*
Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
(Is.40,28)
IN PREPARAZIONE DELLA SOLENNITA’ DEL 25 MARZO DELL’ANNUNCIAZIONE A MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH “MIRACOLOSAMENTE” TRASPORTATA A LORETO
MARIA: LA DONNA PERFETTA
GIUSEPPE: L’UOMO GIUSTO
“Giuseppe suo sposo, che era giusto…”
(Mt.1,19)
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e
dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
Ancona
Giovedì, 16 marzo 2006
Domenica, 15 marzo 2012
dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto, attorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32).
San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” [Biglietto scritto da San Giuseppe Moscati, il 17 ottobre 1922]. Poiché sta scritto nella Parola di Dio: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
LETTURA BIBLICA DEL GIORNO
DAL LIBRO DEL PROFETA GEREMIA (17,5-10)
Così dice il Signore: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore allontana il suo cuore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede. Dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. Egli è come un albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti. Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni».
PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…
"Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano"
(Prov.25,25)
E IL VERBO SI FECE CARNE
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!
ROMA - XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
SAN GIUSEPPE: L’UOMO GIUSTO
Il custode della Santa Casa di Nazareth a Loreto
La celebrazione del 19 Marzo, giorno dedicato a San Giuseppe, risale al 1479, a Roma, e nel 1621 fu inserito nel Calendario Romano Universale. Fino al 1977, anno in cui venne abolita, fece parte in Italia della serie delle festività religiose nazionali. Fu proclamato Patrono Universale della Chiesa dal Beato Pio IX e dal Beato Giovanni XXIII fu incluso nel canone della Santa Messa.
La figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa
ESORTAZIONE APOSTOLICA "REDEMPTORIS CUSTOS" DI GIOVANNI PAOLO II
(15 agosto 1989)
«Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt.1,20-21). In queste parole è racchiuso il nucleo centrale della verità biblica su san Giuseppe, il momento della sua esistenza a cui in particolare si riferiscono i padri della Chiesa. (cfr. n.2).
Chiamato ad essere il custode del redentore, «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sè la sua sposa» (Mt.1,24). Ispirandosi al Vangelo, i padri della Chiesa fin dai primi secoli hanno sottolineato che san Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all'educazione di Gesù Cristo (cfr. S. Irenaei, «Adversus haereses», IV, 23, 1: S. Ch. 100/2, 692-694), così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine santa è figura e modello. (cfr. n.1).
L'UOMO GIUSTO
Nel corso della sua vita, che fu una peregrinazione nella fede, Giuseppe, come Maria, rimase fedele sino alla fine alla chiamata di Dio. La vita di lei fu il compimento sino in fondo di quel primo «fiat» pronunciato al momento dell'Annunciazione, mentre Giuseppe - come è già stato detto - al momento della sua «annunciazione» non proferì alcuna parola: semplicemente egli «fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore» (Mt.1,24). E questo primo «fece» divenne l'inizio della «via di Giuseppe». Lungo questa via i Vangeli non annotano alcuna parola detta da lui. Ma il silenzio di Giuseppe ha una speciale eloquenza: grazie ad esso si può leggere pienamente la verità contenuta nel giudizio che di lui dà il Vangelo: il «giusto» (Mt.1,19). Bisogna saper leggere questa verità, perché vi è contenuta una delle più importanti testimonianze circa l'uomo e la sua vocazione. Nel corso delle generazioni la Chiesa legge in modo sempre più attento e consapevole una tale testimonianza, quasi estraendo dal tesoro di questa insigne figura «cose nuove e cose antiche» (Mt.13,52). (cfr. n.17).
L'uomo «giusto» di Nazaret possiede soprattutto le chiare caratteristiche dello sposo. L'Evangelista parla di Maria come di «una vergine, promessa sposa di un uomo... chiamato Giuseppe» (Lc.1,27). Prima che comincia a compiersi «il mistero nascosto da secoli» (Ef.3,9), i Vangeli pongono dinanzi a noi l'immagine dello sposo e della sposa. Secondo la consuetudine del popolo ebraico, il matrimonio si concludeva in due tappe: prima veniva celebrato il matrimonio legale (vero matrimonio), e solo dopo un certo periodo, lo sposo introduceva la sposa nella propria casa. Prima di vivere insieme con Maria, Giuseppe quindi era già il suo «sposo»… (cfr. n.18).
Nelle parole dell'«annunciazione» notturna Giuseppe ascolta non solo la verità divina circa l'ineffabile vocazione della sua sposa, ma vi riascolta, altresì, la verità circa la propria vocazione. Quest'uomo «giusto» che, nello spirito delle più nobili tradizioni del popolo eletto, amava la Vergine di Nazaret ed a lei si era legato con amore sponsale, è nuovamente chiamato da Dio a questo amore. «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt.1,24); quello che è generato in lei «viene dallo Spirito Santo»: da tali espressioni non bisogna forse desumere che anche il suo amore di uomo viene rigenerato dallo Spirito Santo? Non bisogna forse pensare che l'amore di Dio, che è stato riversato nel cuore umano per mezzo dello Spirito Santo (cfr. Rom.5,5), forma nel modo più perfetto ogni amore umano? Esso forma anche - ed in modo del tutto singolare - l'amore sponsale dei coniugi, approfondendo in esso tutto ciò che umanamente è degno e bello, ciò che porta i segni dell'esclusivo abbandono, dell'alleanza delle persone e dell'autentica comunione sull'esempio del mistero trinitario. «Giuseppe... prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio» (Mt.1,24-25). Queste parole indicano un'altra vicinanza sponsale. La profondità di questa vicinanza, la spirituale intensità dell'unione e del contatto tra le persone - dell'uomo e della donna - provengono in definitiva dallo Spirito, che dà la vita (Gv.6,63). Giuseppe, obbediente allo Spirito, proprio in esso ritrovò la fonte dell'amore, del suo amore sponsale di uomo, e fu questo amore più grande di quello che «l'uomo giusto» poteva attendersi a misura del proprio cuore umano. (…) Poiché il connubio è la massima società e amicizia, a cui di sua natura va unita la comunione dei beni, ne deriva che, se Dio ha dato come sposo Giuseppe alla Vergine, glielo ha dato non solo a compagno della vita, testimone della verginità e tutore dell'onestà, ma anche perché partecipasse, per mezzo del patto coniugale, all'eccelsa grandezza di lei» (Leone XIII, «Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta» IX [190] 177s). (cfr. n.19).
Un tale vincolo di carità costituì la vita della santa Famiglia prima nella povertà di Betlemme, poi nell'esilio in Egitto e, successivamente, nella dimora a Nazaret. La Chiesa circonda di profonda venerazione questa Famiglia, proponendola quale modello a tutte le famiglie. Inserita direttamente nel mistero dell'Incarnazione, la Famiglia di Nazaret costituisce essa stessa uno speciale mistero. Ed insieme - così come nella Incarnazione - a questo mistero appartiene la vera paternità: la forma umana della famiglia del Figlio di Dio - vera famiglia umana, formata dal mistero divino. In essa Giuseppe è il padre: non è la sua una paternità derivante dalla generazione; eppure, essa non è «apparente», o soltanto «sostitutiva», ma possiede in pieno l'autenticità della paternità umana, della missione paterna nella famiglia. E' contenuta in ciò una conseguenza dell'unione ipostatica: umanità assunta nell'unità della Persona divina del Verbo-Figlio, Gesù Cristo. Insieme con l'assunzione dell'umanità, in Cristo è anche «assunto» tutto ciò che è umano e, in particolare, la famiglia, quale prima dimensione della sua esistenza in terra. In questo contesto è anche «assunta» la paternità umana di Giuseppe. In base a questo principio acquistano il loro giusto significato le parole rivolte da Maria a Gesù dodicenne nel tempio: «Tuo padre ed io... ti cercavamo». Non è questa una frase convenzionale: le parole della Madre di Gesù indicano tutta la realtà dell'Incarnazione, che appartiene al mistero della Famiglia di Nazaret. Giuseppe, il quale sin dall'inizio accettò mediante «l'obbedienza della fede» la sua paternità umana nei riguardi di Gesù, seguendo la luce dello Spirito Santo, che per mezzo della fede si dona all'uomo, certamente scopriva sempre più ampiamente il dono ineffabile di questa sua paternità. (cfr. n.21).
