*
Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
(Is.40,28)
LA GUERRA IN TERRA SANTA
LA PACE MONDIALE
E LA SANTA CASA DI NAZARETH
I QUARANTA GIORNI PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ LAURETANA
LA STORIA DEL SANTO SCAPOLARE DEL MONTE CARMELO
NELLA FESTA DI SANT’ELIA PROFETA
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e
dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Ancona
Giovedì, 20 luglio 2006
Sant’Elia profeta
Domenica, 19 luglio 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto
intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” (17 ottobre 1922). Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
LETTURA BIBLICA
(SIRACIDE 14,1-16)
Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. Per comando del Signore chiuse il cielo, fece scendere così tre volte il fuoco. Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale? Risvegliasti un defunto dalla morte e dagli inferi, per comando dell'Altissimo; tu che spingesti re alla rovina, uomini gloriosi dal loro letto. Sentisti sul Sinai rimproveri, sull'Oreb sentenze di vendetta. Ungesti re come vindici e profeti come tuoi successori. Fosti assunto in un turbine di fuoco su un carro di cavalli di fuoco, designato a rimproverare i tempi futuri per placare l'ira prima che divampi, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù di Giacobbe. Beati coloro che ti videro e che si sono addormentati nell'amore! Perché anche noi vivremo certamente. Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu pieno del suo spirito; durante la sua vita non tremò davanti ai potenti e nessuno riuscì a dominarlo. Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò. Nella sua vita compì prodigi e dopo la morte meravigliose furono le sue opere. Con tutto ciò il popolo non si convertì e non rinnegò i suoi peccati, finché non fu deportato dal proprio paese e disperso su tutta la terra. Rimase soltanto un popolo poco numeroso con un principe della casa di Davide. Alcuni di costoro fecero ciò che è gradito a Dio, ma altri moltiplicarono i peccati.
LE GRAVI RESPONSABILITA’ DELLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE
PER L’APOSTASIA LAURETANA
LA GUERRA NELLA TERRA SANTA
E LA PACE MONDIALE IN GRAVE PERICOLO
MISSILI E VITTIME INNOCENTI A NAZARETH,
DA CUI DIO HA PRESERVATO “MIRACOLOSAMENTE”
LA SANTA CASA DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
CON LE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” DI SETTE SECOLI FA
*** MISSILI SUL CARMELO E I LUOGHI DI ORIGINE DEL CATTOLICESIMO ***
NON DICONO NIENTE QUESTI “SEGNI”?...
COMUNICAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
ALLA CHIESA E ALL’OPINIONE PUBBLICA
Lettera al Card. Re in data 18 maggio 2006
I QUARANTA GIORNI SUCCESSIVI (scaduti)
19 maggio 2006 – 27 giugno 2006
PER QUARANTA GIORNI SONO STATI INVIATI INNUMEREVOLI APPELLI QUOTIDIANI
A MOLTE CONGREGAZIONI VATICANE E A MOLTE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE
RIMASTI TUTTI SENZA RISPOSTA
E CON IL RINVIO AL MITTENTE DELLE RICHIESTE
DA PARTE DI “QUALCUNO” DELLA “CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE”
IN DATA 28 GIUGNO 2006, NEL 41° GIORNO
GLI APPELLI
A Sua Em.za Rev.ma
Mons. Card. GIOVANNI BATTISTA RE
Prefetto “Congregazione per i Vescovi” - ROMA
e, per conoscenza:
Card. WILLIAM JOSEPH LEVADA, Prefetto “Congregazione per la Dottrina della Fede” – ROMA -*06.69883409
Card. FRANCIS ARINZE, Prefetto "Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti" - ROMA -*06.69883499
Mons. ANGELO COMASTRI, Vicario di Sua Santità - ROMA -*06.69885518
Mons. GIANNI DANZI - Arcivescovo Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa di Loreto - LORETO -*071.9747216
Mons. EDOARDO MENICHELLI, Arcivescovo-Metropolita di Ancona – ANCONA - *071.2075003
Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo – FIRENZE -*055.400707
OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa a Loreto.
Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”
Ancona, 18 maggio 2006
San Giovanni I, papa
Em.za Rev.ma Card. Giovanni Battista Re,
mi è giunto l’ultimo numero di maggio de “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, con imprimatur datato 20.04.2006 di Mons. Gianni Danzi, Delegato Pontificio di Loreto.
In tale nuovo numero “ufficiale” della Basilica Pontificia Lauretana viene di nuovo autorizzata la pubblicazione del “falso storico” del “trasporto umano” per nave di “sante pietre” della Santa Casa di Nazareth, da parte dei principi Angeli dell’Epiro (vero “Codice da Vinci Lauretano”), “falso” operato dal Padre Giuseppe Santarelli (Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”), e negante sia “la verità” dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth a Loreto come della sua “miracolosa” traslazione. Ciò è ancora pubblicato nel numero suddetto in un articolo di Roberto Stefanelli (pp.149-150) e dell’arch. Nanni Monelli (pp.146-147).
Poiché avevo preavvertito più volte Sua Ecc.za Mons. Gianni Danzi di cessare dal concedere tali imprimatur e di procedere invece all’accoglimento delle mie istanze denuncianti “le falsificazioni documentali” del Padre Santarelli; avendo da Sua Ecc.za Mons. Gianni Danzi ricevuto una lettera di diniego (datata 02.03.2006), contenente anche dichiarazioni false e diffamatorie a mio riguardo in un documento ecclesiastico ufficiale; non avendo avuto alcuna risposta successiva alla mia lunga lettera “esplicativa” e “ultimativa” a Mons. Gianni Danzi, datata 19.03.2006; perdurando anche l’utilizzo pretestuoso di “un errore storico” dell’ex-Card. Ratzinger, fatto in totale buona fede dall’amatissimo attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI;
costretto dalla mia coscienza e con profondo dolore
CHIEDO DI PROCEDERE A NORMA DEI CANONI DEL CODICE DI DIRITTO CANONICO
verso Sua Ecc.za Mons. Gianni Danzi, Delegato Pontificio di Loreto
per la ritrattazione di quanto asserito di falso nella Lettera ufficiale fattami pervenire con data 02.03.2006 e per far cessare di autorizzare ulteriormente la pubblicazione e diffusione di articoli, opuscoli e libri dalla Basilica Lauretana, che continuano a perpetuare e a propagare ancor più “l’apostasia lauretana” da me denunciata da tanti anni e in tutte le forme canoniche possibili.
