PREFETTO DELLA "SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO"
Card. FRANCIS ARINZE
Prefetto della Sacra Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Ancona, 4 dicembre 2005
Le invio in allegato una documentazione relativa alla “posizione” dell’Arcivescovo di Loreto riguardo alla imminente celebrazione della Festa Liturgica della “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, il 10 dicembre prossimo.
Ciò faccio in riverente obbedienza ed adempimento di quanto disposto dal n.184 dell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”: “Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l’Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice”.
Dalla Lettera pervenutami da Sua Ecc.za Mons. Danzi, Arcivescovo di Loreto, “sembrerebbe” che egli – contrariamente a quanto assicuratomi in una Udienza Personale dell’8 novembre u.s. – non celebrerà la “traslazione miracolosa” in maniera “esplicita” - così come disposto dai Sommi Pontefici e dalla “Sacra Congregazione per il Culto Divino” da molteplici secoli - in quanto egli non crederebbe alla “verità” di tale “traslazione miracolosa”; né “sembra” che egli riconosca che così sia stato disposto dalla Santa Chiesa Cattolica, poiché non riconosce come “PENSIERO DELLA CHIESA” la “traslazione miracolosa”, in evidente contrasto con tutti i pronunciamenti secolari dei Romani Pontefici e della “Sacra Congregazione per il Culto Divino”.
Segnalo tale “incongruenza” perché Sua Eminenza possa avere l’opportunità di conferire direttamente con Sua Ecc.za Mons. Danzi, per “chiarire” e “far rispettare” ciò che la Santa Chiesa “ha disposto” dal punto di vista liturgico riguardo alla celebrazione della “miracolosità” della Traslazione della Santa Casa e venga fatta cessare dalla Basilica Lauretana ogni “confusione” al riguardo.
Riporto, per maggiore chiarezza, anche la “Lettera” consegnata al Rettore della Basilica della Santa Casa di Loreto, Padre Marzio Calletti, in cui gli chiedevo di non permettere – come avveniva negli anni passati – di offrire ai pellegrini dei libretti di preghiere in cui si creava “confusione” e “smarrimento” nella pietà dei fedeli, poiché in essi si presentava la stessa celebrazione come riferita ad “un semplice trasporto umano” della Santa Casa di Nazareth, in evidente contrasto con le disposizioni liturgiche della Chiesa.
Certo dell’intervento “chiarificatore” di Sua Eminenza presso l’Arcivescovo di Loreto, mi professo umile e obbediente figlio della Santa Chiesa Cattolica.
In fede.
Prof.
GIORGIO NICOLINI
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P.S. – Mi permetto anche, umilmente, di cogliere questa occasione, per segnalarLe taluni abusi liturgici che avvengono anche nella Diocesi di (...omissis...). In specie mi riferisco al Sac. (...omissis...), Parroco della Parrocchia (...omissis...), il quale viola continuamente le norme liturgiche durante la Santa Messa, poiché “inventa” ad ogni celebrazione “un canone diverso”, creato con il suo pensiero del momento, senza seguire “il canone del Messale”, così come disposto da questa “Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, generando “disagio” e “confusione” in tutti i fedeli. Il suddetto sacerdote è già stato da me “richiamato” con carità e rispetto, così come disposto dal n.184 dell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”, che giudica “peccato grave” tali abusi liturgici. Ma tale sacerdote continua ad ogni Santa Messa ad “inventare” “un canone” diverso da quello stabilito dalla Santa Chiesa. Segnalo anche questo caso per gli opportuni provvedimenti.
DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
“Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”
(Mt.5,37)
… CONTINUANDO IL COLLOQUIO DELL’UDIENZA dell’8 novembre 2005 con l’Arcivescovo di Loreto …
ALLA VIGILIA DELLA FESTA DELLA TRASLAZIONE “MIRACOLOSA”
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
SI PORTA A CONOSCENZA
LA LETTERA DI MONS. GIANNI DANZI,
ARCIVESCOVO DI LORETO,
AL PROF. GIORGIO NICOLINI
leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/vescovo.loreto.htm
in riferimento alla
“DENUNCIA PUBBLICA” DELLE FALSIFICAZIONI STORICHE E DOCUMENTALI
OPERATE DAL DIRETTORE DELLA “CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA”
E DA ALTRI AUTORI
leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/24novembre2005.htm
CON LA SUCCESSIVA RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
INVIATA AL SEGRETARIO DELL’ARCIVESCOVO MEDIANTE POSTA ELETTRONICA
LA LETTERA DELL’ARCIVESCOVO DI LORETO
Mons. GIANNI DANZI
Arcivescovo Prelato di Loreto
Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa
Loreto, 28 novembre 2005
Egregio Prof. Nicolini
vengo a comunicarLe alcune considerazioni quale compimento dell’incontro avuto con lei recentemente.
La tradizione del trasporto della Santa Casa da Nazareth a Loreto è un fatto storico e non di fede e, quindi, è oggetto di libera e responsabile ricerca da parte degli studiosi.
Giovanni Paolo II, l’8 dicembre 1988, in una riflessione lauretana, ha affermato che le “tradizioni” sulla “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth “sono tuttora oggetto di studio e di analisi da parte di storici e di mariologi”.
Nella Lettera per il VII Centenario Lauretano, datata 15 agosto 1993, lo stesso pontefice ha dichiarato di lasciare, “come è doveroso, piena libertà alla ricerca storica di indagare sull’origine del Santuario e della tradizione lauretana”.
Egli stesso, pur accogliendo esplicitamente o implicitamente la tradizione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, mai ha fatto il minimo cenno al suo trasporto miracoloso per ministero angelico.
Pertanto, ognuno è libero di argomentare e difendere la propria tesi e nessuno vieta che si possa ritenere l’antica tradizione della traslazione angelica, ma è altrettanto vero che nessuno può imporla come pensiero della Chiesa. Né si possono portare a prova del fatto miracoloso le visioni o le rivelazioni private di santi e di sante, le quali in ambito di critica storica non hanno valore probativo.
Né si deve sottacere che la tradizione della traslazione angelica ha subìto una gravissima crisi alla fine del secolo XIX e agli inizi del XX, soprattutto con lo studio di Ulisse Chevalier (Notre Dame de Lorette – Etude historique critique, Paris 1906), la cui negazione del fatto miracoloso è stata accolta quasi universalmente dalla critica storica cattolica.
L’ipotesi proposta dal Santuario di Loreto, tramite la Congregazione Universale della S. Casa, è basata su solide basi archeologiche, filologiche e storiche, ed è sempre stata approvata dalla rispettiva e competente autorità ecclesiastica, la quale, nei saggi di maggiore impegno scientifico, ha sempre fatto precedere una Presentazione firmata, come ognuno può constatare.
Per altro, anche nelle sintesi più diffuse, sempre in primo luogo viene illustrata la tradizione antica e nobile del trasporto angelico della Santa Casa e poi viene proposta, solo e sempre come ipotesi, una diversa lettura critica dell’evento.
Si può anche osservare che il cardinale Joseph Ratzinger, quand’era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un’omelia tenuta a Loreto l’8 settembre 1991, tra l’altro disse: “La fede ci fa “abitare”, ma ci fa anche “camminare”. Anche su questo punto la Casa nazaretana conserva un insegnamento importante. Quando i crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada”.
