LETTERA INFORMATIVA n°95
LA VOCE
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
LA NASCITA DI TELE MARIA
E L’APERTURA DEL BIMILLENARIO PAOLINO
ANCONA
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Venerdì, 29 giugno 2007
SANTI PIETRO E PAOLO
Domenica, 29 giugno 2013
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013
INIZIO ANNO 2013
dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
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QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA, di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona
e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
Non lo sai forse? Non lo hai udito?
Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dá forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is.40,28-31)
LA SANTA CASA DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA
TELE MARIA
PATRONO SAN GABRIELE ARCANGELO
(Decreto di Pio XII, Enc. Miranda Prorsus)
L'uomo, infatti, per esigenza della sua stessa natura, fin dal mattino della sua esistenza prese a comunicare agli altri i suoi beni spirituali per mezzo di segni, che mutuati dalle cose sensibili, egli si è ingegnato di sempre più perfezionare. Tutti questi mezzi di comunicazione, dagli ideogrammi e dai segni grafici dell'età più remota fino ai ritrovati tecnici moderni, devono essere indirizzati all'eccelso fine di rendere l'uomo, anche in questo campo, quasi dispensatore di Dio. Perciò, affinché l'attuazione di questo provvidenziale piano divino riesca più sicura ed efficace nell'umanità, in virtù della nostra autorità apostolica, con apposito Breve dichiarammo San Gabriele Arcangelo, "che ha portato al genere umano... il tanto desiderato annunzio di Redenzione", patrono celeste presso Dio di quei mezzi che consentono agli uomini di inviare in un istante, per mezzo dell'elettricità, messaggi scritti ad assenti, parlare fra loro da luoghi molto distanti, trasmettersi notizie attraverso le onde dell'etere e vedere presenti sullo schermo cose ed avvenimenti lontani. Con la designazione di questo celeste patrono intendevamo richiamare l'attenzione sulla nobiltà della loro vocazione a quanti hanno nelle mani i benefici strumenti che permettono di diffondere nel mondo gli inestimabili tesori di Dio, come semi buoni, destinati a portare i frutti della verità e del bene.
TELE MARIA
TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET
29-30 giugno/1°luglio 2007: A LORETO la 2.a Assemblea Nazionale delle Famiglie Numerose
TELE MARIA è una nuova Emittente Televisiva Cattolica in Internet nata dall’ispirazione di Maria
Trasmette programmi secondo le indicazioni dell’esortazione di San Paolo apostolo ai cristiani: "FRATELLI, TUTTO QUELLO CHE E' VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO, QUELLO CHE E' VIRTU' E MERITA LODE, TUTTO QUESTO SIA OGGETTO DEI VOSTRI PENSIERI" (cfr. Fil.4,8).
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (Gv.21,6)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000) (Gv.13,34)
Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la città di Satana. Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana. Nessun periodo storico né nessuna istituzione sono dominanti esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate fino alla fine dei tempi. Alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro per tutti a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito (Sant’Agostino, La Città di Dio)
Agorà dei Giovani Europei a Loreto
CON MARIA, MISTICA “CITTA’ DI DIO”,
Cfr. Indirizzo Internet: http://medjugorje.altervista.org/doc/vita_di_gesu_e_maria//mistica_citta/1-15.html
IN DIALOGO CON GESÙ
Maria, Madre del
sì,
tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a
Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella
nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perchè la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà.
Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perchè Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria, Madonna
di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a
levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a
tutti il Suo amore.
Benedetto XVI
Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!"
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà. E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni. Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti. Verità dolce, ma intatta, inviolata. (Beato Pio IX)
(Genesi 3,15)
Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era LA LUCE degli uomini; LA LUCE splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv.1,1-5)
ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”
PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’
Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto
IN HOC SIGNO VINCES
Ho pensato che questi angeli possono volare
perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto
Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali
La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società.
Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza,
non rispettandone l’identità e stravolgendone i compiti,
causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili”
(Giovanni Paolo II, 20 novembre 2004).
MARIA, MADRE DEI GIOVANI
La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito.
Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì.
(Gen.24,16)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc.1,26-28)…
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
E l'angelo partì da lei. (Lc.1,38)
MARIA DI NAZARETH, MISTICA CITTA’ DI DIO, MADRE DI TUTTI I VIVENTI:
LA BELLEZZA CHE SALVERA’ IL MONDO
LA DISSACRAZIONE LAURETANA DELLA SANTA CASA E DEI LUOGHI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
LA DISTRUZIONE DELLA SANTA CASA PREPARA LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA
Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino)
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore,
senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine”
(Qoèlet 3,11)
LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000)
OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’
(Benedetto XVI)
La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).
IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA
(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)
IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO
(Mc.1,15)
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
ALLA VIGILIA DEL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI EUROPEI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO L’1-2 SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
SALMO 25
A te, Signore, elevo l'anima mia, Dio mio, in te confido: non sia confuso! Non trionfino su di me i miei nemici! Chiunque spera in te non resti deluso, sia confuso chi tradisce per un nulla. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti. Per il tuo nome, Signore, perdona il mio peccato anche se grande. Chi è l'uomo che teme Dio? Gli indica il cammino da seguire. Egli vivrà nella ricchezza, la sua discendenza possederà la terra. Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. Tengo i miei occhi rivolti al Signore, perché libera dal laccio il mio piede. Volgiti a me e abbi misericordia, perché sono solo ed infelice. Allevia le angosce del mio cuore, liberami dagli affanni. Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati. Guarda i miei nemici: sono molti e mi detestano con odio violento. Proteggimi, dammi salvezza; al tuo riparo io non sia deluso. Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce.
“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”
(Prov.25,25)
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...
Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
E IL VERBO
“il più bello tra i figli dell'uomo” (Sal.44/45,3)
Si fece carne
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
LETTERA INFORMATIVA n°95
LA VOCE
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
LA NASCITA DI TELE MARIA
E L’APERTURA DEL BIMILLENARIO PAOLINO
ANCONA
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Venerdì, 29 giugno 2007
SANTI PIETRO E PAOLO
LETTURA BIBLICA
Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19)
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Dalla Prima Lettera ai Corinti (9,1-27)
Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se per altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. Questa è la mia difesa contro quelli che mi accusano. Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? Ovvero solo io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si dá pensiero dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il trebbiatore trebbiare nella stessa speranza. Se noi abbiamo seminato in voi le cose spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non recare intralcio al vangelo di Cristo. Non sapete che coloro che celebrano il culto traggono il vitto dal culto, e coloro che attendono all'altare hanno parte dell'altare? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunziano il vangelo vivano del vangelo. Ma io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
29 GIUGNO: SS. PIETRO E PAOLO
Il primato di Roma
Roma festeggia il 29 giugno di ogni anno i Santi Pietro e Paolo, suoi patroni primari. Speciali cerimonie si svolgono in tutte le chiese cittadine, soprattutto in quelle intitolate ai Principi degli Apostoli. Secondo un’antica e consolidata memoria in Via Ostiense, tra gli odierni numeri civici 106 e 108 e a circa trecento metri dalla Basilica di S. Paolo fuori le mura, avvenne l’ultimo fraterno saluto tra Pietro e Paolo, separati, per essere avviati al martirio.
San Pietro venne condotto nell’antico circo neroniano che all’epoca insisteva dove ora è Piazza San Pietro, per essere crocifisso a testa in giù; il suo corpo fu composto dai discepoli e seppellito in una tomba in piena terra in quella zona. La povertà della sepoltura faceva molto contrasto con le tombe dei pagani, anch’esse presenti in quell’area sepolcrale.
In seguito, sull’umile tomba sorse un’edicola, poi, l’Imperatore Costatino, agli inizi del IV secolo d. C., fece costruire una basilica imponente a cinque navate che, purtroppo andò distrutta nel periodo medievale. Fu ricostruita più volte fino al Rinascimento dove artisti insigni furono incaricati del progetto sia di ricostruzione: Maderno, sia di ristrutturazione e arricchimento (cupola): Michelangelo, sia di ampliamento (colonnato): Bernini.
