LORETO,
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
NEL RICORDO DEI SANTI benedetto, CIRILLO E METOdio
patroni d’europa
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
LETTERA INFORMATIVA n°49
Giornale Informatico Gratuito di Ispirazione Cattolica
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e
dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Ancona
Giovedì, 16 febbraio 2006
Domenica, 17 febbraio 2012
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dal Concepimento "reale" di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
Nato ebreo a Betlemme, nell’anno 6 prima dell’anno 0, al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO IL 9 APRILE DELL’ANNO 30 - GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO.
Il popolo ebraico lo ha atteso da secoli, ogni uomo, più o meno consapevolmente, lo cerca da sempre
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE”", i cui testi sono pubblicati all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” [Biglietto scritto da San Giuseppe Moscati, il 17 ottobre 1922]. Poiché sta scritto nella Parola di Dio: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28). Così anche Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32).
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
LETTURA BIBLICA DEL GIORNO
DALLA LETTERA DI SAN GIACOMO APOSTOLO (2,1-9)
Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria. Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti in piedi lì», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene; ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.
E IL VERBO SI FECE CARNE
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!
ROMA - XV GIORNATA MONDIALE DEI GIOVANI (15-20 AGOSTO 2000)
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
14 FEBBRAIO
COMMEMORAZIONE LITURGICA DEI SANTI CIRILLO E METODIO
PATRONI D’EUROPA
Lettera Apostolica
sui santi Cirillo e Metodio
31 dicembre 1980
1
Alle illustri figure dei santi Cirillo e Metodio si rivolgono di nuovo i pensieri ed i cuori in quest'anno in cui ricorrono due centenari particolarmente significativi. Si compiono infatti cent'anni dalla pubblicazione della lettera enciclica "Grande Munus" del 30 settembre 1880, con la quale il grande pontefice Leone XIII ricordava a tutta la Chiesa le figure e l'attività apostolica di questi due santi e, al tempo stesso, ne introduceva la festività liturgica nel calendario della Chiesa cattolica (Leonis XIII "Acta", vol. II, pp. 125-137). Ricorre inoltre l'XI centenario della lettera "Industriae Tuae" (cfr. "Magna Moraviae Fontes Historici", t. III, Brno 1969, pp. 197-208), inviata dal mio predecessore Giovanni VIII al principe Svatopluk nel giugno dell'anno 880, nella quale veniva lodato e raccomandato l'uso della lingua slava nella liturgia, affinché “in quella lingua fossero proclamate le lodi e le opere di Cristo nostro Signore” (cfr. "Magna Moraviae Fontes Historici", t. III, Brno 1969, p. 207).
Cirillo e Metodio, fratelli, greci, nativi di Tessalonica, la città dove visse e operò san Paolo, fin dall'inizio della loro vocazione, entrarono in stretti rapporti culturali e spirituali con la Chiesa patriarcale di Costantinopoli, allora fiorente per cultura e attività missionaria alla cui alta scuola essi si formarono (cfr. "Costantinus et Methodius Thessalonicenses, Fontes"). Entrambi avevano scelto lo stato religioso unendo i doveri della vocazione religiosa con il servizio missionario, di cui diedero una prima testimonianza recandosi ad evangelizzare i Cazari della Crimea.
La loro preminente opera evangelizzatrice fu, tuttavia, la missione nella Grande Moravia tra i popoli, che abitavano allora la penisola balcanica e le terre percorse dal Danubio; essa fu intrapresa su richiesta del principe di Moravia Roscislaw, presentata all'imperatore e alla Chiesa di Costantinopoli. Per corrispondere alle necessità del loro servizio apostolico in mezzo ai popoli slavi tradussero nella loro lingua i libri sacri a scopo liturgico e catechetico, gettando con questo le basi di tutta la letteratura nelle lingue dei medesimi popoli. Giustamente perciò essi sono considerati non solo gli apostoli degli slavi ma anche i padri della cultura tra tutti questi popoli e tutte queste nazioni, per i quali i primi scritti della lingua slava non cessano di essere il punto fondamentale di riferimento nella storia della loro letteratura.
Cirillo e Metodio svolsero il loro servizio missionario in unione sia con la Chiesa di Costantinopoli, dalla quale erano stati mandati, sia con la sede romana di Pietro, dalla quale furono confermati, manifestando in questo modo l'unità della Chiesa, che durante il periodo della loro vita e della loro attività non era colpita dalla sventura della divisione tra l'oriente e l'occidente, nonostante le gravi tensioni, che, in quel tempo, segnarono le relazioni fra Roma e Costantinopoli.
A Roma Cirillo e Metodio furono accolti con onore dal Papa e dalla Chiesa romana e trovarono approvazione e appoggio per tutta la loro opera apostolica ed anche per la loro innovazione di celebrare la liturgia nella lingua slava, osteggiata in alcuni ambienti occidentali. A Roma concluse la sua vita Cirillo (14 febbraio 869) e fu sepolto nella Chiesa di san Clemente, mentre Metodio fu dal Papa ordinato arcivescovo dell'antica sede di Sirmio e fu inviato in Moravia per continuarvi la sua provvidenziale opera apostolica, proseguita con zelo e coraggio insieme ai suoi discepoli e in mezzo al suo popolo sino al termine della sua vita (6 aprile 885).
2
Cento anni fa il papa Leone XIII con l'enciclica “Grande Munus” ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei santi Cirillo e Metodio per la loro opera di evangelizzazione degli slavi. Dato però che in quest'anno la Chiesa ricorda solennemente il 1500° anniversario della nascita di san Benedetto, proclamato nel 1964 dal mio venerato predecessore, Paolo VI, patrono d'Europa, è parso che questa protezione nei riguardi di tutta l'Europa sarà meglio messa in risalto, se alla grande opera del santo patriarca d'occidente aggiungeremo i particolari meriti dei due santi fratelli, Cirillo e Metodio. A favore di questo ci sono molteplici ragioni di natura storica, sia di quella passata come di quella contemporanea, che hanno la loro garanzia sia teologica che ecclesiale, come pure culturale nella storia del nostro continente europeo. E perciò prima ancora che si chiuda quest'anno dedicato al particolare ricordo di san Benedetto, desidero che per il centenario della enciclica leoniana, si valorizzino tutte queste ragioni, mediante la presente proclamazione dei santi Cirillo e Metodio a compatroni d'Europa.
3
L'Europa, infatti, nel suo insieme geografico è per così dire frutto dell'azione di due correnti di tradizioni cristiane, alle quali si aggiungono anche due diverse, ma al tempo stesso profondamente complementari, forme di cultura.
San Benedetto, il quale con il suo influsso ha abbracciato non solo l'Europa, prima di tutto occidentale e centrale, ma mediante i centri benedettini è arrivato anche negli altri continenti, si trova al centro stesso di quella corrente che parte da Roma, dalla sede dei successori di san Pietro.
I santi fratelli da Tessalonica mettono in risalto prima il contributo dell'antica cultura greca e, in seguito, la portata dell'irradiazione della Chiesa di Costantinopoli e della tradizione orientale, la quale si è così profondamente iscritta nella spiritualità e nella cultura di tanti popoli e nazioni nella parte orientale del continente europeo.
Poiché oggi, dopo secoli di divisione della Chiesa tra oriente e occidente, tra Roma e Costantinopoli a partire dal Concilio Vaticano II sono stati intrapresi passi decisivi nella direzione della piena comunione, pare che la proclamazione dei santi Cirillo e Metodio a compatroni d'Europa, accanto a san Benedetto, corrisponda pienamente ai segni del nostro tempo. Specialmente se ciò avviene nell'anno nel quale le due Chiese, cattolica ed ortodossa, sono entrate nella tappa di un decisivo dialogo, che si è iniziato nell'isola di Patmos, legata alla tradizione di san Giovanni apostolo ed evangelista. Pertanto questo atto intende anche rendere memorabile tale data.
Questa proclamazione vuole in pari tempo essere una testimonianza, per gli uomini del nostro tempo, della preminenza dell'annuncio del Vangelo, affidato da Gesù Cristo alle Chiese, per il quale hanno faticato i due fratelli apostoli degli slavi. Tale annuncio è stato via e strumento di reciproca conoscenza e di unione fra i diversi popoli dell'Europa nascente, ed ha assicurato all'Europa di oggi un comune patrimonio spirituale e culturale.
