“Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”

(Mt.5,37)

 

Loreto, 8 novembre 2005

Ecc.za Rev.ma

Mons. GIANNI DANZI

Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO

 

 

voglio anzittutto esprimerLe la mia profonda gratitudine per l’Udienza concessami in data odierna. Al fine di “semplificare” e “fissare” le principali richieste che Le volevo umilmente presentare, mi permetto di lasciarLe la presente Lettera, a modo di “pro-memoria”, rimandando - per ogni specifico approfondimento - alla Lettera già scritta a Mons. Angelo Comastri (in data 1° novembre 2004), alla Lettera scritta a Sua Santità Benedetto XVI (in data 19 giugno 2005), al mio libro “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” e alle altre documentazioni che già Le ho fatto pervenire sin dal primo mese dell’inizio del Suo ministero episcopale a Loreto.

            Il Suo predecessore, Mons. Angelo Comastri, alla mia Lettera del 1° novembre 2004 mi rispose con un’altra Lettera, datata - così come oggi la mia - giusto l’8 novembre dello scorso anno 2004, ove mi scrisse (testualmente): “Gent.mo Prof. Nicolini, la ringrazio per il materiale inviatomi circa la questione della traslazione della Santa Casa, che leggerò con attenzione, data la rilevanza del fatto. Quanto ad un possibile incontro, sarà mia premura chiamarla, anticipandole che sarà possibile dopo le feste natalizie e prima dell’Epifania”.

            Purtroppo quella “chiamata” non mi venne mai fatta, né vennero soddisfatte le richieste da me avanzate nella stessa Lettera, e si continuò e si continua ancora ad affermare in pubblicazioni “ufficiali” della Basilica Lauretana che qui a Loreto vi sarebbero solo delle “semplici” “pietre” prelevate dagli uomini dalla Santa Casa di Nazareth e qui trasportate “con la nave” da indefiniti “crociati” o da una famiglia principesca orientale. Da cui ne consegue che a Loreto non c’è la reliquia “autentica” della Santa Casa di Nazareth, ma solo delle “pietre” “prelevate” da essa!...

            Nei miei scritti - anche a Lei noti - ho però dimostrato in modo inequivocabile come tali affermazioni siano destituite di ogni fondamento storico e come, oltre ad essere smentite anche dall’archeologia e dalla scienza, esse siano il frutto di un autentico “abbaglio” “razionalistico”. Purtroppo, quelle “false” “ipotesi” diedero inizio - circa 25 anni fa - ad autentiche “falsificazioni” documentali, fatte allo scopo evidente di sostenere “a tutti i costi” la validità della nuova “ipotesi” di studio. Così in un paio di decenni i nuovi “studiosi” sono riusciti a “sradicare” la “verità storica” delle “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, hanno fatto abbandonare la “tradizione” e i pronunciamenti “ufficiali” e “secolari” (pur essi talvolta “falsificati”) dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti ed hanno seminato confusione e smarrimento nelle menti dei fedeli di tutto il mondo, facendo di conseguenza abbandonare la grata venerazione dovuta a tale divino e straordinario “evento miracoloso”.

            Tutto ciò ha perciò costituito una autentica “dissacrazione” della “tradizione lauretana” e del “culto” stesso praticato verso la Vergine Lauretana, che attualmente, purtroppo, non è più proposto e non è più fondato sulla “verità storica” tramandata dalla “tradizione” e sull’obbedienza al Magistero Ordinario della Chiesa Cattolica. La Chiesa, infatti, ha sempre insegnato e fatto celebrare “la miracolosità” delle “molteplici traslazioni” della Santa Casa e non ha mai proposto - come oggi invece avviene a Loreto - il “falso” e mai avvenuto “trasporto umano” di “semplici” “pietre” “prelevate” dalla Santa Casa di Nazareth (che perciò non si troverebbe qui a Loreto!...).

            Seppure profondamente addolorato e con sincero ed umile rispetto avevo scritto lo scorso anno a Mons. Comastri (dopo precedenti richieste disattese), “avvertendolo” che il mancato “ripristino” della “verità storica” e la prosecuzione della diffusione della “falsificazione storica” operata dalla stessa Basilica Pontificia Lauretana, mi avrebbe obbligato “in coscienza” ad una “denuncia” e “confutazione” pubblica dei “responsabili” di tali “falsificazioni documentali”.

