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PER UNA MIGLIORE LETTURA SI CONSIGLIA ANCHE LA STAMPA DEI TESTI SU CARTA
Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
(Is.40,28)
UN PROGETTO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-NAZARETH-TERSATTO-ANCONA-LORETO-MEDIUGORIE
IL VITTORIOSO ROSARIO LAURETANO
LA VITTORIA DI LEPANTO OTTENUTA PER L’INTERVENTO DELLA VERGINE LAURETANA
AUXILIUM CHRISTIANORUM ORA PRO NOBIS
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007, CON LA PRESENZA DEL PAPA
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e
dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Ancona
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Giovedì, 5 ottobre 2006
Domenica, 5 ottobre 2012
Santa Faustina Kowalska – Beato Bartolo Longo - Beata Vergine Maria del Rosario
Domenica, 5 ottobre 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto
intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN CIRIACO E DEL BEATO GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona
e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti
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TOTUS TUUS EGO SUM
LETTURA BIBLICA
(Dal libro del Profeta Isaia: 30,8-21)
Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne. Poiché questo è un popolo ribelle, sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore. Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti: «Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo di Israele». Pertanto dice il Santo di Israele: «Poiché voi rigettate questo avvertimento e confidate nella perversità e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia che minaccia di crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo, improvviso, e si infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua dalla cisterna». Poiché dice il Signore Dio, il Santo di Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza». Ma voi non avete voluto, anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli». - Ebbene, fuggite! - «Cavalcheremo su destrieri veloci». Ebbene più veloci saranno i vostri inseguitori. Mille si spaventeranno per la minaccia di uno, per la minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché resti di voi qualcosa come un palo sulla cima di un monte e come un'asta sopra una collina. Eppure il Signore aspetta per farvi grazia, per questo sorge per aver pietà di voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui! Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, tu non dovrai più piangere; a un tuo grido di supplica ti farà grazia; appena udrà, ti darà risposta. Anche se il Signore ti darà il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela», caso mai andiate a destra o a sinistra.
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)
Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).
GIOVANNI PAOLO II
(Roma, sabato 8 dicembre 2001)
NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO
Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).
IN DIFESA DELLA NOSTRA FEDE cristiana
PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…
POTREMMO ANCOR OGGI ESSERE “CRISTIANI” SE NON CI FOSSE STATA LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO?...
Potremo nel futuro rimanere “cristiani” se non ci sarà più la Santa Casa di Nazareth a Loreto?...
«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
(Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:
FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.
(Gb.38,10)
“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”
(Prov.25,25)
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
E IL VERBO SI FECE CARNE
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!
ROMA - XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
SAN BARTOLOMEO
NELLA PAROLA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
(Mercoledì, 4 ottobre 2006)
Cari fratelli e sorelle,
nella serie degli Apostoli chiamati da Gesù durante la sua vita terrena, oggi è l’apostolo Bartolomeo ad attrarre la nostra attenzione. Negli antichi elenchi dei Dodici egli viene sempre collocato prima di Matteo, mentre varia il nome di quello che lo precede e che può essere Filippo (cfr Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 6,14) oppure Tommaso (cfr At 1,13).
Il suo nome è chiaramente un patronimico, perché formulato con esplicito riferimento al nome del padre. Infatti, si tratta di un nome di probabile impronta aramaica, bar Talmay, che significa appunto “figlio di Talmay”.
Di Bartolomeo non abbiamo notizie di rilievo; infatti, il suo nome ricorre sempre e soltanto all’interno delle liste dei Dodici citate sopra e, quindi, non si trova mai al centro di nessuna narrazione. Tradizionalmente, però, egli viene identificato con Natanaele: un nome che significa “Dio ha dato”. Questo Natanaele proveniva da Cana (cfr Gv 21,2) ed è quindi possibile che sia stato testimone del grande ‘segno’ compiuto da Gesù in quel luogo (cfr Gv 2,1-11).
L’identificazione dei due personaggi è probabilmente motivata dal fatto che questo Natanaele, nella scena di vocazione raccontata dal Vangelo di Giovanni, è posto accanto a Filippo, cioè nel posto che ha Bartolomeo nelle liste degli Apostoli riportate dagli altri Vangeli. A questo Natanaele, Filippo aveva comunicato di aver trovato “colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti: Gesù, figlio di Giuseppe, da Nazaret” (Gv 1,45).
Come sappiamo, Natanaele gli oppose un pregiudizio piuttosto pesante: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” (Gv.1,46a). Questa sorta di contestazione è, a suo modo, importante per noi. Essa, infatti, ci fa vedere che, secondo le attese giudaiche, il Messia non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era appunto Nazaret (vedi anche Gv.7,42). Al tempo stesso, però, pone in evidenza la libertà di Dio, che sorprende le nostre attese facendosi trovare proprio là dove non ce lo aspetteremmo. D’altra parte, sappiamo che Gesù in realtà non era esclusivamente “da Nazaret”, ma che era nato a Betlemme (cfr Mt.2,1; Lc.2,4). L'obiezione di Natanaele era quindi priva di valore, perché fondata, come spesso accade, su un’informazione incompleta.
Un’altra riflessione ci suggerisce la vicenda di Natanaele: nel nostro rapporto con Gesù non dobbiamo accontentarci delle sole parole. Filippo, nella sua replica, fa a Natanaele un invito significativo: “Vieni e vedi!” (Gv 1,46b). La nostra conoscenza di Gesù ha bisogno soprattutto di un’esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente importante, poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l’annuncio che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù; in modo analogo i Samaritani, dopo aver sentito la testimonianza della loro concittadina che Gesù aveva incontrato presso il pozzo di Giacobbe, vollero parlare direttamente con Lui e, dopo questo colloquio, dissero alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” (Gv 4,42).
Tornando alla scena di vocazione, l’evangelista ci riferisce che, quando Gesù vede Natanaele avvicinarsi esclama: “Ecco davvero un Israelita, in cui non c'è falsità” (Gv 1,47). Si tratta di un elogio che richiama il testo di un Salmo: “Beato l'uomo ... nel cui spirito non c'è inganno” (Sal 32,2), ma che suscita la curiosità di Natanaele, il quale replica con stupore: “Come mi conosci?” (Gv 1,48a). La risposta di Gesù non è immediatamente comprensibile. Egli dice: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico” (Gv 1,48b).
A tutt'oggi è difficile rendersi conto precisamente del senso di
queste ultime parole. Stando a quanto dicono gli specialisti, è possibile
che, essendo a volte menzionato il fico come albero sotto cui sedevano i
dottori della Legge per leggere la Bibbia e insegnarla, si alluda qui a
un’occupazione del genere svolta da Natanaele nel momento della sua
chiamata.
Comunque, ciò che soprattutto conta nel racconto giovanneo è la
confessione di fede finalmente resa in modo limpido da Natanaele: “Rabbì, tu
sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele” (Gv 1,49). Benché non
raggiunga l'intensità della confessione di Tommaso con cui si chiude il
Vangelo di Giovanni: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28), la confessione di
Natanaele ha però la funzione di aprire l'intero Quarto Vangelo. In essa è
consegnato un primo, importante passo nell’itinerario di adesione a Gesù. Le
parole di Natanaele pongono in luce un doppio, complementare aspetto
dell’identità di Gesù: Egli è riconosciuto sia nel suo rapporto speciale con
Dio Padre, di cui è Figlio unigenito, sia in quello con il popolo d'Israele,
di cui è dichiarato re, qualifica propria del Messia atteso.
Non dobbiamo mai perdere di vista né l’una né l’altra di queste due componenti, poiché se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica.
Sulla successiva attività apostolica di Bartolomeo-Natanaele non abbiamo notizie precise. Secondo un’informazione riferita dallo storico Eusebio del secolo IV°, un certo Panteno avrebbe trovato addirittura in India i segni di una presenza di Bartolomeo (cfr Hist. eccl. V,10,3).
Nella tradizione posteriore, a partire dal Medioevo, si impose
il racconto della sua morte per scuoiamento, che divenne poi molto popolare.
Si pensi alla notissima scena del Giudizio Universale nella Cappella
Sistina, in cui Michelangelo dipinse san Bartolomeo che regge con la mano
sinistra la propria pelle, sulla quale l’artista lasciò il suo autoritratto.
Le sue reliquie sono venerate qui a Roma nella Chiesa a lui
dedicata sull’Isola Tiberina, dove sarebbero state portate dall’imperatore
tedesco Ottone III nell'anno 983.
Concludendo, possiamo dire che la figura di san Bartolomeo, pur nella scarsità delle informazioni che lo riguardano, resta comunque davanti a noi per dirci che l’adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario è e resta Gesù stesso, a cui ciascuno di noi è chiamato a consacrare la propria vita e la propria morte.
Natanaele: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?...” (Gv.1,46)
Natanaele è poi divenuto l’Apostolo San Bartolomeo. Egli ricevette da Gesù il più bel elogio:
“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità” (Gv.1,47)
Chissà quante volte San Bartolomeo (Natanaele) avrà meditato nella sua vita all’errore inconsapevole di quella obiezione scettica rivolta a Filippo: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”…
Invece, da Nazareth è “venuto” “tutto il bene” per l’Umanità:
* da Nazareth è “venuta” all’esistenza la Vergine Maria, “concepita” Immacolata nella Santa Casa di Nazareth;
* da Nazareth è “venuta” alla luce la Vergine Maria, essendo ella nata nella stessa Santa Casa in cui fu concepita Immacolata;
* da Nazareth è “venuto” all’esistenza Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Salvatore degli uomini, incarnatosi per opera dello Spirito Santo nel seno verginale di Maria nella Santa Casa di Nazareth;
* la Santa Casa di Nazareth è “venuta”, infine, a Loreto, dopo varie “traslazioni miracolose” operate dagli angeli del Cielo, dopo essere stata “divelta dalle fondamenta” a Nazareth (secondo l’espressione usata dal Beato Pio IX), e così poter continuare dall’Europa e dall’Italia - quale “reliquia miracolosa” e luogo dell’Incarnazione - l’opera di salvezza di Maria e di Gesù per la Chiesa e per l’Umanità.
DA NAZARETH PERCIO’ E’ “VENUTA” LA SALVEZZA
E TUTTO CIO’ CHE DI BUONO DIO VOLEVA DONARE ALL’UMANITA’
Si potrebbe dire anche oggi, per chi sente parlare della Santa Casa di Loreto con scetticismo: “VIENI E VEDI” (Gv.1,46), e riascoltare fra quelle “Sante Pareti” le parole dell’angelo a Maria: “RALLEGRATI…”.
dal Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA
ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)
Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)
UN ANNO DI GRAZIA
Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007
ROSARIO BENEDETTO DI MARIA
CATENA DOLCE CHE CI RANNODI A DIO
(Giovanni Paolo II, Lett. Ap. “Rosarium Virginis Mariae”, 16 ottobre 2002, nn.39.40.43).
