INCIDENTE DIPLOMATICO “STUDIATO”?...

IL PRESIDENTE

DELL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

IL PROF. GIORGIO NICOLINI

A RISCHIO DI ARRESTO!!!...

IN TERRITORIO EXTRA-TERRITORIALE

E’ COSTRETTO DA UN CARABINIERE ITALIANO

A INTERROMPERE LA PREGHIERA DEL ROSARIO

PER LA CHIESA E PER IL MONDO

E AD USCIRE DALLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA

ALLA VIGILIA DELLA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

PRIMA DELLA DIVINA GIUSTIZIA

LE PROFANAZIONI LAURETANE

LA RIMOZIONE DELLA TELA DELLA VITTORIA DI LEPANTO

IL RICORDO DELLA VITTORIA DELLA VERGINE LAURETANA

NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO

RIMOSSA DAL PARLAMENTO

SE NON CI FOSSE STATA LA VITTORIA DI LEPANTO

NON CI SAREBBE STATO IL PARLAMENTO ITALIANO

E NEPPURE BERTINOTTI E I COMUNISTI AL GOVERNO.

E L’ITALIA E L’EUROPA

SAREBBERO DA SECOLI MUSULMANI

 

Da “LIBERO” del 13 aprile 2007

Se Fausto toglie il quadro della Madonna che vince di ANTONIO SOCCI

«Chi controlla il passato», diceva George Orwell, «controlla il futuro». Per questo i comunisti sono sempre stati molto disinvolti nel riscrivere la storia a proprio uso e consumo e magari nello "sbianchettare" le immagini scomode del passato. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha "rimosso" dalla sala di Montecitorio dove riceve (...) le delegazioni una tela rappresentante la battaglia di Lepanto, quella vittoria cristiana che nel 1571 ci salvò dall'invasione turca. Pare che Bertinotti ne fosse imbarazzato per spirito pacifista. Ma che accadeva se nessuno si opponeva loro? Lo si vede nella cattedrale di Otranto, in Puglia, dove si conservano le ossa degli 800 uomini (per primo il vescovo Stefano Pendinelli) a cui i saraceni di Maometto II, 90 anni prima di Lepanto, tagliarono ferocemente la testa, mentre i loro figli e le loro mogli finirono in schiavitù.

APPELLO AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

E ALLA SEGRETERIA DI STATO VATICANA

PER UN INTERVENTO PRESSO IL GOVERNO ITALIANO:

LA PERSECUZIONE CONTRO LA CHIESA

INFIERISCE ANCHE NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA,

DIVENTATA LUOGO DI MERCATO

Venerdì, 13 aprile 2007: circa ore 23.00

A LORETO, MENTRE NELLA BASILICA PONTIFICIA SI SVOLGEVA UN CONCERTO PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA, UN CARABINIERE ITALIANO INTERROMPE LA PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO

DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”, IL PROF. GIORGIO NICOLINI, IN GINOCCHIO DAVANTI ALLA SANTA CASA - PROPRIETA’ VATICANA E DEL PAPA - E LO COSTRINGE AD USCIRE DAL LUOGO SANTISSIMO CON FARE INTIMIDATORIO E RICHIEDENDO I DOCUMENTI.

PROPRIETA’ VATICANE IN PERICOLO!...

MINACCIA DI ARRESTO ED ESPULSIONE

ANCHE DAL “LUOGO SANTISSIMO”!?...

 

A QUANDO LA CHIESA AIUTERA’ IL PAPA

PER RIPRISTINARE LA VERITA’ E SCACCIARE LA MENZOGNA

E DIFENDERE LE PROPRIETA’ VATICANE DAI PROFANATORI?...

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù” (Gv.2,13-22)

 

Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000)

 (Gv.13,34)

Agorà dei Giovani a Loreto

CON MARIA, IN DIALOGO CON GESÙ

Maria, Madre del , tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perchè la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà.
Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perchè Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria, Madonna di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a tutti il Suo amore.

Benedetto XVI

 

Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

 

Non lo sai forse? Non lo hai udito?

Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà. E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni. Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti. Verità dolce, ma intatta, inviolata. (Beato Pio IX)

 

VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013

INIZIO ANNO 2013

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

LETTERA INFORMATIVA n°90

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Venerdì, 13 aprile 2007

Domenica, 12 aprile 2013

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

Questa Lettera Informativa ti viene inviata con i testi a colori.

Queste pagine a colori si possono trasformare in modo autonomo in una lettura in bianco e nero.

Leggi la semplice procedura da seguire nelle note alla fine della Lettera.

Per una migliore lettura si consiglia la stampa dei testi su carta.

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,

di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Conto Corrente Postale 13117056

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

TOTUS TUUS EGO SUM

 

 (Genesi 3,15)

Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era LA LUCE degli uomini; LA LUCE splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv.1,1-5)

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

IN HOC SIGNO VINCES

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali

 

PIU’ FAMIGLIA PIU’ VITA

L’Associazione “LUCE DI CRISTO” ha aderito al COMITATO PER LA FAMIGLIA sostenendone la raccolta di firme

per una mobilitazione rivolta a tutte le famiglie italiane, di estrazione laica, cattolica o di altre fedi religiose,

che si sentano colpite nella loro dignità e funzione sociale

da tentativi di equiparare giuridicamente la famiglia fondata sul matrimonio a qualsiasi forma di convivenza.

COMITATO PER LA FAMIGLIA – Sede Organizzativa: Viale Libia, 174 – 00199 ROMA

Tel./Facs. 06.86386392 – Posta Elettronica: comitatofamiglia@tiscali.it

 

La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza, non rispettandone l’identità e stravolgendone i compiti, causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili”

(Giovanni Paolo II, 20 novembre 2004).

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc.1,26-28).

ALLA VIGILIA DELLA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

E PRIMA DELLA DIVINA GIUSTIZIA

La CORONCINA

DELLA DIVINA MISERICORDIA

            La Festa della Divina Misericordia, secondo l’intenzione di Gesù, deve essere il giorno di riparazione e di rifugio per tutte le anime e specialmente per quelle dei poveri peccatori.
In quel giorno, infatti, l’immensa generosità di Gesù si spande completamente sulle anime infondendo grazie di ogni genere e grado, senza alcun limite. Ne è la prova la grazia principale che Gesù ha legato alla festa della Misericordia per chi si confesserà e comunicherà in quel giorno, che consiste nella totale remissione dei peccati che non sono stati ancora rimessi e di tutte le pene derivanti da questi peccati .   "In quel giorno, chi si confesserà e comunicherà conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" (Q. I, p. 132). "Questa grazia" - spiega don I. Rozycki, studioso del messaggio della Divina Misericordia - "è qualcosa di decisamente più grande che l' indulgenza plenaria. (...). Nelle promesse riportate, Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di "secondo battesimo".

            In modo particolare la Festa sarà un'ottima occasione di riaccostarsi ai Sacramenti per tutti quei fratelli che per motivi personali non si confessano e comunicano da diversi mesi o anni. Non dubitiamo dell'immensa bontà del Signore che ci attende a braccia aperte e approfittiamo della Festa per lavare ogni nostra colpa nel Preziosissimo Sangue.

 

Il 13 settembre 1935, Suor M. Faustina Kowalska ( 1905 - 1938 ), vedendo un Angelo sul punto di eseguire un tremendo castigo sull' umanità, fu ispirata di offrire al Padre

" Il Corpo e il Sangue, l' Anima e la Divinità "

del suo dilettissimo Figlio " in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo ".

Mentre la Santa ripeteva la preghiera, l' Angelo era impotente  a mettere in atto quel castigo.

Il giorno dopo Gesù le chiese di recitare con le medesime parole questa " Coroncina ", usando i grani del Rosario:

" Ecco come reciterai la Coroncina della mia Misericordia. La reciterai per nove giorni cominciando con:

il Padre Nostro, l' Ave Maria e il Credo.

Poi usando una comune corona del Rosario, sui grani del Padre Nostro reciterai la preghiera seguente:

Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue,

l' Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio

e nostro Signore Gesù Cristo,

in espiazione dei nostri peccati

e di quelli di tutto il mondo.

Sui grani dell' Ave Maria reciterai per 10 volte:

Per la sua dolorosa Passione,

abbi misericordia  di noi e del mondo intero.

Per finire, ripeterai 3 volte questa invocazione:

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale,

abbi pietà di noi e del mondo intero.

Il Signore non si limitò a descrivere la coroncina, ma fece a Suor Faustina queste promesse:

" Concederò grazie senza numero a chi recita questa coroncina, per il ricorso alla mia Passione commuove l' intimo della mia Misericordia. Quando la reciti, avvicini a me l' umanità.

Le anime che mi pregheranno con queste parole saranno avvolte dalla mia Misericordia per tutta la loro vita e in modo speciale al momento della morte.

Invita le anime a recitare questa Coroncina e darò loro ciò che chiederanno. Se la reciteranno i peccatori, riempirò la loro anima con la pece del perdono e farò sì che la loro morte sia felice.

I sacerdoti la raccomandino a chi vive nel peccato come una tavola di salvezza. Anche il peccatore più indurito, recitando, sia pure una sola volta questa Coroncina, riceverà qualche grazia dalla mia Misericordia.

Scrivi che, quando questa Coroncina sarà recitata accanto a un morente, mi collocherò io stesso fra quell' anima e il Padre mio, non come giusto giudice, ma come salvatore. La mia Misericordia infinita abbraccerà quell' anima in considerazione delle sofferenze della mia Passione ".

 

L’INSEGNAMENTO DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESU’

            Santa Teresa del Bambino Gesù, proclamata dal Papa Giovanni Paolo II (il 19 ottobre 1997) "Dottore della Chiesa", scriveva: “SI’, LO SENTO, ANCHE SE AVESSI SULLA COSCIENZA TUTTI I PECCATI CHE SI POSSONO COMMETTERE, - e perciò, anche "la somma" stessa di tutti i peccati "possibili" (anche se poi "non" "realmente" "commessi"), di qualunque specie e gravità, da Adamo ed Eva fino all'ultimo uomo e donna che compariranno sulla faccia della terra -  ANDREI, COL CUORE SPEZZATO DAL PENTIMENTO, A GETTARMI TRA LE BRACCIA DI GESÙ, - Egli, infatti, Gesù-Dio "il Salvatore", i "nostri" "peccati" "li" "ha" "assunti" e "redenti" "tutti", indistintamente, senza esclusione alcuna, per ogni singolo uomo e per tutti gli uomini esistiti e che esisteranno sulla faccia della terra fino alla fine del mondo – POICHE’ SO QUANTO EGLI AMI IL FIGLIUOL PRODIGO CHE RITORNA A LUI (cfr. Lc.15,11-32) (dall'autobiografia "STORIA DI UN'ANIMA", n. 339).

Infatti è scritto anche nelle "Rivelazioni" di Gesù a Santa Faustina Kowalska (1905-1938), "Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della mia Misericordia. Chi non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della mia Giustizia. La sorgente della mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le anime. NON NE HO ESCLUSA NESSUNA. L'umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà con piena fiducia alla mia Misericordia. Dì all'umanità sofferente che si rifugi nel mio Cuore Misericordioso, ed io la ricolmerò di pace".

Non diceva già, "con il cuore in mano", prima della venuta stessa di Gesù, il profeta Ezechiele, parlando a nome del Signore: "FORSE CHE IO HO PIACERE DELLA MORTE DEL MALVAGIO - DICE IL SIGNORE DIO - O NON PIUTTOSTO CHE DESISTA DALLA SUA CONDOTTA E VIVA?" (Ez.18,23). E, proseguendo: "VOI DITE: NON E' RETTO IL MODO DI AGIRE DEL SIGNORE. ASCOLTA DUNQUE, POPOLO (...): NON E' RETTA LA MIA CONDOTTA O PIUTTOSTO NON E' RETTA LA VOSTRA? SE IL GIUSTO SI ALLONTANA DALLA GIUSTIZIA PER COMMETTERE L'INIQUITA’ E A CAUSA DI QUESTA MUORE, EGLI MUORE APPUNTO PER L'INIQUITA’ CHE HA COMMESSA. E SE L'INGIUSTO DESISTE DALL'INGIUSTIZIA CHE HA COMMESSA E AGISCE CON GIUSTIZIA E RETTITUDINE, EGLI FA VIVERE SE STESSO. HA RIFLETTUTO, SI E’ ALLONTANATO DA TUTTE LE COLPE COMMESSE: EGLI CERTO VIVRA’ E NON MORIRA’. (...). PERCIO’ IO GIUDICHERO’ OGNUNO DI VOI SECONDO LA SUA CONDOTTA. (...) CONVERTITEVI E DESISTETE DA TUTTE LE VOSTRE INIQUITA’, E L'INIQUITA’ NON SARA’ PIU’ CAUSA DELLA VOSTRA ROVINA. LIBERATEVI DA TUTTE LE INIQUITA’ COMMESSE E FORMATEVI UN CUORE NUOVO E UNO SPIRITO NUOVO. PERCHE’ VOLETE MORIRE?... IO NON GODO DELLA MORTE DI CHI MUORE. PAROLA DEL SIGNORE DIO. CONVERTITEVI E VIVRETE" (Ez.18,25-28.30-32).

Dalla Lettera Aperta del Prof. Giorgio Nicolini

ai Presidenti della Repubblica Italiana

Cfr. Indirizzo Internet:

www.lavocecattolica.it/lettera.presidente.repubblica.html

 

 

Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

(Lc.1,38)

MARIA DI NAZARETH, MADRE DI TUTTI I VIVENTI: LA BELLEZZA CHE SALVERA’ IL MONDO

Alla Santissima Vergine Maria, Madre di Dio: alla piena di grazia, alla benedetta fra tutti i figli di Adamo; alla colomba, alla tortorella, alla diletta di Dio; onore del genere umano, delizia della Santissima Trinità; casa d’amore, esempio di umiltà, specchio di tutte le virtù; madre del bell’amore, madre della santa speranza e madre di misericordia; avvocata dei miseri, difesa dei deboli, luce dei ciechi e medicina degli infermi; ancora di confidenza, città di rifugio, porta del Paradiso; arca di vita, iride di pace, porto di salvezza; stella del mare e mare di dolcezza; paciera dei peccatori, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati; consolatrice degli afflitti, conforto dei moribondi ed allegrezza del mondo” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

LA SANTA CASA DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA

LA DISSACRAZIONE LAURETANA DELLA SANTA CASA E DEI LUOGHI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LA DISTRUZIONE DELLA SANTA CASA PREPARA LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA

Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino)

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

www.operadellavita.it

LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000)

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO;

CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO (Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO L’1-2 SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

INCIDENTE DIPLOMATICO “STUDIATO”?...

Il PROF. GIORGIO NICOLINI

PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

ORMAI A RISCHIO DI ARRESTO?!?...