4
Auspico, quindi, che per opera della misericordia della santissima Trinità, per l'intercessione della Madre di Dio e di tutti i santi, sparisca ciò che divide le Chiese come pure i popoli e le nazioni; e le diversità di tradizioni e di cultura dimostrino invece il reciproco completamento di una comune ricchezza.
Che la consapevolezza di questa spirituale ricchezza, diventata su strade diverse patrimonio delle singole società del continente europeo, aiuti le generazioni contemporanee a perseverare nel reciproco rispetto dei giusti diritti di ogni nazione e nella pace, non cessando di rendere i servizi necessari al bene comune di tutta l'umanità e al futuro dell'uomo su tutta la terra.
Pertanto, con sicura cognizione e mia matura deliberazione, nella pienezza della potestà apostolica, in forza di questa lettera ed in perpetuo costituisco e dichiaro celesti compatroni di tutta l'Europa presso Dio i santi Cirillo e Metodio, concedendo inoltre tutti gli onori ed i privilegi liturgici che competono, secondo il diritto, ai patroni principali dei luoghi.
Pace agli uomini di buona volontà!
GIOVANNI PAOLO II
Dato a Roma, presso san Pietro, sotto l'"anello del pescatore", il giorno 31 del mese di dicembre dell'anno 1980, terzo di Pontificato.
LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede.
Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene.
Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa.
Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
SI FA CONOSCERE UN NUOVO PARTITO
UN PROGRAMMA DI SOLIDARIETA’ IN FAVORE DI “TUTTA” LA VITA
PER PROMUOVERE UNA POLITICA PER LA CIVILTA’ DELL’AMORE
IN SINTONIA CON I PRINCIPI CRISTIANI
Sul riconoscimento ad ogni essere umano del
diritto alla vita, sin dal concepimento fino al suo termine naturale, si
fonda l'umana convivenza e la stessa
comunità politica. Non ci sarà mai pace sino a quando tale diritto non sarà
pienamente riconosciuto. L'Associazione chiede che i rappresentanti degli
Stati membri delle Nazioni Unite promuovano la difesa della vita umana in
ogni stadio del suo sviluppo e in tutti i Paesi sia ricchi sia poveri, se
davvero vogliono la pace. Alle Nazioni Unite l'Associazione chiede di
vigilare affinché i Paesi ricchi non chiudano l'accesso allo sviluppo dei
Paesi poveri, condizionando gli aiuti ad assurde politiche antinataliste con
l'attuazione di campagne per diffondere anche la sterilizzazione e l'aborto
procurato. Ai partiti politici di ogni Paese l'Associazione chiede di
tutelare, sin dal concepimento, la vita di ogni essere umano e di
allontanare così ogni pericolo di terrorismo e di nuove guerre, dare un
assetto stabile a tutte le nazioni con un'adeguata distribuzione delle
risorse ed uno sviluppo sostenibile, attuare gli ideali di giustizia sociale
e migliorare le condizioni generali del lavoro.
Il testo integrale dello statuto e il programma del nuovo partito
SOLIDARIETA’ è prelevabile
cliccando sul collegamento al Sito Internet
www.solidarieta.biz
Il partito è stato fondato il 12 novembre 2002 a Milano: tra i promotori Piero Pirovano, giornalista del quotidiano Avvenire, uno dei fondatori, nel 1977, del Movimento per la Vita.
Tutte le notizie riguardanti il partito (il programma dettagliato, le persone che lo hanno promosso e l'elenco dei coordinatori provinciali, come associarsi) le potete trovare in Internet: www.solidarieta.biz
Il programma di SOLIDARIETÀ pone al centro della Politica il Diritto alla vita. SOLIDARIETÀ si propone cioè di superare la legge sull’aborto con nuove leggi che tutelino davvero la maternità, sostenendo la famiglia.
SOLIDARIETÀ si interessa di tutti i nostri problemi quotidiani: dal lavoro ai trasporti, dall’ambiente alla cultura, dall’energia ai rapporti internazionali: ma tutto trova fondamento in una visione cristiana ed è la declinazione dei principi fondamentali alla base del suo programma: tutela e promozione della Famiglia e del Diritto alla Vita.
Il partito SOLIDARIETÀ si presenterà alle prossime elezioni politiche, indipendente dai confusi poli di Prodi e di Berlusconi, da solo, e con un programma, preciso e chiaro, per la tutela della “vita dal suo concepimento e in tutto l'arco del suo sviluppo sino alla morte naturale”.
COSA FARE ?
Si voterà il 9 e il 10 aprile 2006 per rinnovo del Parlamento italiano: Camera dei Deputati e Senato.
Chi vuole difendere e promuovere la vita, che possibilità ha? C’è qualche coalizione o partito politico che prevede di riformare la legge sull’aborto? No! Anzi, già si presentano programmi politici che aggraveranno la situazione di disgregazione della famiglia naturale fondata sul matrimonio.
Quest’anno gli elettori potranno scegliere il Partito: SOLIDARIETÀ - Libertà, Giustizia e Pace, che pone al centro dell’azione politica “tutta” la vita e i diritti fondamentali di ogni uomo e donna.
Stiamo bene attenti: non c’è più la possibilità di influire utilizzando la preferenza e votando le persone di fiducia. Non è più come nel passato! La nuova legge elettorale non permetterà di esprimere la preferenza per un candidato; prevede infatti liste bloccate: per il Senato a livello regionale, per la Camera le circoscrizioni sono formate da più province. Passeranno i primi candidati delle liste in base ai voti dati alla lista stessa: potreste dover votare chi non vorreste mai!
Abbiamo bisogno di migliaia di firme per presentare la lista: questa vostra disponibilità è preziosa. Solo così riusciremo a proporre all’elettorato i nostri candidati. Per presentarsi alle elezioni e dare l’opportunità ai cittadini di poter scegliere chi votare, SOLIDARIETÀ ha bisogno di molte persone che sottoscrivano le sue liste sia per la CAMERA che per il SENATO e questo dovrà avvenire entro la fine di febbraio 2006 presso gli uffici comunali.
Se credi anche tu in questo progetto, ti chiediamo di collaborare diventando un “referente locale”: cioè essere nel proprio Comune la persona su cui SOLIDARIETA’ può contare per la diffusione dei moduli per la sottoscrizione delle liste, la raccolta di firme, la diffusione di materiale, l’organizzazione di incontri… Ci si può mettere in gruppo.
Chi intendesse darci una mano in questo può segnalare la sua disponibilità, a Piero Pirovano (cell. 335.5420656) e/o ai referenti locali: Davide Caltroni (cell. 340.4851404 – davidecaltroni@yahoo.it, Milena Tisato (cell. 338.3926126 - milenatisato@libero.it ). Oppure scrivici a questi indirizzi: “SOLIDARIETA’ – Libertà, Giustizia e Pace” – Casella Postale 91 - 37100 VERONA o a questo indirizzo di Posta Elettronica: verona@solidarieta.biz
PER LE MARCHE
per ogni contatto o informazione scrivere a
Elezioni politiche. Obiettivi prioritari
Democrazia e Diritto alla vita
di Piero Pirovano
Solidarietà si oppone alla deriva verso lo Stato oligarchico.
La difesa della democrazia è connessa con la tutela del diritto a nascere di ogni concepito.
La difesa insieme della
democrazia e del diritto alla vita di ogni essere umano sin dal suo
concepimento è il compito che SOLIDARIETÀ si assume chiedendo agli italiani
di sottoscrivere le proprie liste per le prossime elezioni per il rinnovo
del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Mi spiego.
La difesa della democrazia.
La riforma elettorale varata dal Parlamento con l'approvazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270 ha sostanzialmente peggiorato il sistema maggioritario precedente basato sui collegi uninominali. La possibilità di scelta tra i singoli candidati è stata infatti annullata. I seggi delle due Camere saranno sì assegnati in ragione proporzionale, ma sulla base di liste bloccate senza voto di preferenza. Se nella cosiddetta “Prima Repubblica” i politologi definivano quella italiana come una “democrazia imperfetta”, ora possiamo tranquillamente affermare che l'Italia sta scivolando sempre più verso lo Stato oligarchico, cioè governato da pochi, quindi non democratico. Noi di SOLIDARIETÀ ci opponiamo e domandiamo che “lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare”, proponendo la riforma dell'istituto parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale con voto di preferenza.
La difesa del diritto alla vita.
L'ideale democratico, che è davvero tale quando riconosce e tutela la dignità di ogni persona umana, è stato tradito, in Italia, nelle sue stesse basi con l'approvazione della legge 22 maggio 1978, n. 194 sull'aborto procurato. E già si prospetta la legalizzazione dell'eutanasia!
