*
Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
(Is.40,28)
IN PREPARAZIONE DELLA SOLENNITA’ DEL 25 MARZO DELL’ANNUNCIAZIONE A MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH “MIRACOLOSAMENTE” TRASPORTATA A LORETO
MARIA: LA DONNA PERFETTA
Che cosa si sta “perpetrando” a Nazareth e a Loreto sulla Santa Casa di Maria?...
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e
dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Ancona
Giovedì, 9 marzo 2006
Santa Agnese da Praga - 1° Giovedì del Mese
Domenica, 8 marzo 2012 d.c.C.
dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth, a Loreto
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto, circa il 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, circa il 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32).
San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” [Biglietto scritto da San Giuseppe Moscati, il 17 ottobre 1922]. Poiché sta scritto nella Parola di Dio: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
LETTURA BIBLICA DEL GIORNO
DAL LIBRO DI ESTER (14,1.3-5.12-14)
In quei giorni la regina Ester, presa da angoscia mortale per il pericolo che incombeva su di lei e il suo popolo, cercò rifugio presso il Signore. Ella si mise a supplicare Dio, dicendo: «Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta. Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. Ora abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dei. Tu sei giusto, Signore! Ma ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne. Non consegnare, Signore, il tuo scettro a dei che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare il primo dei nostri persecutori. Ricordati, Signore; manifèstati nel giorno della nostra afflizione e a me dà coraggio, o re degli dei e signore di ogni autorità. Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui e di coloro che sono d'accordo con lui. Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore! Che tutto conosci».
IN PREPARAZIONE DELLA SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL 25 MARZO
E IL VERBO SI FECE CARNE
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!
ROMA - XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
UNA STRANA COINCIDENZA!!!...
* In Italia, il venerdì 3 marzo 2006 il quotidiano cattolico “AVVENIRE” pubblica e avalla ancora una volta l’APOSTASIA LAURETANA, con l’informazione del binomio “concordato” tra “Basilica di Nazareth”-“Basilica di Loreto”, neganti entrambe la presenza a Loreto dell’“INTERA” e “VERA” SANTA CASA di Nazareth e neganti entrambe “LA MIRACOLOSITA’” della traslazione dell’intera Santa Casa di Nazareth a Loreto e della “miracolosità” della traslazione anche dell’ALTARE DEGLI APOSTOLI.
* A Nazareth, il venerdì 3 marzo 2006, alle ore 17,30, in contemporaneità alla pubblicazione in Italia di AVVENIRE con il succitato articolo, una coppia (ebreo-cristiana) provoca esplosioni e panico nella Basilica Inferiore di NAZARETH, ove c’era la Santa Casa.
(…………)
UN CASO, “naturalmente”...
… però… “Un uomo assennato non trascura l'avvertimento…” (Sir.32,18)
(cfr. Is.30,12-15)
L’INDIGNAZIONE DIVINA
(Mc.3,1.4.5)
(Gesù) entrò di nuovo nella sinagoga… domandò loro: «E' lecito…?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori…
(Isaia 6,8-11)
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Và e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da esser guarito». Io dissi: «Fino a quando, Signore?»…
L’ARTICOLO DI “AVVENIRE”
di Venerdì, 3 marzo 2006 (pag.18)
LA STESSA PIETRA A NAZARETH E LORETO
di Vincenzo Varagona
Un studio archeologico conferma le analogie tra l'altare della Santa Casa
e i materiali che in Terrasanta si trovano nella grotta dell'Annunciazione
Nella parte sottostante si riporta LA PARTE POSITIVA dell’articolo, anche se “equivoca”,
che però conferma in realtà “la tradizione” del “trasporto miracoloso”
“anche” dell’altare degli Apostoli insieme alla Santa Casa: quindi, “un duplice miracolo”!
(n.d.r.)
Le pietre che si trovano nella grotta dell'Annunciazione a Nazareth hanno la stessa origine delle pietre dell'altare dei Santi Apostoli (uno dei più antichi dell'età paleocristiana) della Santa Casa di Loreto. Sono queste le recentissime conclusioni di uno studio condotto a quattro mani dall'architetto Nanni Monelli e da padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione generale della Santa Casa di Loreto, uno dei massimi esperti in materia.
Il primo annuncio è venuto da monsignor Giacinto Marcuzzo, vicario per Nazareth del patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah: «Un evento di grande importanza - sottolinea - che rafforza la convinzioni di chi ha sempre sostenuto l'esistenza di una forte radice storica nella traslazione della Santa Casa di Nazareth». Secondo Marcuzzo questi studi rafforzano ulteriormente i legami fra questi due centri mariani: «Entro l'estate Nazareth - annuncia - ricambierà la visita che una delegazione di Loreto compì in Terrasanta lo scorso anno».
Una conferma scientifica dell'ipotesi che afferma la presenza nelle Marche di reliquie provenienti da Nazareth viene da uno dei massimi archeologi francescani, padre Eugenio Alliata. Lo studioso ha sottolineato che gli studi eseguiti a Loreto da Monelli e Santarelli sono suffragati dai risultati degli scavi compiuti dal XII secolo ad oggi: «Il primo a segnalare un altare nella cripta della basilica crociata - spiega - fu Daniele l'Igumeno, un abate russo che visitò Nazareth nel 113-115, che annotava nella propria lingua l'esistenza di un piccolo altare sul quale si celebrava la liturgia».
Ma il "nodo" centrale degli studi loretani riguarda le testimonianze che documentano, dopo la traslazione (1291) la scomparsa di uno dei due altari di Nazareth. Fondamentale, secondo Santarelli, la testimonianza di Ricoldo da Montecroce, che visitò Nazareth tra il 1288 e il 1289, cioè poco prima della data fissata dalla tradizione per il trasporto della «Camera di Maria» prima in Illiria (1291) e poi a Loreto (1294). Ricoldo cita due altari: uno nel luogo dove la Madonna pregava quando le fu inviato l'Arcangelo Gabriele; un altro nel luogo dove stette Gabriele durante l'Annunciazione. Uno a oriente, l'altro a occidente.
Dopo la traslazione la prima testimonianza è quella del veneziano Marin Sanudo, in visita nel 1321: fu il primo a segnalare la presenza di un solo altare. «Per secoli - osserva Santarelli - gli studi loretani hanno degnato di scarsa attenzione l'altare della Santa Casa». Le ricerche di Monelli, invece, segnalano sorprendenti analogie con le pietre di Nazareth, caratterizzate dalla "finitura nabatea" riconoscibile per le striature trasversali. «L'intero altare sottostante a quello visibile e protetto da due grate - ribadisce Monelli - risulta lavorato con la stessa tecnica con cui sono rifinite le pietre della Camera di Maria».
I risultati di questi studi sull'«Altare degli Apostoli» sono contenuti in un volume da poco pubblicato dalle «Edizioni lauretane della Santa Casa di Loreto». Padre Santarelli spiega anche perché l'altare venne chiamato in questo modo: «Già nei più antichi racconti di fondazione della Santa Casa di Loreto viene detto che a Nazareth gli Apostoli trasformarono la Casa della Madonna in luogo di culto».
«Questi studi - commenta l'arcivescovo prelato di Loreto, Gianni Danzi - avvalorano la definizione, a noi cara, contenuta nella lettera che Giovanni Paolo II inviò all'allora delegato, Pasquale Macchi, in occasione del VII centenario lauretano: "La Santa Casa di Loreto, diceva il Papa, non è solo una reliquia, ma anche un'icona concreta, un segno attraverso il quale si opera, nella fede, una specie di contatto spirituale con il mistero"».
Nella parte sottostante si riporta LA PARTE NEGATIVA dell’articolo
che sconfessa e nega “la verità” della presenza dell’INTERA Santa Casa di Nazareth a Loreto
e “la MIRACOLOSITA’” della traslazione, compiuta ad opera del ministero angelico
e reca “offesa” anche al Magistero della Chiesa a riguardo del “culto” approvato nei secoli
(n.d.r.)
Secondo un’antica tradizione la Santa Casa di Loreto sia la camera della Madonna di Nazareth, in Galilea. Nel suo nucleo originario, è costituita da sole tre pareti; la quarta corrispondeva a Nazareth alla bocca della Grotta.
Delle tre pareti originarie le sezioni inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono costituite prevalentemente da filari di pietre, per lo più arenarie, come quelle rintracciabili a Nazareth. Le sezioni superiori, aggiunte successivamente e quindi spurie, sono in mattoni locali.