La tomba di Pietro è giù a 14 metri sotto l’Altare della Confessione; i vari edifici sacri che si sono susseguiti nei secoli, uno sull’altro, insistono su quella tomba quasi a voler confermare le parole del Cristo: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa".
Contemporaneamente alla costruzione della Basilica di San Pietro, Costantino fece erigere anche quella di San Paolo, che venne distrutta da un pauroso incendio nel 1823; la Basilica esistente oggi è una ricostruzione eseguita quasi subito dopo l’incendio.
Poiché doveva venire eretta esattamente sul sepolcro dell’Apostolo, e siccome questo, secondo le antiche concezioni, non poteva essere traslato, la chiesa dovette essere costruita molto lontana dalla città, ed è per questo che venne chiamata: "San Paolo fuori le mura".
Secondo la tradizione Pietro e Paolo furono entrambi rinchiusi nel Carcere Mamertino, ai piedi del Campidoglio, dove Pietro riuscì a convertire i suoi carcerieri e li battezzò, ma non essendovi acqua in quell’ambiente ipogeo, batté sul terreno e sgorgò una fontanella, che esiste ancora.
San Paolo venne condotto "ad aquas salvias", nell’attuale zona delle Tre Fontane, sulla Via Laurentina, per essere decapitato; essendo un cittadino romano fu portato, dunque, fino al luogo del martirio e la storia ci tramanda che la sua testa avrebbe battuto tre volte al suolo facendo scaturire, ad ogni caduta, una fonte miracolosa; l’episodio assegnò il nome al luogo e alla chiesa sorta in onore dell’Apostolo.
Nel punto dove avvenne l’ultimo saluto, fu, in seguito, eretta una cappella, poi una chiesetta, detta della "Separazione", sopravvisse fino al Novecento; oggi, esiste una lapide posata nel corso dell’Anno Santo 1975 che contiene in pochissime parole il ricordo dell’avvenimento: "Nei pressi di questo sito una devota cappellina in onore del Santissimo Crocifisso demolita agli albori del secolo XX per l’allargamento della Via Ostiense segnava il luogo dove secondo una pia tradizione i Principi degli Apostoli Pietro e Paolo vennero separati nell’avvio al glorioso martirio".
A coronamento di questa lapide un semplice bassorilievo rammenta i due Apostoli nell’atto dell’estremo abbraccio.
INDIZIONE DI UN ANNO GIUBILARE
PER IL BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI SAN PAOLO
CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI
DELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Basilica di San Paolo Fuori le Mura
Giovedì, 28 giugno 2007
Pietro e Paolo, carismi diversi per un'unica causa: la Chiesa
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle!
In questi Primi Vespri della Solennità dei santi Pietro e Paolo facciamo grata memoria di questi due Apostoli, il cui sangue, insieme a quello di tanti altri testimoni del Vangelo, ha reso feconda la Chiesa di Roma…
Un’antichissima tradizione, che risale ai tempi apostolici, narra che proprio a poca distanza da questo luogo avvenne l’ultimo loro incontro prima del martirio: i due si sarebbero abbracciati, benedicendosi a vicenda. E sul portale maggiore di questa Basilica essi sono raffigurati insieme, con le scene del martirio di entrambi. Fin dall’inizio, dunque, la tradizione cristiana ha considerato Pietro e Paolo inseparabili l’uno dall’altro, anche se ebbero ciascuno una missione diversa da compiere: Pietro per primo confessò la fede in Cristo, Paolo ottenne in dono di poterne approfondire la ricchezza. Pietro fondò la prima comunità dei cristiani provenienti dal popolo eletto, Paolo divenne l’apostolo dei pagani. Con carismi diversi operarono per un'unica causa: la costruzione della Chiesa di Cristo.
Nell’Ufficio delle Letture, la liturgia offre alla nostra meditazione questo noto testo di sant’Agostino: “Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì... Celebriamo perciò questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli” (Disc. 295, 7.8). E san Leone Magno commenta: “Dei loro meriti e delle loro virtù, superiori a quanto si possa dire, nulla dobbiamo pensare che li opponga, nulla che li divida, perché l’elezione li ha resi pari, la fatica simili e la fine uguali” (In natali apostol., 69, 6-7).
A Roma il legame che accomuna Pietro e Paolo nella missione, ha assunto sin dai primi secoli un significato molto specifico. Come la mitica coppia di fratelli Romolo e Remo, ai quali si faceva risalire la nascita di Roma, così Pietro e Paolo furono considerati i fondatori della Chiesa di Roma. Dice in proposito San Leone Magno rivolgendosi alla Città: “Sono questi i tuoi santi padri, i tuoi veri pastori, che per farti degna del regno dei cieli, hanno edificato molto più bene e più felicemente di coloro che si adoperarono per gettare le prime fondamenta delle tue mura” (Omelie 82,7). Per quanto umanamente diversi l’uno dall’altro, e benché il rapporto tra di loro non fosse esente da tensioni, Pietro e Paolo appaiono dunque come gli iniziatori di una nuova città, come concretizzazione di un modo nuovo e autentico di essere fratelli, reso possibile dal Vangelo di Gesù Cristo. Per questo si potrebbe dire che oggi la Chiesa di Roma celebra il giorno della sua nascita, giacché i due Apostoli ne posero le fondamenta. Ed inoltre Roma oggi avverte con più consapevolezza quale sia la sua missione e la sua grandezza. Scrive san Giovanni Crisostomo che “il cielo non è splendido quando il sole diffonde i suoi raggi, come lo è la città di Roma, che irradia lo splendore di quelle fiaccole ardenti (Pietro e Paolo) per tutto il mondo… Questo è il motivo per cui amiamo questa città…per queste due colonne della Chiesa” (Comm. a Rm 32).
Dell’apostolo Pietro faremo memoria particolarmente domani, celebrando il divin Sacrificio nella Basilica Vaticana, edificata sul luogo dove egli subì il martirio. Questa sera il nostro sguardo si volge a san Paolo, le cui reliquie sono custodite con grande venerazione in questa Basilica. All’inizio della Lettera ai Romani, come abbiamo ascoltato poco fa, egli saluta la comunità di Roma presentandosi quale «servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione» (1,1). Utilizza il termine servo, in greco doulos, che indica una relazione di totale e incondizionata appartenenza a Gesù, il Signore, e che traduce l’ebraico ‘ebed, alludendo così ai grandi servi che Dio ha scelto e chiamato per un’importante e specifica missione. Paolo è consapevole di essere “apostolo per vocazione”, cioè non per autocandidatura né per incarico umano, ma soltanto per chiamata ed elezione divina. Nel suo epistolario, più volte l’Apostolo delle genti ripete che tutto nella sua vita è frutto dell’iniziativa gratuita e misericordiosa di Dio (cfr 1 Cor 15,9-10; 2 Cor 4,1; Gal 1,15). Egli fu scelto «per annunciare il vangelo di Dio» (Rm 1,1), per propagare l’annuncio della Grazia divina che riconcilia in Cristo l’uomo con Dio, con se stesso e con gli altri.
Dalle sue Lettere sappiamo che Paolo fu tutt’altro che un abile parlatore; anzi condivideva con Mosè e con Geremia la mancanza di talento oratorio. «La sua presenza fisica è debole e la parola dimessa» (2^Cor.10,10), dicevano di lui i suoi avversari. Gli straordinari risultati apostolici che poté conseguire non sono pertanto da attribuire ad una brillante retorica o a raffinate strategie apologetiche e missionarie. Il successo del suo apostolato dipende soprattutto da un coinvolgimento personale nell’annunciarne il Vangelo con totale dedizione a Cristo; dedizione che non temette rischi, difficoltà e persecuzioni: “Né morte né vita – scriveva ai Romani – né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (8,38-39).
Da ciò possiamo trarre una lezione quanto mai importante per ogni cristiano. L’azione della Chiesa è credibile ed efficace solo nella misura in cui coloro che ne fanno parte sono disposti a pagare di persona la loro fedeltà a Cristo, in ogni situazione. Dove manca tale disponibilità, viene meno l’argomento decisivo della verità da cui la Chiesa stessa dipende.