A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza.
Oggi all’efficacia di questa preghiera consegno volentieri la causa della pace nel mondo e quella della famiglia. Le difficoltà che l’orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti delle Nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro.
Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana. (…). Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio appello non cada inascoltato!
LA VITTORIA DI LEPANTO DEL 7 OTTOBRE 1571
OTTENUTA PER L’INTERCESSIONE DELLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO
INVOCATA A LORETO COME “AIUTO DEI CRISTIANI”
cui faceva riferimento Giovanni Paolo II nel testo sopra riportato:
In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo
e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza
L’attuale memoria liturgica della Madonna del Rosario cade il 7 ottobre ed è stata istituita dal Papa San Pio V in memoria della vittoria conseguita dai cristiani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Fu una battaglia decisiva per la storia dell’Occidente, perché arrestò l’avanzata dei Turchi che dominavano già il Mediterraneo e occupavano una parte dell’Europa, minacciando la Chiesa e l’intera cristianità. Tale grazia fu ottenuta dalla Vergine Lauretana, venerata per la sua Santa Casa di Nazareth, miracolosamente trasportata da Dio a Loreto, e che – per richiesta di San Pio V – fu fatta implorare da tutta la cristianità dell’epoca attraverso la recita del Santo Rosario. Il Santo Pontefice – come riportano le cronache dell’epoca – ebbe “in visione” la conoscenza della vittoria prima ancora che gliene fosse pervenuta la notizia, ed egli stesso attestò e riconobbe come avvenuta per l’intercessione della Vergine Lauretana, nella cui Santa Casa volle fosse scritto “Vera florida Casa che fu in Nazareth” e facendo aggiungere alle Litanie Lauretane l’invocazione ““Aiuto dei Cristiani” (“Auxilium Christianorum”). Anche il Senato Veneziano dichiarò: “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit” (“Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori”).
LA VITTORIA DEL SANTO ROSARIO LAURETANO
PER LA SALVEZZA DELL’EUROPA
7 OTTOBRE 1571 - 7 OTTOBRE 2006
435° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO
OTTENUTA PER L’INTERCESSIONE DELLA MADONNA DEL ROSARIO
FATTO RECITARE SOTTO LA PROTEZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
Lepanto è un luogo della memoria per la cultura europea e per tutto l’Occidente.
Lì il 7 ottobre 1571 si svolse “il più grande evento che videro i secoli”, come ebbe ad affermare Miguel Cervantes.
La vittoria della Lega Santa, costituita dal Pontefice San Pio V, contro i Turchi salvò l'Europa dall'invasione islamica. Nonostante l'inferiorità numerica e militare, le truppe cristiane riportarono una straordinaria vittoria, grazie all'intercessione della Madonna del Rosario, venerata nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. Ricordare questo evento, è quanto mai di attualità. La determinazione del Papa e della Cristianità in difesa della Fede e della Tradizione Cattolica, la forza del senso “identitatio” dato dalla religione comune, dimostrati in occasione della battaglia di Lepanto, siano il monito per le Autorità ecclesiastiche e civili di oggi, affinché sappiano affrontare con lo stesso zelo e lo stesso attaccamento alla Verità i pericoli dell’epoca attuale.
Mons. Giuseppe Germano Bernardini, vescovo di Izmir, nella Turchia, avvertì nel II Sinodo europeo: “Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamico-cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche v’invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci, perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei Paesi poveri del Nord-Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista? (…) Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.
SAN PIO V E IL ROSARIO
LA SALVEZZA DELL’EUROPA
CON LA PREGHIERA ALLA VERGINE LAURETANA
DAL LIBRO “I PAPI E LA SANTA CASA”
di Padre Arsenio d’Ascoli
San Pio V aveva messo sotto la protezione della Vergine di Loreto l’esito della grande battaglia che le Nazioni cristiane combattevano contro i Turchi, che stavano facendo per mare gli ultimi sforzi per aprirsi un varco nel Mediterraneo Occidentale e colpire al cuore la Chiesa Cattolica. Il Santo Pontefice aveva ordinato preghiere continue nella Santa Casa di Loreto, per tutto il periodo dell’ultima grande crociata.
Se la gloria militare della battaglia di Lepanto si riverbera sulla leggendaria figura di Don Giovanni d’Austria, la vittoria fu solo il risultato della preghiera fiduciosa di San Pio V. Egli odiava la guerra, ma l’amore verso la Chiesa in pericolo lo faceva così parlare ai Cardinali riuniti in Concistoro, il 2 aprile 1566: “Mi armo contro i Turchi, ma in ciò mi può giovare solo la preghiera”. Il Papa per le strade di Roma, a piedi nudi, andava in processione per piegare la bontà di Dio verso la sua Chiesa; nello stesso tempo però preparava le armi e alzava torri di vedetta lungo tutta la costa del mare di Roma.
Il 25 maggio 1571 veniva sottoscritta a Roma la “Lega Cristiana”. Marcantonio Colonna, comandante della flotta pontificia, venne a Loreto con la sposa per mettere nelle mani di Maria la sorte della guerra.
La flotta cristiana salpò dai porti d’Europa e, dopo 20 giorni di navigazione, fu in vista della flotta nemica, forte di 300 navi. Don Giovanni d’Austria con un Crocifisso in mano girò di nave in nave, bello e luminoso in volto come l’arcangelo della vittoria; infuse ardore e coraggio e issò lo stendardo del Papa e la bandiera della spedizione su cui dominava l’immagine della Vergine. Fu per tutte le navi un segnale di preghiera.
Era quello un momento particolarmente solenne. Dietro a loro l’Europa e il Papa erano in ansia. La Vergine di Loreto, invocata con l’ardore dei figli, prese parte alla battaglia gigantesca. Verso mezzogiorno del 7 ottobre 1571 cominciò la furibonda mischia. Alle cinque di sera la battaglia era finita.
San Pio V stava esaminando con diversi prelati il movimento del tesoro pontificio. Tutto d’un tratto, quasi mosso da un impulso irresistibile, si alzò, si accostò a una finestra fissando lo sguardo verso l’oriente come estatico; poi ritornando verso i prelati, con gli occhi brillanti d’una gioia divina: “Non occupiamoci più d’affari - esclamò - ma andiamo a ringraziare Dio. La flotta cristiana ha ottenuto la vittoria”. Congedò i prelati e andò subito in cappella, ove un Cardinale accorso al lieto annunzio lo trovò immerso nel pianto della gioia.
La notizia ufficiale giunse con un certo ritardo per una tempesta di mare che costrinse il messo di Don Giovanni d’Austria a fermarsi.
Al suo arrivo (notte del 21 ottobre 1571) egli lo accolse esclamando: “Il Signore ha esaudita la preghiera degli umili, e non ha sdegnato le loro domande. Siano queste cose tramandate ai posteri, e il popolo che nascerà loderà il Signore”.
Fece coniare una medaglia con incise le parole del Salmista: “La destra del Signore ha fatto cose grandi; da Dio questo proviene”. Passando poi al valoroso Generalissimo applicò a lui il motto dell’Angelo: “Fuit homo missus a Deo cui nomen erat Joannes”. La stessa cosa fu fatta più tardi per Giovanni Sobiescki nel 1683 a Vienna.
Il Pontefice, preso da incontenibile gioia, ordinò a tutti quelli che si trovavano a letto di alzarsi e venire con lui nella Cappella a glorificare la bontà divina.
La vittoria di Lepanto è intimamente legata al Santuario di Loreto. Il culto speciale alla Madonna del Rosario ebbe origine e sviluppo dopo questa storica battaglia. La vittoria fu ottenuta mediante il visibile patrocinio della Vergine Loretana. L’invocazione “Aiuto dei Cristiani” venne aggiunta alle Litanie Lauretane dopo questa vittoria. Anche San Pio V attribuì la vittoria alla Vergine di Loreto. “Perciò il Papa – dice lo Zucchi – veramente pio, diedesi con private e pubbliche orazioni a conciliarsi il grande Iddio e principalmente ordinò che nella santissima Cella di Loreto continuamente si porgessero caldi prieghi alla Madonna ch’Ella si degnasse di prestar il favore suo ai Cristiani, nel maggior pericolo e bisogno. Né vana fu la speranza del Pontefice Pio e delle altre pie persone” (Martorelli, vol. I, p.531).
Come ricordo e come riconoscenza nei medaglioni degli “Agnus Dei” fece porre l’immagine di Loreto con sopra le magnifiche parole: “Vera Domus florida quae fuit in Nazareth”. Sotto volle che si scrivesse: “Sub tuum praesidium” per far comprendere a tutti a chi si doveva attribuire il merito della vittoria.
Altro fatto che ci fa vedere l’intervento della Vergine Loretana nelle sorti della battaglia. Mentre Marcantonio Colonna, comandante dell’armata papale, partiva per l’Oriente, la moglie Donna Felice Orsini con altre dame si portò a Loreto a pregare per lo sposo e per la vittoria. Passò giorni e notti in devotissima preghiera. Un giovane ebreo vedendo il suo fervore e la sua fede si convertì e ricevette il Battesimo in Santa Casa. Donna Orsini gli fece da madrina e se lo prese come paggio.
Roma preparò un ingresso trionfale al condottiero dell’armata papale, ma il Duce cristiano, riconoscendo che il merito della vittoria non era suo ma della Vergine di Loreto, differì il ritorno alla Capitale e venne a Loreto a ringraziare la Madonna.
Tutta l’armata papale approdò a Porto Recanati. Il comandante, gli ufficiali e i cristiani liberati dai Turchi, a piedi, con il capo scoperto, cantando inni di gioia e di ringraziamento, salirono al colle loretani” (Ivi, Vol. I, pp.430-431).
Nel 1576 venne a Loreto Don Giovanni d’Austria. Egli veniva a sciogliere il voto fatto cinque anni prima alla Madonna, quando partì per la battaglia di Lepanto. Fino allora ne era stato sempre impedito da pressanti affari politici e militari. Nel cuore dell’inverno, a cavallo, venne a Loreto da Napoli. Appena vide da lontano il Santuario, si fermò, s’inchinò e si scoprì il capo in segno di riverenza. “Poiché alla benedetta Cella pervenne, fatta una general confessione, alla Madonna grazie infinite rendette; né di ciò appagato, aggiunse allora al voto già adempiuto un ricco dono di danari. Come ebbe soddisfatto al voto ed alla pietà, a Napoli ritornò, seco portando un gran desiderio di quella amabilissima Signora di Loreto” (Ivi, vol. I, pp.433-434).