Questa affermazione assume un’autorevolezza maggiore se si considera che la citata omelia, insieme ad altri scritti lauretani – in vista di una pubblicazione, ormai di prossima divulgazione – è stata sottoposta all’augusta approvazione di Benedetto XVI, dopo la sua elezione a Sommo Pontefice.
Alla luce di tali considerazioni posso ritenere che la Congregazione Universale della S. Casa e i responsabili del Santuario Lauretano si stiano comportando correttamente e in piena armonia con l’autorità ecclesiastica nelle sue più alte espressioni.
Distinti saluti.
Mons. GIANNI DANZI
Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto
Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/vescovo.loreto.htm
LA RISPOSTA “PUBBLICA”
DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
IN OBBEDIENZA AD UNA OBBLIGAZIONE DI COSCIENZA
PER AMORE DELLA GIUSTIZIA
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt.18,15-17).
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere… Se uno ha orecchi per intendere, intenda!» (Lc.8,16-18; Mc.4,23).
Ciò che il Prof. Giorgio Nicolini aveva scritto a Mons. Angelo Comastri, Arcivescovo di Loreto,
nella Lettera del 1° novembre 2004
Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm
e ricordato e ribadito allo stesso Padre Giuseppe Santarelli leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/17novembre2005.htm
…(omissis)…
“Per questo Le ho scritto sopra di poter avere da Lei un’Udienza personale, a motivo di “un vero problema di coscienza”, cioè al fine di poterLe “mostrare” e “dimostrare” quanto qui - e nel mio studio allegato - affermo “con gravità”, e che mi pone in un problema di coscienza non più dilazionabile, perché - debbo ancora qui aggiungere con sincero e profondo dolore e chiedendoLe umilmente “perdono” del mio ardire - se non cessa tale “arbitrio” dal Santuario Lauretano e venisse concesso ancora “l’imprimatur” a pubblicazioni con i contenuti “falsificati” sopra denunciati sarò, d’ora in avanti, “obbligato nella mia coscienza” - dopo l’avvenuta pubblicazione in Internet del mio scritto (per il quale tanti mi scrivono e mi chiedono ulteriori spiegazioni) - a dover “pubblicamente” “dimostrare” e “sconfessare” “punto per punto” “le falsificazioni” che vengono fatte passare “per vere” (in “buona fede” o “in mala fede”: giudicherà Dio!…) ormai da un ventennio (citando testi, e nomi e cognomi) e che sono state pubblicate da vari autori, ma soprattutto ad opera del Padre Giuseppe Santarelli, sia nel “Messaggio della Santa Casa” che in libri usciti dalla “Congregazione Universale della Santa Casa”. Ma se fossi costretto a ciò si metterebbe in cattiva luce il Santuario stesso e chi lo custodisce e si recherebbe anche maggiore scandalo presso “i fedeli”, che già in tanti, lungo gli anni, nel sentire talvolta le mie spiegazioni - ora pubblicamente leggibili in Internet -, talvolta mi hanno detto addolorati: ma dove sono i Superiori?… perché danno “l’imprimatur”?… perché non lo impediscono?… Mi fu chiesto più volte negli scorsi anni anche di scrivere un libro di “confutazioni” al riguardo, ma io non ne ho mai avuto i mezzi finanziari per farlo né ho mai trovato appoggio in alcuno, né da parte di Case Editrici né da parte degli ambienti ecclesiali. Solo con l’avvento di INTERNET (che può raggiungere migliaia e milioni di persone in pochi istanti) mi è stato ora reso possibile in modo autonomo e a costi minimi (ma per le mie esigue possibilità sempre assai onerosi!) pubblicare tutto quanto ho già fatto e potrò continuare a fare in futuro. Negli anni passati mi sono solo potuto adoperare - con carità, umiltà e rispetto - presso lo stesso Padre Santarelli, a voce e per iscritto, perché “comprendesse” gli “errori” delle sue “documentazioni” e “argomentazioni” e cessasse dallo scrivere e pubblicare le sue “ipotesi” “false”, che “ha confuso” e “deviato” da tanti anni la Chiesa intera e la stessa opinione pubblica mondiale riguardo alla “questione lauretana”. Ma non sono stato da lui ascoltato”.
…(omissis)…
Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm
e ricordato e ribadito allo stesso Padre Giuseppe Santarelli leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/17novembre2005.htm
IL MESSAGGIO DI RISPOSTA
INVIATO AL SEGRETARIO DELL’ARCIVESCOVO DI LORETO
(con aggiunte esplicative posteriori)
----- Original Message -----
From: giorgio.nicolini@poste.it
To: ….. (omissis) ….
Sent: Thursday, December 01, 2005 5:34 PM
Subject: In riferimento alla lettera di Mons. Danzi
Ancona, 1° dicembre 2005
Carissimo Padre Stefano,
faccio seguito a quanto ti ho già riferito stamane per telefono, per chiarire ulteriormente “il problema vero” che io ho sollevato presso Mons. Gianni Danzi (come a precedenti Autorità Ecclesiastiche) e che, dalla lettera pervenutami da Sua Ecc.za, con data 28 novembre 2005, risulta ancora del tutto “non compreso”. Egli infatti mi ha risposto su una questione della quale io non ho mai trattato.
Mons. Danzi, infatti, mi ha risposto in riferimento alla “correttezza” degli operatori del Santuario, cosa che io non ho mai messo in discussione e che anch'io ho sempre riconosciuto come del tutto ineccepibile dal punto di vista “canonico” e “formale”.
La mia “denuncia” però non riguarda tale aspetto. Infatti il “punctum dolens” riguarda proprio la concessione dell'IMPRIMATUR a testi che sono - e te lo confermo ancora con PIENA COSCIENZA DAVANTI A DIO - del tutto “falsificati” proprio dal punto di vista “storico” e persino “canonico” (cioè, la “falsificazione di documenti ecclesiali” come i pronunciamenti dei Papi) e che né Mons. Capovilla (all'origine) né Mons. Comastri (ultimamente) ebbero modo di vagliare in maniera accurata e con una specifica competenza storica personale. Essi concessero tali “imprimatur” “in totale buona fede”, cosa che invece manca - e lo dico con sincero dolore - nel Padre Santarelli.
L'IMPRIMATUR delle Autorità Ecclesiastiche, caro Padre Stefano, garantisce soltanto il fatto che nei testi di Padre Santarelli (e di altri) non ci siano contenuti contro la fede e la morale; ma tale “imprimatur” non riguarda “la verità” dei documenti come tali, la cui responsabilità ricade solo sull'autore che li riporta.
E' ovvio che un Vescovo dovrebbe avere “l'avvertenza” di far fare una verifica più approfondita e coscienziosa quando un libro riporta delle “ipotesi” che si discostano “totalmente” dagli insegnamenti secolari dei Sommi Pontefici su un evento così “eccezionale” e “universale” come “la verità storica” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa” di Nazareth: e in questo - perdonami la franchezza - c'è stata “leggerezza”. Come ci sarà ancora “leggerezza” anche da parte di Mons. Danzi se egli concedesse l'IMPRIMATUR agli stessi testi che io ho già “denunciato” anche a lui come “falsi” e che in questi mesi ho chiesto ripetutamente di poter avere la possibilità di dimostrargli, e che - comunque - farò in ogni caso, attraverso Internet, in OBBEDIENZA ALLA MIA COSCIENZA.