Cari fratelli e sorelle, come agli inizi, anche oggi Cristo ha bisogno di apostoli pronti a sacrificare se stessi. Ha bisogno di testimoni e di martiri come San Paolo: un tempo persecutore violento dei cristiani, quando sulla via di Damasco cadde a terra abbagliato dalla luce divina, passò senza esitazione dalla parte del Crocifisso e lo seguì senza ripensamenti. Visse e lavorò per Cristo; per Lui soffrì e morì. Quanto attuale è oggi il suo esempio!
E proprio per questo, sono lieto di annunciare ufficialmente che all’apostolo Paolo dedicheremo uno speciale anno giubilare dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009, in occasione del bimillenario della sua nascita, dagli storici collocata tra il 7 e il 10 d.C.
Questo “Anno Paolino” potrà svolgersi in modo privilegiato a Roma, dove da venti secoli si conserva sotto l’altare papale di questa Basilica il sarcofago, che per concorde parere degli esperti ed incontrastata tradizione conserva i resti dell’apostolo Paolo. Presso la Basilica Papale e presso l’attigua omonima Abbazia Benedettina potranno quindi avere luogo una serie di eventi liturgici, culturali ed ecumenici, come pure varie iniziative pastorali e sociali, tutte ispirate alla spiritualità paolina. Inoltre, una speciale attenzione potrà essere data ai pellegrinaggi che da varie parti vorranno recarsi in forma penitenziale presso la tomba dell’Apostolo per trovare giovamento spirituale. Saranno pure promossi Convegni di studio e speciali pubblicazioni sui testi paolini, per far conoscere sempre meglio l’immensa ricchezza dell’insegnamento in essi racchiuso, vero patrimonio dell’umanità redenta da Cristo. Inoltre, in ogni parte del mondo, analoghe iniziative potranno essere realizzate nelle Diocesi, nei Santuari, nei luoghi di culto da parte di Istituzioni religiose, di studio o di assistenza, che portano il nome di san Paolo o che si ispirano alla sua figura e al suo insegnamento. C’è infine un particolare aspetto che dovrà essere curato con singolare attenzione durante la celebrazione dei vari momenti del bimillenario paolino: mi riferisco alla dimensione ecumenica. L’Apostolo delle genti, particolarmente impegnato a portare la Buona Novella a tutti i popoli, si è totalmente prodigato per l’unità e la concordia di tutti i cristiani. Voglia egli guidarci e proteggerci in questa celebrazione bimillenaria, aiutandoci a progredire nella ricerca umile e sincera della piena unità di tutte le membra del Corpo mistico di Cristo. Amen!
Dal Vangelo secondo Matteo (10,16-29)
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
PASSATO E FUTURO CAMMINANO INSIEME NEL NOSTRO PRESENTE
dal MATTUTINO di Gianfranco Ravasi, in AVVENIRE del 2 settembre 2000
Le nuove opinioni sono sempre sospette e di solito incontrano opposizioni per nessun altro motivo se non perché non sono ancora comuni. Trovo questa citazione del filosofo inglese John Locke (1632-1704) – che riporta alla mente di molti gli anni di studio nelle scuole medie superiori – all’inizio di un articolo di una rivista americana. La sua è una considerazione a doppio profilo. Ci sono, infatti, persone così raggrinzite in se stesse e nelle loro idee da temere ogni novità. E questo vale in tutti i campi, anche in quello ecclesiale. Don Mazzolari ammoniva: “Guai a chi ha paura della novità, di trovare un mezzo di apostolato più rispondente e più vivo! Santo quel cuore che serve le cause di Dio con audacia! Abbiate questa santa audacia che è espressione di fede!”. Il gretto tradizionalismo non fa mai un buon servizio né alla Tradizione autentica né alla purezza della fede. Ma al buon Locke bisogna obiettare che tutte le opinioni, comprese le nuove, non possono essere accolte acriticamente, senza un vaglio e una verifica. E qui mi viene in mente – cito a senso – una battuta di un altro pensatore, l’antico Seneca, che osservava realisticamente come sia naturale che suscitino più interesse le cose nuove che non le cose grandi. Il vecchio Qohelet, sapiente biblico piuttosto pessimistico, notava che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” e aveva ragione anche se non del tutto, perché Isaia suggeriva di non ricordare più le cose passate, di non pensare più alle cose antiche “perché io, il Signore, faccio una cosa nuova” (43,18-19).
LA CONTRASTATA NASCITA DI TELE MARIA
RADIO MARIA E TELE MARIA
PERCHE’ NON LAVORARE INSIEME, AIUTANDOCI RECIPROCAMENTE?...
APPELLO A PADRE LIVIO FANZAGA
Direttore di Radio Maria
Ogni ingiustizia e falsa accusa è peccato – Ogni gelosia od invidia è peccato
Dopo le calunnie e le minacce del Vescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi al gestore di MARIATV - www.maria.tv - nel dicembre 2006 -, che fece togliere il Sito Televisivo del Prof. Giorgio Nicolini da Internet, cui è seguita – dopo inutili tentativi di “composizione amichevole” - la denuncia-querela da parte del Prof. Giorgio Nicolini verso il Vescovo di Loreto PER DIFFAMAZIONE E MINACCE E PER DANNO MORALE E PATRIMONIALE INGIUSTO – cfr. Indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/querela.vescovo.htm - ora anche RADIO MARIA (con motivazioni senza fondamento e contro il fine disinteressato con cui intende svolgere il suo apostolato) vuole impedire la nascita e lo sviluppo di TELE MARIA, dopo averne rifiutato più volte – per anni – la proposta di crearla e gestirla?...
Ai lettori de LA VOCE CATTOLICA e fruitori di TELE MARIA il giudizio…
L’INASPETTATA E IMMOTIVATA
LETTERA DI DIFFIDA DI RADIO MARIA
Avv. PAOLO POZZI
Piazza San Babila, 5 - 20122 Milano
Tel.: 02.76316161 – Fax: 02.76317619
Egregio Signore
Prof. Giorgio Nicolini
Via Maggini, 230
60127 Ancona (AN)
DIFFIDA
Le scrivo per conto dell’Associazione Radio Maria, a Lei sicuramente nota.
Come saprà, l’Associazione Radio Maria è l’emittente radiofonica cattolica più ascoltata nel mondo, attiva fin dal 1987. Il marchio “RADIO MARIA”, oggetto di numerose registrazioni di marchio in Italia e a livello mondiale, è dunque tra i più noti nel settore dei servizi di telecomunicazione.
L’Associazione Radio Maria è di recente venuta a conoscenza dell’esistenza di un progetto, da Lei avviato, denominato “TELE MARIA”, concernente un’emittente televisiva cattolica, che trasmette i propri programmi via Internet, attraverso il sito www.telemaria.it
Dall’utilizzo, da parte Sua, della denominazione “TELE MARIA”, in relazione ad un’attività del tutto speculare a quella svolta dall’Associazione Radio Maria, deriva un serio rischio di confusione per il pubblico. Gli utenti, infatti, potrebbero ricondurre la Sua attività all’Associazione Radio Maria, a maggior ragione in virtù dell’estrema notorietà di cui gode il marchio “RADIO MARIA”, soprattutto in Italia. Anche l’Associazione Radio Maria, peraltro, trasmette i propri programmi non solo tramite il canale radiofonico tradizionale, ma anche on line, attraverso il sito www.radiomaria.it
Il rischio di confusione per il pubblico è ancora più attuale in considerazione dei numerosi riferimenti all’Associazione Radio Maria, presenti all’interno del sito, www.telemaria.it . Infatti, nella home page di tale sito appare lo slogan “TELE MARIA - Una televisione cristiana nella tua casa”, che richiama evidentemente lo slogan “RADIO MARIA - Una voce cristiana nella tua casa”. Inoltre, all’interno del sito appare anche il logo dell’Associazione Radio Maria, sicché gli ascoltatori sono ragionevolmente indotti a ritenere che “TELE MARIA” sia, quanto meno, collegata alla mia assistita o dalla stessa sponsorizzata. In tale prospettiva, è ravvisabile un illecito agganciamento alla notorietà dell’Associazione Radio Maria, con un indebito vantaggio per la Sua attività.