Anche sul lavoro di carpentiere nella casa di Nazaret si stende lo stesso clima di silenzio, che accompagna tutto quanto si riferisce alla figura di Giuseppe. E' un silenzio, però che svela in modo speciale il profilo interiore di questa figura. I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe «fece»; tuttavia, consentono di scoprire nelle sue «azioni», avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quotidiano contatto col mistero «nascosto da secoli», che «prese dimora» sotto il tetto di casa sua. Questo spiega, ad esempio, perché santa Teresa di Gesù, la grande riformatrice del Carmelo contemplativo, si fece promotrice del rinnovamento del culto di san Giuseppe nella cristianità occidentale. (cfr. n.25).
Il sacrificio totale, che Giuseppe fece di tutta la sua esistenza alle esigenze della venuta del Messia nella propria casa, trova la ragione adeguata nella «sua insondabile vita interiore, dalla quale vengono a lui ordini e conforti singolarissimi, e derivano a lui la logica e la forza, propria delle anime semplici e limpide, delle grandi decisioni, come quella di mettere subito a disposizione dei disegni divini la sua libertà, la sua legittima vocazione umana, la sua felicità coniugale, accettando della famiglia la condizione, la responsabilità ed il peso, e rinunciando per un incomparabile virgineo amore al naturale amore coniugale che la costituisce e la alimenta» («Insegnamenti di Paolo VI», VII [1969] 1268). Questa sottomissione a Dio, che è prontezza di volontà nel dedicarsi alle cose che riguardano il suo servizio, non è altro che l'esercizio della devozione, la quale costituisce una delle espressioni della virtù della religione (cfr. S. Thomae, «Summa Theologiae», II-II, q. 82, a. 3, ad 2). (cfr. n.26).
Poiché l'amore «paterno» di Giuseppe non poteva non influire sull'amore «filiale» di Gesù e, viceversa, l'amore «filiale» di Gesù non poteva non influire sull'amore «paterno» di Giuseppe, come inoltrarsi nelle profondità di questa singolarissima relazione? Le anime più sensibili agli impulsi dell'amore divino vedono a ragione in Giuseppe un luminoso esempio di vita interiore. Inoltre, l'apparente tensione tra la vita attiva e quella contemplativa trova in lui un ideale superamento, possibile a chi possiede la perfezione della carità. Seguendo la nota distinzione tra l'amore della verità («caritas veritatis») e l'esigenza dell'amore («necessitas caritatis») (cfr. S. Thomae, «Summa Theologiae», II-II, q. 182, a. 1, ad 3), possiamo dire che Giuseppe ha sperimentato sia l'amore della verità, cioè il puro amore di contemplazione della verità divina che irradiava dall'umanità di Cristo, sia l'esigenza dell'amore, cioè l'amore altrettanto puro del servizio, richiesto dalla tutela e dallo sviluppo di quella stessa umanità. (cfr. n.27)
PATRONO DELLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO
In tempi difficili per la Chiesa Pio IX, volendo affidarla alla speciale protezione del santo patriarca Giuseppe, lo dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta», pars I, vol. V, 283). Il Pontefice sapeva di non compiere un gesto peregrino, perché a motivo dell'eccelsa dignità concessa da Dio a questo suo fedelissimo servo, «la Chiesa, dopo la Vergine Santa, sposa di lui, ebbe sempre in grande onore e ricolmò di lodi il beato Giuseppe, e di preferenza a lui ricorse nelle angustie» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus, die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta+, pars I, vol. V, 282s). Quali sono i motivi di tanta fiducia? Leone XIII li espone così: «Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall'essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù... Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia... E' dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo» («Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta», IX [1890] 177-179). (cfr. n.28).
Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni dove - come ho scritto nell'esortazione apostolica "Christifideles Laici" - la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti», e che «sono ora messi a dura prova» (34). Per portare il primo annuncio di Cristo o per riportarlo laddove esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale «virtù dall'alto» (cfr. Lc.24,49; At.1,8), donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall'intercessione e dall'esempio dei suoi santi. (cfr. n.29).
Già cento anni fa Papa Leone XIII esortava il mondo cattolico a pregare per ottenere la protezione di san Giuseppe, patrono di tutta la Chiesa. L'epistola enciclica «Quamquam Pluries» si richiamava a quell'«amore paterno» che Giuseppe «portava al fanciullo Gesù», ed a lui, «provvido custode della divina Famiglia», raccomandava «la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue». Da allora la Chiesa - come ho ricordato all'inizio - implora la protezione di san Giuseppe - «per quel sacro vincolo di carità che lo strinse all'Immacolata Vergine Madre di Dio» e gli raccomanda tutte le sue sollecitudini, anche per le minacce che incombono sulla famiglia umana. Ancora oggi abbiamo numerosi motivi per pregare nello stesso modo: «Allontana da noi, o padre amatissimo, questa peste di errori e di vizi..., assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre...; e come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità» (cfr. «Oratio ad Sanctum Iosephum», quae proxime sequitur textum ipsius Epist. Enc. «Quamquam Pluries"» die 15 aug. 1889: «Leone XIII P. M. Acta», IX [1890] 183). Ancora oggi abbiamo perduranti motivi per raccomandare a san Giuseppe ogni uomo. (cfr. n.31).
L’intero testo della Esortazione Apostolica “REDEMPTORIS CUSTOS” è leggibile all’indirizzo Internet:
UNA NUOVA ORA DI RELIGIONE
PROPOSTE CONSEGNATE ALLE AUTORITA’ IN CARICA
E DISPONIBILI PER QUELLE CHE SUCCEDERANNO DOPO LE ELEZIONI
Al Presidente del Consiglio SILVIO BERLUSCONI
Al Ministro della Pubblica Istruzione LETIZIA MORATTI
Al Presidente del “Pontificio Consiglio Giustizia e Pace”, Card. RENATO RAFFAELE MARTINO
Al Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. GIUSEPPE BETORI
La documentazione intera è leggibile e prelevabile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/ora.religione.htm
Gent.mo Sig.
Ministro della Pubblica Istruzione TULLIO DE MAURO - ROMA
e, per conoscenza:
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA - ROMA
Ancona, 1° settembre 2000
Gent.le Sig. MINISTRO,
mi permetto di inviarLe – mediante “Posta Elettronica” e come “Lettera aperta” - il testo di un articolo da me composto e consegnato a un responsabile del quotidiano “CORRIERE ADRIATICO” di Ancona, ma ancora non pubblicato, credo per motivi di spazio.
L’articolo riguarda, come leggerà, “L’AUSPICIO DI UNA NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”, cogliendo l’occasione della beatificazione del Papa Pio IX.
Le idee che sono esposte in quell’articolo sono maturate in me in questi ultimi anni, durante i quali ho insegnato “RELIGIONE CATTOLICA” nelle Scuole Medie Superiori. Tuttavia le potrei far risalire al periodo della mia adolescenza, quando frequentavo l’ISTITUTO MAGISTRALE di Ancona, ove conseguii la maturità. In tale Istituto erano state sempre previste due ore di “Religione” settimanali, per il motivo di dover preparare i futuri maestri che avrebbero dovuto a loro volta insegnare “Religione” nelle Scuole Elementari.
Grazie a questa esperienza avuta durante la mia adolescenza nel frequentare l’ISTITUTO MAGISTRALE, ho potuto con più facilità rendermi conto della grande “differenza” che sussiste tra lo svolgere due ore settimanali di “Religione” e lo svolgere un’ora sola settimanale di “Religione”, come avviene in tutte le altre scuole.