Noi di SOLIDARIETÀ condividiamo l'ammonimento che Giovanni Paolo II rivolse a tutti gli uomini di buona volontà, con l'Enciclica “Evangelium Vitae”. Quando “l'originario e inalienabile diritto alla vita è messo in discussione o negato sulla base di un voto parlamentare o della volontà di una parte - sia pure maggioritaria - della popolazione”, “lo Stato non è più la "casa comune" dove tutti possono vivere secondo princìpi di uguaglianza sostanziale, ma si trasforma in Stato tiranno, che presume di poter disporre della vita dei più deboli e indifesi, dal bambino non ancora nato al vecchio, in nome di una utilità pubblica che non è altro, in realtà, che l'interesse di alcuni”. “Quando si verificano queste condizioni - continua Giovanni Paolo II - si sono già innescati quei dinamismi che portano alla dissoluzione di un'autentica convivenza umana e alla disgregazione della stessa realtà statuale”.
Noi di SOLIDARIETÀ ci opponiamo a tutto ciò e affermiamo che la 194/1978 è una legge dello Stato che, come tutte le altre, può essere riformata con una norma che davvero tuteli, insieme, la maternità e il diritto a nascere del concepito. Anche questo è un modo per difendere la democrazia.
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
CENTRO CULTURA CRISTIANA
Tutti abbiamo il dovere di evangelizzare, ognuno come può:
chi predica, chi confessa, chi insegna, chi è costretto a tacere e a soffrire.
A noi, per adesso, non resta che scrivere!
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Davanti alla probabilità che il Parlamento dell’Unione Europea accolga al suo interno paesi, quali la Turchia che, oltre ad essere terra asiatica, è oltretutto lontana anni luce dalla cultura e dalle istituzioni della nostra Europa, chiediamo ai responsabili di riflettere bene sulle conseguenze pericolose che questa apertura può comportare, non solo per ovvi motivi di carattere economico, che vedrebbero il libero ingresso di circa 70 milioni di persone sotto il livello medio di povertà, ma soprattutto perché la cultura della Turchia è decisamente e fortemente islamica, con tutte le conseguenze che questo comporta. Non saranno certo i musulmani turchi ad adeguarsi alle leggi e istituzioni europee, semmai sarà la cultura islamica a imporsi all’Occidente anche con la violenza, come nei secoli passati e come i vari “Bin Laden” non fanno mistero di proclamare con forza.
Non illudiamoci di risolvere problemi di questo genere con il tanto conclamato “dialogo”, perché per noi occidentali vissuti all’ombra della cultura cristiana, il dialogo, vale a dire la convivenza pacifica fra diverse religioni, è una cosa ovvia perché ammettiamo la libertà religiosa e di coscienza, ma per il mondo musulmano questo è impossibile, proprio perché “l’essenza” della cultura islamica è fondata sulla intransigenza più inflessibile e sulla totale identificazione tra fede e politica, tra diritto divino e norma giuridica, così da rendere impossibile un’intesa che si basi sui “diritti dell’uomo”. (S. Nitoglia, L’Islam com’è, Ed. Minotauro).
La Corte di Giustizia Europea in data 31 luglio 2001 ha affermato con sentenza l’incompatibilità della Legge Coranica (Shari’ah) con la Convenzione per i diritti dell’uomo. (Affaire Refah Partisi)
Due conoscitori della legge coranica, Bausani e Fahad, autori di libri fra cui “L’Islamismo” fanno notare che l’Islam, non ammettendo la conoscenza razionale di Dio e del mondo, fonda le sue conoscenze solo sulla fede come valore assoluto, cioè su un fideismo cieco in nome del Corano, dove prevale una concezione della vita fatalistica e sensuale. Ma la difficoltà più grossa per un’intesa con l’Islam non riguarda solo l’aspetto religioso ma investe, come accennato, anche l’ambito cosiddetto “laico”, cioè quello civile, sociale e legale perché la visione dell’uomo, della vita, della società, della famiglia, della legge, è del tutto stravolta.
Il nostro “Centro Cultura Cristiana” si è proposto di esporre molto sinteticamente questo argomento lungo due diverse direzioni: 1) Contenuti della fede islamica;
2) 1400 anni di storia dell’Islam.
I CONTENUTI
IL CORANO E MAOMETTO: l’unica fonte della dottrina islamica (Shari’ah) è il Corano, libro-divinità, consegnato da Maometto ai suoi fedeli. Maometto (570-632) era un cammelliere arabo, ma fu soprattutto un inquieto guerriero che fece della guerra, assieme alla fede in Allah, l’elemento principale del suo credo religioso. Ebbe una decina di mogli, senza contare le concubine, e sancì il diritto dell’uomo alla più libera poligamia, a spese della donna. (Cor. IV,3). Maometto si sentì investito del compito di sottrarre gli uomini alla idolatria “sottomettendoli” ad un unico Dio, Allah, (la parola Islam significa, appunto, sottomissione) un Dio lontano, in conoscibile, impenetrabile all’intelletto umano, arbitro assoluto di tutto, che esige la punizione per gli errori dell’uomo, soprattutto della donna, anche con mutilazione e morte violenta, un Dio nei confronti del quale l’uomo non ha né libertà né responsabilità.
Nel campo religioso:
· l’Islam non ammette la conoscenza razionale di Dio e della natura, perciò fonda le sue conoscenze solo sulla fede come valore assoluto, all’opposto della teologia cattolica che insegna che Dio si fa conoscere all’intelletto umano non solo attraverso l’opera della creazione ma soprattutto attraverso la Rivelazione di Gesù Cristo, suo Figlio fatto uomo. Il Dio invocato dai musulmani nulla ha da spartire con il Dio cristiano che è innanzitutto “Padre”, ricco di bontà e di misericordia, rispettoso della libertà dell’uomo fatto a Sua immagine e somiglianza, un Dio che ama l’uomo a tal punto da affidargli un preciso Comandamento: quello dell’Amore. L’Islam rifiuta i principali dogmi del Cristianesimo, quali l’Unità e la Trinità di Dio, l’Incarnazione, Morte e Risurrezione di Cristo, la Maternità divina di Maria, la Rivelazione divina del Vangelo, l’Istituzione divina della Chiesa, del Sacerdozio, dei Sacramenti ecc.
Nel campo civile, solo alcuni esempi:
· l’Islam non conosce il concetto di “persona” come soggetto di diritto, concetto tipicamente cristiano, ma solo il diritto della “ummah”, cioè della comunità;
· l’Islam non concepisce la famiglia intesa come libera scelta di un uomo e di una donna, ma come scelta unilaterale di un uomo che decide di “comprare” una o più donne, le quali sono escluse dalle decisioni e dalla vita del marito, e possono essere ripudiate e private dei figli in qualunque momento.
· l’Islam non concepisce il concetto di libertà, né quella personale, né di associazione, né di stampa, ecc. Chi non riverisce Maometto oppure osa obiettare a un qualunque punto del Corano viene ucciso senza processo. Carlo Sgorlon in più articoli sul quotidiano “Il Tempo” affermava: “Il maomettano “tipo” non si integra, chiede che ogni suo costume religioso sia rispettato, ma egli nulla concede al cristiano perché il vero mussulmano non conosce la tolleranza e non cede mai. O fai ciò che lui vuole, oppure si arriva alla guerra”.
· L’Islam nega ogni altra legge umana e ogni progresso sociale perché il Corano è l’unica legge religiosa e civile, immutabile e intoccabile. Questo comporta per la società islamica il rifiuto di qualsiasi nozione di diritto naturale e legislativo per cui non esistono altri diritti se non quelli previsti dal Corano. I capi musulmani, emiri, califfi ecc. sono tra i più ricchi del mondo perché padroni della maggior produzione mondiale di petrolio e tuttavia la loro gente vive in condizioni di grande miserie e arretratezza perché non sanno, o non vogliono, sfruttare le loro risorse in nome del progresso che, invece, per il cristiano, è un aspetto doveroso della vita dell’uomo sulla terra.
· l’Islam divide il mondo in “territorio dell’Islam” e in “territorio di guerra degli infedeli” che deve essere conquistato con la “guerra santa”, obbligo imposto da Dio a tutti i musulmani finché il mondo intero non sia stato sottomesso ad Allah, cioè allo Stato Islamico. Anche la penetrazione silenziosa dei musulmani attraverso l’immigrazione è un’espedienti per conquistare il mondo. (Vignelli, “L’invasione silenziosa”, Ed. Minotauro).