A tale riguardo voglio anche esprimere la mia gratitudine a Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo-Metropolita di Ancona-Osimo, e mio “pastore”, il quale mi ha risposto favorevolmente riguardo all’accoglimento delle “denunce” ed “istanze” da me presentate per “la questione lauretana” e dal quale ora attendo la convocazione per l’avvio della pratica canonica relativa, riguardante “il delitto di falso” in ambito ecclesiastico, in conformità al can. 1389 e 1391 del Codice di Diritto Canonico, ove è scritto in modo molto chiaro: “Può essere punito con giusta pena, a seconda della gravità del delitto: 1° chi redige un documento ecclesiastico falso, o ne altera uno vero, lo distrugge, lo occulta, o si serve di un documento falso o alterato; 2° chi si serve in materia ecclesiastica di un altro documento falso o alterato; 3° chi asserisce il falso in un documento ecclesiastico pubblico”.
Credo quanto mai opportuno ricordare qui il discorso del Servo di Dio Paolo VI al Sacro Collegio, proprio - come oggi - il 18 maggio 1970: “Oggi, una grande grazia noi dobbiamo implorare con fervore dallo Spirito Santo. L’ora che suona al quadrante della storia esige effettivamente da tutti i figli della Chiesa un grande coraggio, e in modo tutto speciale il coraggio della verità, che il Signore in persona ha raccomandato ai suoi discepoli, quando ha detto: «Che il vostro sì sia sì, il vostro no, no» (cfr. Mt.5,37). (…) Il coraggio della verità si impone più che mai ai cristiani, se vogliono essere fedeli alla loro vocazione di dare un’anima a questo mondo nuovo che si sta cercando. Che la nostra fede a Cristo sia senza incrinature, in questa nostra epoca contrassegnata, come quella di Sant’Agostino, da una vera «miseria e penuria di verità» (Serm.11,11; Miscellanea Agostiniana 1930, p.256). (…) Il coraggio di proclamare la verità è anche la prima e indispensabile carità che i pastori di anime debbono esercitare. Non ammettiamo mai, anche sotto il pretesto della carità verso il prossimo, che un ministro del Vangelo annunci una parola puramente umana. Ne va di mezzo la salvezza degli uomini. (…) Noi vogliamo fare appello a tutti i pastori responsabili affinché alzino la loro voce quando è necessario, con la forza dello Spirito Santo (cfr. At.1,8), per chiarire ciò che è torbido, raddrizzare ciò che è distorto, riscaldare ciò che è tiepido, riconfortare ciò che è debole, illuminare ciò che è tenebroso. Questa, più che non mai, è l’ora della chiarezza per la fede della Chiesa”.
Anche il nostro Sommo Pontefice attuale, e “dolce Cristo in terra”, Benedetto XVI, nel discorso del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro per l'apertura della XI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi non invano ha ammonito: “La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci! Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!".
Ringraziando anche Sua Em.za Rev.ma per il gradimento del dono fattoLe personalmente lo scorso anno del mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, datoLe nella Sacrestia della Cappellina del Pontificio Seminario Regionale di Ancona, dopo la celebrazione della Santa Messa per i Seminaristi, alla presenza dell’Arcivescovo di Ancona Mons. Menichelli, resto certo dell’attenzione al presente messaggio che invio attraverso facsimile, professandomi umile e devoto figlio della Santa Chiesa Cattolica, informandoLa anche che tutte le documentazioni sulla “questione lauretana” sono pubblicate e continuamente aggiornate nella sezione del mio Sito Internet, avente l’indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
In fede.
Prof. GIORGIO
NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
ALLEGATI:
1) Lettera di Mons. Gianni Danzi, del 02.03.2006
2) Risposta del Prof. Giorgio Nicolini a Mons. Gianni Danzi, del 19.03.2006
3) Lettera di Mons. Edoardo Menichelli, del 26.04.2006
I QUARANTA GIORNI (scaduti)
19 maggio 2006 – 27 giugno 2006
(1^Pietro cap. 4)
[17] E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? [18] E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? [19]Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene.
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
per l'apertura della XI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci! Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!".
IL 28 GIUGNO (data TIMBRO POSTALE)
– ALLO SCADERE DEI QUARANTI GIORNI –
E’ STATO RISPEDITO AL MITTENTE OGNI APPELLO
DA PARTE DI “QUALCUNO” DELLA “CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE”.
IN DATA 05.07.2006 MI SONO PERVENUTI DUE PACCHI DALLA “CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE”, CON LA RESTITUZIONE DI CIRCA UN CENTINAIO DI PAGINE TRASMESSE A QUEL DICASTERO VATICANO - VIA FACSIMILE 06.69883409 – RIGUARDANTI LE DENUNCE SULLE "FALSIFICAZIONI" DELLA “QUESTIONE LAURETANA” E LE DENUNCE E LE PROCEDURE GIUDIZIARIE AVVIATE CONTRO “IL CODICE DA VINCI” DI DAN BROWN.
Prof. Giorgio Nicolini
Il primo pacco restituito era accompagnato dal seguente messaggio:
La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette per competenza gli uniti fogli. Il plico viene restituito al mittente perché non è di competenza di questo Dicastero. Con preghiera di non effettuare altri invii. Roma, 27.06.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede)
Il secondo pacco restituito era accompagnato dal seguente messaggio:
La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette gli uniti fogli. Documentazione non di competenza di codesto Dicastero. Si restituisce e si prega di non ripetere altri invii. Roma, 01.07.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede)
DOMANDA:
A CHI COMPETE DIFENDERE LA FEDE?...