Avendo conseguito il “Bacellierato” in Sacra Teologia, presso la “Pontificia Università Lateranense”, ho, infatti, potuto dedicarmi per circa dieci anni all’insegnamento della “Religione Cattolica” nelle Scuole Superiori (dopo che nella mia adolescenza-giovinezza e in anni più recenti mi ero dedicato ad attività giornalistiche e ad altre attività nel campo dell’utilizzo dei mass-media). Ho così potuto sperimentare come per ottenere un produttivo utilizzo delle mie energie fisiche e spirituali nell’opera didattica di un numero ingente di alunni ed alunne ho sempre dovuto rifiutare nomine superiori alle 10 ore settimanali, giostrandomi sempre (a seconda della disponibilità delle ore) tra le 6 ore e le 10 ore per nomina annuale. Ciò ha comportato, come ben comprenderà, un sacrificio sulla corresponsione dello stipendio. Ciò tuttavia – per me – è stato abbondantemente ripagato dalla gratificazione ricevuta attraverso una risposta molto elevata nella attiva partecipazione di alunni e alunne alle lezioni svolte, seppure molto condizionate dalla enorme ristrettezza del tempo a disposizione.
Posso citare, in proposito, l’esperienza avuta di una corale partecipazione a Concorsi Scolastici, indetti dal “Movimento per la Vita”, che hanno permesso, in due anni, di rendere possibile la vincita – nell’Istituto Tecnico Femminile nel quale insegnavo – di un “viaggio-premio” di quattro giorni al Parlamento Europeo di Strasburgo: di 6 alunne in un anno (da me personalmente accompagnate), e di altre 8/10 nell’anno successivo (di cui, però, poté partire una sola).
I temi trattati in quei due Concorsi Scolastici riguardavano “LA MERAVIGLIA DELLA VITA UMANA” e “LA FAMIGLIA GIUSTA”. Data la ricchezza sorprendente di quei lavori di tutte le mie classi decisi di raccoglierli in due grossi volumi fotocopiati, che ancora conservo, e che ancor ora costituiscono anche per me come una “fonte” limpida e sempre rigeneratrice di giovanile entusiasmo, di acute trattazioni, rivelanti una ricchezza interiore inaspettata.
Da tutto quanto sopra espostole della mia esperienza di studente e di professore, signor Ministro, è nato l’articolo che Le allego e che offro alla Sua riflessione.
Con viva cordialità.
Prof. GIORGIO NICOLINI
L’AUSPICIO DI UNA “NUOVA INTESA”
TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA
RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE
Nella società multietnica e multiculturale che, nel Terzo Millennio Cristiano, in Italia si va sempre più delineando ritengo che lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, di comune intesa e nel rispetto dei rispettivi ambiti, possano svolgere un ruolo fondamentale per aggregare le diverse componenti della società e convogliarle verso una proficua collaborazione volta alla realizzazione del bene comune e ad un sempre maggiore reciproco arricchimento culturale, che permetta il raggiungimento di un vero progresso sia nei settori della cultura, come in quello dell’inserimento nel mondo del lavoro, come anche nei campi della politica familiare, dell’istruzione, della sanità e, quindi, per il raggiungimento di un “vero” benessere sociale, sia materiale che spirituale.
E’ indubbio che in tale prospettiva il ruolo della Scuola sia fondamentale e persino determinante, essendo essa come “la cerniera” che collega “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano con il suo progressivo inserimento sociale, contribuendo in maniera determinante alla maturazione, allo sviluppo e alla valorizzazione - del bambino prima e del giovane poi - delle enormi potenzialità (fisiche, psichiche e spirituali) del futuro “protagonista” della vita sociale.
In tale prospettiva è perciò quanto mai auspicabile una feconda intesa tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che in Italia ha la sua Sede e alla quale sono volti gli occhi di tanti uomini di ogni parte del mondo, affinché la reciproca collaborazione, rispettosa dei rispettivi ambiti, possa contribuire al vero progresso materiale e spirituale dei suoi cittadini, e costituisca esempio e stimolo per ogni altra Nazione della terra.
Penso, pertanto, che all’alba del Nuovo Millennio Cristiano che sta per iniziare, sia quanto mai urgente e necessaria “una Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica che ne valorizzi i rispettivi ruoli e, fedeli al motto “libera Chiesa in libero Stato”, concorra alla realizzazione del possibile maggiore bene comune.
Essendo la Scuola, come detto sopra, come “la cerniera” tra “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano e il suo progressivo e definitivo “inserimento” nella vita sociale adulta, mi sembrerebbe quanto mai necessario che il primo “punto d’incontro” e di “feconda collaborazione” parta proprio da quella che è, forse, nella Scuola, “l’ora” maggiormente aperta al dialogo e all’arricchimento culturale reciproco, cioè “l’Ora di Religione”.
Avendo personalmente una lunga e vasta esperienza di insegnamento dell’Ora di Religione Cattolica nelle Scuole Superiori, ho colto spesso il bisogno di un tempo più esteso a tale materia per far maturare più fruttuosamente l’arricchimento culturale che essa può offrire agli alunni “avvalentesi” e offrire “opportunità” anche a quelli “non avvalentesi”.
Così, nella circostanza della beatificazione del Papa Pio IX (3 settembre 2000, n.d.r.), che rievoca tanti eventi risorgimentali e che, nato a Senigallia, è tutto “marchigiano”, e persino “anconitano” come “ascendenza” - discendendo egli dai Conti Ferretti di Ancona, la cui maggiore gloria è costituita dalla figura quasi sconosciuta eppure luminosissima del francescano Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona (con San Ciriaco), e il cui corpo incorrotto è esposto alla venerazione presso la Chiesa di San Giovanni Battista a Capodimonte – ho pensato di proporre al quotidiano “Corriere Adriatico” di Ancona – che gentilmente ospita questo scritto – “l’idea” di una “Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che permetta il definitivo superamento di ogni antico conflitto e costituisca “apertura” di “orizzonti nuovi” per l’inizio del Terzo Millennio Cristiano ormai imminente.
La Scuola è il vitale “punto d’incontro” di tale prospettiva e una nuova disciplina dell’Ora di Religione sarebbe come “la cellula primordiale”, feconda di sviluppi nuovi e inattesi.
In concreto, come Professore di Religione Cattolica, suggerirei di “riformare” l’”Ora di Religione Cattolica” in “due ore” di “Religione” (“generica” la prima, gestita e programmata autonomamente dallo Stato, e “cattolica” la seconda, gestita e programmata autonomamente dalla Chiesa Cattolica, in accordo consensuale con lo Stato).
Gli insegnanti potrebbero essere due, oppure potrebbe essere “unico”, nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano e “assunto” dallo Stato – “in ruolo” – come insegnante di entrambe le discipline: “RELIGIONE” (comprendente l’illustrazione culturale di tutte le confessioni religiose, sia quelle cristiane - compresa la Religione Cattolica - sia quelle non cristiane e ove possono essere collocati i “non avvalentesi” o quanti professano altre confessioni cristiane e non cristiane) e “RELIGIONE CATTOLICA” (“facoltativa”, illustrante la “Religione Cattolica” e il ruolo della Chiesa Cattolica nella storia d’Italia e del mondo e nel confronto con tutte le altre religioni; essa resterebbe sempre aperta a tutti - credenti e non credenti, cristiani e non cristiani -, ma resterebbe specificamente confessionale, gestita, programmata e persino finanziata dalla Chiesa Cattolica, attraverso il reperimento dei fondi tratti dall’Otto per Mille che, per questo nuovo scopo, potrebbe essere aumentato al Dieci per Mille, cioè all’Uno per Cento).
Le ore di insegnamento settimanale potrebbero essere 16 (sedici), così equamente suddivise: 8 ore per l’insegnamento della “Religione” a nome dello Stato, e 8 ore di insegnamento della “Religione Cattolica” a nome della stessa Chiesa Cattolica, che dando la nomina allo specifico insegnante conserva il diritto di ritirarla, qualora gravi e giustificati motivi (come “mancanze” nell’ortodossia e nella moralità, e “non correggibili”) lo giustifichino. Ciò “non annullerebbe” “il ruolo” dell’insegnante nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano. L’insegnante, infatti, continuerebbe ugualmente ad insegnare “RELIGIONE”, cioè quella “generica” insegnata a nome dello Stato, senza potere però più insegnare l’ora confessionale di “RELIGIONE CATTOLICA”, rimpiazzato eventualmente e provvisoriamente da una nuova nomina da parte del Vescovo con un insegnante a “part-time” (8 ore), non di ruolo. L’insegnante precedente, cui fosse stata ritirata la nomina da parte del Vescovo ad insegnare la Religione Cattolica, potrebbe completare le ore del “ruolo” acquisito inizialmente con la “nomina congiunta Chiesa-Stato”, con l’impiego in altre 8 ore di altre materie (ad es.: un Laureato in Lettere, potrebbe essere impiegato in 8 ore di “RELIGIONE”, quella a nome dello Stato, e in 8 ore di insegnamento di “LETTERE”).
