IL 22 DI OGNI MESE

UN GIORNO di RIPARAZIONE E DI PREGHIERA

IN FAVORE DELLA VITA

 

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv.3,8)                                                                                                           

 

Ancona

Giovedì, 22 settembre 2005

Domenica, 22 settembre 2012

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dal Concepimento "reale" di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 

Carissimo amico e carissima amica, questo Giornale Informatico "LA VOCE" http://www.lavocecattolica.it/lettere%20informative.htm  è un umile mezzo d'informazione e quindi è un semplice strumento di comunicazione sociale, pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene in una società offuscata dalle tenebre del male.

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Cellulare 338.2892353 – Telefono 071.2801766 – 071.83552 - Facsimile 178.4413104 – Conto Corrente Postale 13117056

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TOTUS TUUS EGO SUM

 

VANGELO DEL GIORNO

DAL VANGELO DI LUCA (9,7-9)

 

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E’ apparso Elia», e altri ancora: «E’ risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.

 

UN PELLEGRINAGGIO DI RIPARAZIONE

 

            Il 22 maggio 1978 veniva approvata la Legge 194, avente per titolo le ipocrite parole: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Con tale Legge, si diede avvio di fatto anche in Italia al più orribile genocidio dei bambini “non ancora nati”, uccisi a milioni, a spese dello Stato.

            Ad Osimo, presso Ancona, uno zelante francescano, Padre Alfonso Lucchetti, ha istituito ed organizzato - dal 22 gennaio 1981 - un pellegrinaggio che si è sempre ripetuto il giorno 22 di ogni mese, volto a “riparare” ed “espiare” quel “22” maggio 1978, data della “legalizzazione” dell’uccisione dei “bambini non nati”. Il pellegrinaggio parte dalla Chiesa di San Carlo in Osimo fino al vicino Santuario di Campocavallo, ove si venera una immagine miracolosa della Vergine Addolorata.

            Questo pellegrinaggio viene effettuato il giorno 22 di ogni mese, affinché in tale giorno possa essere offerto a Dio un atto di riparazione per tale crimine contro la vita e la preghiera possa ottenere il perdono di Dio per l’Italia e implorarne la vera vita della Nazione, ottenendo un mutamento della legislazione omicida ancora vigente.

            Il gruppo si dispone dietro al capogruppo, che regge una croce ben visibile, e in silenzio attraversa il paese, sull’esempio della predica muta di San Francesco e dei suoi Frati. Nel Santuario c’è poi la Santa Messa, la Supplica alla Madonna e la venerazione dell’immagine miracolosa dell’Addolorata, un’immagine fiamminga che fu donata al Santuario dal Venerabile Benvenuto Bambozzi e che, nel 1894, fu vista a più riprese muovere gli occhi, e il fenomeno poté essere constatato da diverse persone.

 

 

I DIRITTI DEL PADRE

CALPESTATI DALLA LEGGE SULL’ABORTO

Estratto di una LETTERA INVIATA l’8 settembre 1998 all’ex-Presidente della Repubblica OSCAR LUIGI SCALFARO e rinnovata al suo successore CARLO AZEGLIO CIAMPI, pubblicata per intero all’indirizzo Internet: http://www.lavocecattolica.it/lettera%20a%20Scalfaro.html

 

….. (omissis) …..

 

Può, "oggi", Lei, personalmente, signor Presidente Scalfaro, "attuale garante supremo della Costituzione", onestamente affermare che “l'integrità della Costituzione” è "da Lei" “garantita”, quando una legge (la "legge 194" ) è indubitabilmente "anti-costituzionalmente" e perciò "illegalmente" in vigore?

Come non denunciare tale sopruso giuridico ai danni della "Costituzione"? e "la perversità" di "questa" "legge" (la "194") che "viola" la Costituzione? in quanto "tale" legge "illegale" lede il principio "inviolabile" del "rispetto della vita altrui", consentendo e finanziando l'uccisione di "esseri umani" innocenti! di "cittadini" innocenti! prima ancora che essi nascano! "minando" così "alla radice" la "convivenza umana" come anche la sopravvivenza delle generazioni presenti e future, dopo aver soppresso "già" quelle passate.