Alcune “falsificazioni” - come in quella dei libretti che vengono offerti ai pellegrini all'ingresso del Santuario - le ho mostrate anche a te, e Le ho fornite anche a Mons. Danzi nei documenti che gli lasciai nell'Udienza dell'8 novembre scorso (come in altri testi fattigli pervenire nei mesi precedenti), ma forse egli non se ne è avveduto.
Tutto ciò che ho fatto fino ad oggi è stata una “carità” continua verso il Padre Santarelli, verso i Vescovi e verso la Chiesa e che - credimi - è al di sopra delle mie forze, privo come sono di ogni mezzo…
Vorrei che facessi presente a Mons. Danzi che non c'è alcuna polemica in tutto ciò che ho fatto, che faccio e che farò, ma solo ed esclusivamente L'AMORE PER LA VERITA', L'AMORE PER LA CHIESA, L'AMORE PER LA SALVEZZA DELLE ANIME, compresa quella di Padre Santarelli, che sulla “questione lauretana” è stato - e pesa bene la parola - UN FALSIFICATORE, anche se forse all'inizio fu “in buona fede”. Ma ora - dopo i miei diversi incontri personali e i molti scritti di “chiarimento” con lui - non può più dichiararsi “in buona fede”… Dicendo questo forse gli manco di rispetto?... O non lo sto forse - con tutta la carità - aiutando ad uscire da uno stato di “GRAVE PECCATO” CONTRO LA VERITA', di cui dovrà rendere conto davanti a Dio?...
Il fatto che il Card. Ratzinger - che io stesso ebbi la gioia e la provvidenziale opportunità di poter incontrare e di poter brevemente parlarci “personalmente”, e di lasciargli una petizione sulla “questione lauretana” il 23 febbraio u.s., in Vaticano - … il fatto che egli abbia scritto nel 1991 quel riferimento al “trasporto” mediante “i crociati” è “del tutto sbagliato” dal punto di vista storico, perché “ingannato” - sempre in totale buona fede - proprio dagli scritti (“molto sofisticati”) del Padre Santarelli e da chi lo ha seguito nei suoi “falsi” studi storici. Se poi egli “confermasse” tale sua valutazione, ora, da Sommo Pontefice, sarebbe solo UN DOLORE IN PIU' che verrebbe dato alla Vergine Maria e al Signore Gesù, anche se - da parte dell’amatissimo Santo Padre – sarebbe ancora in “totale buona fede” e quindi “senza alcuna colpa personale”. E non è mancanza di rispetto ciò che scrivo, ma UN PROFONDO AMORE VERSO DIO, VERSO MARIA, VERSO LA CHIESA, VERSO IL PAPA, VERSO LA VERITA'.
Il Papa è “infallibile” solo quando parla “ex-cathedra”, in questioni attinenti la fede e la morale e non nella “storiografia”. Lo stesso Benedetto XVI, per questioni ben più gravi, disse lo scorso 25 luglio in Val d’Aosta: “Nella storia della Chiesa, in forme diverse, ci sono sempre state questioni che ci tormentano realmente: cosa possiamo fare? (…) Vorrei rispondere che il Papa non è un oracolo, ed è infallibile in situazioni rarissime, come sappiamo… Ma tutti insieme vogliamo (…) affrontare i problemi attraverso la sofferenza, perché la sofferenza è la via della trasformazione e senza di essa nulla si trasforma. Questo è il significato della parabola del chicco di grano caduto in terra”.
Il fatto che l’amatissimo e “dolce Cristo in terra”, il Sommo Pontefice Benedetto XVI, possa avere avuto dei “consiglieri” - come mi hai detto per telefono - che gli abbiano indicato di ribadire lo stesso discorso dell'omelia del 1991, vuole solo dire che anche tali consiglieri - evidentemente non sufficientemente competenti in materia - “si sono sbagliati” nel consigliarlo, senza giudicarne con ciò, in alcun modo, la loro soggettiva “buona fede”. Tuttavia se ciò avvenisse davvero (e spero vivamente di no!) arrecherebbe un grande danno alla “verità” sulla “questione lauretana”, come avevo tentato di informare Sua Santità con la mia Lettera del 19 giugno scorso, accompagnata da tante documentazioni inviategli.
Scrissi infatti al Santo Padre, il 19 giugno scorso: «Volevo informarLa, in proposito, che proprio in questi giorni è uscito il nuovo numero de “Il Messaggio della Santa Casa” (l’organo ufficiale della “Congregazione Universale della Santa Casa”), che Le invio in allegato con la presente lettera, ove viene pubblicata l’Omelia che Lei tenne nella Basilica Lauretana l’8 settembre 1991, in occasione del gemellaggio della città bavarese di Altotting con Loreto. Tale Omelia, ora che Lei è il “Sommo Pontefice”, può avere - come è facilmente intuibile - una risonanza ingannevole (...), e può costituire “una pretestuosa conferma” riguardo alla “falsificazione storica” operata, di cui all’epoca Lei non era ancora a conoscenza, e che ora può indurre molti in errore... ».
Stamane, in proposito, avevo parlato per telefono con il Segretario di Sua Santità Benedetto XVI, il quale mi ha detto che i miei scritti inviati al Santo Padre nel giugno scorso, a “dimostrazione correttiva” di quella Sua Omelia del 1991, non gli risultano essere pervenuti al Santo Padre: egli infatti riceve centinaia di lettere e di pacchi, ogni giorno, e, ovviamente, ora non può più occuparsi di tutto. Per “la questione lauretana” il Segretario mi ha perciò detto di rivolgermi solo ed esclusivamente al Vescovo di Loreto. Cosa che faccio - inutilmente - da anni e anni. Mi sono rivolto anche ad altri Vescovi e infine alla Conferenza Episcopale Marchigiana, attraverso il mio Vescovo di Ancona, il 16 marzo 2005. Ma ancora non mi è stato reso possibile “esporre” a nessuna Autorità Ecclesiastica “le falsificazioni” che denuncio, permanendo perciò “la confusione”. La potrò ottenere questa possibilità da Sua Ecc.za Mons. Danzi?...
In ogni caso lo farò - se Dio me ne darà la forza e la salute (che non ho) - attraverso Internet, così come ti ho detto per telefono, nel giro di uno/due anni. In merito, ti ho già detto che due terzi dell'ultimo libro “LA SANTA CASA DI LORETO” (edizione 2003) del Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, è del tutto “falsificato”, sia dal punto di vista storico che da quello documentale e a te ne avevo già anche indicate delle pagine intere in un nostro precedente incontro.
A riguardo, in proposito, anche della lettera scrittami da Mons. Danzi essa non può non avere avuto “l'ispirazione” direttamente dal Padre Santarelli, perché in alcune espressioni ci sono dei riferimenti a delle obiezioni che può conoscere solo il Padre Santarelli, al quale le avevo fatte “personalmente” e che Mons. Danzi non poteva conoscere.
