LETTERA A MONS. GIOVANNI TONUCCI
(Vescovo di Loreto)
PER UNA NUOVA DISSACRAZIONE LAURETANA
Ecc.za Rev.ma Mons. GIOVANNI TONUCCI
Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO
Piazza della Madonna, 1 – 60125 LORETO (Ancona) – Fax 071.9747216
e, per conoscenza:
A Sua Santità Benedetto XVI
Piazza del Seminario, 4 39042 BRESSANONE (Bolzano)
Alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Piazza Pio XII, 10 – 00193 ROMA – Fax 06.69883499
Firenze, 2 agosto 2008
Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola
OGGETTO: Richiesta urgente di Udienza sulla “questione lauretana”.
Ecc.za Rev.ma,
in data 29 aprile 2008 Lei ricevette in Udienza, accompagnato dal sottoscritto, il Prof. Giorgio Nicolini, il quale, nel donarLe il suo libro La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, ebbe anche occasione di esporLe ed offrirLe una ben circostanziata ed ampia documentazione sulla “questione lauretana”, illustrativa appunto della veridicità storica delle Miracolose traslazioni che interessarono a suo tempo la Santa Casa di Nazareth: la prima in Dalmazia, poi ad Ancona, e infine – in tre successive riprese – nei pressi dell’area ove ancor oggi si trova, e intorno alla quale sorse poi l’attuale Loreto: una questione dunque, quella illustrataLe, che oggi ovviamente investe in primis la Sua responsabilità di sorveglianza ed indirizzo, quale nuovo Vescovo di Loreto e rappresentante del Santo Padre, presso la Basilica Pontificia della Santa Casa.
Nella stessa occasione il Prof. Nicolini ebbe anche a presentarLe denuncia formale per il delitto di falso, a norma del Can.1391 del Codice di Diritto Canonico, riguardo sia ad alcune opere del Padre Giuseppe Santarelli, attuale Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, e sia ad altri scritti di orientamento analogo a quello assunto negli ultimi decenni dai responsabili della Basilica Lauretana, e da costoro manifestamente influenzati: l’Arch. Nanni Monelli, ad esempio, e anche alcuni religiosi cappuccini della stessa Custodia Lauretana, come i PP. Marcello Montanari, Floriano Grimaldi e Franco Nardi.
Più precisamente, con la denuncia consegnataLe, il Prof. Nicolini, in piena aderenza al plurisecolare insegnamento ed approvazione del Magistero Pontificio, riguardo all’autenticità della “Santa Casa di Nazareth” come anche alla verità delle “Miracolose traslazioni” per “il ministero angelico”, di cui fu oggetto tra il 1291 e il 1296, osservava e chiedeva:
Essendo la Santa Casa di Loreto e la sua “straordinaria storia” un bene inestimabile per tutta la Chiesa e per tutta l’Umanità, di cui ognuno di noi cristiani non può non sentirsi “responsabile”, (…omissis…), nell’odierna Udienza concessami, Le chiedo, con umile franchezza e fermezza, per il bene delle anime redente dal Sangue di Cristo e ad onore e gloria della Santa Chiesa, di avviare le procedure canoniche e operative sopra indicate, a riguardo del “delitto di falso”, per:
BANDIRE per sempre dalla Basilica Lauretana le “false” “ipotesi” di un trasporto umano delle “semplici” “pietre” della Santa Casa di Nazareth, facendo togliere o correggendo le relative pubblicazioni e “falsificazioni” in esse presenti che lo propongono, e che hanno “ingannato” e continuano ad “ingannare” milioni di pellegrini e l’intera Chiesa.
RIPROPORRE solennemente l’insegnamento del Magistero Ordinario della Chiesa, che si è pronunciata al riguardo da sette secoli, “approvando” in un modo ininterrotto e inequivocabile, con centinaia di scritti e Bolle Papali “ufficiali” e “solenni”, “la verità” delle “traslazioni miracolose” della Santa Casa.
FAR CONOSCERE gli scritti e le documentazioni “autentiche”, sia delle “approvazioni pontificie”, come degli studi storici, archeologici e scientifici comprovanti la verità storica delle “miracolose traslazioni”.
CHIARIRE in modo inequivocabile che a Loreto non ci sono solo delle “pietre” “prelevate” dalla Santa Casa di Nazareth, ma che a Loreto vi sono invece proprio le “tre Sante Pareti” “integre”, che a Nazareth costituivano la “Camera di Maria”, addossata davanti ad una grotta, ove la Vergine Santissima ricevette l’annuncio angelico e ove avvenne l’Incarnazione nel suo seno del Figlio di Dio.