Alcune pietre risultano rifinite esternamente con tecnica che richiama quella dei nabatei, diffusa in Palestina e anche in Galilea fino ai tempi di Gesù. Vi sono stati individuati una sessantina di graffiti, molti dei quali giudicati dagli esperti identici a quelli giudeo-cristiani di epoca remota della Terrasanta. Le sezioni superiori delle pareti, di minor valore storico, nel secolo XIV furono coperte da dipinti a fresco, mentre le sottostanti sezioni in pietra furono lasciate a vista, esposte alla venerazione.
La tradizione vorrebbe la Santa Casa portata in Illiria e poi a Loreto dagli angeli: questa ipotesi, che ha comunque rafforzato il culto mariano nei secoli, ha lasciato poi il posto a una tesi storica, secondo cui alcune pietre furono portate via mare dalla famiglia De Angelis, in epoca crociata.
L’ATTENTATO NELLA BASILICA DI NAZARETH
venerdì 3 marzo 2006, ore 17,30
nel “casuale” stesso giorno della pubblicazione in AVVENIRE
dell’APOSTASIA LAURETANA DALLA VERITA’ STORICA
Da “AVVENIRE” del 5 marzo 2006 (pag.14)
Petardi nella Basilica di Nazareth: «Episodio da non strumentalizzare»
Le proteste della gente, le dichiarazioni di Hamas e Jihad, l'appello alla calma dei religiosi: l'attacco alla Basilica dell'Annunciazione di Nazareth di venerdì, quando un israeliano ha fatto esplodere dei petardi dentro la chiesa provocando il panico tra i residenti, non è rimasto senza conseguenze.
Ieri pomeriggio migliaia di persone hanno partecipato a Nazareth a una manifestazione di protesta, cui ha aderito anche il patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabah, contro il gesto provocatorio di Haim Eliyahu Havivi, che ha agito con la moglie e la figlia per motivi familiari: ai due genitori israeliani, giudicati incapaci, erano già stati sottratti in passato dal tribunale due figli minorenni e giovedì scorso, per le stesse ragioni, è toccato al terzo. L'azione di Havivi, che non ha dunque niente a che vedere con sentimenti anti-cristiani, come ha spiegato padre Pierbattista Pizzaballa, custode di terra Santa, e come hanno confermato le autorità israeliane, rischia però di venir gonfiato e strumentalizzato in senso politico e religioso.
Il
movimento fondamentalista Hamas, vincitore delle politiche palestinesi del
25 gennaio, ha definito l'attacco «un atto di terrorismo», e Ismail Haniyeh,
leader del gruppo e premier designato, ha accusato Israele dicendo che il
gesto è stato il «risultato della cultura dell'odio con cui nutre i suoi
cittadini». Condanna anche della Jihad, che ha parlato di «atto barbarico».
«Non si può trasformare un problema familiare in un problema politico o
addirittura religioso», ha però detto padre Artemio Vitoris, vicario della
Custodia di Terra Santa, invitando, con gli alti religiosi locali, a
ridimensionare l'episodio.
Dall’Agenzia ZENIT - www.zenit.org - GERUSALEMME, martedì, 7 marzo 2006
Alle 17.30 di venerdì scorso, 3 marzo, alcune persone sono entrate nella Basilica e hanno acceso alcuni esplosivi provocando panico ma pochi danni al luogo santo. Mentre la comunità locale e alcuni pellegrini stavano seguendo la Via Crucis nella Basilica superiore, i petardi sono scoppiati nella Basilica inferiore. In seguito all’attacco, molti cristiani e musulmani si sono radunati attorno alla Basilica per esprimere la loro collera per l’accaduto. La polizia israeliana ha informato la Custodia di Terra Santa che fino a questo momento non c’è nessuna prova che questo attacco sia stato motivato da un sentimento anticristiano. L’attentato non ha provocato danni alle persone, anche se ci sono stati alcuni feriti nel corso degli scontri tra polizia e manifestanti verificatisi in seguito all’accaduto.
La coppia che ha commesso l’attentato è formata da Haim Eliahou Habibi, ebreo di 43 anni, e dalla moglie Violette, cristiana di 40, noti ai servizi di sicurezza israeliani per aver già minacciato, nel novembre 2002, di far esplodere la Basilica della Natività a Betlemme in cui si erano riparati prima di consegnarsi senza opporre resistenza.
Dopo l’attentato, le autorità israeliane hanno chiesto scusa all’Arcivescovo Giovanni Lajolo, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, e alle autorità ecclesiastiche locali: Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme, e il custode francescano, padre Pizzaballa.
Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha visitato questo lunedì i membri della famiglia che ha commesso l’attentato contro la Basilica di Nazareth il pomeriggio del 3 marzo. “Mi sono chiesto ciò che era da fare. Ho esitato. La pressione dei mass-media mi infastidiva: vogliono fare di tutto uno spettacolo. Ma volevo incontrare questa famiglia per ascoltarla, cercare di capire, perdonarla”, ha spiegato il francescano in alcune dichiarazioni distribuite dalla Custodia Francescana di Terra Santa.
“Penso che, in quanto responsabili dei Luoghi Santi, abbiamo anche la responsabilità di manifestare un’attitudine ed uno stile cristiano. E la voce della pace è quella del perdono”, ha affermato, citando le parole del Vangelo “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”. Queste parole, ha aggiunto, “mi hanno confortato nel fare ciò che il Signore aspettava che noi facessimo”.
L’incontro ha avuto luogo nel commissariato di polizia di Nazareth, dove è detenuta la coppia coinvolta, con la figlia. A causa dell’enorme pressione mediatica, il sacerdote li ha potuti incontrare solo per pochi minuti. Alla domanda: “Perché un attentato contro una chiesa, e per la seconda volta” – avevano compiuto un attentato a Betlemme due anni fa –, il custode ha spiegato: “Non lo sanno spiegare. Lei (Violette Habibi) insiste a dire di essere cristiana. E’ una famiglia in difficoltà lacerata dal fatto che uno dei loro figli le è stato tolto dai servizi sociali. Si tratta veramente di povera gente”. “Mi hanno commosso molto – ha concluso padre Pizzaballa –. Hanno chiesto perdono per ciò che hanno fatto e ho accordato loro questo perdono”.
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
L’APOSTASIA DALLA “VERITA’ STORICA”
DELLA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt.8,15-17).
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)
LETTERE APERTE
CON IL DIRETTORE DI “AVVENIRE”
Dott. DINO BOFFO
LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DI “AVVENIRE”
PER UNA PRECISAZIONE RIGUARDO AD UN ARTICOLO
SULLA GROTTA E LA CASA DI MARIA A NAZARETH
(in “AVVENIRE”, del 18 dicembre 2005, pag.3)
----- Original Message -----
From: giorgio.nicolini@poste.it
Sent: Tuesday, December 20, 2005 3:23 PM
Subject: L'articolo di Marina Corradi sulla Casa di Maria a Nazareth
(Avvenire, 18 dicembre 2005, pag.3)
Ancona, 20 dicembre 2005
Caro Direttore,
vorrei segnalarLe una “imprecisione” riportata nel servizio dalla Terra Santa di Marina Corradi (pubblicato in “Avvenire” del 18 dicembre scorso, pag.3), relativo all’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria, nella Casa di Nazareth. L’inviata di “Avvenire”, nel suo interessante articolo, riferisce che sulla pietra, “nella” grotta dell’Annunciazione, sta scritto “Verbum caro hic factum est”, e scrive testualmente: “Quella grotta larga due metri per due, in cui a stento si sta in piedi, era la casa di Maria”.
Vorrei con questa lettera precisarLe che tale informazione non è esatta, perché la Casa di Maria - ove avvenne l’Annunciazione - non era la grotta ancora esistente a Nazareth, ma era un’autentica stanza “in muratura”, che si trovava in realtà “davanti” alla grotta, la quale era solo un semplice ripostiglio della “vera” Casa. L’autentica Santa Casa di Nazareth, ove avvenne l’Annunciazione, si trova attualmente “nel” Santuario di Loreto, da oltre 700 anni, come tutti sappiamo.
Così come tutti i Papi precedenti, anche l’attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI, nella preghiera inviata all’Arcivescovo di Loreto proprio il 9 dicembre scorso, per la Festa Liturgica della “Miracolosa Traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto (celebrata da sette secoli), ha scritto “espressamente”, “ripetutamente” e “inequivocabilmente” tale “verità” della presenza a Loreto della Santa Casa di Nazareth.