Vorrei a tale riguardo che precisassi anche a Mons. Danzi che il riferimento a Ulisse Chevalier è assai “infelice”, perché quel canonico francese fu uno dei più acerrimi nemici della Santa Casa di Loreto, ove egli mai vi mise piede, ed operò anche lui una “falsificazione” e “in mala fede” della Storia Lauretana, e che è stata già lungamente e ampiamente confutata da successivi scrittori ecclesiastici, tanto che i Sommi Pontefici dell’epoca (come i Papi San Pio X, Benedetto XV e Pio XI) “ribadirono” - contro lo Chevalier – “la verità” delle “traslazioni miracolose” della Santa Casa.
Benedetto XV, in proposito, volle proprio proclamare la Vergina Lauretana “PATRONA DELL'AVIAZIONE” confermando “espressamente”, con la sua Autorità Apostolica, la “verità” “storica” della “traslazione miracolosa”, ad opera degli “angeli del Cielo”, che, “in volo”, portarono la Santa Casa “in vari luoghi”, e infine a Loreto. Tutto ciò costituisce un patrimonio inestimabile e ineludibile dell’intera Chiesa Cattolica, che è “dissacrante” smentire o abbandonare.
Tieni anche presente che Ulisse Chevalier, con la sua grande raccolta di documenti fatta per tentare di abbattere “la verità” della presenza della Santa Casa di Nazareth a Loreto, e quindi di abbattere anche “la verità” della sua “miracolosa traslazione”, fece - al contrario di quanto asserisce Mons. Danzi - un grande servizio alla “causa lauretana”, poiché rese possibile il ritrovamento di documenti (per il periodo 1531-1900) altrimenti introvabili e dei quali ben 529 (cinquecentoventinove) risultarono, in realtà, “favorevoli” alla “verità” della “traslazione miracolosa” e quindi della “reale presenza” a Loreto della Santa Casa di Nazareth. Quelli “contrari”, invece, erano appena 6 (sei)!... (cfr. Clemens Henze, Andiamo a Loreto!, Marietti, 1954, pag.52).
Come mi può scrivere, perciò, Mons. Danzi: “Né si deve sottacere che la tradizione della traslazione angelica ha subìto una gravissima crisi alla fine del secolo XIX e agli inizi del XX, soprattutto con lo studio di Ulisse Chevalier (Notre Dame de Lorette – Etude historique critique, Paris 1906), la cui negazione del fatto miracoloso è stata accolta quasi universalmente dalla critica storica cattolica”?....
Tutto ciò è “privo di ogni fondamento” ed è vero invece tutto il contrario!... E credo che di tutto ciò Mons. Danzi sia stato “male informato” proprio dal Padre Santarelli, perché nell’Udienza dell’8 novembre scorso, mi aveva dichiarato – alla tua presenza – che egli non aveva la conoscenza per una valutazione competente sulla “questione lauretana”.
La verità, invece, è che si discusse a lungo, all’epoca, solo sull’autorizzazione concessa dal Maestro dei Sacri Palazzi al Canonico Ulisse Chevalier a proposito della pubblicazione della sua opera nel 1906. E’ da precisare, al riguardo, che il Maestro dei Sacri Palazzi si rifiutò sempre di concedere l’Imprimatur ufficiale, ma si accontentò solo di parole di compiacimento, dicendo che l’opera dello Chevalier non intaccava la devozione né la pietà dei fedeli in quanto che la credenza nella Traslazione miracolosa della Santa Casa non costituiva articolo di fede.
Tuttavia subito il Segretario di Stato di San Pio X, il Card. Merry Del Val, si interessò della questione e in una lettera indirizzata ad un Sacerdote della Santa Casa così si esprimeva: “Per quanto concerne la recente pubblicazione del Can. Chevalier, l’intervento del Maestro dei Sacri Palazzi non è affatto piaciuto a Sua Santità. A questo proposito Sua Santità non ha nascosto a nessuno il dispiacere avutone e mi incarica di manifestarvelo pubblicamente; da tale premessa voi dedurrete facilmente che in questo caso, le parole del R. P. Maestro non possono mettere nessun ostacolo a ulteriori ricerche e a lavori di confutazione”.
San Pio X rimase, perciò, assai addolorato per quello che venne definito “un ingiurioso attentato alla Santa Casa e alla fede semplice dei devoti della Madonna di Loreto”, e intervenne direttamente un mese dopo la pubblicazione del volume dello Chevalier, con il Breve “Cum sicut accepimus”, ove concesse nuovi favori ai pellegrini e agli iscritti alla “Congregazione Universale della Santa Casa” che zelano in tutto il mondo la devozione e l’onore della Vergine Lauretana dando anche opera ad abbellire sempre più il tempio che racchiude la Casa di Maria. Il Santo Pontefice estese pure l’Indulgenza Plenaria del 10 Dicembre al decimo giorno di ogni mese di tutto l’anno. Ciò fu una protesta silenziosa e un’efficace riparazione allo scandalo e allo scompiglio prodotti dal libro dello Chevalier.
Inoltre, sotto il suo Pontificato, e precisamente il 1° agosto 1913, il Vescovo di Loreto Alfonso Maria Andreoli rilasciò il Decreto di fondazione del “Collegio di Difesa della Santa Casa”. Il Collegio fu fondato proprio allo scopo di opporsi all’ondata di scetticismo che cercava di scardinare le basi del mondo soprannaturale e che si era abbattuta anche sulla veneranda Tradizione Lauretana. Secondo lo Statuto “l’ufficio particolare dei difensori doveva essere la difesa storica, compiuta con la parola e con la penna, dell’antichissima e certa tradizione Loretana”.
Ti riporto qui, in proposito, caro Padre Stefano, un testo del Padre Bartolomeo Maria Bechis, riportato in modo “letterale” (cioè, non sono “mie” parole, ma del suddetto Padre), confrontabile nell’originale agli indirizzi Internet www.lavocecattolica.it/libro.santuario.170.htm e www.lavocecattolica.it/libro.santuario.171.htm
Il Padre Bartolomeo Maria Bechis, C.M., nello stupendo libro “monumentale” “IL SANTUARIO DI LORETO” (di pp.512, scritto in collaborazione tra 30 studiosi assai competenti e validissimo ancor oggi), scriveva a riguardo degli scritti dello Chevalier (cfr. pp.170-171): “E noi ci domandiamo, fin d’ora, con che pudore, scrittori che osano dirsi cattolici, ostentino poi tanta noncuranza, per non dire disprezzo, per l’unanime affermazione della Suprema Autorità della Chiesa di Cristo, i cui limiti non sta certo a noi definire, e che può certamente contare – anche per gli altri atti che non riguardano il depositum fidei – su di una speciale assistenza dello Spirito Santo; come questi autori, basandosi su argomenti, solo e sempre negativi e su documenti monchi, e interpretati con frasi isolate e quasi sempre in mala fede, giungano a tanta superba improntitudine di affermare con Gean Cuitton che nessun uomo accorto può più sostenere l’autenticità della Santa Casa e, con Henri Leclercq, che il libro dello Chevalier su Loreto è un’opera definitiva, e che d’ora in poi si è dispensati di leggere le produzioni letterarie, che senza dubbio continueranno a presentare la difesa di una leggenda in nome della storia” (cfr. pp.170-171 del Padre Bartolomeo Maria Bechis, C.M., nello stupendo libro “monumentale” “IL SANTUARIO DI LORETO”, edito dalla “Congregazione Universale della Santa Casa”, Loreto, 1957, avente l’IMPRIMATUR - in data 15 dicembre 1957 - di Mons. Gaetano Malchiodi, Vescovo titolare di Cana, 1° Vicario della Pontificia Amministrazione Lauretana (dal gennaio 1935).