L’adozione della denominazione “TELE MARIA”, nonché la registrazione e l’uso del nome a dominio “TELEMARIA.IT”, sono, in ogni caso, incompatibili con i diritti di marchio anteriori della mia assistita sul nome “MARIA”, in relazione a servizi di telecomunicazione. E’ evidente, infatti, che i termini “radio” e “tele” siano meramente descrittivi dei servizi offerti.
Alla luce di quanto sopra, Le chiedo, per conto dell’Associazione Radio Maria, di:
- cessare immediatamente ogni utilizzo del nome “TELE MARIA”;
- cancellare il nome a dominio “TELEMARIA.IT” o trasferire lo stesso alla mia assistita a titolo gratuito;
- ritirare ogni domanda di marchio eventualmente depositata per il nome “TELE MARIA”.
Resto in attesa di un Suo riscontro entro sette (7) giorni dal ricevimento della presente, trascorsi inutilmente i quali la mia assistita si riterrà libera di agire nelle sedi opportune per la tutela dei propri diritti, senza ulteriore avviso.
Distinti saluti.
Milano, lì 14 giugno 2007
Avv. Paolo Pozzi
RELATA DI NOTIFICA
Istante l’Avv. Paolo Pozzi, io sottoscritto, Aiutante Ufficiale Giudiziario addetto all’Ufficio Unico Notifiche presso il Tribunale di Milano, ho notificato la retroestesa diffida al Signor Prof. Giorgio Nicolini, facendo consegna di sua copia conforme in Ancona (AN), Via Maggini 230 ed ivi a mezzo del servizio postale.
A mezzo del Servizio Postale Milano-Succursale 109 – 18 giugno 2007 – Ufficiale Giudiziario Dott.ssa Elisabetta Greco).
Nota del Prof. GIORGIO NICOLINI inviata mediante Facsimile
dopo UN CHIARIMENTO TELEFONICO con lo studio dell’Avv. Pozzi
Ancona, 28 giugno 2007
Gent.mo Avv. Pozzi,
a seguito del colloquio chiarificatore con una responsabile del Suo Studio, confermo l’eliminazione dal mio Sito www.telemaria.it degli elementi di possibile equivoco. Trasmetto anche la lettera che scrissi a Padre Livio il 16.12.2002 con la proposta di gestire TELE MARIA, che attualmente è sostenuta dall’Associazione LUCE DI CRISTO (cfr. allegato).
Non avrei nulla in contrario (come già scritto e proposto più volte a Padre Livio e ai responsabili dell’Associazione Radio Maria) ad una eventuale collaborazione e gestione di TELE MARIA da parte di RADIO MARIA, purché mi si consenta di dirigerla, con solo uno stipendio normale, a me necessario per vivere.
Avevo già scritto, anche ultimamente, a Padre Livio di incontrarci qui ad Ancona, presso l’Editrice Shalom, gestita da Alvaro Mascioni, referente e amico di Padre Livio e anche mio, avendoci fatto molti lavori assieme: l’incontro era stato da me proposto a Padre Livio per lo scopo detto sopra.
Restando in attesa di migliori chiarimenti circa tale disponibilità, porgo cordiali saluti ed auguri di buon lavoro.
Prof. Giorgio Nicolini
LA LETTERA SCRITTA A PADRE LIVIO, Direttore di Radio Maria, già il 16 dicembre 2002
– Fax di ricezione 031.610717 -
dopo un colloquio telefonico con ANNA, circa alle ore 15.00
Caro Padre Livio,
sono il Prof. Nicolini Giorgio di Ancona. Si ricorderà di me certamente per essere venuto a trovarLa ad Erba il 27 novembre scorso, consegnandoLe del materiale sull’aborto e per il Card. Tettamanzi.
Le scrivo ora brevemente per chiederLe di telefonarmi e poterle spiegare a voce una mia proposta di collaborazione finanziaria per un autofinanziamento di Radio Maria, unitamente ad un prestito che Radio Maria potrebbe eventualmente offrirmi (restituibile in un anno con l’1% di interesse) per avere le prime risorse finanziarie per far avviare il progetto di una televisione, alternativa a tutte le altre, che ho pensato di chiamare TELE MARIA, modellata sullo stile di Radio Maria, ma con la specificità di immagini e filmati educativi – adatti per ogni età – che ripresenta in forma visiva, creativa ed interattiva con gli spettatori, i contenuti di preghiera, di catechesi, di teologia, ricreativi, ecc. che sono propri di Radio Maria.
Questa “idea” mi “è venuta” per soddisfare il bisogno oggi tanto sentito di una televisione “pulita”, senza pubblicità e finanziata dagli stessi spettatori, così come avviene per Radio Maria. Gli agganci giuridici di tale iniziativa sono già predisposti essendo uno strumento didattico dell’Associazione “NUOVA VITA” di Terni, di cui sono con-fondatore ed anche dell’Associazione onlus “ALìTO” di Ancona, di cui sono collaboratore.
Ho già reperito i locali (80 mq) in un punto strategico della città, con un tecnico espertissimo – che fece la prima televisione privata d’Italia, qui in Ancona – e collegabile con una Radio Regionale già funzionante nel piano superiore che offrirebbe eventuali collaborazioni anche per Radio Maria (nel senso di recepirne qualche programma e ritrasmetterlo).
Sarebbe comunque opportuno che di tutto ciò si potesse parlare “a voce”. Le sarei grato perciò se mi telefonasse o se mi indicasse ove chiamarLa io per parlarne.
RingraziandoLa del bene che fa, La saluto cordialmente, in Gesù e Maria.
Prof. Giorgio Nicolini
Ogni ingiustizia e falsa accusa è peccato – Ogni gelosia od invidia è peccato
DELL'ISTITUTO DELLA BEATA VERGINE MARIA DELLA MISERICORDIA
Beatificata il 7 marzo 1992 - Santificata il 20 aprile 2000
"Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'Inferno.
É un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi della coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale, acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda ed indescrivibile.
Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c'è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la misericordia di Dio per loro".
Dal "Diario" di Santa Faustina Kowaslka, Libreria Editrice vaticana, pag.276
DENUNCIA E APPELLO A TUTTA LA CHIESA
PER RICHIEDERE UN INTERVENTO AUTORITATIVO IMPROCRASTINABILE
NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA
PRIMA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI DELL’1-2 SETTEMBRE 2007 A LORETO
LA VERITA’
DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA
del Prof. Giorgio Nicolini
In vista dell’incontro del Santo Padre Benedetto XVI con l’Agorà dei giovani d’Italia e d’Europa il prossimo 1-2 settembre a Loreto, torna di particolare attualità la “questione lauretana”, riguardo alla “verità” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto. Tale problema è perciò di particolare attualità, perché concerne “la verità” della presenza a Loreto della “vera” Santa Casa di Nazareth, cioè della reliquia del luogo dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria Vergine. Tale reliquia è di fondamentale importanza per la cristianità di ogni tempo, perché si riferisce ed attesta la “radice” stessa della nostra Fede.
E’ tanto importante, quella reliquia, che Nostro Signore stesso e la sua Madre Santissima ebbero cura di preservarla “miracolosamente” da certissima distruzione, in seguito alla conquista musulmana di quelle regioni, allorquando, sul finire del XIII secolo, e precisamente nel 1291, la Santa Casa “sparì” (letteralmente) dal luogo ove si trovava a Nazareth, adiacente ad una grotta, per ricomparire in Dalmazia, a Tersatto, ove rimase dal 10 maggio 1291 al 10 dicembre 1294, per poi arrivare in Italia.
Come ho ampiamente documentato e dimostrato nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, storicamente sono accertate “almeno” “cinque” “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.
A questo riguardo devo far presente che risultano oggi ormai dimenticate o persino occultate o contraddette, nella Chiesa stessa, tutte le innumerevoli ed esaustive "prove" storiche, archeologiche e scientifiche, che hanno sempre confermato "la verità" della "tradizione lauretana", come attestato, ad esempio, dallo storico e archeologo Padre Floriano Grimaldi, studioso della Santa Casa, il quale in una intervista del 1979 disse fra l'altro: "Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. (...) Sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della Casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi".
