Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

Alla Santissima Vergine Maria, Madre di Dio: alla piena di grazia, alla benedetta fra tutti i figli di Adamo; alla colomba, alla tortorella, alla diletta di Dio; onore del genere umano, delizia della Santissima Trinità; casa d’amore, esempio di umiltà, specchio di tutte le virtù; madre del bell’amore, madre della santa speranza e madre di misericordia; avvocata dei miseri, difesa dei deboli, luce dei ciechi e medicina degli infermi; ancora di confidenza, città di rifugio, porta del Paradiso; arca di vita, iride di pace, porto di salvezza; stella del mare e mare di dolcezza; paciera dei peccatori, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati; consolatrice degli afflitti, conforto dei moribondi ed allegrezza del mondo” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

 

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI:

GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDIUGORIE

NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto, ad Ancona e sino al colle ove poi sorse Loreto, quale “nuova Nazareth”. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona e Loreto, con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2008

Cari figli, con il tempo quaresimale voi vi avvicinate ad un tempo di grazia. Il vostro cuore è come terra arata ed è pronto a ricevere il frutto che crescerà nel bene. Figlioli, voi siete liberi di scegliere il bene oppure il male. Per questo vi invito: pregate e digiunate. Seminate la gioia e nei vostri cuori il frutto della gioia crescerà per il vostro bene e gli altri lo vedranno e lo riceveranno attraverso la vostra vita. Rinunciate al peccato e scegliete la vita eterna. Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto prodigiosamente la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

LETTERA INFORMATIVA n°103

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

L’AIUTO DI MARIA IMMACOLATA

- “MADRE DELLA VITA” -

NEL PIU’ GRANDE COMBATTIMENTO DELL’UMANITA’

(Apocalisse 12,1-18)

LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO

TELE MARIA – Emittente Televisiva Cattolica in Internet - www.telemaria.it

TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA

TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”

SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Venerdì, 25 gennaio 2008

CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Domenica, 26 gennaio 2013

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013

INIZIO ANNO 2013

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato.

(Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).  

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà.

E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni.

Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti.

Verità dolce, ma intatta, inviolata.

(Beato Pio IX)

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,

di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

Questa Lettera Informativa ti viene inviata con i testi a colori. per una migliore lettura si consiglia la stampa dei testi su carta. Queste pagine a colori sono in formato “Word” e si possono trasformare in modo autonomo in una lettura in bianco e nero, con le seguenti semplici manovre: andare su “MODIFICA”, fare “seleziona tutto”, poi cliccare sul pulsante destro del “mouse”, facendo comparire varie voci, tra cui “carattere”. Cliccando su "CARATTERE” e poi sui colori dei caratteri il "NERO", il testo diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se si vogliono togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "FORMATO" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

 

Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la città di Satana. Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana. Nessun periodo storico né nessuna istituzione sono dominanti esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate fino alla fine dei tempi. Alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro per tutti a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito (Sant’Agostino, La Città di Dio)

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO

“il più bello tra i figli dell'uomo” (Sal.44/45,3)

Si fece carne  

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni. Ma, su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l'amicizia sicura di Colui che è la vita”

(Benedetto XVI, Omelia dell’8 gennaio 2006)

 

Lettera di Giovanni Paolo II a Mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, 15 agosto 1993

Il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita di tutto il popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio (…), possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità. Possa questo Santuario di Loreto essere sempre come una finestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane, annunzianti la santificazione delle anime, delle famiglie, dei popoli. La Vergine Lauretana dall’alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli (…)”.

 

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DALLA PRIMA LETTERA AI CORINTI (15,1-11)

Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

 

SAULO, SAULO, PERCHE’ MI PERSEGUITI? (Atti 9,4)

Chi perseguita la Chiesa, perseguita Cristo

 

IL CORAGGIO DELLA VERITA’

PAOLO VI, discorso al Sacro Collegio del 18 maggio 1970

Oggi, una grande grazia noi dobbiamo implorare con fervore dallo Spirito Santo. L’ora che suona al quadrante della storia esige effettivamente da tutti i figli della Chiesa un grande coraggio, e in modo tutto speciale il coraggio della verità, che il Signore in persona ha raccomandato ai suoi discepoli, quando ha detto: «Che il vostro sì sia sì, il vostro no, no» (cfr. Mt.5,37). (…) Il coraggio della verità si impone più che mai ai cristiani, se vogliono essere fedeli alla loro vocazione di dare un’anima a questo mondo nuovo che si sta cercando. Che la nostra fede a Cristo sia senza incrinature, in questa nostra epoca contrassegnata, come quella di Sant’Agostino, da una vera «miseria e penuria di verità» (Serm.11,11; Miscellanea Agostiniana 1930, p.256). (…)  Il coraggio di proclamare la verità è anche la prima e indispensabile carità che i pastori di anime debbono esercitare. Non ammettiamo mai, anche sotto il pretesto della carità verso il prossimo, che un ministro del Vangelo annunci una parola puramente umana. Ne va di mezzo la salvezza degli uomini. (…) Noi vogliamo fare appello a tutti i pastori responsabili affinché alzino la loro voce quando è necessario, con la forza dello Spirito Santo (cfr. At.1,8), per chiarire ciò che è torbido, raddrizzare ciò che è distorto, riscaldare ciò che è tiepido, riconfortare ciò che è debole, illuminare ciò che è tenebroso. Questa, più che non mai, è l’ora della chiarezza per la fede della Chiesa.

 

IO PORRO’ INIMICIA TRA TE E LA DONNA, TRA LA TUA STIRPE E LA SUA STIRPE:

QUESTA TI SCHIACCERA’ LA TESTA E TU LE INSIDIERAI IL CALCAGNO

(Genesi 3,15)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

SAULO, SAULO, PERCHE’ MI PERSEGUITI? (Atti 9,4)

Chi perseguita la Chiesa, perseguita Cristo

 

L’IMPEDIMENTO ALLA VISITA DEL PAPA ALL’UNIVERSITA’ “LA SAPIENZA” di Roma del 17 gennaio 2008

«oggetto di un gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale».

(Presidenza “Conferenza Episcopale Italiana”)

«la minaccia contro il Papa è un evento drammatico, culturalmente e civilmente»

(Quotidiano “L’Osservatore Romano”)

 

GLI OLTRAGGI E GLI ATTACCHI AL PAPA

“Vicario di Cristo” e “dolce Cristo in terra”

NELL’IMPEDIRGLI DI PARLARE ALL’UNIVERSITA’ “LA SAPIENZA” DI ROMA IL 17 GENNAIO

CON IL GOVERNO ITALIANO INERTE E SILENZIOSAMENTE CONNIVENTE

E L’IMMEDIATO “GIUDIZIO DIVINO” CON LA CADUTA DEL GOVERNO PRODI

(il peggiore Governo Italiano nel legiferare contro la vita, contro la famiglia, e contro la Chiesa)

Cfr. le sottostanti LETTERE INFORMATIVE de “LA VOCE CATTOLICA”

www.lavocecattolica.it/lettera30marzo2006.htm

www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm

 

TU SEI STATO PESATO SULLE BILANCE E SEI STATO TROVATO MANCANTE.

DIO HA COMPUTATO IL TUO REGNO E GLI HA POSTO FINE.

(cfr. Dan.5,26-27)

 

PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA LAURETANA

PER L’ITALIA

        

         Signora e Madre di Dio, di quante grazie e favori colmasti l'Italia, mia Patria, nel corso dei secoli! Eppure il mio cuore si sente pieno di tristezza e di apprensione nel considerare le condizioni in cui essa oggi si trova. Nel pensare che questa Penisola, in cui il tuo Divin Figlio incastonò come una gemma di inestimabile valore la Cattedra di Pietro, stabilendola nella città di Roma; la penisola in cui, per un disegno tuo e del tuo Divin Figlio venne trasportata miracolosamente la Santa Casa di Nazareth a Loreto; in cui vive un popolo che diede alla Chiesa e alla civiltà cristiana in Europa grandi Santi e benefattori dell’Umanità: ora però l’Italia si trova ridotta alle tristissime condizioni di oggi! Come non pensare, o Madre, che quando manifestasti a Fatima la tua tristezza per le condizioni del mondo di allora e la tua apprensione per ciò che sarebbe accaduto se gli uomini non avessero fatto penitenza, l'Italia sarebbe divenuta una delle maggiori ragioni della tua tristezza ed uno dei destinatari del tuo appello alla penitenza? Frattanto i motivi della tua tristezza per noi non hanno fatto che aggravarsi, mentre il nostro spirito di penitenza con il tempo non ha fatto che diminuire, fino a giungere alla estrema pochezza in cui oggi si trova.

         Senza un intervento speciale della grazia sull'Italia, nulla si può sperare; ma in compenso, con questo intervento si può sperare tutto: sperare per l'Italia, sperare per l'Europa, sperare per il mondo. La Provvidenza ha dato infatti alla nostra Nazione i mezzi per influenzare profondamente tutto il Continente Europeo, e l'Europa è tutt’oggi la grande tribuna dall'alto della quale il pensiero umano si rivolge a tutti i popoli della terra. Che gloria sarebbe per te, Signora, se l'Italia si convertisse sinceramente e profondamente con una conversione totale che la rendesse a te più familiare e più sottomessa di quanto lo è stata persino nei tempi più aurei della sua storia!

         O Madre, torna fra noi! Richiama l'Italia affinché essa ritorni a te e al tuo Divin Figlio Gesù! Unisciti sempre di più all'Italia ed unisci sempre di più l'Italia a te.

         O Madre, ricordati dell'Italia, nazione da te tanto prediletta e che riempisti di tanta dolcezza. Infondile nostalgia di te, poiché sono certo che tu hai nostalgia di lei; ritorna al più presto in Italia, mediante il regno della tua grazia, per trasformarla in un grande strumento della Restaurazione del tuo Regno nel mondo e della “Civiltà dell’Amore”.

         Amen.

Pater, Ave, Gloria

 

Preghiera a San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme a quello della tua Santissima Sposa. Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri  ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia l'eletta prole di Gesù Cristo. Allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorbano il mondo; assistici propizio dal Cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore. E come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e copri ciascuno di noi con il tuo continuo patrocinio, affinché, con il tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in Cielo. Amen.

 

IL PIU’ GRANDE COMBATTIMENTO

CHE L’UMANITA’ ABBIA MAI AVUTO

“LA LOTTA FINALE TRA IL VANGELO E L’ANTIVANGELO”

Il cardinale Dias a Lourdes

Le apparizioni mariane
per salvare l'uomo dal peccato

L'apparizione della Vergine a Lourdes, come le altre apparizioni mariane, "rientra nella lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male, cominciata all'inizio della storia umana e che proseguirà fino alla fine". Lo ha detto il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, durante la Messa celebrata l’8 dicembre 2007 a Lourdes per inaugurare, come inviato speciale del Papa, l'Anno celebrativo del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni.

Anzi “questa lotta - ha aggiunto il cardinale - è ancora più accanita che ai tempi di Bernadette. Il mondo si trova terribilmente irretito nella spirale di un relativismo che vuole creare una società senza Dio; di un relativismo che erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo; e di una indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte al bene superiore delle cose che riguardano Dio e la Chiesa”. E ancora:  “Questa battaglia fa innumerevoli vittime nelle nostre famiglie e tra i nostri giovani”. Il cardinale ha poi ricordato quanto il Cardinale Wojtyla disse pochi mesi prima della sua elezione alla Cattedra di Pietro:  "Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l'umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l'abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l'anti-chiesa, tra il Vangelo e l'antivangelo". Parole, ha aggiunto il cardinale Dias, che trent'anni dopo risuonano come profetiche, peraltro preannunciate proprio dalle apparizioni mariane "insieme con la rovina spirituale di certi Paesi, l'affievolimento della fede, le difficoltà della Chiesa e l'aumento dell'azione dell'anticristo, con i suoi tentativi di rimpiazzare Dio nella vita degli uomini". Ma proprio per questo "è discesa dal cielo una Madre - ha aggiunto -preoccupata per i suoi figli che vivono nel peccato, lontani da Cristo".

Nella grande basilica sotterranea di San Pio X lo ascoltano migliaia di fedeli provenienti da diversi Paesi del mondo per non mancare al solenne appuntamento con la celebrazione dell'anniversario di "quelle apparizioni - avverte il cardinale Dias - vere e proprie irruzioni mariane nella storia del mondo, che segnano l'entrata decisiva della Vergine nel pieno delle ostilità tra lei e il diavolo, come è descritto nella Genesi e nell'Apocalisse".

Per questo motivo il Prefetto ha invitato i fedeli a non abbassare la guardia "qui a Lourdes come in tutto il mondo. La Madonna sta tessendo una rete di suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del maligno e per preparare la vittoria finale del suo divino figlio Gesù Cristo". Ella dunque "ci chiama anche oggi ad entrare nella sua legione, per combattere contro le forze del male".

Le armi da usare in questa lotta dovranno essere "la conversione del cuore, una grande devozione verso la santa Eucaristia, la recita quotidiana del santo Rosario, la preghiera costante e senza ipocrisie, l'accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo".

"La vittoria finale - ha concluso il cardinale Dias la sua omelia - sarà di Dio. E Maria combatterà alla testa dell'armata dei suoi figli contro le forze nemiche di Satana, schiacciando il capo del serpente".

Terminata la celebrazione della messa il cardinale ha guidato il lungo corteo processionale che, entrando nel santuario dalla porta Saint Michel, ha fisicamente inaugurato la peregrinatio del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni.

 

LA VITA VINCERA

La vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza.

Sì, vincerà la vita, perché dalla parte della vita stanno la verità, il bene, la gioia, il vero progresso.

Dalla parte della Vita è Dio, che ama la vita e la dona con larghezza»

(Giovanni Paolo II - Discorso ai Partecipanti alla VII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 3 marzo 2001)

 

LE PARETI DELLA SANTA CASA

“TESTIMONI” DELL’INCARNAZIONE IN MARIA,

“MADRE DELLA VITA”

dall’insegnamento di Giovanni Paolo II

nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 dicembre 1994 nella circostanza del VII Centenario della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth

            Le pareti della sua Casa [di Maria] udirono le parole dell'angelico saluto ed il successivo annuncio del progetto divino. Le pareti naturalmente non odono, perché non hanno vita, nondimeno sono testimoni di ciò che viene detto, testimoni di ciò che avviene al loro interno. Dunque, furono testimoni… [...]. Udirono che l'Angelo, rassicurando la Vergine di Nazareth, disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell'Altissimo” (Lc.1,30-32). E quando Maria domandò: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc.1,34), il messaggero celeste spiegò: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc.1,35).    (…)

            Il Figlio di Dio fu concepito nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo e nacque nella notte di Betlemme. La casa di Nazareth fu testimone di questo mistero, il più grande mistero nella storia, che troverà il suo compimento negli eventi pasquali. (…).