Una tale ipotesi renderebbe ovviamente necessaria “la revisione” anche delle ore di insegnamento “in ruolo” di tutte le altre materie, che potrebbero essere abbassate a 16 (sedici) ore per tutte le materie. Ciò è in realtà una esigenza molto sentita nel mondo della Scuola, risultando le attuali 18 ore settimanali eccessivamente onerose per la mole di impegni che esse comportano. E le attuali 18 ore settimanali dell’Ora di Religione è, ancor più, un carico davvero enorme, corrispondendo esse (unica materia) alla gestione di 18 distinte classi, con oneri ed impegni che, me lo si conceda di dirlo francamente, talvolta è davvero… disumano.
Credo che le idee sopra riportate, adeguatamente approfondite e migliorate, possano costituire “un punto di partenza” davvero utile e forse persino determinante per il risolvimento di tanti “nodi” - sia nella gestione dell’Ora di Religione come di tanti altri problemi della Scuola - ed apra un orizzonte più “leggero”, più “aperto”, più “fecondo” per il miglioramento della Scuola, per la migliore educazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e possa così far aprire il Nuovo Millennio con la luminosità e la freschezza di quello che chiamerei “il sorriso dei bambini”, “il sorriso degli adolescenti”, “il sorriso dei giovani”: speranza di vita per la Nuova Umanità.
Ancona, 1° settembre 2000
Prof. GIORGIO NICOLINI
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
La documentazione intera è leggibile e prelevabile all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/ora.religione.htm
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
LA PROPOSTA DI UNA RIFORMA
DELL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE
INVIATA TRAMITE IL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO
Firenze, 16 marzo 2006
Al Presidente del Consiglio SILVIO BERLUSCONI
Al Ministro della Pubblica Istruzione LETIZIA MORATTI
Oggetto: L’insegnamento della Religione nelle scuole
Per conto del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a trasmettere la proposta del medesimo, afferente una riforma dell’insegnamento della Religione nelle scuole, unitamente alla seguente documentazione:
1) Lettera in data 13.02.2006 del Prof. Giorgio Nicolini al Ministro Letizia Moratti.
2) Lettera in data 12.03.2006 del Prof. Giorgio Nicolini a S. Em.za Card. Renato Raffaele Martino.
3) Lettera in data 01.09.2000 del Prof. Giorgio Nicolini al Ministro Tullio De Mauro, con l’articolo “L’AUSPICIO DI UNA NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”.
4) Articolo del Prof. Giorgio Nicolini, su “LA FUNZIONE FORMATRICE DELLA SCUOLA”.
Per quel che il mio pensiero al riguardo possa valere, le considerazioni e i suggerimenti del Prof. Nicolini mi paiono meritevoli di attenta considerazione nella presente temperie culturale e politica, e tenuto conto dei non superabili vincoli concordatari sul tema, per il contributo sostanziale e tecnico che possono offrire ad un’equa, ragionevole soluzione delle questioni tanto dibattute sull’insegnamento della Religione nelle scuole.
Confido nella migliore attenzione.
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone
Via Vecchia Bolognese, 321 – 50139 Firenze
Tel. e Fax 055.400707 - Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it
MESSAGGIO DI POSTA ELETTRONICA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: comunicazione.uff2@istruzione.it
Sent: Thursday, March 16, 2006 3:19 PM
Subject: Una proposta di Riforma dell'Ora di Religione nelle scuole
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: redazione.web@governo.it ; urpdie@governo.it
Sent: Thursday, March 16, 2006 3:22 PM
Subject: Una proposta di Riforma dell'Ora di Religione nelle scuole
ALLA CORTESE ATTENZIONE
DEL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE LETIZIA MORATTI
Ancona, 16 marzo 2006
Gent.ma LETIZIA MORATTI
Ministro della Pubblica Istruzione
nell’esprimerLe la mia gratitudine per quanto ha operato per il bene della scuola italiana, Le faccio pervenire una proposta di riforma dell’Ora di Religione, già a suo tempo inviata anche all’ex-Ministro Tullio De Mauro, nel settembre del 2000, e l'11 marzo scorso consegnata in Ancona anche a Mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, al termine del Convegno Nazionale della C.E.I. "Comunicare speranza".
Sottopongo alla Sua gentile attenzione tale proposta, in cui auspico una NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”, secondo come spiegato nel testo allegato. Credo che le idee riportate, adeguatamente approfondite e migliorate, possano costituire “un punto di partenza” davvero utile e forse persino determinante per il risolvimento di tanti “nodi” - sia nella gestione dell’Ora di Religione come di tanti altri problemi della Scuola - ed apra un orizzonte più “leggero”, più “aperto”, più “fecondo” per il miglioramento della Scuola, per la migliore educazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e possa così far aprire questo Nuovo Millennio con la luminosità e la freschezza di quello che chiamerei “il sorriso dei bambini”, “il sorriso degli adolescenti”, “il sorriso dei giovani”: speranza di vita per la Nuova Umanità.
Grato per l’attenzione che vorrà riservare al mio scritto, La saluto con la più viva cordialità.
Prof. GIORGIO NICOLINI
MESSAGGIO DI POSTA ELETTRONICA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
INVIATO AL CARD. RENATO RAFFAELE MARTINO
Presidente del “Pontificio Consiglio Giustizia e Pace”
SPEDITO ANCHE PER VIA POSTALE ORDINARIA
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
Sent: Sunday, March 12, 2006 3:09 PM
Subject: Lettera al Card. Martino per una proposta di Riforma dell'Ora di Religione nelle Scuole
A Sua Em.za Rev.ma
Card. RENATO RAFFAELE MARTINO
Presidente del "Pontificio Consiglio Giustizia e Pace"
CITTA' DEL VATICANO
Ancona, 12 marzo 2006
Em.za Rev.ma,
Card. Renato Raffaele MARTINO,
in riferimento alle Sue proposte riguardo all'insegnamento a scuola dei contenuti di altre confessioni religiose, mi permetto di inviarLe una mia proposta al riguardo, che, salvaguardando l'Ora di RELIGIONE CATTOLICA, aprirebbe anche delle possibilità di insegnamento - secondo quanto da Lei espresso - in un'altra ora di Religione, utilizzabile per far conoscere le altre Religioni, compresa quella musulmana.
… (omissis) …
Come leggerà nei testi che Le invio, si tratta di una proposta di riforma dell’Ora di Religione, già a suo tempo inviata anche all’ex-Ministro Tullio De Mauro, nel settembre del 2000.
Data la circostanza di quanto da Lei espresso nelle interviste televisive, sottopongo, perciò, anche alla Sua gentile attenzione tale mia proposta, in cui auspico una NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”, secondo come spiegato nel testo che Le invio. Credo che le idee riportate, adeguatamente approfondite e migliorate, possano costituire “un punto di partenza” davvero utile e forse persino determinante per il risolvimento di tanti “nodi” - sia nella gestione dell’Ora di Religione come di tanti altri problemi della Scuola - ed apra un orizzonte più “leggero”, più “aperto”, più “fecondo” per il miglioramento della Scuola, per la migliore educazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e possa così far aprire questo Nuovo Millennio con la luminosità e la freschezza di quello che chiamerei “il sorriso dei bambini”, “il sorriso degli adolescenti”, “il sorriso dei giovani”: speranza di vita per la Nuova Umanità.
Grato per l’attenzione che vorrà riservare alla mia proposta, mi permetto anche di esprimerLe il desiderio che Ella possa presentarla, se lo riterrà opportuno, anche presso le Sedi Vaticane competenti.
Colgo l'occasione per salutarLa con viva cordialità, professandomi devoto figlio della Santa Chiesa.
