RIFLESSIONI BIBLICHE
(Matteo cap. 18)
[6]Chi invece
scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe
meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e
fosse gettato negli abissi del mare. [7]Guai al mondo per gli scandali! E'
inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale
avviene lo scandalo!
[8]Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e
gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che
avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. [9]E se il
tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio
per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere
gettato nella Geenna del fuoco.
[10]Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico
che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei
cieli. [11]E' venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era
perduto].
(Siracide cap. 41)
[8]Guai a voi, uomini empi, che avete abbandonato la legge di Dio altissimo!
(Isaia cap. 1)
[2]Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. [3]Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende». [4]Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; [5]perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa è tutta malata, tutto il cuore langue. [6]Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. [7]Il vostro paese è devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come Sòdoma distrutta. [8]E' rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città assediata. [9]Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, già saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra.
(Isaia cap. 3)
[11]Guai all'empio! Lo colpirà la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede. [12]Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri. [13]Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo. [14]Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo: «Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. [15]Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?». Oracolo del Signore, Signore degli eserciti.
(Isaia cap. 3)
[16]Dice il Signore: «Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, [17]perciò il Signore renderà tignoso il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie». [18]In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, [19]orecchini, braccialetti, veli, [20]bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, [21]anelli, pendenti al naso, [22]vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, [23]specchi, tuniche, cappelli e vestaglie. [24]Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto sacco, invece di bellezza bruciatura.
(Isaia cap. 5)
[8]Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese.
(Isaia cap. 5)
[14]Pertanto gli inferi
dilatano le fauci, spalancano senza misura la bocca. Vi precipitano dentro
la nobiltà e il popolo,
il frastuono e la gioia della città. [15]L'uomo sarà umiliato, il mortale
sarà abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. [16]Sarà esaltato il
Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella
giustizia.
(Isaia cap. 5)
[20]Guai a coloro che
chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la
luce in tenebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro. [21]Guai a coloro che si
credono sapienti e si reputano intelligenti.
[22]Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere
bevande inebrianti, [23]a coloro che assolvono per regali un colpevole e
privano del suo diritto l'innocente. [24]Perciò, come una lingua di fuoco
divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le loro radici
diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come polvere, perché
hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la
parola del Santo di Israele.
(Isaia cap. 10)
[1]Guai a coloro che
fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, [2]per negare
la giustizia ai miseri
e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la
loro preda e per spogliare gli orfani.
[3]Ma che farete nel giorno del castigo, quando da lontano sopraggiungerà la
rovina? A chi ricorrerete per protezione? Dove lascerete la vostra
ricchezza? [4]Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri o cadere tra i
morti.
Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
(Isaia cap. 29)
[15]Guai a quanti
vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a
coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci
conosce?». [16]Quanto siete perversi! Forse che il vasaio è stimato pari
alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un
vaso può dire del vasaio: «Non capisce»?
[17]Certo, ancora un pò e il Libano si cambierà in un frutteto e il
frutteto sarà considerato una selva. [18]Udranno in quel giorno i sordi le
parole di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei
ciechi vedranno. [19]Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più
poveri gioiranno nel Santo di Israele. [20]Perché il tiranno non sarà più,
sparirà il beffardo, saranno eliminati quanti tramano iniquità, [21]quanti
con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un
nulla.
(Isaia cap. 30)
[1]Guai a voi, figli ribelli - oracolo del Signore - che fate progetti da me non suggeriti, vi legate con alleanze che io non ho ispirate così da aggiungere peccato a peccato. [2]Siete partiti per scendere in Egitto senza consultarmi, per mettervi sotto la protezione del faraone e per ripararvi all'ombra dell'Egitto. [3]La protezione del faraone sarà la vostra vergogna e il riparo all'ombra dell'Egitto la vostra confusione.
(Isaia cap. 31)
[1]Guai a quanti
scendono in Egitto per cercar aiuto, e pongono la speranza nei
cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto
potente, senza guardare al Santo di Israele e senza cercare il Signore.
[2]Eppure anch'egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue
parole. Egli si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l'aiuto dei
malfattori. [3]L'Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne
e non spirito.
Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è
aiutato, tutti insieme periranno.
(Isaia cap. 33)
[1]Guai a te, che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato, quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare. [2]Signore, pietà di noi, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell'angoscia. [3]Al rumore della tua minaccia fuggono i popoli, quando ti levi si disperdono le nazioni.
(Geremia cap. 22)
[13]Guai a chi costruisce la casa senza giustizia e il piano di sopra senza equità, che fa lavorare il suo prossimo per nulla, senza dargli la paga,
(Geremia cap. 23)
[1]«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del Signore. [2]Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. [3]Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. [4]Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una». Oracolo del Signore.