 

IO PORRO’ INIMICIZIA TRA TE E LA DONNA,

TRA LA TUA STIRPE E LA SUA STIRPE;

QUESTA TI SCHIACCERA’ LA TESTA E TU LE INSIDIERAI IL CALCAGNO (Gen.3,15)

 

            Il Verbo arrivò ad incarnarsi in un grembo (nel grembo di Maria). Il grembo di Maria è la porta attraverso la quale Cristo entrò nel mondo. “Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc.1,34-35).

            Quando nostro Signore entrò nel mondo, lo fece nella maniera più umile. Giunse ad essere un piccolo essere non ancora nato, il piccolo Gesù non ancora nato, nuotando mentre si succhiava il pollice nel grembo di una Donna. Il Demonio tramò contro la sua vita, ma fallì. Il grembo di Maria, protesse il corpo ed il sangue di Gesù dagli elementi esterni. Il potente Dio, che aveva dato a Maria la sua vita, dipendeva adesso dal suo grembo per sopravvivere! Ella non si sentiva superiore a Dio per questo motivo, poiché era la sua serva, “sono la serva del Signore” - disse Maria – “avvenga di me quello che hai detto”. E l'angelo partì da lei (Lc.1,38).

            L'Apocalisse, al capitolo 12, ci dice che quando la Incarnazione di nostro Signore fu rivelata a Satana, egli  respinse l'idea dell'Incarnazione del Verbo. Satana ne fu disorientato!... Come, in tutto il creato, l'onnipotente Dio ha potuto umiliarsi fino a diventare un essere umano, la casta più bassa degli esseri spirituali, i cui corpi sono inferiori agli angeli, che sono puro spirito? Come, in tutto il creato, Egli ha deciso di entrare in un corpo di carne ed ossa, per servire invece di governare? Come, in tutto il creato, l'Onnipotente ha potuto permettere a se stesso di rimanere limitato in un bozzolo, nel grembo di carne di una creatura inferiore? Come può Dio, stando al di sopra della donna, mettersi al servizio della donna, nel momento in cui Gesù, figlio di Maria, la onora come Madre?  “Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora»” (Gv.2,3). Sì, Maria: il Potente Re ha parlato. Tuttavia, Maria ignora le Sue parole: “La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà»” (Gv.2,5). E Gesù fa il miracolo. Egli obbedì a Sua Madre, da buon figlio quale era. Non era la Sua ora, ma Maria intercede per la coppia e Dio cambia la maniera di realizzare il Suo piano. Sì, Signore Gesù, Tua Madre ha parlato: “Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc.2,51-52). Quando Maria intercede per qualcuno, Gesù ascolta Sua Madre.... e lo considera, anche se il favore che Maria chiede non è nei Suoi piani... Egli lo considera, a causa dell'alto rispetto che ha verso Sua Madre.

            Quando lo Spirito Santo ricoprì Maria con la Sua ombra, Ella divenne Sua sposa, ed il Suo grembo diventò un tabernacolo, il tabernacolo dei tabernacoli perchè ospitò Dio nella Sua divinità, anima, carne ed ossa.  Il Suo grembo divenne la suprema arca dell'alleanza, perchè contenne la carne di Cristo, il vero Pane del Cielo. “Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo»” (Mc.14,22). Il Suo grembo divenne il Calice dei Calici, che contenne il sangue di Cristo: “Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio»” (Mc.14,23-24).

            Gesù non ancora nato è il Re dei Re e Maria è la Madre Regina delle madri regine: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto” (Ap.12,1-2).  Tuttavia, il ruolo di questa Madre Regina non è di governare al di sopra di Gesù, ma di servirLo.

            C'è una triplice relazione fra Maria e Dio.  Ella è la figlia perfetta obbediente al Padre. Ella è la sposa perfetta obbediente allo Spirito Santo. Ella è la madre perfetta del Figlio. Con Gesù, ella ebbe autorità solo quando ricopriva il ruolo di madre. Maria era inferiore a Gesù nelle questioni religiose, però rimaneva al di sopra di Lui nelle questioni familiari. Satana, quando lo seppe, non poteva accettare una tale rivelazione. Egli non si sarebbe inchinato né l'avrebbe benedetta secondo la profezia di Maria, dato che Ella era una creatura tanto inferiore.

            “Allora Maria disse: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.  Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome…” (Lc.1,46-49). E per molte generazioni, la Chiesa Cattolica  sconfigge il Diavolo ripetendo le parole gioiose che vennero pronunciate dinanzi ad Elisabetta, ed in  questa preghiera,  la Chiesa condivide l'allegria che provarono il piccolo Giovanni Battista non ancora nato e  Sua madre: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?   Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore»”. (Lc.1.41-45).  “Ave Maria, piena di grazia” disse l'Angelo Gabriele a Maria, “il Signore è con Te,” ed aggiunse: “Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il figlio del Tuo grembo, Gesù”; disse Elisabetta: “... benedetto è il figlio del tuo grembo, Gesù”: “... il frutto del grembo di Maria. “Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori.”  Nello stesso modo in cui intercedesti per la giovane coppia di sposi di Cana. E, amatissima Maria, prega per noi “adesso e nell'ora della nostra morte, Amen”.

            “... Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.” (Ap.12,3-4).  Era importante per il Diavolo distruggere Gesù, per provare a Dio che aveva commesso un errore.  In fin dei conti, un Dio non deve mescolarsi con creature inferiori, ma solo con i Serafini della casta più alta degli angeli (com'era Satana prima di essere scacciato dal Cielo).

            In fin dei conti,  il Diavolo sentiva che era “il Figlio di Dio” perchè era lo Spirito più alto di tutti.  Solo Dio era più in alto di Lui.  Egli perse la ragione a causa del suo orgoglio e della sua gelosia. Dio presenta agli angeli una donna “...vestita di sole...” (Ap.12,1), come Regina del cielo (sotto il dominio di Dio, naturalmente!): “... sul suo capo una corona di dodici stelle...” (Ap.12,1), che sovrasta l'antico simbolo della regalità, la luna. Una Donna che tutto il creato (Gabriele, Elisabetta e tutte le generazioni) chiama Beata. E dentro il grembo di questa donna, Dio presenta Gesù non ancora nato “Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro” (Ap.12,5).

            E l'Inferno si mette in azione. La prima cosa che fece il Diavolo dopo questa rivelazione fu di convincere il maggior numero di angeli che Dio stava sbagliando, che il Creatore era impazzito. “...Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra...” (Ap.12,3-4). “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo” (Ap.12,7-8).

            Il Diavolo odia il grembo di Maria, la porta attraverso cui Dio entrò nell'umanità.  Egli odia il grembo di Maria e tutti i grembi fatti ad immagine e somiglianza del benedetto grembo di Maria.  Egli convince molte donne ad abortire per dissacrare questi santi luoghi dove lo Spirito Santo infonde la sua forza creatrice, quando dona la vita. Allora egli perseguitò la donna ed il suo bambino: “...Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il bambino appena nato” (Ap.12,3-4). “...Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio” (Ap.12,13).

            Egli tentò Erode, convincendolo ad uccidere tutti quei bambini, i Santi Innocenti, per distruggere il Messia. Però alla Donna Dio diede “... un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio" (Mt.2,13-15). 

            Possiamo dire, ora più che mai, che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Noi possiamo esserne più che certi, poiché Cristo divenne uno di noi nello stesso modo in cui noi diventiamo esseri umani. Un attacco contro un essere umano è un attacco contro l'immagine di Cristo. Dio divenne un bimbo non ancora nato, "Gesù non ancora nato". Ciò significa che ogni essere non ancora nato è fatto ad immagine e somiglianza di Dio in tutte le sue tappe dello sviluppo.  Gli attacchi contro i bambini non ancora nati sono attacchi contro persone create ad immagine e somiglianza di Dio, sono attacchi contro lo stesso Dio, un attacco contro Gesù non ancora nato e contro lo Spirito Santo, il Signore che crea e dà la vita.

Testo tratto dall’indirizzo Internet: www.unbornjesus.com/Italian/MarysWomb/IMaryswmb.htm

 

LA GRANDE MORATORIA

CONTRO L’UCCISIONE DEI BAMBINI NON NATI

promossa dal “laico” Giuliano Ferrara

Questo è un appello alle buone coscienze che gioiscono per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, votata ieri all’Onu da 104 paesi. Rallegriamoci, e facciamo una moratoria per gli aborti. Infatti per ogni pena di morte comminata a un essere umano vivente ci sono mille, diecimila, centomila, milioni di aborti comminati a esseri umani viventi, concepiti nell’amore o nel piacere e poi destinati, in nome di una schizofrenica e grottesca ideologia della salute della Donna, che con la donna in carne e ossa e con la sua speranza di salute e di salvezza non ha niente a che vedere, alla mannaia dell’asportazione chirurgica o a quella del veleno farmacologico via pillola Ru486. Questi esseri umani ai quali procuriamo la morte legale hanno ciascuno la propria struttura cromosomica, unica e irripetibile. Spesso, e in questo caso non li chiamiamo “concepiti” ma “feti”, hanno anche le fattezze e il volto, che sia o no a somiglianza di Dio lo lasciamo decidere alla coscienza individuale, di una persona. Qualche volta, è accaduto di recente a Firenze, queste persone vengono abortite vive, non ce la fanno nonostante ogni loro sforzo, soccombono dopo un regolare battesimo e vengono seppellite nel silenzio. La pena di morte per la cui virtuale moratoria ci si rallegra oggi è di due tipi: conseguente a un giusto processo o a sentenze di giustizia tribale, compresa la sharia. Sono due cose diverse, ovviamente. Ma la nostra buona coscienza ci induce a complimentarci con noi stessi perché non facciamo differenze, e condanniamo in linea di principio la soppressione legale di un essere umano senza guardare ai suoi motivi, che in qualche caso, in molti casi, sono l’aver inflitto la morte ad altri. Bene, anzi male. Il miliardo e più di aborti praticati da quando le legislazioni permettono la famosa interruzione volontaria della gravidanza riguarda persone legalmente innocenti, create e distrutte dal mero potere del desiderio, desiderio di aver figli e di amare e desiderio di non averli e di odiarsi fino al punto di amputarsi dell’amore. E’ lo scandalo supremo del nostro tempo, è una ferita catastrofica che lacera nel profondo le fibre e il possibile incanto della società moderna. E’ oltre tutto, in molte parti del mondo in cui l’aborto è selettivo per sesso, e diventa selettivo per profilo genetico, un capolavoro ideologico di razzismo in marcia con la forza dell’eugenetica. Rallegriamoci dunque, in alto i cuori, e dopo aver promosso la Piccola Moratoria promuoviamo la Grande Moratoria della strage degli innocenti. Si accettano irrisioni, perché le buone coscienze sanno usare l’arma del sarcasmo meglio delle cattive, ma anche adesioni a un appello che parla da solo, illuministicamente, con l’evidenza assoluta e veritativa dei fatti di esperienza e di ragione.

(GIULIANO FERRARA, da  IL FOGLIO, 19 dicembre 2007

 

MESSAGGIO DI ADESIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

www.lavocecattolica.it www.telemaria.it

AL DIRETTORE DE “IL FOGLIO” GIULIANO FERRARA

----- Original Message -----

From: giorgio.nicolini@poste.it

To: lettere@ilfoglio.it

Sent: Saturday, January 12, 2008 1:44 AM

Subject: Adesione alla moratoria sull'aborto

Ancona, 12 gennaio 2008

Caro Ferrara,

    aderisco con viva gratitudine al Suo appello e, come credente, La voglio rassicurare anche del mio ricordo nella preghiera al Signore, perché gli dia Luce e Forza nel sostenere la Sua battaglia.

    In allegato, mi permetto di inviarLe un testo scientifico di Domenico Ravalico, di una trentina di anni fa, ormai fuori commercio, ma molto bello e profondo, e sempre attuale. Ho cercato di rintracciare i discendenti di Domenico Ravalico, per una eventuale concessione ad una ripubblicazione del libro, ma non sono riuscito a rintracciarli. Ho allora pubblicato il testo nel mio Sito Internet, all'indirizzo www.lavocecattolica.it/verita.della.creazione.htm  Sarei molto lieto se Lei fosse in grado di interessarsi ad una ripubblicazione di quel libro od anche ad una pubblicazione a puntate ne IL FOGLIO. Sarebbe un arricchimento "scientifico" per molti e agevolerebbe il dialogo tra "scienza e fede", che non sono in nulla in contrasto, ma l'una arricchente l'altra.

    In altri due messaggi successivi Le invio altri due allegati, ove può trovare spunti alla "causa" della salvezza dei "bambini non nati".

Cfr. www.lavocecattolica.it/lettera.presidente.repubblica.html

Cfr. www.lavocecattolica.it/memoria.liturgica.htm

    Un testo riguarda l'istituzione nella Chiesa di una Memoria Liturgica dei SANTI NON NATI, sottoposta al vaglio dell'ex-Card. Ratzinger, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e poi approvato successivamente dopo essere stato eletto Papa, attraverso la Commissione Teologica appositamente costituita. Il Santo Padre Benedetto XVI - mi è stato attestato - apprezza molto quanto scrivo. Il testo che Le invio ha anche contribuito al superamento delle "difficoltà teologiche" riguardo alla non-esistenza del Limbo, dottrina che ora fa parte del Magistero Ordinario della Chiesa (cfr. www.lavocecattolica.it/memoria.liturgica.htm).

    RassicurandoLa di tutto il mio appoggio, la mia gratitudine e la mia simpatia nella battaglia in difesa della vita, La saluto con viva cordialità, augurandoLe ogni bene.

Prof. GIORGIO NICOLINI
Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

 

LA MORATORIA E’ GIA’ ALL’ONU - VIA AI COMITATI LOCALI.

www.fratelloembrione.it

La moratoria sugli aborti è già arrivata all’ONU. Giuliano Ferrara ha inviato una richiesta di moratoria al Segretario Generale delle Organizzazione delle Nazioni Unite e ai capi di Stato chiedendo l’emendamento della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo con l’inserimento tra i diritti quello a nascere. E adesso è il momento della costituzione dei comitati locali a supporto della moratoria e dei cartelli nazionali per la moratoria.

 

LA VITA VINCERA

La vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza.

Sì, vincerà la vita, perché dalla parte della vita stanno la verità, il bene, la gioia, il vero progresso.