Infatti, in aggiunta alle "prove scientifiche" inconfutabili, abbiamo persino l'avallo di rivelazioni private di tanti Santi e Sante, come Santa Caterina da Bologna e la Beata Anna Caterina Emmerich, e anche di un numero incalcolabile di miracoli divini. Ma soprattutto abbiamo l'approvazione solenne della Santa Chiesa Cattolica, che sull'autenticità della Santa Casa e sulla verità storica delle "Miracolose" traslazioni si è pronunciata innumerevoli volte, soprattutto con i pronunciamenti solenni dei Romani Pontefici, i quali hanno così su ciò impegnato tutta la loro Autorità Apostolica.
Certamente, non siamo di fronte a "dogmi di fede", e tuttavia non bisogna dimenticare che tali innumerevoli e secolari pronunciamenti dei Sommi Pontefici - sullo specifico caso della Santa Casa di Loreto - costituiscono "approvazione ufficiale della Chiesa" di "un evento miracoloso" quale "mai" in tutta la Storia della Chiesa è stato fatto per nessun altro "miracolo".
Inoltre, riguardo al riconoscimento della "verità storica" dell'evento miracoloso della traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è l'unico caso nella Storia della Chiesa di una approvazione ecclesiastica, da parte dei Sommi Pontefici, dichiarata e ripetuta "continuativamente", "solennemente", "inequivocabilmente", in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi, per sette secoli. Anche per tale motivo, perciò, nessun altro miracolo approvato dalla Chiesa (e quindi "autentico", se approvato!) è paragonabile all'approvazione che è stata fatta riguardo al "miracolo" della "traslazione della Santa Casa di Nazareth", riconosciuta sempre operata "per il ministero angelico": e quindi vero!...
Tali pronunciamenti pontifici impegnano certamente solo "la fede umana" e non quella "teologale", ma obbligano ugualmente ad una "riverente obbedienza", costituendo essi parte del "magistero ordinario" e anche del "magistero solenne" dei Sommi Pontefici, anche se non sono espressi "ex-cathedra".
Per tali motivi – come approfonditamente esposto nei miei studi, prelevabili anche nel Sito Internet www.lavocecattolica.it/santacasa.htm - non si può ritenere legittimo, per un "vero" cattolico, discostarsi da tali pronunciamenti sino al punto di persino negarli, giudicando così che "tutti" i Sommi Pontefici abbiano sbagliato nell'autenticare un fatto soprannaturale di così universale rilevanza.
Parlando poi degli studi storici, archeologici e scientifici fatti a tale riguardo, non è fuor di luogo ricordare come l'analisi chimica della malta, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth, con una omogeneità della tessitura muraria, che esclude ogni possibilità di "smontaggio" e "rimontaggio" delle pietre delle Pareti della Santa Casa. Infatti la malta che tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell'epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia. Quindi, la Santa Casa non fu mai "scomposta" in blocchi o in pietre, come ultimamente certi pseudostudiosi hanno cercato di far credere, ma è giunta a Loreto - dopo altre precedenti "traslazioni miracolose" - con le pietre già "murate" con la stessa malta usata oltre 2000 anni fa a Nazareth, e così come ancor oggi si presenta.
La collocazione finale, poi, su una pubblica strada a Loreto, dove ancor oggi si trova, è del pari umanamente impossibile, come hanno attestato tutti gli archeologi ed architetti che nei secoli hanno esaminato il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui "si è posata".
L'architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò di aver constatato che "la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l'estremità di un'antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo". Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava ammettere che la Santa Casa non poteva essere stata fabbricata, come è, nel posto ove si trova ("Annali Santa Casa", anno 1925, n.1). Un singolare dato da rilevare, in proposito, a dimostrazione che le tre Sante Pareti "si posarono" sulla strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell'impatto e che vi è rimasto imprigionato.
Un altro insigne architetto, poi, Federico Mannucci (1848-1935), incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l'incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce perentoriamente, nella sua "Relazione" del 1923, che "è assurdo solo pensare" che il sacello possa essere stato trasportato "con mezzi meccanici" (F. Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1923, 9-11), e rivelò che "è sorprendente e straordinario il fatto che l'edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri" (Federico Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1932, 290).
Quindi, se l'intera Santa Casa di Nazareth non possono averla trasportata gli uomini, non può essere stata trasportata altrimenti che miracolosamente, per opera della Onnipotenza Divina, mediante "il ministero angelico", come testimoniato e tramandato dalla "tradizione", approvata da tutti i Sommi Pontefici, e ora anche da Benedetto XVI. Infatti anche l'attuale Sommo Pontefice si è collocato sulla medesima linea delle reiterate constatazioni scientifiche, mediante una inequivoca preghiera che – dopo un mio appello personale - ha fatto pervenire nel dicembre del 2005 al Vescovo di Loreto.
Torna qui opportuno ricordare il monito di Leone XIII, nella Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894, scritta in occasione del VI Centenario della Miracolosa Traslazione della Santa Casa: “Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose”.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Per ulteriori approfondimenti sulla “verità” delle “Miracolose traslazioni” si può richiedere al Prof. Nicolini l’invio di testi specifici spediti come allegati nella propria Posta Elettronica, da comunicare all’indirizzo giorgio.nicolini@poste.it o telefonando al 071.83552 o cell. 339.64242332 o facs. 071.83552. E’ disponibile anche un DVD con le spiegazioni del Prof. Nicolini delle “Miracolose traslazioni” esposte sui luoghi stessi ove sono avvenute.
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):
Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava (Sant’Ambrogio)
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)
Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).
GIOVANNI PAOLO II
(Roma, sabato 8 dicembre 2001)
NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO
Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).
“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18)
LA STORIA DELLA SANTA CASA
INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO
PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII
All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione del 1595 di Papa Clemente VIII, che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della “reliquia nazaretana” che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione angelica.
Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie della eternità.
LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA
L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE
NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):
RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE
Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne
Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci
- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;
- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;
- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;
- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;
- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;
- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;
- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.
STAZIONE XXV
LA SENTENZA DELLA MORTE DI GESU’
VIENE RESA PUBBLICA
PREGHIERA
O Gesù, tu sei il supremo giudice dei vivi e dei morti, e tuttavia hai voluto che fosse annunziata pubblicamente, al suono di tromba, la sentenza che ti condannava alla morte di croce. Concedici la grazia di imitarti così perfettamente nelle tue umiliazioni da non ascoltare mai la sentenza di morte eterna quando verrai a giudicarci di fronte a tutto l’universo.
INVOCAZIONI
Quale umiltà, Divin Gesù, noi contempliamo continuamente in te, e quale orgoglio riscontriamo invece nella nostra condotta! Il giusto vuole essere umiliato dinanzi a tutti, e il colpevole lo rifiuta dinanzi a una sola persona che gli è mandata per il suo bene, per il suo profitto spirituale, per la sua direzione e santificazione nel tribunale della Confessione.
Ah, vedo bene, o mio Salvatore, che con questo vuoi confondermi nella mia superbia, e per meritarmi al tempo stesso, se imito te, quella vasta città del Cielo, quella sublime dimora di gloria, quella compagnia amabile e stragrande, quella sentenza soave che deve aggiudicarmi i beni eterni che io avevo stupidamente venduti per un piccolo piacere sensibile. Infine, per meritarmi questa vita eterna, tu hai voluto che ti si leggesse pubblicamente, davanti ad una folla immensa, fuori della città di Gerusalemme e al suono della tromba, la tua condanna alla morte di croce.
Noi ti chiediamo la grazia, o Divino Redentore degli uomini, di seguirti fedelmente in questo basso mondo per non essere pubblicati colpevoli di morte eterna quando verrai a giudicarci. Concedici per questo il tuo santo timore perché ci sia di stimolo per progredire nella virtù e una fortezza inespugnabile per difenderci contro le tentazioni dei nostri nemici. Amen!