A QUALE DICASTERO VATICANO BISOGNA SPEDIRE
IL MATERIALE DOCUMENTATIVO
PER LA DIFESA DELLA FEDE CATTOLICA?...
AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
VIENE FATTO PERVENIRE E CONOSCERE
TUTTO IL MATERIALE DOCUMENTATIVO INVIATO
SULLE DENUNCE
contro il falso e impuro “Codice da Vinci” di Dan Brown
e contro il falso e impuro “Codice da Vinci” Lauretano del Padre Santarelli?...
Prof. GIORGIO NICOLINI
“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”
(Prov.25,25)
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
E IL VERBO SI FECE CARNE
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!
ROMA - XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…
ALCIDE DE GASPERI A LORETO NEL 1948
"Di fronte a questo monumento di così alta importanza, la parola umana viene meno. Un impegno solenne però dobbiamo prendere davanti a queste gloriose vestigia della cristianità, l'impegno di difendere le nostre tradizioni religiose che in queste venerande costruzioni si rivelano e si perpetuano. Esse si alimentano del Vangelo e ci fanno sentire tutti fratelli".
DALL’8 SETTEMBRE 1998 LA PREGHIERA QUOTIDIANA PER L’ITALIA NELLA SANTA CASA DI LORETO
L’8 settembre 1998 si inaugurò nella SANTA CASA di Loreto “la preghiera quotidiana per l'Italia”, dopo che già nel 1994 Giovanni Paolo II vi aveva fatto iniziare la GRANDE PREGHIERA PER L’ITALIA.
Per la circostanza, il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II scrisse al Card. Ruini, che presiedette l’avvio di quella Preghiera Quotidiana per l’Italia: “La Grande Preghiera per l'Italia iniziò nel 1994, quando la costante sollecitudine che nutro per la diletta Nazione italiana, mi spinse ad invitare a far salire incessantemente a Dio una preghiera nella Chiesa (cfr. At.12,5) al fine d'ottenere la grazia della CONVERSIONE dei cuori, condizione indispensabile per costruire una convivenza più giusta e solidale. (...). La nuova provvidenziale iniziativa, che riprendendo quell'invito è divenuta la Preghiera Quotidiana per l'Italia, prolunga l'invocazione di pace (…), volgendo lo sguardo con rinnovato e filiale amore a Colei che in ogni contrada della Penisola è venerata quale rifugio sicuro nei pericoli e Madre benevola verso le suppliche di quanti sono nella prova. (...). La Lampada dell'Italia, che ogni giorno brillerà nella Casa Santa, luogo che richiama il mistero del Verbo fatto carne, sarà simbolo del costante affidamento alla Madre del Signore da parte della comunità italiana. Essa ricorderà allo stesso tempo che è compito dei cristiani, essere vigilanti con le lanterne accese (cfr. Mt.25,1-13) e perseveranti nella preghiera e nella fedeltà al Vangelo per illuminare con la fiaccola della Verità e dell'amore di Cristo le varie realtà sociali, politiche, culturali ed economiche dell'esistenza”
Convocazione della Giornata di preghiera e penitenza per la pace in Medio
Oriente
Domenica, 23 luglio 2006
Il comunicato diffuso questo giovedì dalla Sala Stampa della Santa Sede
di fronte all’aggravarsi della situazione in Medio Oriente.
1. Il Santo Padre segue con grande preoccupazione le sorti di
tutte le popolazioni interessate ed indice per domenica prossima, 23 luglio,
una speciale giornata di preghiera e di penitenza, invitando i Pastori ed i
fedeli di tutte le Chiese particolari come tutti i credenti del mondo ad
implorare da Dio il dono prezioso della pace.
2. In particolare, il Sommo Pontefice auspica che la preghiera si elevi al
Signore, perché cessi immediatamente il fuoco tra le Parti, si instaurino
subito corridoi umanitari per poter portare aiuto alle popolazioni
sofferenti e si inizino poi negoziati ragionevoli e responsabili, per porre
fine ad oggettive situazioni di ingiustizia esistenti in quella regione,
come già indicato da Papa Benedetto XVI nell’Angelus di domenica
scorsa, 16 corrente mese.
3. In realtà, i Libanesi hanno diritto di vedere rispettata l’integrità e la
sovranità del loro Paese, gli Israeliani hanno diritto a vivere in pace nel
loro Stato ed i Palestinesi hanno diritto ad avere una loro Patria libera e
sovrana.
4. In questo doloroso momento, Sua Santità rivolge pure un appello alle
organizzazioni caritative, perché aiutino tutte le popolazioni colpite da
questo spietato conflitto.
LA BEATA VERGINE MARIA
DEL MONTE CARMELO
E LA STORIA DEL SANTO SCAPOLARE
(memoria liturgica il 16 luglio)
A cura del Prof. Giorgio Nicolini
"Anch'io porto sul mio cuore, da tanto
tempo, lo Scapolare del Carmine!"
Giovanni Paolo II
(cfr.
Messaggio all'Ordine del Carmelo del 25
marzo 2001)
“Scapolare” viene da “scapola” e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il “giogo dolce” di Cristo (cfr. Mt.11,29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano - per le caratteristiche proprie di quest'Ordine - lo scapolare assunse ben presto un significato mariano.
L'Ordine Carmelitano, a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine c'è infatti un gruppo anonimo di eremiti, che, nel XII secolo, si ritirarono sul Monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, ascesi e preghiera contemplativa, a imitazione del profeta biblico Elia. Il loro nome originario è “Fratelli della Beata Vergine Maria”, fatto che li caratterizzerà, fin dall'inizio, assieme al legame con Elia, contemplativo e profeta, come “l'ordine della Vergine”.
LO SCAPOLARE
DI NOSTRA SIGNORA DEL CARMELO
Nelle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, sono state confermate le due principali devozioni mariane che hanno resistito alla prova del tempo: quella del Rosario e quella dello Scapolare.