 

Leggi all’indirizzo Internet:

http://www.lavocecattolica.it/Avvenire18settembre2005.htm

 

….. (omissis) …..

 

E anche "i diritti" dei "cittadini" "lesi" da una legge ingiusta e "anti-costituzionale" come possono essere "ripristinati"? Anche a un qualunque semplice cittadino, infatti, che si senta leso nei suoi diritti personali "inviolabili", dovrebbe essere reso possibile di poter fare "ricorso" contro la legge o le leggi che, entrate in vigore "erroneamente" o "illegalmente", lo ledono ingiustamente e gravemente.

E nel caso della "legge 194", essa viola patentemente e in modo "abominevole" il diritto sacrosanto ed inviolabile alla vita dei "bambini" e "cittadini" non ancora nati. Essi avrebbero tutto il diritto di poter avere modo di "fare ricorso contro la legge che permette ingiustamente la loro uccisione", ma essendo ancora impossibilitati a farlo, qualunque altro loro "concittadino adulto" dovrebbe essere possibilitato a farlo in loro nome, per "andare" "in loro difesa".

Non è “un diritto” di “tutti” la “legittima difesa”? E non è “un diritto” di “tutti” - oltre che “un dovere” - la “legittima difesa” di “chi” “non si può ancora difendere”?

Invece la "legge 194" persino al "padre" del "concepito" "iniquamente" "nega" "il diritto" di "difendere" quello che “è” "anche" il "suo" "figlio"'... E se ne "disconosce" "arbitrariamente" e "iniquamente" persino la "paternità" stessa!... Forse che "il concepito" non lo è, un "suo" "figlio"? Si viene forse all'esistenza solo attraverso "la madre"? E se "il concepito" ha anche ovviamente "un padre", e ne è "figlio", perché il "padre" "non può" - come sarebbe nel suo sacrosanto "dovere" e "diritto" - "difendere" il "suo" "figlio"?

Anche dall'“aggressione” della "madre stessa" (volontaria o involontaria, o "incosciente" o "costretta") egli, "il padre", ha "il dovere" e "il diritto" di "difendere" "la vita del figlio"!

Se ciò è dunque iniquamente impedito da una "legge" "iniqua", allora, stando così le cose, a "CHI" "spetta" "intervenire" e "provvedere"? a "CHI" "spetta" "difendere" da "un'ingiusta e omicida aggressione"? a "CHI" "spetta" "ripristinare" "i diritti del padre" e "i diritti del figlio"?

Non è "ognuno" di noi "responsabile" a riguardo anche degli altri, tanto più se si è "preposti" alla "tutela" dei loro "diritti" da "un sommo mandato" ricevuto proprio a tale scopo?

 

….. (omissis) …..

Tutto il testo della Lettera può essere letto all’indirizzo Internet:

http://www.lavocecattolica.it/lettera%20a%20Scalfaro.html

 

 

 

LA TESTIMONIANZA DI GIULIANO

Cell. 348.3803291

http://www.lavocecattolica.it/Testimonianza.htm

 

Circa il problema della negazione dei diritti del padre a riguardo del “suo” figlio ci è pervenuta una toccante testimonianza, della quale l’autore ha chiesto espressamente di renderla pubblica, per testimoniare la sofferenza vissuta e rendersi disponibile per essere di aiuto ad altri che si venissero a trovare nella sua stessa situazione. Per leggere questa testimonianza bisogna collegarsi all’indirizzo Internet:  http://www.lavocecattolica.it/Testimonianza.htm

 

Per scrivere a Giuliano

Posta Elettronica: giuliano.demedici@infinito.it

 

  

LA TESTIMONIANZA DI GIULIANO

 

“In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt.17,20)… “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe” (Lc.17,6).

 

    Io non lo so quanto è grande questa benedetta senapa, ma so che per una settimana, una settimana intera, io ho pregato con tutta la fede che avevo nel cuore. Dio, che legge nei cuori, ha sicuramente visto che ce l’avevo messa tutta, la fede che avevo. Pregavo incessantemente, giorno e notte.