Circa 40.000 erano i rematori dell’armata turca a Lepanto. Moltissimi di essi erano cristiani. Quindicimila furono liberati nella grande battaglia e riportati in Europa sulle navi cristiane.
“E’ assai noto che nella medesima giornata, prima che al fatto si desse principio, gli schiavi cristiani dai Turchi posti alle catene per vogare, si votarono a Santa Maria di Loreto per la libertà loro” (Ivi, vol. I, p.431).
Tutti poi o in gruppo o alla spicciolata vollero venire a Loreto a sciogliere il loro voto. “E vollero che quivi restasse di tanto celeste beneficio qualche memoria: lasciarono alla loro Liberatrice le catene che ai remi gli tenevano legati” (Ivi, vol. I, 431).
Queste catene servirono per fabbricare le cancellate dei dodici altari della navata centrale della Basilica, dove rimasero a perenne ricordo per quasi due secoli. Infine “essendosi poste alle dette Cappelle li balaustri di marmo, furono levati quei cancelli, e quel ferro commisto indistintamente con altro fu impiegato in occorrenze di varie fabbriche spettanti all’istesso Santuario” (Ivi, vol. II, p.134).
Con le catene degli schiavi venuti a Loreto furono fatti, oltre le cancellate delle Cappelle, i quattro cancelli della Santa Casa che ancora si conservano al loro posto per ricordo. Con le grandi lance fu fatto un recinto alla fontana del Maderno e con le frecce una caratteristica cancellata a una Cappella della Basilica. Furono infine asportati tutti, perché corrosi dalla ruggine e soprattutto perché un’altra linea s’imponeva nelle Cappelle per armonizzare con i nuovi altari. Al Sacconi però non piacevano queste balaustre di marmo simili ai ripari dei palchetti dei teatri (Cfr. Vogel, Index Hist. 10-5-75).
Dove furono portati? Alcuni nei sotterranei, altri usati per altri scopi, altri al tirassegno comunale.
Fu davvero simpatico il gesto di questi schiavi che vollero donare le loro catene alla loro Liberatrice come segno di riconoscenza e di amore. I quattro cancelli della Santa Casa, anche se semplici e rozzi, stanno lì a cantare le glorie e le vittorie della Vergine e a ricordare a tutti coloro che sono schiavi delle passioni a spezzare le loro catene ai piedi di Maria e a risollevarsi liberi e puri.
Non si sa con certezza se San Pio V, durante il suo Pontificato visitasse la Santa Casa.
Né gli storici loretani, né gli Annali recanatesi ne fanno cenno. Tuttavia il Moroni nel suo dizionario di erudizione storico-ecclesiastica sotto la voce “Ancona” afferma categoricamente che il Papa si portò nella città dorica nel 1566 per ordinare le fortificazioni contro i Turchi. Forse in quell’occasione si recò a visitare la Santa Casa verso la quale aveva mostrato devozione fin da quando era Cardinale.
Anche l’archivista della Santa Casa, Pietro Giannuizzi, pensa la stessa cosa. Egli dice che il Papa visitò Loreto nel 1566 per implorare dalla Vergine aiuto e assistenza per la Chiesa minacciata dai Turchi. Solo il P. Diego Calcagni, nelle memorie della città di Recanati afferma che il Papa visitò Loreto dopo la vittoria navale e si portò processionalmente in Santa Casa.
Per mezzo del Card. Michele Monelli, che si recava a Loreto per ringraziare la Madonna che gli aveva ottenuto la guarigione, inviò alla Basilica un pallio e una magnifica pianeta. (Martorelli, vol. I, 425).
Padre ARSENIO D’ASCOLI
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:
FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.
(Gb.38,10)
Lepanto simbolo della libertà dell’Europa e dell’Occidente
Lepanto è un luogo della memoria per la cultura europea e per l’occidente tutto, lì il 7 ottobre 1571 si svolse "il più grande evento che videro i secoli", come ebbe ad affermare Miguel Cervantes.
Come ogni luogo della memoria gli eventi che lì si volsero debbono avere una funzione didattica per le generazioni future. Quella sanguinosa battaglia navale fu uno dei picchi più alti per la difesa della nostra civiltà. La storia molte volte ha uno svolgimento ciclico, e le dinamiche geopolitiche si ripetono: nei primi anni del nuovo millennio il pericolo dell’espansionismo islamico è tornato all’ordine del giorno: oggi come nel 1571 c’è la necessità che l’occidente si unisca per difendersi dall’invasione e dall’espansionismo islamico.
Nel XVI secolo l’Europa era sotto scacco da parte del pericolo ottomano, oggi è sotto attacco da parte del terrorismo internazionale di matrice islamica. La vittoriosa Battaglia di Lepanto (1571) come poi la Battaglia di Vienna (1683) furono un segnale chiaro per il mondo islamico, l’occidente non si sarebbe arreso e altre stragi come quelle avvenute a Famagosta non si sarebbero ripetute. Il futuro che attende l’Europa del XXI secolo ha i contorni assai cupi, anche per la complicità di taluni governi europei, e ciò sembra rendere vani i sacrifici fatti dalla flotta cristiana in quel lontano XVI secolo. Cosa ha significato Lepanto per la cristianità e per l’Europa tutta? Ha significato impedire ai Turchi di diventare l’unica potenza egemone del Mediterraneo, opponendosi alla diffusione della cultura islamica in tutta l’Europa.
Non bisogna dimenticare che l'Islam ha occupato tre dei cinque patriarcati originari della Chiesa (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli), ne tiene uno sotto assedio (Gerusalemme), e il patriarcato di Roma è sotto costante minaccia: è dovere di ogni cristiano far sì che questi ritornino alle loro antiche radici. Sta ad ogni Governo fare la propria parte per respingere l'invasione islamica e difendere la propria gente, storia e tradizioni. I governi che non si muoveranno di fronte a questo pericolo ne risponderanno alle proprie genti e davanti al tribunale della storia che nei suoi giudizi non ammette appelli.
Oggi come a Lepanto dobbiamo senza nessun tentennamento difenderci da chi sta minacciando la nostra incolumità: l'espansionismo islamico. (…) Non si può far finta di non vedere quale sia la realtà dei fatti: l'occidente rischia di diventare una fortezza assediata come lo era Famagosta. Non bisogna aver paura di affermare ciò che è vero, e che è alla luce del sole… Ora sta a noi trarre le conseguenze e fare una scelta di campo, non è più possibile tirarsi da parte e fare gli spettatori, oggi ogni persona è parte in causa, tutti siamo coinvolti direttamente. Qualsiasi sarà la nostra scelta dobbiamo sapere che avrà conseguenze per chi ci circonda e per i nostri figli. Non si potrà più dire: "non lo sapevo", "non immaginavo", "era imprevedibile": ora si è stati avvisati. "Che si combatta è necessità, non si può far di manco" così affermò il Capitano Generale Sebastiano Venier alla vigilia della battaglia di Lepanto. Questa parola d’ordine è d’obbligo anche oggi, i Popoli devono ribellarsi a quei Governo collaborazionisti che si rifiutano di contrastare e combattere il terrorismo.
Nel 1571 la Lega Santa racchiudeva tutte le forze che combattevano contro il pericolo islamico (…). Il terrorismo ed il fanatismo islamico dopo l’11 settembre 2001 si sono riproposti come problemi che urgono di una soluzione stabile. È compito di ogni donna e uomo impegnarsi per la difesa dei sacri valori che caratterizzano la civiltà occidentale. Quella millenaria civiltà europea che si fonda sui 10 Comandamenti che Dio ha dato a Mosè. (…) Invita tutti i Popoli ad onorare, durante questa settimana, presso ogni Santuario Mariano recitando il Rosario, tutti i marinai e fanti di mare caduti sul campo d’onore per difendere l’Europa tutta; ricordando i comandanti della Lega Santa: Don Giovanni d’Austria, Sebastiano Venier, Agostino Barbarigo, Marcantonio Colonna e il Marchese di Santa Cruz. I soldati della flotta cristiana sono veri martiri caduti per la difesa della nostra Europa.
In questa ricorrenza non possiamo non ricordare tutti quegli eroi, oltre agli indomiti combattenti di Lepanto, che in ogni epoca hanno contrastato il terrorismo e l’espansionismo islamico: Marcantonio Bragadin, Beato Marco d’Aviano, Eugenio di Savoia, Giovanni III Sobiesky…, e molti altri ancora. In questo anniversario di festa per la libertà d’Europa non può mancare un saluto ad Oriana Fallaci, che con i suoi scritti e sempre viva nei nostri cuori; le sue parole sono come un faro che ci guida con rabbia verso la consapevolezza che la libertà arriverà solo se ritroveremo l’orgoglio di appartenere ad una cultura che va difesa ad ogni costo.
di Demetrio Serraglia
Ufficio storico del Veneto Serenissimo Governo
LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
MA LA CHIESA ANCORA NON LO VUOLE COMPRENDERE
LEONE XIII
(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.
OTTOBRE: MESE MARIANO
LETTERA APERTA A MARIA SANTISSIMA
Cara Madre,
come figlio tuo devoto, preoccupato per la scarsa accoglienza che ricevi quando ti preoccupi dell’umanità (accoglienza che spesso si trasforma in avversione), mi permetto presentarti un “suggerimento”. Ben conscio dei miei limiti e dei miei peccati, dei quali chiedo perdono a Dio mediante la tua incomparabile intercessione, oso discutere con te come spesso fanno i figli con le mamme.
Quando medito sulle tue lacrime, a volte anche di sangue, mi chiedo le ragioni di questa noncuranza nei tuoi confronti, anche da parte di coloro che hanno liberamente deciso di consacrarsi esclusivamente a Dio.
Tuttavia, conoscendo un pò il mondo e gli studi moderni della comunicazione e promozione umana (tanto utili a certi politici e a molte persone sulla cresta dell’onda), ti faccio osservare quanto segue.
Quando ti presenti ai tuoi figli in varie parti del mondo, e lo fai di frequente, domandi sempre la preghiera (in particolare la recita del Santo Rosario), il digiuno, la conversione. In alcune occasioni hai mostrato l’inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nelle tue apparizioni, insistentemente rammenti ai tuoi figli l’indispensabilità della preghiera, del digiuno, della lettura quotidiana della Bibbia, dell’accostamento frequente ai Sacramenti, dell’utilizzo dei sacramentali (immagini sacre e acqua benedetta), tu ricordi l’importanza dell’adorazione eucaristica e della Croce. Ricordi l’esistenza del diavolo, dell’inferno, del Purgatorio e del Paradiso; concetti ormai superati!...
Mediante i veggenti insegni a pregare insistentemente e a digiunare (a pane ed acqua) per ottenere da Dio la pace nei cuori, nelle famiglie e nel mondo. Tu sai che questi sono i mezzi biblici per neutralizzare l’opera del Maligno e per ottenere la vita eterna.