Donate agli uomini durante il Medioevo, queste devozioni concedono privilegi inestimabili in relazione alla perseveranza, alla salvezza dell'anima e alla conversione del mondo. Esse furono sempre importanti e attuali, ma con le rivelazioni di Fatima sono diventate ancor più necessarie ed urgenti.
Alla conclusione delle apparizioni, il giorno 13 ottobre 1917, mentre avveniva il grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 persone, la Madre di Dio si mostrò ai tre pastorelli (Lucia, e i Beati Francesco e Giacinta) nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo, presentando loro, nelle mani, lo Scapolare.
E' certo che, avvenendo nel momento più alto fra tutti i fenomeni accaduti a Fatima, quest'apparizione finale non fu un dettaglio senza importanza. Si può concludere perfino che i privilegi inestimabili legati allo Scapolare sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Infatti, i riferimenti all'Inferno e al Purgatorio, la necessità della penitenza e l'intercessione di Nostra Signora contenuti nel Messaggio sono in assoluta consonanza con le promesse collegate allo Scapolare.
Chi pone l'attenzione sul vero significato delle apparizioni, concluderà facilmente che l'esaudimento delle richieste di Nostra Signora di Fatima impone che si conosca l'importanza del dono dello Scapolare, e che questo sia diffuso il più ampiamente possibile. Concluderà anche, certamente, che l'abbandono nel quale cadde a poco a poco la devozione allo Scapolare avvenne parallelamente al crescente disconoscimento del significato profondo del Messaggio della Madre di Dio.
Così, nella commemorazione dei 750 anni della consegna dello Scapolare a San Simone Stock, non ci potrebbe essere occasione migliore per i devoti di Nostra Signora di Fatima per lavorare con zelo, al fine di ristabilire l'uso di questo sacramentale che l'incommensurabile bontà della Madre di Dio ci ha lasciato. Sarà un altro grande passo verso il compimento della missione che la Santissima Vergine ci ha affidato a Fatima: stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Quando il profeta dello zelo ardente si ritirò lassù, verso il IX secolo prima dell'Incarnazione del Figlio di Dio, erano tre anni che un'implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina, castigando l'infedeltà degli ebrei verso Dio. Mentre pregava con fervore, chiedendo che il castigo fosse alleviato per i meriti di Quel Redentore che sarebbe dovuto venire, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, ordinandogli: “Vai e guarda dal lato del mare…”. Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse: "Non c'è nulla". Fiducioso, il Profeta gli fece fare sette volte l'infruttuosa scalata. Alla fine il servo ritornò, dicendo: "Vedo una nuvoletta della grandezza di un'orma di un uomo". Difatti, la nube era tanto piccola e diafana che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell'infuocato vento del deserto. Ma no; a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l'orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua. Fu la salvezza del popolo di Dio.
La piccola nuvola era una figura dell'umile Maria, i cui meriti e virtù avrebbero superato quelli di tutto il genere umano, attraendo il perdono e la Redenzione per i peccatori. Il Profeta Elia aveva scorto nella sua contemplazione il ruolo di mediatrice della Madre del Messia atteso. Fu, per così dire, il suo primo devoto.
Una bella tradizione ci dice che, sull'esempio di Sant'Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che lassù vissero e pregarono, recuperando e trasmettendo ad altri lo spirito eliatico. E quel luogo santificato da uomini contemplativi richiamava altri contemplativi.
Verso il secolo IV, quando cominciarono ad apparire i primi monaci solitari dell'Oriente, le pendici rocciose del Monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile delle comunità bizantine, le cui tracce si vedono ancor oggi.
Più tardi, verso il secolo XII, un gruppo di nuove vocazioni, questa volta venute dall'Occidente unitamente alle Crociate, aggiunse nuovo fervore all'antico movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia. La piccola "nuvoletta" cresceva sempre di più.
La crescita del numero dei fratelli di Nostra Signora del Monte Carmelo rendeva necessaria un'organizzazione più perfezionata. Nel 1225 una delegazione dell'Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l'approvazione di una Regola, effettivamente concessa dal Papa Onorio III nel 1226.
Con l'invasione dei Luoghi Santi da parte dei musulmani, il superiore del Monte Carmelo diede il permesso ai religiosi perché si trasferissero in Occidente dove fondarono nuove comunità: ciò che molti fecero dopo la caduta dell'ultimo baluardo di resistenza cristiana, il Forte San Giovanni d'Acri. I pochi che vi erano rimasti furono martirizzati mentre cantavano la “Salve Regina”.
Nel Continente Europeo i frati del Carmelo cominciarono ad andare vagando come membri di un Ordine quasi sconosciuto, malvisto e sull'orlo della scomparsa. La famiglia religiosa di Elia sembrava un tronco secco e vecchio, destinato a disfarsi in poco tempo.
Era il momento atteso da Nostra Signora per far rifiorire, sull'alto della verga disseccata, un fiore: San Simone Stock. Questo inglese di riconosciuta virtù, era stato eletto all'incarico di Generale dell'Ordine. Tuttavia, non esercitava un'effettiva autorità sopra i suoi sudditi, poiché il Carmelo non possedeva ancora una struttura giuridica coesa e uniforme, capace di conservare uno spirito, promuoverlo e trasmetterlo alla posterità.
La virtù compensava, però, la mancanza di autorità. Pregando Nostra Signora con molto fervore San Simone La implorò che non permettesse la scomparsa dell'Ordine Carmelitano. In questa desolante situazione la Santissima Vergine apparve al suo buon servitore (nel 1251) e gli consegnò lo Scapolare, perché fosse usato sopra le vesti.
In quell'epoca i servi usavano una tunica come abito civile. Sopra di essa indossavano una tunica più piccola, che indicava, per il colore e per caratteristiche peculiari, l'identità del suo padrone. Lo Scapolare del Carmelo era simile a questa piccola tunica. Nostra Signora consegnava, quindi, a San Simone Stock, una livrea propria dei suoi servi, affinché fosse usata da tutti i carmelitani, e prometteva:
“Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell'Inferno. Esso è un segno di salvezza, di protezione e di sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre".