Prof. GIORGIO NICOLINI
P.S. – La presente Lettera spedita al Card. Renato Raffaele Martino, la Lettera scritta al Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti in data 13 febbraio 2006 … (omissis) …, e l’intero testo della proposta dell’auspicio di UNA “NUOVA INTESA” TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE, è stata consegnata personalmente “a mano”, dal Prof. Giorgio Nicolini, anche a Sua Ecc.za Mons. GIUSEPPE BETORI, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, alle ore 13.15 dell’11 marzo 2006, in Ancona, nel “Teatro delle Muse” a chiusura del “Convegno Nazionale “COMUNICARE SPERANZA”.
RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).
“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”
(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)
IN RIFERIMENTO ALLA CORRISPONDENZA INTERCORSA
CON IL DIRETTORE DI “AVVENIRE” E LEGGIBILE ALL’INDIRIZZO INTERNET
www.lavocecattolica.it/lettere.avvenire.htm
LETTERA DELL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO
AL DIRETTORE DI “AVVENIRE” Dott. DINO BOFFO
(con autorizzazione alla pubblicazione)
From: Francesco Dal Pozzo
To: lettere@avvenire.it, giorgio.nicolini@poste.it
Sent: Monday, March 13, 2006 11:40 AM
Subject: Lettera al Direttore sulla "Miracolosa traslazione" della Santa Casa di Nazareth a Loreto
Firenze, 12 marzo 2006
Al Direttore di “AVVENIRE” Dott. DINO BOFFO
Piazza Carbonari, 3 - 20125 – MILANO
Posta Elettronica: lettere@avvenire.it
e, per conoscenza:
Al Prof. Giorgio Nicolini – Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa a Loreto.
Con rif. al Prot.1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”
Caro Direttore,
anzitutto un riepilogo della corrispondenza già tra noi intercorsa, dalla mia del 29 dicembre scorso, avente ad oggetto una segnalazione di errore o incompletezza da parte di Marina Corradi nel suo “pezzo” sulla Santa Casa di Nazareth pubblicato in “Avvenire” del 18 dicembre 2005, e già segnalatoLe, a mezzo “Posta Elettronica”, dal Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona.
In tale occasione ebbi a scriverLe:
“Caro Direttore, al corrente com’ero, e pure minimamente compartecipe, della “questione lauretana” di cui all’oggetto, e illustratataLe dal Prof. Giorgio Nicolini con “e-mail” del 20 u.s., mi pare di non aver trovato di ciò alcuna traccia sul periodico da Ella diretto, cui sono abbonato e che pertanto particolarmente apprezzo.
A me parrebbe molto opportuno, e, per lo spirito di verità che sempre ha animato il Suo lavoro, persino doveroso che di tale segnalazione correttiva, e comunque assai garbata, il Suo giornale desse il risalto che merita, dato che dietro di essa ci stanno anni e anni di studi, di fatto un’intera umana esistenza, e da ultimo, ad abundantiam, anche l’autorevole avallo di un illustre studioso, il Prof. Emanuele Mor di Genova.
Proprio in questi giorni, del resto, tutti tali studi, con la ricca documentazione probatoria che nel tempo li ha corroborati, hanno ora trovato pure l’implicita ma inequivoca conferma nella preghiera che il Santo Padre ha inviata a Loreto per la Festa della Traslazione del 10 dicembre, dove più volte la Santa Casa di Loreto viene appunto citata come quella medesima che fu luogo dell’Annunciazione e del verginale concepimento della nostra Madre del Cielo. Se di tale documento Ella non fosse in possesso, e lo gradisse, Glielo potrei fare avere nel suo testo integrale: pare infatti che nella lettura ufficiale datane, vi siano state omissioni che potrebbero aver contribuito ad una non perfetta chiarezza… Fiducioso nella Sua attenzione, mi abbia con viva cordialità!”
A tale interpello Ella cortesemente così rispondeva, con lettera incompleta nella data, di cui riportava il solo mese, quello di febbraio, nel cui giorno 11 essa effettivamente mi è pervenuta:
“Gentile Amico, grazie della sua lettera di qualche settimana fa a proposito della questione della casa dell’Annunciazione, sollevata dal prof. Nicolini a seguito dell’editoriale di Marina Corradi del 18 dicembre scorso. Apprezzo molto che lei abbia posto rilievo su questa pagina fondamentale dell’evento cristiano - l’annuncio dell’Angelo alla Vergine Maria, appunto - ed anche su coloro che si prodigano con studi rigorosi a comparare i luoghi del Vangelo con quanto oggi di essi rimane. Ritengo tuttavia importante evidenziare che l’editoriale della collega Corradi non aveva alcuna pretesa di dimostrare la veridicità storica dei luoghi sacri della nostra fede, od accertare eventuali leggende ad essi collegati. L’intento piuttosto era quello di cercar di interpretare e ancor più amare il contesto umano e vitale nel quale Dio ha preparato l’incarnazione di Suo Figlio. So, da chi è stato a Nazareth, quanto la rivisitazione di quei luoghi (la casa di Maria non sono solo le mura ma la terra, l’ambiente in cui è vissuta) faccia bene alla fede. E per il credente, lei mi insegna, non sono le dissertazioni storiche o le indagini scientifiche (che pur sono d’ausilio) a rafforzare le ragioni della fede in Gesù Cristo e nel suo mistero. Ecco perché al momento non ho ritenuto di dover con ordine di priorità dare un seguito alla questione lauretana. Certo, può darsi che si presenti l’occasione di parlarne ancora. Per ora direi che lo spazio ed il tempo non ce lo consentono: del resto in un quotidiano (anche nelle pagine relative alla vita ecclesiale e alla cultura) a giocare il ruolo di protagonista è l’attualità, che sempre incalza e sempre interroga, anche il credente. Confido nella sua comprensione ed amicizia. Con cordialità”.
Tutto ciò premesso, caro Direttore, debbo però rilevare una certa incongruenza tra le Sue parole e i fatti. Mi spiego meglio: nonostante che “lo spazio e il tempo” non lo consentissero nel febbraio u.s., è stato però pubblicato nel quotidiano che dirige, in data 3 marzo u.s., un altro ampio servizio, sempre sullo stesso argomento, e questa volta a firma di Vincenzo Varagona, dal titolo: “La stessa pietra a Nazareth e Loreto”.
Anche in tale nuovo articolo ho dovuto però riscontrare la stessa mancanza di qualsiasi traccia degli studi per lunghi anni condotti, sulla detta “questione”, dal Prof. Giorgio Nicolini, e ancor di recente dal medesimo riassunti nel suo libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, che potrà trovare pure, più ampiamente sviluppati e sempre aggiornati, nel suo Sito Internet www.lavocecattolica.it , in una sezione appositamente creata per la Santa Casa di Loreto.
Così come anche non noto, nell’articolo citato di Varagona, alcun “segno” degli autorevoli e innumerevoli attestati da cui gli studi del Prof. Nicolini sono stati suffragati, come ad esempio ha documentato, in anni ancor vicini, una illuminante relazione del Prof. Emanuele Mor, già docente di Elettrochimica all’Università di Genova, a riepilogo e sintesi della grande, coerente quanto significativa quantità di dati “storici” e “scientifici” via via emersi all’attenzione degli studiosi, lungo i secoli.
Leggo anche, nel trafiletto “La scoperta”, a fianco del servizio citato: “La tradizione vorrebbe la Santa Casa portata in Illiria e poi a Loreto dagli angeli: questa ipotesi, che ha comunque rafforzato il culto mariano nei secoli, ha lasciato il posto a una tesi storica, secondo cui alcune pietre furono portate via mare dalla famiglia De Angelis, in epoca crociata.”
Tale “tesi storica” si trova invero “documentatamente” contraddetta e dimostrata “falsa” nella succitata pubblicazione del Prof. Nicolini; e dal fatto che il Suo articolista non ne abbia fatto neppure cenno mi pare di doverne dedurre la sua ignoranza di tale testo, nonché del sopra detto Sito Internet. A parte ciò, mi pare comunque “sorprendente”, a dir poco, per non dire persino “irriverente”, la frase dell’articolista: “questa ipotesi (degli angeli soprannaturali)… ha comunque rafforzato il culto mariano nei secoli”.