DENUNCIA A TUTTA LA CHIESA

E AL GOVERNO ITALIANO

DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

Venerdì, 13 aprile 2007: circa ore 23.00

A LORETO, MENTRE NELLA BASILICA PONTIFICIA SI SVOLGEVA UN CONCERTO PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA, UN CARABINIERE ITALIANO ENTRA NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA (TERRITORIO EXTRA-TERRITORIALE) E INTERROMPE LA PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO OFFERTO PER LA CHIESA E PER IL MONDO DAL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”, IL PROF. GIORGIO NICOLINI, IL QUALE STAVA IN GINOCCHIO DAVANTI ALLA SANTA CASA E DAVANTI ALLA STORIA DELLA SANTA CASA INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO - PROPRIETA’ VATICANA E DEL PAPA - E LO COSTRINGE AD USCIRE DAL LUOGO SANTISSIMO CON FARE INTIMIDATORIO E RICHIEDENDO I DOCUMENTI, PER IL MOTIVO PRETESTUOSO DI AVERE DANNEGGIATO I LIBRETTI – “PAGATI” – CONTENENTI LA MENZOGNA DEL TRASPORTO UMANO DEI PRINCIPI ANGELI DELL’EPIRO, IL “CODICI DA VINCI” LAURETANO INVENTATO DAL PADRE SANTARELLI E ANCORA MANTENUTO NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LETTURA BIBLICA

 (Dal libro del Profeta Isaia: 30,8-21)

Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne. Poiché questo è un popolo ribelle, sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore. Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti: «Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo di Israele». Pertanto dice il Santo di Israele: «Poiché voi rigettate questo avvertimento e confidate nella perversità e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia che minaccia di crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo, improvviso, e si infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua dalla cisterna». Poiché dice il Signore Dio, il Santo di Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza». Ma voi non avete voluto, anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli». - Ebbene, fuggite! - «Cavalcheremo su destrieri veloci». Ebbene più veloci saranno i vostri inseguitori. Mille si spaventeranno per la minaccia di uno, per la minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché resti di voi qualcosa come un palo sulla cima di un monte e come un'asta sopra una collina. Eppure il Signore aspetta per farvi grazia, per questo sorge per aver pietà di voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui! Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, tu non dovrai più piangere; a un tuo grido di supplica ti farà grazia; appena udrà, ti darà risposta. Anche se il Signore ti darà il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela», caso mai andiate a destra o a sinistra.

 

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

 

Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

 

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).

 

“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18)

LA STORIA DELLA SANTA CASA

INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO

PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII

 

All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione del 1595 di Papa Clemente VIII,  che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della “reliquia nazaretana” che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione angelica.

 

Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie della eternità.

 

 

L’INSEGNAMENTO DEL GRANDE PONTEFICE BEATO PIO IX

SULLA “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

E LA GRANDEZZA INCOMPARABILE DEL SANTUARIO DI LORETO

Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852

 

“Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio (Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852).

 

LA DIVINA E PROVVIDENZIALE “PREPARAZIONE” NEI SECOLI

DEL PROFETIZZATO “TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA”

Nazareth-Tersatto-Ancona-LORETO: la Casa Nazaretana del “Concepimento Immacolato di Maria” viene dagli “angeli” miracolosamente trasportata “in vari luoghi” “prescelti” e infine collocata stabilmente a Loreto.

LOURDES: Maria rivela a Santa Bernadetta e conferma il suo “privilegio”: “Io sono l’Immacolata Concezione”, che avvenne nella Santa Casa di Nazareth.

FATIMA: Maria rivela ai tre pastorelli che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al suo Cuore “Immacolato” per pervenire al compimento del suo predetto “trionfo” futuro.

Tersatto/LORETO-Ancona-MEDIUGORIE: Maria sta portando a compimento il futuro “trionfo” del suo Cuore Immacolato, “concepito” “Immacolato” nella Santa Casa di Nazareth (che ha “sostato” a Tersatto, Ancona e Loreto, luoghi da cui oggi “si deve” “necessariamente” passare o partire per andare a Mediugorie).

 

 

“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18)

 

LE APPROVAZIONI DEI SOMMI PONTEFICI

DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

Tratto dal libro di Giorgio Nicolini

“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

 

Il Papa Leone X, a riguardo del Santuario di Loreto e della Santa Casa di Nazareth in esso custodita, facendo seguito ai “pronunciamenti” di altri suoi predecessori, scriveva e “dichiarava” nel lontano 1515, in un modo “solenne ed inequivocabile”: “A testimonianza di tutti, è il primo e il più celebre di tutti i Santuari, perché è provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515  Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

In queste parole inequivocabili del Papa Leone X vi è riassunta ed approvata in modo solenne tutta “la verità storica” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, che hanno fatto di Loreto “il primo” e “il più celebre” di tutti i Santuari.

Nel Santuario della Santa Casa di Loreto l’autorità solenne dei Romani Pontefici ha impresso nei secoli un’impronta profonda. Non vi è un altro Santuario, fuori di Roma, che registri tanti documenti di presenza e di interessamento dei Sommi Pontefici come per quello di Loreto. Si potrebbe dire che il Santuario della Santa Casa è per eccellenza il Santuario del Papa. Oltre sette secoli di splendida vita del Santuario parlano continuamente dei Papi e della loro premura e protezione dell’umile Casetta di Nazareth, “miracolosamente” giunta sul colle lauretano: e ciò da Clemente V, che ne parla in una Bolla del 1310, sino all’ultimo “santo” Pontefice Giovanni Paolo II.

Sono stati proprio i Sommi Pontefici che hanno riconosciuto “la verità” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto, che taluni oggi vorrebbero far passare per “leggenda”. Invece essa è “storia” “vera”, documentata in un modo amplissimo. Tale “verità” ha costituito una “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso”, quale “mai” in tutta la storia della Chiesa è stato fatto!…

Di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, di Kibeho e di tanti altri prodigi divini avvenuti lungo il corso della Storia della Chiesa esiste quasi sempre solo “una singola approvazione”, e per lo più solo e semplicemente delle “autorità ecclesiastiche locali”: eppure nessuno dubita (ovviamente tra i cristiani cattolici) riguardo alla “verità storica” che tali approvazioni certificano! Riguardo invece al “riconoscimento” della “verità storica” dell’evento della “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è “l’unico caso” nella Storia della Chiesa di una “approvazione ecclesiastica” da parte dei Sommi Pontefici “dichiarata” e “ripetuta” “continuamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, per secoli e secoli, in centinaia e centinaia di documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi.

Se anche non esistessero tutte le innumerevoli e inconfutabili “prove” storiche, archeologiche e scientifiche, e persino le “rivelazioni mistiche” dei Santi, che dissipano ogni dubbio, la “prova” ancor più “convincente” e, si dovrebbe dire, per un cattolico anche “vincolante”, è quella data proprio dai pronunciamenti dei Sommi Pontefici, che impegnano il cattolico ad un “obbediente ossequio”, come insegna il Concilio Vaticano II (cfr. “Lumen Gentium”, n.25), anche se non fanno parte del Magistero infallibile dato “ex-cathedra”, a cui soltanto è dovuta l’obbedienza della fede.

Si può, infatti, dimenticare o sottovalutare o addirittura contraddire e rifiutare le “testimonianze” stesse e “i pronunciamenti” “ufficiali” e “solenni” dei Sommi Pontefici fatti a riguardo della “questione lauretana” lungo il corso dei secoli? Se non fossero “proprio vere” tutte le narrazioni sulle “traslazioni miracolose” della Santa Casa - tramandate inizialmente “a voce” e poi “messe per iscritto” - come si spiega che i Sommi Pontefici, sin dall’inizio del suo arrivo a Loreto, abbiano dato tanto grande importanza all’umile “Casa di Loreto”, proteggendola in ogni modo, e arricchendola di favori, privilegi ed indulgenze ed attestando apertamente, proprio loro, in “documenti ufficiali” Pontifici, la sua origine “miracolosa”?

Anche se ciò non è oggi più documentabile, esiste però la testimonianza del grande “Dottore della Chiesa” San Pietro Canisio (1521-1597) che scrisse come fosse già dal Papa Niccolò IV che i Papi parlarono e confermarono la verità delle miracolose traslazioni. Ed è singolare rilevare come Niccolò IV sia stato Papa dal 1288 al 1292. Perciò quel Papa, se ne ha davvero parlato, si era necessariamente riferito alla “sola” “traslazione miracolosa” di Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), e non a quelle di Loreto, perché a Tersatto la Santa Casa arrivò il 10 maggio 1291 e se ne partì il 10 dicembre 1294 (come attesta una lapide ancora esistente a Tersatto), cioè due anni dopo la morte dello stesso Niccolò IV. Quindi non era ancora avvenuto, al tempo di Niccolò IV, la traslazione miracolosa in Italia, nell’anconitano. Quindi al Papa dell’epoca era già noto sin dal primissimo anno (1291) quanto era avvenuto della “prima” traslazione miracolosa, senza sapere da parte sua che ce ne sarebbero state altre in territorio italiano. Il fatto che non è arrivata a noi la documentazione che comprova quanto ha affermato San Pietro Canisio riguardo alla testimonianza del Papa Niccolò IV non vuol dire (come scrivono certi autori) che non sia vero che quel Papa ne abbia parlato davvero. Semplicemente non ci è arrivata la documentazione a cui San Pietro Canisio attinse (e come si può dubitare della “testimonianza” di San Pietro Canisio al riguardo?...).

Esiste ancora, invece, quanto scrisse il Papa Clemente V. Egli, come sopra accennato, parla della Santa Casa di Loreto (mèta di pellegrinaggi da tutta Europa già da quegli ultimi anni del XIII secolo), in una Bolla, datata da Avignone il 18 luglio 1310, che ratificava il voto fatto da pii pellegrini germanici recatisi a Loreto e nella quale espressamente parlava della “miracolosa divina Vergine Lauretana”. Così pure ne parlarono altri Papi successivi, come Gregorio XI che, da Avignone, il 2 novembre 1375, concesse speciali indulgenze a coloro che nelle principali solennità dell’anno avessero visitato la Chiesa della Beata Vergine di Loreto, ove, egli scrive, “avvenivano innumerevoli miracoli”.

Tra i Papi successivi, in modo particolare bisogna ricordare il Papa Pio II, morto il 14 agosto 1464 in Ancona,  ove era potuto giungere (nonostante fosse gravemente ammalato) per “una grazia” ottenuta proprio dalla Vergine Lauretana, allo scopo di presenziare alla partenza di una Crociata (però non più partita) da quel porto. Ma, soprattutto, bisogna ricordare il Papa Paolo II, successore di Pio II, che l’assistette come Cardinale (si chiamava Pietro Barbo, di Venezia) nei suoi ultimi giorni di vita in Ancona e che - non potendo rientrare a Roma per la peste che lo aveva colpito - ebbe tra le mura della Santa Casa “l’istantanea” “miracolosa” guarigione dalla peste e la (privata) “rivelazione” dalla Madonna della sua imminente elezione al soglio pontificio, come avvenne pochi giorni dopo a Roma, il 30 agosto 1464, eletto subito al primo scrutinio. Egli volle allora manifestare la sua riconoscenza alla Vergine Lauretana nella sua prima Enciclica del 19 ottobre di quello stesso anno. Il Sommario di questo documento pontificio fu fatto scolpire dal Governatore della Santa Casa, Vincenzo Casali, in una grande lastra di marmo che ancora oggi è murata nella prima lesena della navata di sinistra della Basilica di Loreto e in essa si legge un grande elogio al Santuario, fatto celebre dai grandi e stupendi miracoli che, scrive testualmente il Papa, “abbiamo noi stessi esperimentati nella nostra persona”. Poi egli concesse un’indulgenza straordinaria, in due Giubilei distinti, a coloro che avessero visitato il Santuario di Loreto e scrivendo, nella “Bolla” del 12 febbraio 1470, un grande elogio per il Santuario di Loreto, disse testualmente che esso era stato miracolosamente fondato. Queste le parole del Sommo Pontefice: “Cupientes ecclesiam Beatae Mariae de Laureto in honorem eiusdem Sacratissimae Virginis… miraculose fundatam, in qua, sicut fides dignorum habet assertio et universi potest constare fidelibus, ipsius Virginis gloriosae imago angelico comitante coetu mira Dei clementia collocata est…” (12 febbraio 1470).

Si può misconoscere una dichiarazione così esplicita di un Sommo Pontefice, che non impegna certo la fede in senso “dogmatico”, ma che tuttavia richiede indiscutibilmente un “obbediente ossequio”? E così, si possono misconoscere tutti i pronunciamenti fatti da tanti altri Pontefici successivi, sino ai nostri giorni? Come, ad esempio, dal Papa Giulio II, pure lui “miracolato” dalla Vergine Lauretana (ne esiste ancora nella Santa Casa il suo “ex-voto”). Egli, con una sua Bolla del 21 ottobre 1507, confermò al Santuario di Loreto le indulgenze date dai suoi predecessori, per alcune feste, alle quali aggiunse quella dell’Annunciazione e, togliendo la Santa Casa dalla giurisdizione del Vescovo di Recanati, la dichiara “Chiesa Pontificia”, alle immediate dipendenze della Santa Sede. Anche il Papa Giulio II afferma nella sua Bolla che la Santa Casa di Loreto è la Camera ove Maria fu salutata dall’Angelo, concepì il Salvatore, lo nutrì ed allevò. Questa camera - egli afferma testualmente - fu la prima chiesa consacrata dagli Apostoli in onore di Dio e della Vergine e fu poi miracolosamente trasportata, prima nella Dalmazia e quindi a Loreto.

            Ancor più inequivocabile, chiarissimo e perentorio, è il pronunciamento – citato all’inizio - del Sommo Pontefice Leone X, che, con “Breve” del 1° giugno del 1515 nominò il Card. Bernardo Dovizi di Bibbiena Procuratore del Papa a Loreto e poi, nel 1519, Amministratore Perpetuo della Santa Casa, della quale scrive, come riportato all’inizio: “A testimonianza di tutti, è il primo e il più celebre di tutti i Santuari, perché è provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

            Questo documento pontificio non ha bisogno di illustrazione o di ulteriori commenti: è il Vicario di Cristo che parla in esso e - ancora più chiaramente e più decisamente dei suoi predecessori - egli “approva ufficialmente” e fa sua la storia della traslazione miracolosa della Santa Casa. Egli afferma con sicurezza che tali fatti sono “provati” da “testimoni degni di fede”. Può il Papa Leone X aver scritto una affermazione così “impegnativa” senza avere verificato ogni cosa con un esame lungo e scrupoloso ed essersi accertato della “verità” di quanto andava scrivendo, con cui attestava in maniera così “ufficiale” e “solenne” - e quale “Vicario di Cristo” - la “verità storica” della “miracolosa traslazione”?…

            Tali conferme si hanno anche da tanti altri Papi successivi. Tra di essi, Clemente VII, che mandò anche una commissione a Nazareth e a Tersatto per verificare le misure delle fondamenta della Santa Casa rimaste a Nazareth e le impronte da questa lasciate a Tersatto (tutte coincidenti); come anche San Pio V, che volle fossero scritto nella Basilica le parole “Vera domus florida quae fuit in Nazareth”, attribuendo poi la vittoria dei cristiani a Lepanto all’intercessione della Vergine Lauretana, istituendone poi la Festa del Santo Rosario il 7 ottobre.