Dalla parte della Vita è Dio, che ama la vita e la dona con larghezza»

(Giovanni Paolo II - Discorso ai Partecipanti alla VII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 3 marzo 2001)

 

Il Cardinale Bagnasco: la vita è un dono e nessuno può soffocarla

Il Presidente della CEI sostiene la moratoria sull’aborto e loda il Movimento per la Vita


ROMA, lunedì, 21 gennaio 2008 (www.zenit.org).

Nel corso della prolusione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), svolta a Roma questo lunedì, il Cardinale Angelo Bagnasco ha appoggiato la moratoria sull’aborto spiegando che la vita è un dono e nessuno può soffocarla.

Il Presidente della CEI ha sostenuto che dopo la moratoria contro la pena di morte era “inevitabile che (…) si ponesse l’attenzione ad un’altra gravissima situazione di sofferenza del nostro tempo qual è, con l’aborto, l’uccisione di esseri innocenti e assolutamente indifesi”. Il porporato ha ricordato che, come già avvertito nella Costituzione Conciliare “Gaudium et Spes”, il delitto di aborto è “abominevole di per sé, ed è un’ingiustizia totale”. Per questo motivo, ha continuato il porporato: “Come non valutare benefica la discussione che, nel nostro Paese, si è aperta nel corso delle ultime settimane, e come non essere grati a chi per primo, da parte laica, ha dato evidenza pubblica alla contraddizione tra la moratoria che c’è e quella che fatichiamo tanto a riconoscere?”.

Il Presidente della CEI ha quindi ringraziato il Movimento per la Vita per non essersi mai rassegnato ad accettare l’aborto e per aver “cercato di promuovere un’iniziativa amica delle donne che le aiuti nella decisione, talora faticosa, di accettazione dell’esistenza diversa da sé che ormai è accesa in grembo”. L’Arcivescovo di Genova ha anche ricordato che la CEI con la Giornata per la Vita, che si svolge da trenta anni, esattamente dal giorno in cui è stata approvata la legge 194 che regola l’interruzione di gravidanza, ha contribuito a “quell’allerta culturale per la quale la vita umana non può mai, in alcun caso, in alcuna situazione, per alcun motivo, essere disprezzata o negletta”.

Il Cardinale Bagnasco ha precisato che da parte della Chiesa non esiste alcuna “intenzionalità bellica” ed ha detto che “la vita è dono, e che non è nella disponibilità di alcuno manometterla o soffocarla”. “Quella della vita è una grande causa – ha sottolineato il porporato –, la causa che ci definisce e ci qualifica, alla quale noi Vescovi vorremmo che, prima o poi, si associassero davvero tutti”.

Parlando come cittadino italiano, l’Arcivescovo di Genova ha quindi chiesto “l’aggiornamento di qualche punto della legge”, pur ribadendo che come Vescovi “non ci può mai essere alcuna legge giusta che “regoli” l’aborto”. A questo proposito il Cardinale Bagnasco ha suggerito che i fondi previsti dalla legge 194, all’art. 3, magari accresciuti da apporti delle Regioni, “siano dati in dotazione trasparente ai consultori e ai centri – comunque si chiamino – di aiuto alla vita”. A questo proposito il Presidente della CEI ha sottolineato l’insegnamento dell’esperienza, secondo cui “già pochi mezzi forniti per un primo intervento sono talora sufficienti per dare ascolto alle donne, aiutarle a riconoscere la propria forza, a non sentirsi così sole in una comunità che non può continuare a considerare la maternità un lusso privato e l’aborto una forma di risposta sociale”.

Sul fronte sociale, l’Arcivescovo di Genova ha lamentato l’aggravamento delle condizioni economiche di molte famiglie, rilevando lo stato di bisogno nel quale sono caduti molti nuclei familiari. Secondo i dati raccolti nell’ultimo rapporto della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia “avere tre figli da crescere comporta un rischio di povertà pari al 27,8%, valore che nel Sud sale al 42,7%”. Lo stesso rapporto evidenzia che “il passaggio da tre a quattro componenti, espone 4 famiglie su 10 alla possibilità di essere povere, mentre 5 o più componenti aumentano il rischio di povertà del 135%”. “Di fatto – sottolineava la stessa Caritas – l’Italia incoraggia le famiglie a non fare figli”. Rispetto a questa situazione, il Presidente della CEI ha criticato l’azione di governo perché “attraverso la legge finanziaria ha dato risposte assai parziali come il bonus – pure importante − per gli incapienti”. “A fronte di misure positive volte alla generalità dei contribuenti, quali gli sconti per i proprietari di abitazione e per gli affittuari a basso reddito – ha aggiunto il porporato –, è urgente una strategia incisiva d’intervento strutturale volta al sostegno della famiglia nei suoi compiti di allevamento e cura dei figli”. Circa la cura della maternità e il sostegno alla famiglia, il Cardinale Bagnasco ha concluso sostenendo che “è sempre possibile lavorare insieme perché forme concrete di solidarietà trovino spazio, e anche nel campo della maternità non prevalga definitivamente la solitudine, l’estraneità sociale, il disinteresse”.

 

Monsignor Sgreccia sostiene la moratoria sull’aborto

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 10 gennaio 2008 (www.zenit.org).

In una riflessione inviata alla redazione di ZENIT, monsignor Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sostiene la proposta di moratoria sull’aborto e auspica che essa possa suscitare un nuovo atteggiamento nei Paesi dove è praticata l’interruzione di gravidanza.

Segue la riflessione di monsignor Sgreccia:

Due fatti positivi e carichi di novità hanno rischiarato il cielo di speranza in queste giornate natalizie sempre cariche di attese ma anche di sofferenze in varie parti del mondo. Due notizie che interessano il nostro Paese, l'Italia, ma si stanno ripercuotendo nel mondo intero: la moratoria sulla pena di morte che, partita dall'iniziativa laica e cattolica, dall'Italia ha raggiunto un giudizio positivo nell'Assemblea delle Nazioni Unite e la richiesta, sempre partita dall'Italia, di una nuova riflessione sull'aborto che susciti un nuovo atteggiamento in tutto il mondo ove sono in vigore leggi simili alla nostra 194 e, più ancora, ovunque sia praticato l'aborto clandestino o legalizzato che sia.

«Che nessuno uccida Caino!»: con questa parola biblica è partita la prima vittoriosa protesta in favore della vita di chi si fosse reso colpevole anche di delitti gravi. Che non si versi più il sangue di Abele, si è ripetuto, che «grida verso il cielo». Questo secondo messaggio è pure esigenza del diritto alla vita di ogni essere innocente. A mio avviso, nonostante qualche protesta e accusa di ritorno al passato per la cosiddetta «intangibilità» della legge, questa ondata a favore del diritto alla vita non si fermerà e dobbiamo fare del tutto perché si affermi in Italia e nel mondo: è un impegno degno di ogni uomo di coscienza e doppiamente doveroso per ogni coscienza religiosamente ispirata.

Le motivazioni e le radici che danno vigore a questa speranza sono molte. Anzitutto è una questione di giustizia! Nessuno - è stato detto e ripetuto da parte di laici di chiara notorietà - ha diritto di sopprimere un altro individuo umano e se è giusto rispettare la vita del colpevole, sia anche e ancor di più rispettata quella dell'innocente. Se è vero, come sembra, che in Italia la maggior parte delle interruzioni di gravidanza sono dovute a motivazioni di controllo delle nascite, perché non ritoccare la legge, affinché sia più coerente con se stessa e più vicina alla giustizia?

In secondo luogo è un'esigenza della pace: la prima pace, quella che si fonda sulla giustizia (opus iustitiae pax), è quella che rispetta la vita, ferma la mano del boia e arresta anche l'atto che strappa alla vita un bimbo innocente che attende di nascere. La decisione di chi rispetta la vita e di chi aiuta a rispettare il diritto alla vita è il primo no alla guerra. Sarà più facile, dopo, insegnare il rispetto dell'innocenza, della fragilità dei bambini e dei malati gravi, sarà più facile e logicamente spiegabile il rispetto dell'ambiente che è la casa e il patrimonio delle generazioni future e di ogni cittadino.

C'è un'istanza di solidarietà. Si dice che la nostra Costituzione, quella italiana che ha compiuto in questi giorni 60 anni, è una Costituzione ispirata alla solidarietà e più articoli confermano questo carattere; allora per tutti gli aborti che sono suggeriti dalla miseria o dalla mancanza di lavoro, perché non far agire la solidarietà dello Stato e almeno le organizzazioni del volontariato. Queste morti provocate riguardano spesso specialmente gli ambienti dell'immigrazione e della emarginazione.

C'è una ragione più concreta ancora che è quella della economia e della sopravvivenza demografica delle nostre popolazioni occidentali. Il primo «capitale» che serve per l'economia - lo hanno scritto economisti premi Nobel come Beker - e che garantisce una buona economia, è costituito dal «capitale umano». L'Europa (e non solo l'Italia) è demograficamente in declino ed economicamente è a rischio. Dobbiamo ringraziare gli immigrati che in qualche misura rallentano questo declino. Mancano milioni di persone nel mondo della produttività, perché soltanto in Italia in questi 30 anni della 194 gli individui soppressi con l'aborto sono stati quasi 5 milioni. C'è anche un dovere verso la scienza che porta a modificare la legge non soltanto perché la legge è inadeguata nel definire la vivibilità del feto, ma perché la scienza conferma che l'essere umano dal momento del concepimento è un individuo umano.

Ci sono ragioni cogenti per chi ragiona con la testa, con il cuore, con la coscienza ed anche con l'economia. Ma si dice che c'è l'istanza della libertà della donna, dell'autonomia della madre: noi sappiamo - tutti lo sanno - che per la donna l'aborto è una sofferenza e una sconfitta della sua maternità. Chi aiuta la libertà della donna ad accogliere liberamente e responsabilmente la vita del figlio, lavora anche e prima di tutto a vantaggio del bene della donna. Perché la libertà vera è quella che rispetta il bene di tutti, adulti e nascituri. Peraltro sopprimere la vita è togliere le radici della libertà di chi viene soppresso. È questo il momento in cui la legge può e deve incoraggiare l'uso responsabile della libertà. Non si tratta di un ritorno indietro, ma di un camminare avanti: come è stata combattuta la schiavitù, la discriminazione tra bianchi e neri o tra ricchi e poveri, si deve continuare a riconoscere il diritto alla vita anche in senso verticale per i nascituri e i nati, i colpevoli e gli innocenti.

Giovanni Paolo II in uno dei suoi ultimi discorsi tenuti alla Pontificia Accademia per la Vita ha detto: «La vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza. Sì, vincerà la vita, perché dalla parte della vita stanno la verità, il bene, la gioia, il vero progresso. Dalla parte della Vita è Dio, che ama la vita e la dona con larghezza» (Discorso ai Partecipanti alla VII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 3-III-2001) e Benedetto XVI ha ricordato che «l'amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l'uomo maturo o l'anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l'impronta della propria immagine e somiglianza (Gen.1,26)... Questo amore sconfinato e quasi incomprensibile di Dio per l'uomo rivela fino a che punto la persona umana sia degna di essere amata in se stessa, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione» (Discorso ai Partecipanti alla XII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, febbraio 2006).

 

L'Arcivescovo di Bologna denuncia la cultura della morte

In occasione della Messa in ricordo di don Oreste Benzi

ROMA, lunedì, 7 gennaio 2008 (www.zenit.org).

Nel corso della Messa in ricordo di don Oreste Benzi, celebratasi a Bologna il 28 dicembre scorso, insieme ai membri della comunità Giovanni XXIII, il Cardinale Carlo Caffarra ha denunciato la cultura della morte che riduce l’umano e legittima l’aborto.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo di Bologna ha ricordato l’uccisione dei bambini ordinata da Erode, spiegando che “dietro alla minaccia della vita dell’uomo c’è il potere di Satana; la cultura della morte è la sua cultura”. Guardando all’oggi il Cardinale Caffarra ha sottolineato che la cultura della morte viene praticata attraverso la “deresponsabilizzazione dell’uomo verso l’uomo quale oggi si rivela nella mancanza di solidarietà verso i più deboli: anziani, ammalati, immigrati, donne rese schiave per la prostituzione, bambini già concepiti e non ancora nati”. Secondo il porporato il problema diventa grave quando “sono le leggi civili che - sicuramente contro l’intenzione del legislatore - educano di fatto a questa deresponsabilizzazione”. “Non è così con le leggi che legittimano l’aborto?”, ha chiesto l’Arcivescovo, spiegando poi che “quando si consente che la persona già concepita e non ancora nata sia uccisa, si favorisce di fatto l’idea che ci siano persone estranee ad altre persone fino al punto da poter essere soppresse”. “La menzogna circa l’umano - ha sottolineato il Cardinale Caffarra - raggiunge il suo apice quando, come è il caso dell’aborto, l’estraneità è fra la madre e il figlio. Nessuno potrà negare che la logica delle legislazioni permissive dell’aborto è la logica del non prendersi cura dell’altro”.

Il porporato ha quindi ricordato la figura di don Oreste Benzi che “ha reso una testimonianza straordinaria alla verità circa i rapporti fra le persone: testimone della verità dell’amore, del prendersi cura di ogni persona piccola, debole, emarginata”. Per spiegare la rivoluzionane cristiana dell’amore e il significato della nascita di Gesù, l’Arcivescovo di Bologna ha ripreso le parole di un antico canto natalizio polacco che dice: “Dio nasce, il potere trema” ed ha spiegato che il potere trema “perché quel bambino è la potenza dell’amore, che è la più forte di tutte”. “Perché a causa di quella nascita l’uomo, ogni uomo, ha acquisito una dignità che lo rende più grande di tutto l’universo intero - ha aggiunto -. Perché attorno a quella culla si è formato lungo i secoli e continua a formarsi un esercito di testimoni della verità dell’uomo che, come don Oreste, scuotono le coscienze”. “Siamo vigilanti!”, ha avvertito il Cardinale Caffarra, perché “quando si insidiano i fondamenti della società umana - e lo si fa quando si promulgano leggi che educano alla reciproca estraneità - il popolo rischia di andare in esilio, di rinunciare cioè alla sua umanità”.

“Il Signore non ci faccia mai mancare le voci dei profeti, che come don Oreste, ci avvertono del pericolo”, ha concluso.

 

UNA TESTIMONIANZA

----- Original Message -----

From: ::: (... omissis…) :::

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Saturday, May 05, 2007 4:33 PM

Subject: Lettera per Dr. Nicolini

 

Egregio Dr. Nicolini, da diverso tempo conosco questo sito (www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm).