      E’ successo quando si andavano definendo i dettagli del piano volto ad uccidere mio figlio. Avevo fiducia in Dio: avevo messo il mio piccolo nelle Sue mani, e questo pensiero era l’unico che mi donava un po’ di serenità e che riusciva a farmi fare qualche ora di sonno, in quell’orribile periodo.

       Tutto quello che mi stava accadendo, intorno, non mi sembrava reale, e forse per questo non sapevo cosa fare: ero attore di un film di paura, senza averne mai letto la sceneggiatura. Volevo essere almeno attore protagonista, ma di fatto non lo ero. Così mi sono messo a pregare: mi è sembrata la cosa più ovvia da fare, ed insieme la più utile.

       Mio figlio oggi avrebbe due anni e cinque mesi. Invece è morto tre anni fa, mentre io pregavo. E questa è la cosa che più non mi spiego, che mi ha fatto – per la prima volta – dubitare della veridicità del Vangelo. Ma che mi ha sbattuto in faccia la bruttezza di Satana e l’importanza dell’insegnare Amore alle persone, in questo mondo dove ce n’è così poco.

       Metto un po’ di ordine. Partendo dal giorno più bello della mia vita: quello in cui mi sono innamorato.

    E’ esperienza di tutti la ricerca dell’anima gemella, con la quale si sogna di condividere una meravigliosa vita coniugale. Io credo che arrivi un momento in cui in testa si senta suonare come una campanella, che dice: “Fermati, non cercare più: è quella giusta!”. Io questa campanella l’ho sentita: era una ragazza bellissima, che aveva negli occhi – quando cantava, quando danzava e quando pregava – una luce abbagliante, proprio la luce di Mt.5,16 ( “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”).

    Fortunatamente, la campanella era suonata anche per lei, ed in questi casi si dice: “Più felici di così non si potrebbe essere…”. E invece, il Signore ci ha smentiti, regalandoci dopo qualche mese la gioia immensa di un’attesa incredibile. Infatti, all’inizio non ci credevamo. Ma dopo qualche giorno per “riprenderci” dalla notizia, abbiamo iniziato a progettare insieme a Cristo le fondamenta della famiglia più felice del mondo e – dopo un altro po’ – abbiamo deciso di fare partecipi della nostra gioia le persone a noi più vicine, prima fra tutti la mamma della mia fidanzata.

    La faccia che ha fatto quella donna quel giorno io non me la dimenticherò finché vivrò. Ha iniziato a dire cose, come a chiamare mio figlio “guaio”, “scuorno” (in napoletano, “vergogna”). Ha continuato piangendo, dicendo che quando suo marito l’avrebbe saputo sarebbe morto dal dolore. Io assistevo a quel dramma che non capivo e che sentivo lontanissimo da me: “Signora, non si chiama “guaio”, si chiama “Riccardino” (gli avevamo già dato un nome…)”. Ma non c’era verso. Dentro di me cercavo delle giustificazioni: "In effetti – pensavo – è una notizia che deve essere metabolizzata un po’. Ma in verità – mi chiedevo poi – come si fa a dire che una nuova vita provoca dolore???".

    Dopo un paio di giorni sono stato convocato. Mi presento, e trovo una signora che ha la stessa faccia triste di quando l’aveva lasciata (credo che se le avessimo detto che sua figlia aveva un brutto male e sei mesi di vita, al posto di un magnifico bambino nel pancino, sarebbe stata più contenta…), ma molto più fredda. Con quell’espressione glaciale, mi insegna che “i bambini non generati intenzionalmente non sono mandati da Dio” e che “se si ama una persona si rispettano le sue scelte”, e subito dopo mi impone di non parlare con la ragazza che amavo, perché avrei potuto influenzare le sue decisioni. “Ma che cosa c’è da decidere? – pensavo ancora ingenuamente io – E perché la nonna del mio bambino parla così male del suo nipotino?”…

   Vedete… adesso Giuliano è una persona un poco particolare: ha 30 anni, e da quando era piccolo è sempre stato innamorato della Giustizia e della Verità. E’ forse per questo che gli è sempre piaciuta tanto la Parola di Gesù. E’ sicuramente per questo che non ha mai potuto digerire le prevaricazioni e le menzogne. E non ha mai compreso il senso di cose fatte senza una logica, una motivazione, un progetto. Perché lui invece ha sempre cercato di costruirsela, la vita, cercando di realizzare in maniera progettuale il disegno che leggeva tracciato sul suo cuore da mani sapienti.