In speciale modo, poi, Sisto V, il grande Papa Marchigiano, fu uno dei più insigni benefattori della Santa Casa, che fin da fanciullo aveva imparato ad amare e a venerare. Egli elevò al rango di “città” Loreto e la fece sede Vescovile. La sua Bolla del 17 marzo 1586, con la quale concede questi privilegi a Loreto, è un inno alle glorie e all’origine miracolosa del Santuario che accoglie - egli dice testualmente - “la santa stanza consacrata dai Misteri Divini, nella quale Maria nacque, fu salutata dall’Angelo e concepì di Spirito Santo il Salvatore del mondo” (Magnum Bullarium, Roma, 1863, T. VIII, p.666).

Così anche ne furono devotissimi il Beato Pio IX, che proprio nella Santa Casa fece “voto” di abbracciare la vita ecclesiastica se fosse stato guarito da una grave malattia, come poi realmente avvenne (e così diventò “sacerdote”, “vescovo”, “papa” e “santo”!).

Per non parlare poi di Leone XIII che, in occasione del Sesto Centenario della Traslazione, solennemente celebrato nell’anno 1894, pubblicò una delle sue più belle Encicliche – la “Felix Lauretana Civitate” (del 23 gennaio 1894) -, nella quale fece professione della sua specialissima devozione alla Santa Casa di Loreto, che egli definì uno dei monumenti più sacri della fede cristiana, e scrivendo in modo chiarissimo (e testualmente) che la Santa Casa per benignissimo consiglio di Dio fu trasportata miracolosamente in Italia.

            Si può ben dire che, oltre ai Papi precedenti (che ne hanno parlato sin dalle origini degli eventi miracolosi accaduti), ma soprattutto da Paolo II sino al Papa Giovanni Paolo II, per secoli e secoli, i Sommi Pontefici hanno fatto a gara nel dimostrare la loro venerazione e il loro amore per la Santa Casa custodita nel Santuario di Loreto.

            Infine - e ciò è ancor più “impegnativo” per la Chiesa! - i Sommi Pontefici  concessero la Festa Liturgica della “Traslazione Miracolosa”, fissandola al 10 dicembre.

Bisogna, in proposito, aver chiaro che il 10 dicembre non si festeggia “la Casa trasportata”, come qualche studioso “confonde”, con un sottile gioco di parole:  e ciò per giustificare il valore della possibilità della “traslazione umana”, senza accorgersi che in tal modo sta contraddicendo apertamente la Liturgia. La Chiesa, invece, intende festeggiare proprio il “fatto storico” della “Traslazione miracolosa” della Santa Casa, ad opera degli angeli!… D’altra parte è palesemente contraddittorio affermare di poter festeggiare “la Casa trasportata”, quando si sostiene nel contempo l’ipotesi che a Loreto vi siano state trasportate solo “le sante pietre” “prese” dalla Santa Casa. Se così fosse, allora si dovrebbe dire che si possono festeggiare solo le reliquie “trasportate” a Loreto delle sole “sante pietre” della Santa Casa e non si potrebbe perciò festeggiare anche “l’intera” Santa Casa, visto che a Loreto vi sarebbero solo delle “pietre” “prese” dalla Santa Casa di Nazareth. Se così fosse, inoltre, allora a Loreto non c’è la “vera” Casa di Maria (quella di Nazareth), ma solo delle “pietre” “portate vie” dalla Casa di Nazareth e “ricomposte a Loreto”. Come si può quindi festeggiare “la traslazione” (anche fosse quella “umana”) della Casa di Nazareth, se a Loreto vi sono solo delle “pietre” di quella Casa? Allora si dovrebbe festeggiare solo “il trasporto” delle “sante pietre” portate via dalla Casa di Nazareth… In tal modo, però, la Chiesa “ha sbagliato” (?) ad istituire la “Festa della traslazione” (anche fosse solo quella “umana”) e dovrebbe perciò davvero “modificare” (!) la “Festa della Traslazione Miracolosa” del 10 dicembre!… E’ possibile tutto questo?… Non sono evidentissime tutte queste “assurdità” e “contraddizioni” esposte da scrittori recenti ed iniziate a propagarsi proprio dall’interno del Santuario stesso?…

            Nelle cose opinabili ciascuno può pensare come crede. Nel caso nostro, però, a riguardo della Santa Casa, ci troviamo dinanzi non solo a “prove critiche”, ma anche ad atti di Sommi Pontefici, culminanti nella consacrazione liturgica della “Festa della Traslazione” (e ripeto: la liturgia intende la “traslazione” “miracolosa”!), che mette in rilievo ed esalta la tradizione lauretana; andare contro di essa è, per un buon cattolico, un atto, per lo meno “irriverente”.

            L’istituzione della Festa, già celebrata da sempre a livello locale, si ebbe con un Decreto del 29 novembre 1632, della Sacra Congregazione dei Riti, che, dopo maturo esame, approvava per la Regione delle Marche la Festa della Traslazione della Santa Casa e la fissava al 10 dicembre. Il 16 settembre del 1699, Innocenzo XII concedeva alle medesime Diocesi delle Marche l’Ufficio proprio della Traslazione della Santa Casa, con approvazione della lettura del trasporto miracoloso del sacello nazaretano, e con relativa Messa. Benedetto XII l’estendeva a Roma, allo Stato Pontificio e a tutte le Diocesi che ne avessero fatto domanda.

Nella VI Lezione è brevemente descritta la storia della Traslazione (intendendo sempre, come ben si legge, quella “miracolosa”!) ed è ricordata la venerazione secolare dei fedeli alla Santa Casa: “Ipsius autem Virginis Natalis Domus divinis mysteriis consecrata, Angelorum ministerio, ab infidelium potesatte in Dalmatiam prius, deinde in agrum Lauretanum Picenae Provinciae translata fuit… eamdemque ipsam esse in qua Verbum caro factum est et habitavit in nobis, tum Pontificiis diplomatibus et celeberrima totius orbis veneratione, tum continua miraculorum virtute et coelestium beneficiorum gratia comprobatur”.

            Questo testo è una magnifica sintesi di quanto fin qui detto ed è un “documento ufficiale” della Chiesa, approvato dai Sommi Pontefici, valido ancor oggi, in cui la Festa della Traslazione è ancora celebrata il 10 dicembre di ogni anno, anche se - in verità - non è la data esatta (a causa di un errore di un archivista di Recanati), perché tale data è “la data di partenza da Tersatto”, come riporta una lapide ancora esistente nel Santuario di Tersatto. Nella “selva della signora Loreta”, nella zona recanatese, la Santa Casa in realtà giunse probabilmente alla fine del 1295, dopo essere stata per nove mesi su una collina di Ancona, chiamata da allora – per quell’evento miracoloso – “Posatora”, così come attestano lapidi, chiese e documenti esistenti ancor oggi in Ancona. Solo nel 1296 (come anche è scritto nell’attuale rivestimento marmoreo del Bramante) la Santa Casa fu ancora “miracolosamente trasportata” sul Monte Prodo, sul campo di due fratelli e poi sulla “pubblica strada”, là ove poi sorse la cittadina di Loreto.

            Infine, “a suggello conclusivo”, bisogna ricordare ancora che il Papa Benedetto XV, accogliendo i voti di moltissimi Vescovi e fedeli, il 24 marzo 1920 dichiarava la Beata Vergine di Loreto Patrona principale degli Aviatori, riconoscendo “autentica” la tradizione del “volo miracoloso” della Santa Casa ad opera degli “angeli del Cielo”. Infatti, con tale proclamazione, Benedetto XV approvò espressamente e pienamente la Tradizione, la quale vuole che la Beata Vergine abbia guidato nei cieli e sul mare la sua Casetta, quando questa fu dagli angeli portata dalla Palestina in Dalmazia e poi sul suolo Italiano.

            Tutte queste concessioni furono fatte dalla Santa Sede dopo un lungo e approfondito studio, e non senza discussioni e obiezioni da parte del Promotore della Fede, in seno alla Sacra Congregazione dei Riti, e costituiscono uno dei più validi argomenti per dimostrare che la tradizione lauretana è basata sulla verità.

La Chiesa non avrebbe diversamente approvate le preghiere liturgiche, che citano “la miracolosità” della Traslazione, perché “lex orandi est lex credendi”.

Per approfondire questi argomenti, nel Sito Internet www.lavocecattolica.it è stata aperta una sezione – www.lavocecattolica.it/santacasa.htm - interamente dedicata alle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, nella quale saranno gradualmente pubblicate tutte le documentazioni storiche, archeologiche, scientifiche, le approvazioni dei Papi e le rivelazioni mistiche dei Santi, attestanti “LA VERITA’ STORICA DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”, come scrisse il Beato Giovanni Battista Spagnoli nel “riportare” (dalle antiche documentazioni) la storia delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

SALMO 22

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. Eppure tu abiti la santa dimora, tu, lode di Israele. In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico». Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta. Mi circondano tori numerosi, mi assediano tori di Basan. Spalancano contro di me la loro bocca come leone che sbrana e ruggisce. Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle mie viscere. E' arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai deposto. Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita. Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali. Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea. Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano: «Viva il loro cuore per sempre». Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra, si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli. Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni. A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l'opera del Signore!».

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazareth

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.                                                                                                                                    www.operadellavita.it

 

LETTURA BIBLICA

(del giorno 2 aprile, nella commemorazione del santo transito di Giovanni Paolo II)

Dal Libro del Profeta Isaia (42,1-7)

Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Così dice il Signore Dio che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà  il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.

 

CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA
CON I GIOVANI DELLA DIOCESI DI ROMA

IN PREPARAZIONE ALLA XXII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Giovedì, 29 marzo 2007

Cari amici,

            ci incontriamo questa sera, in prossimità della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che ha per tema, come sapete, il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù nella notte in cui fu tradito: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv.13,34). Saluto cordialmente tutti voi che siete venuti dalle varie parrocchie di Roma. Saluto il Cardinale Vicario, i Vescovi Ausiliari, i sacerdoti presenti, con un pensiero speciale per i confessori che tra poco saranno a vostra disposizione. L’odierno appuntamento, come già ha anticipato la vostra Portavoce, che ringrazio per le parole rivoltemi a vostro nome all’inizio della celebrazione, assume un profondo ed alto significato. È, infatti, un incontro attorno alla Croce, una celebrazione della misericordia di Dio che nel Sacramento della confessione ognuno di voi potrà sperimentare personalmente.

            Nel cuore di ogni uomo, mendicante di amore, c’è sete di amore. Il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, scriveva già nella sua prima Enciclica Redemptor hominis: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa pienamente” (n.10). Ancor più il cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l’amore vero non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nell’Enciclica Deus caritas est, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (n.1).

            L’amore di Dio per noi, iniziato con la creazione, si è fatto  visibile nel mistero della Croce, in quella kenosi di Dio, in quello svuotamento ed umiliante abbassamento del Figlio di Dio che abbiamo sentito proclamare dall’apostolo Paolo nella prima Lettura, nel magnifico inno a Cristo della Lettera ai Filippesi. Sì, la Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio per noi. Un amore crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdì Santo, ma culmina nella gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo, Spirito dell’amore per mezzo del quale, anche questa sera, saranno rimessi i peccati e concessi il perdono e la pace.

            L’amore di Dio per l’uomo, che si esprime in pienezza sulla Croce, è descrivibile con il termine agape, ossia “amore oblativo che cerca esclusivamente il bene dell’altro”, ma pure con il termine eros. Infatti, mentre è amore che offre all’uomo tutto ciò che Dio è, come ho osservato nel Messaggio per questa Quaresima, è anche un amore dove il “cuore stesso di Dio, l’Onnipotente, attende il ‘sì’ delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa”.

            Purtroppo “fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7)”. Ma nel sacrificio della Croce Dio continua a riproporre il suo amore, la sua passione per l’uomo, quella forza che, come si esprime lo Pseudo Dionigi, “non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato” (De divinis nominibus, IV, 13; PG 3, 712), venendo a “mendicare” l’amore della sua creatura.

            Questa sera, accostandovi al Sacramento della confessione, potrete fare l’esperienza del “dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla” (CCC, 1999) affinché, uniti a Cristo, diventiamo creature nuove (cfr 2 Cor 5,17-18).

            Cari giovani della Diocesi di Roma, con il Battesimo voi siete già nati a vita nuova in virtù della grazia di Dio. Poiché però questa vita nuova non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l’inclinazione al peccato, ci è data l’opportunità di accostarci al Sacramento della confessione. Ogni volta che lo fate con fede e devozione, l’amore e la misericordia di Dio muovono il vostro cuore, dopo un attento esame di coscienza, verso il ministro di Cristo. A lui, e così a Cristo stesso, esprimete il dolore per i peccati commessi, con il fermo proposito di non peccare più in avvenire e con la disponibilità ad accogliere con gioia gli atti di penitenza che egli vi indica per riparare il danno causato dal peccato.

            Sperimentate così il “perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il ricupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenza del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l’accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano di ogni giorno” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 310). Con il lavacro penitenziale di questo Sacramento, siamo riammessi nella piena comunione con Dio e con la Chiesa, compagnia affidabile perché “sacramento universale di salvezza” (Lumen gentium, 48).

            Nella seconda parte del comandamento nuovo il Signore dice: “Amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Certamente Egli attende che ci lasciamo attrarre dal suo amore e ne sperimentiamo tutta la grandezza e bellezza, ma non basta! Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore, come Lui ci ha amati. Oggi, come sempre, c’è tanto bisogno di una rinnovata capacità di amare i fratelli. Uscendo da questa celebrazione, con i cuori ricolmi dell’esperienza dell’amore di Dio, siate preparati ad “osare” l’amore nelle vostre famiglie, nei rapporti con i vostri amici e anche con chi vi ha offeso. Siate preparati ad incidere con una testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ad impegnarvi nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società.

            Voi, giovani fidanzati, vivete il fidanzamento nell’amore vero, che comporta sempre il reciproco rispetto, casto e responsabile. Se il Signore chiama alcuni di voi, cari giovani amici di Roma, ad una vita di particolare consacrazione siate pronti a rispondere con un “sì” generoso e senza compromessi. Donandovi a Dio e ai fratelli, sperimenterete la gioia di chi non si ripiega su se stesso in un egoismo troppo spesso asfissiante. Ma tutto ciò, certamente, ha un prezzo, quel prezzo che Cristo per primo ha pagato e che ogni suo discepolo, anche se in modo ben inferiore rispetto al Maestro, deve anch’egli pagare: il prezzo del sacrificio e dell’abnegazione, della fedeltà e della perseveranza senza le quali non c’è e non ci può essere vero amore, pienamente libero e sorgente di gioia.