CELEBRARE il 10 dicembre di ogni anno “la Liturgia della Miracolosa Traslazione”, così come l’ha voluta la Santa Chiesa e in sincera obbedienza ad essa, senza più “equivoci” riguardo alla “miracolosità” di questa opera divina e cessando, perciò, di confonderla e di farla confondere con le “false ipotesi” di un trasporto umano delle “semplici” “pietre” della Santa Casa di Nazareth, che negano la “reale presenza” a Loreto della autentica “reliquia” nazaretana della Santa Casa.
Pochi minuti dopo l’Udienza del 29 aprile ricordata all’inizio, Lei stesso, incontrando di nuovo il Prof. Nicolini in Basilica assieme al sottoscritto, gli chiese la traduzione italiana della solenne dedicazione consacratoria pontificia della Basilica, con l’intento di apporla con pannello illuminato accanto alla scritta latina, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est), dove – oggi pressoché illeggibile a causa dell’oscurità e della consunzione - quella dedicazione per ordine di Papa Clemente VIII fu scolpita nel marmo in caratteri – ovviamente! – latini, e che tradotta suona così:
Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle Grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie dell’eternità.
Il Prof. Nicolini ben volentieri e prontamente esaudì la Sua richiesta, consegnandoLe la traduzione suddetta già il successivo 3 maggio, restando poi ovviamente nella fiduciosa attesa che Lei disponesse quanto prima, e comunque in tempi assai brevi, per l’apposizione bene in vista del pannello anzidetto.
Al contrario di quanto si attendeva, il Prof. Nicolini alla fine di giugno dovette constatare – indovinabili lo stupore e l’amarezza! – non solo che nulla era stato fatto di quanto da Lei preannunciato, ma che addirittura si era provveduto, invece, ad affiggere sulle pareti dell’ampio corridoio laterale di entrata ed uscita dalla Basilica, alcuni grandi pannelli, il primo dei quali, chiave di lettura dell’intero contesto pittorico, descrive l’impostura del trasporto umano di sole “pietre” della Santa Casa, negando così - in forma ufficiale e definitiva - sia l’autenticità della Santa Casa di Nazareth nella sua integrità e sia la miracolosità delle sue traslazioni: e ciò in dissacrante contrasto con la consacrazione pontificia presente all’interno della Basilica (come se la Chiesa sconfessasse sé stessa!). Tutto al contrario, insomma, di quanto indubitabilmente e uniformemente sempre fu asserito dal plurisecolare magistero pontificio, in ciò suffragato da innumerevoli e incontestabili studi storici, archeologici e scientifici. Nel pannello iniziale e introduttivo di quella mistificante esposizione, in particolare, risulta palesemente falsato persino un pronunciamento del Beato Pio IX, come se egli non avesse riconosciuto “la miracolosità” della traslazione, come invece a chiare lettere fece, sia con la Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, e sia con altri scritti.
A motivo di quanto ora in breve ricordato e osservato, il Prof. Nicolini per mio tramite e in via d’urgenza è a chiederLe una nuova Udienza in cui essere ascoltato, e ciò nella speranza di poter ancora evitare ulteriori e più severi passi per porre fine una volta per sempre al diluvio di menzogne ed abusi storici e liturgici, che ormai da un trentennio a questa parte sono stati perpetrati e resi pubblici dai responsabili della Basilica Lauretana, col risultato di aver già disaffezionato un incalcolabile numero di fedeli dal riguardo dovuto alla reliquia unica e “prima”, in ogni senso, della nostra Religione e della cui importanza, Lei Ecc.za, di certo non ha bisogno di venir edotto.
Il Prof. Nicolini m’incarica altresì di esprimerLe il suo sofferto rammarico riguardo a questa nuova, gravissima dissacrazione operata dai responsabili della Basilica Lauretana, che mentre di per sé già comunque si pone come atto di evidente e grave disobbedienza al Magistero Ordinario della Chiesa, e perciò di vera offesa a Dio, altrettanto indubitabilmente contribuirà anche ad allontanare un numero vieppiù crescente di fedeli e pellegrini da Loreto, come già da tempo va annunciando l’incisiva flessione delle presenze negli ultimi anni, con ogni negativa conseguenza sia spirituale che materiale.
Tutto questo Le scrivo, Ecc.za Rev.ma, perché il Prof. Nicolini resta ancor fiducioso, nonostante tutto, che Lei vorrà comprendere la gravità della “questione lauretana”, e far debito uso dell’autorità che tramite il Suo Vicario in terra Dio Le ha conferito, per porre finalmente termine all’apostasia in atto, e addirittura in recrudescenza, come i nuovi pannelli illustrativi di cui sopra ben mostrano.
Il Prof. Nicolini d’altra parte rimane come sempre ben disponibile ad offrire ogni miglior competenza e collaborazione, di studioso e fedele, per il ripristino dell’intera verità su Loreto con ogni possibile, legittimo mezzo.
Un saluto ben cordiale.
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo
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