Mons. Fouad Twal, arcivescovo di Tunisi, in una dichiarazione sulla rivista “Nuntium”, afferma che l’Islam è portatore di un modello di società mirante all’istituzione di uno Stato teocratico e totalitario fondato sulla “Shari’ah”, e che la “Jiahad”, la guerra santa, non è un aspetto marginale dell’Islam, ma costituisce un obbligo grave del credente, e contro coloro che hanno voluto interpretare questo termine in modo riduttivo, come se fosse solo un combattimento spirituale, l’Arcivescovo risponde che i testi e i fatti sono chiari: “Si tratta di una vera lotta armata contro gli infedeli, cioè contro tutti coloro che non sono musulmani. E’ la religione della forza perché si impone solo con la forza e cede solo davanti alla violenza. Islamismo e violenza fanno parte integrante dell’Islam”.
Recita infatti il Corano: “Vi è prescritta la guerra, anche se non vi piace” (Cor.2,216). “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate” (Cor. 9,5). “Profeta! Lotta contro gli infedeli e gli ipocriti e sii duro con loro” (Cor. 66,9). In questa lotta gli “infedeli” non possono rivendicare alcun diritto inerente la loro condizione di esseri umani, perché l’Islam non riconosce, come soggetti giuridici, persone o Stati non musulmani, e nemmeno riconosce i diritti dei prigionieri che sono “proprietà” dei vincitori. La schiavitù abolita in Occidente dal Cristianesimo, è legittimata nei Paesi islamici perché riconosciuta ufficialmente dal Corano (Cor.2,221)
I “1400” ANNI DI STORIA
Come si è diffuso l’Islam? A forza di guerre. Ne diede il primo esempio il fondatore, Maometto, trucidando sia i “popoli idolatri”, che dovevano essere ricondotti alla fede in un solo Dio, sia il “popolo del libro”, cioè Ebrei e Cristiani presenti in Arabia in numerose comunità.
A soli vent’anni dalla morte del “Profeta” gli arabi musulmani, condotti dal califfo Caleb, conquistarono la Palestina, tutta l’Africa cristiana mediterranea, sconfissero l’impero persiano e minacciarono Bisanzio. Quindi dal Marocco passarono in Spagna, cacciarono i Visigoti e da lì avrebbero invaso l’Europa se non fossero stati fermati a Poitiers da Carlo Martello (732).
Quegli arabi musulmani che rimasero in Spagna dopo la sconfitta di Poitiers costituirono una forte comunità che, a contatto con la civiltà greco-bizantina e romano-cristiana, seppe dare il meglio di sé nel campo della filosofia e della scienza. Tuttavia l’indole bellicosa dell’Islam arabo riemergeva sempre di più, costituendo una minaccia insidiosa per il resto d’Europa.
Solo dopo sette secoli, nel 1240 con San Ferdinando III° di Castiglia e nel 1481 con il Re Ferdinando d’Aragona, gli arabi furono cacciati.
Dal secolo XV° la cultura islamica cominciò un inesorabile declino mentre avanzava sempre più minacciosa la presenza dei Turchi musulmani (Ottomani) che minacciavano seriamente tutta la civiltà cristiana. In questo spirito di difesa della cultura occidentale i cristiani impedirono l’avanzata musulmana in Europa combattendo a Lepanto (1571), a Vienna (1683), a Belgrado (1717).
Quando si vogliono paragonare le Crociate condotte dai cristiani contro l’Islam tra il XII° e XIII° secolo alle cosiddette “guerre sante” islamiche, è doverosa una precisazione: le Crociate nulla hanno da spartire con le guerre islamiche, non tanto per la differenza nella strategia bellica, ovviamente, ma per un concetto basilare di fondo: le Crociate furono spedizioni militari promosse non per imporre la fede cattolica, ma per liberare i luoghi santi occupati dai musulmani che impedivano l’accesso, pena la morte, ai pellegrini “infedeli”.
Non ci sarebbero state le Crociate se l’Islam avesse rispettato le terre cristiane, di proprietà dei cristiani, fra l’altro! Che poi, anche tra i Crociati (a onor del vero, tra le fila dei mercenari assoldati dalle truppe cristiane) siano avvenuti abusi ed efferatezze è vero, tuttavia molti storici, tra cui Jean Richard e Renè Grousset sono d’accordo nel sostenere che le Crociate hanno segnato una grandiosa epopea storica, per vari motivi, ovviamente, il primo dei quali perché tutto il mondo cristiano si era unito “come un cuor solo” nell’unico intento di difendere quel patrimonio di fede, di cultura e di luoghi sacri segnati dalla presenza e dalla dottrina di Cristo. C’era la consapevolezza che ciascun cristiano e tutta la comunità aveva in consegna un immenso tesoro da difendere e da tramandare integro ai posteri, tesoro per il quale bisognava, se le circostanze lo esigevano, arrivare perfino a combattere.
L’ISLAM AI NOSTRI GIORNI
La rivista Mashrek International rendeva pubbliche le risoluzioni prese dal Consiglio Islamico tenuto a Lahore (Pakistan) nel 1980, le quali stabilivano che “la regione mediorientale deve essere tutta islamica entro il 2000. I gruppi popolari che non appartengono al credo islamico devono essere distrutti”. Così è realmente avvenuto.
Descrive a tale proposito l’islamista Onorato Bucci questa situazione drammatica in tutto il mondo:
· dal Libano, in quindici anni di guerra civile, senza contare il numero dei morti trucidati, si è avuto un drammatico esodo di oltre due milioni di cristiani, maroniti e di altre confessioni, in Europa e nelle Americhe;
· non meno drammatica, continua Bucci, è la situazione nelle altre Nazioni mediorientali: Egitto, Turchia, Siria e, più recentemente, Sierra Leone, Sudan, Nigeria, isole Molucche, isola di Timor e tutta l’Indonesia in generale che hanno subito eccidi incalcolabili e la cui popolazione, prima in maggioranza cristiana, è ora per forza quasi tutta mussulmana;
· anche nelle Filippine, mansueto Stato cattolico, è entrato un gran numero di musulmani che vuole creare uno Stato musulmano a suon di guerre, persecuzioni e uccisioni.
· Miseria e fame in Africa sono dovute in buona parte all’avanzata islamica in quelle terre dove, come denunciano gli stessi missionari costretti a fuggire, i terroristi distruggono tutte le opere da questi compiute: pozzi, impianti idrici, scuole, cooperative agricole ecc.
· La tragedia delle “due torri” in America, il recente massacro in Nigeria di 250 cristiani a causa di una innocentissima frase su Maometto, l’orribile strage di bambini in una scuola della Cecenia, i continui attentati e massacri in ogni parte del mondo, anche fra loro connazionali, solo perché colpevoli, a detta loro, del reato di “occidentalismo”, sono notizie quasi quotidiane, purtroppo, avvenimenti di cui i musulmani vanno fieri perché tutto rientra nel “credo” del Corano che vuole la guerra santa, dovere sacrosanto per ciascun musulmano finchè tutto il mondo non sia sottomesso ad Allah!
· Ci sono molte ragioni per credere che anche in Italia e in Europa potrebbe accadere la stessa cosa.
· Il tributo di sangue dei cristiani uccisi nel mondo, in prevalenza dove vige la shari’ah islamica, è di circa 160.000 vittime all’anno, come documenta Antonio Socci nel libro “I cristiani perseguitati”
Mons. Bernardini, Arcivescovo di Smirne in Turchia da oltre 40 anni, ha dichiarato “Durante un incontro sul dialogo islamo-cattolico, un autorevole personaggio musulmano disse ai partecipanti: “Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. E aggiunge il Prelato che c’è proprio da crederci perché il “dominio” è già cominciato con i petroldollari, usati non per creare lavoro nei paesi poveri del Nord Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee nei paesi cristiani attraverso l’immigrazione continua. Come non vedere in questo, continua l’Arcivescovo, un chiaro programma di espansione e di riconquista? I musulmani, infatti non sanno creare industrie ma sono magnifici guerriglieri che non temono la morte (…)”. E noi ci chiediamo sconcertati: “Com’è possibile che questi timori non sorgano mai nella mente dei nostri politici?”
DIFENDERSI O ARRENDERSI?