Nella preghiera, da recitarsi nel Santuario di Loreto, il Santo Padre scrive, infatti, tra l’altro: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa. Qui l’arcangelo Gabriele ti ha annunciato che dovevi diventare la Madre del Redentore; che in te il Figlio eterno del Padre, per la potenza dello Spirito Santo, voleva farsi uomo. Qui dal profondo del tuo cuore hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,38). Così in te il Verbo si è fatto carne (Gv.1,14)… Dopo la prima visita al tempio con il Dodicenne siete tornati in questa casa a Nazaret, e qui per molti anni hai sperimentato quello che Luca riassume nelle parole: “... e stava loro sottomesso” (Lc.2,51).
L’intera preghiera di Benedetto XVI è leggibile all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm
Essendo uno studioso della Santa Casa di Loreto, oltre ad un libro specifico già pubblicato sull’argomento, dal titolo LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO, ho anche aperto una sezione nel mio Sito Internet www.lavocecattolica.it dedicata interamente alla Santa Casa di Nazareth a Loreto, ove queste informazioni possono essere più ampiamente approfondite, con “prove” storiche, archeologiche e scientifiche, oltre alle ininterrotte e secolari “approvazioni” dei Papi, riguardo alla “questione lauretana”.
Qui preciso soltanto, a correzione dell’involontaria imprecisione di Marina Corradi, che, essendo la città di Nazareth costruita sul pendio di una collina, tutte le case erano comunicanti con le grotte che si aprivano sul fianco della medesima. L’abitazione della Madre di Dio non faceva eccezione a questa regola: sorgeva infatti dinanzi ad una grotta e faceva un sol corpo con essa. A Nazareth attualmente sono rimaste “la grotta” e “le fondamenta” della Casa “in muratura” dell’Annunciazione, mentre a Loreto è venerata l’autentica Casa “in muratura”, “senza fondamenta”, che stava a Nazareth davanti alla grotta. Detto più semplicemente: a Nazareth ci sono solo “le fondamenta” della Casa di Maria, mentre a Loreto c’è la Casa di Maria “senza le fondamenta”.
Anche nei secoli passati molti si ponevano la questione di come potessero venerarsi in due luoghi diversi, a Nazareth e a Loreto, la stessa abitazione della Vergine. In realtà si tratta non di due presunte abitazioni, ma di due distinte parti di una sola abitazione, e cioè “la grotta” e “la Casa”. La grotta è quella ancora venerata a Nazareth (di cui riferisce nell’articolo Marina Corradi), mentre la Santa Casa (cioè, le “tre Pareti” antistanti la grotta) – come sappiamo dalla “tradizione” e dai secolari “pronunciamenti” dei Sommi Pontefici – fu “miracolosamente” portata “in vari luoghi”, e infine a Loreto, che all’epoca non esisteva.
In proposito, così scriveva il grande Pontefice Beato Pio IX, nella Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, riguardo alle “fondamenta” rimaste a Nazareth e alla “traslazione miracolosa” della Casa: “A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.
Nel mio studio sopra indicato, in proposito, dimostro con innumerevoli documentazioni che la Santa Casa fu portata “miracolosamente” in almeno “cinque” luoghi diversi, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (in Dalmazia), ad Ancona, e in altri due luoghi diversi della zona recanatese, prima di venire “posata” definitivamente su “una pubblica strada”, sulla collina ove tutt’oggi ancora si trova. Dalla fine del XIII secolo sorse poi tutt’attorno alla Santa Casa la maestosa Basilica e la stessa cittadina di Loreto, come “una nuova Nazareth”, come ebbe a scrivere – con una felice e suggestiva espressione – il Papa Leone XIII, nella Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives”, del 1894, nella circostanza del VI Centenario della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.
Il Beato Pio IX, nella Bolla sopra citata, scriveva ancora: “Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”.
RingraziandoLa se vorrà indicare ai lettori del “nostro” quotidiano le sopraindicate precisazioni, e rendendomi disponibile per ogni altro eventuale approfondimento, anche “a voce”, per telefono, Le esprimo la mia sincera gratitudine per l’importantissimo e qualificato servizio che il quotidiano svolge per una corretta informazione di tutti noi cattolici e colgo l’occasione per inviare a Lei e a tutta la Redazione e collaboratori i più cordiali auguri di un Santo Natale e l’augurio di una ancor più ampia diffusione del nostro quotidiano per il nuovo Anno. Con la più viva cordialità.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
Sito Internet sulla Santa Casa: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
LA LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DI “AVVENIRE” Dott. DINO BOFFO
è leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/22dicembre2005.htm
LA LETTERA DELL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE
Al Direttore di “AVVENIRE” - Dott. Dino Boffo
Piazza Carbonari, 3 - 20125 MILANO - Facsimile 02.6780502
e p.c., al Prof. Giorgio Nicolini
From: dal pozzo.francesco@tin.it
Sent: Thursday, December 29, 2005 6:35 PM
Subject: Lettera ad "Avvenire"
OGGETTO: segnalazione d’errore o incompletezza, via “Posta Elettronica”, del Prof. Giorgio Nicolini, in data 20 dicembre, circa l’articolo di Marina Corradi sulla Santa Casa di Nazareth, del 18 u.s.
Firenze, 29 dicembre 2005
Caro Direttore,
al corrente com’ero, e pure minimamente compartecipe, della “questione lauretana” di cui all’oggetto, e illustratataLe dal Prof. Giorgio Nicolini con “e-mail” del 20 u.s., mi pare di non aver trovato di ciò alcuna traccia sul periodico da Ella diretto, cui sono abbonato e che pertanto particolarmente apprezzo.
A me parrebbe molto opportuno, e, per lo spirito di verità che sempre ha animato il Suo lavoro, persino doveroso che di tale segnalazione correttiva, e comunque assai garbata, il Suo giornale desse il risalto che merita, dato che dietro di essa ci stanno anni e anni di studi, di fatto un’intera umana esistenza, e da ultimo, ad abundantiam, anche l’autorevole avallo di un illustre studioso, il Prof. Emanuele Mor di Genova.
Proprio in questi giorni, del resto, tutti tali studi, con la ricca documentazione probatoria che nel tempo li ha corroborati, hanno ora trovato pure l’implicita ma inequivoca conferma nella preghiera che il Santo Padre ha inviata a Loreto per la Festa della Traslazione del 10 dicembre, dove più volte la Santa Casa di Loreto viene appunto citata come quella medesima che fu luogo dell’Annunciazione e del verginale concepimento della nostra Madre del Cielo.
Se di tale documento Ella non fosse in possesso, e lo gradisse, Glielo potrei fare avere nel suo testo integrale: pare infatti che nella lettura ufficiale datane, vi siano state omissioni che potrebbero aver contribuito ad una non perfetta chiarezza…
Fiducioso nella Sua attenzione, mi abbia con viva cordialità!
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone
Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it
Via Vecchia Bolognese, 321 – 50010 FIRENZE
Facsimile 055.400707
LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DI “AVVENIRE”
ALL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE
Milano, febbraio 2006
Gent.mo Prof.
Francesco Dal Pozzo D’Annone
Via Vecchia Bolognese, 321 -
50130 Firenze
Gentile Amico,
grazie della sua lettera di qualche settimana fa a proposito della questione della casa dell’Annunciazione, sollevata dal prof. Nicolini a seguito dell’editoriale di Marina Corradi del 18 dicembre scorso. Apprezzo molto che lei abbia posto rilievo su questa pagina fondamentale dell’evento cristiano - l’annuncio dell’Angelo alla Vergine Maria, appunto - ed anche su coloro che si prodigano con studi rigorosi a comparare i luoghi del Vangelo con quanto oggi di essi rimane. Ritengo tuttavia importante evidenziare che l’editoriale della collega Corradi non aveva alcuna pretesa di dimostrare la veridicità storica dei luoghi sacri della nostra fede, od accertare eventuali leggende ad essi collegati.
L’intento piuttosto era quello di cercar di interpretare e ancor più amare il contesto umano e vitale nel quale Dio ha preparato l’incarnazione di Suo Figlio. So, da chi è stato a Nazareth, quanto la rivisitazione di quei luoghi (la casa di Maria non sono solo le mura ma la terra, l’ambiente in cui è vissuta) faccia bene alla fede. E per il credente, lei mi insegna, non sono le dissertazioni storiche o le indagini scientifiche (che pur sono d’ausilio) a rafforzare le ragioni della fede in Gesù Cristo e nel suo mistero.
