Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

Alla Santissima Vergine Maria, Madre di Dio: alla piena di grazia, alla benedetta fra tutti i figli di Adamo; alla colomba, alla tortorella, alla diletta di Dio; onore del genere umano, delizia della Santissima Trinità; casa d’amore, esempio di umiltà, specchio di tutte le virtù; madre del bell’amore, madre della santa speranza e madre di misericordia; avvocata dei miseri, difesa dei deboli, luce dei ciechi e medicina degli infermi; ancora di confidenza, città di rifugio, porta del Paradiso; arca di vita, iride di pace, porto di salvezza; stella del mare e mare di dolcezza; paciera dei peccatori, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati; consolatrice degli afflitti, conforto dei moribondi ed allegrezza del mondo” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

 

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI:

GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDIUGORIE

NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

Messaggio da Mediugorie del 25 aprile 2008

Cari figli, anche oggi vi invito tutti a crescere nell’amore di Dio come un fiore che sente i raggi caldi della primavera. Così anche voi, figlioli, crescete nell’amore di Dio e portatelo a tutti coloro che sono lontani da Dio. Cercate la volontà di Dio e fate del bene a coloro che Dio ha messo sul vostro cammino e siate luce e gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2008

Cari figli, per la volontà di Dio sono qui con voi in questo luogo. Desidero che apriate i vostri cuori e che mi riceviate come Madre. Io con il mio amore vi insegnerò la semplicità della vita e la ricchezza della Misericordia e vi guiderò a mio Figlio. La strada verso Lui può essere difficile e dolorosa ma non abbiate paura; io sarò con voi. Le mie mani vi sosterranno fino alla fine, fino alla gioia eterna e perciò non abbiate paura di aprirvi a me. Pregate per i sacerdoti. Mio Figlio ve li ha donati.

 

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto prodigiosamente la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

(LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

LETTERA INFORMATIVA n°108

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

NELLA CROCE DI CRISTO LA SALVEZZA

SAN CIRIACO E IL RITROVAMENTO DELLA CROCE

VESCOVO E MARTIRE - PATRONO DI ANCONA

IL PROTAGONISTA DEL RITROVAMENTO DELLA CROCE DI CRISTO

 

LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO

1° ANNIVERSARIO

DALL’INIZIO DELLE TRASMISSIONI DI TELE MARIA

1° maggio 2007-1° maggio 2008

235.000 spettatori collegati nel primo anno di attività di TELE MARIA

(media quotidiana: circa 650 spettatori collegati ogni  giorno)

- da 500 a 1000 spettatori quotidiani collegati -

TELE MARIA – Emittente Televisiva Cattolica in Internet - www.telemaria.it

TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA

TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”

SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Sabato 3 maggio 2008

Domenica, 3 maggio 2014

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2008: 2014° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

SABATO, 1° MARZO 2008 = DOMENICA, 1° MARZO 2014

INIZIO ANNO 2014

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato.

(Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).  

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà.

E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni.

Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti.

Verità dolce, ma intatta, inviolata.

(Beato Pio IX)

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Conto Corrente Postale 13117056

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

TOTUS TUUS EGO SUM

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,

di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

Questa Lettera Informativa ti viene inviata con i testi a colori. per una migliore lettura si consiglia la stampa dei testi su carta. Queste pagine a colori sono in formato “Word” e si possono trasformare in modo autonomo in una lettura in bianco e nero, con le seguenti semplici manovre: andare su “MODIFICA”, fare “seleziona tutto”, poi cliccare sul pulsante destro del “mouse”, facendo comparire varie voci, tra cui “carattere”. Cliccando su "CARATTERE” e poi sui colori dei caratteri il "NERO", il testo diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se si vogliono togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "FORMATO" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

 

Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la città di Satana. Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana. Nessun periodo storico né nessuna istituzione sono dominanti esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate fino alla fine dei tempi. Alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro per tutti a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito (Sant’Agostino, La Città di Dio)

 

NON E’ LA LIBERTA’ CHE CI FA VERI, MA E’ LA VERITA’ CHE CI FA LIBERI

Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: “Voce di uno che grida nel deserto”. Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza (Card. G. Biffi).