Davanti a questa prospettiva, che significato hanno parole come “dialogo” o “pace” a tutti i costi? Significano forse un atteggiamento passivo e rinunciatario come il massimo bene da raggiungere, grazie al quale si può avere salva la vita perdendo la propria identità e la propria libertà? Una simile concezione di pace non significa solo rifiuto della guerra ma diventa una dottrina, uno stile di vita, un mito irenico e relativistico secondo il quale non esiste alcuna verità da difendere. Questa pace falsa in nome della quale vengono sepolte non solo le armi ma anche i princìpi, i valori, la fede, l’onore, la cultura ecc. di tutto un popolo, non fa altro che modellare una povera umanità-fantoccio in balìa dei prepotenti.
Come previde Wilson Churcill alla conferenza di Monaco del 1938, quando il primo ministro inglese Chamberlain cedette ai ricatti di Hitler per evitare la guerra. Churcill lo apostrofò così: “Cercaste la pace con il disonore, ebbene avrete la guerra e il disonore”. La storia gli dette ragione.
Due luminari del cristianesimo, i Padri della Chiesa S. Agostino e S. Tommaso d’Aquino hanno chiarito il concetto di “Guerra giusta” che va intesa come “un male, a cui però talvolta è necessario ricorrere, per ristabilire la giustizia, la pace ed evitare mali peggiori”. Molto interessante anche il libretto “Guerra giusta, guerra santa” di Roberto de Mattei, Ed. Piemme.
QUALE FUTURO PER L’EUROPA?
Cosa può aspettarsi la nostra Europa che ha rinnegato le sue radici, la sua fede, la sua cultura, la sua civiltà, la meravigliosa bellezza dei suoi monumenti, delle sue chiese, il suo diritto esemplare fondato sulla dignità della persona e sulla famiglia?
La storia dimostra che civiltà così degenerate sono tutte finite nelle mani dei loro nemici, e in modo drammatico, oltretutto! Questa Unione Europea che rifiuta e calpesta le sue radici cristiane che l’hanno resa gloriosa nei secoli, che non esita a cedere chiese cattoliche ai musulmani in segno di ecumenismo, a togliere i crocifissi in segno di tolleranza, a fare sfoggio di ateismo e di libertinaggio sessuale a vasto raggio;
questa Unione Europea che pretende di legiferare su tutto, dal sistema di riproduzione delle fragole a quella dell’essere umano, considerato merce da eliminare quando inizia a “deteriorarsi”;
· questa Unione Europea che sta distruggendo la famiglia nei suoi valori perenni, che stanzia fondi per l’aborto facile e per il controllo delle nascite in tutto il mondo, vale a dire per la morte dei nascituri e di tutte le persone “improduttive”;
· questa Europa che pretende di legalizzare qualunque libertinaggio trasgressivo presentandosi come “arbitra del sesso” e arrivando perfino a negare ai bambini il diritto di avere una famiglia normale per accontentare le pretese assurde di certe coppie;
· questa Europa che vuole accogliere a tutti i costi la Turchia con il pericolo rappresentato dai suoi 70 milioni di islamici in casa nostra a pieno diritto. Se i Turchi non hanno mai voluto riconoscere il genocidio perpetrato nel 1919 contro il popolo Armeno, su quali valori o accordi o cultura si potrà mai fondare un’eventuale alleanza con l’Europa?
Questa Unione Europea senz’anima che si è macchiata di apostasia, è avviata inesorabilmente verso la propria distruzione: l’Islam che nei secoli passati non è riuscito a conquistare l’Europa grazie alla forza del Cristianesimo, “Croce e Rosario”, la sta ora conquistando con le stesse leggi inique degli Europei.
Concludendo: come nel Vecchio Testamento Dio permise che il popolo eletto venisse fatto prigioniero e deportato in Babilonia a causa delle sue ripetute infedeltà, così ora noi ci troviamo di fronte ad una alternativa che, ci piaccia o meno, segnerà il nostro futuro: o siamo fedeli a Cristo, in particolare al Crocifisso, senza timore di rendergli testimonianza esponendolo nelle nostre case, nelle scuole, negli ospedali e nei luoghi di lavoro, oppure la conseguenza inevitabile non sarà certo quella di vivere pacificamente in uno Stato “laico”, cioè libero da tutte le religioni o tradizioni, come vorrebbero farci intendere certi politici, ma finiremo inevitabilmente schiavi di uno Stato teocratico, che sarà la tirannia peggiore di tutte quelle forme di totalitarismo che hanno sconquassato l’Europa, soprattutto dell’Est, in questo secolo appena passato.
L’esempio dei nostri antenati che hanno arrestato l’avanzata islamica con armi e soldati sproporzionati, ma con la forza della fede, dovrebbe esserci di sprone per imitarli:
· Il principe carolingio Carlo Martello che sconfisse i musulmani a Poitiers nel 732 attribuì alla Madonna la sua memorabile vittoria conseguita un sabato di ottobre e come segno di riconoscenza fondò gli Ordini cavallereschi consacrati alla Madonna;
· i sovrani di Spagna nel 1240 e nel 1481 riuscirono nella difficilissima impresa di allontanare i “Mori” dall’Europa solo perché si affidarono alla Madonna assieme a tutto il popolo;
· a Lepanto nel 1571 le potentissime flotte turche furono vinte dalle poche navi cristiane male equipaggiate grazie al Santo Rosario che Papa S.Pio V aveva chiesto di pregare a tutti i cristiani;
· a Vienna nel 1683 Papa Innocenzo XI prescrisse a tutti i cristiani di implorare la Vergine Maria col Rosario perché si trovasse il comandante giusto a guidare i soldati contro i turchi arroccati sulle colline di Vienna pronti a sferrare l’attacco. Giovanni III Sobiesky, re di Polonia si sentì ispirato ad andare a Vienna deciso a guidare la battaglia. Prima di scendere in campo, partecipò come chierichetto alla Santa Messa celebrata da Padre Marco d’Aviano (beatificato da Papa Giovanni Paolo II) implorando l’aiuto di Cristo per intercessione della Madonna. Si narra che padre Marco, quando dall’altare alzò il crocifisso sulle colline circostanti, i soldati cristiani che stavano scendendo in campo, sentirono una forza inaspettata che mise in fuga i turchi in modo del tutto inspiegabile, visto l’esiguo numero delle nostre truppe, per giunta terrorizzate davanti alla ferocia dei turchi armati fino ai denti e disposti a tutto.
· a Belgrado il 15 agosto 1717 Eugenio di Savoia fermò l’avanzata turca dopo essersi consacrato alla Madonna e averle offerto le sofferenze di tutte le sue truppe.
Gesù Cristo ha detto “Coraggio! Io ho vinto il mondo”. Perciò solo nel nome di Cristo sarà possibile vincere un “nemico” di tale portata da dover richiedere l’intervento del Cielo. Infatti la Madonna a Fatima ha assicurato: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”.
Dobbiamo credere alle Sue parole anche se, al momento, ci è davvero difficile intravederne la realizzazione.
PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…
POTREMMO ANCOR OGGI ESSERE “CRISTIANI”
SE NON CI FOSSE STATA LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO?...
Non siamo “ingrati” alla Vergine Lauretana,
dimenticando il ruolo “unitivo della cristianità” che ebbe
durante il tempo dell’esilio avignonese (1305-1377) e dello scisma d’Occidente
e per la vittoria di Lepanto del 1572, che salvò l’Europa “cristiana” e l’intera cristianità…
AUXILIUM CHRISTIANORUM, ORA PRO NOBIS
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)
“LETTERA-APPELLO”
INVIATA DALL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE
AL “DOLCE CRISTO IN TERRA” SUA SANTITA’ BENEDETTO XVI
PER IL RISTABILIMENTO DELLA VERITA’ SULLA SANTA CASA A LORETO
A Sua Santità
BENEDETTO XVI
Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica
CITTA’ DEL VATICANO (Roma)
OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa a Loreto.
Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”
Firenze, 14 febbraio 2006
SS. Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa
Santità amatissima,
e “dolce Cristo in terra”, nel filiale ossequio ed umile sottomissione, il Prof. Giorgio Nicolini di Ancona, d’intesa con me, mi incarica di sottoporre di nuovo alla Sua benevola attenzione la nota “questione lauretana”, che anche alla Paternità Vostra sta tanto a cuore.
La nuova presente segnalazione Le viene da me inoltrata, a nome del Prof. Nicolini, a motivo di reiterate fuorvianti e gravi inadempienze e mistificazioni che avvengono nella Basilica Pontificia di Loreto e in riverente obbedienza ed adempimento di quanto disposto dal n.184 dell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”: “Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela (…) alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice”.