MEDITAZIONE
E’ cosa molto importante domandare a Dio, e spesso, questo santo timore e tener conto del terribile potere che esercita nell’Inferno nei confronti delle sciagurate vittime della sua collera; avremo allora questo santo timore sempre impresso nel nostro cuore: esso è il principio della sapienza, rende l’uomo perfetto e infine beato. “Quando dunque state per commettere qualche peccato, dice San Basilio, vorrei che voi fissaste l’attenzione su questo terribile di Gesù Cristo, sul quale questo giudice sarà elevato come su di un trono sublime e il cui sguardo maestoso farà fremere tutte le creature che vi assisteranno. E noi, tutti quanti siamo, vi saremo condotti per rendere conto di quello che abbiamo fatto in vita. Improvvisamente si presenteranno a coloro che hanno fatto il male in vita loro, degli spiriti terribili, dal viso deforme e in preda alle fiamme, respirando solo fuoco e fiamme… Meditate dunque la realtà di quella voragine profonda, delle tenebre inseparabili, di quel fuoco senza luce che brucerà incessantemente senza splendore; pensate anche a quel verme della coscienza che vi consumerà continuamente con dolori insopportabili… E’ questo che si deve temere e per mezzo di questo timore voi riuscirete a reprimere la vostra concupiscenza e il vostro desiderio di offendere Dio; ve ne servirete invece come di una briglia salutare” (San Basilio, Commento al Salmo 33).
Ad ispirarci il santo timore non deve essere soltanto il pensiero dell’Inferno, congiunto alla meditazione che dovremmo fare in continuazione sulla potenza infinita di Dio che sostiene e governa la macchina dell’universo; anche il pensiero della sua santa presenza dovrebbe, per quanto è possibile, rimanere sempre nella nostra memoria. Dio riempie i cieli e la terra: “In lui infatti – dice San Paolo - viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At.17,28); da Lui riceviamo la vita, il respiro e ogni altra cosa; noi siamo in Dio mille volte di più che un pesce vivo nel mare; ci penetra ancor meglio che il sole, il quale attraversa con la sua luce un bicchiere di cristallo esposto ai suoi raggi. Dio concorre ad ogni istante con noi; ovunque andiamo egli ci porta, ci sostiene, ci conserva in vita in ogni momento. (…).
Noi dobbiamo temere non solamente perché riempie ogni cosa dello splendore della sua gloria e della sua immensità con il suo stesso Essere che contiene tutte le cose. E non soltanto dobbiamo temere Dio per la sua onnipotenza, giacché nulla si produce, nessun atto si può effettuare senza il suo soccorso; le creature infatti dipendono assai più dal loro Creatore che da tutte le cause sensibili che noi constatiamo e di cui Dio si serve congiuntamente per produrre; dobbiamo temerlo soprattutto perché Egli discerne perfettamente i pensieri e le intenzioni del cuore: “Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Eb.4,13).
PROPOSITI
Cerchiamo dunque di metterci spesso, il più spesso che ci sarà possibile, alla presenza di questo Dio per ottenere il suo santo timore; non è possibile che noi osiamo offenderlo se siamo persuasi che Egli è dinnanzi a noi, che ci vede, ci anima, ci conserva e ci aiuta in tutto quel che facciamo. (…).
Un’altra ragione dovrebbe spingerci ad ottenere da Dio questa santa virtù; essa è un potente stimolo alla nostra santificazione, come dice la Scrittura: “Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona di esultanza. Il timore del Signore allieta il cuore e dà contentezza, gioia e lunga vita. Per chi teme il Signore andrà bene alla fine, sarà benedetto nel giorno della sua morte” (Sir.1,9-11). Tobia diceva a suo figlio: “Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timor di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo” (Tob.4,21).
Dalla Lettera di San Paolo ai Romani (12,1-2)
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA
CON I GIOVANI DELLA
DIOCESI DI ROMA
IN PREPARAZIONE ALLA XXII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Giovedì, 29 marzo 2007
Cari amici,
ci incontriamo questa sera, in prossimità della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che ha per tema, come sapete, il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù nella notte in cui fu tradito: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv.13,34). Saluto cordialmente tutti voi che siete venuti dalle varie parrocchie di Roma. Saluto il Cardinale Vicario, i Vescovi Ausiliari, i sacerdoti presenti, con un pensiero speciale per i confessori che tra poco saranno a vostra disposizione. L’odierno appuntamento, come già ha anticipato la vostra Portavoce, che ringrazio per le parole rivoltemi a vostro nome all’inizio della celebrazione, assume un profondo ed alto significato. È, infatti, un incontro attorno alla Croce, una celebrazione della misericordia di Dio che nel Sacramento della confessione ognuno di voi potrà sperimentare personalmente.
Nel cuore di ogni uomo, mendicante di amore, c’è sete di amore. Il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, scriveva già nella sua prima Enciclica Redemptor hominis: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa pienamente” (n.10). Ancor più il cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l’amore vero non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nell’Enciclica Deus caritas est, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (n.1).
L’amore di Dio per noi, iniziato con la creazione, si è fatto visibile nel mistero della Croce, in quella kenosi di Dio, in quello svuotamento ed umiliante abbassamento del Figlio di Dio che abbiamo sentito proclamare dall’apostolo Paolo nella prima Lettura, nel magnifico inno a Cristo della Lettera ai Filippesi. Sì, la Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio per noi. Un amore crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdì Santo, ma culmina nella gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo, Spirito dell’amore per mezzo del quale, anche questa sera, saranno rimessi i peccati e concessi il perdono e la pace.
L’amore di Dio per l’uomo, che si esprime in pienezza sulla Croce, è descrivibile con il termine agape, ossia “amore oblativo che cerca esclusivamente il bene dell’altro”, ma pure con il termine eros. Infatti, mentre è amore che offre all’uomo tutto ciò che Dio è, come ho osservato nel Messaggio per questa Quaresima, è anche un amore dove il “cuore stesso di Dio, l’Onnipotente, attende il ‘sì’ delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa”.
Purtroppo “fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7)”. Ma nel sacrificio della Croce Dio continua a riproporre il suo amore, la sua passione per l’uomo, quella forza che, come si esprime lo Pseudo Dionigi, “non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato” (De divinis nominibus, IV, 13; PG 3, 712), venendo a “mendicare” l’amore della sua creatura.
Questa sera, accostandovi al Sacramento della confessione, potrete fare l’esperienza del “dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla” (CCC, 1999) affinché, uniti a Cristo, diventiamo creature nuove (cfr 2 Cor 5,17-18).
Cari giovani della Diocesi di Roma, con il Battesimo voi siete già nati a vita nuova in virtù della grazia di Dio. Poiché però questa vita nuova non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l’inclinazione al peccato, ci è data l’opportunità di accostarci al Sacramento della confessione. Ogni volta che lo fate con fede e devozione, l’amore e la misericordia di Dio muovono il vostro cuore, dopo un attento esame di coscienza, verso il ministro di Cristo. A lui, e così a Cristo stesso, esprimete il dolore per i peccati commessi, con il fermo proposito di non peccare più in avvenire e con la disponibilità ad accogliere con gioia gli atti di penitenza che egli vi indica per riparare il danno causato dal peccato.
Sperimentate così il “perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il ricupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenza del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l’accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano di ogni giorno” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 310). Con il lavacro penitenziale di questo Sacramento, siamo riammessi nella piena comunione con Dio e con la Chiesa, compagnia affidabile perché “sacramento universale di salvezza” (Lumen gentium, 48).
Nella seconda parte del comandamento nuovo il Signore dice: “Amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Certamente Egli attende che ci lasciamo attrarre dal suo amore e ne sperimentiamo tutta la grandezza e bellezza, ma non basta! Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore, come Lui ci ha amati. Oggi, come sempre, c’è tanto bisogno di una rinnovata capacità di amare i fratelli. Uscendo da questa celebrazione, con i cuori ricolmi dell’esperienza dell’amore di Dio, siate preparati ad “osare” l’amore nelle vostre famiglie, nei rapporti con i vostri amici e anche con chi vi ha offeso. Siate preparati ad incidere con una testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ad impegnarvi nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società.