    Trovarmi in mezzo a discorsi per me assurdi in ogni loro sfumatura mi ha fatto davvero uscire un po’ di senno. Mio figlio è morto, e io non ho mai capito il motivo. Perché non è stato per un incidente. Perché non era ammalato. Aveva una mamma bellissima, che da quando era piccola ha sempre avuto negli occhi proprio la luce di Cristo a 10.000 watt.

    Mi hanno spiegato che in Italia c’è una legge che autorizza le mamme ad uccidere i loro bambini, senza che il loro papà possa dire cosa ne pensa. Tante volte me l'hanno spiegata, ma proprio non capisco: deve essere per il fatto che non rientra nei miei concetti di Giustizia.

    Nel frattempo, intanto, dopo quell'incontro, la luce negli occhi della mamma più bella del mondo si andava gradualmente spegnendo sotto quei pesanti condizionamenti. Io quasi subito non ho rispettato l’ordine ricevuto, ed ho cercato di parlarle. Prima con l’Amore, poi con le lacrime, alla fine anche con la rabbia derivante dalla disperazione.

    Ma - pensandoci, dopo - non mi ricordo di aver usato parole particolarmente belle, perché dentro stavo impazzendo dal dolore, e perché mi sembrava assurda proprio la situazione, il dover motivare - a chi fino a ieri era stata al tuo fianco soldatina di Cristo - il fatto che i bambini si amano, e non si uccidono.

    E' iniziato così uno straziante stillicidio, fatto di lacrime e... lacrime. Ci si sono messe pure un paio di “amiche” dell’università: “Ma che fai?... ci stai pure a pensare?!...”. E io non capivo come fosse possibile che tante persone che non c’entravano niente si sentissero in diritto di fare del male a mio figlio, e l’unico veramente in diritto di poter parlare venisse considerato “nessuno”. Anzi, “privo di ogni sensibilità”. Mi sentivo solo, contro tutti. Si è chiusa in casa, non rispondeva più al telefono. Come fosse appestata. A stento riuscivo a vederla mezz’ora al giorno, ma il problema grosso era che le altre 23 ore e mezza lei le passava accanto a persone che non le facevano affatto bene. E che alla fine mi hanno dettato le condizioni: “Se la ami, accompagnala ad abortire!”. E’ lì che – sbagliando – me ne sono andato. A cercare con forza l’aiuto di Cristo. E così facendo ho lasciato campo libero ai deliri della follia: “Lo vedi, lui non ti ama... se ti amasse condividerebbe la tua scelta di abortire, e la farebbe sua... noi, sì che ti amiamo: vedi che noi ti siamo vicine; e lui che diceva tanto di amarti dove sta? E’ un momento di grande sofferenza, per te, e lui non c’è... Forza. Cn il nostro amore riuscirai a superare questo periodo difficile... Soffrirai un po’, ma poi passerà e tu riprenderai in mano la tua vita più felice di prima...”.

    Mio figlio è morto in nome dell’amore! Tutte queste cose non le capivo (credo perché non rientrassero nei miei concetti di Verità), e soprattutto non capivo come la mia ragazza potesse credere a tali vigliacche menzogne. Ma lei ormai non era già più in grado di intendere e di volere. Aspettava solo che arrivasse il prima possibile il giorno più brutto della sua vita, per “togliersi il dente” e venire violata e violentata. Che pazzia!

    Finale: una mattina (mai saputo quale) sono uscito di casa per andare a lavorare, ignaro che quella stessa mattina mio figlio stava uscendo di casa per andare a morire... E, visto che al diavolo piace proprio divertirsi, ad omicidio consumato ho dovuto anche consolare la stupenda mamma di mio figlio mentre piangeva e si disperava  sulla mia spalla, in un modo in cui non ho mai visto piangere e disperarsi nessuno in vita mia.