Questa meravigliosa promessa della Santissima Vergine non è di poco valore per il cristiano che realmente desidera salvare la sua anima. Molti Papi e teologi hanno confermato e spiegato che chi ha una vera devozione per lo Scapolare e lo usa effettivamente riceverà da Maria Santissima la grazia della contrizione e della perseveranza finale. E' una promessa simile a quella dei Primi Cinque Sabati del Mese e dei Primi Nove Venerdì del Mese.
Ma una seconda promessa fatta da Nostra Signora del Carmelo ha dato una ancor più rilevante importanza alla devozione dello Scapolare.
In un’apparizione al Papa Giovanni XXII, riferendosi a quelli che avrebbero portato lo Scapolare durante la loro vita, la Santissima Vergine disse quanto segue:
“O Giovanni, Vicario del mio diletto Figlio… concedi ampia conferma al mio santo e devoto ordine del Carmelo, iniziato da Elia ed Eliseo… E anche altri, se entreranno, faranno parte per Devozione, portando l’Abito Santo… Io, Madre Grazia, libererò quanto prima e specialmente il primo sabato dopo la sua morte, quanti troverò nel Purgatorio: li libererò e li condurrò al monte santo della Vita Eterna".
Lo stesso Pontefice confermò questa indulgenza plenaria nella celebre Bolla Sabatina, del 3 marzo 1322, confermata posteriormente da diversi Papi come Alessandro V, Clemente VII, Paolo III, San Pio V e San Pio X.
Nel 1950 il Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio perché "sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. Scrisse anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett. “Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il Papa Paolo VI esortava (nel 1965): “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche il Papa Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All'inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a tutti i fedeli.
A partire dal misericordioso intervento della Madre di Dio, dopo l’apparizione a San Simone Stock, l'Ordine Carmelitano rifiorì e conobbe altri periodi di gloria, accrescendo in tutta la Chiesa Cattolica la devozione alla Santissima Vergine. In questo Ordine nacquero tre luminari, per non citare che questi, che risplenderanno dappertutto e per sempre nel firmamento della Chiesa: Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, tutti e tre proclamati “Dottori della Chiesa”.
Lo Scapolare non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina nell’istante dell'ultimo respiro. Esso è anche “un sacramentale”, che attrae le benedizioni divine su chi lo usa con pietà e devozione. Innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la sua efficacia spirituale tra i fedeli. Nelle "Cronache del Carmelo" ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno.
1 - Nello stesso giorno in cui San Simone Stock ricevette dalla Madre di Dio lo Scapolare e la promessa fu chiamato ad assistere un moribondo, che era disperato. Quando arrivò, mise sul pover'uomo lo Scapolare che aveva appena ricevuto, chiedendo a Nostra Signora che mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente l'impenitente si pentì, si confessò e morì nella grazia di Dio.
2 - Sant'Alfonso Maria de’ Liguori morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo vescovo, all'aprirsi del suo tumulo si constatò che il corpo era ridotto in cenere, così come il suo abito; soltanto il suo Scapolare era completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel Monastero di Sant'Alfonso, a Roma. Lo stesso fenomeno di conservazione dello Scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San Giovanni Bosco, quasi un secolo dopo.
3 - Nell'ospedale di Belleview, di New York, fu ricoverato un anziano. L'infermiera che lo assistette, vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò subito di chiamare un sacerdote. Mentre questi recitava la preghiera degli agonizzanti, il malato aprì gli occhi e disse: "Padre, io non sono cattolico". "Allora, perché usa questo scapolare?''. "Ho promesso ad un amico che l'avrei usato sempre e di pregare tutti i giorni un'Ave Maria". "Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare cattolico?". "Sì, Padre, lo voglio. L'ho desiderato tutta la mia vita". Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli ultimi sacramenti. Poco tempo dopo il povero signore moriva dolcemente. La Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera anima che indossava il suo scudo".
Nel 1917, a Fatima, a conclusione delle apparizioni, durante le quali Nostra Signora proclamò la verità della sua sovranità e profetizzò il trionfo del suo Cuore Immacolato, Ella apparve rivestita dell'abito della sua più antica devozione, quello del Carmelo. E, in questo modo, mostrò come una sintesi tra lo storicamente più remoto (il Monte Carmelo), il più recente (la devozione al Cuore Immacolato di Maria) ed il futuro glorioso, che è il trionfo ed il regno di questo stesso Cuore.
Lo Scapolare è un segno inequivocabile che il cattolico zelante dell'adempimento delle richieste della Madre di Dio troverà in questa devozione una fonte abbondante di grazie per la sua conversione personale e per il suo apostolato, specialmente in questi tempi di profonda scristianizzazione della nostra società. Questo "Vestito di Grazia" fortificherà la sua certezza che, nel chiudere gli occhi a questa vita e nell'aprirli all’eternità, troverà il suo fine ultimo, Cristo Gesù, nella Gloria Eterna.
1 Gode dei privilegi legati allo Scapolare colui che diventa membro della famiglia carmelitana. A tale scopo esso deve essere obbligatoriamente imposto dal sacerdote, secondo il rituale previsto. In caso di pericolo di morte, però, se è impossibile trovare un sacerdote, anche un laico lo può imporre, recitando una preghiera a Nostra Signora e utilizzando uno Scapolare già benedetto. Qualunque sacerdote o diacono può effettuare l'imposizione dello Scapolare. Per fare questo, deve utilizzare una delle formule per la benedizione previste nel Rituale romano.
2 Lo Scapolare deve essere indossato in modo continuo (anche durante la notte). In caso di necessità, come quando ci si deve lavare, è permesso toglierselo, senza perdere il beneficio della promessa.
3 Lo Scapolare viene benedetto soltanto una volta, quando viene fatta l'imposizione: tale benedizione ha valore per tutta la vita. La benedizione del primo Scapolare, perciò, è trasmessa agli altri scapolari che si utilizzassero per sostituire quello precedente deteriorato.