Voi, giovani fidanzati, vivete il fidanzamento nell’amore vero, che comporta sempre il reciproco rispetto, casto e responsabile. Se il Signore chiama alcuni di voi, cari giovani amici di Roma, ad una vita di particolare consacrazione siate pronti a rispondere con un “sì” generoso e senza compromessi. Donandovi a Dio e ai fratelli, sperimenterete la gioia di chi non si ripiega su se stesso in un egoismo troppo spesso asfissiante. Ma tutto ciò, certamente, ha un prezzo, quel prezzo che Cristo per primo ha pagato e che ogni suo discepolo, anche se in modo ben inferiore rispetto al Maestro, deve anch’egli pagare: il prezzo del sacrificio e dell’abnegazione, della fedeltà e della perseveranza senza le quali non c’è e non ci può essere vero amore, pienamente libero e sorgente di gioia.
Cari ragazzi e ragazze, il mondo aspetta questo vostro contributo per l’edificazione della “civiltà dell’amore”. “L’orizzonte dell’amore è davvero sconfinato: è il mondo intero!” (Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù). I sacerdoti che vi seguono ed i vostri educatori sono certi che, con la grazia di Dio ed il costante soccorso della sua divina misericordia, riuscirete ad essere all’altezza dell’arduo compito al quale il Signore vi chiama. Non perdetevi d’animo ed abbiate sempre fiducia in Cristo e nella sua Chiesa! Il Papa vi è vicino e vi assicura un ricordo quotidiano nella preghiera, affidandovi particolarmente alla Vergine Maria, Madre di misericordia, perché vi accompagni e vi sostenga sempre. Amen!
IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI EUROPEI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA
ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)
Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)
LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO
Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.
AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO
PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE
UN PELLEGRINAGGIO PAPALE
SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE
30-31 agosto 2007/1-2…8 settembre 2007
* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)
* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).
* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).
* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).
* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.
Ho pensato che questi angeli possono volare
perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto
(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)
LEONE XIII
(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.
GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI
Viviamo tempi di rapidi e profondi mutamenti. Ci si chiede spesso, guardando con apprensione gli eventi. “Dove andare?” e “Con chi andare?”. Serpeggia in diversi vostri coetanei la paura dell’ignoto e dell’avvenire. Si è tentati di cedere, di adagiarsi nel dubbio e nello scoraggiamento, quasi stanchi di vivere e di continuare a lottare per la verità e per il bene. Alzati!”. Ecco il primo fermo invito del Signore… “Alzati!”, ripete Gesù suscitando in chi l’ascolta una meravigliosa forza spirituale. Giovani che mi ascoltate, sì, egli vi invita a mettervi in piedi… Perché? Che cosa significa “alzarsi”? Significa, prima di tutto, uscire dal guscio di una condizione che tiene bloccati, per acquisire la piena misura dell’essere uomini e donne, secondo il progetto divino. Significa reagire alla tentazione di chiudersi nella logica del proprio tornaconto personale, che conduce sempre più lontano dalla vera identità, sino a rendere la persona irriconoscibile, dimentica completamente del “nome”. Di quale nome? Il nome che portiamo tutti, che porta ciascuno di noi: figlio di Dio. Questo nome è profondamente scolpito nei nostri cuori; è scolpito da Gesù attraverso tutto il suo Vangelo, il suo essere con noi attraverso le sue opere e le sue parole e soprattutto attraverso la sua Croce e la sua Risurrezione. Quel nome: figlio di Dio, figli e figlie di Dio. Alzarsi vuol dire mettersi in cammino, un cammino di ricerca e di liberazione, di lotta al proprio egoismo e di apertura ai fratelli. Tutti possono compiere quest’itinerario di conversione e di rinnovamento. Esso si attua innanzitutto nel fondo della coscienza di ognuno. Come racconta San Luca, nella stupenda parabola del Padre misericordioso, il figlio prodigo “rientrò in se stesso e disse: … Mi alzerò…” (Lc.15,17-18). Ogni credente è chiamato a percorrere questo stesso sentiero: alzarsi in se stesso, interiormente, alzarsi dal peccato, alzarsi dall’egoismo, alzarsi dagli errori e dirigersi senza indugio verso Dio e verso il prossimo.
Carissimi giovani,… l’Italia, il mondo intero hanno bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito; hanno bisogno di una umanità giovane nel cuore e nelle intenzioni. Ecco, voi giovani siete una realtà emblematica, perché questo alzarsi palpita nei vostri cuori. Voi dovete essere questa nuova umanità, ricca di promesse e di speranze. Vi chiederete: Come può avvenire questo? Colui che dice “Alzatevi!” non vi dà solo un comando. Egli stesso – possiamo dire – vi prende per mano, vi sta vicino, cammina insieme con voi, fa tutta la strada con voi, dà se stesso per i fratelli, fino alla fine. Non si limita a dare un comando. No, no. Prende per mano. Che cosa è il Vangelo, che cosa è la Croce: è questo prendere per mano ciascuno di noi… Prendere per mano efficacemente, non soltanto comandare. Dare la possibilità, donare se stesso. Donando se stesso dare la forza all’uomo peccatore, all’uomo debole, all’uomo che sempre ha bisogno di conversione…. Ecco la prospettiva dell’edificazione di un’altra civiltà, di una nuova civiltà: la civiltà dell’amore. Siamo qui per dare una realtà, iniziale ma oggettiva, a questo grande progetto della civiltà dell’amore. Questa è la civiltà di Gesù, questa è la civiltà della Chiesa, questa è la civiltà cristiana vera, questa è la vostra civiltà. Voi aspirate a questa civiltà, non ad un’altra: la civiltà dell’amore.
(Giovanni Paolo II, discorso ai giovani)
Si tratta di lavorare e collaborare perché sulla terra, che la Provvidenza ha destinato ad essere l'abitazione degli uomini, la casa di famiglia, simbolo dell'unità e dell'amore, vinca tutto ciò che minaccia questa unità e l'amore tra gli uomini... Perché questa casa familiare diventi l'espressione delle aspirazioni degli uomini, dei popoli, delle nazioni, dell'umanità, malgrado tutto ciò che le è contrario... la casa della propria cultura, della propria storia; la casa di tutti e la casa di ciascuno... Poiché nella nostra difficile epoca, ed anche nei tempi che vengono, può salvare l'uomo soltanto il vero grande AMORE! Senza amore, senza il vero grande Amore, non c'è la casa per l'uomo sulla terra... O madre della Casa Nazaretana, questo mio e nostro pellegrinaggio, che è una grande comune PREGHIERA PER LA CASA dell'uomo della nostra epoca: per la casa, che prepara i figli di tutta la terra all'ETERNA CASA DEL PADRE NEL CIELO. Ecco l'ispirazione che trovo qui, a Loreto.
Giovanni Paolo II - Loreto, 8 settembre 1979
IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA
Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli
NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO
Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.
Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.
In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.
Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).
Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.
dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"
+ Mons. Edoardo Menichelli
Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm
UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
----- Original Message -----
From: Cettina
Sent: Friday, June 15, 2007 11:26 AM
Accingendomi a scrivere questa lettera mi chiedo come si possa coniugare umiltà e verità, buona volontà e sincerità e, soprattutto, come si possa rendere palpabile la mia buona fede. Riuscirò a sfuggire all’accusa di presunzione o di partigianeria? La presunzione che io, piccola credente, possa avere un’intuizione diversa rispetto alle certezze dei grandi teologi e dei prìncipi della Chiesa?
Di fronte a questo cumulo di interrogativi, potrei semplicemente rinunciare: ma se, poi, tale rinuncia fosse inscrivibile al peccato di ignavia? A chi la mia anima dovrà dare più conto: alla Chiesa o a Dio? E, in fin dei conti, forse non c’è niente di così provocatorio in ciò che sto per scrivere; forse, addirittura sono idee già espresse, vagliate da chi deve e condannate.
La mia idea è semplice: il capitalismo è un’altra forma di totalitarismo.