Ecco perché al momento non ho ritenuto di dover con ordine di priorità dare un seguito alla questione lauretana. Certo, può darsi che si presenti l’occasione di parlarne ancora. Per ora direi che lo spazio ed il tempo non ce lo consentono: del resto in un quotidiano (anche nelle pagine relative alla vita ecclesiale e alla cultura) a giocare il ruolo di protagonista è l’attualità, che sempre incalza e sempre interroga, anche il credente.
Confido nella sua comprensione ed amicizia. Con cordialità.
Dino Boffo
Direttore del quotidiano cattolico “AVVENIRE”
LA RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
AL DIRETTORE DI “AVVENIRE” - Dott. DINO BOFFO
Ancona, 9 marzo 2006
Gent.mo Direttore di AVVENIRE
Dott. Dino Boffo
confidando anche nella mia cordiale amicizia e comprensione, peraltro a Lei già nota e constatata in un paio di colloqui telefonici diretti, mentre La ringrazio della risposta da Lei inviata all’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo D’Annone - che dallo stesso mi è stata fatta pervenire via Facsimile - riguardo alle mie garbate note “correttive” all’articolo di Marina Corradi (pubblicato in “Avvenire” del 18 dicembre, pag.3), Le faccio rispettosamente presente, però, che la Sua lettera di risposta al Prof. Dal Pozzo esula dal contenuto specifico del testo da me inviatoLe, che voleva essere sì “correttivo” ma insieme voleva essere anche “un ampliamento” della “vera storia” della “vera abitazione” nazaretana di Maria, presente ora “integralmente” a Loreto, e ove Maria ricevette l’annuncio angelico e ove perciò avvenne l’Incarnazione in lei del Figlio di Dio.
Debbo con stupore e sincero dolore, constatare ancora una volta che – mentre alla “vera tradizione lauretana” approvata dal Magistero Solenne e plurisecolare dei Sommi Pontefici viene negato ogni spazio nel Suo giornale – è stato però pubblicato ancora una volta un nuovo articolo (con “ampio spazio”, in “Avvenire” del 3 marzo 2006, pag.17), che rinnova ed approfondisce quella che è una autentica “apostasia” e “mistificazione” della “vera storia” della “vera Casa di Nazareth” di Maria, a Loreto.
Tale articolo, a firma di Vincenzo Varagona, è stato certamente fatto “in totale buona fede” dallo stesso autore. Anzi, in proposito, l’8 marzo scorso ho potuto scambiare qualche riflessione con lui anche per telefono. Tuttavia, parlandoLe con molta franchezza e usando lo stile con il quale già Ella mi conosce, mi sembra di poter affermare che la Sua presa di posizione – espressa nella lettera scritta al Prof. Dal Pozzo - sia assai poco imparziale e che, nel giustificare il mancato accoglimento della mia Lettera “correttiva”, sostiene nel contempo che l’articolo di Marina Corradi “non aveva alcuna pretesa di dimostrare la veridicità storica dei luoghi sacri della nostra fede, od accertare eventuali leggende ad essi collegati”.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come crede, tuttavia Lei è il Direttore di un “quotidiano cattolico”, espressione diretta anche della Conferenza Episcopale Italiana, e che influenza in modo determinante “l’opinione” stessa dei Cattolici italiani. Per tale motivo, mi sembra che non sia “appropriato”, da parte Sua, classificare sbrigativamente come “leggende” anche le vicende relative alla “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.
Spero perciò mi perdonerà se mi permetto di esprimere un mio giudizio “fraterno” di avere Lei una “superficiale” competenza storica, archeologica e scientifica, nonché anche “canonica”, sulla “questione lauretana”. Sicuramente Lei non conosce tutti gli studi e i pronunciamenti plurisecolari della Chiesa, fatti attraverso il Magistero Solenne dei Sommi Pontefici; né, probabilmente, Lei ha avuto modo di approfondire anche le unanimi “approvazioni” (e persino “rivelazioni soprannaturali”) dei Santi (come, ad esempio, alcuni “Dottori della Chiesa”: San Pietro Canisio, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Santa Teresa del Bambin Gesù, e tanti altri…). I Santi, come sappiamo (oltre ad avere una competenza specifica e “autorevole” se sono stati dichiarati “Dottori della Chiesa”), sanno cogliere “con immediatezza intuitiva” “il soprannaturale”, là ove anche la scienza e la razionalità spesso annaspa o arriva molto in ritardo.
A proposito, poi, dei pronunciamenti dei Sommi Pontefici, vorrei anche che si comprendesse meglio come un Santo possa abbandonarsi senza pregiudizio al suo entusiasmo ed esprimere liberamente il suo pensiero per ciò che riguarda i fatti soprannaturali, senz’altro rischio che quello di essere giudicato un po’ pazzo dal volgo che non lo comprende, sia pure della divina e mirabile pazzia di un San Francesco d’Assisi, ma un Pontefice non può che imporre a sé e agli altri il più severo riserbo e il più maturo controllo su tutto quanto riguarda le cose divine: perciò e per altri motivi superiori il suo giudizio acquista la massima autorità.
Se esistesse, perciò, un documento pontificio di data lontana o vicina, che dichiarasse “leggendario” e privo di fondamento storico il fatto della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto la questione sarebbe finita. Ma tale documento NON ESISTE. Al contrario sin dagli inizi delle vicende lauretane, i Vescovi locali competenti (Fiume, Ancona, Recanati, Macerata, Napoli…) e tutti i Sommi Pontefici – da Niccolò IV (1292) sino a Giovanni Paolo II (2005) – hanno affermato “in modo ININTERROTTO” l’autenticità della Santa Casa di Nazareth, presente a Loreto, come anche l’autenticità della MIRACOLOSITA’ della traslazione.
Lo stesso attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI, dietro una mia “richiesta urgente di intervento” per la celebrazione Liturgica del 10 dicembre scorso, ha fatto pervenire al Vescovo di Loreto una relativa “inequivoca” e bellissima preghiera da recitarsi nel Santuario: ma purtroppo nel Santuario essa viene quasi del tutto “trascurata” e persino “occultata”. Non mi risulta che sia mai stata pubblicata neppure in “Avvenire”. Tale preghiera, ed un mio commento ad essa, la può leggere all’indirizzo del mio Sito Internet
www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm
Il massimo “oppositore” e “mistificatore” lauretano fu Ulisse Chevalier, un canonico francese di un secolo fa (cfr. www.lavocecattolica.it/8dicembre2005.htm), e sconcertatamente proprio a lui si appoggiano il “moderno” Padre Giuseppe Santarelli (Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”), nonché lo stesso nuovo Vescovo Lauretano Mons. Danzi (cfr. Lettera leggibile all’indirizzo www.lavocecattolica.it/vescovo.loreto.htm). Scriveva il Padre Bartolomeo Bechis (in “Il Santuario di Loreto”, 1957, pag.170), a riguardo dell’opera di Ulisse Chevalier: “Nessun Papa – affermiamo una volta ancora – disse o scrisse mai una sola parola che possa essere interpretata contro la sette volte secolare e mai interrotta tradizione lauretana, e in tutti i documenti Pontifici ad essa relativi questo “primo e più grande Santuario Mariano del mondo” è lodato e magnificato perché è per i Papi davvero la Santa Casa nella quale il Verbo si è fatto carne, come han voluto fosse messo, a caratteri d’oro, sul marmo dell’Altare: “HIC VERBUM CARO FACTUM EST”. E noi ci domandiano, fin d’ora – prosegue il Padre Bechis -, con che pudore, scrittori che osano dirsi cattolici, ostentino poi tanta noncuranza, per non dire disprezzo, per l’unanime affermazione della Suprema Autorità della Chiesa di Cristo, i cui limiti non sta certo a noi definire, e che può certamente contare – anche per gli altri atti che non riguardano il depositum fidei – su di una speciale assistenza dello Spirito Santo; come questi autori, basandosi su argomenti, solo e sempre negativi e su documenti monchi, e interpretati con frasi isolate e quasi sempre in mala fede, giungano a tanta superba improntitudine di affermare con Gean Cuitton che nessun uomo accorto può più sostenere l’autenticità della Santa Casa e, con Henri Leclerq, che il libro dello Chevalier su Loreto è un’opera definitiva, e che d’ora in poi si è dispensati di leggere le produzioni letterarie, che senza dubbio continueranno a presentare la difesa di una leggenda in nome della storia”.