Da semplice lettore ne deduco che, allora, il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto sia stato, nei secoli, frutto quasi di “una specie di imbroglio” o, quanto meno, di “un penosissimo equivoco” nel quale la Chiesa tutta, dai suoi Papi (tutti) all'ultimo sacrestano, sarebbe incorsa per secoli e secoli... E la questione, checché se ne voglia poi pensare, come di certo non dovrebbe sfuggirLe, è d'importanza nient'affatto secondaria per la complessiva “economia”, o “impalcatura” che dir si voglia, e quindi per la “credibilità” e “affidabilità” della fede cristiana, e “cattolica-romana” in specie.
A me, francamente sembra che con il gran parlare che si sente e si fa, ad ogni proposito e/o sproposito, di dialogo, confronto e quant’altro del genere, “la voce” tutt’altro che improvvisata, come ho detto, e dato il presente stato di cose indubbiamente alternativa, del Prof. Nicolini, avrebbe potuto e dovuto venire quanto meno ascoltata, non foss’altro che per una migliore completezza ed obiettività dell’informazione cui Ella sovrintende. Oppure… c’è invece dell’altro?...
Mi farà in ogni caso piacere conoscere il Suo pensiero, e ci conto!
Il suo fedele abbonato.
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone
Via Vecchia Bolognese, 321 – 50010 FIRENZE
Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it - Facsimile 055.400707
N.B. – La presente viene inoltrata, con firma autografa, anche per via postale ordinaria.
IL “CODICE DA VINCI”
----- Original Message -----
From: "gianni_pezzati" <gianni.pezzati@regione.marche.it>
To: "livio fanzaga" <livio.fanzaga@radiomaria.org; giorgio.nicolini@poste.it
Sent: Monday, March 13, 2006 11:15 AM
Subject: Cdice da Vinci
Carissimo,
la risposta al grande successo avuto dal libello "Il codice da Vinci" l'ho già avuta l'anno scorso tra i miei amici più cari. Ovvero, quando il famoso Centro di Studi Teologici dei Servi di Maria (sic!) di Montefano (MC), frequentato da migliaia di persone con tantissimi giovani e collegamenti con Comunità e Gruppi ecclesiali sparsi in tutt'Italia, da anni, dico anni, va insegnando che i Vangeli non sono storici e che lo stesso Gesù Cristo (zelote!!!) è stato rappresentato in chiave idilliaca dalle prime Comunità cristiane e da quei "birbaccioni" (peggio!!!) degli Apostoli che hanno costruito il tutto e sulla Chiesa per avere e mantenere il potere, il passo per amare detto “Codice”, è stato ovvio. Giustifica in pieno la tesi di detti Teologi, a dir poco eretici, dei... Servi di Maria. Cioè hanno trovato una spalla (“assist” calcistico) formidabile ai loro insegnamenti a voce, in libri, radio e tv. A dire il vero queste tesi perniciose le avevo già sentite (e contrastate) nel 1975 al Seminario Maggiore di Avila (Spagna) ove ero ospite con un carissimo amico fondatore di Associazioni di volontariato cattolico.
Ma i Pastori, cioè i Vescovi Successori degli Apostoli, perchè dormono? Sono forse io che deve vigilare? Almeno il defunto Mons. Carlo Maccari (quello di San Padre Pio), Arcivescovo di Ancona e di Osimo a detti Teologi (??????) aveva dato "l'interdetto" di non predicare in pubblico nella sua Arcidiocesi. Morto Mons. Maccari, imperversano i due massimi Teologi di Montefano, Padre Maggi e Padre Rodrigez (o Pérez? n.d.r.). Tra l'altro Padre Alberto Maggi nativo di Ancona è mio amico, sì amico d'infanzia. Ed è, ironia della sorte, uno dei tre curatori degli scritti di Maria Valtorta (sic!) - da lui ritenuta pazza come dettomi personalmente nel Duomo di Ancona anni fa - ma attività fatta solo per ordine della Congregazione dei Servi di Maria che hanno ereditato l'opera della stessa - che a loro la consegnò su ordine di Gesù - per dare maggior lustro a coloro che avrebbero dovuto essere i primi esaltatori delle virtù della Vergine Maria Addolorata loro "Fondatrice e Patrona singolare". Poi diventati i più accerrimi nemici della scrittrice cristiana consacrata al Terz'Ordine dei Servi! Siccome, però, i Serviti percepiscono una percentuale cospicua sui diritti d'autore dei milioni di libri valtortiani che si vendono nel mondo, soprattutto negli USA, hanno voluto esserne i soli curatori "spirituali". Nelle presentazioni e nelle note a margine, ecc. Come dice il vecchio adagio: "leva l'interesse che il mondo è giusto!"...
Ed ecco perchè, come dettomi da un vecchio sacerdote servita toscano, ora missionario, che ha conosciuto personalmente la "santa", secondo lui, Maria Valtorta i Servi di Maria che prima del Concilio erano, in tutto il mondo, circa 8 mila oggi sono scesi paurosamente a poco meno di mille. E non hanno vocazioni!
*** Infine ti ringrazio di cuore per aver letto, questa mattina, l'articolo di "Avvenire" sulle pietre autentiche dell'altare e delle mura della Santa Casa di Loreto.
Maranathà. Vieni Signore Gesù. Amen.
GIANNI PEZZATI
RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI ALL’AMICO GIANNI PEZZATI
LA TRASMISSIONE DI RADIO MARIA
E IL “CODICE DA VINCI” LAURETANO
Leggi all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/lettera9marzo2006.htm
Avevo scritto al Direttore di AVVENIRE Dott. DINO BOFFO
In questa mia Lettera, signor Direttore Dino Boffo, voglio riferire anche a Lei con molta franchezza, e assumendomi tutta la responsabilità di quanto scrivo, ciò che ho già detto telefonicamente anche a Vincenzo Varagona: che, cioè, l’opera principale del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA DI LORETO” (dalla prima all’ultima edizione) è infarcita di “fantasie personali” senza alcuna consistenza storica e purtroppo è anche impregnata di falsità e falsificazioni documentali molto gravi e molto sofisticate.
Tale libro - che dette origine alla falsa ipotesi del “trasporto umano” ad opera della famiglia De Angelis dell’Epiro (che nel mio libro dimostro del tutto “FALSO”) - ha operato una “devastazione incalcolabile” della “verità” riguardo alla Storia Lauretana, ed è paragonabile nell’effetto prodotto (relativamente alla “questione lauretana”) alla devastazione dissacrante della figura di Gesù Cristo fatta nelle coscienze degli stessi cattolici dal “Codice da Vinci”. Con la differenza che quest’ultimo è palesemente “sacrilego” e rigettato e combattuto dalla Chiesa, mentre il primo (cioè il libro del Padre Santarelli) porta persino “l’imprimatur” ecclesiale di Vescovi che non ebbero modo di valutare con sufficiente competenza la sofisticatissima elaborazione pseudo-storica del Padre Santarelli. Con il risultato – ottenuto! - di aver fatto abbandonare quasi all’intera Chiesa “la verità” sia dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth presente a Loreto (che sarebbe solo un riassemblaggio di “pietre” portate da Nazareth) che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione.
Ancona, 16 marzo 2006
Caro Gianni,
poiché hai inviato anche a me il tuo messaggio spedito a Padre Livio, l’ho pubblicato in questa LETTERA INFORMATIVA per intero, come dovere, anche perché ho potuto constatare e ho dovuto confutare anch’io “pubblicamente” gli insegnamenti di uno dei Padri di quella Comunità di cui parli, il Padre Pérez, che metteva in dubbio la “presenza reale” di Gesù Cristo dopo la consacrazione del pane e del vino, nella Santa Messa. Ciò avvenne nella Chiesa dei “Servi di Maria” di Ancona, durante delle conferenze, al tempo delle nostre vicende “anconitane” - degli scorsi anni - del trasferimento “ingiusto” e “forzato” dell’amato e indimenticato Padre Giuseppe T., che tanto vuoto ha lasciato qui in Ancona con la sua partenza. Ma la Parola di Dio ci insegna: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rom.8,28).