            Cari ragazzi e ragazze, il mondo aspetta questo vostro contributo per l’edificazione della “civiltà dell’amore”. “L’orizzonte dell’amore è davvero sconfinato: è il mondo intero!” (Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù). I sacerdoti che vi seguono ed i vostri educatori sono certi che, con la grazia di Dio ed il costante soccorso della sua divina misericordia, riuscirete ad essere all’altezza dell’arduo compito al quale il Signore vi chiama. Non perdetevi d’animo ed abbiate sempre fiducia in Cristo e nella sua Chiesa! Il Papa vi è vicino e vi assicura un ricordo quotidiano nella preghiera, affidandovi particolarmente alla Vergine Maria, Madre di misericordia, perché vi accompagni e vi sostenga sempre. Amen!

Cfr. http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2007/documents/hf_ben-xvi_hom_20070329_penance-youth_it.html

 

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

IL VITTORIOSO ROSARIO LAURETANO

LA VITTORIA DI LEPANTO OTTENUTA PER L’INTERVENTO DELLA VERGINE LAURETANA

AUXILIUM CHRISTIANORUM ORA PRO NOBIS

LA RIMOZIONE DELLA TELA DELLA VITTORIA DI LEPANTO

IL RICORDO DELLA VITTORIA DELLA VERGINE LAURETANA

NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO

RIMOSSA DAL PARLAMENTO

SE NON CI FOSSE STATA LA VITTORIA DI LEPANTO

NON CI SAREBBE STATO IL PARLAMENTO ITALIANO

E NEPPURE BERTINOTTI E I COMUNISTI AL GOVERNO.

E L’ITALIA E L’EUROPA SAREBBERO DA SECOLI MUSULMANI

 

Da “LIBERO” del 13 aprile 2007

Se Fausto toglie il quadro della Madonna che vince di ANTONIO SOCCI

«Chi controlla il passato», diceva George Orwell, «controlla il futuro». Per questo i comunisti sono sempre stati molto disinvolti nel riscrivere la storia a proprio uso e consumo e magari nello "sbianchettare" le immagini scomode del passato. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha "rimosso" dalla sala di Montecitorio dove riceve (...) le delegazioni una tela rappresentante la battaglia di Lepanto, quella vittoria cristiana che nel 1571 ci salvò dall'invasione turca. Pare che Bertinotti ne fosse imbarazzato per spirito pacifista. Ma che accadeva se nessuno si opponeva loro? Lo si vede nella cattedrale di Otranto, in Puglia, dove si conservano le ossa degli 800 uomini (per primo il vescovo Stefano Pendinelli) a cui i saraceni di Maometto II, 90 anni prima di Lepanto, tagliarono ferocemente la testa, mentre i loro figli e le loro mogli finirono in schiavitù.

 

IN DIFESA DELLA NOSTRA FEDE cristiana

PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…

POTREMMO ANCOR OGGI ESSERE “CRISTIANI” SE NON CI FOSSE STATA LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO?...

Potremo nel futuro rimanere “cristiani” se non ci sarà più la Santa Casa di Nazareth a Loreto?...

 

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».

(Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:

FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.

(Gb.38,10)

 

SAN BARTOLOMEO

NELLA PAROLA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

(Mercoledì, 4 ottobre 2006)

Cari fratelli e sorelle,

            nella serie degli Apostoli chiamati da Gesù durante la sua vita terrena, oggi è l’apostolo Bartolomeo ad attrarre la nostra attenzione. Negli antichi elenchi dei Dodici egli viene sempre collocato prima di Matteo, mentre varia il nome di quello che lo precede e che può essere Filippo (cfr Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 6,14) oppure Tommaso (cfr At 1,13).

            Il suo nome è chiaramente un patronimico, perché formulato con esplicito riferimento al nome del padre. Infatti, si tratta di un nome di probabile impronta aramaica, bar Talmay, che significa appunto “figlio di Talmay”.

            Di Bartolomeo non abbiamo notizie di rilievo; infatti, il suo nome ricorre sempre e soltanto all’interno delle liste dei Dodici citate sopra e, quindi, non si trova mai al centro di nessuna narrazione. Tradizionalmente, però, egli viene identificato con Natanaele: un nome che significa “Dio ha dato”. Questo Natanaele proveniva da Cana (cfr Gv 21,2) ed è quindi possibile che sia stato testimone del grande ‘segno’ compiuto da Gesù in quel luogo (cfr Gv 2,1-11).

            L’identificazione dei due personaggi è probabilmente motivata dal fatto che questo Natanaele, nella scena di vocazione raccontata dal Vangelo di Giovanni, è posto accanto a Filippo, cioè nel posto che ha Bartolomeo nelle liste degli Apostoli riportate dagli altri Vangeli. A questo Natanaele, Filippo aveva comunicato di aver trovato “colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti: Gesù, figlio di Giuseppe, da Nazaret” (Gv 1,45).

            Come sappiamo, Natanaele gli oppose un pregiudizio piuttosto pesante: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” (Gv.1,46a). Questa sorta di contestazione è, a suo modo, importante per noi. Essa, infatti, ci fa vedere che, secondo le attese giudaiche, il Messia non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era appunto Nazaret (vedi anche Gv.7,42). Al tempo stesso, però, pone in evidenza la libertà di Dio, che sorprende le nostre attese facendosi trovare proprio là dove non ce lo aspetteremmo. D’altra parte, sappiamo che Gesù in realtà non era esclusivamente “da Nazaret”, ma che era nato a Betlemme (cfr Mt.2,1; Lc.2,4). L'obiezione di Natanaele era quindi priva di valore, perché fondata, come spesso accade, su un’informazione incompleta.

            Un’altra riflessione ci suggerisce la vicenda di Natanaele: nel nostro rapporto con Gesù non dobbiamo accontentarci delle sole parole. Filippo, nella sua replica, fa a Natanaele un invito significativo: “Vieni e vedi!” (Gv 1,46b). La nostra conoscenza di Gesù ha bisogno soprattutto di un’esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente importante, poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l’annuncio che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù; in modo analogo i Samaritani, dopo aver sentito la testimonianza della loro concittadina che Gesù aveva incontrato presso il pozzo di Giacobbe, vollero parlare direttamente con Lui e, dopo questo colloquio, dissero alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” (Gv 4,42).

            Tornando alla scena di vocazione, l’evangelista ci riferisce che, quando Gesù vede Natanaele avvicinarsi esclama: “Ecco davvero un Israelita, in cui non c'è falsità” (Gv 1,47). Si tratta di un elogio che richiama il testo di un Salmo: “Beato l'uomo ... nel cui spirito non c'è inganno” (Sal 32,2), ma che suscita la curiosità di Natanaele, il quale replica con stupore: “Come mi conosci?” (Gv 1,48a). La risposta di Gesù non è immediatamente comprensibile. Egli dice: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico” (Gv 1,48b).

            A tutt'oggi è difficile rendersi conto precisamente del senso di queste ultime parole. Stando a quanto dicono gli specialisti, è possibile che, essendo a volte menzionato il fico come albero sotto cui sedevano i dottori della Legge per leggere la Bibbia e insegnarla, si alluda qui a un’occupazione del genere svolta da Natanaele nel momento della sua chiamata.
            Comunque, ciò che soprattutto conta nel racconto giovanneo è la confessione di fede finalmente resa in modo limpido da Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele” (Gv 1,49). Benché non raggiunga l'intensità della confessione di Tommaso con cui si chiude il Vangelo di Giovanni: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28), la confessione di Natanaele ha però la funzione di aprire l'intero Quarto Vangelo. In essa è consegnato un primo, importante passo nell’itinerario di adesione a Gesù. Le parole di Natanaele pongono in luce un doppio, complementare aspetto dell’identità di Gesù: Egli è riconosciuto sia nel suo rapporto speciale con Dio Padre, di cui è Figlio unigenito, sia in quello con il popolo d'Israele, di cui è dichiarato re, qualifica propria del Messia atteso.

            Non dobbiamo mai perdere di vista né l’una né l’altra di queste due componenti, poiché se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica.

            Sulla successiva attività apostolica di Bartolomeo-Natanaele non abbiamo notizie precise. Secondo un’informazione riferita dallo storico Eusebio del secolo IV°, un certo Panteno avrebbe trovato addirittura in India i segni di una presenza di Bartolomeo (cfr Hist. eccl. V,10,3).

            Nella tradizione posteriore, a partire dal Medioevo, si impose il racconto della sua morte per scuoiamento, che divenne poi molto popolare. Si pensi alla notissima scena del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, in cui Michelangelo dipinse san Bartolomeo che regge con la mano sinistra la propria pelle, sulla quale l’artista lasciò il suo autoritratto.
            Le sue reliquie sono venerate qui a Roma nella Chiesa a lui dedicata sull’Isola Tiberina, dove sarebbero state portate dall’imperatore tedesco Ottone III nell'anno 983.

            Concludendo, possiamo dire che la figura di san Bartolomeo, pur nella scarsità delle informazioni che lo riguardano, resta comunque davanti a noi per dirci che l’adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario è e resta Gesù stesso, a cui ciascuno di noi è chiamato a consacrare la propria vita e la propria morte.

 

Natanaele: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?...” (Gv.1,46)

Natanaele è poi divenuto l’Apostolo San Bartolomeo. Egli ricevette da Gesù il più bel elogio:

“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità(Gv.1,47)

Chissà quante volte San Bartolomeo (Natanaele) avrà meditato nella sua vita all’errore inconsapevole di quella obiezione scettica rivolta a Filippo: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”…

Invece, da Nazareth è “venuto” “tutto il bene” per l’Umanità:

* da Nazareth è “venuta” all’esistenza la Vergine Maria, “concepita” Immacolata nella Santa Casa di Nazareth;

* da Nazareth è “venuta” alla luce la Vergine Maria, essendo ella nata nella stessa Santa Casa in cui fu concepita Immacolata;

* da Nazareth è “venuto” all’esistenza Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Salvatore degli uomini, incarnatosi per opera dello Spirito Santo nel seno verginale di Maria nella Santa Casa di Nazareth;

* la Santa Casa di Nazareth è “venuta”, infine, a Loreto, dopo varie “traslazioni miracolose” operate dagli angeli del Cielo, dopo essere stata “divelta dalle fondamenta” a Nazareth (secondo l’espressione usata dal Beato Pio IX), e così poter continuare dall’Europa e dall’Italia - quale “reliquia miracolosa” e luogo dell’Incarnazione - l’opera di salvezza di Maria e di Gesù per la Chiesa e per l’Umanità.

DA NAZARETH PERCIO’ E’ “VENUTA” LA SALVEZZA

E TUTTO CIO’ CHE DI BUONO DIO VOLEVA DONARE ALL’UMANITA’

Si potrebbe dire anche oggi, per chi sente parlare della Santa Casa di Loreto con scetticismo: “VIENI E VEDI” (Gv.1,46), e riascoltare fra quelle “Sante Pareti” le parole dell’angelo a Maria: “RALLEGRATI…”.

dal Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

 

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

 

UN ANNO DI GRAZIA

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

 

ROSARIO BENEDETTO DI MARIA

CATENA DOLCE CHE CI RANNODI A DIO

(Giovanni Paolo II, Lett. Ap. “Rosarium Virginis Mariae”, 16 ottobre 2002, nn.39.40.43).

 

            A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza.

            Oggi all’efficacia di questa preghiera consegno volentieri la causa della pace nel mondo e quella della famiglia. Le difficoltà che l’orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti delle Nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro.

            Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana. (…). Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio appello non cada inascoltato!

 

LA VITTORIA DI LEPANTO DEL 7 OTTOBRE 1571

OTTENUTA PER L’INTERCESSIONE DELLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO

INVOCATA A LORETO COME “AIUTO DEI CRISTIANI”

cui faceva riferimento Giovanni Paolo II nel testo sopra riportato:

In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo

e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza

L’attuale memoria liturgica della Madonna del Rosario cade il 7 ottobre ed è stata istituita dal Papa San Pio V in memoria della vittoria conseguita dai cristiani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Fu una battaglia decisiva per la storia dell’Occidente, perché arrestò l’avanzata dei Turchi che dominavano già il Mediterraneo e occupavano una parte dell’Europa, minacciando la Chiesa e l’intera cristianità. Tale grazia fu ottenuta dalla Vergine Lauretana, venerata per la sua Santa Casa di Nazareth, miracolosamente trasportata da Dio a Loreto, e che – per richiesta di San Pio V – fu fatta implorare da tutta la cristianità dell’epoca attraverso la recita del Santo Rosario. Il Santo Pontefice – come riportano le cronache dell’epoca – ebbe “in visione” la conoscenza della vittoria prima ancora che gliene fosse pervenuta la notizia, ed egli stesso attestò e riconobbe come avvenuta per l’intercessione della Vergine Lauretana, nella cui Santa Casa volle fosse scritto “Vera florida Casa che fu in Nazareth” e facendo aggiungere alle Litanie Lauretane l’invocazione ““Aiuto dei Cristiani” (“Auxilium Christianorum”). Anche il Senato Veneziano dichiarò: “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit” (“Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori”).

 

LA VITTORIA DEL SANTO ROSARIO LAURETANO

PER LA SALVEZZA DELL’EUROPA

7 OTTOBRE 1571 - 7 OTTOBRE 2006

435° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO

OTTENUTA PER L’INTERCESSIONE DELLA MADONNA DEL ROSARIO

FATTO RECITARE SOTTO LA PROTEZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

Lepanto è un luogo della memoria per la cultura europea e per tutto l’Occidente.

Lì il 7 ottobre 1571 si svolse “il più grande evento che videro i secoli”, come ebbe ad affermare Miguel Cervantes.

           

La vittoria della Lega Santa, costituita dal Pontefice San Pio V, contro i Turchi salvò l'Europa dall'invasione islamica. Nonostante l'inferiorità numerica e militare, le truppe cristiane riportarono una straordinaria vittoria, grazie all'intercessione della Madonna del Rosario, venerata nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. Ricordare questo evento, è quanto mai di attualità. La determinazione del Papa e della Cristianità in difesa della Fede e della Tradizione Cattolica, la forza del senso “identitatio” dato dalla religione comune, dimostrati in occasione della battaglia di Lepanto, siano il monito per le Autorità ecclesiastiche e civili di oggi, affinché sappiano affrontare con lo stesso zelo e lo stesso attaccamento alla Verità i pericoli dell’epoca attuale.

            Mons. Giuseppe Germano Bernardini, vescovo di Izmir, nella Turchia, avvertì nel II Sinodo europeo: Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamico-cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche v’invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci, perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei Paesi poveri del Nord-Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista? (…) Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.

 

SAN PIO V  E  IL ROSARIO

LA SALVEZZA DELL’EUROPA

CON LA PREGHIERA ALLA VERGINE LAURETANA

 

DAL LIBRO “I PAPI E LA SANTA CASA”

di Padre Arsenio d’Ascoli

 

            San Pio V aveva messo sotto la protezione della Vergine di Loreto l’esito della grande battaglia che le Nazioni cristiane combattevano contro i Turchi, che stavano facendo per mare gli ultimi sforzi per aprirsi un varco nel Mediterraneo Occidentale e colpire al cuore la Chiesa Cattolica. Il Santo Pontefice aveva ordinato preghiere continue nella Santa Casa di Loreto, per tutto il periodo dell’ultima grande crociata.