Vorrei qui anche precisare, gentile Direttore, che mercoledì 8 marzo u.s., avendolo ricercato presso la Redazione di AVVENIRE, mi ha telefonato lo stesso Vincenzo Varagona, autore dell’articolo sopra riportato. Ho avuto ben chiaro – dalla telefonata - che egli pensasse di fare opera meritoria di illustrazione di una nuova importantissima scoperta archeologica, riguardante cioè l’autenticità dell’Altare degli Apostoli, presente nella Santa Casa di Loreto. Tale dato è sempre stato affermato dalla “tradizione lauretana” ed ora gli studi degli stessi Monelli e Santarelli li avallano - meritoriamente - in modo indiscutibile. Ma la conseguenza che ne discende non è - come si vuole far credere - che allora è vero che la Santa Casa è formata di “pietre” ivi portate (e poi riassemblate) dalla famiglia De Angelis, durante l’epoca delle Crociate. Tale “conferma archeologica” è invece una ulteriore “prova” della “verità” di quanto sempre riportato dalla “tradizione”: che, cioè, gli angeli (quelli del Cielo!...) non solo trasportarono le tre Sante Pareti (“integre”!) dell’abitazione di Maria, che erano poste davanti alla Grotta rimasta a Nazareth, ma insieme alle tre Sante Pareti essi trasportarono “miracolosamente” anche l’Altare degli Apostoli, su cui – secondo un’altra “tradizione” (non dimostrabile) – vi sarebbe stata celebrata anche la Prima Santa Messa dal “primo” degli Apostoli: San Pietro.
Quindi, in realtà, lo studio del Monelli e del Santarelli, riportato da Varagona, conferma ancora di più “la straordinarietà” del “miracolo della traslazione”, approvato mille e mille volte dalle Supreme Autorità della Chiesa: la straordinarietà, cioè, che anche l’Altare degli Apostoli fu trasportato “miracolosamente” “in vari luoghi”, insieme alle Tre Pareti, dagli “angeli del Cielo”…
Di ciò tratto ampiamente nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, che Lei, nel negare la pubblicazione in AVVENIRE del mio articolo inviatoLe in dicembre, non si è però mai premurato di procurarsi e di documentarsene. In esso vi sono attestazioni e documentazioni storiche e archeologiche del tutto inedite, per lo più ancora sconosciute, e riferentesi anche alle “approvazioni canoniche” degli “eventi miracolosi” fatte anche dai Vescovi del XIII-XIV secolo, contemporanei, e quindi “testimoni diretti” dei fatti “miracolosi” accaduti.
IL “CODICE DA VINCI” LAURETANO
In questa mia Lettera, signor Direttore Dino Boffo, voglio riferire anche a Lei con molta franchezza, e assumendomi tutta la responsabilità di quanto scrivo, ciò che ho già detto telefonicamente anche a Vincenzo Varagona: che, cioè, l’opera principale del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA DI LORETO” (dalla prima all’ultima edizione) è infarcita di “fantasie personali” senza alcuna consistenza storica e purtroppo è anche impregnata di falsità e falsificazioni documentali molto gravi e molto sofisticate.
Tale libro - che dette origine alla falsa ipotesi del “trasporto umano” ad opera della famiglia De Angelis dell’Epiro (che nel mio libro dimostro del tutto “FALSO”) - ha operato una “devastazione incalcolabile” della “verità” riguardo alla Storia Lauretana, ed è paragonabile nell’effetto prodotto (relativamente alla “questione lauretana”) alla devastazione dissacrante della figura di Gesù Cristo fatta nelle coscienze degli stessi cattolici dal “Codice da Vinci”. Con la differenza che quest’ultimo è palesemente “sacrilego” e rigettato e combattuto dalla Chiesa, mentre il primo (cioè il libro del Padre Santarelli) porta persino “l’imprimatur” ecclesiale di Vescovi che non ebbero modo di valutare con sufficiente competenza la sofisticatissima elaborazione pseudo-storica del Padre Santarelli. Con il risultato – ottenuto! - di aver fatto abbandonare quasi all’intera Chiesa “la verità” sia dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth presente a Loreto (che sarebbe solo un riassemblaggio di “pietre” portate da Nazareth) che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione.
Riguardo a tale “effetto dissacrante” della storia lauretana, l’articolo di Varagona – sopra riportato - pubblicato in “Avvenire” il 3 marzo u.s., costituisce una ulteriore “amplificazione dissacrante”, al di là delle riconosciute “buone intenzioni” dell’autore. Varagona non si è neppure accorto della “gravità” di quanto scritto alla fine dell’articolo: “La tradizione vorrebbe la Santa Casa portata in Illiria e poi a Loreto dagli angeli: questa ipotesi, che ha comunque rafforzato il culto mariano nei secoli, ha lasciato poi il posto a una tesi storica, secondo cui alcune pietre furono portate via mare dalla famiglia De Angelis, in epoca crociata”.
Scrissi, in proposito, all’amato Mons. Comastri, nella lettera di denuncia del 1° novembre 2004:
“Se (…) nella realtà storica la “traslazione miracolosa” non c’è mai stata, e quindi - per deduzione - asserirlo è una “falsità”, allora bisogna anche dire per conseguenza logica che: tutta la Tradizione tramandata dai testimoni oculari è una colossale e universale mistificazione; tutte le testimonianze “giurate” degli avi sono spergiuri e menzogne; tutti gli studi storici, archeologici e architettonici sarebbero assurdamente “falsi” (pur essendo “scientificamente” “veri”!); tutte le “rivelazioni divine” dichiarate dai Santi sono blasfeme menzogne; tutte “le approvazioni” secolari della “Chiesa ufficiale” sono state un errore e un inganno storico macroscopico e riprovevole (che giustamente potrebbero far tacciare la Chiesa come una colossale mistificatrice a riguardo della “questione lauretana”); e infine l’approvazione liturgica della “traslazione miracolosa” è stato un errore ancor più gigantesco della Chiesa da dover rinnegare al più presto e definitivamente, da obbligare in coscienza a richiederne immediatamente la soppressione, sostituendola con una semplice “memoria del trasporto umano delle sante pietre”, e chiedendone anche “il perdono” - cioè, anche di tale “errore” della “miracolosità” dichiarata e celebrata, oltre a quelli già richiesti dal Papa nel Giubileo del 2000 - sia a tutti i cristiani di ogni epoca come a tutti gli altri uomini, per averli “ingannati” per tanti secoli, pur fosse tutto avvenuto e senza alcun dubbio “in totale buona fede”… Ecc.za, mi perdoni, ma “queste” sono le sole deduzioni logiche inevitabili e incontestabili che ne derivano di conseguenza se si rifiuta (dai “cristiani”!) e si ritiene “falsa” la “verità storica” della “miracolosità” della “Traslazione” della Santa Casa di Nazareth “in vari luoghi” e infine a Loreto!…
Però di tutto questo che “denuncio” presso le Autorità Ecclesiastiche, ripetutamente interpellate da me da anni, non è stato dato inizio ancora a nessuna “indagine canonica” (cfr. Can. 1389, 1391 del C.D.C.), eccetto che – recentemente – dalla “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, da parte del Card. Arinze, e da parte anche dell’amatissimo “Pastore Supremo” e “dolce Cristo in terra”, Benedetto XVI, che però è “inascoltato”, “disobbedito” anche presso “i responsabili” della Basilica Lauretana.
Qui, per concludere, mi permetta di ripetere anche a Lei, Dott. Boffo, quanto già scrissi all’amatissimo Mons. Comastri nella lettera di “denuncia” del 1° novembre 2004 sopra indicata (cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm):
“... O crediamo alla Chiesa e ci incanaliamo su quanto essa ci propone a credere e a venerare (anche se, in questo caso, in una obbedienza che implica solo una “fede umana” e non una “fede dogmatica”, ma sempre “riverente” “obbedienza” deve essere!…) od ogni riferimento “sicuro” circa “la verità” perde ogni consistenza, ogni serietà, ogni autorevolezza, ogni credibilità: con danno spirituale incalcolabile alle anime ed i tanti gravi rischi che ne derivano per la Salvezza Eterna di tante di loro, perché “si fa rendere più difficile e dolorosa” o persino “si può far vanificare” l’opera redentrice di Cristo, invece di collaborare con il Signore per “incrementarla” ed “estenderla”!