Cara Madre,
permettimi, esercitando la tua comprensione materna, di manifestare il mio pensiero.
Con questi tuoi messaggi, che sono la sintesi dei cardini biblici e degli insegnamenti perenni del Magistero della Chiesa, non puoi aspettarti d’essere accolta a braccia aperte. Anche tuo Figlio predicò in maniera difforme alle aspettative umane (comprese quelle dei sacerdoti del tempo) e finì in Croce, rifiutato, umiliato e deriso. Pur avendoci dimostrato un amore sconfinato con la certificazione della Croce, molte persone oggi non vogliono neanche vedere il simbolo di quell’incomparabile amore e ne chiedono l’allontanamento dai luoghi pubblici.
Se tu invece predicassi la pace umana, le libertà umane, gli sbandieramenti, il fare del mondo alternativo al pregare. Se tu non parlassi più di preghiera, di Satana, di Bibbia, di Inferno, di Purgatorio, di Paradiso, di peccati. Se tu proponessi i gruppi di discussione al posto di quelli di preghiera; l’uguaglianza di tutte le religioni al posto di predicare solo il Vangelo, saresti la bene accetta da tutto il mondo. In ogni piazza sarebbe presente la tua statua e tutti citerebbero, senza fiatare, i tuoi “nuovi” messaggi come fonte basilare di comportamento universale.
Ma tu, cara Madre, insisti nell’annunciare ciò che tuo Figlio ha raccomandato e allora non puoi di certo rattristarti, visto il comportamento riservato a tuo Figlio e a tanti suoi seguaci, dell’accoglienza che il mondo ti ha riservato.
L’amato Giovanni Paolo II si è incapponito, in molti casi, a predicare i tuoi messaggi. Anche lui ha invitato ripetutamente a pregare il Rosario e a digiunare per ottenere il dono della pace. Ha persino decretato l’anno del Rosario ai cattolici che l’hanno accolto con un silenzio glaciale. Ha addirittura invitato i giovani a pregare il Rosario, senza vergognarsi, nelle più svariate occasioni!
Osserva però quando il Papa esprime dei valori che sono facilmente condivisi; tutti lo citano e ne ripetono le parole. Quando invece stigmatizza il peccato, non condivide la "guerra santa", denuncia il dilagare del relativismo, rammenta l’importanza dell’Eucarestia, della Confessione, del Rosario e del digiuno, i suoi appelli vengono ignorati o accolti gelidamente al punto che i mass-media hanno creato un “Papa virtuale” da evidenziare solo quando fa comodo al mondo.
Ero deciso ad inoltrarti questa mia lettera quando, rileggendola, mi sono venute in mente le parole eterne del Vangelo “Molti i chiamati, ma pochi gli eletti”. Mi sono allora ricordato che Dio non cerca clienti, ma credenti! Solo per questi ultimi è riservato il Paradiso. Mi sono anche ricordato che tu ti mostri piangente per i nostri peccati e, Madre della Verità, insegni l’eterna ricetta biblica per stimolare la nostra conversione che ci eviterà i pianti eterni dopo il giorno del giudizio.
Grazie per questo, Madre.
di ARRIGO MUSCIO
Cfr. Indirizzo Internet: www.genitoricattolici.org/ltr%20Maria.htm
L’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA
L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE
NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE
SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):
RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS”
IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA
DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’
DELL’AUTENTICITA’ DELLA “SANTA CASA” E DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE
Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne
Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.
STAZIONE V
PREGHIERA
O Gesù, hai avuto la carità di ritornare per tre volte a destare gli Apostoli che dormivano, per ordinare loro di pregare e vegliare su se stessi, per acquistare forza e non soccombere alle tentazioni. Abbi la stessa bontà verso di noi; accordaci la grazia di pregare frequentemente e di ridestarci dal sonno in cui ci lasciamo marcire, invece di provvedere alla nostra salvezza.
MEDITAZIONE
Ti contemplo, o mio Signore, nell’atto di rialzarti da terra dove giacevi agonizzante, col corpo ancora tutto coperto del sudore di sangue, appena sparso fino a terra da ogni parte del tuo Corpo; ti vedo, ancora tremante di debolezza, andare in cerca dei tuoi poveri discepoli per ricordare loro di non dimenticare la preghiera, indispensabile in quel momento.
Ahimè, Signore, chi non sentirebbe profonda pietà se vedesse un caro padre alzarsi dal suo letto in cui giace gravemente ammalato, per andare ad esortare i suoi poveri figli a guardarsi dai loro nemici che tramano per coglierli di sorpresa. E Gesù, il nostro buon padre, non si contenta di farlo una sola volta, ma lo ripete per tre volte, senza stancarsi di pregare per i suoi discepoli e in seguito ad evitare le tentazioni che cercano di assalirli. (…)
Hai provato, o mio Salvatore, un grande rammarico nel vedere i tuoi discepoli dormire come pecore indifese all’avvicinarsi di una schiera di lupi; nel momento in cui essi, secondo le tue frequenti esortazioni, dovevano dedicarsi alla preghiera, Giuda insieme ad una schiera di soldati armati, stava arrivando per prenderli, insieme a te, di sorpresa.
Ahimé, Signore, noi ci troviamo incessantemente in un pericolo ben più grande, poiché, mentre per essi c’era il timore di perdere soltanto una vita passeggera, noi siamo continuamente esposti al pericolo di perdere la vita eterna. Infatti subiamo spesso tentazioni violente, attacchi terribili del demonio, il nostro più crudele nemico e tuttavia viviamo nell’indolenza, senza far provvista di forza e di coraggio: domandiamo a Dio la grazia di sostenerci saldi e senza paura quando saremo assaliti dal demonio.
San Pietro dormiva quando più aveva bisogno di vegliare; ed ecco che la tentazione arriva, l’assale attraverso una semplice servetta che assicura essere egli uno dei discepoli di Gesù Cristo. Ed ecco che soccombe, rinnega il Maestro. O triste sonno per questo Apostolo, poiché privandolo dell’orazione, lo priva della forza che avrebbe ottenuto per non cadere nella tentazione.
INVOCAZIONI
O mio Dio, quale fortuna sarebbe la nostra, se nel tempo del riposo, nel tempo di buona salute, potessimo fare in anticipo una provvista di virtù per il tempo della lotta, per il tempo della malattia e soprattutto per quel tempo che, segnando la fine della nostra vita, ci procurerà una eternità corrispondente allo stato in cui saremo trovati allora.
PROPOSITI
Gli Apostoli dormivano, e non sotto gli Ulivi, ma allo scoperto, distesi su una roccia. Ecco, o Signore, in figura, la situazione di un’anima vicino a perdersi. Tutte quelle belle virtù che, come abbiamo visto sopra, sono raffigurate nell’olio, non convenivano ancora a discepoli che, non avendo ricevuto lo Spirito Santo e non essendo perciò giunti alla perfezione, erano capaci solo d’indifferenza. Troppo grande era la durezza del loro cuore nel vedere Gesù soffrire tanto dolorosamente nella sua agonia, senza averne compassione. Tutto ciò è simboleggiato nella roccia sulla quale dormivano.
Che io mi riposi dunque, o mio Dio, dormendo in profonda pace sotto questi mistici Ulivi, sotto la protezione non già di un cuore indurito, ma di un cuore pieno di virtù, che io spero di ottenere dalla tua infinita bontà, in seguito agli sforzi che farò per obbedire al consiglio che mi dai di pregare e vegliare per la mia salvezza. (…)
Quale sciagura rimanere a dormire sulla china dei propri vizi, senza fare alcuno sforzo ed essere distolti dalla strada che conduce alla santa montagna senza neppure accorgersene. Conosciamo abbastanza facilmente queste funeste abitudini che ci conducono alla nostra perdita eterna e tuttavia non ci facciamo violenza per vincerle. Noi dormiamo come gli Apostoli non sul pendio del monte degli Ulivi, ma sul fatale pendio delle nostre cattive inclinazioni. Vedendo in quale triste e funesto stato siamo ridotti, svegliaci, di grazia, mostraci il luogo che noi abbiamo abbandonato, quello in cui stiamo andando se rimaniamo sulla china del peccato; allontanandoci da quel soggiorno di gloria, dove giungesti salendo dalla cima di questa montagna degli Ulivi, siamo trascinati in un torrente di colpe che finisce col sommergerci definitivamente.
Fortificami, perciò, come fortificasti una volta il povero Elia che dormiva similmente ai piedi della montagna che lo conduceva all’incontro con il suo Creatore; fa che riceviamo come lui il soccorso del Cielo per mezzo di Gesù Cristo, il Pane vivo dell’anima nostra di cui il pane di Elia era soltanto figura. (…)
Quale mirabile esempio sei tu, o Gesù, per coloro che si propongono di condurre qualcuno alla conversione! Tu ti appresti a fare una lunga e ardente preghiera prima di avviare i tuoi discepoli a lavorare alla propria salvezza. E’ noto che il cambiamento del cuore, il desiderio di salvezza e la conversione effettiva d’un peccatore è opera di Dio e non dell’uomo, al quale risulta impossibile illuminare con i suoi propri mezzi un’anima, così come gli è impossibile realizzare con i propri accorgimenti la luce del sole. Sarebbe quindi da eretico, o per lo meno da ignorante, il credere che noi, mediante parole convincenti e commoventi, possiamo produrre in un cuore la grazia o una santa ispirazione; si tratta di una cosa soprannaturale, superiore a tutte le forze umane, che solo l’onnipotenza di Dio può operare e solo il valore infinito del Sangue del Figlio suo ci può meritare. A te solo, dunque, o mio Dio, dobbiamo ricorrere se vogliamo adoperarci per la salvezza di qualche anima, compiendo dal canto nostro tutto quel che è possibile per meritarla, servendoci altresì della parola e dei buoni esempi, che sono come i canali ordinari per farla giungere al cuore di coloro a cui prodighiamo le nostre cure.
Gesù a Santa Faustina Kowalska
“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia
per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se
l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci
fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi
consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore
e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi
prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai
esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia
mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai
refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori.
Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per
punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della
misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte,
rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia
Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia
gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e
fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le
anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza.
Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie
piaghe!”
SALMO 5
Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Ascolta la voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t'invoco e sto in attesa. Tu non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora; gli stolti non sostengono il tuo sguardo. Tu detesti chi fa il male, fai perire i bugiardi. Il Signore detesta sanguinari e ingannatori. Ma io per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa; mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio. Signore, guidami con giustizia di fronte ai miei nemici; spianami davanti il tuo cammino. Non c'è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua è tutta adulazione. Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati. Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Tu li proteggi e in te si allieteranno quanti amano il tuo nome. Signore, tu benedici il giusto: come scudo lo copre la tua benevolenza.
UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
La difesa della NOSTRA fede cristiana
LA GUERRA CONTRO LA VITA
DI FRONTE AI PROGETTI CONTRO LA VITA E LA FAMIGLIA
E DI LEGALIZZAZIONE DELL’EUTANASIA
COMPRENDONO ORA I CATTOLICI ITALIANI IL LORO GRAVE PECCATO
NELL’AVERE DISOBBEDITO ALLA CHIESA
VOTANDO CANDIDATI CHE – PER POCHE MIGLIAIA DI VOTI -
HANNO POTUTO COSTITUIRE UN GOVERNO ANTI-CRISTIANO?
Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm
LA VITTORIA DELLE “SINISTRE” ALLE ELEZIONI ITALIANE
----- Original Message -----
From: franchina ester
Sent: Saturday, September 30, 2006 3:38 PM
Subject: Re: IL SASSO DI SANTO STEFANO
Stimatissimo Professore,
troppe persone e (personaggi!!!) della Chiesa nelle ultime elezioni hanno votato la Sinistra!
Eppure, non era necessario né intelligenza, né troppa luce per poter capire... Compresi dei Vescovi che consigliavano Prodi... Forse per l'immagine di famiglia?!... questo sarebbe purtroppo davvero grave, poiché se fosse così davvero, cioè che fosse stato per l’immagine di famiglia unita, rivelerebbe però, dietro, una ristrettezza di mente… molto e molto ristretta… con tanti esempi diversi davanti….
Ed ora?!...
Con stima.
FRANCHINA ESTER
Biella
LA RISPOSTA
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: franchina ester
Sent: Sunday, October 01, 2006 1:12 AM
Subject: Il giudizio morale sulle elezioni
Ancona, 1° ottobre 2006
Gent.ma Franchina,
La ringrazio del messaggio e della stima.
Nel periodo precedente alle elezioni la Chiesa aveva dato con chiarezza “il giudizio morale”, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Amato (portavoce del Papa), e il Card. Ruini, giudicando “immorale” (cioè, essere “un peccato grave”) votare candidati (anche cattolici) che appartenessero alla coalizione di sinistra, come avevo anche spiegato nel mio Giornale Informatico, indicato nel collegamento Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm
In realtà la Sinistra ha vinto le elezioni per poche migliaia di voti, proprio a causa di alcuni Vescovi e molti sacerdoti che hanno scritto e insegnato il contrario di quanto aveva insegnato la Chiesa. Più che di ristrettezza mentale, c'è da considerare che qui ci troviamo in una vera “mancanza di coscienza” in tanti ecclesiastici, che non sanno più discernere ciò che è peccato e ciò che non lo è, e non lo sanno più insegnare ai loro fedeli.
Ora?... Ora dobbiamo riparare, pregando e offrendo le nostre sofferenze per la conversione dei peccatori, anche ecclesiastici, secondo come ci aveva chiesto la Vergine Immacolata a Fatima.
Un cordiale saluto e l'augurio di una Santa Domenica.
Prof. GIORGIO NICOLINI
IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI
UNA VECCHIA LETTERA ALL’EX-SINDACO DI ANCONA Dott. RENATO GALEAZZI
CHE NON VOLLE FIRMARE UNA DICHIARAZIONE
IN CUI GLI SI CHIEDEVA DI DEFINIRSI “AMICO DEI BAMBINI”
LA SOTTOSCRIVERA’ IL NUOVO SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI?...
Ancona, 25 agosto 2000
Giorno del Messaggio della “Regina della Pace” da Mediugorie
Gentile Sig. Sindaco di ANCONA, Dott. RENATO GALEAZZI
Piazza XXIV Maggio, 1 – 60100 – ANCONA
e, per conoscenza: Dott. GIORGIO MARCHETTI
Nel colloquio avuto personalmente, con Lei, signor Sindaco, il giorno 11 ottobre 1999, in cui Le chiesi, seguendo l’esempio di quanto avevano già fatto altri Sindaci d’Italia, se poteva anche Lei aderire al manifesto “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI” (cfr. all. 1), apponendo la Sua firma per affermare di essere “AMICO DEI BAMBINI”, Lei mi rispose che prima doveva sentire il parere del Consiglio Comunale.
Preso appuntamento con Lei, per la risposta, il 29 novembre 1999, il Suo Segretario mi disse che proprio in quel giorno era stato impedito dal venire in Comune per le consuete udienze.
Preso un altro appuntamento per il 13 dicembre 1999, mentre ero da lungo tempo in sala di attesa per essere chiamato sono stato informato ad un certo punto che Lei era dovuto urgentemente partire per Milano.
Chiesto un’ulteriore appuntamento per il 10 gennaio 2000 finalmente ho potuto di nuovo conferire con Lei e chiederLe se il Consiglio Comunale Le aveva dato parere favorevole per firmare la Dichiarazione di “SINDACO AMICO DEI BAMBINI”. Lei mi rispose che non aveva ancora trattato la cosa con il Consiglio Comunale e che, per avviare la pratica, dovevo rivolgermi al Dott. GIORGIO MARCHETTI, che avrebbe seguito tutta quella questione (e le altre che Le avevo presentato).
Il Dott. GIORGIO MARCHETTI, da me interpellato subito dopo l’incontro avuto con Lei, e ancora sollecitato in seguito, a tutt’oggi, dopo 8 (otto) mesi, non mi ha ancora fatto pervenire alcuna risposta.
Mi rivolgo allora di nuovo a Lei, Signor Sindaco di ANCONA, Dott. RENATO GALEAZZI e, per l’ultima volta, Le chiedo formalmente di farmi conoscere, entro 40 (quaranta) giorni, se intende o no, con o senza il parere del Consiglio Comunale, sottoscrivere la dichiarazione allegata “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, dichiarando apertamente se Lei è o no “AMICO DEI BAMBINI”, e se è o no “AMICO anche dei BAMBINI NON NATI”.
Trascorsi i suddetti 40 (quaranta) giorni, se persisterà ancora il Suo silenzio e non mi darà una risposta formale (firmata) in cui dichiarerà di essere un Sindaco “AMICO DEI BAMBINI, anche di quelli NON NATI”, ne dedurrò che Lei “personalmente” (consenziente o no il Consiglio Comunale:… ma siamo adulti!...) non ritiene di potersi dichiarare “AMICO DEI BAMBINI, almeno di QUELLI NON NATI”. Riterrò, cioè, che Lei non condivide il giudizio “medico-scientifico” che già sin dal suo concepimento “IL BAMBINO” possa essere chiamato tale, perché Lei non ritiene che dal momento del concepimento sia stato inscritto nella prima cellula fecondata (DNA) tutto il “programma di vita” di quel bambino appena concepito, che lo rende “umano” sin da quel1’istante, e quindi “membro della famiglia umana” a tutti gli effetti.
Pertanto dovrò ritenere, persistendo un Suo ulteriore silenzio, che esso (silenzio) corrisponderà all’“assenso” a sottoscrivere da parte Sua uno dei due seguenti asserti:
* IO, SINDACO DI ANCONA, DOTT. RENATO GALEAZZI, MI DICHIARO AMICO DEI BAMBINI, ECCETTO DI QUELLI NON ANCORA NATI, NON RITENENDO CHE UN BAMBINO APPENA CONCEPITO POSSA ESSERE RITENUTO GIA’ UN ESSERE UMANO. PERTANTO CHI UCCIDE I BAMBINI APPENA CONCEPITI O PRIMA DELLA LORO NASCITA, CON L ‘ABORTO O CON LA MANIPOLAZIONE GENETICA, NON COMMETTE UN OMICIDIO.
Oppure:
* IO, SINDACO DI ANCONA, DOTT. RENATO GALEAZZI, NON FIRMO LA DICHIARAZIONE “IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, PERCHE’ NON CONDIVIDO LA VALUTAZIONE SCIENTIFICA CHE IL BAMBINO CHE E’ ANCORA ALLO STADIO EMBRIONALE POSSA ESSERE DAVVERO UN BAMBINO DELLA RAZZA UMANA, E CHE PERCIO’, SE SOPPRESSO CON L’ABORTO O CON LA MANIPOLAZIONE GENETICA, COSTITUIREBBE UN OMICIDIO. PERCIO’ IO, DOTT. RENATO GALEAZZI, SINDACO DI ANCONA, RITENGO CHE L‘ESSERE UMANO NON E’ ANCORA “UMANO” DALL‘ISTANTE DEL CONCEPIMENTO E QUINDI CHI LO UCCIDE PRIMA DELLA SUA NASCITA NON COMMETTE UN OMICIDIO”.
La pregherei, sig. SINDACO, Dott. RENATO GALEAZZI, di farmi sapere (per scritto), entro 40 (quaranta) giorni, quali delle tre dichiarazioni sopra indicate intende sottoscrivere (consenziente o dissenziente il Consiglio Comunale).
Dopo i quaranta giorni, cioè entro il 4 ottobre 2000 (San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia...), qualora non mi fosse pervenuta nessuna comunicazione (scritta) da parte Sua, riterrò che Lei abbia “come” “firmato”, con il Suo “silenzio-assenso”, non la dichiarazione sul “DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI”, ma uno dei due ultimi asserti sopra indicati.
Dal 5 ottobre 2000, darò immediata comunicazione della Sua “scelta” alla stampa, lo immetterò nel circuito Mondiale di Internet nei siti appositi, e invierò il tutto all’ex-Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, all’attuale Presidente Carlo Azeglio Ciampi (ai quali ho già fatto pervenire due voluminosi dossier), e infine a Sua Santità Giovanni Paolo Il, con il quale ho avuto la fortuna di “fare amicizia” a Loreto, il 2 novembre 1977, quando era ancora il Card. Wojtyla., servendogli la Messa nel Cimitero Polacco (cfr. all. 2), ove riposano i suoi connazionali caduti nell’Ultima Guerra Mondiale per “liberare” la nostra Patria e la nostra città.
A proposito di “liberazione”, in ultimo vorrei anche chiederLe e sapere da Lei perché non ha ancora preso alcun provvedimento riguardo alla pornografia spaventosa e depravata che dilaga nella città, e distrugge coscienze e vite, soprattutto quelle dei “BAMBINI”, degli “ADOLESCENTI” e dei “GIOVANI”... Non legge le cronache di ogni giorno?..., non conosce i suicidi del Passetto?... (a proposito, chi deve provvedere a mettere una recinzione più alta “anti-suicidio”?)…
Quando venni in Comune a parlare con Lei una prima volta, il 15 ottobre 1998, chiesi al Suo Segretario di poter essere ricevuto da Lei con urgenza. Cosa che Lei mi concesse. Allora Le mostrai la denuncia che avevo presentato presso la Stazione Carabinieri di “Brecce Bianche” (cfr. all. 3) e una lunga e dettagliata denuncia “globale” direttamente spedita all’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (cfr. all. 4).