Mi chiamo A., e purtroppo conosco la disperazione e il dramma che vive quotidianamente chi ha abortito. Quanto dolore e quanto amore buttato via per un bambino che non nascerà. E quanta indifferenza e falsa solidarietà nei confronti di una donna che deve affrontare una gravidanza inattesa o indesiderata. Ho ancora oggi, e credo avrò per sempre, dentro al cuore le ferite di una mancanza così grave come è senza dubbio la consapevolezza che il proprio bimbo è andato distrutto. Poi è inutile rimpiangere il momento in cui si è state talmente fragili e vulnerabili da cedere ai ricatti e alle pressioni di chi considerava il proprio figlio, il proprio nipote, un errore o peggio un nemico da sopprimere. Se è interessato posso mandarle la mia testimonianza.

Di una cosa sono certa: esiste una grande omertà se si affronta il tema dell'aborto, della quale le donne, e purtroppo anch'io, ne sono vittime. Chissà che non siano proprio le donne che hanno abortito a fare chiarezza su ciò che hanno vissuto e subìto. A fare chiarezza sui loro sentimenti feriti, sulla loro libertà violata di diventare madri di un bambino che è unico e irripetibile, a parlare esplicitamente del rimpianto per non avere ricevuto l'aiuto al quale avevano diritto per evitare di abortire.

Spero di poterle parlare, anche attraverso una “mail”. Grazie.

Messaggio firmato

 

IL BATTESIMO

“COMUNE” A TUTTI I CRISTIANI

CHE LI RENDE FRATELLI IN CRISTO, IL FIGLIO DI DIO

Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola «ascese», se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. E' lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità (Ef.4,4-16).

 

Scrive san Tommaso: «Nel battesimo si fa voto di rinunciare al diavolo e alle sue vanità». Sant'Agostino aggiunge che questo voto è il più grande e il più necessario. Uguale affermazione si trova nei canonisti: «Il voto principale è quello che facciamo nel battesimo». Ma chi osserva questo grande voto? Chi mantiene fedelmente le promesse del santo battesimo? Non è forse vero che quasi tutti i cristiani tradiscono la fede promessa a Gesù Cristo nel battesimo?

Da dove scaturisce questo disordine universale, se non dalla dimenticanza in cui si vive delle promesse fatte e degli impegni contratti nel santo battesimo, e dal fatto che quasi nessuno ratifica da se stesso il contratto di alleanza stretto un giorno con Dio per mezzo del padrino e della madrina? Ciò è così vero che il Concilio di Sens, convocato per ordine di Luigi il Buono allo scopo di rimediare ai gravi disordini dei cristiani, stimò che la principale causa di tanta corruzione nei costumi provenisse dalla dimenticanza e ignoranza nella quale essi vivevano riguardo alle promesse battesimali. Esso non trovò mezzo migliore per ovviare a sì gran male, che quello di indurre i cristiani a rinnovare i voti e le promesse del santo battesimo.

(San Luigi Maria Grignion da Montfort, da “IL TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA”, nn.127-128)

 

UN “NATALE” FORSE DIMENTICATO

Da una omelia di Mons. Antonio Ribaldi

www.lavocecattolica.it/certificato.battesimo.htm

             C’è nella nostra vita di Cristiani un giorno - il giorno meraviglioso, mi piace definirlo - in cui siamo “rinati”, ossia abbiamo davvero conosciuto e iniziato il cammino della nostra vita. Nascendo, lo sappiamo tutti, noi veniamo alla vita, un poco come orfani, ossia privati dalla paternità che conta, quella, di Dio, da cui veramente siamo stati creati e che, per natura, è il vero nostro Padre. Pesava su di noi, su tutti noi, l'insopportabile peso di quella cacciata dal Paradiso, che conobbero i nostri padri. Ingannati dal serpente, credettero di essere loro soli la sorgente della vera vita, il fine, l'eternità di gioia: tutte realtà meravigliose, che sono di Dio, Creatore, e non possono mai essere delle creature. Queste al più, per divina bontà possono, come "pianeti", essere illuminate e partecipare della luce del sole. Fu ed è la più grande sofferenza quella di sentirsi "fuori casa", come orfani. Ma l'amore di Dio non volle accettare di essere un Padre distratto, indifferente alla sorte delle sue creature. E il suo amore, che quasi svela il bisogno di avere i figli tutti in casa, nella sua casa, si manifestò nel Natale del Figlio Gesù, fattosi uomo come noi e quindi calato nella nostra miseria. (…)

            Raccontano gli evangelisti che Gesù, dopo 30 anni di vita nascosta, in cui cresceva in età, sapienza e grazia, scoprendo così la volontà del Padre, un giorno si presentò a Giovanni il Battista, che battezzava quanti andavano da lui, nelle acque del Giordano: un battesimo di penitenza, destinato a lavarsi dai peccati. "Convertitevi e fate penitenza" era il grido di Giovanni. Si meraviglia Giovanni della richiesta di Gesù di essere battezzato, ma alla fine cede e lo battezza. "In quei giorni - racconta Marco - Gesù venne al Giordano per essere battezzato da Giovanni. Uscendo dalle acque, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". Desta molta meraviglia che anche Gesù, come fosse uno di noi, Lui che era Dio, e quindi la perfezione infinita, si comportasse come un peccatore, e non avesse alcuna vergogna di presentarsi a Giovanni per farsi battezzare. In quel momento Gesù volle davvero "mettersi nei nostri panni", come uno di noi, ma certamente non come noi nel cuore, per ancora una volta dimostrare che "incarnarsi" in chi si ama, significa mettersi nei suoi panni. E i nostri sono davvero panni immondi. Ma è anche il momento in cui l'umiltà di Gesù, incredibile per noi, che ci crediamo perfetti come fossimo dèi e non lo siamo, dà luogo alla manifestazione del Padre, che dice apertamente Chi Gesù è: "Tu sei il Figlio prediletto in cui mi sono compiaciuto". Un battesimo che presenta al mondo di ieri e di oggi la vera natura e presenza di Gesù: "Il Figlio prediletto". Ed è come se in quelle acque Gesù abbia deposti tutti i peccati del mondo, purificati tutti gli uomini e quindi riaperte le porte del Cielo.

            Il Padre, così, tornava a tessere la sua storia di amore con noi, ripetendo un giorno nel nostro Battesimo: "Tu sei mio figlio". "Io, il Signore, dice il profeta Isaia, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi, e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre" (Is.42,6-7).

            Anche noi cristiani, un giorno, abbiamo conosciuto la gioia del battesimo. Non ho esitazioni nel definirlo, se consideriamo la nostra vita come un ritorno alla casa del Padre, come figli, il vero nostro Natale: quello che conta: quello che va oltre i confini della esperienza eterna e ci fa conoscere l'eternità con Dio; quello che fa di ogni nostro giorno, vissuto da battezzati, alla stupenda luce dell'amore del Padre, una vita che non è più un camminare da orfani senza mèta e senza amore, ma sotto gli occhi di Chi ci ama come un vero papà, Dio.

            Era un sentimento fortissimo, nei nostri genitori, quello di considerare come vero nostro Natale, il giorno del Battesimo. Tanto è vero che venivano battezzati quanto prima: possibilmente il giorno stesso della nascita o i giorni più vicini. Nato il 16 gennaio, tempo di neve, mamma non sopportava che fossi "senza nome, quello dato da Dio nel Battesimo" e quindi pregò papà che mi portasse, nonostante la neve, in Chiesa per essere battezzato. E fui battezzato così, il giorno dopo, festa di Sant’Antonio e mi fu dato nome di Antonio. Anche a me fu consegnata la veste bianca, simbolo di una santità che doveva essere la veste della mia vita: mi fu data una candela, simbolo della luce della parola di Dio, luce ai miei passi: mi furono toccate labbra e orecchi perché potessi sempre dare ascolto a Dio e parlassi parole di Dio.

            Follia? Non credo: direi piuttosto coscienza che quel giorno era il primo giorno festoso della nuova vita. Oggi siamo come travolti da una mentalità errata, che considera il Battesimo una cerimonia svenduta al consumismo. Ossia ci si preoccupa delle esteriorità, mettendo in un angolo la bellezza del sacramento, che si scorda presto. Giustamente mi diceva un giorno un uomo: "Oggi tutto costa: dal Battesimo, alla Prima Comunione, al Matrimonio e persino alla morte. La vita è diventata, in queste solenni circostanze, che dovrebbero tenere lontano ciò che è profano, un grande affare da multinazionale...a spese del bello che viene da Dio". E non gli si può dare torto, se si guarda a come ci si accosta a questi immensi doni del Padre, che dovrebbero essere profondamente il senso della nostra vita.

            C'è lodevolmente nella liturgia di rito ambrosiano, nella Messa, nella liturgia delle Ore, un continuo richiamo al Battesimo, come a ricordarci che è nel Battesimo che siamo entrati nella vita vera e quindi dobbiamo non solo ringraziare, ma impostare la vita sul Battesimo: con quella veste candida che, forse, dobbiamo ritrovare se l'abbiamo smessa, per vestire non si sa quali abiti di mondo: con quella candela accesa, forse caduta di mano e finita chissà dove, facendoci cadere nel buio del cuore che fa tanto soffrire. Dovremmo, almeno iniziando la giornata, quando ci facciamo il segno della croce, ricordarci che non apparteniamo più a questo mondo, come esuli dalla patria celeste, ma siamo figli del Padre, figli dell'eternità beata. Non rimane che riscoprire la bellezza del nostro vero Natale, ossia il giorno del Battesimo e farne "il giorno della vita eterna".

            O Padre, che nel battesimo del Giordano con l'autorità della tua voce e la discesa dello Spirito Santo ci hai presentato solennemente il Signore Gesù, come l'Unigenito che Tu ami, dona a noi, rigenerati dall'acqua e dallo Spirito e divenuti tuoi diletti figli, di vivere senza smarrimenti, secondo il tuo disegno di amore, e ravviva ogni giorno in noi la grazia battesimale.

 

LA CANDIDA VESTE BATTESIMALE

NELL’INSEGNAMENTO DELLA PAROLA DI DIO

 

“Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? E' assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia. Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? E' assurdo! Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia? Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione. Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore” (Rom.6,1-23).

 

IL PECCATO: UNA PAROLA TACIUTA

(dagli insegnamenti di Paolo VI, Mercoledì 8 marzo 1972)

 

    Il peccato: oggi è una parola taciuta; la mentalità del nostro tempo rifugge non soltanto dal considerare il peccato per quello che è, ma perfino dal parlarne. Pare questa parola fuori uso, quasi un termine sconveniente, di cattivo gusto. E si capisce perché.

    La nozione di peccato coinvolge due altre realtà, di cui l'uomo moderno non intende occuparsi: una Realtà trascendente, assoluta, vivente, onnipresente, misteriosa, ma innegabile, ch'è Dio; Dio Creatore, che ci definisce sue creature. Volere o no, in Dio noi "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo", dice San Paolo nel suo discorso all'Areopago di Atene (At.17,28); a Dio tutto dobbiamo: l'essere, la vita, la libertà, la coscienza, e perciò la nostra obbedienza, condizione dell'ordine, della nostra dignità e del nostro vero benessere; Dio amore, vegliante sopra di noi, immanente, invitante al colloquio paterno-filiale della sua comunione, del suo regno soprannaturale.

    E una seconda realtà soggettiva e relativa alla nostra persona, una realtà metafisico-morale; e cioè la relazione insopprimibile delle nostre azioni al Dio presente, onnisciente, interrogante la nostra libera scelta. Ogni nostra azione libera e cosciente ha questo valore di scelta alla conformità o alla difformità alla Legge, cioè all'amore di Dio, ed in Lui, per così dire, si trascrive, od in Lui si registra il nostro Sì, ovvero il nostro No. Questo no è il peccato. E' un suicidio.

    Perché il peccato non è soltanto un nostro difetto personale, ma un'offesa interpersonale, che dalla nostra persona arriva a Dio; non è soltanto una mancanza ad una legalità dell'ordinamento umano, una colpa verso la società, o verso la nostra logica morale interiore; è una rottura mortale del vincolo vitale, obiettivo, che ci unisce alla sorgente unica e somma della vita, che è Dio. Con questa prima fatale conseguenza: che noi, i quali siamo capaci, in virtù del dono della libertà, che l'uomo "a Dio fa somigliante" (cfr. Par.1,105), di perpetrare quell'offesa, quella frattura, e con tanta facilità, non siamo poi mai più capaci, da noi stessi, di ripararla (cfr. Gv.15,5). Siamo capaci di perderci, non di salvarci. Questo ci fa riflettere dove arriva la nostra responsabilità. L'atto diventa uno stato: uno stato di morte...

    Restauriamo in noi la retta coscienza del peccato, non paurosa, non debilitante, ma virile e cristiana. Crescerà quella del bene in opposizione a quella del male. Crescerà il senso della responsabilità, salente dal nostro interiore giudizio morale, per allargarsi al senso dei nostri doveri, personali, sociali, religiosi. Crescerà il nostro bisogno di Cristo, il medico delle nostre miserie, il Redentore e la vittima dei nostri mali, il Vincitore del peccato e della morte, Colui che ha fatto dei suoi dolori e della sua croce il prezzo del nostro riscatto e della nostra salvezza"

(Servo di Dio PAOLO VI, Udienza Generale del mercoledì 8 marzo 1972)

 

IL GIOVANE PROVVEDUTO

(di San Giovanni Bosco)

"Due sono gl'inganni principali con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo è di metter loro in mente che il servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, cari giovani. Io voglio insegnarvi un modo di vita cristiana, che possa nel tempo stesso rendervi allegri e contenti, e mostrarvi quali sono i veri divertimenti e i veri piaceri, sicché possiate dire col santo Profeta Davide: Serviamo il Signore in santa allegria: Servite Domino in laetitia. Tale appunto è lo scopo di questo libretto: insegnare a servire il Signore e a star sempre allegri. L'altro inganno è la speranza d'una lunga vita, di convertirvi poi nella vecchiaia o in punto di morte. Badate bene, miei figliuoli, che molti furono in tal modo ingannati. Chi ci assicura di venir vecchi? Bisognerebbe patteggiare con la morte che ci aspetti fino a quel tempo; ma vita e morte sono nelle mani del Signore, il quale può disporne come a Lui piace".

 

LE RIVELAZIONI DI SANTA BRIGIDA

Inizio del Libro I delle Celesti Rivelazioni di Santa Brigida di Svezia.

Parole di Nostro Signore Gesù Cristo alla sua eletta sposa amatissima riguardanti la sua insigne Incarnazione

e come disapprovi la profanazione del battesimo e la mancanza di fede e come inviti la detta sposa al suo amore

Io sono il Creatore del cielo e della terra, uno, per la Divinità, con il Padre e con lo Spirito Santo. Io sono Colui che parlava per bocca dei Profeti e che essi aspettavano. Per il loro desiderio e la mia promessa, io – senza peccato e senza concupiscenza – assunsi la carne, entrando nelle viscere verginali, come il sole luminoso in una pietra purissima. Perché, come il sole entrandovi non lede il vetro, così neppure patì danno la verginità della Vergine, quando io vi presi carne.