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO

“il più bello tra i figli dell'uomo” (Sal.44/45,3)

Si fece carne  

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni. Ma, su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l'amicizia sicura di Colui che è la vita”

(Benedetto XVI, Omelia dell’8 gennaio 2006)

 

Lettera di Giovanni Paolo II a Mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, 15 agosto 1993

Il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita di tutto il popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio (…), possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità. Possa questo Santuario di Loreto essere sempre come una finestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane, annunzianti la santificazione delle anime, delle famiglie, dei popoli. La Vergine Lauretana dall’alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli (…)”.

 

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (13,54-58)

In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?”. E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.

 

UNA GRAZIA DELLA VERGINE IMMACOLATA LAURETANA

LA SCONFITTA DELLE “SINISTRE” E LA SCOMPARSA DEI COMUNISTI

ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 13-14 APRILE 2008

PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…

ALCIDE DE GASPERI A LORETO NEL 1948

"Di fronte a questo monumento di così alta importanza, la parola umana viene meno. Un impegno solenne però dobbiamo prendere davanti a queste gloriose vestigia della cristianità, l'impegno di difendere le nostre tradizioni religiose che in queste venerande costruzioni si rivelano e si perpetuano. Esse si alimentano del Vangelo e ci fanno sentire tutti fratelli".

 

DALL’8 SETTEMBRE 1998 LA PREGHIERA QUOTIDIANA PER L’ITALIA NELLA SANTA CASA DI LORETO

L’8 settembre 1998 si inaugurò nella SANTA CASA di Loreto “la preghiera quotidiana per l'Italia”,

dopo che già nel 1994 Giovanni Paolo II vi aveva fatto iniziare la GRANDE PREGHIERA PER L’ITALIA.

Per la circostanza, il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II scrisse al Card. Ruini, che presiedette l’avvio di quella Preghiera Quotidiana per l’Italia: “La Grande Preghiera per l'Italia iniziò nel 1994, quando la costante sollecitudine che nutro per la diletta Nazione italiana, mi spinse ad invitare a far salire incessantemente a Dio una preghiera nella Chiesa (cfr. At.12,5) al fine d'ottenere la grazia della CONVERSIONE dei cuori, condizione indispensabile per costruire una convivenza più giusta e solidale. (...). La nuova provvidenziale iniziativa, che riprendendo quell'invito è divenuta la Preghiera Quotidiana per l'Italia, prolunga l'invocazione di pace (…), volgendo lo sguardo con rinnovato e filiale amore a Colei che in ogni contrada della Penisola è venerata quale rifugio sicuro nei pericoli e Madre benevola verso le suppliche di quanti sono nella prova. (...). La Lampada dell'Italia, che ogni giorno brillerà nella Casa Santa, luogo che richiama il mistero del Verbo fatto carne, sarà simbolo del costante affidamento alla Madre del Signore da parte della comunità italiana. Essa ricorderà allo stesso tempo che è compito dei cristiani, essere vigilanti con le lanterne accese (cfr. Mt.25,1-13) e perseveranti nella preghiera e nella fedeltà al Vangelo per illuminare con la fiaccola della Verità e dell'amore di Cristo le varie realtà sociali, politiche, culturali ed economiche dell'esistenza”

  

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

ANCONA CITTA’ DELLA FEDE

DAL LIBRO

LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

del Prof. Giorgio Nicolini

IL SASSO DI SANTO STEFANO

Proprio Ancona fu tra le primissime città al mondo a ricevere l’annuncio della Fede Cristiana,

proprio “immediatamente” “dopo” la stessa Morte in Croce e Risurrezione di Cristo.

            Da Ancona, infatti, si diffuse il cristianesimo nell’Italia Centrale, a motivo soprattutto di una “miracolosa reliquia” (tutt’oggi esistente) di un “sasso che colpì il protomartire Santo Stefano” (cfr. At.7,54-60) e che fu portato in Ancona da un marinaio ebreo ed ivi lasciato in obbedienza ad “una rivelazione divina ricevuta (“una rivelazione divina ha voluto che fosse lasciato in Ancona!...) e che veniva conservato in un Santuario risalente all’epoca costantiniana e divenuto celebre in tutto il Mediterraneo per i miracoli che vi avvenivano.

            La documentazione più antica sulla presenza di un Santuario di Santo Stefano in Ancona è fornita da Sant’Agostino ed appartiene alle omelie che egli recitò nella Cattedrale di Ippona, nella prima metà del secolo V. E’ importantissima non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche nei riguardi della vita civica di Ancona, perché attesta che la città era conosciuta, in quei tempi, per tutto il Mediterraneo. Nell’Opera Omnia di Sant’Agostino è riportata una relazione compilata da un certo Paolo, che aveva peregrinato per i Santuari più famosi del tempo per impetrare la sua guarigione e quella dei suoi fratelli e sorelle. Egli ricorda, in tale relazione, che dopo essere stato a San Lorenzo presso Ravenna, dove guarì il maggiore tra i fratelli, diresse i suoi passi in Ancona, che era illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto: “…Sed ut de ceteris celeberrimis sanctorum locis taceam, etiam ad Anconam, Italiae civitatem ubi per gloriosissimum Martyrem Stephanum multa miracula Dominus operatur, eadem circuitione perveni”.

            Dopo la lettura della relazione, nella Cattedrale di Ippona, Sant’Agostino tiene la sua omelia e, dopo aver ammonito i genitori a non maledire i figli - Paolo ed i suoi fratelli, infatti, si erano ammalati dopo essere stati maledetti dalla madre - spiega i motivi della notorietà del Santuario di Ancona, indicando anche come esso ebbe origine.

                Questo il testo (in una traduzione dal latino): “Sanno molti quanti miracoli avvengono in questa città (Ancona) per l’intercessione del beatissimo Stefano. Ma ascoltate ciò che vi farà stupire: colà vi era una memoria antica ed ancora vi è (ed ancor oggi, nel 2005!) . Ma se, per caso, mi si dice: se ancora il corpo (di Santo Stefano) non era stato trovato, come poteva esservi una memoria? Ne mancherebbe il motivo. Ma ciò che la fama ci ha fatto conoscere, non lo tacerò alla vostra carità. Quando lapidavano Santo Stefano (cfr. Atti 7,54-60), vi erano intorno anche innocenti e soprattutto quelli che già credevano in Cristo: dicono che un sasso lo colpì su un gomito (= “ankon”) e, rimbalzando, cadde davanti ad un certo uomo pio. Questi lo prese e lo conservò. Costui era un navigante e quando a causa dei suoi viaggi toccò il porto di Ancona (= “gomito”), gli fu rivelato che ivi doveva lasciare il sasso. Egli obbedì alla rivelazione e fece quanto gli era stato ordinato: da quel momento cominciò ad esservi la Memoria di Santo Stefano e si diceva che vi era un braccio di Santo Stefano, non conoscendosi esattamente di ciò che si trattava”.

            In Ancona, dunque (cioè, come a dire, nella città di “Gomito”), vi fu portato un sasso che colpì proprio “il gomito” del “braccio” di Santo Stefano Per “volontà e rivelazione divina” fu lasciato in Ancona (cioè, in “Gomito”, che richiama nella sua configurazione geografica come un braccio materno ripiegato a gomito), ove vi fu costruito un Santuario divenuto “illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto”; dunque, all’epoca, forse al di sopra di Roma stessa! da essere conosciuto anche in Africa! e da farvi confluire pellegrini da tutto il Mediterraneo… Quante “coincidenze” “misteriose”!… Ma nei “piani di Dio” sono forse “coincidenze” “senza un significato”?… Quante riflessioni si potrebbero fare!!!… Non per nulla nello stemma comunale del Comune di Ancona è riportato ancora oggi: “Ancon Dorica Civitas Fidei”,  “Ancona dorica città della fede”! Saranno degni gli anconitani del Terzo Millennio delle proprie millenarie “radici cristiane”, della fede ricevuta dai propri “gloriosi” e “santi” antenati, e dei tanti “doni” e “privilegi” ricevuti da Dio?… elargiti per un “piano di salvezza” “nella storia” del “futuro”?... “doni” davvero “unici”, al punto da essere stata identificata (con il suo stesso stemma comunale) come “Città della Fede”?…

Cfr. Sito Internet:  www.lavocecattolica.it/storia.chiesa.ancona.htm

 

SAN CIRIACO

Vescovo e Martire

Patrono di Ancona

Fece ritrovare la Croce di Gesù sul Monte Calvario

            Del Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte, avvenuta il 4 maggio del 363, a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e dagli Atti anche da un testo della prima metà del sec.VI, in cui è riconosciuto come pastore ottimo di popoli cristiani. Testo che era conosciuto a Costantinopoli ed usato nella liturgia del Venerdì Santo o in quella della festa della Croce che si celebrava nella Quaresima, composto da Romano il Melode, diacono della stessa Chiesa.

San Ciriaco era un rabbino ebreo, che si convertì al cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le altre due erano dei due ladroni).

             Appena convertitosi, probabilmente per sottrarsi all'ostilità dei suoi vecchi correligionari, Giuda, assunto il nome di Ciriaco in occasione del battesimo, avrebbe abbandonato la Palestina per stabilirsi in Italia, approdando finalmente ad Ancona. Qui fu eletto vescovo, in un'epoca di straordinaria fioritura del cristianesimo, da poco uscito dalla clandestinità con l'editto di Milano. Dopo un lungo episcopato, Ciriaco, carico di meriti, volle compiere un ultimo pellegrinaggio nella Terrasanta, per rivedere il paese di Gesù e della sua stessa giovinezza. Qui lo avrebbe atteso la spada dell'ultimo persecutore romano, Giuliano l'Apostata, e il santo vegliando colse la palma del martirio il 4 maggio del 363.

            San Ciriaco morì a Gerusalemme dove si era recato per visitare i Luoghi Santi. Si cercò prima di convincerlo ad aderire al paganesimo; di fronte alla sua costanza nella Fede si tentò di piegarlo inutilmente con diversi tormenti, sino a versargli piombo fuso in bocca ed essendo a questi sopravvissuto, ebbe la morte percuotendo il suo capo con un ferro, forse una roncola, procurandogli una frattura cranica. Questi tormenti sono stati accertati dagli esami radiologici e chimici eseguiti nella ricognizione delle spoglie, avvenuta nel 1979.

            Con San Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un incantatore di serpenti, Ammonio.

            La salma del Martire fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo Stefano – richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora riposa.

            Il corpo di San Ciriaco è incorrotto da 1700 anni.

 

PER LEGGERE LA STORIA DELLA CHIESA DI ANCONA di cui è Patrono San Ciriaco collegarsi a:

www.lavocecattolica.it/storia.chiesa.ancona.htm

TUTTA LA DOCUMENTAZIONE STORICA DELLA VITA, DEL MARTIRIO E DELLE RICOGNIZIONI SCIENTIFICHE ESEGUITE RECENTEMENTE SUL SUO CORPO (INCORROTTO DA 1700 ANNI) E' PUBBLICATA IN UN LIBRO.

Per eventuali richieste, scrivere al Prof. GIORGIO NICOLINI

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

 

 

IL MARTIRIO DI SAN CIRIACO

 

            Comincia la storia e la passione del Santo Ciriaco, Vescovo e Martire, Celeste Patrono della Città di Ancona, ricostruita da Francesco Scalamonti, Giacomo Gualtieruzzi e Giacomo Marchetti, scrupolosissimi curatori. Anno 1550.

         Dopo la fine del beato Costantino Imperatore, l’empio Giuliano, succedendo nel regno, subito andò in guerra contro i Persiani. Ma poiché aveva udito la fama del San­to Ciriaco, si recò nella Santa città di Gerusalemme, e lo fece cercare assieme a sua Madre Anna e ordinò che essi fossero portati dinnanzi a lui, dicendo: “Ricchezze of­fro a voi, e grande onore. Datemi dunque ascolto e sacrificate al grande Dio Giove”.

            Il Santo Ciriaco Vescovo rispose: “Io invece sacrifico al grande Dio mio Gesù Cristo, Re di tutti i secoli, e anzi offro ogni giorno vittime incontaminate e sacrifici”. Giulia­no disse: “Anch’io molto praticai siffatte vanità, e non mi giovarono affatto”. Il San­to Ciriaco Patriarca rispose: “Bene hai detto che non ti giovarono affatto: perché, pur essendo tu a parte delle Divine Scritture, avendo conoscenza di tutte loro, le disprezzasti, e trascurasti gli scritti divini. E tuttavia, benché tu ne fossi indegno, Dio misericordioso ti concesse di diventare re: ma tu non solo esercitasti empiamente que­sto potere, divenendo col tempo crudelmente apostata verso la divinità, ma an­che prendesti a perseguitare coloro che praticano la devozione. Pertanto, presto ti sarà tolta l’empia superbia dell’anima tua”.

         Irato allora Giuliano, ordinò che gli fosse ta­gliata la mano destra, dicendo: “Con questa mano, molte volte, scrivendo lettere, molti hai distolto dai sacrifici agli Dei”. Il Santo Ciriaco rispose: “Ma tu non sai, insensato, quale favore mi ha fatto! Io invece non lo ignoro, poiché prima di conoscere il vero Signore Gesù Cristo, io ero uno che scriveva alla sinagoga dei Giudei, che nessu­no credesse in Cristo. Tagliando via la vergogna del mio corpo, tu mi hai procurato la vita eterna, e per questo io disprezzo i tuoi tormenti, per sfuggire al fuoco eterno e all’ira che verrà”. Giuliano disse: “Se veramente tu non temi il fuoco, lo giudicherò da come sopporterai i tormenti, così da consumare non solo il corpo tuo, ma anche l’anima”.

         Quindi ordinò il crudele tiranno, l’empio Giuliano, di far fondere piombo in un bacile, e che venisse fatto distendere il beato Ciriaco Vescovo, e che con una tenaglia di ferro venisse tenuta aperta la sua bocca, e che gli venisse versato dentro il piombo, così da fargli ardere le viscere. Ma il Santo Ciriaco, subendo tanto crudele e scellerata pena, restando in silenzio, guardava il cielo. Ed essendo trascorse due ore, e pensando tutti che il beato Ciriaco fosse ormai morto, ecco che invece egli levò alta la sua voce, e disse forte: “Cristo, luce eterna, inestinguibile splendore, riscatto dei peccatori, che riconduci gli erranti sulla retta via, e Signore, che condannasti con sen­tenza gli avversari dei tuoi amici, e per coloro che patiscono la tempesta sei porto tran­quillo, manda quaggiù Michele, Arcangelo della tua Luce, e liberami da costui che è veramente operatore malvagio, perché non abbia ragione di me la sua superbia, e invece dammi forza con l’esempio della tua sopportazione, perché tu sei colui che è glorificato nei secoli dei secoli, amen”.

         E come il Santo Ciriaco ebbe compiuto la sua preghiera, Giuliano disse: “Nessuno che mi abbia contraddetto uscì vivo dalle mie mani, a meno che non mi abbia dato ascolto ed abbia sacrificato. Però, per riguardo alla tua folle ostinazione non ho fatto mettere una statua; basta che tu sacrifichi, sen­za che nessuno veda, e di’ soltanto: ‘Un grande Dio è Giove’”. Il Santo Ciriaco rispose: “Io ho riposto la mia fede in colui che è il vero Dio, che ti farà precipitare da questa tua superbia”.

         Allora adirato Giuliano fece portare un graticcio di rame a maglie fit­te, e su di esso fece distendere il Santo Ciriaco Vescovo, e sotto fece mettere carboni ardenti, e lo fece spalmare di sale e di grasso [e da sopra a battere con le verghe], così che il suo ventre e le sue viscere venissero completamente arrostiti. Allora il beatis­simo Ciriaco, facendo sentire alta la sua voce, diceva in lingua ebraica: “Vieni, Signo­re, in questa prova, e allontana da me la moltitudine dei dolori: ecco infatti che per il nome santo tuo, io patisco queste pene”.

         Mentre dunque tali cose diceva il beato Ciriaco, si stupiva il tiranno per la sua eccezionale resistenza, e ordinò di tenerlo rinchiuso in una certa dimora, per avere tempo di pensare, di quale morte farlo perire. Essendo quindi trascorsi due giorni, la beata Anna, madre del Santo Ciriaco, si recò da lui e gli disse: “Bene hai lottato, figlio mio, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo. Ricordati anche del defunto padre tuo Simone, che è morto nella fede giudai­ca: riscatta, figlio, i peccati dei padri tuoi, divenendo martire assieme al Protomartire Stefano, fratello tuo; ricordati anche di me, la madre tua, che ti ho generato: nel gior­no di domani, figlio mio, a questa ora, si compirà la tua vicenda e tu sarai posto nella gloria beata”. E così avvenne.

         Le guardie riferirono di lei a Giuliano, ed egli la fece condurre davanti a sé, e dice: “Anna, ti sei decisa a sacrificare, perché almeno tu viva? L’insensato figlio tuo, invece, ha preferito morire”. Ma Anna rispose: “Bramando piut­tosto la vita celeste, egli non sacrificò ai demoni, dato che questa vita è cosa effime­ra”. Giuliano disse: “Insomma, cosa vuoi dire? Neanche tu vuoi sacrificare e vivere?”. Anna rispose: “Principe di ogni iniquità, senza Dio, e disumanissimo, non mi tocca­no le tue parole: perché, se il Signore nostro Gesù Cristo versò per noi il suo proprio sangue, per riscattare il mondo da ogni iniquità, quanto più dunque siamo tenuto noi peccatori a morire per lui?”. Irato allora il tiranno empio Giuliano, ordinò che venisse appesa per i capelli e torturata con gli uncini. Quando ormai erano quasi tre ore che veniva così torturata, e straziata in ogni modo, Giuliano disse: “E allora Anna, ti hanno rimesso bene a posto, gli uncini?”. Anna rispose: “Stupido cane, e operatore di ogni iniquità, come hai potuto non capire che io non ho sentito affatto dolore? Sù, se hai maggiori tormenti, adoperali: tanto io sono preparata a com­battere contro il padre tuo il Diavolo, che spero di sconfiggere con le mie forze, aven­do come soccorritore Dio, a confortarmi”. L’empio Giuliano, di fronte a queste parole, ordinò di porre sui suoi fianchi grandi fiaccole dalla fiamma ardente. Ma la beata An­na subito disse, levando alta la sua voce: “Signore, ascolta me peccatrice, fa’ che io entri nel tuo talamo, assieme al Santo Ciriaco figlio mio”. E così dicendo, la beatissi­ma Anna spirò.

         Fattala portare in altro luogo, Giuliano ordinò che gli fosse condotto il Santo Ciriaco, il quale aveva il volto ancora sereno; per cui, stupitosi dal suo aspet­to, dice: “Con incantesimi tu ci hai raggirato, non sentendo dolore; e però, se non vuoi sacrificare, di’: ‘Io non sono Cristiano’ “. Il Santo Ciriaco rispose: “Tu sei cadu­to, allontanandoti dalla verità, e vuoi indurre in errore anche me; ma non te ne sarà data la possibilità, di poter mai prevalere: io sono infatti certo che di qui a non molti giorni tu sarai percosso da un colpo celeste, quando, muovendo contro i Persiani, non proseguirai più nel tuo cammino, perché tu hai suscitato la collera del Dio vivo”. Il beato Ciriaco rispose a Giuliano: “Io sacrifico al Re mio Gesù Cristo e a Dio; ai demoni non offro incenso; ogni giorno offro a lui un sacrificio di lode, e immacola­to”.