In quella circostanza Le chiesi di intervenire per fare far rispettare, almeno nel territorio del nostro Comune, quanto lo stesso Comune di Ancona prescriveva (e suppongo prescriva ancora) nel concedere (come fu prescritto anche a me) la LICENZA PER ESERCIZIO DI ARTE TIPOGRAFICA (cfr. all. 5).
In tale LICENZA è, tra l’altro, prescritto: “NON ESPORRE ALLA PUBBLICA VISTA, NE’ OFFRIRE IN VENDITA O DETENERE PER VENDERE, NE’ DISTRIBUIRE, NE’ FABBRICARE, IMPORTARE DALL ‘ESTERO, SCRITTI, STAMPATI, INCISIONI, FIGURE, DISEGNI, ISCRIZIONI, LESIVI DELLA DIGNITA’ O DEL PRESTIGIO DELLO STATO O DELLE AUTORITA’ OVVERO OFFENSIVI DELLA MORALE, DEL BUON COSTUME, DELLA PUBBLICA DECENZA (cfr. all. 5). Perché queste ingiunzioni non sono fatte rispettare?
In proposito, ci sarebbe un edicolante che vorrebbe chiudere l’edicola per trovare un altro lavoro, ma non sa come fare per sopravvivere. Gli ho assicurato che, se vuole, lo aiuterò a trovare un altro lavoro, se ci riuscirò. Lei, signor Sindaco di Ancona, Dott. RENATO GALEAZZI, avrebbe modo di interessarsi a questo caso e a far trovare un altro lavoro a quell’edicolante, sommerso da una ormai intollerabile e repellente mole di “stampa-letamaio”, che è costretto ad esporre e a vendere?... Lo può aiutare, signor Sindaco, Dott. RENATO GALEAZZI, a trovare un altro lavoro “onesto”?...
Attendo risposta “a tutto” quanto sopra scritto, entro 40 (quaranta) giorni, cioè fino al 4 ottobre 2000. Poi rinnoverò per l’ultima volta tutte le mie denunce - già a suo tempo presentate - alle AUTORITA’ COMPETENTI, ma ancora “INADEMPIENTI”... e dopo... che San Francesco (Patrono d’Italia)... vi salvi!... (cfr. all. 6).
Sabato prossimo, 2 settembre 2000, dalle ore 09.00 alle ore 10.00, un piccolo gruppo di aderenti al MOVIMENTO “CON CRISTO PER LA VITA”, di cui sono il responsabile locale, si raccoglierà davanti al Nostro “OSPEDALE DEI BAMBINI” “G. SALESI” per una “PREGHIERA PUBBLICA IN RIPARAZIONE DEI PECCATI CONTRO LA VITA” (cfr. all. 7).
Le saremo molto grati se Lei, signor Sindaco di Ancona, Dott. RENATO GALEAZZI, potrà onorarci di una Sua cordiale visita, anche solo “di passaggio”. Così, forse, pure Lei potrebbe avere l’opportunità di aiutare e convincere una mamma, “di passaggio” davanti all’Ospedale, a non andare a far uccidere il suo bambino proprio in quel giorno e a contribuire a dare alla città di Ancona un abitante in più, che potrebbe in futuro diventare persino un grande benefattore della nostra amata città.
La presente lettera con allegati, oltre che al Dott. GIORGIO MARCHETTI, a mia insindacabile discrezione - cioè, secondo come mi detta “la mia coscienza” - sarà consegnata, per conoscenza, anche a Sua Ecc.za Rev.ma Mons. FRANCO FESTORAZZI, Arcivescovo di “Ancona-Osimo”, essendo egli - volenti o nolenti - anche “il Pastore” di “Lei, Dott. Galeazzi”, essendo anche “Lei, Dott. Galeazzi”, “battezzato” con il rito cattolico e appartenente alla “Diocesi di Ancona-Osimo”. A Mons. Arcivescovo, perciò, Lei si può sempre rivolgere per consiglio ed aiuto. Qualora, tuttavia, Lei abbia ragioni valide per opporsi a questa mia intenzione, dovrà darmene comunicazione telefonica o scritta o via “e-mail” entro 3 (tre) giorni (cioè, entro le ore 12.00 del 28 agosto 2000), trascorsi i quali interpreterò il Suo silenzio, come tacito “assenso”.
Cordialmente.
Prof. GIORGIO NICOLINI
IL NUOVO SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI SOTTOSCRIVERA’ LA DICHIARAZIONE
- GIA’ CONSEGNATAGLI –
DI ESSERE “AMICO DEI BAMBINI”?...
L’INTERVISTA del Card. BIFFI, Arcivescovo Emerito di Bologna,
rilasciata il 10 maggio 1997:
“Una casa non si può costruire dicendo che deve essere tutta aperta. Ci vogliono le mura, poi si fa l’apertura. Un’Europa così non ha prospettiva. O si sveglia l’anima cristiana o l’Europa sarà musulmana. Perché i musulmani da noi vengono con una intransigenza di principio e hanno di fronte soltanto il “vietato vietare”.
NON AVERE PAURA?...
----- Original Message -----
From: info@santacaterina10.it
Sent: Thursday, October 13, 2005 12:18 PM
Subject: LA DIFFICILE INTEGRAZIONE TRA CRISTIANI E MUSULMANI
Carissimo Sig. Nicolini,
apprezzo molto i messaggi di posta che mi inviate, leggo con grande partecipazione i messaggi di fede riportati e condivido l’intento principale della vostra “mailing list”: “diffondere i messaggi di fede!”. Nell’ultimo messaggio ricevuto, era riportato in fondo un Suo commento circa le problematiche di integrazione con l’Islam. Abbia pazienza, ma sono in disaccordo con il Suo parere: a mio avviso rinnega i messaggi di fede che precedevano questo Suo commento.
Non voglio assolutamente giudicare nessuno, non ne sono degno; solo vorrei parlarLe e raccontarLe il mio punto di vista personale. Dobbiamo provare a vivere il messaggio di Maria che io ho interpretato così: “pregare, offrire a Dio quanto abbiamo di buono, perseverare nella fede, gioire per i doni di Dio”.
Ho imparato che la paura è la porta che consente al demonio di entrare nella nostra anima; dobbiamo vivere sempre con coraggio: non basta allontanare un problema, portarlo lontano dai nostri occhi. Io, in quanto uomo e figlio della luce, voglio vivere come un “guerriero della luce” (uso e riporto le parole di Paulo Coelho): “Quando apprende a maneggiare la spada, il guerriero della luce scopre che il suo equipaggiamento deve essere completo: e questo include una armatura. Così parte alla ricerca dell'armatura, e ascolta le proposte di vari venditori. "Usa la corazza della solitudine", dice uno. "Utilizza lo scudo del cinismo", incalza un altro. "La migliore armatura è quella di non farsi coinvolgere da niente", afferma un terzo. Il guerriero, però, non vi presta ascolto. Con serenità, si reca nel suo luogo sacro e veste il mantello indistruttibile della fede. La fede para tutti i colpi. La fede trasforma il veleno in acqua cristallina”.
Non ho paura di incontrare gli islamici. Dovrei forse temere di morire per Cristo? Sarebbe motivo di gioia immensa e forse il merito della vita eterna!
Le auguro tanto bene e La ringrazio.
(Messaggio Firmato)
(con autorizzazione alla pubblicazione)
LA DIFESA DELLA NOSTRA FEDE CRISTIANA
Carissimo V.,
forse nel mio scritto pervenutoLe la scorsa settimana non ha compreso bene il senso delle mie espressioni finali. Il testo è sempre leggibile – e perciò sempre meglio comprensibile - collegandosi all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera13ottobre2005.htm ; e comunque lo riporto nella parte sottostante.
Tutto ciò che Lei mi scrive era stato da me già esposto e condiviso, e riportavo – al riguardo - l’esempio di San Francesco, che – senza paura - aveva rischiato la sua vita per portare il Vangelo ai musulmani, così come tutti noi dovremmo fare per essere veri discepoli di Gesù. Quindi anche noi, come San Francesco, non dobbiamo avere paura di incontrare gli islamici e dei rischi che ne derivano, anche per la nostra stessa vita. E’ evidente, infatti, che – collocato in una condizione di necessità (ricercata o meno) – io non devo ritrarmi dal testimoniare la mia Fede, così come insegna Gesù: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt.10,32-33).
Il mio discorso, però, era molto più vasto, perché faceva riferimento alla “doverosa” difesa della nostra Civiltà Cristiana Europea, come più sotto esporrò meglio.
Intanto bisogna capire bene quanto Gesù ha insegnato circa “i modi” con cui annunciare il Vangelo e come “preservarsi” dai pericoli, per non presumere delle nostre forze e non incorrere nel rischio della “temerarietà” e anche per assolvere al dovere di difendere i nostri fratelli cristiani che sono più deboli di noi. Quanti cristiani durante il tempo delle persecuzioni romane ebbero la temerarietà di presentarsi volontariamente davanti ai persecutori per subire il martirio e poi, sotto le torture, apostatarono!... Gesù - al di fuori di casi particolari ispirati dallo Spirito Santo (come quello di San Francesco) - non ci ha insegnato questo comportamento. Egli infatti comanda la precisa individuazione di coloro a cui annunciare e trasmettere la sua Divina Parola, preavvisando sui pericoli che si incontrano in questa missione e come, nei casi di persecuzione, bisogna – se necessario – anche “fuggire” da una città all’altra. Così fece anche lo stesso San Francesco, dopo aver visto inutili i suoi tentativi di convertire il Sultano e i musulmani: Dio stesso – per via soprannaturale - “lo ammonì” ad allontanarsi dal Sultano e dai musulmani e a tornare nei Paesi Cristiani. Il Vangelo, in proposito, insegna: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani… Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra” (Mt.10,16-18.23).
Insegnava anche Gesù agli Apostoli: “In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città” (Mt.10,11-15).
Questi brani del Vangelo sono solo alcune delle parole di Gesù che indicano come vivere e professare la nostra Fede in Lui davanti agli uomini e come bisogna comportarsi con quanti “accettano” oppure, al contrario, “rifiutano” coscientemente e deliberatamente la Fede Cristiana.
Nel caso storico che stiamo vivendo in Europa noi ci troviamo in una condizione nella quale l’islamismo, in generale, così come nei secoli passati, non solo “non è aperto” alla verità del Vangelo e alla Fede Cristiana, ma, al contrario, cerca di combatterla e di farla scomparire dalla nostra Civiltà Europea.