(Michea cap. 2)
[1]Guai a coloro che meditano l'iniquità e tramano il male sui loro giacigli; alla luce dell'alba lo compiono, perchè in mano loro è il potere. [2]Sono avidi di campi e li usurpano, di case, e se le prendono. Così opprimono l'uomo e la sua casa, il proprietario e la sua eredità. ... [6]«Non profetizzate!» - «Ma devono profetizzare». «Non profetizzate riguardo a queste cose!» - «Ma non si terrà lontano l'obbrobrio». [7]E' forse già cosa detta, o casa di Giacobbe? E' forse stanca la pazienza del Signore, o questo è il suo modo di agire? Non sono forse benefiche le sue parole per chi cammina con rettitudine? [8]Ma voi come nemici insorgete contro il mio popolo. Da chi è senza mantello esigete una veste, dai passanti tranquilli, un bottino di guerra. [9]Cacciate le donne del mio popolo fuori dalla casa delle loro delizie, e togliete ai loro bambini il mio onore per sempre. [10]Su, andatevene, perchè questo non è più luogo di riposo. Per una inezia esigete un pegno insopportabile. [11]Se uno che insegue il vento e spaccia menzogne dicesse: «Ti profetizzo in virtù del vino e di bevanda inebriante», questo sarebbe un profeta per questo popolo.
(Naum cap. 3)
[1]Guai alla città sanguinaria, piena di menzogne, colma di rapine, che non cessa di depredare!
(Sofonia cap. 3)
[1]Guai alla città
ribelle e contaminata, alla città prepotente! [2]Non ha ascoltato LA
VOCE, non ha accettato la correzione. Non ha confidato nel Signore, non si è
rivolta al suo Dio. [3]I suoi capi in mezzo ad essa sono leoni ruggenti, i
suoi giudici sono lupi della sera, che non hanno rosicchiato dal
mattino. [4]I suoi profeti sono boriosi,
uomini fraudolenti. I suoi sacerdoti profanano le cose sacre, violano la
legge. [5]In mezzo ad essa il Signore è giusto,
non commette iniquità; ogni mattino dá il suo giudizio, come la luce che non
viene mai meno.
(Matteo cap. 11)
[20]Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: [21]«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. [22]Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. [23]E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! [24]Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».
(Proverbi cap. 8)
[1]La Sapienza forse non chiama e la prudenza non fa udir la voce? [2]In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade essa si è posta, [3]presso le porte, all'ingresso della città, sulle soglie degli usci essa esclama: [4]«A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell'uomo è diretta la mia voce. [5]Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. [6]Ascoltate, perché dirò cose elevate, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, [7]perché la mia bocca proclama la verità e abominio per le mie labbra è l'empietà. [8]Tutte le parole della mia bocca sono giuste; niente vi è in esse di fallace o perverso; [9]tutte sono leali per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. [10]Accettate la mia istruzione e non l'argento, la scienza anziché l'oro fino, [11]perché la scienza vale più delle perle e nessuna cosa preziosa l'uguaglia».
(Sapienza cap. 1)
[12]Non provocate la
morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le
opere delle vostre mani, [13]perché Dio non ha creato la morte e non gode
per la rovina dei viventi. [14]Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli
inferi regnano sulla terra, [15]perché la giustizia è immortale.
(Sapienza cap. 1)
[16]Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di appartenerle.
SAPIENZA Capitolo 2
[1]Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. [2]Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati. E' un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore. [3]Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissiperà come aria leggera. [4]Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere. La nostra vita passerà come le tracce di una nube, si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore. [5]La nostra esistenza è il passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte, poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro. [6]Su, godiamoci i beni presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile! [7]Inebriamoci di vino squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera, [8]coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano; [9]nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza... [10]Spadroneggiamo sul giusto povero, non risparmiamo le vedove, nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio. [11]La nostra forza sia regola della giustizia, perché la debolezza risulta inutile... [21]La pensano così, ma si sbagliano; la loro malizia li ha accecati. [22]Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità né credono alla ricompensa delle anime pure. [23]Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. [24]Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo...
(Siracide cap. 15)
[11]Non dire: «Mi son
ribellato per colpa del Signore», perché ciò che egli detesta, non devi
farlo. [12]Non dire: «Egli mi ha sviato», perché egli non ha bisogno di un
peccatore. [13]Il Signore odia ogni abominio, esso non è voluto da chi teme
Dio. [14]Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio
volere. [15]Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà
dal tuo buonvolere. [16]Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove
vuoi stenderai la tua mano. [17]Davanti agli uomini stanno la vita e la
morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
[18]Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede
tutto. [19]I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione
degli uomini. [20]Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e
non ha dato a nessuno il
permesso di peccare.
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
visitatori
dal 23 settembre 2005
ULTIMO AGGIORNAMENTO
giovedì, 13 ottobre 2005 22.21