    Ovviamente, dopo, ho tanto sbagliato anch’io, perché non solo non sono riuscito ad alleviare la sua sofferenza, ma nemmeno a non trattarla male per ciò a cui aveva acconsentito. Ma questa è un’altra storia, che mi pesa anch'essa sulle spalle, ogni giorno.

    Io prima di diventare ingegnere ho fatto il liceo classico: ma le parole giuste per descrivere gli orrori che mi è toccato vivere non le ho proprio mai trovate, e non credo che esistano. E purtroppo, da gioviale che ero, sono diventato triste. So bene che tante sono le persone tristi, che ognuno ha i suoi guai, che non si chiamano “guai” ma si chiamano “croci”, e devono essere portate con fede lungo la Strada che porta in Cielo. Le so bene tutte queste cose: le ho insegnate per anni ai piccoli "scout" con i quali impiegavo il mio tempo nel servizio. Ma non posso fingere di essere come in realtà non mi sento.

    Madre Teresa diceva sempre che siamo nati "per amare ed essere amati", e negare questi due diritti fondamentali a un piccolo bimbo che è parte della nostra vita è uno dei peccati più brutti, oltre che il più grosso ostacolo alla pace nel mondo.

    Un confessore, una volta, mi ha detto le uniche parole che mi sono sembrate sensate, in mezzo a un mare di banalità che mi piovevano addosso da ogni dove ("Ti devi scuotere... La vita va avanti... E' ora di smetterla di piangere... Non sentirti responsabile di niente... Tu hai fatto tutto il possibile... Bisogna voltare pagina..."). Le parole sensate, le uniche che coincidevano esattamente con quello che sentivo nel cuore, sono state: “TU DEVI VIVERE PER TUO FIGLIO”.

    In verità, io mi sentivo piuttosto svuotato. Vedevo che il mondo continuava a vivere come se niente fosse successo, mentre per me TUTTO era successo. Tutte le cose a cui tenevo avevano d’un tratto perso di valore, tutto mi sembrava insignificante e inutile. L’unica cosa che mi sembrava importante e che mi dava un po' di forza, era la sensazione di dover fare del mio meglio perché mio figlio – che mi guarda, ne sono certo – potesse essere fiero di me.

    A parte volere bene alla sua mamma (cosa che cerco di fare sempre, anche se lei non me ne vuole più tanto), ho incominciato allora a parlare con il Cielo. E ho corso la maratona di New York, sono stato in missione in Africa, sono andato a Calcutta a pregare sulla tomba di Teresa (che nel frattempo avevo conosciuto). Ma, ancora, dopo tre anni, in quello che è successo non ho trovato nessun senso. E – conoscendomi – credo che da qui derivi la tristezza. Malgrado la quale, ogni volta che ne ho trovato la forza e la possibilità, ho cercato di salire sui pulpiti, di fare testimonianze, di incontrare gente, di PARLARE! Perché la cosa più orribile, secondo me, è che di tutto il male che la 194 provoca non ne ho mai sentito parlare nessuno. E mi chiedo: se ogni giorno vengono uccisi 500 bambini (i dati non sono solo quelli del Ministero della Sanità), dove sono tutti quelli che queste morti le subiscono? Ma che stanno zitti, tutti quanti?...

    E’ proprio vero che il mondo resta brutto non per colpa di quelli che operano il male, ma per colpa di quelli che al male non si oppongono con decisione. Per colpa di quelli che tacciono, e non si schierano. Di quelli che soffrono in silenzio, e non condividono.

    Gesù è morto con le braccia aperte per ricordarci di Amare, e il Suo insegnamento fa in modo che ogni piccola cosa condivisa nel Suo nome (fossero anche solo cinque pani) possa essere moltiplicata all’inverosimile, diventando Cibo di Vita Eterna per il Prossimo.

    Nei miei viaggi ho visto bambini mutilati, bambini ciechi, bambini dall’infanzia negata, bambini che chiamarli poveri è un eufemismo, bambini violentati, bambini ammalati allo stadio terminale. Ma erano tutti bambini VIVI, e felici di esserlo.