Consideri, al riguardo, come tutte le regioni dell’Asia Minore e dell’Africa Settentrionale erano alle origini le più fiorenti comunità cristiane: oggi esse sono del tutto scomparse dopo le invasioni musulmane, che hanno “forzatamente” – con la violenza - fatto “apostatare” quelle comunità cristiane dalla vera fede.
Tale intento si ripete ancora oggi, con l’islamismo che penetra all’interno delle nostre ormai “ex” Civiltà Cristiane dell’Europa, per sradicarle e distruggerle. Non Le dice niente la battaglia contro i Crocifissi, per toglierli dalle scuole, dagli ospedali, dai tribunali, ecc., e persino la battaglia contro i presepi (!) nelle scuole, e contro tutti i simboli religiosi cristiani in Italia e in Europa?... o non insegna nulla il terrorismo islamico?...
E’ un nostro dovere di veri cattolici conoscere la realtà, analizzarla con oggettività e prendere coraggiosamente posizione davanti ad essa. Questa realtà ci mostra che, per via delle sue convinzioni filosofiche e religiose, l’Islam radicale ha un’ansia di dominio e una determinazione distruttiva ai danni del mondo cristiano. Mentre le Nazioni Occidentali accolgono immense masse musulmane, le concedono di costruire moschee, rispettano le loro usanze, nel mondo islamico accade sempre più il contrario.
Questa funesta realtà, ben diversa dai sorridenti quadri dipinti dai seguaci della “coesistenza pacifica”, è stata espressa con esattezza da un profondo conoscitore del problema, Mons. Giuseppe Germano Bernardini, vescovo di Izmir, nella Turchia, che avvertì nel II Sinodo europeo: “Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamico-cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche v’invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci, perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei Paesi poveri del Nord-Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista? (…) Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.
E di “apostasia silenziosa” dei cristiani più volte ha parlato il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II. Dopo il Concilio Vaticano II il mondo cattolico, infatti, ha subìto gli effetti di una crisi interna; una crisi che Paolo VI qualificò come processo di “autodemolizione” della Chiesa e di penetrazione del “fumo di Satana nel tempio di Dio”; una crisi che Giovanni Paolo II continuò a riconoscere con parole come queste: “Bisogna ammettere realisticamente, e con profonda e sofferta sensibilità, che i cristiani di oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnate; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia. Immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva” (discorso del 6 febbraio 1981 ai religiosi e sacerdoti partecipanti al I Congresso Nazionale Italiano sul tema Le missioni al popolo per gli anni Ottanta; cfr. “L’Osservatore Romano”, 7-2-1981).
E lo stesso Benedetto XVI, nella ormai famosa Via Crucis dell’ultimo Venerdì Santo del presente anno, quando era ancora il Card. Ratzinger, descrisse con accetti drammatici la condizione attuale della Chiesa: “Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa?... Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!... Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi”.
In una situazione storica di questo genere si vede come bisogna “difendere” se stessi e gli altri cristiani da due pericoli: quelli “interni” e quelli “esterni” alla Chiesa, perché, come diceva San Paolo: “… da ogni parte siamo tribolati: battaglie all'esterno, timori al di dentro” (2^Cor.7,5).
Oggi i cristiani fedeli si trovano proprio in questa situazione drammatica: di “battaglie” “all’esterno” della Chiesa e di “timori” “al di dentro” della Chiesa. Cosa fare, perciò, in una situazione storica simile? Bisogna conservare la propria fede con tutte le forze, e non permettere che a noi o ad altri nostri fratelli essa venga distrutta: e ciò per pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima, così come insegna Gesù: “Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?” (Mt.16,26). “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc.9,25-26).
Ed anche San Pietro esortava: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime” (1^Pt.1,6-9).
Perciò, per quanto sta in noi, non ci si deve mettere “nell’occasione del martirio”, però bisogna essere pronti ad affrontarlo se esso si presenterà contro la nostra volontà.
Ripeto perciò quanto scrissi la volta scorsa: “I musulmani “poveri”, se si ha vera volontà di aiutarli, li si può aiutare con provvedimenti adeguati, attuati nei loro luoghi di origine (sostentamento, scolarizzazione, occasioni di lavoro, industrializzazione), senza costringerli a dover venire nei nostri Paesi. Con giusta oculatezza il Card. Biffi dichiarava che si doveva dare una preferenza - nella immigrazione - ai cittadini dei Paesi Cattolici (dell’Est Europa e dell’America Latina, anche più bisognosi degli stessi musulmani), perché si sarebbero più facilmente integrati con la nostra cultura cristiana e con le nostre legislazioni. I musulmani, invece, possono essere aiutati direttamente nelle loro terre, senza costringerli ad una immigrazione nelle nostre terre, perché “non possono” integrarsi con noi cristiani, in quanto hanno una religione, una cultura e una legislazione profondamente diverse da quella cristiana”.
Quindi, la carità la si deve fare sempre verso tutti, indipendentemente dalla Fede professata: ma “i modi” bisogni valutarli in rapporto al bene supremo della Fede e della Salvezza delle anime nostre e di quelle degli altri, così come ci insegna Gesù. E noi cristiani abbiamo il diritto e il dovere di “difendere” le nostre Nazioni da una “invasione musulmana” che potrà distruggere la Fede Cristiana, non solo per noi e i nostri fratelli nella fede, ma anche per tutti i nostri discendenti, ai quali non sarà più trasmessa: e noi abbiamo “un dovere di carità” anche verso chi verrà dopo di noi.
Proprio nel quotidiano “AVVENIRE” di oggi viene ancora una volta evidenziata l’islamizzazione che viene attuata nei Balcani. La città di Sarajevo prima del conflitto balcanico era per metà musulmana, un quinto cattolica e per il resto ortodossa ed ebrea. Oggi – dopo dieci anni dagli accordi di Dayton che posero fine alla guerra balcanica – l’85% della popolazione è musulmana e il processo di “islamizzazione” continua a proseguire velocemente, emarginando ed allontanando sempre più “il piccolo resto” dei cattolici, come denunciato la scorsa settimana anche dal Card. Pulijc, nel Sinodo dei Vescovi in corso a Roma, quando disse che i cattolici in Bosnia sono senza diritti, faticano a professare la loro fede e progressivamente vengono emarginati (cfr. AVVENIRE, 20 ottobre 2005, pag.3). Questa è “la realtà storica” che stiamo vivendo e che si sta estendendo in modo assai preoccupante verso tutti i Paesi Europei, compresa la nostra Italia, con l’equivoco ed acquiescente “appoggio” di tanti sedicenti “cristiani”.
Da parte mia, ammiro e spero di poter sempre imitare la sua “fortezza”:
“Non ho paura di incontrare gli islamici. Dovrei forse temere di morire per Cristo? Sarebbe motivo di gioia immensa e forse il merito della vita eterna!”…
Però mi permetto di dirLe anche, con umiltà: io non presumo mai di me stesso e delle mie forze. Un giorno un alunno mi chiese: “Lei sarebbe disposto a dare la vita per Cristo?”. Gli risposi con umile semplicità: “Se dicessi che ne sarei capace potrei apparire un presuntuoso, ma se aggiungo “CON L’AIUTO DI DIO spero di esserne capace”, allora potrò avere senz’altro la forza di essere capace anch’io di dare la vita per Cristo”.
E a tale scopo sono d’accordo anch’io che è necessario indossare l’armatura di Dio, quella “intera”, quella insegnataci dalla Parola di Dio: “Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere” (Ef.6,10-20).
In questo “spirito” combattiamo la nostra “battaglia” della Fede, per “custodirla” e “difenderla”, ed anche per “testimoniarla”, sì, “senza paura”, al fine di farla conoscere e sperare di farla accettare anche da chi la combatte: e così sperare di pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima e anche di quella di altri, unico motivo per il quale Gesù si è incarnato ed è morto sulla Croce. Ricordiamo sempre, in proposito, quanto insegnava Gesù stesso a Santa Faustina Kowalska, su come essere “missionari”, anche senza predicare: “Con la preghiera e la sofferenza salverai più anime di un missionario che si dedichi ad istruire e a predicare”.
Se salviamo la nostra anima abbiamo salvato tutto. Se perdiamo la nostra anima abbiamo perso tutto. Le auguro anch’io tanto bene e La ringrazio. Con amicizia.
Prof. GIORGIO NICOLINI
LE APOSTASIE DELLE EDIZIONI PAOLINE
(“IL GIORNALINO”e “FAMIGLIA CRISTIANA”
LETTERA DI PROTESTA INVIATA AL DIRETTORE DE “IL GIORNALINO”
PER UN DIARIO PAGANO EDITO DALL’EDITRICE SAN PAOLO
(con raccomandazione di pubblicazione su questa Lettera Informativa LA VOCE)
Gentile Direttore,
sono una mamma di cinque bambini piccoli. Sono una cattolica praticante (almeno mi sforzo di esserlo) e con mio marito siamo impegnati nel difficile compito di educare cristianamente i nostri bambini.
Per il prossimo anno scolastico ho acquistato due copie del “Diario G 2007” da regalare ai due bambini in età scolare, con la convinzione di trovarci tanta sana cultura, curiosità intelligenti e stimolanti, un pò di religione... D’altronde la rivista che Lei dirige è cattolica: addirittura si fregia del nome di San Paolo Apostolo. Dunque io ero sicurissima della bontà di ciò che acquistavo. Altrimenti, se non ci tenevo ai princìpi cattolici, avrei acquistato altri prodotti di Case Editrici laiche e commerciali.
Stamattina ho ricevuto i Diari. Li ho distrattamente sfogliati. Poi li ho sfogliati attentamente. Ecco cosa ho trovato nel “Diario G 2007”, edito dalla “Periodici San Paolo”:
1) Già dalle prime pagine è tutto un pullulare di maghi, streghe, fate, sortilegi e informazioni varie e non per nulla edificanti. Alcuni argomenti del Diario: “streghe si diventa”, “streghe buone e cattive”, “i poteri delle streghe”, “come proteggersi dai sortilegi”, “un pò di stregoneria”, “in 13 per una congrega”, il sabba, quattro volte all'anno da mezzanotte all'alba, maghi e stregoni, e fate e streghe della TV.
2) Nelle pagine relative al periodo del Santo Natale, in questo diario edito da cattolici, non si fa il minimo riferimento alla nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo!!! Il nostro "Gesù Bambino" non è stato menzionato, neanche per sbaglio! Ampio e dettagliato spazio si dà invece alla figura di Babbo Natale, Mamma Natale, ai films sulla vita di Babbo Natale, ecc.
