UNA NUOVA ORA DI RELIGIONE
Gent.mo Sig.
Ministro della Pubblica Istruzione TULLIO DE MAURO - ROMA
e, per conoscenza:
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA - ROMA
Ancona, 1° settembre 2000
Gent.le Sig. MINISTRO,
mi permetto di inviarLe – mediante “Posta Elettronica” e come “Lettera aperta” - il testo di un articolo da me composto e consegnato a un responsabile del quotidiano “CORRIERE ADRIATICO” di Ancona, ma ancora non pubblicato, credo per motivi di spazio.
L’articolo riguarda, come leggerà, “L’AUSPICIO DI UNA NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”, cogliendo l’occasione della beatificazione del Papa Pio IX.
Le idee che sono esposte in quell’articolo sono maturate in me in questi ultimi anni, durante i quali ho insegnato “RELIGIONE CATTOLICA” nelle Scuole Medie Superiori. Tuttavia le potrei far risalire al periodo della mia adolescenza, quando frequentavo l’ISTITUTO MAGISTRALE di Ancona, ove conseguii la maturità. In tale Istituto erano state sempre previste due ore di “Religione” settimanali, per il motivo di dover preparare i futuri maestri che avrebbero dovuto a loro volta insegnare “Religione” nelle Scuole Elementari.
Grazie a questa esperienza avuta durante la mia adolescenza nel frequentare l’ISTITUTO MAGISTRALE, ho potuto con più facilità rendermi conto della grande “differenza” che sussiste tra lo svolgere due ore settimanali di “Religione” e lo svolgere un’ora sola settimanale di “Religione”, come avviene in tutte le altre scuole.
Avendo conseguito il “Bacellierato” in Sacra Teologia, presso la “Pontificia Università Lateranense”, ho, infatti, potuto dedicarmi per circa dieci anni all’insegnamento della “Religione Cattolica” nelle Scuole Superiori (dopo che nella mia adolescenza-giovinezza e in anni più recenti mi ero dedicato ad attività giornalistiche e ad altre attività nel campo dell’utilizzo dei mass-media). Ho così potuto sperimentare come per ottenere un produttivo utilizzo delle mie energie fisiche e spirituali nell’opera didattica di un numero ingente di alunni ed alunne ho sempre dovuto rifiutare nomine superiori alle 10 ore settimanali, giostrandomi sempre (a seconda della disponibilità delle ore) tra le 6 ore e le 10 ore per nomina annuale. Ciò ha comportato, come ben comprenderà, un sacrificio sulla corresponsione dello stipendio. Ciò tuttavia – per me – è stato abbondantemente ripagato dalla gratificazione ricevuta attraverso una risposta molto elevata nella attiva partecipazione di alunni e alunne alle lezioni svolte, seppure molto condizionate dalla enorme ristrettezza del tempo a disposizione.
Posso citare, in proposito, l’esperienza avuta di una corale partecipazione a Concorsi Scolastici, indetti dal “Movimento per la Vita”, che hanno permesso, in due anni, di rendere possibile la vincita – nell’Istituto Tecnico Femminile nel quale insegnavo – di un “viaggio-premio” di quattro giorni al Parlamento Europeo di Strasburgo: di 6 alunne in un anno (da me personalmente accompagnate), e di altre 8/10 nell’anno successivo (di cui, però, poté partire una sola).
I temi trattati in quei due Concorsi Scolastici riguardavano “LA MERAVIGLIA DELLA VITA UMANA” e “LA FAMIGLIA GIUSTA”. Data la ricchezza sorprendente di quei lavori di tutte le mie classi decisi di raccoglierli in due grossi volumi fotocopiati, che ancora conservo, e che ancor ora costituiscono anche per me come una “fonte” limpida e sempre rigeneratrice di giovanile entusiasmo, di acute trattazioni, rivelanti una ricchezza interiore inaspettata.
Da tutto quanto sopra espostole della mia esperienza di studente e di professore, signor Ministro, è nato l’articolo che Le allego e che offro alla Sua riflessione.
Con viva cordialità.