            Se la gloria militare della battaglia di Lepanto si riverbera sulla leggendaria figura di Don Giovanni d’Austria, la vittoria fu solo il risultato della preghiera fiduciosa di San Pio V. Egli odiava la guerra, ma l’amore verso la Chiesa in pericolo lo faceva così parlare ai Cardinali riuniti in Concistoro, il 2 aprile 1566: “Mi armo contro i Turchi, ma in ciò mi può giovare solo la preghiera”. Il Papa per le strade di Roma, a piedi nudi, andava in processione per piegare la bontà di Dio verso la sua Chiesa; nello stesso tempo però preparava le armi e alzava torri di vedetta lungo tutta la costa del mare di Roma.

            Il 25 maggio 1571 veniva sottoscritta a Roma la “Lega Cristiana”. Marcantonio Colonna, comandante della flotta pontificia, venne a Loreto con la sposa per mettere nelle mani di Maria la sorte della guerra.

            La flotta cristiana salpò dai porti d’Europa e, dopo 20 giorni di navigazione, fu in vista della flotta nemica, forte di 300 navi. Don Giovanni d’Austria con un Crocifisso in mano girò di nave in nave, bello e luminoso in volto come l’arcangelo della vittoria; infuse ardore e coraggio e issò lo stendardo del Papa e la bandiera della spedizione su cui dominava l’immagine della Vergine. Fu per tutte le navi un segnale di preghiera.

            Era quello un momento particolarmente solenne. Dietro a loro l’Europa e il Papa erano in ansia. La Vergine di Loreto, invocata con l’ardore dei figli, prese parte alla battaglia gigantesca. Verso mezzogiorno del 7 ottobre 1571 cominciò la furibonda mischia. Alle cinque di sera la battaglia era finita.

            San Pio V stava esaminando con diversi prelati il movimento del tesoro pontificio. Tutto d’un tratto, quasi mosso da un impulso irresistibile, si alzò, si accostò a una finestra fissando lo sguardo verso l’oriente come estatico; poi ritornando verso i prelati, con gli occhi brillanti d’una gioia divina: “Non occupiamoci più d’affari - esclamò - ma andiamo a ringraziare Dio. La flotta cristiana ha ottenuto la vittoria”. Congedò i prelati e andò subito in cappella, ove un Cardinale accorso al lieto annunzio lo trovò immerso nel pianto della gioia.

            La notizia ufficiale giunse con un certo ritardo per una tempesta di mare che costrinse il messo di Don Giovanni d’Austria a fermarsi.

            Al suo arrivo (notte del 21 ottobre 1571) egli lo accolse esclamando: “Il Signore ha esaudita la preghiera degli umili, e non ha sdegnato le loro domande. Siano queste cose tramandate ai posteri, e il popolo che nascerà loderà il Signore”.

            Fece coniare una medaglia con incise le parole del Salmista: “La destra del Signore ha fatto cose grandi; da Dio questo proviene”. Passando poi al valoroso Generalissimo applicò a lui il motto dell’Angelo: “Fuit homo missus a Deo cui nomen erat Joannes”. La stessa cosa fu fatta più tardi per Giovanni Sobiescki nel 1683 a Vienna.

            Il Pontefice, preso da incontenibile gioia, ordinò a tutti quelli che si trovavano a letto di alzarsi e venire con lui nella Cappella a glorificare la bontà divina.

            La vittoria di Lepanto è intimamente legata al Santuario di Loreto. Il culto speciale alla Madonna del Rosario ebbe origine e sviluppo dopo questa storica battaglia. La vittoria fu ottenuta mediante il visibile patrocinio della Vergine Loretana. L’invocazione “Aiuto dei Cristiani” venne aggiunta alle Litanie Lauretane dopo questa vittoria. Anche San Pio V attribuì la vittoria alla Vergine di Loreto. “Perciò il Papa – dice lo Zucchi – veramente pio, diedesi con private e pubbliche orazioni a conciliarsi il grande Iddio e principalmente ordinò che nella santissima Cella di Loreto continuamente si porgessero caldi prieghi alla Madonna ch’Ella si degnasse di prestar il favore suo ai Cristiani, nel maggior pericolo e bisogno. Né vana fu la speranza del Pontefice Pio e delle altre pie persone” (Martorelli, vol. I, p.531).

            Come ricordo e come riconoscenza nei medaglioni degli “Agnus Dei” fece porre l’immagine di Loreto con sopra le magnifiche parole: “Vera Domus florida quae fuit in Nazareth”. Sotto volle che si scrivesse: “Sub tuum praesidium” per far comprendere a tutti a chi si doveva attribuire il merito della vittoria.

            Altro fatto che ci fa vedere l’intervento della Vergine Loretana nelle sorti della battaglia. Mentre Marcantonio Colonna, comandante dell’armata papale, partiva per l’Oriente, la moglie Donna Felice Orsini con altre dame si portò a Loreto a pregare per lo sposo e per la vittoria. Passò giorni e notti in devotissima preghiera. Un giovane ebreo vedendo il suo fervore e la sua fede si convertì e ricevette il Battesimo in Santa Casa. Donna Orsini gli fece da madrina e se lo prese come paggio.

            Roma preparò un ingresso trionfale al condottiero dell’armata papale, ma il Duce cristiano, riconoscendo che il merito della vittoria non era suo ma della Vergine di Loreto, differì il ritorno alla Capitale e venne a Loreto a ringraziare la Madonna.

            Tutta l’armata papale approdò a Porto Recanati. Il comandante, gli ufficiali e i cristiani liberati dai Turchi, a piedi, con il capo scoperto, cantando inni di gioia e di ringraziamento, salirono al colle loretani” (Ivi, Vol. I, pp.430-431).

            Nel 1576 venne a Loreto Don Giovanni d’Austria. Egli veniva a sciogliere il voto fatto cinque anni prima alla Madonna, quando partì per la battaglia di Lepanto. Fino allora ne era stato sempre impedito da pressanti affari politici e militari. Nel cuore dell’inverno, a cavallo, venne a Loreto da Napoli. Appena vide da lontano il Santuario, si fermò, s’inchinò e si scoprì il capo in segno di riverenza. “Poiché alla benedetta Cella pervenne, fatta una general confessione, alla Madonna grazie infinite rendette; né di ciò appagato, aggiunse allora al voto già adempiuto un ricco dono di danari. Come ebbe soddisfatto al voto ed alla pietà, a Napoli ritornò, seco portando un gran desiderio di quella amabilissima Signora di Loreto” (Ivi, vol. I, pp.433-434).

            Circa 40.000 erano i rematori dell’armata turca a Lepanto. Moltissimi di essi erano cristiani. Quindicimila furono liberati nella grande battaglia e riportati in Europa sulle navi cristiane.

            “E’ assai noto che nella medesima giornata, prima che al fatto si desse principio, gli schiavi cristiani dai Turchi posti alle catene per vogare, si votarono a Santa Maria di Loreto per la libertà loro” (Ivi, vol. I, p.431).

            Tutti poi o in gruppo o alla spicciolata vollero venire a Loreto a sciogliere il loro voto. “E vollero che quivi restasse di tanto celeste beneficio qualche memoria: lasciarono alla loro Liberatrice le catene che ai remi gli tenevano legati” (Ivi, vol. I, 431).

            Queste catene servirono per fabbricare le cancellate dei dodici altari della navata centrale della Basilica, dove rimasero a perenne ricordo per quasi due secoli. Infine “essendosi poste alle dette Cappelle li balaustri di marmo, furono levati quei cancelli, e quel ferro commisto indistintamente con altro fu impiegato in occorrenze di varie fabbriche spettanti all’istesso Santuario” (Ivi, vol. II, p.134).

            Con le catene degli schiavi venuti a Loreto furono fatti, oltre le cancellate delle Cappelle, i quattro cancelli della Santa Casa che ancora si conservano al loro posto per ricordo. Con le grandi lance fu fatto un recinto alla fontana del Maderno e con le frecce una caratteristica cancellata a una Cappella della Basilica. Furono infine asportati tutti, perché corrosi dalla ruggine e soprattutto perché un’altra linea s’imponeva nelle Cappelle per armonizzare con i nuovi altari. Al Sacconi però non piacevano queste balaustre di marmo simili ai ripari dei palchetti dei teatri (Cfr. Vogel, Index Hist. 10-5-75).

            Dove furono portati? Alcuni nei sotterranei, altri usati per altri scopi, altri al tirassegno comunale.

            Fu davvero simpatico il gesto di questi schiavi che vollero donare le loro catene alla loro Liberatrice come segno di riconoscenza e di amore. I quattro cancelli della Santa Casa, anche se semplici e rozzi, stanno lì a cantare le glorie e le vittorie della Vergine e a ricordare a tutti coloro che sono schiavi delle passioni a spezzare le loro catene ai piedi di Maria e a risollevarsi liberi e puri.

            Non si sa con certezza se San Pio V, durante il suo Pontificato visitasse la Santa Casa.

            Né gli storici loretani, né gli Annali recanatesi ne fanno cenno. Tuttavia il Moroni nel suo dizionario di erudizione storico-ecclesiastica sotto la voce “Ancona” afferma categoricamente che il Papa si portò nella città dorica nel 1566 per ordinare le fortificazioni contro i Turchi. Forse in quell’occasione si recò a visitare la Santa Casa verso la quale aveva mostrato devozione fin da quando era Cardinale.

            Anche l’archivista della Santa Casa, Pietro Giannuizzi, pensa la stessa cosa. Egli dice che il Papa visitò Loreto nel 1566 per implorare dalla Vergine aiuto e assistenza per la Chiesa minacciata dai Turchi. Solo il P. Diego Calcagni, nelle memorie della città di Recanati afferma che il Papa visitò Loreto dopo la vittoria navale e si portò processionalmente in Santa Casa.

            Per mezzo del Card. Michele Monelli, che si recava a Loreto per ringraziare la Madonna che gli aveva ottenuto la guarigione, inviò alla Basilica un pallio e una magnifica pianeta. (Martorelli, vol. I, 425).

Padre ARSENIO D’ASCOLI

 

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:

FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.

(Gb.38,10)

 

Lepanto simbolo della libertà dell’Europa e dell’Occidente

            Lepanto è un luogo della memoria per la cultura europea e per l’occidente tutto, lì il 7 ottobre 1571 si svolse "il più grande evento che videro i secoli", come ebbe ad affermare Miguel Cervantes.

            Come ogni luogo della memoria gli eventi che lì si volsero debbono avere una funzione didattica per le generazioni future. Quella sanguinosa battaglia navale fu uno dei picchi più alti per la difesa della nostra civiltà. La storia molte volte ha uno svolgimento ciclico, e le dinamiche geopolitiche si ripetono: nei primi anni del nuovo millennio il pericolo dell’espansionismo islamico è tornato all’ordine del giorno: oggi come nel 1571 c’è la necessità che l’occidente si unisca per difendersi dall’invasione e dall’espansionismo islamico.

            Nel XVI secolo l’Europa era sotto scacco da parte del pericolo ottomano, oggi è sotto attacco da parte del terrorismo internazionale di matrice islamica. La vittoriosa Battaglia di Lepanto (1571) come poi la Battaglia di Vienna (1683) furono un segnale chiaro per il mondo islamico, l’occidente non si sarebbe arreso e altre stragi come quelle avvenute a Famagosta non si sarebbero ripetute. Il futuro che attende l’Europa del XXI secolo ha i contorni assai cupi, anche per la complicità di taluni governi europei, e ciò sembra rendere vani i sacrifici fatti dalla flotta cristiana in quel lontano XVI secolo. Cosa ha significato Lepanto per la cristianità e per l’Europa tutta? Ha significato impedire ai Turchi di diventare l’unica potenza egemone del Mediterraneo, opponendosi alla diffusione della cultura islamica in tutta l’Europa.

            Non bisogna dimenticare che l'Islam ha occupato tre dei cinque patriarcati originari della Chiesa (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli), ne tiene uno sotto assedio (Gerusalemme), e il patriarcato di Roma è sotto costante minaccia: è dovere di ogni cristiano far sì che questi ritornino alle loro antiche radici. Sta ad ogni Governo fare la propria parte per respingere l'invasione islamica e difendere la propria gente, storia e tradizioni. I governi che non si muoveranno di fronte a questo pericolo ne risponderanno alle proprie genti e davanti al tribunale della storia che nei suoi giudizi non ammette appelli.

            Oggi come a Lepanto dobbiamo senza nessun tentennamento difenderci da chi sta minacciando la nostra incolumità: l'espansionismo islamico. (…)  Non si può far finta di non vedere quale sia la realtà dei fatti: l'occidente rischia di diventare una fortezza assediata come lo era Famagosta. Non bisogna aver paura di affermare ciò che è vero, e che è alla luce del sole… Ora sta a noi trarre le conseguenze e fare una scelta di campo, non è più possibile tirarsi da parte e fare gli spettatori, oggi ogni persona è parte in causa, tutti siamo coinvolti direttamente. Qualsiasi sarà la nostra scelta dobbiamo sapere che avrà conseguenze per chi ci circonda e per i nostri figli. Non si potrà più dire: "non lo sapevo", "non immaginavo", "era imprevedibile": ora si è stati avvisati. "Che si combatta è necessità, non si può far di manco" così affermò il Capitano Generale Sebastiano Venier alla vigilia della battaglia di Lepanto. Questa parola d’ordine è d’obbligo anche oggi, i Popoli devono ribellarsi a quei Governo collaborazionisti che si rifiutano di contrastare e combattere il terrorismo.

            Nel 1571 la Lega Santa racchiudeva tutte le forze che combattevano contro il pericolo islamico (…). Il terrorismo ed il fanatismo islamico dopo l’11 settembre 2001 si sono riproposti come problemi che urgono di una soluzione stabile. È compito di ogni donna e uomo impegnarsi per la difesa dei sacri valori che caratterizzano la civiltà occidentale. Quella millenaria civiltà europea che si fonda sui 10 Comandamenti che Dio ha dato a Mosè. (…) Invita tutti i Popoli ad onorare, durante questa settimana, presso ogni Santuario Mariano recitando il Rosario, tutti i marinai e fanti di mare caduti sul campo d’onore per difendere l’Europa tutta; ricordando i comandanti della Lega Santa: Don Giovanni d’Austria, Sebastiano Venier, Agostino Barbarigo, Marcantonio Colonna e il Marchese di Santa Cruz. I soldati della flotta cristiana sono veri martiri caduti per la difesa della nostra Europa.