Io poi presi la carne in modo da non lasciare la Divinità. E non ero da meno, con il Padre e con lo Spirito Santo, nella Divinità, tutto reggendo e riempiendo, quando ero umanizzato nel grembo della Vergine. Perché come la luce non si separa mai dal fuoco, così la mia Divinità non si è mai separata dall'umanità, neppure nella morte.

Il mio corpo purissimo poi io ho voluto crocifisso e lacerato dalla punta dei piedi fino al capo, per i peccati di tutti. E questo stesso corpo ogni giorno è immolato ora sull'altare, affinché tanto più mi amasse l'uomo e più spesso ricordasse i miei benefici. Ma adesso io sono del tutto dimenticato e trascurato e disprezzato e come un re scacciato dal suo regno. Al suo posto è stato eletto e onorato un pessimo ladrone. E io volli nell'uomo il mio regno, per doverne essere Re e Signore di diritto, perché io l'ho creato e redento.

Ma ora egli ha infranto e profanato la fede a me promessa nel battesimo, ha violato e disprezzato le mie leggi, da me a lui proposte. Ama la propria volontà e aborre dall'ascoltare me. Più ancora, a me preferisce quel pessimo ladrone che è il diavolo e a lui si è affidato. E davvero egli è un ladrone perché se ne prende l'anima, da me redenta con il sangue mio, suggerendogli il male e promettendogli il falso. Né la rapisce, come se fosse più forte di me, mentre io sono così potente da tutto poter con una sola parola, e così giusto da non fare la minima ingiustizia, neanche fossi pregato da tutti i Santi. Ma siccome l'uomo, dotato di libero arbitrio, liberamente acconsente al diavolo, disprezzando i miei comandamenti, così è giusto che l'uomo provi la tirannia del diavolo.

Perché lo stesso diavolo, da me creato buono, ma caduto per sua cattiva volontà, è come mio servo per vendicare il male. Sebbene così disprezzato, Io sono tuttavia così misericordioso, che perdono, a quelli che si umiliano, tutto quel che hanno fatto e li libererò dall'iniquo ladrone. Quelli poi che si ostineranno a disprezzarmi, li tratterò con giustizia, sicché sperimentandola diranno: Guai a noi, che abbiamo provato l'ira di Dio!

Tu poi, figlia mia da me scelta e con la quale parlo con il mio spirito, amami con tutto il cuore. Non come un figlio e una figlia o i parenti, ma più di ogni cosa al mondo. Perché io, che ti ho creato, per te a nessuna parte di me ho evitato il tormento. E anche adesso amo così caritatevolmente l'anima tua, che prima di privarmene, mi farei di nuovo mettere in croce, se fosse possibile. Imita l'umiltà mia; io, Re della gloria e degli Angeli, indossai vili panni e udii con le mie orecchie ogni insulto e disprezzo.

E preferisci anche la mia volontà alla tua, perché la Madre mia e tua Signora per tutta la vita altro non volle che quello che volli io. Se farai così, il tuo cuore sarà nel mio e si infiammerà dell'amor mio; come una cosa secca subito s'accende al fuoco, così l'anima tua sarà da me riempita ed io sarò in te, sicché tutte le cose temporali ti saranno amare e veleno ti sarà ogni piacere carnale. Riposerai in braccio alla mia Divinità, ove non c'è alcun piacere carnale, ma gaudio e diletto spirituale. Perché l'anima dilettata è piena di gaudio, dentro e fuori. Né altro pensa o vuole che il gaudio che ha. Ama dunque soltanto me e avrai tutto ciò che vuoi e sovrabbonderai.

            Non sta forse scritto che l'olio della vedova non diminuì, fino a che Dio mandò la pioggia sulla terra, come aveva detto il profeta? Io sono il vero profeta, se avrai creduto alle mie parole e le avrai osservate, non ti mancheranno in eterno l'olio, il gaudio e l'esultanza.

 

L’ARCA DELL’ALLEANZA

Le tavole della Legge, quelle dei Dieci Comandamenti, verso il 1250 a.C., Mosè le mise al sicuro dentro l'Arca dell'Alleanza, che era uno speciale contenitore fatto apposta per conservare il testo del patto fra Dio e il popolo ebreo. L’Arca dell’Alleanza a sua volta veniva custodita all’interno della Tenda del Convegno (cioè il luogo della riunione e dell’incontro con Dio). Davanti a questa Tenda gli Israeliti avevano pianto [cfr. Num.25,6], pregato, fatto sacrifici ed espiato i peccati [cfr. Lev.16,33]; era il luogo naturale in cui ricercare Dio [cfr. Es.33,7]; lì ci si riuniva in caso di emergenza; in essa officiava Aronne e Dio parlava a Mosè. Due secoli dopo, nel 1050 a.C. circa, gli Ebrei dovettero combattere contro i pericolosi vicini Filistei. Durante la battaglia di Afek si trovarono in tale difficoltà da prendere con sé l'Arca in battaglia, pensando che avrebbe certo impedito la disfatta. Ma non fu così: gli Israeliti furono sconfitti e l'Arca cadde in mano ai Filistei [cfr. 1^Sam.4,1-11]. Tuttavia ai vincitori non andò così bene: ovunque andasse, l'Arca creava gravi problemi. Così dalla città filistea di Asdod è ceduta a Gat, poi a Ekron [cfr. 1^Sam.5]; ma anche a Ekron l'arca seminò terrore e morte e i capi dei Filistei ordinarono: "Mandate via l'arca del Dio di Israele!" [1^Sam.5,11]. Così dopo sette mesi in terra filistea, l'arca fu posta su un carro trainato da due vacche allattanti mai aggiogate. Con due simili animali, il carro non si sarebbe dovuto neppure muovere, o al massimo avrebbe girato confusamente mentre le vacche cercavano i loro vitelli. Era l'ultima prova voluta dai sacerdoti e indovini filistei. Sorprendentemente, le vacche si avviarono sicure verso Bet-Semes, la più vicina città israelita [cfr. 1^Sam.6,1-12]: “Gli abitanti di Bet-Semes stavano facendo la mietitura del grano nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed esultarono a quella vista[1^Sam.6,13].

 

ECCO L’ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA

ECCO LA PORTA DI CRISTO VERSO L’UMANITA’

ECCO L’ALTARE DEL CONCEPIMENTO DI CRISTO

ECCO IL PRIMO TEMPIO DI DIO SULLA TERRA

ECCO IL TABERNACOLO DEI TABERNACOLI

ECCO UN SANTUARIO VIVO

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

 

Pio XII

(Cost. Apost. “Munificentissimus Deus”, 1° novembre 1950)

“Per citare soltanto alcuni testi fra i più usati, vi sono di quelli (teologi e sacri oratori) che riportano le parole del Salmista: «Vieni o Signore, nel tuo riposo; tu e l'Arca della tua santificazione» (Sal.132,8), e vedono nell'Arca dell'Alleanza fatta di legno incorruttibile e posta nel tempio del Signore, quasi una immagine del corpo purissimo di Maria vergine, preservato da ogni corruzione del sepolcro ed elevato a tanta gloria nel cielo.

 

L'arca dell'alleanza è perciò figura dell’Immacolata: Maria è la nuova arca nel cui grembo fu custodito il segno vivo e tangibile della nuova alleanza stipulata nella carne, Gesù, come l’arca di legno conservava le tavole di pietra con il Decalogo del Sinai [cfr. Ger.31,31-34]. Così pure la Santa Casa di Nazareth, miracolosamente trasportata da Dio a Loreto, si potrebbe dire che è l’Arca o il Tempio di pietra che custodiva l’Arca o il Tempio di Carne di Maria.

 

         (Leone XIII, 23 gennaio 1894, Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives”)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (miracolosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanità perduta con il Padre e rinnova tutte le cose. E la materna sollecitudine della Chiesa ci invita a venerare tre volte al giorno questo mistero di infinita bontà e di gioia.

 

L’INSEGNAMENTO DI GIOVANNI PAOLO II

nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 dicembre 1994 nella circostanza del VII Centenario della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth

 

            Le pareti della sua Casa [di Maria] udirono le parole dell'angelico saluto ed il successivo annuncio del progetto divino. Le pareti naturalmente non odono, perché non hanno vita, nondimeno sono testimoni di ciò che viene detto, testimoni di ciò che avviene al loro interno. Dunque, furono testimoni… [...].

            Udirono che l'Angelo, rassicurando la Vergine di Nazareth, disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell'Altissimo” (Lc.1,30-32). E quando Maria domandò: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc.1,34), il messaggero celeste spiegò: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc.1,35).    (…)

            Il Figlio di Dio fu concepito nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo e nacque nella notte di Betlemme. La casa di Nazareth fu testimone di questo mistero, il più grande mistero nella storia, che troverà il suo compimento negli eventi pasquali. (…).

 

L’IMMACOLATA E LA SPOSA DELLO SPIRITO SANTO

NELL’INSEGNAMENTO DI SAN MASSIMILIANO KOLBE

L'Immacolata proviene dal Padre attraverso il Figlio e lo Spirito, poiché è il Creatore che dal nulla chiama gli esseri finiti all'esistenza, ad immagine di se stesso. Lo Spirito Santo è nell'Immacolata come la se­conda Persona della SS.ma Trinità, il Figlio di Dio, è in Gesù. Ma con questa differenza, che in Gesù vi sono due nature, la natura divina e la natura umana e un’unica persona, quella di­vina. La natura e la persona dell'Immacolata, invece, sono di­stinte, naturalmente, dalla natura e dalla Persona dello Spirito Santo, ma questa unione tra loro, tuttavia, è così inesprimi­bile e perfetta, che lo Spirito Santo agisce unicamente attra­verso l'Immacolata, sua Sposa: Maria dunque è una creatura, ma ha un posto speciale nella creazione ed è intimamente unita allo Spirito Santo che l'ha fatta interamente sua fin dal suo concepimento, perché divenisse la Madre di Gesù. La sua vita allora è tutta vissuta nello Spirito, ne è completamente ricolmata di luce e di bel­lezza, tanto che la mente umana non riesce a comprendere l'ampiezza e la profondità di questo mistero. “La Madre di Dio è la più perfetta tra tutte le creature: è l'Immacolata, la tutta Bella, e in lei Dio riceve la gloria più grande della creazione. In questa unione fra Maria e lo Spirito Santo, il Cielo si congiunge alla terra, tutto il Cielo con tutta la terra, tutto l’amore eterno con tutto l’amore creato: è il vertice dell’amore!”.

 

LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO

 

LA “VENUTA” “MIRACOLOSA” a Loreto DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

ove MARIA fu “concepita” “IMMACOLATA” nel grembo di Sant’Anna

SECONDO L’INSEGNAMENTO DEL GRANDE PONTEFICE BEATO PIO IX

Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852

LA GRANDEZZA INCOMPARABILE DEL SANTUARIO DI LORETO

 “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio (Beato Pio IX, Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852).

 

LA SANTA CASA DI LORETO E’ IL LUOGO

DEL CONCEPIMENTO IMMACOLATO DI MARIA

E DEL CONCEPIMENTO MIRACOLOSO DI GESU’ IN MARIA

profetizzato sin dalle origini della creazione dell’uomo, subito dopo il Peccato Originale

“Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»

(Gen.3,15)

LA STORIA DELLA SANTA CASA

INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO

PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII

All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione di Papa Clemente VIII,  che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della reliquia nazaretana che l’autenticità della miracolosità della traslazione angelica. In tal modo Clemente VIII HA VOLUTO CONSACRARE con UN PRONUNCIAMENTO MAGISTERIALE SOLENNE il Santuario della Santa Casa e “la  verità” della sua origine.

 

Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la santità corporale e le gioie della eternità.

 

DAL LIBRO

“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

del Prof. Giorgio Nicolini

LA “RIVELAZIONE SOPRANNATURALE”

DI SANTA CATERINA DA BOLOGNA

Nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla Santa nel 1440 (circa trenta anni prima della narrazione stampata della “Translatio miraculosa” riportata dal Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, e da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano), viene riportato “per rivelazione soprannaturale del Signore” la vicenda storica della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth.

Santa Caterina da Bologna in quel testo mostra di colloquiare direttamente con Gesù, apparsogli “per grazia”; ella infatti scrive: “In questo giorno (il 25 marzo 1440), tu, o Signore, hai rivelato a me, apparendomi per grazia… ”. Poi, dopo aver riportato “la rivelazione soprannaturale” che fra quelle Sacre Pareti della Santa Casa di Loreto la Vergine Maria fu “concepita” Immacolata ed ivi anche “nacque”, descrive sinteticamente le varie successioni del “trasporto angelico” della Santa Casa di Nazareth, secondo come “rivelatogli” da Gesù durante l’apparizione.

(testualmente): “Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa” (“Rosarium”, I Mist. Gaud., vv.73 ss.- Da una traduzione del testo latino pubblicata in “Messaggio della Santa Casa”, 2001, n.7, p.211).

                Si può dubitare di “una testimonianza” così straordinaria?… Santa Caterina da Bologna è l'unica Santa che, avendo il corpo incorrotto, rimane “seduta” da ormai sei secoli - contro ogni legge naturale - per un atto di obbedienza compiuto “dopo la sua morte”. Ciò è da tutti constatabile recandosi a visitarla direttamente a Bologna, in Via Tagliapietre n°23, presso il Monastero “Corpus Domini”. Si può, perciò, dubitare di questa Santa, riguardo alla verità del colloquio diretto avuto da lei con Gesù e a riguardo delle “rivelazioni” a lei fatte dal Signore, che confermano in modo straordinario la “tradizione” - ininterrottamente “approvata” dalla Chiesa - della “miracolosa traslazione” della Santa Casa ad opera degli spiriti celesti (o “angeli”)?

Dal breve testo di Santa Caterina si può, infatti, dedurre:

·         il motivo della traslazione della Santa Casa (l'idolatria delle popolazioni locali);

·         la miracolosità della traslazione (avvenuta per il ministero degli angeli);

·         il trasporto a Tersatto, in Dalmazia (nel 1291);

·         il trasporto “in vari luoghi” (come in Ancona, località Posatora, nel 1295, per nove mesi, e altrove);

·         la collocazione stabile a Loreto tra il 1295 e il 1296 (con tre traslazioni “in loco”: nel punto ove si trova ora la "traslazione" è del 1296);

·         il motivo della scelta (perché “terre della Santa Chiesa”).

 

LE RIVELAZIONI DELLA BEATA EMMERICK

SULLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA

E IL RITROVAMENTO DELLA CASA DI MARIA AD EFESO

SE SI ACCETTA E SI E’ REALMENTE CONSTATATO CHE LE VISIONI MISTICHE DELLA BEATA ANNA CATERINA EMMERICH HANNO FATTO RITROVARE LA CASA DI MARIA AD EFESO,  OVE SI E’ RECATO IL PAPA BENEDETTO XVI, NON SONO PERCIO’ VERE ANCHE LE SUE “VISIONI” DELLE “TRASLAZIONI MIRACOLOSE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO, AD OPERA DI SETTE ANGELI?... E COME HA FATTO A DESCRIVERE LA CASA DI EFESO E LA SANTA CASA DI LORETO IN MODO COSI’ MINUZIOSO SENZA AVERLE MAI VISTE SE LE SUE RIVELAZIONI NON FOSSERO AUTENTICHE E QUINDI SE NON FOSSERO AUTENTICHE – NELLA REALTA’ STORICA - ANCHE LE MIRACOLOSE TRASLAZIONI?...     Prof. GIORGIO NICOLINI

… (omissis) …

A conferma, ancora, della “veridicità storica” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa vi sono, poi, anche altri Santi che hanno dato la stessa importantissima testimonianza, sempre “per rivelazione soprannaturale”: come, ad esempio, la mistica tedesca Beata Anna Caterina Emmerich (1774-1824), che con le sue “descrizioni minuziose”, e tutte - nel riscontro - corrispondenti al vero, di “luoghi” in cui mai si era recata, fece ritrovare (dopo secoli di dimenticanza) anche la casa di Efeso ove la Vergine Maria trascorse gli ultimi anni di vita e ove morì e fu assunta in Cielo in anima e corpo.

Anche lei costituì un autentico “miracolo vivente” per la gente a lei contemporanea, poiché, costretta dalla malattia all’immobilità, dal 1813 in poi si alimentò fino alla morte, per undici anni, della sola Comunione Eucaristica. Può un essere umano vivere senza nutrirsi per undici anni, vivendo della sola Comunione Eucaristica? Ed era anche “stigmatizzata”, come San Pio da Pietrelcina. Può “la scienza” spiegare “questi” “miracoli”?…

Nel caso della Beata Caterina Emmerich si può dire che, ancora di più che della rivelazione di Santa Caterina da Bologna, l’autenticità e veridicità delle sue “rivelazioni” e “visioni” avute (oltre che dal riscontro oggettivo fatto nella realtà), sono state avallate in modo straordinario proprio da Dio stesso, con il “miracolo vivente” della sua “sussistenza miracolosa” mediante il solo “nutrimento” della sola Comunione con Gesù Eucaristia. Non può perciò ella aver ingannato nessuno, se Dio stesso ne comprovava la veridicità di quanto affermava con il “miracolo vivente” che la sua vita stessa costituiva presso i suoi contemporanei.

In proposito, Gesù stesso dice nel Vangelo (e ciò forse non vale anche per i suoi Santi?…): “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere…  (Gv.10,37-38). E anche “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace (Gv.5,31-32). E ancora: “Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero (Gv.3,32-33).

A riguardo della Santa Casa di Loreto, la Beata Caterina Emmerich - per anni immobile nel letto - la descrive con esattezza, pur senza averla mai vista, dichiarando che ivi avvenne l’Annunciazione dell’Angelo a Maria; e afferma anch’ella che la Santa Casa fu portata via da Nazareth proprio dagli “angeli” (quelli “veri”, quelli “spirituali”), e proprio “in volo”, e affermando risolutamente (e testualmente): Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth (cfr. “Le Rivelazioni di Caterina Emmerick”, ed. Cantagalli, Siena, 1968, I°, p.140). 

Questa è la descrizione del “trasporto angelico” della Santa Casa come ha avuto “in visione” – e più volte! - la Beata: Ho visto spesso, in visione, la traslazione della Santa Casa di Loreto. (…) Ho visto la Santa Casa trasportata sopra il mare da sette angeli. Non aveva alcun fondamento (…). Tre angeli la tenevano da una parte e tre dall’altra; il settimo si librava di fronte: una lunga scia di luce sopra di lui (…)” (Beata Anna Caterina Emmerich, “Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche”, cap. IV, par.2°). La Beata Caterina Emmerich, nel testo sopra riportato, “rivela” persino il numero degli angeli deputati da Dio a questo “miracoloso trasporto”: esattamente sette angeli.

… (omissis)…

Per quanto mi riguarda - checché se ne dica e se ne pensi da chicchessia - a me basta già solo “la testimonianza” e “le rivelazioni” di Santa Caterina da Bologna e, in aggiunta, “le visioni” e “le rivelazioni” ancor più esplicite e dettagliate della Beata Anna Caterina Emmerich (ma anche di altri Santi!…), per “accettare” il fatto della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e “rifiutare” ogni altra interpretazione riguardo “al modo” di tale traslazione. Tutto ciò che non collima con tali “rivelazioni” (che sono però, ovviamente, solo di “fede umana” e non di “fede divina”) per me è comunque sicuramente “sbagliato” e “falso” già “alla radice”, anche se asserito in “buona fede” (ma talvolta - da certi autori - anche in “mala fede”, contro ogni più ovvia “evidenza” “documentale”!). E ciò perché se una realtà è “vera” in un modo (perché è stata così “rivelata” da Dio ai suoi Santi), non può essere vero il suo contrario. Né la scienza potrà mai contraddirla in alcun modo: al contrario, non potrà che avallarla!… E così è anche riguardo alla “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Tersatto (in Dalmazia), poi “in vari luoghi” (e quindi non solo a Tersatto e a Loreto) e, infine, a Loreto.

… (omissis)…

Prof. GIORGIO NICOLINI

Cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/la.miracolosa.traslazione.html

 

MANIPOLATE ANCHE LE PAROLE DI BENEDETTO XVI

LE REITERATE MISTIFICAZIONI DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI

Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”

nel numero di dicembre 2007 de “Il Messaggio della Santa Casa”

 

EDITORIALE DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI

Nel numero di dicembre 2007 de “Il Messaggio della Santa Casa”

con note di confutazione del Prof. Giorgio Nicolini

 

La riflessione sul Natale quest’anno ci è suggerita dalle parole sulla Santa Casa, pronunciate da Benedetto XVI a Loreto, il 2 settembre scorso, in occasione dell’Agorà dei Giovani Italiani, dal palco di Montorso, dopo la messa e prima della recita dell’Angelus. Sono parole che si intonano mirabilmente al mistero dell’Incarnazione, di cui il Natale è sublime celebrazione.

Si deve premettere che la chiarezza del Papa sulla tradizione lauretana, esplicitamente accolta, è ammirevole.

In seguito allo studio di Ulisse Chevalier (1906), le cui conclusioni negative sulla storicità della Santa Casa di Loreto divennero ufficiali alla fine degli anni Trenta del secolo XX anche tra molti studiosi cattolici (falso!... n.d.r. - cfr. www.lavocecattolica.it/lettera8dicembre2005.htm), Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, da pontefici, mai hanno menzionato nei loro discorsi ufficiali la tradizione della Santa Casa (falso!... n.d.r. – cfr. www.lavocecattolica.it/santacasa.htm).

Dopo gli scavi archeologici, effettuati nel sottosuolo della Santa Casa (1962/65), il nuovo orientamento degli studi storico - filologici ed edilizi, mettendo a lato la devota e poetica tradizione del trasporto degli angeli, (falso!... n.d.r. – cfr. www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm), hanno inteso dimostrare la realtà storica del nucleo originario nazaretano della Santa Casa. In seguito Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI hanno accolto con linguaggio sereno e limpido la tradizione lauretana, relativa alla presenza della Casa nazaretana a Loreto, anche se mai hanno fatto cenno al ministero degli angeli (falso!... lo hanno “supposto” con “cenni” specifici - n.d.r.- cfr. www.lavocecattolica.it/la.miracolosa.traslazione.html).

Benedetto XVI, con esatta terminologia, in merito alla Santa Casa, parla di “muri che secondo la tradizione provengono da Nazaret”.

(falsificazione delle parole del Papa da parte del Padre Santarelli!... Benedetto XVI invece ha detto “muri che secondo la tradizione vengono da Nazaret” - cfr. spiegazione nel testo seguente della Lettera del Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo alla Redazione di “Radici Cristiane”).

In effetti, qualunque sia stata la modalità del trasporto - per virtù angelica o per iniziativa umana - si deve dire che a Loreto sono stati trasferiti solo i muri della Camera della dimora di Maria a Nazaret, la quale era costituita da una Grotta scavata nella roccia e, appunto, da una Camera antistante. Opportunamente il Papa annota che “Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio”. Sì, dopo Nazaret, ovviamente, perché questo è il luogo proprio dell’Incarnazione e custodisce ancora la Grotta dell’Annunciazione. Loreto gli è solo succeduta nella custodia della traslata Camera in muratura di Maria.

Un’altra annotazione del Papa archeologicamente impeccabile è la seguente: “La Santa Casa di Loreto ha tre pareti”. E’ quello che l’archeologia e gli studi edilizi hanno appurato. Infatti, a Nazaret la Camera in muratura di Maria poggiava sulla parete rocciosa della bocca della Grotta, per cui non esisteva la quarta parete. A Loreto la quarta parete è stata aggiunta, fin dall’inizio, con un muro munito di una piccola abside, costruito in loco con materiale del posto e trasformato in una sezione che accoglie la statua e l’iconostasi. Proprio questa singolare situazione edilizia ha suggerito a Benedetto XVI una geniale riflessione: “E’ una Casa aperta, aperta sul mondo, sulla vita...”.
La casa è “il luogo del raccoglimento, del silenzio interiore”, mentre l’Agorà, la piazza, è il luogo dell’incontro, del dialogo, del confronto. Se i giovani si nutriranno di preghiera e di interiorità, allora potranno esser “veri testimoni nella piazza, nella società, portatori di un Vangelo, non astratto, ma incarnato nella vita”.

Si direbbe che a suggerire al Papa acute riflessioni non sia tanto la tradizione devota della traslazione (e qui subdolamente si mette in dubbio e quindi si nega la “reale” intenzione del Papa al riguardo!...n.d.r. . cfr. www.lavocecattolica.it/lettera28settembre2007.htm), quanto piuttosto la situazione archeologica della Santa Casa.

Toccante è l’invito del Papa ai giovani di portarsi in Santa Casa, magari solo spiritualmente, “con il cuore”, nei momenti più importanti della loro vita. Si ravviva così l’antica “visita spirituale” alla Santa Casa, fatta da tanti santi e da tante pie persone impossibilitate a recarvisi.

Veramente inesauribili sono i messaggi suggeriti dalla Casa di Nazaret venerata a Loreto!

Padre Giuseppe Santarelli

Direttore “Congregazione Universale della Santa Casa”

 

LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO

LA LETTERA DEL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO

ALLA REDAZIONE DELLA RIVISTA “RADICI CRISTIANE”

www.radicicristiane.it

CHE AVEVA PUBBLICATO UNA INTERVISTA AL PROF. GIORGIO NICOLINI

nel numero 30 (dicembre 2007, pp.62-66), dal titolo

LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO

Cfr. www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

Firenze, 4 gennaio 2008                                                                                                                                                

Caro Luigi,

come ti avevo anticipato, per tenerti aggiornato sulla “questione lauretana” sono a inviarti l’Editoriale del Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della Congregazione Universale della Santa Casa, apparso sul Periodico Il Messaggio della Santa Casa del dicembre u.s., cui per un più completo tuo quadro aggiungo la lettera del Prof. Giorgio Nicolini al Santo Padre in data 19 giugno 2005 (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera.correttiva.benedetto.XVI.htm)  e la “Lettera Aperta” consegnata dal medesimo Prof. Nicolini al Padre Santarelli il 17 novembre 2005 (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera17novembre2005.htm).

Come nell’Editoriale potrai vedere, persino l’intervento del Santo Padre a Loreto, nell’Angelus del 2 settembre u.s., in occasione dell’Agorà dei Giovani, per quanto volutamente non polemico, e nondimeno chiarissimo, ha potuto venire stravolto nel suo senso e intento di ripristino della veridicità storica delle Miracolose Traslazioni per ministero angelico, come sul posto e dalla Chiesa sempre è stato detto e insegnato, fino a scolpirlo a chiare lettere sul marmo di cui la Santa Casa è stata rivestita per miglior protezione e decoro. 

In particolare, tre sono i punti dell’Editoriale, che alterano, e anzi snaturano tutto quanto venga detto e stia in favore della miracolosità degli eventi che furono all’origine della presenza della Santa Casa di Nazareth a Loreto, due dei quali accorpati nel secondo dei passi che qui di seguito riporto:

1 - Al 1° cpv., dove si legge che “in seguito allo studio di Ulisse Chévalier (1906), le cui conclusioni negative sulla storicità della Santa Casa di Loreto divennero ufficiali alla fine degli anni Trenta del secolo XX anche tra molti studiosi cattolici, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, da pontefici, mai hanno menzionato nei loro discorsi ufficiali la tradizione della Santa Casa.

2 - Al 3° cpv., dove si legge che “Benedetto XVI, con esatta terminologia… parla di muri che secondo la tradizione provengono da Nazareth”.

Per la prima di tali citazioni, direi che al Padre Santarelli forse sfugge, o veder non vuole che, per esempio, nella sola (!) Biblioteca Nazionale di Firenze stanno non meno di una ventina di studi, risalenti ad anni immediatamente successivi alla pubblicazione di quello sopra citato dello Chévalier (Nôtre Dame de Lorette, Étude historique sur l’autenticité de La Santa Casa, Paris, Picard, 1906), e di Autori a quanto pare ben più e meglio informati, che pezzo per pezzo smontano le tesi di quel canonico francese.

 Valga per tutti, per non tediarti di nomi, titoli e date, il ben ponderoso, approfondito e documentatissimo   studio di   Ilario   Rinieri,   La Santa Casa di Loreto (Torino, Tip. Pontificia, 1910, 3 voll.). Una precisa e chiara   sintesi   di   tali studi, comunque, è stata   pubblicata dallo stesso Prof. Nicolini nel suo Giornale Informatico LA VOCE CATTOLICA, dov’è tuttora visionabile (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera8dicembre2005.htm), e in cui tra l’altro è ben fatto vedere che quel canonico francese fu uno dei più aperti ed acerrimi nemici della Santa Casa venerata a Loreto, operando, come fece, una sistematica contraffazione della Verità che la concerne.

Inoltre, riguardo allo Chévalier e alle sue “conclusioni negative”, che - secondo il Santarelli - sarebbero state accettate da molti studiosi cattolici alla fine degli anni Trenta, furono proprio gli stessi Sommi Pontefici dell’epoca a ribadire invece a tutto tondo, contro lo Chévalier, la veridicità di quelle miracolose traslazioni e dell’autenticità della Santa Casa; tanto, che San Pio X, ad esempio, rese manifesto il suo dolore per quello che a livelli di non discutibile competenza era stato definito “un ingiurioso attentato alla Santa Casa e alla fede semplice dei devoti della Madonna”, intervenendo a un solo mese di distanza dalla contestabilissima, e contestatissima, pubblicazione dello Chévalier con il Breve “Cum sicut accepimus”.

E perché del resto il Padre Santarelli non si prende l’incomodo di spiegare per qual mai miraggio, o sogno, o capriccio Benedetto XV, nel 1920, si sia indotto a fare della Beatissima Vergine Lauretana la “Patrona degli Aviatori”, riconoscendo così di nuovo, “ufficialmente” ed “esplicitamente”, con la sua Autorità Apostolica, la verità delle miracolose traslazioni ad opera di angeli che in volo portarono la Santa Casa in vari luoghi, e infine a Loreto? (cfr. Decreto Pontificio emanato dalla “Ssacra Congregazione dei Riti”, 24 marzo 1920).

Anche Pio XI riconobbe ripetutamente ed espressamente la tradizione lauretana, come ad esempio nella lettera al Concilio Plenario Piceno, tenutosi a Loreto dall’8 al 16 settembre 1928, dove tra l’altro scrisse: Di quella Casa di Nazareth, illustrata dai mirabili esempi di virtù domestiche della Sacra Famiglia – che il nostro predecessore (Leone XIII), d’immortale memoria, cantò ed esaltò con meravigliosi inni introdotti nella liturgia – di quella medesima casa, trasportata prodigiosamente nel loro territorio, i Marchigiani tanta gioia e gloria ne sentono che con una pietà non comune onorano e venerano la Vergine Lauretana quale loro propria speciale Patrona…”.

Il fatto poi che gli ultimi Sommi Pontefici dal Padre Santarelli nominati, non si siano pronunciati in modo ripetuto sull’autenticità della Santa Casa e delle sue miracolose traslazioni, tutt’altro che incrinarne la verità soprannaturale e storica, par meglio significare, oggettivamente, che non ne era percepito più alcun bisogno, accogliendo essi per pacifici i pronunciamenti canonici e liturgici fatti al riguardo dai loro predecessori. Non per caso i loro pontificati sono di anni quando, a voce e per iscritto, nel Santuario Lauretano e nell’intera Chiesa non si mancava d’informare veracemente fedeli e visitatori di come la Santa Casa fosse giunta nei luoghi dove poi sorse Loreto, e cioè delle miracolose traslazioni che l’avevano riguardata, come attestato in innumerevoli documenti degli anni 1940-1970, dei quali il Prof. Nicolini mi ha edotto ed è in possesso.

Ma quando un Pontefice, come il Benedetto XVI oggi regnante, si pronuncia in accordo con quella tradizione, e ciò anche in umile autocorrezione di una sua omelia involontariamente erronea e pronunciata da Cardinale, nel 1991, come si è visto e sentito nell’Angelus del 2 settembre u.s., ecco allora ciò che ne viene detto e fatto! Ciò mi suggerisce una certa analogia con l’impazienza da Gesù manifestata agli israeliti: “E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli” (Lc.7,33-35).

In realtà, riguardo alla seconda citazione del Padre Santarelli sopra riportata, il Prof. Nicolini mi ha fatto notare un’ulteriore e quasi subliminale suggestione indotta, da quell’editorialista, col porre in bocca al Santo Padre una parola da lui mai pronunciata, e tale da mutar di senso all’intero suo discorso.

Tale suggestione è nelle parole “… muri che secondo la tradizione provengono da Nazaret…”. Invece Benedetto XVI aveva detto: “… muri  che secondo la tradizione vengono da Nazaret…”. Ora, i verbi provenire e venire, rispettivamente, in riferimento alla “questione lauretana” hanno ben diverso significato: non per caso della Santa Casa sempre è stato detto ch’essa è venuta (senza umane intermediazioni, autonomamente) e non già provenuta, che lascerebbe spazio, oggettivamente, a qualcosa di spiegabile sulla base d’interventi umani.

Il Papa ha dunque fatto uso del verbo venire, il quale, riferito com’è alla tradizione lauretana, riguarda appunto l’evento miracoloso della venuta, ossia dell’arrivo della Santa Casa in modo autonomo. E se anche i particolari hanno da contar qualcosa, ciò mi sembra conferma non trascurabile in favore della tradizione lauretana, contro la quale da più di un trentennio a questa parte il Rev.do Padre Santarelli si sta adoperando, con molteplici mistificazioni, dal Prof. Nicolini più volte denunciate e ben documentate (cfr. www.lavocecattolica.it/santacasa.htm). Qual mai lettore farebbe caso di tanta sottigliezza?…    

Riguardo infine a quei “muri, che comunque non sono le “sante pietre” delle quali da tempo sia in loco che fuori si era preso a parlare e scrivere, la tradizione che li concerne altra non è, né può essere, che quella delle Miracolose Traslazioni, lunga più di sette secoli e uniformemente attestata dalla Chiesa ai suoi massimi livelli, oltre che confortata da mistici e santi, come benissimo esposto su Radici Cristiane del Dicembre u.s. (pp.65-66). Una tradizione con la quale, dunque, dato che l’ermeneutica non è scienza “allegra”, ossia allegramente piegabile a personali usi e consumi, sarebbe davvero ora che la Custodia Lauretana e il Padre Giuseppe Santarelli con essa, quale Direttore della Congregazione Universale della Santa Casa, facessero qualche ben documentato conto… - Ti pare?…

Come già ti ho detto nella mia ultima, dopo la morte di Mons. Danzi il nuovo Vescovo designato, Mons. Tonucci, ufficialmente insediatosi il 10 dicembre u.s. nell’occasione dell’annuale memoria liturgica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa, non ha ancor posto concreta mano alla “questione” che c’interessa; ma mi pare di non averti ancor detto ch’egli ha già dato notizia della volontà di Benedetto XVI per celebrare solennemente il prossimo 90° anniversario della proclamazione della Vergine Lauretana a “Patrona della Aviazione”, come ricordavo poc’anzi, qui sottolineando ancora che ciò avvenne a mezzo di un canonico, esplicito e insomma “ufficialissimo” riconoscimento circa la veridicità dei “voli miracolosi” della Santa Casa. In ogni caso, come si dice, se sono rose fioriranno, e dunque per ora non c’è che da attendere...

Il Prof. Nicolini mi ha anche riferito di aver già chiesto un’udienza con il nuovo Vescovo di Loreto, così da potergli fornire tutti gli elementi utili ad agevolarlo per il ripristino della verità delle miracolose traslazioni della Santa Casa e quindi della stessa “tradizione lauretana”.

Con l’occasione ti segnalo anche la mia ottima disponibilità a veder pubblicata la presente su Radici Cristiane, qualora tu e il Comitato di Redazione lo riteneste utile od opportuno, salvi gli eventuali aggiustamenti che semmai vorrai suggerirmi.

Per ora un caro saluto con il rinnovato, affettuoso augurio per l’anno appena cominciato!

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo

Tel./Facs. 055.400707

Posta Elettronica:  dalpozzo.francesco@tin.it

 Allegati

1-Editoriale de Il Messaggio della Santa Casa; dicembre 2007, a firma del Padre Giuseppe Santarelli.

2-Lettera del Prof. Giorgio Nicolini a Benedetto XVI, in data 19 giugno 2005.

3-Lettera Aperta del Prof. Giorgio Nicolini al Padre Giuseppe Santarelli, e a questi consegnata il 17 novembre 2005.

Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2008

Cari figli, con il tempo quaresimale voi vi avvicinate ad un tempo di grazia. Il vostro cuore è come terra arata ed è pronto a ricevere il frutto che crescerà nel bene. Figlioli, voi siete liberi di scegliere il bene oppure il male. Per questo vi invito: pregate e digiunate. Seminate la gioia e nei vostri cuori il frutto della gioia crescerà per il vostro bene e gli altri lo vedranno e lo riceveranno attraverso la vostra vita. Rinunciate al peccato e scegliete la vita eterna. Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA

Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli

NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO

            Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.

            Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.

            In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.

            Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).

            Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.

dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"

+ Mons. Edoardo Menichelli

Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.  Prof. Giorgio Nicolini  -  giorgio.nicolini@poste.it

 

 MESSAGGIO DI ADESIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

www.lavocecattolica.it www.telemaria.it

AL DIRETTORE DE “IL FOGLIO” GIULIANO FERRARA

----- Original Message -----

From: giorgio.nicolini@poste.it

To: lettere@ilfoglio.it

Sent: Saturday, January 12, 2008 1:44 AM

Subject: Adesione alla moratoria sull'aborto

Ancona, 12 gennaio 2008

Caro Ferrara,

    aderisco con viva gratitudine al Suo appello e, come credente, La voglio rassicurare anche del mio ricordo nella preghiera al Signore, perché gli dia Luce e Forza nel sostenere la Sua battaglia.

    In allegato, mi permetto di inviarLe un testo scientifico di Domenico Ravalico, di una trentina di anni fa, ormai fuori commercio, ma molto bello e profondo, e sempre attuale. Ho cercato di rintracciare i discendenti di Domenico Ravalico, per una eventuale concessione ad una ripubblicazione del libro, ma non sono riuscito a rintracciarli. Ho allora pubblicato il testo nel mio Sito Internet, all'indirizzo www.lavocecattolica.it/verita.della.creazione.htm  Sarei molto lieto se Lei fosse in grado di interessarsi ad una ripubblicazione di quel libro od anche ad una pubblicazione a puntate ne IL FOGLIO. Sarebbe un arricchimento "scientifico" per molti e agevolerebbe il dialogo tra "scienza e fede", che non sono in nulla in contrasto, ma l'una arricchente l'altra.

    In altri due messaggi successivi Le invio altri due allegati, ove può trovare spunti alla "causa" della salvezza dei "bambini non nati".

Cfr. www.lavocecattolica.it/lettera.presidente.repubblica.html

Cfr. www.lavocecattolica.it/memoria.liturgica.htm

    Un testo riguarda l'istituzione nella Chiesa di una Memoria Liturgica dei SANTI NON NATI, sottoposta al vaglio dell'ex-Card. Ratzinger, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e poi approvato successivamente dopo essere stato eletto Papa, attraverso la Commissione Teologica appositamente costituita. Il Santo Padre Benedetto XVI - mi è stato attestato - apprezza molto quanto scrivo. Il testo che Le invio ha anche contribuito al superamento delle "difficoltà teologiche" riguardo alla non-esistenza del Limbo, dottrina che ora fa parte del Magistero Ordinario della Chiesa (cfr. www.lavocecattolica.it/memoria.liturgica.htm).

    RassicurandoLa di tutto il mio appoggio, la mia gratitudine e la mia simpatia nella battaglia in difesa della vita, La saluto con viva cordialità, augurandoLe ogni bene.

Prof. GIORGIO NICOLINI
Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

 

UNA TESTIMONIANZA

----- Original Message -----

From: ::: (... omissis…) :::

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Saturday, May 05, 2007 4:33 PM

Subject: Lettera per Dr. Nicolini

 

Egregio Dr. Nicolini, da diverso tempo conosco questo sito (www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm).

Mi chiamo A., e purtroppo conosco la disperazione e il dramma che vive quotidianamente chi ha abortito. Quanto dolore e quanto amore buttato via per un bambino che non nascerà. E quanta indifferenza e falsa solidarietà nei confronti di una donna che deve affrontare una gravidanza inattesa o indesiderata. Ho ancora oggi, e credo avrò per sempre, dentro al cuore le ferite di una mancanza così grave come è senza dubbio la consapevolezza che il proprio bimbo è andato distrutto. Poi è inutile rimpiangere il momento in cui si è state talmente fragili e vulnerabili da cedere ai ricatti e alle pressioni di chi considerava il proprio figlio, il proprio nipote, un errore o peggio un nemico da sopprimere. Se è interessato posso mandarle la mia testimonianza.

Di una cosa sono certa: esiste una grande omertà se si affronta il tema dell'aborto, della quale le donne, e purtroppo anch'io, ne sono vittime. Chissà che non siano proprio le donne che hanno abortito a fare chiarezza su ciò che hanno vissuto e subìto. A fare chiarezza sui loro sentimenti feriti, sulla loro libertà violata di diventare madri di un bambino che è unico e irripetibile, a parlare esplicitamente del rimpianto per non avere ricevuto l'aiuto al quale avevano diritto per evitare di abortire.

Spero di poterle parlare, anche attraverso una “mail”. Grazie.

Messaggio firmato

 

----- Original Message -----

From: <graziapalumbo@virgilio.it>

To: <lavocecattolica@lavocecattolica.it>

Sent: Thursday, December 27, 2007 4:13 PM

Subject: R: Un lieto e Santo Natale da "LA VOCE CATTOLICA" e "TELE MARIA"

 

Grazie per gli auguri, mi fate compagnia e tanta serenità.

Continuate la vostra opera e tenetemi in considerazione nelle vostre preghiere.

 

 

----- Original Message -----

From: adrianobagnaschi@tin.it

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Tuesday, January 01, 2008 9:37 PM

Subject: Epifania

 

Caro Nicolini,

Le spedisco un secondo mi scritto fatto in occasione della prossima Epifania. Auguri.

Adriano del Sesto Calende1 “Scout”.

 

E’ arrivata l’Epifania!

Dice un vecchio proverbio: “l’Epifania tutte le feste porta via”.

Tanti  auguri ci siam scambiati,

quanti regali ci siamo dati.

Tutti gli ambienti erano intrisi,

di grande gioia e di tanti sorrisi.

C’è chi ricorda che tempo orsono,

un bambino è nato ed ha portato un “Dono”

Nella Famiglia dell’umanità,

è arrivata un’occasione di felicità.

Tra luci e cose brillanti,

abbiamo visto vetrine sfavillanti

Tant’era la luce in questi siti,

che ci hanno un po’ storditi.

E’ stata una corsa alle cose più belle,

e ci siam scordati che in cielo c’erano le stelle.

Ma una sola ci voleva indicare,

dove quel bimbo era nato, dove dovevamo andare.

Forse eravamo troppo presi per cose di quaggiù

E ci siam scordati di alzar lo sguardo verso lassù.

Ora, passato tutto questo baillame,

di quel bimbo nato non sappiam che fare

Tanti dicono preoccupati:dove lo metto!…

speriamo di non trovarlo dopo il sei gennaio… in un cassonetto!

 

Questa poesia è dedicata a tutte le famiglie e a tutti i bambini del mondo che, mentre il “nord” della terra spendeva a più non posso, soffrivano di fame e morivano perchè non avevano nulla da mangiare e nulla da bere.

Adriano Bagnaschi

 

L’APPELLO DI DON FRANCESCO LO GERFO

----- Original Message -----

From: francescologerfo@alice.it

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Monday, July 09, 2007 5:31 PM

 

“Iddio mi conceda di parlare secondo quello che penso e di pensare in modo degno dei beni dati,

poiché egli è la guida della Sapienza e il correttore dei saggi”.

(Sapienza di Salomone 7,15)

Palermo, 20 giugno 2007

Ill.mo Signor Presidente,

            è col cuore in mano che mi accingo a scrivere queste righe, sicuramente per me umilianti e vergognose e forse anche inutili. 

            Spero solo che tocchino il cuore di chi le leggerà, sempreché qualcuno lo faccia. Chiedo perdono fin da ora, per il disturbo. Il tono un po’ confidenziale  nasce da quella convinzione di essere tutti figli di Dio e quindi fratelli.

            Non è facile a 54 anni, di cui 24 di sacerdozio, accettare di essere un fallito e un mendicante che bussa a tante porte per tendere la mano a chiedere l’elemosina, eppure…

            Le cose più importanti sono le più difficili da dire, sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella nostra testa sembravano sconfinate, ma le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è anche più di questo!

            Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il nostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i nostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. E si potrebbero anche fare rivelazioni che ci costano, per poi scoprire che la gente ci guarda strano, senza capire affatto quello che è stato detto, senza capire perché ci sembrava tanto importante da piangere mentre le si diceva. E questa è la cosa peggiore! Quando il segreto rimane chiuso dentro, non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che voglia e sappia ascoltare.

            Ho cercato per anni un orecchio disposto ad ascoltarmi, all’interno delle istituzioni ecclesiastiche, ma dopo quasi sette anni di ricerche infruttuose, sono costretto ad arrendermi. Nessuno ha voluto ascoltarmi, nessuno mi ha creduto, nessuno mi ha aiutato!

            “La verità vi farà liberi” (Gv.8,32), leggiamo nel Vangelo, che predichiamo. Eppure, dopo sette anni quasi che cerco, specialmente nell’ambiente ecclesiastico e religioso, un orecchio disponibile ad ascoltare, gridando la verità, i miei sforzi inutili mi convincono che molti preferiscono non conoscerla. Infatti alla verità si preferisce l’apparenza: è incredibile, ma proprio noi che predichiamo un Vangelo di Amore e di Liberazione, lo facciamo puntando il dito piuttosto che tendendo la mano.

            Le reazioni, infatti, nel corso di questi ultimi anni, alle mie richieste d’aiuto sono state di incredulità. Tanto che alcune suore di Brescia, ad esempio, hanno avvisato i carabinieri, che hanno svolto regolari indagini.

            Altri hanno chiamato la Curia di Palermo o la Curia di Locri, dalla quale ancora dipendo ecclesiasticamente, sebbene abiti ormai da sette anni a Palermo, a seguito di una grave malattia che ha colpito mia madre, e dove ho presentato regolare domanda di incardinazione, ancora in attesa di una risposta.

            Ebbene chi ha chiamato si è sentito rispondere che loro mi hanno sempre aiutato. Ma d’altra parte cosa avrebbero dovuto rispondere? A nessuno piace ammettere le proprie responsabilità.

            Altri ancora mi hanno telefonato o scritto, dimostrando a parole la loro solidarietà, ma poi sono scomparsi, rendendosi irreperibili.

            Tanti mi hanno garantito preghiere: purtroppo, con le preghiere non sono riuscito a togliere alcun debito, provocati da oltre due anni vissuti senza alcuna entrata.

            Altri, e sono la maggior parte, hanno preferito ignorarmi. Bontà loro!

            L’indifferenza, la mancanza di quella pietas e carità cristiana è la cosa peggiore che sto sperimentando in questi lunghi anni vissuti con l’incubo della solitudine e dell’incomprensione. Subisco l’ingiustizia di false accuse senza potermi neanche difendere, perché accusato, giudicato e condannato a mia insaputa. Ne sto subendo tutte le conseguenze a livello psicologico; per questo avrei voluto denunciare il mio grave disagio. Sono senza alcun incarico ormai da sette anni e trascorro così inutilmente le mie giornate, subendo un forte danno biologico e psicologico.

            Per oltre due anni sono rimasto senza alcun mezzo di sostentamento; infatti, a seguito della malattia di mia madre, ho dovuto lasciare il mio ultimo incarico di cappellano sulle navi e fermarmi a Palermo per poter restare vicino a mia madre. Per andare avanti in questi due anni ho dovuto contrarre debiti con le uniche persone che non chiedono garanzie, né garanti, ma i cui interessi diventano micidiali.

            Nel 2002 finalmente sono stato reinserito nel Sistema Sostentamento Clero, per un’indennità pari a 700 euro circa. A questo punto per pagare i primi debiti, ne ho dovuto contrarre altri presso alcune finanziarie, finché ultimamente la situazione è esplosa.

            Perché a questo punto un ulteriore inutile scritto da parte mia? Forse spero, forse mi illudo! Non è facile compiere gesti estremi ed eclatanti… L’ultima mia indennità integrativa di aprile, è stata pari a 590 euro, con i quali provvedere a tutte le spese: affitto (400 euro), bollette e viveri, oltre che a ripianare i debiti in passato contratti. Ciò con buona pace e tante belle parole di tutti coloro che sono a conoscenza di questa situazione disastrosa.

            Affido allo Spirito Santo questo mio scritto, perché possa ispirare chi avrà la pazienza e la bontà di leggermi a compiere un gesto d’amore e di carità, che il mondo religioso in questi anni mi ha sempre negato, ignorandomi.

            Non resta che inviare un sincero e devoto saluto in Cristo, nostro fratello.

Sac. Francesco Lo Gerfo

Via Libertà, 165 - 90143 Palermo

Tel. 091.348840 – Cell. 349.6411511

P. S. - Qualora le scarne notizie non fossero sufficienti per comprendere appieno la situazione, sono disponibile a tutte le chiarificazioni necessarie.

 

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LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

 

Nuova York, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

www.operadellavita.it

LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

SOTTO LA TUA PROTEZIONE

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2008, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari Cari figli, con il tempo quaresimale voi vi avvicinate ad un tempo di grazia. Il vostro cuore è come terra arata ed è pronto a ricevere il frutto che crescerà nel bene. Figlioli, voi siete liberi di scegliere il bene oppure il male. Per questo vi invito: pregate e digiunate. Seminate la gioia e nei vostri cuori il frutto della gioia crescerà per il vostro bene e gli altri lo vedranno e lo riceveranno attraverso la vostra vita. Rinunciate al peccato e scegliete la vita eterna. Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

 

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera25gennaio2008.htm

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto, ad Ancona e sino al colle ove poi sorse Loreto, quale “nuova Nazareth”. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona e Loreto, con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazaret.

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

TELE MARIA – Emittente Televisiva Cattolica in Internet - www.telemaria.it

TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

TELE MARIA è una nuova Emittente Televisiva Cattolica in Internet nata dall’ispirazione di Maria

Trasmette programmi secondo le indicazioni dell’esortazione di San Paolo apostolo ai cristiani:

"FRATELLI, TUTTO QUELLO CHE E' VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO, QUELLO CHE E' VIRTU' E MERITA LODE, TUTTO QUESTO SIA OGGETTO DEI VOSTRI PENSIERI" (cfr. Fil.4,8).

NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA

TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”

SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE

LA SANTA CASA DI GESU’, DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA

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UDIENZA GENERALE DI BENEDETTO XVI

Mercoledì, 2 gennaio 2008

Cari fratelli e sorelle!

Un’antichissima formula di benedizione, riportata nel Libro dei Numeri, recita: "Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace" (Nm 6,24–26). Con queste parole che la liturgia ci ha fatto riascoltare ieri, primo giorno dell’anno, vorrei formulare cordiali auguri a voi, qui presenti, e a quanti in queste feste natalizie mi hanno fatto pervenire attestati di affettuosa vicinanza spirituale.

Ieri abbiamo celebrato la solenne festa di Maria, Madre di Dio. "Madre di Dio", Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo, nel contesto delle accese discussioni di quel periodo sulla persona di Cristo. Si sottolineava, con quel titolo, che Cristo è Dio ed è realmente nato come uomo da Maria: veniva così preservata la sua unità di vero Dio e di vero uomo. In verità, quantunque il dibattito sembrasse vertere su Maria, esso riguardava essenzialmente il Figlio. Volendo salvaguardare la piena umanità di Gesù, alcuni Padri suggerivano un termine più attenuato: invece del titolo di Theotokos, proponevano quello di Christotokos, "Madre di Cristo"; giustamente però ciò venne visto come una minaccia alla dottrina della piena unità della divinità con l’umanità di Cristo. Perciò, dopo ampia discussione, nel Concilio di Efeso del 431, come ho detto, venne solennemente confermata, da una parte, l’unità delle due nature, quella divina e quella umana, nella persona del Figlio di Dio (cfr DS, n. 250) e, dall’altra, la legittimità dell’attribuzione alla Vergine del titolo di Theotokos, Madre di Dio (ibid., n. 251).

            Dopo questo Concilio si registrò una vera esplosione di devozione mariana e furono costruite numerose chiese dedicate alla Madre di Dio. Tra queste primeggia la Basilica di Santa Maria Maggiore, qui a Roma. La dottrina concernente Maria, Madre di Dio, trovò inoltre nuova conferma nel Concilio di Calcedonia (451) in cui Cristo fu dichiarato "vero Dio e vero uomo (…) nato per noi e per la nostra salvezza da Maria, Vergine e Madre di Dio, nella sua umanità" (DS, n. 301). Com’è noto, il Concilio Vaticano II ha raccolto in un capitolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, l’ottavo, la dottrina su Maria, ribadendone la divina maternità. Il capitolo s’intitola: "La Beata Maria Vergine, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa".

            La qualifica di Madre di Dio, così profondamente legata alle festività natalizie, è pertanto l'appellativo fondamentale con cui la Comunità dei credenti onora, potremmo dire, da sempre la Vergine Santa. Essa esprime bene la missione di Maria nella storia della salvezza. Tutti gli altri titoli attribuiti alla Madonna trovano il loro fondamento nella sua vocazione ad essere la Madre del Redentore, la creatura umana eletta da Dio per realizzare il piano della salvezza, incentrato sul grande mistero dell'incarnazione del Verbo divino. In questi giorni di festa ci siamo soffermati a contemplare nel presepe la rappresentazione della Natività. Al centro di questa scena troviamo la Vergine Madre che offre Gesù Bambino alla contemplazione di quanti si recano ad adorare il Salvatore: i pastori, la gente povera di Betlemme, i Magi venuti dall’Oriente. Più tardi, nella festa della "Presentazione del Signore", che celebreremo il 2 febbraio, saranno il vecchio Simeone e la profetessa Anna a ricevere dalle mani della Madre il piccolo Bambino e ad adorarlo. La devozione del popolo cristiano ha sempre considerato la nascita di Gesù e la divina maternità di Maria come due aspetti dello stesso mistero dell'incarnazione del Verbo divino e perciò non ha mai considerato la Natività come una cosa del passato. Noi siamo "contemporanei" dei pastori, dei magi, di Simeone e di Anna, e mentre andiamo con loro siamo pieni di gioia, perchè Dio ha voluto essere il Dio con noi ed ha una madre, che è la nostra madre.

            Dal titolo di "Madre di Dio" derivano poi tutti gli altri titoli con cui la Chiesa onora la Madonna, ma questo è il fondamentale. Pensiamo al privilegio dell’"Immacolata Concezione", all’essere cioè immune dal peccato fin dal suo concepimento: Maria fu preservata da ogni macchia di peccato perché doveva essere la Madre del Redentore. La stessa cosa vale per il titolo di "Assunta": non poteva essere soggetta alla corruzione derivante dal peccato originale Colei che aveva generato il Salvatore. E sappiamo che tutti questi privilegi non sono concessi per allontanare Maria da noi, ma al contrario per renderla vicina; infatti, essendo totalmente con Dio, questa Donna è vicinissima a noi e ci aiuta come madre e come sorella. Anche il posto unico e irripetibile che Maria ha nella Comunità dei credenti deriva da questa sua fondamentale vocazione ad essere la Madre del Redentore. Proprio in quanto tale, Maria è anche la Madre del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa. Giustamente, pertanto, durante il Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, Paolo VI attribuì solennemente a Maria il titolo di "Madre della Chiesa".

            Proprio perché Madre della Chiesa, la Vergine è anche Madre di ciascuno di noi, che siamo membra del Corpo mistico di Cristo. Dalla Croce Gesù ha affidato la Madre ad ogni suo discepolo e, allo stesso tempo, ha affidato ogni suo discepolo all'amore della Madre sua. L'evangelista Giovanni conclude il breve e suggestivo racconto con le parole: "E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19,27). Così è la traduzione italiana del testo greco: ",is tà *4"", egli l’accolse nella realtà propria, nel suo proprio essere. Così che fa parte della sua vita e le due vite si compenetrano; e questo accettarla (,is tà í*4") nella propria vita è il testamento del Signore. Dunque, al momento supremo del compimento della missione messianica, Gesù lascia a ciascuno dei suoi discepoli, come eredità preziosa, la sua stessa Madre, la Vergine Maria.

            Cari fratelli e sorelle, in questi primi giorni dell'anno, siamo invitati a considerare attentamente l’importanza della presenza di Maria nella vita della Chiesa e nella nostra esistenza personale. Affidiamoci a Lei perchè guidi i nostri passi in questo nuovo periodo di tempo che il Signore ci dona da vivere, e ci aiuti ad essere autentici amici del suo Figlio e così anche coraggiosi artefici del suo Regno nel mondo, Regno della luce e della verità. Buon Anno a tutti! È questo l'augurio che desidero rivolgere a voi qui presenti e ai vostri cari in questa prima Udienza generale del 2008. Che il nuovo anno, iniziato sotto il segno della Vergine Maria, ci faccia sentire più vivamente la sua presenza materna, così che, sostenuti e confortati dalla protezione della Vergine, possiamo contemplare con occhi rinnovati il volto del suo Figlio Gesù e camminare più speditamente sulle vie del bene.

            Ancora una volta, Buon Anno a tutti!

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