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Giovanni Paolo II, Messaggio per
la XXVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali Televisione e
famiglia: criteri per sane abitudini nel vedere, del 24-1-1994, in L’Osservatore
Romano, 24/25-1-1994. Traduzione dall’originale in inglese e titolo
redazionali. Gli effetti
negativi della televisione e la responsabilità dei genitori nella formazione
nei figli di sane abitudini nel vedere La televisione può [...] danneggiare
la vita familiare: diffondendo valori e modelli di comportamento degradanti;
mandando in onda pornografia e immagini di brutale violenza; inculcando il
relativismo morale e lo scetticismo religioso; diffondendo resoconti distorti
e manipolatori sui fatti di cronaca e sui problemi di attualità; trasmettendo
pubblicità profittatrice, che fa appello ai più bassi istinti; ed esaltando
false visioni della vita, che ostacolano la realizzazione del reciproco
rispetto, della giustizia e della pace. La televisione può ancora avere
effetti negativi sulla famiglia anche quando i programmi televisivi non sono
di per sé moralmente criticabili. Essa può isolare i membri della famiglia
nei loro mondi privati, tagliandoli fuori dalle autentiche relazioni interpersonali;
può anche dividere la famiglia, rendendo estranei i genitori ai figli e i
figli ai genitori. Quindi, oltre a essere
spettatori in grado di discernere per sé stessi, i genitori devono
contribuire attivamente a formare nei propri figli abitudini nel vedere la
televisione che portino a un sano sviluppo umano, morale e religioso. I
genitori devono anticipatamente informarsi sul contenuto dei programmi e fare
su questa base una scelta consapevole per il bene della famiglia se guardare
o non guardare. [...] Formare le abitudini dei figli a
volte può semplicemente voler dire spegnere il televisore perché vi sono cose
migliori da fare, o perché la considerazione verso altri membri della
famiglia lo richiede o perché la visione indiscriminata della televisione può
essere dannosa. I genitori che si servono abitualmente e a lungo della
televisione come di una specie di baby-sitter elettronica, abdicano al
loro ruolo di primari educatori dei propri figli. Tale dipendenza dalla
televisione può privare i membri della famiglia di occasioni per interagire
l’uno con l’altro attraverso la conversazione, attività svolte assieme e la
preghiera comune. I genitori saggi sono inoltre consapevoli del fatto che
anche i buoni programmi devono essere integrati da altre fonti di
informazione, intrattenimento, educazione e cultura. Giovanni Paolo II |
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