Non è perciò neanche vero ciò che mi scrive Mons. Danzi, riguardo al fatto che nessuno può imporre LA TRASLAZIONE MIRACOLOSA come “PENSIERO DELLA CHIESA”. Innanzitutto la “traslazione miracolosa” non è “imposta” dalla Chiesa (e quindi ognuno è “libero” di credervi o meno); tuttavia tale “evento miracoloso” è stato “approvato” “in modo solenne” dalla Chiesa, con regolari processi canonici, per secoli e secoli. Tutti i “pronunciamenti dei Papi” per 700 anni e tutte le “conferme” delle Congregazioni Vaticane competenti, fino alla istituzione della secolare LITURGIA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE del 10 dicembre, non sono forse “IL PENSIERO DELLA CHIESA”?... Quindi, la Traslazione “MIRACOLOSA” “è” “il pensiero della Chiesa”!... anche se non lo si può imporre. Semmai, al riguardo, non si può “imporre” il pensiero “contrario”!...
Forse che non ha valore, nel caso della Liturgia della “Miracolosa Traslazione”, la “LEX ORANDI EST LEX CREDENDI”?... Non ho già spiegato tutto ciò nello scritto inviato all'amico Padre Marzio Calletti, Rettore della Basilica Lauretana, riguardo alla celebrazione anche del prossimo 10 dicembre, ove ci deve essere “sintonia” tra la Liturgia “approvata” dalla Chiesa, con una specifica Festa, e la sua “corretta” celebrazione da parte dei “responsabili” ecclesiastici, senza creare “confusioni” presso i fedeli?...
Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/24novembre2005.htm
In proposito, vorrei anche precisarti che Padre Marzio non ha “una responsabilità” come il Padre Santarelli, perché ho constatato nel colloquio personale che egli “soffre” per la situazione da me “denunciata”. Egli infatti “lascia” i libretti (con le “falsificazioni documentali”) nella Basilica, solo perché così “permette” l'Autorità Ecclesiastica responsabile, ma non credo che da parte sua egli ne sia favorevole.
In ogni caso, ho fatto pervenire al Card. Francis Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, “la segnalazione” di tali “incongruenze” nella Basilica Lauretana, perché Sua Eminenza possa avere l’opportunità di conferire direttamente con Sua Ecc.za Mons. Danzi, per “chiarire” e “far rispettare” ciò che la Santa Chiesa “ha disposto” dal punto di vista liturgico riguardo alla celebrazione della “miracolosità” della Traslazione della Santa Casa e venga fatta cessare dalla Basilica Lauretana ogni “confusione” al riguardo.
E’ poi “singolare” quanto Mons. Danzi ancora mi scrive: “Né si possono portare a prova del fatto miracoloso le visioni o le rivelazioni private di santi e di sante, le quali in ambito di critica storica non hanno valore probativo”.
Ma le “rivelazioni” dei santi e delle sante sono “vere” o “no”?... Se sono vere è anche “vero” ciò che da tali “rivelazioni” viene “rivelato”. Non hanno un valore probativo “documentale” per chi non crede al “soprannaturale”, ma per “chi crede” è “probativo”!... La ricerca storica, da parte di “chi crede”, deve perciò privilegiare “l’approfondimento” e “la dimostrazione” della “verità” che tali “rivelazioni” fanno conoscere, e che sono state “approvate” dalla Chiesa. Che senso ha cercare di dimostrare che “non è vero” ciò che tali rivelazioni hanno “rivelato” che invece “è proprio vero!”… Non è una contraddizione radicale?...
Se le “rivelazioni private” dei Santi e delle Sante sono “autentiche” (e sono “autentiche”!...) non si potrà mai trovare “qualcosa” - nell’ambito storiografico, archeologico e scientifico - che possa dimostrare che “non è vero” ciò che “le rivelazioni soprannaturali” hanno “rivelato” che invece “è proprio vero”!... Perché, quindi, il Padre Santarelli e tanti altri autori (“cattolici”) in questo ultimo trentennio hanno voluto dimostrare “a tutti i costi” (anche con “le falsificazioni”) che non è vero ciò che tali “rivelazioni” hanno fatto conoscere invece essere proprio “vero”?... Non è tutto ciò illogico e assurdo?...
Non l’avevo già scritto nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”? Avevo scritto infatti (a pag.23): “Tutto ciò che non collima con tali “rivelazioni” (che sono però, ovviamente, solo di “fede umana” e non di “fede divina”) per me è comunque sicuramente “sbagliato” e “falso” già “alla radice”… E ciò perché se una realtà è “vera” in un modo (perché è stata così “rivelata” da Dio ai suoi Santi), non può essere vero il suo contrario. Né la scienza potrà mai contraddirla in alcun modo: al contrario, non potrà che avallarla!... E così è anche riguarda alla “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Tersatto (in Dalmazia), poi “in vari luoghi” (e quindi non solo a Tersatto e a Loreto) e, infine, a Loreto”.
Non è vera, perciò, neanche l’affermazione di Mons. Danzi che “l’ipotesi proposta dal Santuario di Loreto, tramite la Congregazione Universale della Santa Casa, è basata su solide basi archeologiche, filologiche e storiche”. Tutte le documentazioni “secolari” - storiche, archeologiche, filologiche e scientifiche, oltre agli innumerevoli “miracoli divini” - dimostrano tutto il contrario!...
In una intervista del 1979 il Padre Floriano Grimaldi, storico e archeologo e studioso della Santa Casa di Loreto, disse allo scrittore Renzo Allegri: “Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. Si è ancora una volta constatato che la costruzione poggia sul terreno, senza fondamenta. I primi interventi delle autorità civili e religiose per conservare questa costruzione risalgono all’inizio del 1300, cioè pochi anni dopo che la casa era apparsa a Loreto. Sotto ciascuna delle pareti fu costruita, dall’esterno, una sottomurazione per dare loro stabilità. Alcuni anni dopo, poiché l’azione di logoramento progrediva, l’edificio fu interamente consolidato con un robusto muro, costruito tutto intorno e per l’intera altezza, ma a una certa distanza dalle pareti della Santa Casa. Questo modo di procedere dimostra che la devozione era rivolta non all’immagine sacra conservata nella casa, ma alla casa stessa. Come ho detto, sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi…”.
In quanto al “santo” e “grande” Pontefice Giovanni Paolo II, mi scrive Mons. Danzi, “Egli stesso, pur accogliendo esplicitamente o implicitamente la tradizione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, mai ha fatto il minimo cenno al suo trasporto miracoloso per ministero angelico”.