E’ questo l’assillo che mi addolora, che mi fa soffrire, che mi fa provare amarezza e sdegno, che non mi lascia inerte e mi fa protestare, mi fa scrivere, mi fa impegnare al di là delle stesse forze e possibilità umane per cercare di far capire, di convincere, mi fa chiedere “Udienze” (purtroppo quasi sempre “ovunque” “rifiutate” dai Pastori!…): ma ciò che soprattutto mi spinge in tutto questo è il pensiero del dolore di Cristo! il pensiero del dolore di Maria! il pensiero del dolore delle anime (a me personalmente tante volte “attestato” da tante persone!)! è il pensiero della “confusione” e dello “smarrimento” che si genera nelle menti, soprattutto delle persone semplici e indifese, e al conseguente grave detrimento spirituale che ne deriva per loro e per la loro salvezza!…
Ed è anche la consapevolezza “viva” di dover contrastare - con tutte le forze possibili e senza risparmio alcuno di mezzi (anche di quelli economici, da ridurmi spesso nella vita alla povertà assoluta, fino all’indigenza) - quel “fumo di Satana”, del quale il Servo di Dio Paolo VI asseriva drammaticamente essere penetrato inaspettatamente da “fessure” all’interno della stessa Chiesa, dopo l’ultimo Concilio, e, nel nostro caso, all’interno della stessa “veridicità storica” della Traslazione “miracolosa” della Santa Casa di Nazareth, da “dissacrarne” anche la storia e perciò la venerazione, come ebbe ad “attestare” nel 1988 anche lo stesso Mons. Loris Capovilla, suo predecessore, nel “prendere atto” delle “reazioni” di tantissimi fedeli alla prima pubblicazione del Padre Giuseppe Santarelli fatta nel 1984 (purtroppo “autorizzata” dallo stesso Mons. Capovilla).
Mi perdoni “la franchezza” – Ecc.za amatissima – ma io “sento” “vivo” nell’intimo quanto asseriva il Salmista: “Mi divora lo zelo della tua casa, perché (…) dimenticano le tue parole” (Sal.119,139). Eppure ne aveva già scritto (sulla verità della “miracolosa traslazione”) proprio “un santo”, il Beato Giovanni Spagnuoli (detto il Mantovano), nel 1479, che testimoniò e trascrisse i “documenti” allora in suo possesso e risalenti alle origini del Santuario, perché restassero “a perpetua memoria”, motivando la sua preoccupazione e il suo intento scrivendo testualmente: “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”.
Allora non posso non sentire anch’io nel mio spirito “l’eco” delle parole di San Paolo: “Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze. Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo…, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore. Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi. Poiché l’amore del Cristo ci spinge…” (2^Cor.5,11-14).
Ecc.za amatissima: “la verità” è “verità”!… “la verità” impegna “la coscienza”!… Anche nella “questione lauretana” non ci sono delle vie intermedie: o “è vero” che la Santa Casa è stata “trasportata miracolosamente” da Dio ad opera degli Angeli o “non è vero”!… Ma se “è vero” (come è vero!), bisogna dire che “è vero”!… qualunque sia la reazione e l’opinione degli uomini, che risponderanno per se stessi davanti a Dio della loro accettazione o del loro rifiuto, a seconda della loro “buona fede” o della loro “mala fede”, secondo come sta scritto: “Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore” (1^Gv.4,6).
E se si è nel dubbio sui fatti accaduti tanti secoli fa bisogna attenersi a ciò che dice la Chiesa al riguardo e non contraddirla!… o quantomeno bisogna “tacere”!… Altrimenti “si rischia” di tradire e “di fatto” si tradisce “la verità”!… perché “si misconosce” UN’OPERA “MIRACOLOSA” “VERA” di Dio, di Gesù, di Maria e degli Angeli Santi!…
In tal modo si diventa anche “ingrati” (cfr. C.C.C. n.2094) e si arreca “rammarico” e “dolore” a Dio, a Gesù, a Maria e agli Angeli Santi, perché non si attribuisce loro quanto hanno voluto “realmente”, misericordiosamente e “miracolosamente” attuare per il bene e la salvezza degli uomini!… (cfr. Gen.6,6: “Il Signore si pentì di aver fatto (…) e se ne addolorò in cuor suo”).
Infine, si fanno “deviare” le menti dei credenti e non credenti, generando “confusione” e “smarrimento”, ed anche provocando LA PRIVAZIONE A TANTI UOMINI DELLE TANTE GRAZIE CHE DIO, proprio attraverso “IL SEGNO” e “il richiamo” di un tale “evento miracoloso” (come di tanti altri analoghi), VOLEVA FOSSERO CONCESSE, al fine proprio di far maggiormente incrementare la Fede negli uomini e poter così attuare nella storia l’opera di salvezza di Cristo in un modo più penetrante, più efficace e più esteso.
Ci si rende perciò - in una parola - “responsabili”, sì, “RESPONSABILI” di NON AVER DETTO LA VERITA’ su “un evento miracoloso” che è stato “REALMENTE” COMPIUTO DA DIO e “comprovato” “ufficialmente” dalla Suprema Autorità della Chiesa, che è “sempre” e “davvero” assistita dallo Spirito Santo, anche quando non parla “ex-cathedra!…
Gentile Direttore di AVVENIRE
Dott. DINO BOFFO,
mi permetta di concludere, ancora, con le parole di Maria dette ai bambini di Fatima con la tristezza e tenerezza profonda del suo Cuore Immacolato, che fu “concepito” “immacolato” proprio fra quelle Sacre Mura Lauretane: NON OFFENDANO PIU’ NOSTRO SIGNORE, CHE E’ GIA’ MOLTO OFFESO! … anche nella negazione della “verità” sulla “questione lauretana”!...
Distintamente.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA
Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it – Sito Internet: www.lavocecattolica.it
Parole profetiche di San Pio da Pietrelcina
Particolarmente importanti e profetiche le espressioni di Padre Pio da Pietrelcina che, in un pubblico ammonimento ai suoi figli spirituali nel 1963 diceva: «Causa l'ingiustizia dilagante e l'abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima... Tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferini del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di Dio, perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non si alleò cogli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli... Il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell'autorità del cuore di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la passione di Cristo e fanno versare lacrime alla Madonna...» (da “Avvenire” del 19 agosto 1978)
8 marzo
LA GIORNATA DELLA DONNA
DAL LIBRO DEI PROVERBI
(31,10-31)
Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste. Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle sue domestiche. Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna. Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia. E' soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la sua lucerna. Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.
Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero. Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste. Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti. Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese. Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al mercante. Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell'avvenire.
Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà. Sorveglia l'andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia. I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne l'elogio: «Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!».
Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.
MARIA
LA DONNA PERFETTA
IL CAPOLAVORO DI DIO
Maria è realmente il Capolavoro di Dio. È Colei che sola è rimasta inalterata da come Dio l'aveva pensata e creata. Né Adamo ed Eva prima del peccato originale, né Noè e i Patriarchi, né Abramo e Mosè, né Davide e tutti i Profeti, né gli Apostoli e tutti i Santi di tutti i tempi raggiungono 1'infinitesima parte di Santità pari a quella di Maria, anzi, tutti questi messi insieme, sono sempre immensamente lontani dalla Santità di Maria, come il Cielo dista dalla terra. La Madonna è l'Onnipotenza supplicante. È Onnipotente per Grazia, perché è Madre di Dio e Tabernacolo della Santissima Trinità. È la Vergine sempre in preghiera.
Lei ha autorità su tutti i Doni e Grazie dello Spirito Santo, e distribuisce Grazie ai Suoi devoti come meglio crede, in quanto queste Grazie sono il prezzo di quel Sangue che Gesù ha ricevuto da Lei, Sua Genitrice. Andiamo a Gesù, ma occorre la Grazia:per avere la Grazia ci vuole Maria. Dio ha radunato in Maria tutte le Grazie. E’ la Vergine. E’ l'Unica. E’ la Perfetta. E’ la Completa. Pensata così da Dio, generata così, rimasta così, incoronata così, eternamente così: Santissima. Dio per formare Maria, raccolse il meglio che si trova negli Angeli, nei Santi e nel creato adornandoLa di ciò che mai occhio vide e mai orecchio udì.
"O Vergine, quello che Dio può per la Sua Volontà, Tu 1o puoi per la Tua preghiera", dice Sant’Agostino. E Sant'Antonio continua: "La preghiera della Madre di Dio ha carattere di comando, e non è che non sia esaudita". San Pier Damiani scrive: "Avvicinati, o Vergine, all’altare del perdono, non già per supplicare, ma per comandare come Regina, poiché nelle Tue mani sono tutti i Tesori della Misericordia di Dio". E San Bonaventura non esita a dire: "Nessuno entra in Cielo, se non per mezzo di Maria". San Bernardo consiglia: "Andate a Maria, ve 1o dico senza esitare, Ella sarà sempre ascoltata, per ragione della Sua Dignità; l'Angelo Le disse che aveva trovato Grazia ed effettivamente Maria sempre trova Grazia". "AI comando di Maria - afferma San Bernardino da Siena - tutti obbediscono, anche 1o stesso Dio! Basta che la Vergine voglia e tutto sarà fatto".