    Allora ho capito che i più poveri tra i poveri non sono nel Terzo Mondo, ma sono proprio in mezzo a noi. Chi ha il cuore più povero di una mamma che uccide il proprio figlio, senza neanche guardarlo in faccia? Chi è più povero di chi si adopera per spegnere la luce che Cristo ha acceso negli occhi delle persone belle? Chi è più povero di un medico che prende dei soldi per succhiare le vite dalle pance altrui? E chi è più povero di una Società che legalizza tutto quest’orrore?

    Chi è che si è curato delle conseguenze psicologiche che l'aborto ha provocato su di me? Chi oggi bussa alla mia porta per curare la brutta depressione che mi ha preso? Chi si sta preoccupando del recupero del senso di autostima della mamma del mio bambino?

    E’ tutto assurdo. E per questo non ho dubbi: sono qui i più poveri di tutti, ed è da qui che bisogna partire per rendere il mondo un po’ migliore.

    Io vorrei fare davvero qualcosa, che possa servire affinché nessuno debba più trovarsi ad essere costretto a subire quello che ho dovuto sopportare io. Qualcuno mi sa dare qualche consiglio?...

    Sono andato a parlare con il "Movimento per la Vita" della mia zona, ma mi hanno detto che la mia voglia di attivismo si conciliava meglio con lo spirito dei "Centri di Aiuto alla Vita", loro braccio operativo. Allora sono andato nei "Centri di Aiuto alla Vita". Ma mi hanno detto che loro accolgono solo le gestanti che scelgono di chiedere un aiuto, e che comunque è quasi obbligatorio essere donna per avere un colloquio fruttuoso con queste ragazze in difficoltà. Ma Donna non posso diventare, e non mi piace molto neanche questa mentalità "attendista".

    Io sono convinto che mio figlio è morto perché la sua mamma non ha trovato nessuna persona che le parlasse dell’Amore vero, della magnificenza dell’Amore di Dio: c’ero io da una parte, e dall’altra una serie di persone che la circuivano per ingannarla. E le loro bugie hanno pesato di più, rovinando tre vite con un solo gesto. Io vorrei andare a cercarle queste persone che non sanno Amare. Io le voglio aiutare a rispettare la vita. Sono persone che hanno bisogno di aiuto, anche se magari al momento non ne sono consapevoli.

    Sono anche convinto che, al mondo, ci siano molte più persone belle che brutte. Il problema è che spesso stanno chiuse in casa, che non si conoscono tra di loro o che – per una stupida timidezza, per discrezione o non so per cos’altro – spesso non aprono vicendevolmente il loro cuore, ed hanno difficoltà a parlare di quello che provano.

    Io sto cercando di farlo. Secondo le indicazioni del vecchio Papa: portando in giro la voce di chi voce non ne ha. Io sto cercando di farlo. Non solo per reagire alla depressione che è pesante compagna, ma anche per far conoscere la mia esperienza. Penso che – forse – questo dolore possa essermi stato affidato perché venga messo a frutto. E allora vi prego di considerarla questa mia esperienza. Usatela, fatela girare, parlatene. Scrivetemi, chiamatemi, usatemi. Parlare di mio figlio, o sapere che c’è gente che lo fa mi fa molto bene, perché se se ne parla significa che non è morto, o che non è morto invano!

    Pregate tanto per tutti i bimbini che, ogni giorno, non riescono a nascere. Credo sia soprattutto per loro, che noi dobbiamo essere diffusori di Amore nel cuore delle persone. “Che nessuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento”, diceva ancora la Beata Teresa di Calcutta.

    Se vi capita, vi prego: fatemi sapere se c’è qualche mamma o qualcun altro “povero” che ha bisogno di parole d’Amore. Oramai ne ho imparate tante.

    Raduniamo le persone, i giovani, e PARLIAMO loro. Io vengo dappertutto, per farlo. Le persone belle, INSIEME, possono essere capaci non solo di generare vita (questo possono farlo tutti, anche i criminali), ma anche di salvarne qualcuna! Basta crederci, e fare fronte comune!

    I miei recapiti, sperando che possano essere un pochino utili a qualcuno!