Il fatto che Giovanni Paolo II non abbia pronunciato quella parola specifica, cioè il trasporto “miracoloso” (e forse “proprio” per non creare “un contrasto” con quanto si faceva diffondere dalla Basilica Lauretana), ma che egli comunque lo abbia accolto “esplicitamente o implicitamente”, è come se l’avesse pronunciata. A tale proposito egli ha sviluppato discorsi teologici bellissimi e magistrali sulla Santa Casa di Loreto, della quale non parla mai di “sante pietre”, ma sempre di “Sante Pareti”, quelle “proprio” che erano a Nazareth, e che - egli scrisse - furono “testimoni” dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria, al momento dell’Annunciazione, sconfessando perciò “esplicitamente” le “ipotesi” del Padre Santarelli riguardo alle “sante pietre” portate dagli uomini. Proprio nell’omelia nella Basilica Lauretana, del 10 dicembre 1994, per il VII Centenario della Traslazione Miracolosa, egli infatti disse: “Le pareti della Casa (di Maria) udirono le parole dell’angelico saluto ed il successivo annuncio del progetto divino. Le pareti naturalmente non odono, perché non hanno vita, nondimeno sono testimoni di ciò che viene detto, testimoni di ciò che avviene al loro interno”.
Inoltre egli ha inviato proprio a me, “immediatamente” e “personalmente”, la sua Benedizione Apostolica, appena gli è pervenuto il mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, che nella Basilica Lauretana viene invece deliberatamente “rifiutato”.
Ho anche motivo di ritenere, da una conversazione telefonica con il Segretario Mons. Stanislao Dziwisz, che l’amato e indimenticabile “santo” Pontefice, abbia accolto “con gioia” la mia pubblicazione. Per accertarsene basta telefonare a Mons. Stanislao Dziwisz, ora Arcivescovo di Cracovia.
Riguardo, infine, alla “rassicurazione”: “Per altro, anche nelle sintesi più diffuse, sempre in primo luogo viene illustrata la tradizione antica e nobile del trasporto angelico della Santa Casa e poi viene proposta, solo e sempre come ipotesi, una diversa lettura critica dell’evento”.
Nella realtà della Basilica Lauretana, la citazione negli scritti del “trasporto per ministero angelico” viene fatta dal Padre Santarelli per poterla più accentuatamente “smentire”. Infatti ciò che dal Padre Santarelli viene presentata come “ipotesi” appare in realtà come “la tesi”, che - egli scrive - “si va sempre più confermando”, e che perciò contraddice e rinnega “in modo più subdolamente ed efficacemente penetrante” “la verità” del “trasporto per ministero angelico”, citato poco prima.
C’è scritto, ad esempio, in uno dei libretti da me “denunciati” per le loro “falsificazioni”: “Secondo la tradizione, nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina, le pareti in muratura della casa della Madonna furono trasportare “per ministero angelico”, prima in Illiria (a Tersatto, nell’odierna Croazia) e poi nel territorio di Loreto (10 dicembre 1294). Oggi, in base a nuove indicazioni documentali, ai risultati degli scavi archeologici a Nazaret e nel sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a studi filologici e iconografici, si va sempre più confermando l’ipotesi - ecco “l’accentuazione” più efficace e ingannatrice! - secondo cui le pietre della Santa Casa sono state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli, che regnava sull’Epiro”.
Tutto ciò è del tutto “falso” e di tale “falsificazione storica” e “falsificazione documentale” ne ho già ampiamente trattato e “provato” nel mio libro, anche in tuo possesso, dal titolo “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”.
In parte tutto ciò è leggibile e abbondantemente “dimostrato” anche in Internet, all’indirizzo da tutti consultabile www.lavocecattolica.it/la.miracolosa.traslazione.html e a tali testi e “confutazioni” ti rimando.
Caro Padre Stefano,
inviandoti questo scritto, ti chiedo anche la carità di stamparlo e consegnarlo a Mons. Danzi, riferendogli anche che la sua Lettera inviatami costituisce anche una “presa di posizione” “ufficiale” di cui non posso non tenerne conto nei miei scritti futuri e quindi mi riservo di farne l'uso che LA MIA COSCIENZA MI ISPIRERA' e MI OBBLIGHERA', compresa anche la sua pubblicazione e confutazione pubblica, qualora - ancora - tutte le mie istanze non venissero prese in considerazione.
Resto perciò certo che Mons. Danzi vorrà concedermi “la possibilità” di esporgli in maniera AMPIA e DOCUMENTATA le “falsificazioni” da me denunciate, affinché possa prenderne visione e anche prendere gli opportuni “provvedimenti”.
In questa speranza, ribadisco il mio sincero “rispetto” e la mia sincera “carità” verso tutti, chiedendo preghiere a te e a Mons. Danzi e allo stesso Padre Santarelli perché si pervenga TUTTI UNITI alla “OBBEDIENZA” alla VERITA': con libertà di studio, mai messa in discussione da nessuno, ma NELLA VERITA'. Che “libertà di studio” è “la falsità”?... La “libertà di studio” non è “libertà di falsità”!... persino autorizzata con “inconsapevole” “imprimatur”!... La “falsità” “documentale” è “peccato”!... e, nel caso specifico della “questione lauretana”, per la sua rilevanza universale e le rifrangenze spirituali di male provocato nei fedeli (oltreché nella ricerca storica), è “PECCATO GRAVE”!...
Al tempo di San Pio X si scrisse, come ti ho riportato sopra, che “intaccare” “la verità” della “presenza” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e “la verità” della sua “miracolosa Traslazione” era “un ingiurioso attentato alla Santa Casa e alla fede semplice dei devoti della Madonna di Loreto”. Non si comprende più questo “attentato” “grave” che viene inferto alle “fede semplice” dei devoti, di cui tanti me lo hanno attestato personalmente?...
Voglio concludere esprimendoti, al riguardo, gli stessi sentimenti che animavano San Paolo nello scrivere ai Corinzi: "Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'affetto immenso che ho per voi" (2^Cor.2,4).
Forse ti invierò ulteriori precisazioni in merito a tutto quanto ti ho scritto sopra. In ogni caso ti sarò grato se vorrai darmi “un cenno” di aver consegnato questa mia Lettera, che ti invio mediante la Posta Elettronica, a Mons. Danzi ed anche, se ti è possibile, al Padre Santarelli.
Qui concludo con una bella poesia di Torquato Tasso (1544-1595), che scrisse - nell’occasione di una sua visita alla Santa Casa di Loreto (siamo ancora nel XVI secolo!) - quella che era “la reale credenza universale” di quei secoli, vicinissimi all’evento miracoloso della “traslazione angelica”:
Qui gli Angeli innalzarono il Santo Albergo,
che già Maria col Santo Figlio accolse,
e il portar sovra i nembi e sovra l’acque.
Miracol grande a cui sollevo ed ergo
la mente che altro obbietto a terra volse,
mentre dai suoi pensier oppressa giacque.
Questo è quel monte che onorar ti piacque
delle tue sante mura,
Vergine casta e pura
el Re dei regi…
Ti saluto con gratitudine ed amicizia, nella “vigile” protezione della Vergine Immacolata Lauretana, a cui tutti sempre umilmente e devotamente ci affidiamo.