            Constatato, perciò, come fossero rimaste disattese tutte le precedenti istanze, obbligato dalla mia “coscienza”, mi sono trovato purtroppo costretto ad iniziare a fare, negli ultimi mesi, le denunce e confutazioni “pubbliche” preavvertite, dopo aver fatto degli “ultimi” e “caritatevoli” (ma purtroppo “inutili”) “tentativi” di richiamo alla “resipiscenza” presso il Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” e principale responsabile delle “falsificazioni” operate. Avevo anche rivolto al riguardo più “appelli” ad altre Autorità Ecclesiastiche responsabili: ma purtroppo sono rimasti - a tutt’oggi - sempre “inascoltati”.

            Avendo Lei già avuto, Ecc.za, da parte mia, molto materiale “documentativo”, che - dietro Sua richiesta - potrò fornirLe ed ampliarLe sempre più, Le sintetizzo in questo scritto le “verità” “irrinunciabili” e “ineludibili” che - con sincera umiltà e rispetto - Le supplico “per l’ultima volta” di far ripristinare nella Basilica Lauretana, memori di quel severo avvertimento di Gesù, cui Ella stessa con zelo fà riferimento nel Suo insegnamento pastorale: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt.5,37).

            EssendoLe molto grato dei Suoi opportuni insegnamenti al riguardo, circa l’avvertenza di “difendersi” dall’opera del Maligno nella Chiesa, mi richiamo perciò - in questo mio “ultimo appello” che qui Le presento - a quanto ho già scritto all’ex-Arcivescovo di Loreto, Mons. Angelo Comastri, e a quanto ho già scritto anche a Sua Santità il Sommo Pontefice Benedetto XVI e, ancora, nel mio libro “La veridicità storia della miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” e agli altri testi e documentazioni fattili pervenire e che già Lei conosce.

            Essendo la Santa Casa di Loreto e la sua “straordinaria storia” un bene inestimabile per tutta la Chiesa e per tutta l’Umanità, di cui ognuno di noi cristiani è in qualche modo “responsabile”, memore anche delle parole di San Paolo - rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio” (2^Cor.4,2), in obbedienza alla mia coscienza e alle norme del Codice di Diritto Canonico (cfr. can.1391), in particolare del can.212 (§.3) - che dichiara: “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...” -, nell’odierna Udienza concessami, di cui Le sono profondamente grato, Le chiedo di nuovo, con umile franchezza e fermezza, per il bene delle anime redente dal Sangue di Cristo e ad onore e gloria della Santa Chiesa, di:

 

Ecc.za stim.ma,

mi permetta ancora un richiamo alle Parole Divine di San Paolo: “Noi non siamo come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo” (2^Cor.2,17), poiché “non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Ebr.4,13). Comprende, perciò, “il perché” a me sia impossibile “tacere” o “nascondere” “la verità”, conoscendola.

            Come ci si potrà giustificare, infatti, davanti a Gesù e a Maria - nel giorno del nostro giudizio - se si continuerà (come avvenuto per tanti anni) ad ingannare l’intera Chiesa e tutti i pellegrini che vengono nella Basilica Lauretana, e nel continuare a farlo ancora, "coscientemente"?...

            Poiché in realtà nessun altro lo fa, può comprendere, Ecc.za amatissima, “il perché” mi sia anche coercitivo - di fronte alla mia “coscienza”, per non peccare di “omissione” o di “falsità” - il rendere sempre più chiara presso l’opinione pubblica non solo “la verità” delle “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, così come le ha sempre insegnate la Santa Chiesa e risulta dalla “vera” storiografia, ma mi è anche obbligante il far conoscere le “falsificazioni” avvenute, da me tante volte “denunciate”, utilizzando per tale scopo l’umile ma potente mezzo mondiale di Internet (con il mio Sito www.lavocecattolica.it), non avendo - nell’assoluta povertà dei mezzi a mia disposizione - nient’altro con cui riuscire a poter far arrivare la mia povera “voce”, che cerco di alzare per far conoscere “l’autentica verità” sulla “storia” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e per richiedere di farla “ripristinare”, “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso” (Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla “miracolosa traslazione”).

            Poiché il Sommo Pontefice San Felice III, già nel V secolo, insegnava e ammoniva che NON DIFENDERE LA VERITA' VUOL DIRE SOPPRIMERLA e che NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO, Le sarò profondamente grato se vorrà dare seguito alle mie richieste, secondo i modi sopra indicati.

            Professandomi quale “umile figlio della Chiesa” ed anche Suo umile figlio, resto sempre disponibile per ogni ulteriore chiarimento e collaborazione, secondo come riterrà opportuno propormi ed indicarmi.

            Le chiedo, a tale scopo, anche la Sua paterna Benedizione, assicurandoLa del mio quotidiano ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Lauretana, per Lei e per tutti gli operatori (sacerdoti e laici) del Santuario Lauretano, certo del contraccambio anche da parte Sua.

            In fede.

 

 

 

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

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