Avevo inoltrato alla Sua personale attenzione, in data 3 dicembre e poi ancora in data 18 dicembre 2005 - così come anche al Prefetto della Sacra Congregazione per il Culto Divino, Sua Em.za il Card. Francis Arinze e al Vicario di Sua Santità Mons. Angelo Comastri, Vescovo di Loreto fino a pochissimo tempo addietro – testi documentativi di estrema rilevanza per il ristabilimento in quel Santo Luogo del culto canonico che, a norma della “veridicità storica” del “miracolo” che lo concerne, a esso compete, in specie in occasione della celebrazione liturgica della “Miracolosa” Traslazione della Santa Casa, il 10 dicembre.
Ella si premurò per tale circostanza di comporre una bellissima e inequivoca preghiera, che fece colà pervenire perché vi fosse recitata e diffusa.
A tale riguardo, il Prof. Giorgio Nicolini mi incarica di informarLa di quanto di tale preghiera, nella Basilica Lauretana, sia stato fatto o, meglio, non fatto e anche di più… Infatti, fin dall’indomani dell’invio dell’anzidetta preghiera, si è dovuto constatare come la stessa “di fatto” sia stata del tutto trascurata, con l’eccezione di una parzialissima sua lettura televisiva ai microfoni di Telepace - poche righe iniziali e poche righe finali – che è quella che viene recitata o fatta recitare in loco da quei Rev.mi Padri Custodi della Basilica Pontificia e diffusa solo di recente con una immaginetta stampata.
Nel Santuario Lauretano e nelle sue adiacenze, in effetti, di tale orazione “intera” da Lei composta non vi è ancora traccia, mentre - al contrario - nella Basilica continuano a circolare e ad essere diffusi tra i fedeli quei libri e libretti illustrativi, da anni in uso, e che, come è risaputo, riportano in buona sostanza come fosse la sola credibile la narrazione del “trasporto umano” della Santa Casa, o delle sue pietre con le quali sarebbe stata appunto riedificata: e dunque “traslazione” come dovuta ad opera tutta e soltanto umana e non “traslazione” “miracolosa”, quale in effetti fu e sempre è stata riconosciuta “canonicamente” dal Magistero dei Sommi Pontefici, oltre che dall’approvazione “canonica” dei Vescovi locali all’epoca dei fatti, e che hanno trovato sempre un puntuale riscontro storico, archeologico e scientifico.
Inoltre, in luogo della preghiera che la Santità Vostra si è degnata di comporre e additare alla meditazione dei fedeli, all’interno della Basilica Lauretana ne è invece poco dopo comparsa un’altra, non firmata, e denominata “Preghiera del pellegrino”, e che è la seguente:
“Vergine Lauretana, noi veniamo al tuo Santuario seguendo diversi sentieri e percorrendo vie diverse: è la varietà delle nostre strade, il cammino differenziato delle nostre vite. Accoglici, Madre nostra, donando balsamo alle ferite del viaggio della vita e infondendo speranza ai nostri cuori. Pellegrini della “tua casa”, come si ama chiamare questo luogo (!), ci rivolgiamo a te con confidenza …(omissis). Madre di misericordia e speranza del mondo intero, ascolta la voce dei tuoi figli, che fiduciosi, ti invocano, sicuri che non mancherà il tuo conforto a quanti si rifugiano sotto la tua protezione. Amen”.
Santità amatissima, non occorre essere esegeti per cogliere “l’inciso”, che mi sono permesso per la Sua maggiore comodità di evidenziare: un “inciso” assai breve, quasi telegrafico e persino subliminale, nel contesto, ma ovviamente enorme nel suo impatto specifico, volto com’è - con evidenza - a “contraddire” le perentorie e inequivoche espressioni della Sua preghiera, ove Ella non definisce la Santa Casa di Maria presente a Loreto come un luogo che “si ama chiamare” “tua casa” (di Maria), ma che “è” (!) la “tua casa” (di Maria), quella che “proprio” “era” a Nazareth.
In tal modo, nel mentre si occulta l’integralità della Sua preghiera, se ne fornisce un’altra, come una versione “interpretativa” della stessa e volta ad avallare, una volta di più, le falsificazioni già più volte e documentatamente denunciate dal Prof. Nicolini: sia riguardo alle versioni da anni diffuse a Loreto circa un presunto e mai avvenuto trasporto umano della Santa Casa, sia riguardo all’autenticità della Santa Casa stessa, riferita solo a delle “pietre” - non importa se tutte o in parte, né quante - che la costituivano (e chiamata “Casa” non perché lo sarebbe davvero, ma solo perché così definita da quelli che “amano” in quel modo chiamarla, ma che invece per “i responsabili” del Santuario non lo sarebbe!).
Non è poi trascurabile il particolare che la suddetta preghiera - sostitutiva, come detto, di quella composta e raccomandata dalla Santità Vostra per quel luogo (il cui titolo infatti è: Preghiera nel Santuario di Loreto) - sia stata stampata su una locandina avente nel retro gli orari delle celebrazioni liturgiche in distribuzione a pellegrini e fedeli in quel Santuario: in tal modo la sua diffusione capillare di sicuro sarà garantita al meglio, perché sarà più conservata dai pellegrini per l’evidente “utilità” degli orari che vi sono stampati!
Non è dunque neppure un caso, evidentemente, che da anni in quel Sacro Luogo Lauretano la memoria liturgica della “Miracolosa” traslazione (che da semplice fedele mi sembrerebbe il più grande, in assoluto, dei miracoli di cui si abbia memoria!) si trovi di fatto disattesa e negletta, come alla Santità Vostra sarà possibile, se lo vorrà, appurare anche di persona.
Il Prof. Giorgio Nicolini, competente conoscitore della “questione lauretana”, dopo anni di “denunce” e di inutili tentativi di conferire con le autorità ecclesiastiche responsabili, riuscì ad ottenere la possibilità di parlarne “in Udienza” con il Suo predecessore, il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II, per il 23 febbraio dello scorso anno. Ma fu il giorno del suo ultimo e definitivo “aggravamento” e l’incontro non fu più possibile, mentre poté invece incontrarsi con Lei, presentandoLe una sua “ultima” “petizione”. Il Prof. Nicolini, Le ricordò l’incontro di quel giorno nella Lettera inviataLe in data 19 giugno 2005, che riporto nella parte sottostante:
… (omissis) …
La Provvidenza Divina mi concesse di poterLe presentare una mia “ultima petizione” proprio “di persona”, il 23 febbraio scorso, verso le 13,30, davanti alla Sua abitazione, presso l’aula “Paolo VI”, quando La vidi passare con il suo Segretario e, riconoscendoLa, La chiamai e La fermai, chiedendoLe di attendere un momento per andare a prendere e consegnarLe, “a mano”, la lettera che Le avevo appena finito di comporre e che era pronta presso la “guardiola” del palazzo ove Lei abitava. Cercai di farmi “riconoscere” da Lei mostrando a Lei e al Suo Segretario la fotografia di Mons. Serafino Spreafico – che mi è come “padre”, “fratello” ed “amico” - il Vescovo che ha fatto canonizzare Santa Gianna Beretta Molla. La foto mostrava Mons. Serafino Spreafico mentre consegnava a Giovanni Paolo II un suo ed un mio studio teologico sulla “proposta” avanzata di istituire una Memoria Liturgica dei “Santi Non Nati”, sapendo che anche a Lei erano stati consegnati quei miei testi, quale Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede” e che quindi, vedendo quella foto, poteva forse più facilmente “ricordarsi” di me e di quei miei scritti pervenutigli attraverso Mons. Serafino Spreafico (cfr. Tel. 0331.512030).