Prof.
GIORGIO NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
Cell. 338.2892353 – Tel. 071.2801766 - 071.83552
Posta Elettronica:
giorgio.nicolini@poste.it
Siti della Rete Internet:
www.lavocecattolica.it –
www.fuocovivo.org
Ancona, 6 dicembre 2005
Caro Padre Stefano,
poiché stamane mi hai riferito telefonicamente che non mi verrà reso possibile ottenere una nuova Udienza con Mons. Danzi in cui io possa esporgli - seppure in breve - le principali FALSIFICAZIONI del Padre Giuseppe Santarelli ed egli possa, di conseguenza, prendere gli opportuni provvedimenti, ti comunico - dopo averne chiesto consiglio, avere consultato la mia “coscienza” ed avere pregato - di avere inoltrato alla “Congregazione per la Dottrina della Fede” e alla “Congregazione per il Culto Divino” (e, per conoscenza, al Segretario del Santo Padre e all’amato Mons. Angelo Comastri) la “denuncia canonica” riguardante “il delitto di falso” in ambito ecclesiastico, in conformità al can. 1389 e 1391 del Codice di Diritto Canonico, ove è scritto in modo molto chiaro:
Può essere punito con giusta pena, a seconda della gravità del delitto: 1° chi redige un documento ecclesiastico falso, o ne altera uno vero, lo distrugge, lo occulta, o si serve di un documento falso o alterato; 2° chi si serve in materia ecclesiastica di un altro documento falso o alterato; 3° chi asserisce il falso in un documento ecclesiastico pubblico.
In proposito ti riporto qui la sintesi delle principali denunce pubbliche, già formulate con Lettera Aperta al Padre Santarelli e sempre leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/17novembre 2005.htm
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla “miracolosa traslazione”)
Ancona, 17 novembre 2005
Al Rev.do Sac.
Padre GIUSEPPE SANTARELLI
Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”
Caro Padre Giuseppe Santarelli,
la scorsa domenica Le ho portato, nella Sede della “Congregazione Universale della Santa Casa, una Lettera, insieme a vario materiale documentativo, a Lei noto.
… (omissis) …
IL TESTO INTERO DELLA LETTERA APERTA AL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI
Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”
E’ LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL’INDIRIZZO INTERNET
www.lavocecattolica.it/17novembre2005.htm
… (omissis) …
In questi ultimi 25 anni dalla “Congregazione Universale della Santa Casa” sono usciti libri e articoli a profusione propagante (da parte Sua e da parte di altri autori) la “nuova ipotesi” riguardo ad una presunta “scoperta” di “documenti” che attesterebbero un “trasporto umano” di “semplici pietre” “prese” dalla Santa Casa di Nazareth e che negano quindi l’una e l’altra “verità”: cioè, la “Traslazione Miracolosa” e la presenza a Loreto della “Santa Casa” come essa era a Nazareth (cioè, le “tre pareti integre”). Questa “ipotesi” (sempre dichiarata tale) è però oggi proposta dalla Basilica Lauretana ormai come una “verità indiscussa” e non si parla ormai più della “Traslazione Miracolosa”, che viene invece relegata al ruolo di “leggenda popolare”.
… (omissis) …
Nel Suo principale libro “LA SANTA CASA DI LORETO” (edizione del 2003), che ha dato origine alla “falsa ipotesi” del trasporto umano della Santa Casa, Lei svolge una vasta e sistematica trattazione volta a voler dimostrare, davvero “a tutti i costi”, tale Sua “nuova ipotesi” del “trasporto umano”, con l’intento esplicito, da Lei scritto alla fine del libro (cfr. pag.485), “Qui si è cercato di dimostrare che il materiale del nucleo originario della Santa Casa, in tutto o in parte, può considerarsi nazaretano e che il trasporto miracoloso può essere ritenuto un’amplificazione letteraria successiva”.
Tuttavia, gli “ignari” ed “inesperti” lettori del Suo libro non possono verificare in alcun modo che una molteplicità di documentazioni ed argomentazioni da Lei riportate ed esposte nel Suo libro - a “dimostrazione” delle Sue “ipotesi” - sono talvolta del tutto “prive di fondamento” (cfr. le pagine 235-297) e non raramente sono “alterate” e “manipolate”, e perciò “falsificate”, cambiandone il senso originario e l’intenzione autentica degli autori delle “documentazioni” da Lei riportate, che invece, nella realtà del documento “autentico”, sconfessano totalmente le Sue “false” “ipotesi”.
Ciò lo documenterò in modo particolareggiato nel mio Sito Internet www.lavocecattolica.it, ove ho aperto una sezione interamente dedicata alle “MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH” e che, gradualmente, arricchirò di testi e documenti che “comprovano” “la verità” di ciò che è stato sempre insegnato dalla “vera” “tradizione”, approvata dalle Supreme Autorità della Chiesa per secoli e secoli, e avallata da “prove” storiche, archeologiche e scientifiche ormai incontestabili.
In proposito, persino ad alcuni Papi, come Paolo II e Leone X (cfr. le pagine 366-369), Lei “stravolge” le parole dei testi delle loro “Bolle Papali”, facendo dire ad essi ciò che pensa Lei e non ciò che essi, insigniti della Suprema Autorità Apostolica, hanno “realmente” “affermato” e “scritto”, confermando da parte loro – quali “Vicari di Cristo” – sia “l’autenticità” della “Santa Casa” come anche delle “Miracolose Traslazioni” di essa, mentre Lei fa credere il contrario.
Anche ai più importanti e antichi autori attestanti “la Tradizione Storica” - come il Beato Giovanni Battista Spagnoli, il Teramano, il Ricci, ed altri ancora - Lei fa loro dire il contrario di quanto essi hanno “realmente” scritto. Essi parlano “solo” e “soltanto” delle “traslazioni miracolose”, per “il ministero angelico” (gli “angeli” del Cielo!...), mentre Lei - con contorte argomentazioni e “stravolgendo” il senso delle loro parole e dei loro scritti - fa credere ai lettori che essi abbiano parlato di una “traslazione” della Santa Casa avvenuta “per mare”, mediante “la nave”, e non per “il ministero angelico” (cfr. le pp.369-400). Così ugualmente fa nel citare innumerevoli “icone” (cfr. le pagine 401-472).
Poiché così è (e lo dimostrerò punto per punto!), il Suo libro come può allora essere definito un libro “storico”?... In realtà, il Suo libro “LA SANTA CASA DI LORETO”, è invece un libro che opera una autentica “falsificazione storica”!... E con questa “falsificazione storica” Lei - al di là sicuramente delle Sue “buone” intenzioni iniziali - ha ottenuto il solo risultato di “confondere” e “far smarrire” all’intera Chiesa “la verità” della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa e “l’autenticità” stessa della “reliquia nazaretana”. Siamo ormai giunti al punto che – negli anni recenti – in tale “smarrimento” siano potuti “incappare” (pur in totale buona fede) persino “eminenti” e “sante” personalità ecclesiastiche… e che nulla ormai “sembra” che si voglia fare - da parte delle Autorità Ecclesiastiche - per “ripristinare la verità”!...