Qui però voglio ora solo accennarti alla parte finale del tuo messaggio, ove ringrazi Padre Livio di aver parlato dell’articolo di “Avvenire” riguardo all’autenticità dell’Altare degli Apostoli, “portato” a Loreto con la Santa Casa. Penso avrai letto al riguardo il mio commento a detto articolo, nella Lettera consegnata personalmente in Ancona al Direttore Dino Boffo, il 10 marzo scorso, durante il Convegno Nazionale “Comunicare speranza” e che puoi comunque rileggere all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera9marzo2006.htm Avrai letto come in tale lettera abbia definito il libro “LA SANTA DI LORETO” del Padre Santarelli, in tutte le sue varie edizioni (e i libri derivati), come “IL CODICE DA VINCI LAURETANO”, prendendomi tutta la responsabilità di quanto affermato e che qui ribadisco.
Anch’io ho ascoltato Padre Livio e anch’io lo ringrazio, anche se debbo dirti sinceramente che pure il bravissimo e amato Padre Livio è stato, anche lui, “ambiguo” sulla “questione lauretana”, e, detto con tutto il rispetto, ha sicuramente anche lui le idee “confuse” su Loreto e sulla “miracolosa” traslazione della Santa Casa.
Egli infatti prudentemente ha taciuto sulle affermazioni dell’articolista riguardo alla nuova “tesi storica” di “un trasporto umano” (in realtà, mai avvenuto) ad opera della principesca famiglia De Angelis dell’Epiro. Però Padre Livio ha affermato che in ogni caso è importante avere avuto conferma che a Loreto c’è l’autentica “reliquia nazaretana” della Santa Casa - come se ciò non fosse già “appurato” da 700 anni!... -, lasciando poi comunque aperte entrambe le possibilità, del “miracolo” e del “trasporto umano”.
Egli infatti ha detto per Radio Maria (trascrivo letteralmente dalla registrazione):
“… (a Loreto)… non solo ci sono i muri della Santa Casa - e questo è accertato, che i muri vengono da Nazareth, perché hanno il medesimo materiale, perché ci sono delle iscrizioni, ecc. -, ma anche l’Altare, che è all’interno, quello coperto dalla grata di ferro, l’Altare è, a quanto pare, uno di quei due altari che stavano nella chiesa, lì, a Nazareth, che era chiamato l’Altare degli Apostoli. Poi, cari amici, come quelle mura siano state portate, prima in Illiria nel 1291, e poi a Loreto nel 1294, questo, cari amici, la tradizione dicono che sono stati gli angeli che l’ha portata: se questi fossero angeli o fossero pellegrini , o non si sa, comunque sta di fatto – e questo è un fatto storico accertato – abbiamo questa meravigliosa reliquia in Italia, che è appunto la Casa di Gesù, Maria e Giuseppe…”.
Debbo anche in questa esposizione di Padre Livio constatare che il “Codice da Vinci Lauretano” del Padre Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, è ormai talmente penetrato in ogni angolo ecclesiale, da avere provocato un effetto devastante e dissacratore senza pari, riguardo alla “tradizione lauretana”, “offuscando” la memoria di tanti nella Chiesa, che non riescono più neppure a ricordare ciò che fino a circa 30 anni fa nell’intera Chiesa Cattolica era stato “pacifico” e “acquisito” da settecento anni!...
In realtà, se si “obbedisce” davvero alla Chiesa non si può affermare che “il trasporto umano” della Santa Casa (che è impossibile da tutti i punti di vista!...) sia un’ipotesi da considerare “in modo serio”: infatti sulla “traslazione miracolosa” della Santa Casa ci sono stati “pronunciamenti” ininterrotti e senza numero dei Sommi Pontefici, per sette secoli, fatti in forma di “magistero ordinario” e anche di “magistero solenne”, con ogni forma di “pronunciamenti”, impegnando essi la loro Autorità Apostolica.
Radio Maria, perciò, deve diffondere “la verità” degli insegnamenti pontifici, senza lasciare dubbi negli ascoltatori, a riguardo di quello che è stato – ed è! – il “vero pensiero” della Chiesa, oltre ad impegnarsi a far conoscere i “veri” studi storici, archeologici e scientifici, che – per parte mia - ho già iniziato a pubblicare anche nel mio Sito Internet www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
Infatti, una Radio Cattolica non deve dire, come ha fatto - pur lodevolmente - Padre Livio, che “secondo la tradizione” la Santa Casa sarebbe stata portata dagli angeli… ma che, però, “non si sa” se “fossero pellegrini”. Bisogna invece dire: “In obbedienza a quanto è stato “dichiarato” ed “approvato” da tutti i Sommi Pontefici – cioè dalla Chiesa - si deve affermare che “la tradizione” del “trasporto miracoloso” della Santa Casa, per “il ministero angelico”, E’ VERO!...”.
Si deve, cioè, DIRE CIO’ CHE HA VERAMENTE INSEGNATO LA CHIESA, a riguardo delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, specificando solo che ciò non impegna la Fede teologale, ma solo “la fede umana”.
Quindi, l’affermazione del trasporto “miracoloso” della Santa Casa non è – come ha detto Padre Livio - “secondo la tradizione”, ma è “secondo l’insegnamento della Chiesa” che “ha approvato” e “dichiarata vera” “la tradizione” del “trasporto miracoloso”!... Questo è il vero e unico modo per far conoscere “la vera storia” della Santa Casa di Loreto!...
Giustamente Padre Livio diffonde, e si accalora per diffonderle, sia le apparizioni di Lourdes, che di Fatima, e ancor più quelle di Mediugorie. Ma su Mediugorie non esiste ancora alcun pronunciamento ecclesiastico, e su Lourdes e Fatima esiste solo una “approvazione” del Vescovo locale. Non è quindi “giusto” mettere sullo stesso piano Lourdes o Fatima (e ancor meno Mediugorie) con l’approvazione dei Sommi Pontefici della “Miracolosa” traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto. Di tale evento “miracoloso”, infatti, non è mai avvenuta in tutta la Storia della Chiesa una “approvazione dei Sommi Pontefici” così unanime e ininterrotta per 700 anni!...
Scrivevo, in proposito, a Mons. Comastri, nella lettera inviatagli il 1° novembre 2004: http://www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm
Ecc.za Rev.ma, la “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth è “storia”, non è una “leggenda”!… E’ una “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso”, quale “mai” in tutta la storia della Chiesa è stato fatto!… Di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, di Kibeho e di tanti altri prodigi divini avvenuti lungo il corso della storia umana esiste quasi sempre solo una “singola approvazione”, e per lo più solo e semplicemente delle “autorità ecclesiastiche locali”: eppure nessuno dubita (ovviamente tra i cristiani cattolici) riguardo alla “verità storica” che tali approvazioni certificano! Riguardo invece al “riconoscimento” della “VERITA’ STORICA” dell’evento della “TRASLAZIONE MIRACOLOSA” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è “l’unico caso” nella Storia della Chiesa di una “approvazione ecclesiastica” da parte dei Sommi Pontefici “dichiarata” e “ripetuta” “continuamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, per secoli e secoli, in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi.
Ecc.za amatissima, che cosa sarebbe di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima se si ponesse in dubbio o addirittura si negasse - e proprio “dall’interno degli stessi rispettivi Santuari” e anche solo “per una ipotesi di studio” -, “la verità storica” delle “miracolose” “apparizioni” di Maria? Non si diventerebbe “irriverenti” ed “ingrati” verso Maria? Non ne scadrebbe immensamente tutta la devozione mondiale? Non si creerebbe “un reale ostacolo” a Dio e alla Vergine Immacolata nella loro elargizione dei “doni” di grazia e di salvezza, oltre talvolta anche i miracoli fisici, che effettivamente in quei luoghi avvengono numerosissimi, provocando così un “detrimento grave” del bene delle anime?
Tutto ciò non è in alcun modo paragonabile al Santuario e alla Santa Casa di Loreto, i cui miracoli di grazia e di salvezza - ed anche i veri e propri miracoli nell’ordine fisico - da parte di Dio e della Vergine Immacolata, è impossibile enumerare. Persino tanti Ordini e Movimenti Ecclesiali sono “nati” dentro quelle Sacre Pareti, per “una ispirazione soprannaturale” ricevuta dai Santi Fondatori “solo” “lì”.