Adesso che l’ho scritta mi sembra che tutti debbano convenire su questa affermazione. Tuttavia proverò a dimostrarlo: i totalitarismi sono caratterizzati da un modello unico, di pensiero e di stile di vita, imposto come normale attraverso la propaganda. I totalitarismi comportano acriticismo e individuano puntualmente la devianza. I totalitarismi si impongono sviluppando la paura nei confronti di una mostruosità sconosciuta e amplificandola con voci, dicerie, leggende non verificabili.
Questi elementi sono rintracciabili tutti nel capitalismo e nel suo maggiore strumento di propaganda che è il consumismo. La persona è annullata nel consumatore. E’ vero che i consumatori hanno livelli economici vari, ma per questo sono stati creati i “Discount”, i Supermercati in cui si possono strappare le firme a prezzi accessibili., o comunque si può sovraccaricare il carrello della spesa. L’acquisto, tanto idolatrato, è condannato all’obsolescenza e la giostra ricomincia.
Quindi la persona, con il suo valore assoluto, viene svalutata rispetto all’oggetto, la macchina, la cosa e resa schiava in una condizione politica in cui si illude di andare a votare “democraticamente”, ma, in realtà, tutto è già stato deciso.
Schiavitù ed idolatria sono, quindi, le caratteristiche del capitalismo-totalitarismo. Quindi mi chiedo come svalutazione della persona ed idolatria possano conciliarsi con la Chiesa di Cristo.
Forse è qui il problema: il cattolicesimo, manipolato anche esso dal capitalismo, ha subìto una mutazione in perbenismo di facciata. Coloro che mostrano ossequio verso le forme esteriori della religione sono benvoluti dall’alto clero: nei confronti dei capitalisti la Chiesa sì che mostra misericordia e comprensione!
Sono divorziati e concubini: pazienza, nessuno è perfetto. Chiudono le loro fabbriche: pazienza, c’è l’elemosina verso gli ultimi, ma è indispensabile che questi rimangano sempre ultimi: altrimenti il mostro comunista, il pericolo rosso trionferà. Il nord dell’Italia mostra di non avere nessun senso civico rifiutandosi di pagare le tasse? Ah qui la separazione Stato-Chiesa impedisce di parlare! I localismi sono nutriti di livore isterico verso gli estranei, fomentano il razzismo e la divisione dell’Italia: questo alla Chiesa non interessa perché Essa, tanto, è universale.
Non c’è alcuna ironia, purtroppo, in quello che a stento e con pena sono riuscita a scrivere. La Chiesa, l’alto clero ha tradito la Parola, è complice del cattoconsumismo, imputabile della disgregazione dell’Italia e dell’eventuale violenza civile.
Concetta Centonze
Via Jesolo 32
30027 San Donà di Piave
----- Original Message -----
From: franchina ester
Sent: Saturday, September 30, 2006 3:38 PM
Subject: Re: IL SASSO DI SANTO STEFANO
Stimatissimo Professore,
troppe persone e (personaggi!!!) della Chiesa nelle ultime elezioni hanno votato la Sinistra!
Eppure, non era necessario né intelligenza, né troppa luce per poter capire... Compresi dei Vescovi che consigliavano Prodi... Forse per l'immagine di famiglia?!... questo sarebbe purtroppo davvero grave, poiché se fosse così davvero, cioè che fosse stato per l’immagine di famiglia unita, rivelerebbe però, dietro, una ristrettezza di mente… molto e molto ristretta… con tanti esempi diversi davanti….
Ed ora?!...
Con stima.
FRANCHINA ESTER
Biella
LA RISPOSTA
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: franchina ester
Sent: Sunday, October 01, 2006 1:12 AM
Subject: Il giudizio morale sulle elezioni
Ancona, 1° ottobre 2006
Gent.ma Franchina,
La ringrazio del messaggio e della stima.
Nel periodo precedente alle elezioni la Chiesa aveva dato con chiarezza “il giudizio morale”, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Amato (portavoce del Papa), e il Card. Ruini, giudicando “immorale” (cioè, essere “un peccato grave”) votare candidati (anche cattolici) che appartenessero alla coalizione di sinistra, come avevo anche spiegato nel mio Giornale Informatico, indicato nel collegamento Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm
In realtà la Sinistra ha vinto le elezioni per poche migliaia di voti, proprio a causa di alcuni Vescovi e molti sacerdoti che hanno scritto e insegnato il contrario di quanto aveva insegnato la Chiesa. Più che di ristrettezza mentale, c'è da considerare che qui ci troviamo in una vera “mancanza di coscienza” in tanti ecclesiastici, che non sanno più discernere ciò che è peccato e ciò che non lo è, e non lo sanno più insegnare ai loro fedeli.
Ora?... Ora dobbiamo riparare, pregando e offrendo le nostre sofferenze per la conversione dei peccatori, anche ecclesiastici, secondo come ci aveva chiesto la Vergine Immacolata a Fatima.
Un cordiale saluto e l'augurio di una Santa Domenica.
Prof. GIORGIO NICOLINI
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LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”
PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’
Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto
Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045
Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332
FIRENZE - Via Vecchia Bolognese, 321 – Tel./Facs. 055.400707 – Cell. 349.2101400
Posta Elettronica: lucedicristo@lavocecattolica.it – Sito Internet: www.lavocecattolica.it
Codice Fiscale 92139970344 – Conto Corrente Postale 78026101
LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA
LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"
LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'
LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)
Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)
Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).
Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.
L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.
Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).
Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.
Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm
LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA
(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)
La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)
LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI
PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"
Codice Fiscale 92139970344 - Conto Corrente Postale n°78026101
* Sede di PARMA: Via Verdi, 3 - 43100 PARMA - Cell. 340.7190085 (Tatiana) - Cell. 338.8702045 (Fiorenzo)
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Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).
LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA
OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’
(Benedetto XVI)
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 giugno 2007, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
Cari figli, anche oggi con grande gioia nel mio cuore vi invito alla conversione. Figlioli, non dimenticate che siete tutti importanti in questo grande piano che Dio porta avanti attraverso Medjugorje. Dio desidera convertire il mondo intero e chiamarlo alla salvezza e al cammino verso di Lui che è il principio e la fine di ogni essere. In modo speciale, figlioli, vi invito tutti dal profondo del mio cuore: apritevi a questa grande grazia che Dio vi dà attraverso la mia presenza qui. Desidero ringraziare ciascuno di voi per i sacrifici e le preghiere. Sono con voi e vi benedico tutti. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Come conservare la purezza?
Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.
La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...
La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.
È libero colui che è capace di resistere, di lottare.
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm
www.lavocecattolica.it/lettera29giugno2007.htm
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie
Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione? Card. Joseph Ratzinger
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«Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino… (Ez.2,3-5).
Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare (Sir.15,14-20).
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“LA VOCE CATTOLICA” e “TELE MARIA”
LA VERIDICITA' STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
Libro di 100 pagine di robusta carta patinata, tutte a colori e tutte illustrate, con elegante grafica adatta anche per bambini, illustrante - con prove documentali del tutto inedite - la verità storica delle “cinque traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi” e infine sul colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e il 1296, “approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti Papi, per sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di Giovanni Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal “santo” Pontefice - E' disponibile anche la videocassetta o il DVD: “LA VERITA' DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI”, esposte dal Prof. Giorgio Nicolini sui luoghi stessi ove sono avvenute, "... affinché per l'incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso..." (Beato Giovanni Battista Spagnoli - detto "il Mantovano" - sulla "miracolosa traslazione")
Per ricevere il libro o il DVD sulle "MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH" bisogna farne richiesta al Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA - Italia – Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile: 071.83552 - Codice Fiscale: NCL GRG 51A18 A271P - Partita IVA: 02231420429 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it – Siti della Rete Internet: www.lavocecattolica.it – www.operadellavita.it – www.telemaria.it - Per le richieste del libro o del DVD per corrispondenza, a mezzo Pacco Postale, si può dare la propria offerta mediante un versamento da farsi nei Conti Correnti sotto indicati intestati a: Nicolini Giorgio – Via Maggini, 230 – 60127 Ancona
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Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.
LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO
Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà. Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare. Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.
Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
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dal 29 giugno 2007
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