Quel giorno ero venuto a Roma, perché mi era stata data la possibilità di poter parlare con il “santo” Suo predecessore Giovanni Paolo II: ma ciò non poté avvenire per l’improvviso aggravarsi delle Sue condizioni, che portarono al nuovo ed ultimo ricovero al “Gemelli”. Mons. Stanislao Dziwisz, con cui avevo parlato al telefono (prima di incontrare Lei davanti all’aula “Paolo VI”) per chiedergli la possibilità di poter salire direttamente nell’appartamento del Santo Padre, mi disse di richiedere la possibilità dell’Udienza per la settimana successiva, nella speranza che il Santo Padre si fosse trovato in condizioni migliori: ma ciò, come tutti sappiamo, non avvenne più e il Signore il 2 aprile successivo chiamò alla gloria eterna il suo “Grande Servitore”. Chi poteva pensare che in quel giorno il Signore mi concedesse però la grazia e la gioia di incontrarmi “a tu per tu” proprio con Lei (che negli anni trascorsi tanto ammiravo ed amavo per la sua “chiara”, “forte” e “rassicuratrice” “difesa della fede”), e che da Dio era stato designato “ab aeterno” ad essere il Successore del “Grande” Giovanni Paolo II, e il nuovo “Vicario di Cristo” e “dolce Cristo in terra”?... Tale “dono” del Signore di quel giorno fu poi allietato da una corrispondenza intercorsa mediante la Posta Elettronica con Don Lino Franzoloso, un prete che Lei conosce, e che mi informava che Lei “apprezzava molto” quanto io scrivevo, avendone parlato - proprio con lui - più volte nei mesi precedenti, prima della Sua elezione sulla Cattedra di Pietro.
Tutto ciò anima il mio “coraggio” a scriverLe ancora questa nuova lettera: non più, però, come al Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, ma ora come al Supremo Pastore della Chiesa Universale, eletto nel Ministero Petrino per “confermare i fratelli nella fede”.
Le scrivo ancora, perché costretto dalla mia “coscienza”, riguardo alla questione della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, di cui tanti anni fa forse Lei non aveva avuto la possibilità di documentarsi in maniera particolarmente approfondita, avendo avuto a disposizione evidentemente solo le ultime “interpretazioni”, che sono state improvvidamente pubblicate nella Basilica Pontifica di Loreto a motivo di “un irrazionale razionalismo”, chiuso al trascendente, che ha portato in breve tempo ad autentiche “falsificazioni documentali” e che hanno letteralmente “ingannato” l’intera Chiesa “post-conciliare” a riguardo della secolare “Tradizione Lauretana” e della collegata “verità” relativa alla “miracolosa traslazione” della Santa Casa.
… (omissis) …
Tutte le “denunce” di cui parla il Prof. Nicolini nella lettera inviataLe il 19 giugno 2005 furono fatte da lui direttamente, e più volte, sia a singoli Vescovi come anche alla intera Conferenza Episcopale Marchigiana, riunita in Assemblea ordinaria a Loreto: in data 16 Marzo 2005, una prima volta, e in data 18 gennaio 2006, una seconda volta.
Non avendo però avuto esse ancora alcun seguito, il Prof. Nicolini mi ha allora incaricato di fare, a suo nome, una “richiesta formale di audizione” alla stessa Conferenza Episcopale Marchigiana, da me spedita, in data 7 febbraio u.s, al Presidente della stessa, Mons. Luigi Conti, Vescovo di Macerata, con il sottostante testo:
A Sua Ecc.za Rev.ma Mons. LUIGI CONTI - Vescovo di Macerata
Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana - Fax 0733.263386 - Agli Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi delle Marche
Ecc.za Rev.ma, Ecc.ze Rev.me delle Marche,
per incarico del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a trasmettere i documenti allegati:
1) 1) Lettera del 18/12/2005 al Santo Padre, e comunicazione della Segreteria di Stato Vaticana.
2) 2) I pronunciamenti pontifici sulle “miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto.
3) 3) Appello e protesta per la diffusione via Radio Maria delle “falsità” diffuse dalla Basilica Lauretana.
4) 4) Le mistificazioni lauretane e la verità sul “metodo” dell’ultimo libro del Padre Santarelli.
Il Prof. Nicolini, mi aveva anche, recentemente, comunicato il sottostante messaggio:
In data 18 gennaio 2006, circa alle ore 11.00, per adempiere agli opportuni provvedimenti del caso, ho consegnato a tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Marchigiana, riuniti a Loreto in Assemblea Ordinaria, un’ampia documentazione, in 58 pagine, relativa all’abbandono da parte della Basilica Pontifica di Loreto, della verità delle Traslazioni Miracolose della Santa Casa di Nazareth, in contrasto aperto con tutti i pronunciamenti dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti, e dell’abbandono arbitrario della relativa celebrazione liturgica della Miracolosa Traslazione del 10 dicembre, non più celebrata secondo come disposto dalla Santa Chiesa Cattolica. Nella documentazione era esposto anche il problema grave della pubblicazione e diffusione in Basilica di stampe (libri e opuscoli), contenenti documentazioni false o falsificate, che ingannano i pellegrini sulla verità dell’autenticità della Santa Casa e delle sue miracolose traslazioni, operate dalla Onnipotenza Divina.
Sempre per conto del Prof. Giorgio Nicolini inoltre, mentre con questa porto a conoscenza dell’intera Conferenza Episcopale Marchigiana le documentazioni sopra indicate, sono a presentare formale richiesta a che al medesimo sia concesso di illustrare, alle Vostre Ecc.ze Rev.me le denunce dallo stesso già presentate più volte, e anche alla Suprema Autorità del Santo Padre.
Il Prof. Nicolini formula l’anzidetta richiesta in adempimento e obbedienza di quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico, e in particolare del Can.212, (§.3): “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...”.
Confido nella benevola accoglienza di quanto ora richiesto, e invio il mio deferente ossequio.
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone
In ultimo, voglio anche informarLa, Santità amatissima, che è appena uscito il numero di febbraio 2006 de “Il messaggio della Santa Casa”, l’organo ufficiale del Santuario di Loreto, ove il Vescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi, ancora una volta, ed ora in “forma ufficiale”, utilizza pretestuosamente quel “cenno” ai Crociati, che Ella fece nella Sua omelia dell'8 settembre 1991 a Loreto, allo scopo di far credere che quel suo “errore storico” - fatto in totale buona fede, per una Sua non ancora sufficiente conoscenza della “questione lauretana” -, possa essere ancora il Suo pensiero attuale, facendo una ingannevole e arbitraria trasposizione: cioè, che quanto Lei disse da Cardinale nel 1991 venga recepito dalla gente come se fosse detto da Lei, ora, quale Sommo Pontefice.
Ciò è avvenuto in modo puntuale, proprio secondo quanto temeva e Le aveva già preannunciato il Prof. Nicolini, nella lettera inviataLe il 19 giugno scorso, scritta per cercare di “prevenire” ed “impedire” tale arbitrio ingannevole e pretestuoso. Così infatti il Prof. Nicolini Le scriveva nella lettera sopra citata:
… (omissis) …
Volevo informarLa, in proposito, che proprio in questi giorni è uscito il nuovo numero de “Il Messaggio della Santa Casa” (l’organo ufficiale della “Congregazione Universale della Santa Casa”), che Le invio in allegato con la presente lettera, ove viene pubblicata l’Omelia che Lei tenne nella Basilica Lauretana l’8 settembre 1991, in occasione del gemellaggio della città bavarese di Altotting con Loreto.
Tale Omelia, ora che Lei è il “Sommo Pontefice”, può avere - come è facilmente intuibile - una risonanza ingannevole e non corrispondente al Suo pensiero attuale, e può costituire “una pretestuosa conferma” riguardo alla “falsificazione storica” operata, di cui all’epoca Lei non era ancora a conoscenza, e che ora può indurre molti in errore riguardo al Suo reale attuale pensiero al riguardo.
Lei, Santità, riprendendo quella “ipotesi” diffusa circa un ventennio fa proprio dalla Basilica Lauretana, a riguardo di un trasporto della Santa Casa di Nazareth a Loreto ad opera dei Crociati, così disse: “Quando i Crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada. E’ una casa – mi sembra – molto strana, perché casa e strada sembrano escludersi: o casa o strada, vogliamo dire…” (cfr. “Il Messaggio della Santa Casa”, n.6, giugno 2005, pag.168).
Ecco, Santità amatissima, “appunto”, è proprio “così”…: “casa” e “strada” si escludono a vicenda, proprio perché non furono i Crociati a mettere l’intera Santa Casa (e non le semplici “sante pietre”) sulla “strada”, ma fu proprio per un’opera miracolosa di Dio, attraverso il ministero degli Angeli del Cielo, che proprio con tale “collocazione” “molto strana” - ma proprio per tale motivo divinamente “sapiente” - ha voluto “confermare” nei secoli tutto quanto era già stato testimoniato dalle genti dell’epoca, “testimoni oculari” degli eventi miracolosi e approvati come “autentici” dai Vescovi contemporanei ai fatti accaduti e sempre insegnato - sin dalle origini - dalla Santa Chiesa Cattolica, attraverso i secolari, innumerevoli e ininterrotti pronunciamenti solenni dei Papi.