            In questa ricorrenza non possiamo non ricordare tutti quegli eroi, oltre agli indomiti combattenti di Lepanto, che in ogni epoca hanno contrastato il terrorismo e l’espansionismo islamico: Marcantonio Bragadin, Beato Marco d’Aviano, Eugenio di Savoia, Giovanni III Sobiesky…, e molti altri ancora. In questo anniversario di festa per la libertà d’Europa non può mancare un saluto ad Oriana Fallaci, che con i suoi scritti e sempre viva nei nostri cuori; le sue parole sono come un faro che ci guida con rabbia verso la consapevolezza che la libertà arriverà solo se ritroveremo l’orgoglio di appartenere ad una cultura che va difesa ad ogni costo.

di Demetrio Serraglia

Ufficio storico del Veneto Serenissimo Governo

 

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

MA LA CHIESA ANCORA NON LO COMPRENDE

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

LETTERA APERTA A MARIA SANTISSIMA

Cara Madre,

         come figlio tuo devoto, preoccupato per la scarsa accoglienza che ricevi quando ti preoccupi dell’umanità (accoglienza che spesso si trasforma in avversione), mi permetto presentarti un “suggerimento”. Ben conscio dei miei limiti e dei miei peccati, dei quali chiedo perdono a Dio mediante la tua incomparabile intercessione, oso discutere con te come spesso fanno i figli con le mamme.

         Quando medito sulle tue lacrime, a volte anche di sangue, mi chiedo le ragioni di questa noncuranza nei tuoi confronti, anche da parte di coloro che hanno liberamente deciso di consacrarsi esclusivamente a Dio.

         Tuttavia, conoscendo un pò il mondo e gli studi moderni della comunicazione e promozione umana (tanto utili a certi politici e a molte persone sulla cresta dell’onda), ti faccio osservare quanto segue.

         Quando ti presenti ai tuoi figli in varie parti del mondo, e lo fai di frequente, domandi sempre la preghiera (in particolare la recita del Santo Rosario), il digiuno, la conversione. In alcune occasioni hai mostrato l’inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nelle tue apparizioni, insistentemente rammenti ai tuoi figli l’indispensabilità della preghiera, del digiuno, della lettura quotidiana della Bibbia, dell’accostamento frequente ai Sacramenti, dell’utilizzo dei sacramentali (immagini sacre e acqua benedetta), tu ricordi l’importanza dell’adorazione eucaristica e della Croce. Ricordi l’esistenza del diavolo, dell’inferno, del Purgatorio e del Paradiso; concetti ormai superati!...

         Mediante i veggenti insegni a pregare insistentemente e a digiunare (a pane ed acqua) per ottenere da Dio la pace nei cuori, nelle famiglie e nel mondo. Tu sai che questi sono i mezzi biblici per neutralizzare l’opera del Maligno e per ottenere la vita eterna. 

 

Cara Madre,

         permettimi, esercitando la tua comprensione materna, di manifestare il mio pensiero.

         Con questi tuoi messaggi, che sono la sintesi dei cardini biblici e degli insegnamenti perenni del Magistero della Chiesa, non puoi aspettarti d’essere accolta a braccia aperte. Anche tuo Figlio predicò in maniera difforme alle aspettative umane (comprese quelle dei sacerdoti del tempo) e finì in Croce, rifiutato, umiliato e deriso.  Pur avendoci dimostrato un amore sconfinato con la certificazione della Croce, molte persone oggi non vogliono neanche vedere il simbolo di quell’incomparabile amore e ne chiedono l’allontanamento dai luoghi pubblici.

         Se tu invece predicassi la pace umana, le libertà umane, gli sbandieramenti, il fare del mondo alternativo al pregare. Se tu non parlassi più di preghiera, di Satana, di Bibbia, di Inferno, di Purgatorio, di Paradiso, di peccati. Se tu proponessi i gruppi di discussione al posto di quelli di preghiera; l’uguaglianza di tutte le religioni al posto di predicare solo il Vangelo, saresti la bene accetta da tutto il mondo. In ogni piazza sarebbe presente la tua statua e tutti citerebbero, senza fiatare, i tuoi “nuovi” messaggi come fonte basilare di comportamento universale.

         Ma tu, cara Madre, insisti nell’annunciare ciò che tuo Figlio ha raccomandato e allora non puoi di certo rattristarti, visto il comportamento riservato a tuo Figlio e a tanti suoi seguaci, dell’accoglienza che il mondo ti ha riservato.

         L’amato Giovanni Paolo II si è incapponito, in molti casi, a predicare i tuoi messaggi. Anche lui ha invitato ripetutamente a pregare il Rosario e a digiunare per ottenere il dono della pace. Ha persino decretato l’anno del Rosario ai cattolici che l’hanno accolto con un silenzio glaciale. Ha addirittura invitato i giovani a pregare il Rosario, senza vergognarsi, nelle più svariate occasioni!

         Osserva però quando il Papa esprime dei valori che sono facilmente condivisi; tutti lo citano e ne ripetono le parole. Quando invece stigmatizza il peccato, non condivide la "guerra santa", denuncia il dilagare del relativismo, rammenta l’importanza dell’Eucarestia, della Confessione, del Rosario e del digiuno, i suoi appelli vengono ignorati o accolti gelidamente al punto che i mass-media hanno creato un “Papa virtuale” da evidenziare solo quando fa comodo al mondo.

         Ero deciso ad inoltrarti questa mia lettera quando, rileggendola, mi sono venute in mente le parole eterne del Vangelo “Molti i chiamati, ma pochi gli eletti”. Mi sono allora ricordato che Dio non cerca clienti, ma credenti! Solo per questi ultimi è riservato il Paradiso. Mi sono anche ricordato che tu ti mostri piangente per i nostri peccati e, Madre della Verità, insegni l’eterna ricetta biblica per stimolare la nostra conversione che ci eviterà i pianti eterni dopo il giorno del giudizio.

         Grazie per questo, Madre.

di ARRIGO MUSCIO

Cfr. Indirizzo Internet: www.genitoricattolici.org/ltr%20Maria.htm

 

 

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

La difesa della NOSTRA fede cristiana

 

LA GUERRA CONTRO LA VITA

DI FRONTE AI PROGETTI CONTRO LA VITA E LA FAMIGLIA

E DI LEGALIZZAZIONE DELL’EUTANASIA

COMPRENDONO ORA I CATTOLICI ITALIANI IL LORO GRAVE PECCATO

NELL’AVERE DISOBBEDITO ALLA CHIESA

VOTANDO CANDIDATI CHE – PER POCHE MIGLIAIA DI  VOTI -

HANNO POTUTO COSTITUIRE UN GOVERNO ANTI-CRISTIANO?

Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm

 

LA VITTORIA DELLE “SINISTRE” ALLE ELEZIONI ITALIANE

 

----- Original Message -----

From: franchina ester

To: LA VOCE Cattolica

Sent: Saturday, September 30, 2006 3:38 PM

Subject: Re: IL SASSO DI SANTO STEFANO

 

Stimatissimo Professore,

            troppe persone e (personaggi!!!) della Chiesa nelle ultime elezioni hanno votato la Sinistra!

Eppure, non era necessario né intelligenza, né troppa luce per poter capire... Compresi dei Vescovi che consigliavano Prodi... Forse per l'immagine di famiglia?!... questo sarebbe purtroppo davvero grave, poiché se fosse così davvero, cioè che fosse stato per l’immagine di famiglia unita, rivelerebbe però, dietro, una ristrettezza di mente… molto e molto ristretta… con tanti esempi diversi davanti….

            Ed ora?!...

            Con stima.

                     FRANCHINA ESTER

                             Biella

 

LA RISPOSTA

 

----- Original Message -----

From: Giorgio Nicolini

To: franchina ester

Sent: Sunday, October 01, 2006 1:12 AM

Subject: Il giudizio morale sulle elezioni

 

Ancona, 1° ottobre 2006

 Gent.ma Franchina,

            La ringrazio del messaggio e della stima.

            Nel periodo precedente alle elezioni la Chiesa aveva dato con chiarezza “il giudizio morale”, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Amato (portavoce del Papa), e il Card. Ruini, giudicando “immorale” (cioè, essere “un peccato grave”) votare candidati (anche cattolici) che appartenessero alla coalizione di sinistra, come avevo anche spiegato nel mio Giornale Informatico, indicato nel collegamento Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm

            In realtà la Sinistra ha vinto le elezioni per poche migliaia di voti, proprio a causa di alcuni Vescovi e molti sacerdoti che hanno scritto e insegnato il contrario di quanto aveva insegnato la Chiesa. Più che di ristrettezza mentale, c'è da considerare che qui ci troviamo in una vera “mancanza di coscienza” in tanti ecclesiastici, che non sanno più discernere ciò che è peccato e ciò che non lo è, e non lo sanno più insegnare ai loro fedeli.

            Ora?... Ora dobbiamo riparare, pregando e offrendo le nostre sofferenze per la conversione dei peccatori, anche ecclesiastici, secondo come ci aveva chiesto la Vergine Immacolata a Fatima.

            Un cordiale saluto e l'augurio di una Santa Domenica.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI

UNA VECCHIA LETTERA ALL’EX-SINDACO DI ANCONA Dott. RENATO GALEAZZI

CHE NON VOLLE FIRMARE UNA DICHIARAZIONE

IN CUI GLI SI CHIEDEVA DI DEFINIRSI “AMICO DEI BAMBINI”

 

LA SOTTOSCRIVERA’ IL NUOVO SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI?...

 

Ancona, 25 agosto 2000

Giorno del Messaggio della “Regina della Pace” da Mediugorie

Gentile Sig. Sindaco di ANCONA, Dott. RENATO GALEAZZI

Piazza XXIV Maggio, 1 – 60100 – ANCONA

      e, per conoscenza: Dott. GIORGIO MARCHETTI

 

            Nel colloquio avuto personalmente, con Lei, signor Sindaco, il giorno 11 ottobre 1999, in cui Le chiesi, seguendo l’esempio di quanto avevano già fatto altri Sindaci d’Italia, se poteva anche Lei aderire al manifesto “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI” (cfr. all. 1), apponendo la Sua firma per affermare di essere “AMICO DEI BAMBINI”, Lei mi rispose che prima doveva sentire il parere del Consiglio Comunale.

            Preso appuntamento con Lei, per la risposta, il 29 novembre 1999, il Suo Segretario mi disse che proprio in quel giorno era stato impedito dal venire in Comune per le consuete udienze.

            Preso un altro appuntamento per il 13 dicembre 1999, mentre ero da lungo tempo in sala di attesa per essere chiamato sono stato informato ad un certo punto che Lei era dovuto urgentemente partire per Milano.

            Chiesto un’ulteriore appuntamento per il 10 gennaio 2000 finalmente ho potuto di nuovo conferire con Lei e chiederLe se il Consiglio Comunale Le aveva dato parere favorevole per firmare la Dichiarazione di “SINDACO AMICO DEI BAMBINI”. Lei mi rispose che non aveva ancora trattato la cosa con il Consiglio Comunale e che, per avviare la pratica, dovevo rivolgermi al Dott. GIORGIO MARCHETTI, che avrebbe seguito tutta quella questione (e le altre che Le avevo presentato).

            Il Dott. GIORGIO MARCHETTI, da me interpellato subito dopo l’incontro avuto con Lei, e ancora sollecitato in seguito, a tutt’oggi, dopo 8 (otto) mesi, non mi ha ancora fatto pervenire alcuna risposta.

            Mi rivolgo allora di nuovo a Lei, Signor Sindaco di ANCONA, Dott. RENATO GALEAZZI e, per l’ultima volta, Le chiedo formalmente di farmi conoscere, entro 40 (quaranta) giorni, se intende o no,  con o senza il parere del Consiglio Comunale, sottoscrivere la dichiarazione allegata “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, dichiarando apertamente se Lei è o no “AMICO DEI BAMBINI”, e se è o no “AMICO anche dei BAMBINI NON NATI”.

            Trascorsi i suddetti 40 (quaranta) giorni, se persisterà ancora il Suo silenzio e non mi darà una risposta formale (firmata) in cui dichiarerà di essere un Sindaco “AMICO DEI BAMBINI, anche di quelli NON NATI”, ne dedurrò che Lei “personalmente” (consenziente o no il Consiglio Comunale:… ma siamo adulti!...) non ritiene di potersi dichiarare “AMICO DEI BAMBINI, almeno di QUELLI NON NATI”. Riterrò, cioè, che Lei non condivide il giudizio “medico-scientifico” che già sin dal suo concepimento “IL BAMBINO” possa essere chiamato tale, perché Lei non ritiene che dal momento del concepimento sia stato inscritto nella prima cellula fecondata (DNA) tutto il “programma di vita” di quel bambino appena concepito, che lo rende “umano” sin da quel1’istante, e quindi “membro della famiglia umana” a tutti gli effetti.

            Pertanto dovrò ritenere, persistendo un Suo ulteriore silenzio, che esso (silenzio) corrisponderà all’“assenso” a sottoscrivere da parte Sua uno dei due seguenti asserti:

* IO, SINDACO DI ANCONA, DOTT. RENATO GALEAZZI, MI DICHIARO AMICO DEI BAMBINI, ECCETTO DI QUELLI NON ANCORA NATI, NON RITENENDO CHE UN BAMBINO APPENA CONCEPITO POSSA ESSERE RITENUTO GIA’ UN ESSERE UMANO. PERTANTO CHI UCCIDE I BAMBINI APPENA CONCEPITI O PRIMA DELLA LORO NASCITA, CON L ‘ABORTO O CON LA MANIPOLAZIONE GENETICA, NON COMMETTE UN OMICIDIO.

Oppure:

* IO, SINDACO DI ANCONA, DOTT. RENATO GALEAZZI, NON FIRMO LA DICHIARAZIONE “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, PERCHE’ NON CONDIVIDO LA VALUTAZIONE SCIENTIFICA CHE IL BAMBINO CHE E’ ANCORA ALLO STADIO EMBRIONALE POSSA ESSERE DAVVERO UN BAMBINO DELLA RAZZA UMANA, E CHE PERCIO’, SE SOPPRESSO CON L’ABORTO O CON LA MANIPOLAZIONE GENETICA, COSTITUIREBBE UN OMICIDIO. PERCIO’ IO, DOTT. RENATO GALEAZZI, SINDACO DI ANCONA, RITENGO CHE L‘ESSERE UMANO NON E’ ANCORA “UMANO” DALL‘ISTANTE DEL CONCEPIMENTO E QUINDI CHI LO UCCIDE PRIMA DELLA SUA NASCITA NON COMMETTE UN OMICIDIO”.

            La pregherei, sig. SINDACO, Dott. RENATO GALEAZZI, di farmi sapere (per scritto), entro 40  (quaranta) giorni, quali delle tre dichiarazioni sopra indicate intende sottoscrivere (consenziente o dissenziente il Consiglio Comunale).

            Dopo i quaranta giorni, cioè entro il 4 ottobre 2000 (San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia...), qualora non mi fosse pervenuta nessuna comunicazione (scritta) da parte Sua, riterrò che Lei abbia “come” “firmato”, con il Suo “silenzio-assenso”, non la dichiarazione sul “DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, ma uno dei due ultimi asserti sopra indicati.