Giuliano de’ Medici

Cell. 348.3803291 - Posta Elettronica: giuliano.demedici@ibispa.com

 

 

 

 

LA TESTIMONIANZA DI FEDERICA

 

Leggibile all’indirizzo Internet

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/ilvaloredimiofiglio.htm

 

IL VALORE DI MIO FIGLIO

 

26 gennaio 1993

                Non puoi ancora guardarmi, è troppo presto, eppure c’è già qualcuno che tenta di portarti via da me: ma non lascerò mai che questo accada. E’ qualche settimana che tu stai dentro di me, ma io già ti voglio troppo bene. So che se nascerai ci saranno tantissimi ostacoli da superare; ma io, te e il papà potremmo superarli solo restando insieme.

                Ti vogliamo già troppo bene per levarti la vita, quella vita che proprio noi ti abbiamo donato. Non voglio che tu nasca sapendo che sei stato un errore, perché chi ti ha creato non la pensa così. Certo è facile dire: “Ne puoi avere altri”, ma forse nessun altro varrà quanto te.

Tua Mamma

21 agosto 1993

                Oggi 21 Agosto sei nato, dopo una lunga agonia, in sala parto. Mi è bastato vedere quei capelli neri, quelle lunghe manine affusolate, mi è bastato sentire il tuo caldo corpo sulla mia pancia per dimenticare quei momenti che sembravano non finire mai. Sono sensazioni difficili da descrivere con le parole, ma che terrò sempre custoditi nel fondo del mio cuore.

                Non credevo di essere pronta per una cosa più grande di me, ma in quei momenti si uniscono tutte le forze rimaste per vedere quella creatura che ha tanta voglia di uscire. Quella creatura che per mesi mi ha fatto sentire un’altra persona, una persona veramente importante, quella creatura che la notte mi svegliava dandomi calci e pugni, quella creatura che mi sapeva ascoltare nei momenti di vero sconforto.

                Quando finalmente sei nato e sono riuscita a tenerti tra le mie braccia ho capito quanto eri importante per me, eri l’unica persona veramente e solo “mia”.

Tua Mamma

21 febbraio 1994

                Oggi piccolo mio sei arrivato al tuo sesto mese di vita e ormai sono passate tutte le paure di quella notte. Ma ogni tanto mi vengono in mente quei brutti momenti in cui ho saputo del tuo arrivo. Ma guardandoti, giocando con le tue piccolissime mani, osservando ogni tuo sorriso, mi chiedo come avrei fatto a non avere tutto questo. Sei tu che  mi hai fatto scoprire la vera felicità, il vero senso della vita.

                Ho scelto di averti perché sono contro ogni regola di aborto. Non accetto che i giovani si divertino senza testa e poi ammazzino il risultato del loro divertimento. Non trovo giusto che ci sia un rimedio così ovvio ad una nuova vita. Con la mia decisione ho dovuto attraversare grossissimi problemi, in particolare per l’emarginazione che la società ha avuto verso una ragazza che a diciassette anni ha scelto di tenere suo figlio. Allora, in che cosa crede veramente la gente?

                E’ facile dire “non abortirei” quando il problema non ti ha mai toccato. Ma poi nella realtà è tutto diverso: basta vedere una ragazza nel mio stesso stato e c’è ancora chi di voi ha il “coraggio” di dire: “Vergognati”. Vergognarmi? E di che cosa? di non aver, forse, voluto uccidere mio figlio? Tra voi e me, sono io che ho avuto il coraggio, il mio coraggio è il coraggio della vita. E la vergogna credetemi è solo vostra.

Tua Mamma

FEDERICA

                              Cell. 338.2892353

 

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà. Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della Vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell’amore. A lode e gloria di Dio, creatore e amante della vita.

Giovanni Paolo II - Enc. "Evangelium Vitae" del 25 marzo 1995

 

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

In questa Rubrica verranno pubblicati e sarà data risposta ad eventuali interventi sugli argomenti proposti

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PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo tutti voi, figli carissimi,

a cercare quei segni dei tempi

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio del 25 agosto 2005 da Medjugorje, di Maria, Regina della Pace

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

"Cari figli, anche oggi vi invito a vivere i miei messaggi. Dio vi ha donato questo tempo come tempo di grazia. Perciò, figlioli, sfruttate ogni momento e pregate, pregate, pregate. Io vi benedico e intercedo davanti all’Altissimo per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

 

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NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

 

 

 

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