Tuttavia Lei stesso, nel Suo libro sopra citato, scrive anche, riguardo all’ipotesi del “trasporto umano”: “Questo discorso, ovviamente, è svolto soltanto su un piano ipotetico, non essendoci documenti espliciti in materia…” (cfr. pag.297). Infatti è proprio così… Eppure il Suo libro è “pieno” di documenti “manipolati” e “stravolti”, che vengono citati come se costituissero “l’esplicita” “ dimostrazione” della “verità” delle Sue “false ipotesi”!...
Sta di fatto che attualmente le Sue “ipotesi” (“false”) sono divenute “la verità ufficiale” del Santuario Lauretano, pur “non essendoci documenti espliciti in materia”, come Lei stesso ha dichiarato nel Suo libro. Invece, delle autentiche “prove” storiche, archeologiche e scientifiche e delle “approvazioni” della Chiesa non se ne parla più in alcun modo: tutto viene “occultato” a Loreto!...
… (omissis) …
IL TESTO INTERO DELLA LETTERA APERTA AL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI
Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”
E’ LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL’INDIRIZZO INTERNET
www.lavocecattolica.it/17novembre2005.htm
… (omissis) …
“Restando certo di una Sua positiva risposta a questo mio umile “appello” Le assicuro che non ho mai cessato di pregare per Lei e resto certo anche del Suo contraccambio, presso la “vera” “Santa Casa” di Maria, “veramente” trasportata dagli “angeli del Cielo”, per volere di Dio e di Maria: quella “Santa Casa”, in cui Lei ogni giorno ha l’inestimabile grazia di potersi recare a pregare.
Con sincero e deferente ossequio, La saluto nella carità di Cristo”.
Prof. GIORGIO NICOLINI
IL CORAGGIO DELLA VERITA’
PAOLO VI, discorso al Sacro Collegio del 18 maggio 1970
Oggi, una grande grazia noi dobbiamo implorare con fervore dallo Spirito Santo. L’ora che suona al quadrante della storia esige effettivamente da tutti i figli della Chiesa un grande coraggio, e in modo tutto speciale il coraggio della verità, che il Signore in persona ha raccomandato ai suoi discepoli, quando ha detto: «Che il vostro sì sia sì, il vostro no, no» (cfr. Mt.5,37). (…) Il coraggio della verità si impone più che mai ai cristiani, se vogliono essere fedeli alla loro vocazione di dare un’anima a questo mondo nuovo che si sta cercando. Che la nostra fede a Cristo sia senza incrinature, in questa nostra epoca contrassegnata, come quella di Sant’Agostino, da una vera «miseria e penuria di verità» (Serm.11,11; Miscellanea Agostiniana 1930, p.256). (…)
Il coraggio di proclamare la verità è anche la prima e indispensabile carità che i pastori di anime debbono esercitare. Non ammettiamo mai, anche sotto il pretesto della carità verso il prossimo, che un ministro del Vangelo annunci una parola puramente umana. Ne va di mezzo la salvezza degli uomini. (…) Noi vogliamo fare appello a tutti i pastori responsabili affinché alzino la loro voce quando è necessario, con la forza dello Spirito Santo (cfr. At.1,8), per chiarire ciò che è torbido, raddrizzare ciò che è distorto, riscaldare ciò che è tiepido, riconfortare ciò che è debole, illuminare ciò che è tenebroso. Questa, più che non mai, è l’ora della chiarezza per la fede della Chiesa.
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
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dal 13 dicembre 2005
ULTIMO AGGIORNAMENTO
giovedì, 07 dicembre 2006 17.45
Lettera della Congregazione per il Culto
Divino al Cammino Neocatecumenale
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 1° gennaio 2006 (ZENIT.org).-
Pubblichiamo la lettera che il Cardinale Francis Arinze, Prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha indirizzato
agli iniziatori e ai responsabili del Cammino Neocatecumenale.
* * *
Dalla Città del Vaticano, 1 dicembre 2005
Egregi Signor Kiko Argüello,
Sig.na Carmen Hernandez
e Rev.do Padre Mario Pezzi,
a seguito dei dialoghi intercorsi con questa Congregazione per il Culto Divino e
la Disciplina dei Sacramenti circa la celebrazione della Santissima Eucaristia
nelle comunità del Cammino Neocatecumenale, in linea con gli orientamenti emersi
nell’incontro con Voi dell’11 novembre c.a., sono a comunicarVi le decisioni del
Santo Padre.
Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e
seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere
nulla. Inoltre, circa alcuni elementi si sottolineano le indicazioni e
precisazioni che seguono:
1. La Domenica è il “Dies Domini”, come ha voluto illustrare il Servo di Dio, il
Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica sul Giorno del Signore. Perciò
il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo con il Vescovo diocesano
affinché traspaia anche nel contesto delle celebrazioni liturgiche la
testimonianza dell’inserimento nella parrocchia delle comunità del Cammino
Neocatecumenale. Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino
Neocatecumenale devono perciò partecipare alla Santa Messa della comunità
parrocchiale.
2. Circa le eventuali monizioni previe alle letture, devono essere brevi.
Occorre inoltre attenersi a quanto disposto dall’ “Institutio Generalis Missalis
Romani” (nn. 105 e 128) e ai Praenotanda dell’”Ordo Lectionum Missae” (nn. 15,
19, 38, 42).
3. L’omelia, per la sua importanza e natura, è riservata al sacerdote o al
diacono (cfr. C.I.C., can. 767 § 1). Quanto ad interventi occasionali di
testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli spazi e i modi indicati
nell’Istruzione Interdicasteriale “Ecclesiae de Mysterio”, approvata “in forma
specifica” dal Papa Giovanni Paolo II e pubblicata il 15 agosto 1997. In tale
documento, all’art. 3, §§ 2 e 3, si legge:
§ 2 - “È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior
comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, eccezionalmente,
qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme liturgiche e offerta
in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in particolari giornate
(giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta oggettivamente
conveniente, come illustrativa dell’omelia regolarmente pronunciata dal
sacerdote celebrante. Queste didascalie e testimonianze non devono assumere
caratteristiche tali da poter essere confuse con l’omelia”.
§3 - “La possibilità del ‘dialogo’ nell’omelia (cfr. Directorium de Missis cum
Pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal ministro celebrante
come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad altri il dovere della
predicazione”.
Si tenga inoltre attentamente conto di quanto esposto nell’Istruzione
“Redemptionis Sacramentum”, al n. 74.
4. Sullo scambio della pace, si concede che il Cammino Neocatecumenale possa
usufruire dell’indulto già concesso, fino ad ulteriore disposizione.
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un
tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle
sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata
posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo
normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il
Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri
liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.
6. Il Cammino Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre Preghiere
eucaristiche contenute nel messale, e non solo la Preghiera eucaristica II.
In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della Santa Messa,
segua i libri liturgici approvati, avendo tuttavia presente quanto esposto sopra
ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6.
Riconoscente al Signore per i frutti di bene elargiti alla Chiesa mediante le
molteplici attività del Cammino Neocatecumenale, colgo l’occasione per porgere
distinti saluti.
+ Francis Card. Arinze
Prefetto
Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum