2 FEBBRAIO

IL RISPETTO

DELLA VITA UMANA NASCENTE

Vedi indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/avvertenze.filmato.htm

L’offerta delle mamme Amanti della vita

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

LETTERA INFORMATIVA n°47

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Giornale Informatico Gratuito di Ispirazione Cattolica

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                                 (Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

Ancona

Giovedì, 2 febbraio 2006

Domenica, 3 febbraio 2012

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dal Concepimento "reale" di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Nato ebreo a Betlemme, nell’anno 6 prima dell’anno 0, al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO IL 9 APRILE DELL’ANNO 30 - GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO.

Il popolo ebraico lo ha atteso da secoli, ogni uomo, più o meno consapevolmente, lo cerca da sempre

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE”", i cui testi sono pubblicati all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” [Biglietto scritto da San Giuseppe Moscati, il 17 ottobre 1922]. Poiché sta scritto nella Parola di Dio: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28). Così anche Gesù insegnava:  “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DAL VANGELO SECONDO LUCA (2,22-40)

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

 

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

 

L’INSEGNAMENTO DI PAOLO VI

(discorso tenuto a Nazareth il 5 gennaio 1964)

 

L’ESEMPIO DI NAZARETH

 

         La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare. Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.

         Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo.

         Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazaret.

         In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.

         Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale.

         Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.

 

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VITA DI SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

(scritta dall’Abbazia Francese di San Giuseppe di Clairval)

www.lavocecattolica.it/santagianna.htm

 

            I vescovi, riuniti in Sinodo a Roma, nell'ottobre 2001, hanno inviato un «messaggio al Popolo di Dio», in cui viene affrontato il tema della dignità della vita umana: «Quello che, forse, sconvolge maggiormente il nostro cuore di pastori, è il disprezzo della vita, dal concepimento alla fine, e la disgregazione della famiglia. Il no della Chiesa all'aborto e all'eutanasia è un sì alla vita, un sì alla bontà fondamentale della creazione, un sì che può raggiungere qualsiasi essere umano nel santuario della coscienza, un sì alla famiglia, prima cellula della speranza in cui Dio si compiace al punto di chiamarla a diventare “chiesa domestica”».

            Qualche anno prima, il Papa Giovanni Paolo II diceva già ai giovani, a Denver (Stati Uniti): «Le minacce contro la vita non si attenuano con l'andar del tempo. Al contrario, assumono dimensioni enormi... Si tratta di minacce programmate scientificamente e sistematicamente. Il ventesimo secolo sarà ricordato come un'epoca di aggressioni continue contro la vita, un'interminabile serie di guerre ed un massacro permanente di vite umane innocenti...» (14 agosto 1993). 

            Ci troviamo di fronte ad una «congiura contro la vita umana», in cui gli Enti internazionali programmano vere e proprie campagne di diffusione della contraccezione, della sterilizzazione, dell'aborto e dell'eutanasia, con la complicità dei “mass-media”. Il ricorso a tali pratiche viene presentato all'opinione pubblica come un segno di progresso ed una conquista della libertà, mentre i difensori della vita vengono denigrati quali nemici della libertà e del progresso (cfr. Enc. Evangelium Vitæ, 25 marzo 1995, n. 17).

            Nel momento in cui il mondo è gravemente inquieto per la pace, ricordiamo le parole della Beata Teresa di Calcutta quando ricevette il premio Nobel per la Pace, il 10 dicembre 1979: «Il massimo distruttore della pace, oggi, nel mondo, è il crimine commesso contro il nascituro innocente». Infatti, Dio non può lasciare impunito il crimine di Caino: il sangue di Abele esige che Dio faccia giustizia. Dio disse a Caino: Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo” (Gen. 4, 10). Non soltanto il sangue di Abele, ma anche quello di tutti gli innocenti assassinati grida vendetta al Cielo (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2268). Ora, nel corso degli ultimi decenni, centinaia di milioni di bambini innocenti sono stati uccisi nel seno delle madri.

            Il passaggio al terzo millennio non ha segnato, in Francia, come in altre Nazioni, una svolta in favore di una politica propizia alla vita. Fin dal 2000, la distribuzione di «Norlevo» (la pillola detta «del giorno dopo», in realtà un prodotto abortivo) è autorizzata per le minorenni negli istituti scolastici, senza assenso dei genitori. Il 4 luglio 2001, una nuova legge sull'aborto aggrava le disposizioni della precedente legge (1979), che proponeva l'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG = aborto), come ultimo ricorso in caso di situazione di emergenza. Ormai, si tratta di un «vero e proprio diritto di abortire», che scarta la maggior parte delle disposizioni atte a conservare la vita del bambino: il termine legale è prolungato da 10 a 12 settimane, è soppressa l'autorizzazione dei genitori per le minorenni, è depenalizzata l'istigazione all'aborto, sono rafforzati i motivi di azione giudiziaria contro gli oppositori dell'aborto.

 

Una «buona novella» per il nostro tempo

Contro tale cultura di morte e le sue conseguenze drammatiche per la pace civile e per il destino eterno degli uomini, la Chiesa ci ricorda i Comandamenti di Dio, che sono impressi nel cuore di ogni essere umano. Testimone dell'amore di Dio per l'uomo, Essa difende i più deboli e sottolinea l'importanza del quinto comandamento (Non uccidere). «Fin dal 1° secolo, la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato e resta immutabile» (CCC, n. 2271).

Per illuminarci più concretamente, la Chiesa ci presenta gli esempi dei santi. Per questo, Papa Giovanni Paolo II ha beatificato, il 25 aprile 1994, e canonizzato il 16 maggio 2004, Gianna Beretta Molla, una madre di famiglia, la cui testimonianza in favore della vita umana è una «buona novella» per gli uomini del nostro tempo.

Decima di tredici figli (di cui cinque moriranno in tenera età), Gianna nasce il 4 ottobre 1922 a Magenta (Italia), in una famiglia in cui i genitori, che fanno parte del Terz'Ordine di San Francesco ed assistono tutti i giorni alla Messa, mantengono un'atmosfera serena e cristiana. Nel pomeriggio della domenica i figli accompagnano il padre nella visita ai poveri, alle persone anziane, abbandonate o trascurate. La mamma si sforza di risparmiare a favore delle missioni. Il 4 aprile 1928, Gianna fa la Prima Comunione. L'Eucaristia diventa per lei, a partire da quel momento, l'alimento quotidiano indispensabile. A scuola, è un'alunna mediocre: bisognerà aspettare che finisca le elementari perché ottenga qualche buon voto. Riceve la Cresima il 9 giugno 1930. Alle medie, continua a non brillare. Tuttavia, la sua vita cristiana è intensa e radiosa: un momento di meditazione tutte le mattine le dà la forza e la gioia d'amare, per tutta la giornata. D'indole aperta, perdona facilmente e sopporta con pazienza i dispiaceri dovuti alle differenze di carattere. Apprezza le bellezze della natura e durante le vacanze prende lezioni di disegno e di piano. La formazione spirituale e l'apostolato di Gianna si rafforzano grazie all'Azione Cattolica femminile italiana, cui essa si iscrive fin dall'età di dodici anni.


Un'impronta indelebile

Dal 16 al 18 marzo 1938, Gianna partecipa ad un ritiro spirituale secondo gli Esercizi di sant'Ignazio. Le numerose grazie che vi riceve lasceranno in lei un'impronta per tutta la vita. Ivi, essa approfondisce i valori fondamentali della vita spirituale: la necessità della grazia e della preghiera, l'orrore del peccato, l'imitazione di Cristo, la mortificazione; comincia soprattutto a vedere l'apostolato come un'espressione eminente della Carità. Fra le sue risoluzioni, scrive: «Fare tutto per il Signore... Per servire Dio, non andrò più al cinema senza assicurarmi che si tratti di un buon film, non scandaloso o immorale... Preferisco morire piuttosto che commettere un peccato mortale... Recitare l' «Avemaria» tutti i giorni perché il Signore mi dia una morte santa... La strada dell'umiliazione è la più breve per giungere alla santità. Pregare il Signore di portarmi in Paradiso». Impara a raccogliersi in preghiera, vale a dire ad intrattenersi familiarmente con Dio, da solo a solo, in fondo al cuore.

Nel 1942, Gianna perde improvvisamente la madre, cinquantatreenne. Quattro mesi dopo, le muore il padre. Dei figli Beretta ancora vivi, quattro esercitano già una professione, altri tre sono studenti; Gianna ha appena ottenuto la maturità. Si propone di diventare suora missionaria in Brasile. In attesa, comincia gli studi di Medicina a Milano. Malgrado le difficoltà dell'epoca (l'Italia è in guerra), studia seriamente. Quando la stanchezza si fa sentire, va in Chiesa: «Quando sono stanca e non ne posso più, mi rinnovo con un po' di meditazione per parlare con Gesù». Ma soffre per via dei suoi punti deboli: «I due difetti che mi segnala, scrive ad una suora, sono verissimi. Sono ostinata, faccio sempre quel che voglio, mentre dovrei sottomettermi... Mi sforzerò. Per quanto concerne la carità, per non giudicare il prossimo, da qualche tempo, cerco di vincere me stessa, ma è talvolta veramente difficile». Durante le vacanze, Gianna pratica lo sci e l'alpinismo.

Gli anni degli studi universitari sono un periodo privilegiato per l'apostolato. Molto attiva e piena di iniziative, si conquista l'amicizia delle ragazze, organizza gite, feste e giochi, allo scopo di incoraggiare le amiche all'amore di Dio e del prossimo. «Ascoltava gli altri e parlava poco, rispondeva con precisione come se ascoltasse una voce interiore, si dirà di lei... D'estate, portava le compagne dell'Azione cattolica nella sua casa di campagna per ritiri spirituali». Essa medesima spiega: «Il solo fatto di parlar bene non trascina, ma dare l'esempio, sì. Rendere la verità visibile nella propria persona; rendere la verità gradevole offrendo se stessi come esempio attraente, e, se possibile, eroico... Non abbiate paura di difendere Dio, la Chiesa, il Papa ed i sacerdoti. Contro tutta questa campagna antireligiosa ed immorale, non si può rimanere indifferenti... Bisogna agire, immettersi in tutti i campi d'azione, sociale, familiare e politico. E darsi da fare, perché tutte le forze del male, oscure e minacciose, sono riunite».


Pregare, anche se tutto ci distrae

Ma l'azione deve essere sostenuta dalla preghiera e dal sacrificio: «Se vogliamo che il nostro apostolato non sia vano, ma efficace, dobbiamo essere anime di preghiera. Anche se tutto, attorno a noi, durante la giornata, ci distrae dalla preghiera! Questa deve esser fatta con fede nell'onnipotenza di Dio che ci può aiutare... E se dopo aver fatto del nostro meglio subiamo uno smacco, accettiamolo generosamente; uno smacco accettato bene da parte di un apostolo che aveva fatto ricorso a tutti i mezzi per riuscire, è più efficace di un trionfo, per la salvezza».

Spesso, raccomanda la virtù della purezza e l'educazione all'amore vero: «Come conservare la purezza? Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio. La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù... La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà. È libero colui che è capace di resistere, di lottare».

Nel novembre del 1949, Gianna ottiene la laurea in Medicina e Chirurgia. Si specializza allora in Pediatria per amore dei bambini, ma anche per esser vicina alle madri; poi apre un ambulatorio privato a Mesero. Ascolta ciascuno dei suoi ammalati con molta pazienza e gentilezza. Quando le malattie sono il risultato di una vita morale disordinata, ne soffre molto e consiglia con convinzione di cambiare condotta. Agli ammalati particolarmente poveri, dà il denaro per le medicine: «Se curo un ammalato che non ha da mangiare, a che servono le medicine?». Gianna considera la propria professione come un vero apostolato: «Tutti lavorano per servire l'uomo. Noi medici lavoriamo direttamente sull'uomo stesso... Il grande mistero dell'uomo è Gesù: «Chi visita un ammalato, aiuta me», dice Gesù... Come il sacerdote può toccare Gesù, così noi tocchiamo Gesù nel corpo dei nostri ammalati... Abbiamo occasioni di far del bene che il sacerdote non ha. La nostra missione non è finita quando le medicine non servono più a nulla; bisogna portare l'anima a Dio, la nostra parola ha una certa autorità... Quanto sono necessari i medici cattolici!»


Tutte le vie del Signore sono belle

Nel corso dei primi mesi del 1954, Gianna si chiede nuovamente quale sia la sua vocazione. Dopo aver pregato molto, si decide per il matrimonio e scrive ad un'amica: «Le vie del Signore sono tutte belle, purché lo scopo sia sempre il medesimo: salvare la nostra anima, e riuscire a portare molte altre anime in Paradiso, per glorificare Dio».

Il 24 settembre 1955, sposa Pietro Molla; don Giuseppe Beretta, fratello di Gianna, riceve il loro consenso. Nel corso di una conferenza a delle giovani dell'Azione Cattolica, Gianna aveva spiegato: «Qualsiasi vocazione è vocazione alla maternità: fisica, spirituale, morale, perché Dio ha messo in noi l'istinto della vita. Il sacerdote è padre (spiritualmente); le suore sono madri, madri delle anime... Prepararsi alla vocazione, è prepararsi a dare la vita».

Il 19 novembre 1956, un maschietto, Pietro Luigi, nasce nella famiglia Beretta-Molla; l'11 dicembre 1957, è la volta di una femminuccia, Maria Zita; il 15 luglio 1960, quella di una seconda femminuccia, Laura. Le tre maternità sono state difficili per Gianna, ma la fede l'ha sostenuta. Per ringraziare Dio, dopo la nascita di ciascuno dei figli, dà alle missioni, prelevandola sui suoi risparmi, una somma corrispondente allo stipendio di sei mesi di lavoro di un impiegato.

L'educazione morale e religiosa dei figli sta molto a cuore a Gianna. Non appena sono in grado di farlo, fa fare loro, tutte le sere, un adeguato esame di coscienza, facendoli riflettere su questa o quella azione, e sottolineando perché Gesù non sia contento. Invece di rimproverarli immediatamente, aspetta la preghiera della sera per fare il punto della giornata. Non vuole né picchiarli né alzar troppo la voce, perché, dice, «forse questi bambini avranno con sé la mamma solo per poco tempo; non voglio che ne abbiano un brutto ricordo». Il lavoro professionale di Gianna non le impedisce di compiere i propri doveri di moglie e di madre. Tuttavia, dopo la nascita di Laura, decide che cesserà l'esercizio della medicina non appena avrà un quarto figlio.

Nel mese d'agosto del 1961, si annuncia una nuova maternità. Ma, nel corso del secondo mese di gravidanza, Gianna sente che una massa compatta si sviluppa ogni giorno di più accanto all'utero, minacciando tanto la vita del bambino quanto la sua: è un fibroma che bisognerà togliere. Gianna si rende conto dei rischi in cui incorre.

Ha tre soluzioni:

1) l’ablazione del fibroma e dell'utero che contiene il bambino; tale intervento salverà sicuramente la vita della madre, ma il bambino morirà, ed essa non potrà più averne altri;

2) l'ablazione del fibroma e l'aborto provocato: la vita della madre sarà salva e questa potrà, eventualmente, avere più tardi altri figli; ma questa soluzione è contraria alla legge di Dio;

3) l'ablazione del solo fibroma, provando a non interrompere la maternità in corso: soltanto questa terza possibilità lascia la vita al bambino, ma espone quella della madre ad un pericolo gravissimo.

Moglie quanto mai amata, felice madre di tre bei bambini, Gianna deve scegliere e decidere: o una soluzione più sicura per la sua propria vita, o l'unica soluzione per salvare la vita del bambino: «lui o io», il figlio o la madre. Gianna decide in favore della vita che sente svilupparsi in sé; accetta di mettere a repentaglio la propria vita. L'amore per il bambino è più grande: «Che non ci si preoccupi per me, purché tutto vada bene per il nascituro!» dice con forza ai suoi.


Dimenticare e dare se stessa

La salita al Calvario con Gesù crocifisso ha inizio. Il 6 settembre, al momento di essere operata, prega nuovamente il chirurgo di fare tutto il possibile per salvare il bambino e di non preoccuparsi per lei. Confida al sacerdote che è venuto per incoraggiarla: «Sì, ho pregato tanto in questi giorni. Con fede e speranza, ho affidato me stessa al Signore, anche di fronte al terribile verdetto della scienza medica: o la vita della madre o quella del bambino. Ho fiducia in Dio, sì; ora tocca a me compiere il mio dovere di madre. Rinnovo al Signore l'offerta della mia vita. Sono pronta a tutto, purché il mio bambino sia salvato».

L'operazione, che consiste nell'ablazione del fibroma, pur lasciando intatta la cavità uterina, è un successo: il bambino è salvo. Il desiderio di Gianna è esaudito. Tuttavia, è conscia del fatto che, fra qualche mese, l'utero potrà rompersi, provocando un'emorragia mortale.

Malgrado ciò, splende di gioia, l'indicibile gioia di aver salvaguardato la propria maternità e la vita del figlio. Sa quel che significa «essere madre»: dimenticare e dare se stessa. Quest'amore della maternità, fino all'eroismo del sacrificio della propria vita, lo trae da Dio, fonte di ogni paternità e di ogni maternità (cfr. Ef.3,15). Senza che il sorriso sparisca dal suo viso, Gianna passa gli ultimi mesi di gravidanza nella preghiera e nell'abbandono alla Volontà di Dio, attraverso grandi dolori fisici e morali.

Il Sabato Santo 21 aprile 1962, mette al mondo una femminuccia che riceve con il battesimo il nome di Gianna Emanuela. Dopo la nascita, lo stato della mamma si aggrava. Quando il dolore si fa troppo intenso, essa bacia «il suo grande conforto», il Crocifisso. Chiede un sacerdote e riceve con fervore gli ultimi Sacramenti. Nell'agonia, ripete continuamente: «Gesù, ti amo! Gesù, ti amo!». Il 28 aprile, verso le ore 8, Gianna si spegne serenamente in presenza del marito, che ha approvato la sua scelta. Tutti i giorni, aveva pregato il Signore di farle la grazia di una buona e santa morte. Entrata nella vera Vita che non finirà mai, la Santa, lungi dall'abbandonare i suoi, intercede ormai per essi con un amore ancora più grande.


Omaggio alle madri...

In occasione della sua beatificazione, il 25 aprile 1994, il Papa Giovanni Paolo II potrà dire: «Gianna Beretta Molla seppe fare il sacrificio della propria vita, affinché l'essere che portava in seno – e che è oggi uno di noi! – potesse vivere. In quanto dottoressa, era conscia di quanto la attendeva, ma non ha mai esitato davanti al sacrificio, confermando così l'eroicità delle sue virtù. Desideriamo rendere omaggio a tutte le madri coraggiose, che si consacrano senza riserve alla loro famiglia, e sono pronte poi a non risparmiare gli sforzi, a fare tutti i sacrifici, per trasmettere quel che hanno di meglio...”.

Quanto devono lottare contro le difficoltà ed i pericoli! Quante volte sono chiamate ad affrontare veri «lupi», decisi a togliere la vita ed a disperdere il gregge! E tali madri eroiche non sempre sono sostenute dai loro parenti. Al contrario, i modelli di società, spesso promossi e propagati dai mezzi di comunicazione, non favoriscono la maternità. In nome del progresso e della modernità, si presentano oggi i valori della fedeltà, della castità, del sacrificio, attraverso cui numerose spose e madri cristiane si distinguono e continuano ancora a distinguersi, come superati. Pertanto, una donna che decide di essere coerente con i propri princìpi si sente spesso profondamente sola. Sola con il proprio amore, che non può tradire, e cui deve rimanere fedele. Il suo principio direttore è Cristo, che ci ha rivelato l'amore che il Padre ci prodiga. Una donna che crede in Cristo trova un potente sostegno in quest'amore che ha sopportato tutto. È un amore che le permette di credere che quel che fa per un bambino concepito, messo al mondo, adolescente o adulto, lo fa, in pari tempo, per un figlio di Dio. Come scrive San Giovanni nell'odierna lettura: Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente (1^Gv.3,1). Siamo i figli di Dio. Quando questa realtà si manifesterà pienamente, saremo simili a Dio, perché lo vedremo così come egli è (cfr. 1^Gv.3,2).

Il Papa manifesta altresì la sua paterna sollecitudine nei riguardi delle donne che hanno fatto ricorso all'aborto, con le seguenti parole incoraggianti dell'Enciclica Evangelium Vitæ: «La Chiesa sa quanti condizionamenti hanno potuto pesare sulla vostra decisione, e non dubita che, in molti casi, tale decisione sia stata dolorosa, e addirittura drammatica. Probabilmente, la ferita della vostra anima non si è ancora rimarginata. In realtà, quel che si è prodotto è stato e resta profondamente ingiusto. Ma non abbandonatevi allo scoraggiamento e non rinunciate alla speranza. Sappiate piuttosto capire quel che è successo ed interpretatelo in verità. Se non l'avete ancora fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di tutte le misericordie vi aspetta per offrirvi il perdono e la pace nel sacramento della riconciliazione... Con l'aiuto di consiglieri e grazie alla presenza di persone amiche competenti, potrete associarvi ai difensori più convinti del diritto di tutti alla vita, attraverso la vostra dolorosa testimonianza... opererete per l'instaurazione di una nuova maniera di considerare la vita dell'uomo» (n. 99).

«Preghiamo tutti, per avere il coraggio di difendere il nascituro e dargli la possibilità di amare e di essere amato, diceva Madre Teresa. E penso che così, con la grazia di Dio, potremo portare la pace nel mondo».

 

Dom Antoine Marie O.S.B.
Abbazia Saint-Joseph de Clairval
21150 Flavigny-sur-Ozerain - France

Posta Elettronica: deutschsprachig@clairval.com

Sito Internet: www.clairval.com

 

IL RICORDO DI UN’OFFERTA DELLA MIA MAMMA

NEL GIORNO DELLA PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO

ELLA MI CONDUCEVA FIN DAI PIU’ TENERI ANNI A PREGARE NELLA SANTA CASA DI LORETO

E COSI’ INIZIAI AD AMARE SOPRA OGNI ALTRO QUEL LUOGO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

Prof. Giorgio Nicolini

- dalla dedica del Sito Internet LA VOCE CATTOLICA - www.lavocecattolica.it/dedica.sito.htm

 

Ancona – Lunedì, 11 luglio 2005 - San Benedetto, Patrono d'Europa

Grazie, mamma!

Benedetto il tuo nome in eterno!

 

            Alle ore 02.35 di lunedì 11 luglio 2005 la mia mamma, di nome Elisa e dal cuore dolcissimo, dopo una vita di esemplare vedovanza, condotta nella totale dedizione ai figli ed al prossimo, ha reso la sua bella anima a Dio, dopo aver vissuto con fede, pazienza e rassegnazione gli ultimi anni di martirio del suo corpo gravemente ammalato.

            Ella, il 2 febbraio 2000, durante l'Anno Santo, nel giorno della Festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, dovendo subire proprio in quel giorno l'amputazione della gamba sinistra, accettò di offrire quel sacrificio per la conversione dei peccatori e in suffragio delle anime del Purgatorio, così come Maria offrì Gesù Bambino al Tempio per la salvezza degli uomini. Vivendo per oltre cinque anni tra immense sofferenze fisiche, tra letto e carrozzina, tra innumerevoli ricoveri ospedalieri ed interventi chirurgici ella ha rinnovato sempre tale offerta, specie nella Comunione Eucaristica quasi Quotidiana.

            Ottenuto il 28 marzo scorso il dono di poter raggiungere, nella gioia della famiglia e dei suoi numerosi figli, i suoi 90 anni, con un particolare permesso del Vescovo per quella circostanza, potei ottenere di farle il dono di poter far celebrare la Santa Messa in casa, dal Parroco, in ringraziamento del raggiungimento di quel “dono” dei suoi 90 anni. Ma subito, circa 36 ore dopo, ottenuta dal Signore quell'ultima gioia spirituale e familiare, è entrata nella sua crisi più grave ed irreversibile, che si è andata sempre più acuendo, fino a questi ultimi giorni, ove pur in uno stato di "pre-coma" ho potuto portarle un'ultima Comunione sabato scorso 9 luglio, con il rinnovo cosciente della sua offerta, riuscendo anche ad esprimere in un modo particolare tutte le sue benedizioni che donava a tutti e tutte coloro che l'avevano assistita ed aiutata in ogni modo, materiale e spirituale.

            Spesso, per darle forza nei momenti più difficili, ricordavo alla mia mamma la “santa morte” che fece mio padre, di nome Augusto, che pure visse gli ultimi quattro anni spesso in Ospedale, patendo molteplici interventi chirurgici a causa di un tumore maligno. Quando non ci fu più nulla da fare, venne rimandato a casa. Il 31 gennaio 1960 (aveva solo 50 anni) volle essere portato con la carrozzina nella Santa Casa di Loreto. A sera, tornando a casa, disse a mia madre: Io non ho chiesto alla Madonna la guarigione, ma che Dio facesse ciò che era meglio per me. Il giorno dopo - il 1° febbraio 1960 - fece chiamare il Parroco, si confessò, si comunicò, si fece dare l’Estrema Unzione, ripetendo tutte le preghiere con il sacerdote, poi – attorniato dai parenti – d’improvviso sollevò il suo volto verso l’alto, come se vedesse “Qualcuno”, a cui disse: Signore, fammeli vedere dal Cielo questi miei figli: e subito spirò con un ineffabile ed indimenticabile sorriso.

            Anche la mia mamma ha vissuto i suoi ultimi giorni con le stesse disposizioni, accogliendo, infine, il Signore, l'offerta fattagli della restituzione della vita da lui donata alla mia mamma proprio per l'11 luglio, il giorno della Festa di San Benedetto, Patrono d'Europa, per dare modo al Signore, con quest'ultima offerta, di poter elargire un piccolo apporto di "grazia" in più per l'avvio della "ri-evangelizzazione" dell'Europa, secondo il progetto del Santo Padre Benedetto XVI.

            La sua bella anima è spirata nella pace, dopo aver ricevuto tutti i Sacramenti, aver fatto nella vita sempre i Primi Venerdì del Mese, i Primi Sabati del Mese, e avere sempre indossato ed essere infine spirata con il Santo Scapolare della Vergine del Carmelo (a cui è legato "il Privilegio Sabatino", di cui ella ha usufruito il successivo16 luglio, proprio nella provvidenziale coincidenza della Festa della Vergine del Carmelo), unitamente alla recita di tanti, per lei e accanto a lei, della Coroncina della Divina Misericordia, per accompagnarla all'incontro definitivo con il Signore Gesù e la Vergine Immacolata, da lei tanto amati e serviti nella vita, e a ricongiungersi per l'eternità con il suo sposo terreno Augusto ed il suo bambino primogenito Leonardo, salito in Paradiso a soli sei mesi di età.

            Il suo bel volto, rimasto sempre senza una ruga, dopo la morte è apparso sorprendentemente ringiovanito, ed è rimasto esposto con una espressione composta, con una gravità soave e serena, con un soffuso sorriso, quasi la sua bocca fosse sempre in procinto di riaprirsi ancora a parlare e a donare le sue parole amabili di pace e di conforto, elargiti a tutti coloro che aveva incontrato e beneficato nella vita.

… (omissis) …

            Voglio anche rendere partecipi quanti ricevono questi "testi" di una misteriosa gioia spirituale che ho provato nel giorno della sua dipartita, nel sentire anche più viva nell'intimo la presenza di colei che mi aveva donato la vita e tutta la sua dedizione, e che - dopo Dio - più ho amato nella vita: perché ora la sento "realmente" ancora più vicina, nella "verità della Comunione dei Santi", ove il suo amore materno ora non conosce più confini e si dilata nella Luce Infinita di Dio e ove ora può avere il dono della conoscenza e di pregare per tutti quanti ha amato e l'hanno amata nella vita ed anche hanno pregato per lei, anche se sconosciuti, anche attraverso Internet.

            Sia benedetta ogni mamma che accoglie con amore e dedizione ogni vita che sboccia nel suo grembo, che è “TEMPIO DELLA VITA”, ove Dio ha infuso in ognuno di noi, per mezzo di ogni mamma, dall'istante del concepimento, un'anima immortale che, dopo il distacco dal corpo, può avere il dono ineffabile di vedere e godere Dio per l'eternità.

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
  né mai entrarono in cuore di uomo,
  queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

(1^Cor.2,9)

Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra,

riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.

(2^Cor.5,1)

Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare i dolori di tua madre.
Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

(Sir.7,27-28)

 

Videocassetta - CD-ROM - DVD

IL RISPETTODELLA VITA UMANA NASCENTE

 

UNA PROPOSTA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLE COSCIENZE

IN FAVORE DEL DIRITTO ALLA VITA E CONTRO L’ABORTO

attraverso la diffusione gratuita di un filmato didattico-scientifico

trattante la vita umana pre-natale e l’aborto

 

“La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita” (Catechismo Chiesa Cattolica, n°2270)

                La Beata Teresa di Calcutta diceva: "Se una madre può uccidere il suo stesso figlio nel suo grembo, distruggere la carne della sua carne, vita della sua vita e frutto del suo amore, perché ci sorprendiamo della violenza e del terrorismo che si sparge intorno a noi?". E aggiungeva severe parole profetiche: "L'aborto è il più grande nemico della pace, perché se una madre può uccidere il figlio, ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita e più facilmente possono uccidersi a vicenda".

Quanto sta attualmente accadendo nel mondo non ne è una tragica riprova?

                In proposito, il Card. Sodano, commentando la tragedia che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero l'11 settembre 2001, diceva: "C'è una legge naturale valida per tutti che Dio ha scritto nel cuore dell'uomo. Questa legge è identica per tutte le religioni e si traduce nel comandamento "NON UCCIDERE". Di qui, ha concluso il Card. Sodano, "un appello a lavorare insieme per rinnovare la nostra umanità, formando le coscienze, rispettando i grandi valori etici a cominciare dal diritto alla vita".

Anche il Papa, Giovanni Paolo II, nell'Enciclica "Evangelium Vitae" (n°91) ammoniva che "solo la concorde cooperazione di quanti credono nel valore della vita potrà evitare una sconfitta della civiltà dalle conseguenze imprevedibili", invitando tutti ad accogliere "l'ardua sfida" per la vita, all'inizio del Terzo Millennio.

                Così il 13 gennaio 2003, al Corpo Diplomatico, Giovanni Paolo II ha ribadito: "Non vi sorprenda il fatto che, di fronte ad una platea di diplomatici, io proponga al riguardo alcuni imperativi, ai quali mi sembra necessario ottemperare, se si vuole evitare che popoli interi, forse addirittura l'umanità stessa, precipitino nell'abisso.

                Anzitutto un «SÌ ALLA VITA»! Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L'aborto, l'eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell'essere e della dignità della persona. Anche la stessa guerra attenta alla vita umana, perché reca con sé sofferenza e morte. La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita!".

In questo spirito, per partecipare attivamente in questa nuova e maggiore sensibilizzazione in favore del diritto alla vita e contro l'aborto, viene proposta la videocassetta "IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”, la cui riproduzione e diffusione è completamente libera (purché non a scopo di lucro), e che illustra chiaramente tutta la crudeltà del "delitto abominevole" dell'aborto (Gaudium et Spes, n.51), sanzionato dalla Chiesa con la scomunica (Can. 1398).

    In questa videocassetta è inserito il filmato “IL GRIDO SILENZIOSO”, realizzato dal Dott. Bernard Nathanson. Egli era stato direttore della più importante clinica per aborti degli Stati Uniti, poi “convertitosi”, e divenuto il più zelante sostenitore del “diritto alla vita” del bambino non nato. Il filmato venne realizzato durante l’effettuazione di un aborto, in cui l'ecografia mostra la scena drammatica del bambino che nel grembo materno tenta disperatamente di difendersi dall'apparecchio abortivo che lo sta uccidendo.

Chi volesse ricevere il filmato "IL GRIDO SILENZIOSO” può richiederlo al prof. Giorgio Nicolini, che ha ottenuto dal responsabile audiovisivi della casa editrice proprietaria del filmato di poterlo duplicare e utilizzare liberamente, curandone anche una rielaborazione didatticamente adatta pure per i giovani, dal titolo “IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”. Si precisa tuttavia che la visione di tale videocassetta richiede un certo grado di maturità da parte dello spettatore, ed essa non è consigliata a ragazzi minori dei quindici anni.

Si propone pertanto (in specie a insegnanti, genitori, parrocchie e associazioni) di fare richiesta di questo filmato per vederlo, duplicarlo e diffonderlo ulteriormente, ove possibile, per "sensibilizzare le coscienze" di giovani ed adulti al rispetto della vita umana nascente, con la speranza che possa salvare (come è anche avvenuto) qualche vita umana che sta per essere soppressa forse per ignoranza o per leggerezza. Si fanno tanti sforzi, a volte, per salvare una vita umana; ebbene, anche questa è un’occasione che va nella direzione giusta, di cui dobbiamo sentirci responsabili, con un gesto che contribuisca ad avallare l’unicità del valore della vita umana.

Per l’invio a domicilio della videocassetta o per avere maggiori informazioni sull’iniziativa rivolgersi direttamente al prof. Giorgio Nicolini di Ancona (Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it -  Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104 - Sito Internet:  www.lavocecattolica.it).

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.         Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

     

“LETTERA-APPELLO”

INVIATA AL SANTO PADRE

DAL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO

 

A Sua Santità

BENEDETTO XVI

Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica

CITTA’ DEL VATICANO

(Roma)

Firenze, 18 dicembre 2005

 

Santità amatissima,

         d'intesa con il Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, che Ella ha già avuto occasione di conoscere dai suoi scritti ed anche d'incontrare, sia pur fugacemente, il 23 febbraio u.s., in Vaticano, voglio esprimerLe i sensi della mia più viva gratitudine per la magnifica preghiera che Ella ha voluto proporre per la memoria liturgica della "Miracolosa" Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, accogliendo le umili “suppliche” inviateLe per un Suo intervento “diretto”, volto a ripristinare “la verità” riguardo alla “questione lauretana”.

         Sono altresì a integrare - quanto da me trasmesso via Fax al Suo Segretario personale,  nella notte del 2-3 dicembre scorsi -, con l'allegato breve ma assai concludente resoconto del Prof. Emanuele Mor, già docente di Elettrochimica all'Università di Genova, riguardo alla Santa Casa di Nazareth, e alla questione che circa la medesima fu a suo tempo alquanto incautamente sollevata dalla stessa Basilica Lauretana, e che ancor oggi si trova non poco pretestuosamente  tenuta in vita.

         Voglio confidare che tutto ciò, e principalmente la preghiera che Vostra Santità ha voluto insegnarci, varrà al ristabilimento quanto più sollecito e “definitivo” della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, facendo giustizia di tante fuorvianti e “secolaristiche” interpretazioni, che ne hanno offuscato lo splendore, umiliandone così la magnificenza.

         Il Prof. Giorgio Nicolini, competente conoscitore della “questione lauretana”, mi incarica altresì di manifestarLe la sua disponibilità - già da Lui espressaLe nella Lettera del 19 giugno u.s. - di fornirLe, se necessario, ogni eventuale ulteriore approfondimento e documentazione - storica e scientifica - che potesse sembrarLe utile, al fine di un Suo futuro “esplicito” e rinnovato pronunciamento anche riguardo alla “miracolosità” della traslazione della Santa Casa di Nazareth, così come hanno già fatto tutti i Suoi predecessori, per 700 anni.

         In proposito, il Prof. Nicolini già Le scrisse nella lettera del 19 giugno u.S.

www.lavocecattolica.it/lettera.correttiva.benedetto.XVI.htm

            Santità amatissima, certo nel mio cuore di interpretare il volere di Maria e del suo Divin Figlio Gesù, sono perciò ora qui ai Suoi piedi a chiederLe umilmente che Lei stesso intervenga nella Chiesa Universale, e nella Basilica Pontificia di Loreto, perché sia “ripristinata” e “riproposta” “inequivocabilmente” “la verità storica” e l’insegnamento “vero” della Chiesa a riguardo di questo “fatto così meraviglioso” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, operate dall’Onnipotenza Divina: ciò per “il rispetto della verità” e ad “esaltazione” di Maria e della Santa Chiesa Cattolica. Tanti Suoi predecessori nei secoli lo hanno già fatto ininterrottamente, sin dalle origini: e anche lo stesso Pontefice, Suo omonimo, Benedetto XV, nel 1920 proclamò la Vergine Lauretana “Patrona degli Aviatori”, proprio “riconoscendo” - pure lui “ufficialmente” - “la verità storica” dei “voli miracolosi” della Santa Casa di Nazareth.

            Tale “riproposizione”, solenne e inequivocabile, non è cosa di poco conto, perché riguarda il bene spirituale delle anime e i progetti di misericordia e di salvezza che la Madre di Dio ha intessuto nei secoli passati in tutta la Civiltà Cristiana - specialmente europea - proprio attraverso “l’evento prodigioso” della sua umile Casetta portata dagli “Angeli del Cielo” e che ancora intende concedere per il futuro alle anime aperte alla verità e al bene e che invece la “falsificazione storica” (da me e da tanti denunciata) gravemente compromette, per le ragioni esposte nei miei scritti, e che posso ulteriormente approfondire e documentare, se la Santità vostra riterrà opportuno e necessario. A tale scopo resto sempre disponibile per qualunque Sua richiesta al riguardo.

Prof. Giorgio Nicolini (Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353)

                        Riconoscente per l’attenzione che vorrà prestare al presente messaggio e certo della Sua paterna Benedizione Apostolica, devotamente La saluto, offrendo volentieri preghiere e sacrifici per le Sue intenzioni e per il Suo supremo ministero petrino, da Gesù voluto a “conferma” della nostra fede cattolica.

         Nella Vergine Immacolata Lauretana, e nel suo Divin Figlio Gesù, mi professo Suo umilissimo “figlio”.

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo

Via Vecchia Bolognese, 321

50010 - TRESPIANO - FIRENZE

Facsimile 055.400707

 

 

CONGREGATIO DE CULTU DIVINO

ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM

Prot. n.1802/05/L

Roma, 15 dicembre 2005

Egregio Signore

GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA

 

            Questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si pregia rispondere alla lettera del 4 dicembre u.s. (cfr. indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/congregazione.culto.divino.htm) con la quale la Signoria Vostra trasmetteva una documentazione relativa alla questione della celebrazione liturgica della “Miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

            Il Dicastero assicura la Signoria Vostra che alla documentazione inviata sarà data la dovuta considerazione.

            Ringraziando per la cortese attenzione, colgo ben volentieri la circostanza per significarLe la mia stima e per confermarmi con sensi di distinto ossequio.

            Della Signoria Vostra devotissimo nel Signore.

            Mons. Mario Marini, Sotto-Segretario.

 

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2005, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

"Cari figli, anche oggi vi invito ad essere portatori del Vangelo nelle vostre famiglie. Non dimenticate, figlioli, di leggere la Sacra Scrittura. Mettetela in un luogo visibile e testimoniate con la vostra vita che credete e vivete la Parola di Dio. Io vi sono vicino con il mio amore e intercedo davanti a mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

AVVERTENZE

Questo messaggio viene inviato a modo di "CORRISPONDENZA PERSONALE", per mezzo della Posta Elettronica, ad indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Tali indirizzi presenti nella mia Rubrica privata sono stati registrati o per richieste esplicite di iscrizione o per contatti personali avuti o per segnalazione di altri in quanto persone interessate o da elenchi e servizi di pubblico dominio o pubblicati in Internet e talvolta risultano registrati anche per errore, a causa di messaggi prodotti da “virus informatici” che ne hanno generato automaticamente ed erroneamente l’iscrizione, come talvolta mi è stato segnalato. In ottemperanza della Legge 175 del 31/12/1996, in ogni momento è possibile modificare o cancellare gli indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Nel caso le comunicazioni inviate a modo di “LETTERA INFORMATIVA”, sotto il titolo "LA VOCE", non fossero di tuo interesse, o ti fossero pervenute per errore, sarà possibile la cancellazione del tuo indirizzo informandomi telefonicamente o mediante un messaggio di Posta Elettronica a giorgio.nicolini@poste.it specificando l'indirizzo o gli indirizzi di Posta Elettronica da rimuovere, e avente come oggetto del messaggio "RIMUOVETEMI". Mi sarebbe gradito conoscere anche la motivazione dell'eventuale richiesta di "rimozione", per avere modo, se gradito, di chiarire meglio - a livello individuale - i contenuti di quanto ti viene inviato mediante la Posta Elettronica e che non fossero da te condivisi. Mi scuso, in ogni caso, dell'eventuale disturbo arrecato e ringrazio per la tua gentile attenzione. Mi scuso anche con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza troppo elevata. Per risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353), per poterne parlare direttamente “a voce”. Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Cellulare 338.2892353 – Telefono 071.2801766 – 071.83552 - Facsimile 178.4413104 – Conto Corrente Postale 13117056

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Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

 

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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

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