Maria è Colei che solo amò, la Creatura delle Delizie di Dio, il Sole del Suo Sole, il Fiore del Suo giardino, il Tabernacolo Santo di Dio, la Carezza dell’Eterno, la Perla del Paradiso, la Vergine che non conosce che il bacio del Signore, il Capolavoro della creazione universale, 1'Immagine e la somiglianza perfetta di Dio, destinata a divenire l'Arca del Verbo, la Pace di Dio, la Colomba Soave di Dio, Colei che da sola sa amare più di tutta 1'umanità messa insieme, inferiore in santità solo a Dio, la Creatura più grande dopo Dio, la gioia del Paradiso, ma ancora, Maria è la Rosa di Dio.
Maria è la Mediatrice Universale di tutte le Grazie, è Portatrice di Grazia, perché Lei diede la Vita fisica alla Grazia stessa: a Gesù. Maria, perché Madre del Signore, è la Vergine Madre, l'Assunta in Cielo in Anima e Corpo, la Regina degli Angeli e dell'universo, la Corredentrice del genere umano, la Madre spirituale dell'umanità, la Regina del cielo e della terra, la Madre della Chiesa, Colei che innamora la Santissima Trinità, la Misericordia del Padre: è 1'Immacolata.
Ma tutte queste prerogative scaturiscono dalla Maternità Divina: Maria è Madre di Dio. La Maternità Divina è la base e il motivo di tutti i privilegi di Maria Santissima. Immacolata perché non poteva essere macchiata da alcun peccato e quindi in potere di Satana, Colei che doveva ospitare nel proprio Grembo il Vincitore del peccato e del demonio. Vergine Madre perché ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, ed è rimasta Vergine, perché ciò era conveniente alla Madre di Dio. Assunta in Cielo, perché "occorreva che la Madre della Vita (Gesù) condividesse la dimora della Vita”.
Maria è Creatura tutta singolare, si trova tra Dio e noi. Vuole che Dio sia conosciuto, amato ed adorato, ma vuole anche che noi ci salviamo, andiamo in Paradiso, e ci riusciremo solo se conosceremo, ameremo ed adoreremo sempre più Dio. Ella ha ricevuto da Dio quelle perfezioni che convengono solo a una Madre di un Dio: per questo Maria è grandissima.
La Sua Santità è così alta che sfiora l'infinito. "Dio si fa Uomo, l'uomo diventa Dio - dice Cornelio a Lapide -; il Cielo si abbassa, la terra s'innalza. Dio ha una Madre, una Vergine ha Dio per Figlio; gli Angeli stupiscono, la terra esulta, freme l'inferno. Tutto è salvo... Un Fiat di Dio crea il mondo; un Fiat di Adamo lo perde; un Fiat di Maria permette l’Incarnazione del Verbo Eterno e salva l'universo". Il Beato Duns Scoto afferma, che "Maria è vera Genitrice di Dio, in forza della sostanziale unione del Verbo eterno alla Carne da Lei generata". Tra tutte le donne, Maria è la Donna eletta, tanto che 1'Immortale Creatore si nutrì al Suo petto. Dice San Bernardo che "nella Passione, Maria soffrì nel Cuore tutte le pene che Gesù soffrì nel Corpo: per questo Dio L'ha tanto esaltata".
Dice lo pseudo Alberto Magno, che "Maria ebbe in grado superlativo tutte e singole le virtù, a differenza dei Santi, i quali ebbero solo qualche virtù eminente". È Madre di Gesù, e se Gesù concede grandi Grazie ai Santi, quante più deve concederne alla Madre, che è Piena di Grazia?
È la Donna bellissima, che innamorò la Santissima Trinità. È 1o Specchio del Signore, perché Ella rimanda sempre al Figlio Divino; è la Maestra dei Santi, come lo fu del Santissimo, Uomo unico ed irripetibile; la Luce del mattino o l’Aurora, perché dopo Lei viene il Sole, che illumina le tenebre.
Maria fu l'obbediente, la Maestra di obbedienza, perché la Sua risposta a Dio, fu sempre "Sì". La Vergine Maria fu "Colei che per la Sua Fede ed Obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo", come è scritto nella “Marialis Cultus”. "Se il peccato di Eva fu quello della disubbidienza, la novella Maria, con la Sua perfetta ubbidienza, riparò questo peccato", sostiene Sant'Agostino. Fra tutti i più grandi Santi, solo l'ubbidienza di Maria fu perfetta.
"Gesù La onorò dall'eternità e La onorerà per l'eternità - afferma San Massimiliano Maria Kolbe -. Nessuno si avvicina a Lui, si rende simile a Lui, si salva, si santifica, se non onora Maria: nessuno, né un Angelo, né un uomo, né un altro essere".
Maria è l’Altissima, e mente umana non può comprendere quanto sia Potentissima. Sant'Anselmo dice: "Dio che creò ogni cosa, fece Se stesso da Maria e così tutto rifece".
La Vergine Madre ha detto alla mistica, Venerabile Maria d'Agreda: "Fui preparata dall'Altissimo per essere la Madre dell'Unigenito, e da questa Santa Maternità provengono alla Mia Anima tutte le perfezioni, le Grazie e i Doni. Appresi l'arte della perfetta Maternità quando nel Mio Seno il Mio dolce Bene dava istruzioni al Mio Cuore e insegnava alla Mia Anima; talvolta in colloqui dolcissimi Mi intrattenevo con Lui, e il Mio Amato si accostava alla «Fonte sigillata», e alle Mie orecchie sussurrava parole divine che nessun udito umano mai ha udito". Maria Santissima è l’Amata da Dio e la Prediletta di Dio da tutta l’eternità, la più grande di tutte le creature, perché Dio riversò su di Lei come pioggia fertile Grazie, Privilegi ed infinito Amore.
La Santa Chiesa, dice che non reca meraviglia, se presso i Santi Padri, c'era l'uso di chiamare la Madre di Dio: "La Tutta Santa; immune da ogni macchia di peccato; dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova Creatura; adornata fin dal primo istante della Sua Concezione dagli splendori di una Santità tutta singolare". Precisa Sant'Agostino, che "pur essendo così grande, Maria fu tanto umile, che meritò di diventare l’arcana Scala per la quale Dio discese in terra". "Sembra quasi che tra Maria e Dio si stabilisca una gara: più Dio innalza Maria più Lei Si abbassa nella Sua umiltà", afferma San Bernardo.
Maria è il Mare delle virtù di Dio, Colei che porta ogni bene, 1'Ostensorio di Dio, la Porta del Cielo, l'Arca di Dio, l'Inno dei Cieli, il Tempio dello Spirito Santo, l'Avvocata nostra, la Mediatrice e Dispensiera di Grazie.
Le meraviglie compiute da Dio in Maria sono state più numerose delle stelle del Cielo e più luminose del sole.
Per San Massimiliano "la Madonna è la più perfetta tra le creature, è stata elevata al di sopra delle creature, ed è una Creatura Divina in un modo ineffabile. Ella è strumento di Dio. Con piena consapevolezza Si lascia volontariamente condurre da Dio, Si conforma alla Sua Volontà, desidera solo ciò che Dio vuole. Opera secondo la Sua Volontà nel modo più perfetto possibile, senza il minimo difetto, senza alcuna deviazione della propria Volontà, dalla Volontà di Lui". "
“O Maria, il Figlio di Dio aspettava alla porta della Tua Volontà che Tu Gli aprissi - dice Santa Caterina da Siena -. Bussava alla Tua porta il Dio Eterno; ma se Tu non avessi aperto, Dio non Si sarebbe Incarnato in Te”.
"Tutte le generazioni Mi chiameranno Beata" (Lc.1,48), profetizzò Maria. Ma il popolo di Dio La invoca Beatissima, Santissima, Onnipotente per Grazia, Regina dell'Universo e Madre di Dio. Infatti, ogni cuore innamorato di Maria ripete insieme a Sant'Elisabetta: "Beata Te che hai creduto" (Lc.1,45).