Prof. GIORGIO NICOLINI – Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA
Posta Elettronica:: giorgio.nicolini@telemaria.it
UNA NUOVA INTESA”
TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA
RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE
Nella società multietnica e multiculturale che, nel Terzo Millennio Cristiano, in Italia si va sempre più delineando ritengo che lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, di comune intesa e nel rispetto dei rispettivi ambiti, possano svolgere un ruolo fondamentale per aggregare le diverse componenti della società e convogliarle verso una proficua collaborazione volta alla realizzazione del bene comune e ad un sempre maggiore reciproco arricchimento culturale, che permetta il raggiungimento di un vero progresso sia nei settori della cultura, come in quello dell’inserimento nel mondo del lavoro, come anche nei campi della politica familiare, dell’istruzione, della sanità e, quindi, per il raggiungimento di un “vero” benessere sociale, sia materiale che spirituale.
E’ indubbio che in tale prospettiva il ruolo della Scuola sia fondamentale e persino determinante, essendo essa come “la cerniera” che collega “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano con il suo progressivo inserimento sociale, contribuendo in maniera determinante alla maturazione, allo sviluppo e alla valorizzazione - del bambino prima e del giovane poi - delle enormi potenzialità (fisiche, psichiche e spirituali) del futuro “protagonista” della vita sociale.
In tale prospettiva è perciò quanto mai auspicabile una feconda intesa tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che in Italia ha la sua Sede e alla quale sono volti gli occhi di tanti uomini di ogni parte del mondo, affinché la reciproca collaborazione, rispettosa dei rispettivi ambiti, possa contribuire al vero progresso materiale e spirituale dei suoi cittadini, e costituisca esempio e stimolo per ogni altra Nazione della terra.
Penso, pertanto, che all’alba del Nuovo Millennio Cristiano che sta per iniziare, sia quanto mai urgente e necessaria “una Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica che ne valorizzi i rispettivi ruoli e, fedeli al motto “libera Chiesa in libero Stato”, concorra alla realizzazione del possibile maggiore bene comune.
Essendo la Scuola, come detto sopra, come “la cerniera” tra “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano e il suo progressivo e definitivo “inserimento” nella vita sociale adulta, mi sembrerebbe quanto mai necessario che il primo “punto d’incontro” e di “feconda collaborazione” parta proprio da quella che è, forse, nella Scuola, “l’ora” maggiormente aperta al dialogo e all’arricchimento culturale reciproco, cioè “l’Ora di Religione”.
Avendo personalmente una lunga e vasta esperienza di insegnamento dell’Ora di Religione Cattolica nelle Scuole Superiori, ho colto spesso il bisogno di un tempo più esteso a tale materia per far maturare più fruttuosamente l’arricchimento culturale che essa può offrire agli alunni “avvalentesi” e offrire “opportunità” anche a quelli “non avvalentesi”.
Così, nella circostanza della beatificazione del Papa Pio IX (3 settembre 2000, n.d.r.), che rievoca tanti eventi risorgimentali e che, nato a Senigallia, è tutto “marchigiano”, e persino “anconitano” come “ascendenza” - discendendo egli dai Conti Ferretti di Ancona, la cui maggiore gloria è costituita dalla figura quasi sconosciuta eppure luminosissima del francescano Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona (con San Ciriaco), e il cui corpo incorrotto è esposto alla venerazione presso la Chiesa di San Giovanni Battista a Capodimonte – ho pensato di proporre al quotidiano “Corriere Adriatico” di Ancona – che gentilmente ospita questo scritto – “l’idea” di una “Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che permetta il definitivo superamento di ogni antico conflitto e costituisca “apertura” di “orizzonti nuovi” per l’inizio del Terzo Millennio Cristiano ormai imminente.
La Scuola è il vitale “punto d’incontro” di tale prospettiva e una nuova disciplina dell’Ora di Religione sarebbe come “la cellula primordiale”, feconda di sviluppi nuovi e inattesi.
In concreto, come Professore di Religione Cattolica, suggerirei di “riformare” l’“Ora di Religione Cattolica” in “due ore” di “Religione” (“generica” la prima, gestita e programmata autonomamente dallo Stato, e “cattolica” la seconda, gestita e programmata autonomamente dalla Chiesa Cattolica, in accordo consensuale con lo Stato).