4 La “medaglia-scapolare” - Il papa San Pio X concesse la facoltà di sostituire lo Scapolare di stoffa con una medaglia, che deve avere su una delle facce il Sacro Cuore di Gesù e, nell'altra, qualche immagine di Nostra Signora. La si può usare ininterrottamente (al collo o in altro modo), godendo dei medesimi benefici promessi per lo scapolare. Tuttavia, la medaglia non può essere imposta, ma deve essere soltanto utilizzata in sostituzione del tessuto già ricevuto. E' raccomandabile, quindi, che non si smetta completamente di usare lo scapolare di stoffa, anche quando si usa abitualmente la medaglia (per esempio, si può portarlo durante la notte). In ogni modo, la cerimonia dell'imposizione deve necessariamente essere fatta con lo scapolare di tessuto. Quando si cambia la medaglia, non è necessaria un'altra benedizione.
1 - Per beneficiare della promessa principale, la preservazione dall'Inferno, non esiste altra condizione che l'appropriato uso dello Scapolare: cioè, riceverlo con retta intenzione e portarlo effettivamente sino all'ora della morte. Si suppone, per questo effetto, che la persona abbia continuato a portarlo, anche se nel punto di morte ne fosse stata privata senza il suo consenso, come nel caso dei malati negli ospedali.
2 - Per beneficiare del "privilegio sabatino'', è necessario adempiere a tre requisiti:
a) Portare abitualmente lo Scapolare (o la medaglia).
b) Conservare la castità consona al proprio stato (totale, per i celibi, e coniugale per gli sposati). Si noti che questo è un obbligo di tutti e di qualunque cristiano, ma godrà di questo privilegio soltanto chi vivrà abitualmente in tale stato.
c) Recitare quotidianamente il piccolo Ufficio di Nostra Signora. Tuttavia il sacerdote, nel fare l'imposizione, ha il potere di commutare questa obbligazione un po' difficile per il comune laico. Si suole sostituirlo con la recita giornaliera del Rosario. Le persone non devono temere di chiedere al sacerdote questa commutazione.
3 - Coloro che ricevono lo Scapolare e poi dimenticano di portarlo non commettono peccato. Cessano soltanto di ricevere i benefici. Colui che torna a portarlo, anche se lo ha lasciato per un lungo tempo, non ha bisogno di un’imposizione.
1 - E' concessa l’indulgenza parziale a colui che, portando devotamente lo Scapolare, o la medaglia sostitutiva, faccia un atto di unione con la Santissima Vergine o con Dio attraverso lo Scapolare; per esempio, baciandolo, o formulando un'intenzione o una richiesta.
2 - E' concessa l'indulgenza plenaria (remissione di tutte le pene del Purgatorio) nel giorno in cui si riceve per la prima volta lo Scapolare; e anche nelle feste di Nostra Signora del Monte Carmelo (16 luglio), di Sant'Elia (20 luglio), di Santa Teresa del Bambino Gesù (1° ottobre), di tutti i Santi dell'Ordine del Carmelo (14 novembre), di Santa Teresa d’Avila (15 ottobre), di San Giovanni della Croce (14 dicembre) e di San Simone Stock (16 maggio).
E' bene notare che le indulgenze plenarie si possono acquisire solo se si adempiono alle condizioni stabilite dalla Chiesa: Confessione (se non si è in grazia di Dio), Comunione, distacco da tutti i peccati (anche veniali), e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (si usa recitare un "Padre Nostro", un’"Ave Maria" e il "Gloria"). Mancando una di queste condizioni l’indulgenza è solo parziale.
Non è necessario precisare che coloro che si permettono deliberatamente di vivere una vita di peccato, supponendo che con l'uso dello Scapolare si salveranno, fanno molto male. Dio potrà permettere che muoiano senza di esso.
Tuttavia, non dobbiamo combattere l'uso dello Scapolare da parte dei peccatori. San Claudio Colombière, gesuita, in un sermone sulla Vergine del Carmelo, che predicò nella Chiesa delle Carmelitane di Lione, disse: "Non vi voglio lusingare: in nessun modo si può passare da una vita di peccato e di disordine alla vita eterna, se non per la strada della sincera penitenza; però, questo sincero pentimento, la più affettuosa delle madri lo saprà facilitare in tale modo che, quando meno lo penserete, farà brillare nelle vostre anime un raggio di luce soprannaturale che in un istante vi farà scorgere l'errore".
Il Santo Padre Giovanni Paolo II
raccomanda lo Scapolare nel 750° anniversario
"Carissimi, questo felice avvenimento coinvolge non soltanto i devoti di Nostra Signora del Carmelo, ma tutta la Chiesa, perché nel corso dei tempi, grazie anche alla diffusione del Santo Scapolare, il ricco patrimonio del Carmelo è diventato un tesoro per tutto il popolo di Dio. Dovete respirare costantemente questo ammirevole patrimonio spirituale per essere, ogni giorno, testimoni credibili di Cristo e del suo Vangelo".
"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione” (San Claudio Colombière, S. J.).
l. E' un segno di alleanza con Nostra Signora. Con il suo uso, esprimiamo la nostra consacrazione a Lei.
2. E’ un segno di salvezza. Chi muore con esso non patirà il fuoco dell'Inferno.
3. Nel primo sabato dopo la morte la Santissima Vergine libererà dal Purgatorio tutti quelli che lo hanno portato.
4. E' un segno di protezione in tutti i pericoli.
Ricevi questo scapolare segno di unione speciale con Maria, la Madre di Gesù, che ti impegnerai di imitare. Questo scapolare ti ricordi la tua dignità di cristiano, la tua dedizione al servizio degli altri e ad imitazione di Maria. Usalo come segno della sua protezione e come segno della tua appartenenza alla famiglia del Carmelo: disposto a compiere la Volontà di Dio e ad impegnarti nel servizio per la costruzione di un mondo che risponda al suo piano di fraternità, di giustizia e di pace.
UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)
NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)
L’APOSTASIA LAURETANA
La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm
Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini
con gli ultimi aggiornamenti
sugli studi riguardo alla “verità” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth
Leggibile all’indirizzo Internet
www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm
NEL 1° ANNIVERSARIO DELL’ELEZIONE DI BENEDETTO XVI
DOPO AVER PREGATO NELLA SANTA CASA PER IL SANTO PADRE
GLI HO INVIATO I SOTTOSTANTI BREVI MESSAGGI E UNA VIVA PREGHIERA
Loreto, 19/04/2006
Al Santo Padre Benedetto XVI
nel 1° Anniversario della Elezione a Sommo Pontefice,
con un grato ricordo nella Santa Casa di Nazareth,
portata a Loreto dagli Angeli del Cielo, “miracolosamente”,
affinché CONFERMI i fratelli nella VERITA’
col suo ministero petrino MITE e FORTE.
Giorgio Nicolini
Loreto, 19/04/2006
Al “dolce Cristo” in terra MITE e FORTE
perché faccia cessare l’apostasia lauretana.
Con filiale affetto.
Giorgio Nicolini
L’ARCIVESCOVO DI ANCONA
MONS. EDOARDO MENICHELLI
QUALE METROPOLITA SOTTO CUI RICADE GIURIDICAMENTE LA DIOCESI DI LORETO
SCRIVE AL PROF. GIORGIO NICOLINI PER RENDERSI DISPONIBILE
AD ESAMINARE LE DENUNCE SULLE FALSITA’
PROPAGATE DALLA BASILICA LAURETANA
RIGUARDO AD UN FALSO TRASPORTO UMANO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH
Mons. Edoardo Menichelli
Arcivescovo Metropolita di Ancona- Osimo
Prot. n.241/06
Ancona, 26 aprile 2006
Egregio Signor Avvocato,
voglia scusarmi per il ritardo di questa mia risposta, ma non Le sarà difficile comprendere che gli impegni pasquali di un Vescovo non consentono troppi margini per compiti non immediatamente pastorali.
Ho letto con la dovuta attenzione quello che mi ha inviato in relazione al Suo assistito Prof. Nicolini.
Come già nel passato, anche per il futuro è mia intenzione assicurare di ricevere e ascoltare il Suo assistito prestando il servizio pastorale che mi è richiesto.
La ringrazio per quanto ha voluto comunicarmi e La ossequio distintamente.
+ Edoardo Menichelli
____________________________________________
Illustrissimo Professore
Avv. FRANCESCO DAL POZZO D'ANNONE
Via Vecchia Bolognese, 321
50010 - TRESPIANO (Firenze)
IL SOLLECITO DEL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO
Firenze, 20 luglio 2006
Sant’Elia profeta
A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. EDOARDO MENICHELLI,
Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo Raccomandata A.R.
Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA
e, per conoscenza:
ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE - Roma
ALLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO - Roma
ALLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI - Roma
A Mons. ANGELO COMASTRI – Vicario del Santo Padre, Roma
A Mons. GIANNI DANZI – Loreto
OGGETTO: La storia delle “Miracolose traslazioni” e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto - Con rif. al Prot. n.241/06 di Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona, e con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”.
Ecc.za Rev.ma,
con riferimento alla Sua del 26 aprile u. s., con la quale mi ha assicurato il Suo interessamento alle richieste del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a ricordarLe che il mio assistito è a tutt'oggi in attesa di canonica convocazione scritta, come di rito, per l'auspicato incontro con Vs. Ecc.za, così da dar poi seguito a quanto necessario od opportuno per “il ristabilimento della verità” circa la ormai vexatissima “questione lauretana”, della quale Lei è già stato messo al corrente.
La informo altresì che nel frattempo il Prof. Nicolini si è visto restituire dalla “Congregazione per la Dottrina della Fede”, con pacchi rispettivamente del 27.06.2006 e del 01.07.2006, vario materiale informativo e documentale ultimamente inoltrato a quel Dicastero Vaticano mediante Facsimile al 06.69883409.
Il materiale informativo restituito era accompagnato dalle seguenti motivazioni (cfr. allegati), dalle quali peraltro non risulta l’autore materiale dell’invio.
Primo pacco:
La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette per competenza gli uniti fogli. Il plico viene restituito al mittente perché non è di competenza di questo Dicastero. Con preghiera di non effettuare altri invii. Roma, 27.06.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede).
Secondo pacco:
La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette gli uniti fogli. Documentazione non di competenza di codesto Dicastero. Si restituisce e si prega di non ripetere altri invii. Roma, 01.07.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede).
Quale mai altra, allora, l'Autorità competente, Ecc.za Rev.ma?...
Il Prof. Giorgio Nicolini, pertanto, resta ancora in attesa di una Sua formale convocazione, per avviare l’accertamento canonico delle “falsificazioni documentali” operate da vari responsabili ecclesiastici, anche nella Basilica Pontificia Lauretana. Tali “falsificazioni documentali” hanno fatto abbandonare ormai nell’intera Cristianità “la verità” delle “Miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, approvate come “autentiche” dalle Supreme Autorità della Chiesa, per sette secoli, dopo regolari processi canonici e con ogni genere di pronunciamenti dei Sommi Pontefici e delle competenti Congregazioni Vaticane.
Il Prof. Giorgio Nicolini mi incarica altresì d’informarLa che una ulteriore dilazione di tale accertamento canonico da parte delle Autorità Ecclesiastiche, secondo quanto prescrive il Codice di Diritto Canonico (can. 1390-1391) a riguardo del “delitto di falso”, non seguìta anche da un solenne “ripristino” nella Basilica Pontificia Lauretana della “verità” delle “Miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, così come insegnato solennemente dal Magistero Ordinario della Santa Chiesa, non potrà esimerlo in coscienza – per il bene stesso della Chiesa e la Salvezza Eterna delle anime – dal formulare sempre più aperte, circostanziate e gravi “denunce pubbliche” di tali omissioni ecclesiastiche, memore anche del monito di Santa Caterina da Siena: «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).