In Maria la Grazia ricevuta, corrisponde ad una santità quasi infinita, ed è proporzionata all’Amore che Ella ebbe verso Dio. E Dio, essendo Onnipotente, adornò Maria di incalcolabili gemme preziose. Come Creatore Egli poteva creare una Creatura così Altissima sopra tutti gli Angeli; volle avere per Madre una Donna grandiosa; creò senza alcun interrogativo una Madre, che è Santissima ed umilissima: Maria di Nazareth.
Sì, Maria è la Casa d'oro e vivente dell'Incarnazione Divina. Maria è la Casa di santità, del sacrificio, di preghiera, la Casa di Dio. Ella è il Tesoro di tutti i beni celesti; il Tesoro di bontà e di Grazia. Maria è Creatura specialissima, creata con potenza, sapienza e bontà da Dio. Maria è la mistica Città di Dio, la Tesoriera del Cuore di Dio e la prima degli Eletti. È la Misericordia di Dio, in cui trovano riparo e salvezza i figli disperati. È il Giardino fiorito, da dove germogliò il Fiore più prezioso e più bello: Gesù. È l'Orto fruttuoso, che produsse quel Frutto Divino dolce e sazievole, che è l'Uomo-Dio.
Sì, per nostra consolazione e conforto, la Grandezza e la Dignità di Maria è senza uguale, fino a toccare i limiti dell'infinito, perché Lei è la MADRE DI DIO.
Estratto dal libro “MARIA, MADRE DI DIO”
Per richieste scrivere all’ASSOCIAZIONE CATTOLICA "GESU’ E MARIA”
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Telefono-Facsimile 091.8711669
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LE VIRTÙ DI
MARIA SANTISSIMA
(Dal libro “Le Glorie di
Maria” di sant’Alfonso Maria de Liguori)
Sant’Agostino dice che per ottenere con più sicurezza e abbondanza il favore dei Santi bisogna imitarli, perché vedendo che noi pratichiamo le virtù da loro esercitate, essi sono più portati a pregare per noi. Maria, la Regina dei Santi e la nostra prima Avvocata, dopo aver sottratto un’anima dagli artigli di Lucifero e averla unita a Dio, vuole che quest’anima cerchi di imitarla, altrimenti non potrà arricchirla delle Sue Grazie come vorrebbe, vedendola contraria ai suoi comportamenti. Perciò la Vergine chiama beati quelli che imitano diligentemente la sua vita: “E ora, figli, ascoltatemi! Felici quelli che osservano le mie vie” ( Pro 8, 32 ). Chi ama, o è simile o cerca di rendersi simile alla persona amata, secondo il celebre proverbio: “L’amore trova o fa uguali”…
La castità di
Maria
Dopo il peccato di Adamo, essendosi i sensi ribellati alla
ragione, la virtù della castità è per gli uomini la più difficile da
praticare. “Tra tutte le lotte, dice sant’Agostino, le più aspre sono le
battaglie della castità; il combattimento è quotidiano e la vittoria è
rara”. Sia sempre lodato il Signore che in Maria ci ha dato un grande
modello di questa virtù. A ragione, esclama il beato Alberto Magno, Maria è
chiamata “Vergine delle vergini perchè, per prima, senza il consiglio e
l’esempio di nessuno, offrendo la sua verginità a Dio, gli ha dato poi tutte
le vergini che l’hanno imitata”… Rara è la vittoria su questo vizio, come
abbiamo detto in precedenza con sant’Agostino perché non si praticano i
mezzi per vincere.
Tre sono i mezzi, come
dicono, con San Roberto Bellarmino, i maestri della vita spirituale: “Il
digiuno, la fuga dai pericoli e la preghiera”.
Per digiuno si intende la mortificazione, specialmente
degli occhi e della gola. Benché fosse piena della Grazia Divina, Maria
mortificava i suoi occhi al punto che li teneva sempre bassi e non li
fissava mai su nessuno. Così dicono sant’Epifanio e san Giovanni Damasceno e
aggiungono che sin da fanciulla era così modesta che suscitava l’ammirazione
di tutti…
Il secondo mezzo è la fuga dalle occasioni: “Chi evita le insidie sta al sicuro”. San Filippo Neri diceva: “Nella guerra dei sensi vincono i poltroni”, cioè quelli che fuggono le occasioni. Maria fuggiva il più possibile la vista degli uomini; perciò nella visita a santa Elisabetta, come nota Luca, “si mise in viaggio verso la montagna in fretta”. Un autore osserva che la Vergine lasciò la casa di Elisabetta prima che questa partorisse, come si deduce dal Vangelo: “Maria rimase con lei circa tre mesi, poi ritornò a casa sua. Giunse intanto per Elisabetta il tempo di partorire e diede alla luce un figlio” (Luca 1,56-57 ). Perché non aspettò il parto? Per evitare le conversazioni e le visite che avrebbero avuto luogo in quella casa.
Il terzo mezzo è la preghiera. “Sapendo che non avrei ottenuto diversamente ( la sapienza ) se Dio non la concede… mi rivolsi al Signore e lo pregai” ( Sap 8, 21 ). E la Vergine rivelò alla benedettina santa Elisabetta che non ebbe nessuna virtù senza fatica e senza una continua preghiera. San Giovanni Damasceno dice che Maria “è pura ed ama la purezza”. Perciò non può sopportare gli impuri. Ma a chi ricorre a Lei basterà invocare con fiducia il suo nome per essere liberato da questo vizio. Il venerabile Giovanni Avila diceva che molte persone tentate contro la castità hanno vinto grazie all’amore verso Maria Immacolata. Maria, purissima colomba, quanti sono nell’inferno per questo vizio! Signora, liberacene; fa’ che nelle tentazioni ricorriamo sempre a Te e t’invochiamo dicendo: “Maria, Maria, aiutaci”. Amen.
(Dal libro “Le Glorie di Maria” di sant’Alfonso Maria de Liguori)
Dal
“Catechismo della Chiesa Cattolica”
2521. La purezza esige il pudore. Esso è una parte integrante della temperanza. Il pudore preserva l`intimità della persona. Consiste nel rifiuto di svelare ciò che deve rimanere nascosto. È ordinato alla castità, di cui esprime la delicatezza. Regola gli sguardi e i gesti in conformità alla dignità delle persone e della loro unione.
2522. Il pudore custodisce il mistero delle persone e del loro amore. Suggerisce la pazienza e la moderazione nella relazione amorosa; richiede che siano rispettate le condizioni del dono e dell’impegno definitivo dell’uomo e della donna tra loro. Il pudore è modestia. Ispira la scelta dell’abbigliamento. Conserva il silenzio o il riserbo là dove traspare il rischio di una curiosità morbosa. Diventa discrezione.
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 febbraio 2006, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
"Cari figli, in questo tempo di grazia quaresimale vi invito ad aprire i vostri cuori ai doni che Dio desidera darvi. Non siate chiusi, ma con la preghiera e la rinuncia dite sì a Dio e Lui vi darà in abbondanza. Come in primavera la terra si apre al seme e porta frutto il centuplo, così il Padre vostro celeste vi darà in abbondanza. Io sono con voi e vi amo, figlioli, con amore tenero. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
Dal libro “Il Cardinale coraggioso: Colombo, il Sessantotto e l’aborto” – Dalla vita di Sant’Ambrogio
Presentazione del Card. Dionigi Tettamanzi
L’imperatore avanza lungo la navata centrale della chiesa in vesti dimesse, simbolo del suo stato di pubblico penitente. Si avvicina all’altare dove ad attenderlo c’è il Vescovo della Città. E’ il Natale del 390. Piange Teodosio, virile generale spagnolo che ha assunto la guida dell’Impero Romano dal 379. Piange Ambrogio, Vescovo di Milano, che ha intimato a Teodosio di chiedere pubblicamente perdono a Dio e al popolo.
Qualche mese prima, a Tessalonica, un alto ufficiale è stato assassinato. Avuta la notizia, l’imperatore Teodosio ordina una rappresaglia contro la popolazione inerme dei tessalonicesi. Ambrogio segue con trepidazione l’intera vicenda, e non manca di far sentire la sua voce. Dapprima ammonisce affinché sia evitato il delitto. Quando il fatto deplorevole è accaduto, propone la strada della penitenza.
Egli scrive in una lettera privata a Teodosio: “Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava”. E ancora: “Non si addice a un imperatore negare la libertà di parola né si addice a un vescovo tacere ciò che pensa… Perché in un vescovo non c’è nulla di così rischioso davanti a Dio e di così vergognoso davanti agli uomini quanto il non proclamare apertamente il proprio pensiero”. (Cfr. Gribaudi Editore, 2002, Milano, pag.111).
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dal 9 marzo 2006