Beato. Il Parroco, il Padre Gabriele Lazzarini, si può contattare direttamente al suo cellulare 328.7310192 o scrivendogli (Via Astagno, 72 – Ancona).
Esiste anche una vita del Beato narrata in videocassetta e in DVD, che può essere richiesta al Prof. Giorgio Nicolini (Tel. 071.83552 – Cell. 339.6424332 – Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it )
La vita del Beato Gabriele è pubblicata e leggibile anche nel Sito Internet www.lavocecattolica.it e ricevibile nella propria Posta Elettronica, come allegato, richiedendolo all’indirizzo di Posta Elettronica giorgio.nicolini@poste.it
Prof. GIORGIO NICOLINI
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