Lo stesso Prof. Nicolini, in proposito, in una lettera inviata al Santo Padre in data 19.06.2005 ebbe a precisare: “Nel caso della “Tradizione Lauretana”, sembrano qui di riudire le parole del profeta Elia: «Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!»; cioè, per analogia, come a dire, a riguardo della “miracolosa traslazione”: “Se è vero che la Santa Casa di Nazareth è stata trasportata miracolosamente da Dio, dichiarate che E’ VERO! Se ciò non è vero, dichiarate che E’ FALSO!... e dichiarate anche che E’ FALSO tutto ciò che la Chiesa ha dichiarato ed insegnato nei 700 anni precedenti!”... Non si può, cioè, restare in “un equivoco perenne”, concedendo ancora “spazi” - all’interno della Chiesa - a “quell'inganno degli uomini” e a “quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore” (Ef.4,14), e lasciando così confondere le menti “indifese” dei fedeli, e provocando la dispersione di “una verità storica” “proprio autentica”, insieme alla perdita di una infinita serie di “grazie spirituali” che Dio e la Vergine Immacolata volevano concedere: e ne vengono invece impediti a causa del misconoscimento di quegli “eventi miracolosi” da Dio “realmente” compiuti”.
Più precisamente, in quella lettera al Santo Padre il Prof. Nicolini così si esprimeva, a proposito di “una riproposizione solenne” della “verità” delle “Miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”: “Tale “riproposizione”, solenne e inequivocabile, non è cosa di poco conto, perché riguarda il bene spirituale delle anime e i progetti di misericordia e di salvezza che la Madre di Dio ha intessuto nei secoli passati in tutta la Civiltà Cristiana - specialmente europea - proprio attraverso “l’evento prodigioso” della sua umile Casetta portata dagli “Angeli del Cielo” e che ancora intende concedere per il futuro alle anime aperte alla verità e al bene e che invece la “falsificazione storica” (da me e da tanti denunciata) gravemente compromette, per le ragioni esposte nei miei scritti, e che posso ulteriormente approfondire e documentare, se la Santità vostra riterrà opportuno e necessario. A tale scopo resto sempre disponibile per qualunque Sua richiesta al riguardo”.
A tale riguardo, poiché al Prof. Nicolini è stato sempre reso impossibile verificare il buon fine della corrispondenza da lui inviata direttamente al Sommo Pontefice, egli mi incarica di anticiparLe una sua richiesta formale di Udienza presso lo stesso Santo Padre Benedetto XVI, al fine di poterlo personalmente informare delle reiterate, dissacranti mistificazioni operate da alcuni responsabili della Basilica Pontificia Lauretana.
Per diretto, auspicato contatto con il Prof. Giorgio Nicolini comunico qui di seguito i suoi recapiti: Via Maggini, 230 – 60127 Ancona – Tel. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it – Sito Internet: www.lavocecattolica.it e, sulla Santa Casa, www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
Nell'attesa di un sollecito e sperabilmente risolutivo riscontro per tutto quanto sopra, mi è grata questa occasione per devotamente salutarLa.
Prof. Avv. FRANCESCO DAL POZZO
Via Vecchia Bolognese, 321
50010 - TRESPIANO (Firenze)
Tel. e Facsimile 055.400707
IL MONITO DI SANTA CATERINA DA SIENA
AVETE TACIUTO ABBASTANZA ED E’ ORA DI FINIRLA DI STARE ZITTI.
IO DICO CHE A FORZA DI SILENZI IL MONDO E’ MARCITO.
(Santa Caterina da Siena alle autorità ecclesiastiche)
La Santa scrive al Papa Urbano VI: «Padre santissimo . . cognoscete la grande necessità, che è a voi e alla santa Chiesa di conservare questo popolo (di Firenze) alla obbedienza e reverenza della Santità Vostra, perocché qui è il capo e il principio della nostra fede» (Lettera 170, ed. cit., III, 75). Ai Cardinali, poi, a molti Vescovi e sacerdoti, essa rivolge pressanti esortazioni, né risparmia forti rimproveri, sempre però in tutta umiltà e rispetto per la loro dignità di ministri del Sangue di Cristo. Né Caterina poteva dimenticare di essere figlia di un Ordine religioso, e tra i più gloriosi ed attivi nella Chiesa. Essa, quindi, nutre stima singolare per quelle che chiama le «sante religioni», che considera quasi vincolo di unione tra il Corpo mistico, costituito dai rappresentanti di Cristo (secondo una qualificazione sua propria), ed il corpo universale della religione cristiana, cioè i semplici fedeli. Esige dai religiosi fedeltà alla loro eccelsa vocazione, attraverso l’esercizio generoso delle virtù e l’osservanza delle rispettive regole. Non ultimi, nella sua materna sollecitudine, sono i laici, a cui indirizza vivaci e numerose lettere, volendoli pronti nella pratica delle virtù cristiane e dei doveri del proprio stato, animati da ardente carità per Iddio e per il prossimo, poiché anch’essi sono membra vive del Corpo mistico; ora, dice la Santa, «ella (cioè la Chiesa) è fondata in amore, ed è esso amore» (Lettera 103, a cura di G. Gigli). Come poi non ricordare l’opera intensa, svolta dalla Santa per la riforma della Chiesa? È principalmente ai sacri Pastori che essa rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina. «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue, scrive ad un alto prelato. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).
LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 giugno 2006, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
“Cari figli, con grande gioia nel mio cuore vi ringrazio per tutte le preghiere che avete offerto per le mie intenzioni, in questi giorni. Sappiate, figlioli, non vi pentirete nè voi, nè i vostri figli. Dio vi ricompenserà con grandi grazie e meriterete la vita eterna. Io vi sono vicino e ringrazio tutti coloro che, durante questi anni, hanno accettato i miei messaggi, li hanno trasformati in vita e hanno deciso per la santità e la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." |
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Come conservare la purezza?
Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.
La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...
La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.
È libero colui che è capace di resistere, di lottare.
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
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dal 20 luglio 2006
domenica, 23 luglio 2006 02.39
Prof.
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