            Dal 5 ottobre 2000, darò immediata comunicazione della Sua “scelta” alla stampa, lo immetterò nel circuito Mondiale di Internet nei siti appositi, e invierò il tutto all’ex-Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, all’attuale Presidente Carlo Azeglio Ciampi (ai quali ho già fatto pervenire due voluminosi dossier), e infine a Sua Santità Giovanni Paolo Il, con il quale ho avuto la fortuna di “fare amicizia” a Loreto, il 2 novembre 1977, quando era ancora il Card. Wojtyla., servendogli la Messa nel Cimitero Polacco (cfr. all. 2), ove riposano i suoi connazionali caduti nell’Ultima Guerra Mondiale per “liberare” la nostra Patria e la nostra città.

            A proposito di “liberazione”, in ultimo vorrei anche chiederLe e sapere da Lei perché non ha ancora preso alcun provvedimento riguardo alla pornografia spaventosa e depravata che dilaga nella città, e distrugge coscienze e vite, soprattutto quelle dei “BAMBINI”, degli “ADOLESCENTI” e dei “GIOVANI”... Non legge le cronache di ogni giorno?..., non conosce i suicidi del Passetto?... (a proposito, chi deve provvedere a mettere una recinzione più alta “anti-suicidio”?)…

            Quando venni in Comune a parlare con Lei una prima volta, il 15 ottobre 1998, chiesi al Suo Segretario di poter essere ricevuto da Lei con urgenza. Cosa che Lei mi concesse. Allora Le mostrai la denuncia che avevo presentato presso la Stazione Carabinieri di “Brecce Bianche” (cfr. all. 3) e una lunga e dettagliata denuncia “globale” direttamente spedita all’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (cfr. all. 4).

            In quella circostanza Le chiesi di intervenire per fare far rispettare, almeno nel territorio del nostro Comune, quanto lo stesso Comune di Ancona prescriveva (e suppongo prescriva ancora) nel concedere (come fu prescritto anche a me) la LICENZA PER ESERCIZIO DI ARTE TIPOGRAFICA (cfr. all. 5).

            In tale LICENZA è, tra l’altro, prescritto: “NON ESPORRE ALLA PUBBLICA VISTA, NE’ OFFRIRE IN VENDITA O DETENERE PER VENDERE, NE’ DISTRIBUIRE, NE’ FABBRICARE, IMPORTARE DALL ‘ESTERO, SCRITTI, STAMPATI, INCISIONI, FIGURE, DISEGNI, ISCRIZIONI, LESIVI DELLA DIGNITA’ O DEL PRESTIGIO DELLO STATO O DELLE AUTORITA’ OVVERO OFFENSIVI DELLA MORALE, DEL BUON COSTUME, DELLA PUBBLICA DECENZA (cfr. all. 5). Perché queste ingiunzioni non sono fatte rispettare?

            In proposito, ci sarebbe un edicolante che vorrebbe chiudere l’edicola per trovare un altro lavoro, ma non sa come fare per sopravvivere. Gli ho assicurato che, se vuole, lo aiuterò a trovare un altro lavoro, se ci riuscirò. Lei, signor Sindaco di Ancona, Dott. RENATO GALEAZZI, avrebbe modo di interessarsi a questo caso e a far trovare un altro lavoro a quell’edicolante, sommerso da una ormai intollerabile e repellente mole di “stampa-letamaio”, che è costretto ad esporre e a vendere?... Lo può aiutare, signor Sindaco, Dott. RENATO GALEAZZI, a trovare un altro lavoro “onesto”?...

            Attendo risposta  “a tutto”  quanto  sopra  scritto,  entro 40 (quaranta) giorni, cioè fino al 4 ottobre 2000. Poi rinnoverò per l’ultima volta tutte le mie denunce - già a suo tempo presentate - alle AUTORITA’ COMPETENTI, ma ancora INADEMPIENTI... e dopo... che San Francesco (Patrono d’Italia)... vi salvi!... (cfr. all. 6).

            Sabato prossimo, 2 settembre 2000, dalle ore 09.00 alle ore 10.00, un piccolo gruppo di aderenti al MOVIMENTO “CON CRISTO PER LA VITA”, di cui sono il responsabile locale, si raccoglierà davanti al Nostro “OSPEDALE DEI BAMBINI” “G. SALESI” per una “PREGHIERA PUBBLICA IN RIPARAZIONE DEI PECCATI CONTRO LA VITA” (cfr. all. 7).

            Le saremo molto grati se Lei, signor Sindaco di Ancona, Dott. RENATO GALEAZZI, potrà onorarci di una Sua cordiale visita, anche solo “di passaggio”. Così, forse, pure Lei potrebbe avere l’opportunità di aiutare e convincere una mamma, “di passaggio” davanti all’Ospedale, a non andare a far uccidere il suo bambino proprio in quel giorno e a contribuire a dare alla città di Ancona un abitante in più, che potrebbe in futuro diventare persino un grande benefattore della nostra amata città.

            La presente lettera con allegati, oltre che al Dott. GIORGIO MARCHETTI, a mia insindacabile discrezione - cioè, secondo come mi detta “la mia coscienza” - sarà consegnata, per conoscenza, anche a Sua Ecc.za Rev.ma Mons. FRANCO FESTORAZZI, Arcivescovo di “Ancona-Osimo”, essendo egli - volenti o nolenti - anche “il Pastore” di “Lei, Dott. Galeazzi”, essendo anche “Lei, Dott. Galeazzi”, “battezzato” con il rito cattolico e appartenente alla “Diocesi di Ancona-Osimo”. A Mons. Arcivescovo, perciò, Lei si può sempre rivolgere per consiglio ed aiuto. Qualora, tuttavia, Lei abbia ragioni valide per opporsi a questa mia intenzione, dovrà darmene comunicazione telefonica o scritta o via “e-mail” entro 3 (tre) giorni (cioè, entro le ore 12.00 del 28 agosto 2000), trascorsi i quali interpreterò il Suo silenzio, come tacito “assenso”.

            Cordialmente.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

IL NUOVO SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI SOTTOSCRIVERA’ LA DICHIARAZIONE

- GIA’ CONSEGNATAGLI –

DI ESSERE “AMICO DEI BAMBINI”?...

 

L’INTERVISTA del Card. BIFFI, Arcivescovo Emerito di Bologna,

rilasciata il 10 maggio 1997:

“Una casa non si può costruire dicendo che deve essere tutta aperta. Ci vogliono le mura, poi si fa l’apertura. Un’Europa così non ha prospettiva. O si sveglia l’anima cristiana o l’Europa sarà musulmana. Perché i musulmani da noi vengono con una intransigenza di principio e hanno di fronte soltanto il “vietato vietare”.

 

NON AVERE PAURA?...

----- Original Message -----

From: info@santacaterina10.it

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Thursday, October 13, 2005 12:18 PM

Subject: LA DIFFICILE INTEGRAZIONE TRA CRISTIANI E MUSULMANI

 

Carissimo Sig. Nicolini,

            apprezzo molto i messaggi di posta che mi inviate, leggo con grande partecipazione i messaggi di fede riportati e condivido l’intento principale della vostra “mailing list”: “diffondere i messaggi di fede!”. Nell’ultimo messaggio ricevuto, era riportato in fondo un Suo commento circa le problematiche di integrazione con l’Islam. Abbia pazienza, ma sono in disaccordo con il Suo parere: a mio avviso rinnega i messaggi di fede che precedevano questo Suo commento.

            Non voglio assolutamente giudicare nessuno, non ne sono degno; solo vorrei parlarLe e raccontarLe il mio punto di vista personale. Dobbiamo provare a vivere il messaggio di Maria che io ho interpretato così: “pregare, offrire a Dio quanto abbiamo di buono, perseverare nella fede, gioire per i doni di Dio”.

            Ho imparato che la paura è la porta che consente al demonio di entrare nella nostra anima; dobbiamo vivere sempre con coraggio: non basta allontanare un problema, portarlo lontano dai nostri occhi. Io, in quanto uomo e figlio della luce, voglio vivere come un “guerriero della luce” (uso e riporto le parole di Paulo Coelho): Quando apprende a maneggiare la spada, il guerriero della luce scopre che il suo equipaggiamento deve essere completo: e questo include una armatura. Così parte alla ricerca dell'armatura, e ascolta le proposte di vari venditori. "Usa la corazza della solitudine", dice uno. "Utilizza lo scudo del cinismo", incalza un altro. "La migliore armatura è quella di non farsi coinvolgere da niente", afferma un terzo. Il guerriero, però, non vi presta ascolto. Con serenità, si reca nel suo luogo sacro e veste il mantello indistruttibile della fede. La fede para tutti i colpi. La fede trasforma il veleno in acqua cristallina”.

            Non ho paura di incontrare gli islamici. Dovrei forse temere di morire per Cristo? Sarebbe motivo di gioia immensa e forse il merito della vita eterna!

            Le auguro tanto bene e La ringrazio.

(Messaggio Firmato)

(con autorizzazione alla pubblicazione)

 

LA DIFESA DELLA NOSTRA FEDE CRISTIANA

 

Carissimo V.,

            forse nel mio scritto pervenutoLe la scorsa settimana non ha compreso bene il senso delle mie espressioni finali. Il testo è sempre leggibile – e perciò sempre meglio comprensibile - collegandosi all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera13ottobre2005.htm ; e comunque lo riporto nella parte sottostante.

            Tutto ciò che Lei mi scrive era stato da me già esposto e condiviso, e riportavo – al riguardo - l’esempio di San Francesco, che – senza paura - aveva rischiato la sua vita per portare il Vangelo ai musulmani, così come tutti noi dovremmo fare per essere veri discepoli di Gesù. Quindi anche noi, come San Francesco, non dobbiamo avere paura di incontrare gli islamici e dei rischi che ne derivano, anche per la nostra stessa vita. E’ evidente, infatti, che – collocato in una condizione di necessità (ricercata o meno) – io non devo ritrarmi dal testimoniare la mia Fede, così come insegna Gesù: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt.10,32-33).

            Il mio discorso, però, era molto più vasto, perché faceva riferimento alla “doverosa” difesa della nostra Civiltà Cristiana Europea, come più sotto esporrò meglio.

            Intanto bisogna capire bene quanto Gesù ha insegnato circa “i modi” con cui annunciare il Vangelo e come “preservarsi” dai pericoli, per non presumere delle nostre forze e non incorrere nel rischio della “temerarietà” e anche per assolvere al dovere di difendere i nostri fratelli cristiani che sono più deboli di noi. Quanti cristiani durante il tempo delle persecuzioni romane ebbero la temerarietà di presentarsi volontariamente davanti ai persecutori per subire il martirio e poi, sotto le torture, apostatarono!... Gesù - al di fuori di casi particolari ispirati dallo Spirito Santo (come quello di San Francesco) - non ci ha insegnato questo comportamento. Egli infatti comanda la precisa individuazione di coloro a cui annunciare e trasmettere la sua Divina Parola, preavvisando sui pericoli che si incontrano in questa missione e come, nei casi di persecuzione, bisogna – se necessario – anche “fuggire” da una città all’altra. Così fece anche lo stesso San Francesco, dopo aver visto inutili i suoi tentativi di convertire il Sultano e i musulmani: Dio stesso – per via soprannaturale - “lo ammonì” ad allontanarsi dal Sultano e dai musulmani e a tornare nei Paesi Cristiani. Il Vangelo, in proposito, insegna: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani… Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra” (Mt.10,16-18.23).

            Insegnava anche Gesù agli Apostoli: “In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città” (Mt.10,11-15).

            Questi brani del Vangelo sono solo alcune delle parole di Gesù che indicano come vivere e professare la nostra Fede in Lui davanti agli uomini e come bisogna comportarsi con quanti “accettano” oppure, al contrario, “rifiutano” coscientemente e deliberatamente la Fede Cristiana.

            Nel caso storico che stiamo vivendo in Europa noi ci troviamo in una condizione nella quale l’islamismo, in generale, così come nei secoli passati, non solo “non è aperto” alla verità del Vangelo e alla Fede Cristiana, ma, al contrario, cerca di combatterla e di farla scomparire dalla nostra Civiltà Europea.

            Consideri, al riguardo, come tutte le regioni dell’Asia Minore e dell’Africa Settentrionale erano alle origini le più fiorenti comunità cristiane: oggi esse sono del tutto scomparse dopo le invasioni musulmane, che hanno “forzatamente” – con la violenza -  fatto “apostatare” quelle comunità cristiane dalla vera fede.

            Tale intento si ripete ancora oggi, con l’islamismo che penetra all’interno delle nostre ormai “ex” Civiltà Cristiane dell’Europa, per sradicarle e distruggerle. Non Le dice niente la battaglia contro i Crocifissi, per toglierli dalle scuole, dagli ospedali, dai tribunali, ecc., e persino la battaglia contro i presepi (!) nelle scuole, e contro tutti i simboli religiosi cristiani in Italia e in Europa?... o non insegna nulla il terrorismo islamico?...

            E’ un nostro dovere di veri cattolici conoscere la realtà, analizzarla con oggettività e prendere coraggiosamente posizione davanti ad essa. Questa realtà ci mostra che, per via delle sue convinzioni filosofiche e religiose, l’Islam radicale ha un’ansia di dominio e una determinazione distruttiva ai danni del mondo cristiano. Mentre le Nazioni Occidentali accolgono immense masse musulmane, le concedono di costruire moschee, rispettano le loro usanze, nel mondo islamico accade sempre più il contrario.

            Questa funesta realtà, ben diversa dai sorridenti quadri dipinti dai seguaci della “coesistenza pacifica”, è stata espressa con esattezza da un profondo conoscitore del problema, Mons. Giuseppe Germano Bernardini, vescovo di Izmir, nella Turchia, che avvertì nel II Sinodo europeo: Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamico-cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche v’invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci, perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei Paesi poveri del Nord-Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista? (…) Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.

            E di “apostasia silenziosa” dei cristiani più volte ha parlato il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II. Dopo il Concilio Vaticano II il mondo cattolico, infatti, ha subìto gli effetti di una crisi interna; una crisi che Paolo VI qualificò come processo di “autodemolizione” della Chiesa e di penetrazione del “fumo di Satana nel tempio di Dio”; una crisi che Giovanni Paolo II continuò a riconoscere con parole come queste: “Bisogna ammettere realisticamente, e con profonda e sofferta sensibilità, che i cristiani di oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnate; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia. Immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva” (discorso del 6 febbraio 1981 ai religiosi e sacerdoti partecipanti al I Congresso Nazionale Italiano sul tema Le missioni al popolo per gli anni Ottanta; cfr. “L’Osservatore Romano”, 7-2-1981).

            E lo stesso Benedetto XVI, nella ormai famosa Via Crucis dell’ultimo Venerdì Santo del presente anno, quando era ancora il Card. Ratzinger, descrisse con accetti drammatici la condizione attuale della Chiesa: “Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa?... Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!...   Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti.  Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi”.