Gli insegnanti potrebbero essere due, oppure potrebbe essere “unico”, nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano e “assunto” dallo Stato – “in ruolo” – come insegnante di entrambe le discipline: “RELIGIONE” (comprendente l’illustrazione culturale di tutte le confessioni religiose, sia quelle cristiane - compresa la Religione Cattolica - sia quelle non cristiane e ove possono essere collocati i “non avvalentesi” o quanti professano altre confessioni cristiane e non cristiane) e “RELIGIONE CATTOLICA” (“facoltativa”, illustrante la “Religione Cattolica” e il ruolo della Chiesa Cattolica nella storia d’Italia e del mondo e nel confronto con tutte le altre religioni; essa resterebbe sempre aperta a tutti - credenti e non credenti, cristiani e non cristiani -, ma resterebbe specificamente confessionale, gestita, programmata e persino finanziata dalla Chiesa Cattolica, attraverso il reperimento dei fondi tratti dall’Otto per Mille che, per questo nuovo scopo, potrebbe essere aumentato al Dieci per Mille, cioè all’Uno per Cento).
Le ore di insegnamento settimanale potrebbero essere 16 (sedici), così equamente suddivise: 8 ore per l’insegnamento della “Religione” a nome dello Stato, e 8 ore di insegnamento della “Religione Cattolica” a nome della stessa Chiesa Cattolica, che dando la nomina allo specifico insegnante conserva il diritto di ritirarla, qualora gravi e giustificati motivi (come “mancanze” nell’ortodossia e nella moralità, e “non correggibili”) lo giustifichino. Ciò “non annullerebbe” “il ruolo” dell’insegnante nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano. L’insegnante, infatti, continuerebbe ugualmente ad insegnare “RELIGIONE”, cioè quella “generica” insegnata a nome dello Stato, senza potere però più insegnare l’ora confessionale di “RELIGIONE CATTOLICA”, rimpiazzato eventualmente e provvisoriamente da una nuova nomina da parte del Vescovo con un insegnante a “part-time” (8 ore), non di ruolo. L’insegnante precedente, cui fosse stata ritirata la nomina da parte del Vescovo ad insegnare la Religione Cattolica, potrebbe completare le ore del “ruolo” acquisito inizialmente con la “nomina congiunta Chiesa-Stato”, con l’impiego in altre 8 ore di altre materie (ad es.: un Laureato in Lettere, potrebbe essere impiegato in 8 ore di “RELIGIONE”, quella a nome dello Stato, e in 8 ore di insegnamento di “LETTERE”).
Una tale ipotesi renderebbe ovviamente necessaria “la revisione” anche delle ore di insegnamento “in ruolo” di tutte le altre materie, che potrebbero essere abbassate a 16 (sedici) ore per tutte le materie. Ciò è in realtà una esigenza molto sentita nel mondo della Scuola, risultando le attuali 18 ore settimanali eccessivamente onerose per la mole di impegni che esse comportano. E le attuali 18 ore settimanali dell’Ora di Religione è, ancor più, un carico davvero enorme, corrispondendo esse (unica materia) alla gestione di 18 distinte classi, con oneri ed impegni che, me lo si conceda di dirlo francamente, talvolta è davvero… disumano.
Credo che le idee sopra riportate, adeguatamente approfondite e migliorate, possano costituire “un punto di partenza” davvero utile e forse persino determinante per il risolvimento di tanti “nodi” - sia nella gestione dell’Ora di Religione come di tanti altri problemi della Scuola - ed apra un orizzonte più “leggero”, più “aperto”, più “fecondo” per il miglioramento della Scuola, per la migliore educazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e possa così far aprire il Nuovo Millennio con la luminosità e la freschezza di quello che chiamerei “il sorriso dei bambini”, “il sorriso degli adolescenti”, “il sorriso dei giovani”: speranza di vita per la Nuova Umanità.
Ancona, 1° settembre 2000
Prof. GIORGIO NICOLINI
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