Tutto ciò lo può meglio rilevare nella mia Lettera scritta il 1° novembre 2004 all’amato Mons. ANGELO COMASTRI, ex-Arcivescovo di Loreto, e nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, per il quale il Suo “santo” predecessore Giovanni Paolo II mi inviò immediatamente la Sua Benedizione Apostolica, appena glielo feci pervenire. Questi testi, che Le allego con la presente lettera, sono ulteriormente illustrati ed approfonditi nella videocassetta da me realizzata ultimamente, anche se in modo amatoriale, su “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA”, e che pure Le invio, perché Lei possa prenderne visione ed avere una “illustrazione” più approfondita di tali “miracolose traslazioni”, attraverso le pur sommarie spiegazioni che io stesso fornisco sui luoghi stessi delle “miracolose traslazioni”. Storicamente, infatti, sono accertate “almeno” “cinque” “traslazioni miracolose”, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.
Se fosse necessario e lo desiderasse - nei modi che Lei vorrà - potrò illustrare a Sua Santità ancor più ampiamente e approfonditamente il fatto che è proprio per l’esistenza di una vastissima documentazione storica, archeologica e scientifica (oltre che per le secolari e ininterrotte approvazioni della Chiesa e persino per le rivelazioni mistiche di tanti Santi), che viene “confermato” in maniera inoppugnabile tale “verità storica” delle “miracolose traslazioni”, e che perciò è stata indiscussa per sette secoli, prima dell’infausta e dissacrante “falsa ipotesi” del “trasporto umano”, avanzata da uno studioso proprio preposto alla “custodia” della “Tradizione Lauretana” della “miracolosa traslazione” e che invece ne ha demolito sistematicamente “la veridicità”, facendola ormai abbandonare da gran parte della Chiesa, arrecando un danno spirituale immenso.
La “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth è stato, invece, indubitabilmente uno “tra i più grandi miracoli” compiuti da Dio nella Storia della Chiesa: infatti si tratta proprio di “un trasporto miracoloso” delle SANTE PARETI (e non delle sole “pietre”) della CAMERA DI MARIA, ove il nostro Salvatore Gesù Cristo fu concepito nel grembo della Vergine Immacolata per l’opera dello Spirito Santo, e ove quindi avvenne l’Incarnazione del Figlio di Dio.
Tale “travisamento storico” e “negazione” di questi “veri” “miracoli straordinari” ha provocato nell’ultimo ventennio un grande disagio e un vero danno spirituale nella Chiesa, soprattutto nella fede delle anime semplici, provocando in un paio di decenni l’esecrabile abbandono da parte della Chiesa di una “verità storica” “indubitabile” e “incontestabile”.
Purtroppo mie “istanze” presentate per vari anni non hanno mai trovato “attenzione” presso chi doveva cessare o far cessare la propagazione di tali “falsificazioni storiche”. Ciò mi ha indotto ultimamente, e con dolore, a porre dei “termini ultimativi”, al fine di “ottenere” urgentemente “una collaborazione” e “prevenire” una “collisione” con i “responsabili” dell’omesso chiarimento richiesto; e ciò perché le condizioni in cui mi sono venuto a trovare mi hanno “costretto” - “in coscienza” - ad una “confutazione” “pubblica” e “definitiva”- che dovrò fare d’ora in poi in modo sempre più circostanziato e diffuso - degli scritti di chi ha “erroneamente” e “falsamente” travisato tutta la storia del “miracoloso trasporto” della Santa Casa di Nazareth. Ciò, purtroppo, ha arrecato “disagio” anche presso le Autorità Ecclesiastiche “responsabili”: cosa che avevo però fatto di tutto per cercare di prevenire ed evitare.
Tuttavia ricordo in proposito le incoraggianti parole di San Paolo: “Perciò, (…), non ci perdiamo d'animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio” (2^Cor.4,1-2).
…(omissis) …
Estratto dalla Lettera del Prof. Giorgio Nicolini inviata a Benedetto XVI, in data 19 giugno 2005
Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet sulla Santa Casa: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
A riguardo di tutto quanto sopra scritto lo stesso Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, provvederà ad inviarLe, a parte, una specifica documentazione.
Tutto questo intendevo, come intendo, portare alla conoscenza della Santità Vostra perché si renda possibile, nell’illuminata cura pastorale del Suo Ministero, dare in verità e carità ogni necessario chiarimento, e se del caso adottare le più opportune e severe misure, affinché la verità dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth a Loreto e delle sue “miracolose traslazioni” possa - in modo “definitivo” e senza più ombre di dubbio - venire ristabilito, conformemente a tutti gli insegnamenti secolari dei Romani Pontefici.
Confidando nella Sua paterna benedizione apostolica, devotamente La saluto nella Vergine Immacolata Lauretana e nel suo Divin Figlio Gesù, professandomi Suo umilissimo figlio.
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone
Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it
Via Vecchia Bolognese, 321 – 50010 FIRENZE
Facsimile 055.400707
ALLEGATI:
1) Lettera a Mons. Angelo Comastri, Vescovo di Loreto, in data 1° novembre 2004.
2) Lettera a Sua Santità Benedetto XVI, in data 19 giugno 2005.
3) Lettera a Mons. Gianni Danzi, Vescovo di Loreto, in data 8 novembre 2005.
4) Appello al Vescovo di Loreto e Lettera Aperta al Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, in data 17 novembre 2005.
5) Lettera Aperta a Padre Marzio Calletti, Rettore della Basilica Pontificia di Loreto, in data 24 novembre 2005.
6) La risposta del Prof. Nicolini alla lettera del Vescovo di Loreto, Mons. Danzi, in data 8 dicembre 2005.
7) Lettera, con allegati, del 7 febbraio 2006 a Sua Ecc.za Rev.ma Mons Luigi Conti, Vescovo di Macerata, e agli Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi delle Marche.
8) Il commento del Prof. Nicolini alla preghiera di Benedetto XVI e la corrispondenza con AVVENIRE.
9) La ingannevole “preghiera del pellegrino” pubblicata nel Santuario Lauretano.
10) La pagina mistificatrice de “Il Messaggio della Santa Casa” del febbraio 2006, a firma di Mons. Gianni Danzi.
Il presente scritto, inviato via Facsimile al Segretario del Santo Padre, viene altresì inoltrato anche per via Postale Ordinaria, mediante plico e Raccomandata A.R.
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2005, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
"Cari figli, anche oggi vi invito ad essere portatori del Vangelo nelle vostre famiglie. Non dimenticate, figlioli, di leggere la Sacra Scrittura. Mettetela in un luogo visibile e testimoniate con la vostra vita che credete e vivete la Parola di Dio. Io vi sono vicino con il mio amore e intercedo davanti a mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
AVVERTENZE
Questo messaggio viene inviato a modo di "CORRISPONDENZA PERSONALE", per mezzo della Posta Elettronica, ad indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Tali indirizzi presenti nella mia Rubrica privata sono stati registrati o per richieste esplicite di iscrizione o per contatti personali avuti o per segnalazione di altri in quanto persone interessate o da elenchi e servizi di pubblico dominio o pubblicati in Internet e talvolta risultano registrati anche per errore, a causa di messaggi prodotti da “virus informatici” che ne hanno generato automaticamente ed erroneamente l’iscrizione, come talvolta mi è stato segnalato. In ottemperanza della Legge 175 del 31/12/1996, in ogni momento è possibile modificare o cancellare gli indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Nel caso le comunicazioni inviate a modo di “LETTERA INFORMATIVA”, sotto il titolo "LA VOCE", non fossero di tuo interesse, o ti fossero pervenute per errore, sarà possibile la cancellazione del tuo indirizzo informandomi telefonicamente o mediante un messaggio di Posta Elettronica a giorgio.nicolini@poste.it specificando l'indirizzo o gli indirizzi di Posta Elettronica da rimuovere, e avente come oggetto del messaggio "RIMUOVETEMI". Mi sarebbe gradito conoscere anche la motivazione dell'eventuale richiesta di "rimozione", per avere modo, se gradito, di chiarire meglio - a livello individuale - i contenuti di quanto ti viene inviato mediante la Posta Elettronica e che non fossero da te condivisi. Mi scuso, in ogni caso, dell'eventuale disturbo arrecato e ringrazio per la tua gentile attenzione. Mi scuso anche con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza troppo elevata. Per risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353), per poterne parlare direttamente “a voce”. Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc.8,27-33)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
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dal 16 febbraio 2006
mercoledì, 01 novembre 2006 00.24