Il Papa Leone X, a riguardo del Santuario di Loreto e della Santa Casa in esso custodita, facendo seguito ai “pronunciamenti” di altri suoi predecessori, scriveva e “dichiarava” nel lontano 1515 (in un modo “solenne ed inequivocabile”): “A testimonianza di tutti, E’ IL PRIMO E IL PIU’ CELEBRE DI TUTTI I SANTUARI, perché E’ PROVATO DA TESTIMONI degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515 Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).
Questo già lo avevo scritto a Mons. Comastri il 1° novembre 2004. Ma è avvenuto, in realtà, che tutti coloro che sono nati in questo ultimo trentennio, o anche prima, come Padre Livio, ma che non ebbero modo di conoscere approfonditamente la “tradizione lauretana”, sono cresciuti nell’apprendimento della sola “falsa ipotesi” del “trasporto umano” delle sole “sante pietre” (neppure della Santa Casa “integra”!).
A causa di ciò risulta per loro difficile richiamare alla memoria “una verità” che a loro - in realtà - non è mai stata insegnata o è stata insegnata in modo distorto, avendo appreso – dagli scritti diffusi dalla Basilica Lauretana – che si è trattato solo di un trasporto per nave di “sante pietre” da parte di una famiglia dell’Epiro, relegando a “leggenda” – da dimenticare! – il trasporto “miracoloso”, “per il ministero angelico”.
In ciò, il “Codice da Vinci Lauretano”, inventato dal Padre Santarelli e diffuso ormai in tutta la Chiesa, ha ottenuto già da troppo tempo il suo scopo “dissacratore”!...
Però ALLA FINE IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, e quindi “LA VERITA’”, TRIONFERA’, perché LA MENZOGNA non potrà mai prevalere sulla “verità”!...
Prof. GIORGIO NICOLINI
“SENTIRSI SCALDARE IL CUORE”
----- Original Message -----
From: R.M.
Sent: Saturday, March 11, 2006 4:24 PM
Subject: Ringraziamento
Gent.mo Prof. Nicolini,
leggo con molta frequenza alcuni suoi scritti nel Sito “LA VOCE CATTOLICA” ed ho letto con molta attenzione, la corrispondenza intercorsa con il Direttore del quotidiano "AVVENIRE" circa il rispetto della veridicità storica della traslazione della Santa Casa di Loreto da parte degli angeli del Signore.
Desidero ringraziarLa per l'autentica testimonianza cristiana che costantemente Lei applica sull'argomento, e ringrazio Dio che continua ad illuminare i piccoli anziché i "sapienti".
Se potessi, l'aiuterei in qualche modo, ma la sua preparazione (storica, archeologica, ecc.) oltre che la particolare assistenza dello Spirito Santo sono tali che non hanno bisogno di interferenze.
Grazie di cuore; sappia che ci sono tante anime che hanno bisogno di sentirsi "scaldare il cuore", come i discepoli di Emmaus, per poter seguire il sentiero tracciato loro dal Signore.
Cordialità
M.R.
(messaggio firmato, con autorizzazione alla pubblicazione)
MESSAGGIO INVIATO PER POSTA ELETTRONICA
AL SEGRETARIO DEL VESCOVO DI LORETO
Mons. Gianni Danzi
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: … (omissis) …
Sent: Monday, March 13, 2006 1:26 AM
Subject: Richiesta di consegna a Mons. Danzi di "scritti" pubblicati in Internet
Ancona, 13 marzo 2006
Caro Padre Stefano,
il sabato 4 marzo scorso mi trovavo nella Santa Casa di Loreto e, in ginocchio davanti all'altare, ero raccolto in preghiera e, tra le varie intenzioni, stavo ricordando alla Vergine Immacolata proprio te, avendoti Ella chiamata ad un ruolo importante presso la sua Santa Casa, al servizio del nuovo Vescovo.
Nel mentre pregavo proprio per te - erano circa le 16.15 - d'improvviso ti ho visto alla mia sinistra, mentre salivi lo scalino che conduce poi dietro all'altare, al caminetto. Ti volevo chiamare e salutare, ma in quel luogo di preghiera mi sembrava indiscreto ed ho solo continuato a pregare. Ho comunque colto in questa circostanza “un segno” della materna premura di Maria, che ha fatto coincidere la mia preghiera con la tua improvvisa presenza proprio lì nella Santa Casa, accanto a me.
Nella mia preghiera mi ero ricordato anche del nuovo Vescovo, che credo faccia soffrire non poco il Cuore Immacolato di Maria (perdonami la franchezza!), essendo egli indisponibile a quel “chiarimento” che - come ben sai - già fin dal suo arrivo, lo scorso anno, mi premurai di poter subito ottenere, attraverso te, come testimonia la lettera che ti scrissi il 30 aprile 2005, e che ti reinvio in allegato (cfr. …).
Come mi consigliasti di fare, riguardo ad una richiesta scritta di una “nuova Udienza”, avevo formalizzato tale richiesta di nuova Udienza a Mons. Danzi attraverso l'Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo d'Annone (che riceve in copia questo messaggio). La risposta di Mons. Danzi, come penso sarai a conoscenza, è stata di un netto rifiuto.
Con questo messaggio vorrei solo pregarti di “stampare” e di “consegnare” a Mons. Danzi, se non lo hai già fatto, essendone il suo Segretario, tutti i miei scritti che ho pubblicato attraverso Internet, mediante la mia Lettera Informatica LA VOCE, ove tratto della “questione lauretana” praticamente in modo ininterrotto dal settembre del 2005, fino all'ultimo invio del 9 marzo scorso. Non so se tali testi ti siano tutti giunti nella tua Posta Elettronica o li hai conservati nella memoria elettronica. In ogni caso, li puoi ritrovare tutti e prelevarli all'indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm
Poiché, come sai, le mie attuali condizioni di salute sono molto sofferenti e invalidanti, dopo l'intervento chirurgico mal riuscito patìto nel luglio dello scorso anno, e poiché non riesco da solo a gestire una pluralità di impegni (scrivere, spedire, contattare, curarmi, provvedere alle mie necessità economiche, rispondere, provvedere e aiutare una molteplicità di richieste che mi provengono da tante parti, ecc.), ti chiederei questa carità - che già ti avevo avanzato anche telefonicamente - di consegnare a Mons. Danzi i testi di cui sopra, essendone tu il Segretario. Per parte mia, perciò, ritengo – da questo momento - che Mons. Danzi sia stato informato o sarà informato – tramite te, se non lo avevi ancora fatto – di tutto quanto ho scritto in questi ultimi nove mesi e che è tutto comunque leggibile e prelevabile in Internet all’indirizzo suddetto.
Come ben comprenderai, per risolvere “la questione lauretana” - che al punto attuale è di una obiettiva “GRAVITA’” -, sarò costretto a procedere con più celere e decisa “fermezza” e “chiarezza”, nei modi e nei luoghi che la mia “coscienza” mi obbligherà.
Ricordandoti sempre con gratitudine nella preghiera alla Vergine Immacolata Lauretana, insieme anche al Vescovo e a tutti gli operatori del Santuario, ti auguro ogni bene dal Signore, restando certo della tua benedizione sacerdotale e del contraccambio nella preghiera.
Con amicizia.
Prof.
GIORGIO NICOLINI
Posta
Elettronica:
giorgio.nicolini@poste.it
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 febbraio 2006, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
"Cari figli, in questo tempo di grazia quaresimale vi invito ad aprire i vostri cuori ai doni che Dio desidera darvi. Non siate chiusi, ma con la preghiera e la rinuncia dite sì a Dio e Lui vi darà in abbondanza. Come in primavera la terra si apre al seme e porta frutto il centuplo, così il Padre vostro celeste vi darà in abbondanza. Io sono con voi e vi amo, figlioli, con amore tenero. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!..."
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm
www.lavocecattolica.it/lettera16marzo2006.htm
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
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dal 16 marzo 2006