            In una situazione storica di questo genere si vede come bisogna “difendere” se stessi e gli altri cristiani da due pericoli: quelli “interni” e quelli “esterni” alla Chiesa, perché, come diceva San Paolo: “… da ogni parte siamo tribolati: battaglie all'esterno, timori al di dentro” (2^Cor.7,5).

            Oggi i cristiani fedeli si trovano proprio in questa situazione drammatica: di “battaglie” “all’esterno” della Chiesa e di “timori” “al di dentro” della Chiesa. Cosa fare, perciò, in una situazione storica simile? Bisogna conservare la propria fede con tutte le forze, e non permettere che a noi o ad altri nostri fratelli essa venga distrutta: e ciò per pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima, così come insegna Gesù: “Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?” (Mt.16,26). “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc.9,25-26).

            Ed anche San Pietro esortava: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime(1^Pt.1,6-9).

            Perciò, per quanto sta in noi, non ci si deve mettere “nell’occasione del martirio”, però bisogna essere pronti ad affrontarlo se esso si presenterà contro la nostra volontà.

                Ripeto perciò quanto scrissi la volta scorsa: “I musulmani “poveri”, se si ha vera volontà di aiutarli, li si può aiutare con provvedimenti adeguati, attuati nei loro luoghi di origine (sostentamento, scolarizzazione, occasioni di lavoro, industrializzazione), senza costringerli a dover venire nei nostri Paesi. Con giusta oculatezza il Card. Biffi dichiarava che si doveva dare una preferenza - nella immigrazione - ai cittadini dei Paesi Cattolici (dell’Est Europa e dell’America Latina, anche più bisognosi degli stessi musulmani), perché si sarebbero più facilmente integrati con la nostra cultura cristiana e con le nostre legislazioni. I musulmani, invece, possono essere aiutati direttamente nelle loro terre, senza costringerli ad una immigrazione nelle nostre terre, perché “non possono” integrarsi con noi cristiani, in quanto hanno una religione, una cultura e una legislazione profondamente diverse da quella cristiana”.

            Quindi, la carità la si deve fare sempre verso tutti, indipendentemente dalla Fede professata: ma “i modi” bisogni valutarli in rapporto al bene supremo della Fede e della Salvezza delle anime nostre e di quelle degli altri, così come ci insegna Gesù. E noi cristiani abbiamo il diritto e il dovere di “difendere” le nostre Nazioni da una “invasione musulmana” che potrà distruggere la Fede Cristiana, non solo per noi e i nostri fratelli nella fede, ma anche per tutti i nostri discendenti, ai quali non sarà più trasmessa: e noi abbiamo “un dovere di carità” anche verso chi verrà dopo di noi.

            Proprio nel quotidiano “AVVENIRE” di oggi viene ancora una volta evidenziata l’islamizzazione che viene attuata nei Balcani. La città di Sarajevo prima del conflitto balcanico era per metà musulmana, un quinto cattolica e per il resto ortodossa ed ebrea. Oggi – dopo dieci anni dagli accordi di Dayton che posero fine alla guerra balcanica – l’85% della popolazione è musulmana e il processo di “islamizzazione” continua a proseguire velocemente, emarginando ed allontanando sempre più “il piccolo resto” dei cattolici, come denunciato la scorsa settimana anche dal Card. Pulijc, nel Sinodo dei Vescovi in corso a Roma, quando disse che i cattolici in Bosnia sono senza diritti, faticano a professare la loro fede e progressivamente vengono emarginati  (cfr. AVVENIRE, 20 ottobre 2005, pag.3).  Questa è “la realtà storica” che stiamo vivendo e che si sta estendendo in modo assai preoccupante verso tutti i Paesi Europei, compresa la nostra Italia, con l’equivoco ed acquiescente “appoggio” di tanti sedicenti “cristiani”.

            Da parte mia, ammiro e spero di poter sempre imitare la sua “fortezza”:           

“Non ho paura di incontrare gli islamici. Dovrei forse temere di morire per Cristo? Sarebbe motivo di gioia immensa e forse il merito della vita eterna!”…

            Però mi permetto di dirLe anche, con umiltà: io non presumo mai di me stesso e delle mie forze. Un giorno un alunno mi chiese: “Lei sarebbe disposto a dare la vita per Cristo?”. Gli risposi con umile semplicità: “Se dicessi che ne sarei capace potrei apparire un presuntuoso, ma se aggiungo CON L’AIUTO DI DIO spero di esserne capace”, allora potrò avere senz’altro la forza di essere capace anch’io di dare la vita per Cristo”.

            E a tale scopo sono d’accordo anch’io che è necessario indossare l’armatura di Dio, quella “intera”, quella insegnataci dalla Parola di Dio: “Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere(Ef.6,10-20).

            In questo “spirito” combattiamo la nostra “battaglia” della Fede, per “custodirla” e “difenderla”, ed anche per “testimoniarla”, sì, “senza paura”, al fine di farla conoscere e sperare di farla accettare anche da chi la combatte: e così sperare di pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima e anche di quella di altri, unico motivo per il quale Gesù si è incarnato ed è morto sulla Croce. Ricordiamo sempre, in proposito, quanto insegnava Gesù stesso a Santa Faustina Kowalska, su come essere “missionari”, anche senza predicare: “Con la preghiera e la sofferenza salverai più anime di un missionario che si dedichi ad istruire e a predicare”.

            Se salviamo la nostra anima abbiamo salvato tutto. Se perdiamo la nostra anima abbiamo perso tutto.             Le auguro anch’io tanto bene e La ringrazio. Con amicizia.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LE APOSTASIE DELLE EDIZIONI PAOLINE

(“IL GIORNALINO”e “FAMIGLIA CRISTIANA”

 

LETTERA DI PROTESTA INVIATA AL DIRETTORE DE “IL GIORNALINO”

PER UN DIARIO PAGANO EDITO DALL’EDITRICE SAN PAOLO

(con raccomandazione di pubblicazione su questa Lettera Informativa LA VOCE)

Gentile Direttore,

            sono una mamma di cinque bambini piccoli. Sono una cattolica praticante (almeno mi sforzo di esserlo) e con mio marito siamo impegnati nel difficile compito di educare cristianamente i nostri bambini.

            Per il prossimo anno scolastico ho acquistato due copie del “Diario G 2007” da regalare ai due bambini in età scolare, con la convinzione di trovarci tanta sana cultura, curiosità intelligenti e stimolanti, un pò di religione... D’altronde la rivista che Lei dirige è cattolica: addirittura si fregia del nome di San Paolo Apostolo. Dunque io ero sicurissima della bontà di ciò che acquistavo. Altrimenti, se non ci tenevo ai princìpi cattolici, avrei acquistato altri prodotti di Case Editrici laiche e commerciali.

            Stamattina ho ricevuto i Diari. Li ho distrattamente sfogliati. Poi li ho sfogliati attentamente. Ecco cosa ho trovato nel “Diario G 2007”, edito dalla “Periodici San Paolo”:

1) Già dalle prime pagine è tutto un pullulare di maghi, streghe, fate, sortilegi e informazioni varie e non per nulla edificanti.  Alcuni argomenti del Diario: “streghe si diventa”, “streghe buone  e cattive”, “i poteri delle streghe”, “come proteggersi dai sortilegi”, “un pò di stregoneria”, “in 13 per una congrega”, il sabba, quattro volte all'anno da mezzanotte all'alba, maghi e stregoni, e fate e streghe della TV.

2) Nelle pagine relative al periodo del Santo Natale, in questo diario edito da cattolici, non si fa il minimo riferimento alla nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo!!!  Il nostro  "Gesù Bambino"  non è stato menzionato, neanche per sbaglio! Ampio e dettagliato spazio si dà invece alla figura di Babbo Natale, Mamma Natale, ai films sulla vita di Babbo Natale, ecc.

3) Pagina del 1° aprile, Domenica delle Palme. Mi sarei aspettata… beh, cosa dovevo aspettarmi da un Diario edito da una Casa Editrice cattolica? Non certamente mi aspettavo una minuziosa presentazione dei ... Sette libri di Harry Potter, il maghetto più famoso del mondo!!!... Mi sono cadute le braccia, mi sono data un pizzicotto perchè convinta di vivere un incubo. Ma purtroppo era la realtà: non avevo sbagliato indirizzo. I Diari non li avevo ricevuti dal famoso Mago Otelma o chi per lui, ma... dalle Edizioni San Paolo!!!... Tutto il mese di Aprile è abbondantemente dedicato ai personaggi di Harry Potter. La  Pasqua nel Diario è questa. Ricerca di Pasqua: dove trovare streghe, fate e gnomi. Abbiamo cercato - si legge nel Diario - alcuni luoghi suggestivi e affascinanti presenti in Italia, dove vivere una atmosfera magica e dove poter fare una bella gita con tutta la famiglia!!! (mica nei Santuari....). Dunque, ci sono indicazioni per chi vuol conoscere alcuni luoghi dove le Streghe (scritto con la esse maiuscola) tengono i loro sabba... Della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo non c'è il minimo accenno.  Della Sua gloriosa morte in croce... tanto meno. 

            Io mi trovo, perciò, costretta a rispedire i due Diari per vari motivi:

1) Questo “Diario G 2007” non è conforme alla morale della Chiesa, in quanto presenta in maniera simpatica e accattivante maghi, streghe, personaggi sabbatici che sono in abominio a Dio. Sono note a tutti le conseguenze che subiscono coloro che si rivolgono a maghi e fattucchiere. Questo Diario invece sembra un Apostolato del “Famoso Mago XXX”  per l'iniziazione esoterica e stregonesca  dei bambini.

2) Questo Diario, per come è stato impostato, avrà  l'effetto di “scristianizzare il cuore dei bambini, di togliere l'amore per Gesù dai loro cuori”. Altro non vedo dall'esame attento e scrupoloso dello stesso.

3) Se il Diario fosse edito da una qualunque Casa Editrice e che si propone il fine del lucro, non vi avrei trovato nulla di strano, anche se sempre inaccettabile dal punto di vista morale e pedagogico. Ma che sia una Casa Editrice cattolica ha stampare e diffondere un simile Diario “pagano”, non lo posso assolutamente accettare: io non posso accettare insegnamenti, personaggi, films contro la morale cattolica! 

            Lo stesso Papa Benedetto XVI, quando era il “Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede”, definì i libri di Harry Potter “pericolosi per la fede”, e contro la morale cattolica. E’ perciò del tutto inaccettabile ed è assai scandaloso che la Casa Editrice cattolica San Paolo possa avere edito un Diario simile, del tutto diseducativo e paganizzante. I Superiori Ecclesiastici dovrebbero intervenire per impedire la diffusione di un simile Diario pagano.

            Sperando, per il prossimo anno, di vedere edito davvero un bel Diario, degno del bellissimo nome che portate e dei valori religiosi, morali, educativi, civili dei quali vi fate portatori, porgo i miei (indignati) saluti.

Giusi

(messaggio firmato)

 

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www.telemaria.it

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

         ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

  Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045

  Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

                         FIRENZE - Via Vecchia Bolognese, 321 – Tel./Facs. 055.400707 – Cell. 349.2101400

Posta Elettronica: lucedicristo@lavocecattolica.it  –  Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Codice Fiscale 92139970344 – Conto Corrente Postale 78026101

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'

LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)

Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

        Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).

        Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.

        L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

        Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).

        Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.

        Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it  Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)

LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI

PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

Codice Fiscale 92139970344 - Conto Corrente Postale n°78026101

* Sede di PARMA: Via Verdi, 3 - 43100 PARMA - Cell. 340.7190085 (Tatiana) - Cell. 338.8702045 (Fiorenzo)         

* Sede di ANCONA: Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA  - (Prof. Giorgio Nicolini) - Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

* Sede di FIRENZE: Via Vecchia Bolognese, 321 - 50010 FIRENZE  - (Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo) - Tel./Facs. 055.400707

 www.lavocecattolica.it

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

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LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 Marzo 2007, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, desidero ringraziarvi di cuore per le vostre rinunce quaresimali. Desidero incitarvi a continuare a vivere il digiuno con cuore aperto. Col digiuno e la rinuncia, figlioli, sarete più forti nella fede. In Dio troverete la vera pace, attraverso la preghiera quotidiana. Io sono con voi e non sono stanca. Desidero portarvi tutti con me in paradiso, per questo decidetevi ogni giorno per la santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 marzo 2007)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

 

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera13aprile2007.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazaret.

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

«Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino… (Ez.2,3-5).

 

Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare (Sir.15,14-20).

 

QUESTA LETTERA INFORMATIVA TI VIENE INVIATA CON I TESTI A COLORI

QUESTE PAGINE A COLORI TUTTAVIA SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO

LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà. Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

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IL BEATO GABRIELE FERRETTI

Un santo Patrono per i Giovani che devono fare una scelta di vita

550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona: 12 novembre 2006-12 novembre 2007

 

OGGETTO: Petizione popolare per far dichiarare il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, come il “PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”.

 

Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna» (Mc.10,17-31)

 

Via Astagno 72 – ANCONA – Cell. 328.7310192

550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti

12 novembre 2006-12 novembre 2007

 

Ecc.za Rev.ma, con il presente scritto mi associo alla petizione perché il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, venga proposto e dichiarato, nella Diocesi di Ancona, come “IL PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”, perché, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo (cfr. Mc.10,17), egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per tutti “i giovani” che “devono fare una scelta di vita” per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni, sia per una scelta di vita religiosa, che sacerdotale o matrimoniale.

Firma ……….……………………..……………………

Cognome ………………………………..……..……………………………….……………….……….……………

Nome ……………………………………..…………………..……………………..… Età  .……..…….…….……..

Indirizzo ……………………………………..………………………….…………….………….………………….…

Città …………………………………………..……….………………………………… CAP ….…………………….

Telefono ……………………………………..…………….…………………………………….……….….…………

Cellulare ……………………………………..……………….………………………………….………..…………...

Posta Elettronica …………………………..…………………….…………………………….…….……..………...

Sito Internet …………………………………..………………………………………………….……..…….……….

 

FOTOCOPIA QUESTA PETIZIONE E DIFFONDILA PERCHE’ SIA FIRMATA DA ALTRI E SPEDISCILA FIRMATA ALL’ARCIVESCOVO DI ANCONA - Mons. EDOARDO MENICHELLI - Piazza del Senato, 7 - 60121 Ancona - Tel. 071.55733 (ab.) – 071.2085820 (uff.) - Facsimile 071.2075003 - Posta Elettronica: curia@diocesi.ancona.it

 

Petizione promossa dal Sito Internet www.lavocecattolica.it Per informazioni: Tel. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - La vita del Beato Gabriele Ferretti, denominato “L’ANGELO DI ANCONA”, è pubblicata nel Sito Internet www.lavocecattolica.it e può essere ricevuta anche nella propria Posta Elettronica, come allegato, richiedendolo all’indirizzo giorgio.nicolini@poste.it o telefonando al 071.83552 o al 339.6424332, a cui può essere richiesto anche il DVD o la videocassetta sulla vita del Beato.

 

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