3) Pagina del 1° aprile, Domenica delle Palme. Mi sarei aspettata… beh, cosa dovevo aspettarmi da un Diario edito da una Casa Editrice cattolica? Non certamente mi aspettavo una minuziosa presentazione dei ... Sette libri di Harry Potter, il maghetto più famoso del mondo!!!... Mi sono cadute le braccia, mi sono data un pizzicotto perchè convinta di vivere un incubo. Ma purtroppo era la realtà: non avevo sbagliato indirizzo. I Diari non li avevo ricevuti dal famoso Mago Otelma o chi per lui, ma... dalle Edizioni San Paolo!!!... Tutto il mese di Aprile è abbondantemente dedicato ai personaggi di Harry Potter. La Pasqua nel Diario è questa. Ricerca di Pasqua: dove trovare streghe, fate e gnomi. Abbiamo cercato - si legge nel Diario - alcuni luoghi suggestivi e affascinanti presenti in Italia, dove vivere una atmosfera magica e dove poter fare una bella gita con tutta la famiglia!!! (mica nei Santuari....). Dunque, ci sono indicazioni per chi vuol conoscere alcuni luoghi dove le Streghe (scritto con la esse maiuscola) tengono i loro sabba... Della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo non c'è il minimo accenno. Della Sua gloriosa morte in croce... tanto meno.
Io mi trovo, perciò, costretta a rispedire i due Diari per vari motivi:
1) Questo “Diario G 2007” non è conforme alla morale della Chiesa, in quanto presenta in maniera simpatica e accattivante maghi, streghe, personaggi sabbatici che sono in abominio a Dio. Sono note a tutti le conseguenze che subiscono coloro che si rivolgono a maghi e fattucchiere. Questo Diario invece sembra un Apostolato del “Famoso Mago XXX” per l'iniziazione esoterica e stregonesca dei bambini.
2) Questo Diario, per come è stato impostato, avrà l'effetto di “scristianizzare il cuore dei bambini, di togliere l'amore per Gesù dai loro cuori”. Altro non vedo dall'esame attento e scrupoloso dello stesso.
3) Se il Diario fosse edito da una qualunque Casa Editrice e che si propone il fine del lucro, non vi avrei trovato nulla di strano, anche se sempre inaccettabile dal punto di vista morale e pedagogico. Ma che sia una Casa Editrice cattolica ha stampare e diffondere un simile Diario “pagano”, non lo posso assolutamente accettare: io non posso accettare insegnamenti, personaggi, films contro la morale cattolica!
Lo stesso Papa Benedetto XVI, quando era il “Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede”, definì i libri di Harry Potter “pericolosi per la fede”, e contro la morale cattolica. E’ perciò del tutto inaccettabile ed è assai scandaloso che la Casa Editrice cattolica San Paolo possa avere edito un Diario simile, del tutto diseducativo e paganizzante. I Superiori Ecclesiastici dovrebbero intervenire per impedire la diffusione di un simile Diario pagano.
Sperando, per il prossimo anno, di vedere edito davvero un bel Diario, degno del bellissimo nome che portate e dei valori religiosi, morali, educativi, civili dei quali vi fate portatori, porgo i miei (indignati) saluti.
Giusi
(messaggio firmato)
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)
LETTERA DI PROTESTA INVIATA AL DIRETTORE
DEL SETTIMANALE CATTOLICO “FAMIGLIA CRISTIANA”
PER L’ESPOSIZIONE IN UN LIBRO DI FALSITA’ SULLA “QUESTIONE LAURETANA”
NON CONFORMI AI PRONUNCIAMENTI E ALL’INSEGNAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA
----- Original Message -----
From: <geomax1290@libero.it>
To: "direzione" <direzione@stpauls.it>; "famigliacristiana" <famigliacristiana@stpauls.it>; "renata.maderna" <renata.maderna@stpauls.it>
Sent: Saturday, June 03, 2006 3:43 PM
Subject: La veridicità storica della Miracolosa traslazione della Santa Casa di Loreto
Egregio Direttore,
acquisto regolarmente Famiglia Cristiana da anni, ed ho accolto con piacere la nuova iniziativa editoriale intitolata "Arte e Fede nei luoghi dello Spirito", ed ovviamente ho riservato particolare attenzione all'edizione di questa settimana che parla degli "scrigni d'arte ove la spiritualità acquista spessore" siti nella mia regione, le Marche.
Spiace dover rilevare, a pag.116, ove si fa riferimento al Santuario della Santa Casa di Loreto, che viene affermata come ipotesi suffragata il trasporto per nave, al tempo delle crociate, della piccola abitazione dove la Vergine Maria ricevette l'annuncio dell'Incarnazione.
A questo riguardo devo far presente che risultano all'editore ignote tutte le innumerevoli ed esaustive "prove" storiche, archeologiche e scientifiche, che hanno sempre confermato "la verità" della "tradizione lauretana", come attestato, ad esempio, dallo storico e archeologo Padre Floriano Grimaldi, studioso della Santa Casa, il quale in una intervista del 1979 disse fra l'altro: "Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. (.) Sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della Casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi".
Infatti, in aggiunta alle "prove scientifiche" inconfutabili, abbiamo persino l'avallo di rivelazioni private di tanti Santi e Sante e anche di un numero incalcolabile di miracoli divini. Ma soprattutto abbiamo l'approvazione solenne della Santa Chiesa Cattolica, che sull'autenticità della Santa Casa e sulla verità storica delle "Miracolose" traslazioni si è pronunciata innumerevoli volte, soprattutto con i pronunciamenti solenni dei Romani Pontefici, i quali hanno così su ciò impegnato tutta la loro Autorità Apostolica. Certamente, come Lei ha scritto al Prof. Dal Pozzo, non siamo di fronte a "dogmi di fede", e tuttavia non bisogna dimenticare che tali innumerevoli e secolari pronunciamenti dei Sommi Pontefici - sullo specifico caso della Santa Casa di Loreto - costituiscono "approvazione ufficiale della Chiesa" di "un evento miracoloso" quale "mai" in tutta la Storia della Chiesa è stato fatto per nessun altro "miracolo".
Inoltre, riguardo al riconoscimento della "verità storica" dell'evento miracoloso della traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è l'unico caso nella Storia della Chiesa di una approvazione ecclesiastica, da parte dei Sommi Pontefici, dichiarata e ripetuta "continuativamente", "solennemente", "inequivocabilmente", in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi, per sette secoli. Anche per tale motivo, perciò, nessun altro miracolo approvato dalla Chiesa (e quindi "autentico", se approvato!) è paragonabile all'approvazione che è stata fatta riguardo al "miracolo" della "traslazione della Santa Casa di Nazareth", riconosciuta sempre operata "per il ministero angelico": e quindi vero!...
Tali pronunciamenti pontifici impegnano certamente solo "la fede umana" e non quella "teologale", ma obbligano ugualmente ad una "riverente obbedienza", costituendo essi parte del "magistero ordinario" e anche del "magistero solenne" dei Sommi Pontefici, anche se non sono espressi "ex-cathedra". Per tali motivi – come approfonditamente esposto in studi del Prof. Giorgio Nicolini, prelevabili anche nel Sito Internet www.lavocecattolica.it/santacasa.htm - non si può ritenere legittimo, per un "vero" cattolico, discostarsi da tali pronunciamenti sino al punto di persino negarli, giudicando così che "tutti" i Sommi Pontefici abbiano sbagliato nell'autenticare un fatto soprannaturale di così universale rilevanza.
Parlando poi degli studi storici, archeologici e scientifici fatti a tale riguardo, non è fuor di luogo ricordare come l'analisi chimica della malta, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth, con una omogeneità della tessitura muraria, che esclude ogni possibilità di "smontaggio" e "rimontaggio" delle pietre delle Pareti della Santa Casa. Infatti la malta che tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell'epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia. Quindi, la Santa Casa non fu mai "scomposta" in blocchi o in pietre, ma è giunta a Loreto - dopo altre precedenti "traslazioni miracolose" - con le pietre già "murate" con la stessa malta usata oltre 2000 anni fa a Nazareth, e così come ancor oggi si presenta.
La collocazione finale, poi, su una pubblica strada a Loreto, dove ancor oggi si trova, è del pari umanamente impossibile, come hanno attestato tutti gli archeologi ed architetti che nei secoli hanno esaminato il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui "si è posata".
L'architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò di aver constatato che "la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l'estremità di un'antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo". Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava ammettere che la Santa Casa non poteva essere stata fabbricata, come è, nel posto ove si trova ("Annali Santa Casa", anno 1925, n.1). Un singolare dato da rilevare, in proposito, a dimostrazione che le tre Sante Pareti "si posarono" sulla strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell'impatto e che vi è rimasto imprigionato.
Un altro insigne architetto, poi, Federico Mannucci (1848-1935), incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l'incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce perentoriamente, nella sua "Relazione" del 1923, che "è assurdo solo pensare" che il sacello possa essere stato trasportato "con mezzi meccanici" (F. Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1923, 9-11), e rivelò che "è sorprendente e straordinario il fatto che l'edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri" (Federico Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1932, 290).
Quindi, se l'intera Santa Casa di Nazareth non possono averla trasportata gli uomini, non può essere stata trasportata altrimenti che miracolosamente, per opera della Onnipotenza Divina, mediante "il ministero angelico", come testimoniato e tramandato dalla "tradizione", approvata da tutti i Sommi Pontefici, e ora appunto anche da Benedetto XVI. Infatti anche l'attuale Sommo Pontefice si è collocato sulla medesima linea delle reiterate constatazioni scientifiche, mediante la inequivoca preghiera che ha fatto pervenire nel dicembre scorso a Mons. Gianni Danzi, Arcivescovo di Loreto.
Le chiedo quindi di pubblicare questa precisazione, tendente ad affermare in maniera inequivocabile la veridicità storica della Miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, e quindi correggendo quanto affermato nella pubblicazione allegata alla Vostra rivista, di modo che non vengano "ingannati" i pellegrini che a milioni visitano la Casa di Maria.
La ringrazio per l'attenzione ed invio distinti saluti.
Massimo Rettaroli
Chiaravalle AN
LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 settembre 2006
di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
Cari figli, anche oggi sono con voi e vi invito tutti alla conversione totale. Decidetevi per Dio, figlioli, e troverete in Dio la pace che cerca il vostro cuore. Imitate la vita dei santi; che vi siano d’esempio, ed io vi stimolerò fino a quando l’Altissimo mi permette di essere con voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Come conservare la purezza?
Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.
La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...
La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.
È libero colui che è capace di resistere, di lottare.
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm
www.lavocecattolica.it/lettera5ottobre2006.htm
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
visitatori
dal 5 ottobre 2006
venerdì, 06 ottobre 2006 00.49
Prof.
Giorgio Nicolini - Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Facsimile 071.83552 o 178.4413104 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it
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LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE
Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.
LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO
Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.
Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare. Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.
Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.
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