         Subito allora Giuliano ordinò di scavare una fossa profonda, e chiamò moltissimi incantatori di serpenti, perché, mostrandone un infinito numero, mettessero i più feroci, e quelli velenosi e i più pericolosi nella fossa, e in mezzo ad essi il Santo Ciriaco Vescovo, che pregava rivolto al Signore e diceva: “Fammi ora, Signore, questo dono del tuo affetto: che si plachino questi serpenti feroci, perché non dica il mio nemico: ‘Ho prevalso su di lui’ “. E così dicendo, il Santo Ciriaco fu messo nella fossa: e allora i serpenti, percossi da mano angelica, restarono morti. E allora il beato Ciriaco diceva esultante: “Ora so per certo, Signore, che dai tuoi servi tu non ti allontani mai: ‘ecco infatti che io camminerò sopra le aspidi, e calpesterò il Leone ed il Dragone’”. Men­tre subito il beato Ciriaco usciva dalla fossa, Giuliano ordinò che le bestie feroci venis­sero bruciate. E allora Ammonio, il più autorevole degli incantatori, credendo in Cristo, fu condannato alla decapitazione, e mentre vi veniva sottoposto, protese il collo di­cendo: “Signore Gesù Cristo di Ciriaco Vescovo, accogli in pace lo spirito mio”. E concluse la vita nel Signore.

         Poco dopo, chiamando il Santo Ciriaco, l’empio Giuliano gli disse: “Basta che tu rinneghi il Crocifisso, e ti lascio andare subito”. Il Santo Ciria­co rispose: “O corpo perverso, essere che ha perduto i sentimenti! Tu mi esorti a rin­negare il mio Dio, perché io diventi simile a te, empio ed iniquo?”. Irato il Tiranno ordinò di riempire d’olio una grande pentola, e di farla scaldare: così bollente addirit­tura divenne la pentola, che i servi del diavolo che le stavano accanto non potevano sopportarne le vampate. Allora ordinò di metterlo nella pentola; ma mentre i carnefi­ci si avvicinavano, disse loro il beato Ciriaco: “Figlioli miei allontanatevi, figli miei allontanatevi perché nessuno di voi resti bruciato dalle vampe; entrerò da me, da solo”. E facendosi in fronte il segno della Santa Croce, entrò nella pentola, pre­gando e dicendo: “Signore Gesù Cristo, che santificasti il Giordano, e il precursore tuo Giovanni empisti di saggezza, e mi donasti il battesimo dell’acqua di vita eterna: ebbene, che ora io sia battezzato per virtù tua nell’olio; ed ho già il terzo battesimo, quello di sangue, a compimento del martirio, che aspetto da te da molto tempo”.

         E avendo egli detto queste cose in faccia al tiranno Giuliano, questi, pieno di furore, ordinò di colpirlo al petto. E dopo essere stato colpito, il Beato Ciriaco emise una vo­ce, invocando il suo Signore Cristo re, e chiedendogli di poter rapidamente lasciare questo mondo. E così finì, nel Signore, dopo aver combattuto buona battaglia; fu as­sunto in gloria nel giorno di sabato, all’ora ottava, cioè il quattro di Maggio.

         E subito dopo, quell’imperatore Giuliano, proseguendo nel suo cammino, rese Giovanni e Paolo martiri di Cristo andando in Persia, dove, sconfitto in guerra, viene tenuto prigioniero dal Re dei Persiani, vivo, ma spellato dalla punta del capo fino alle unghie dei piedi, e la sua pelle fu tinta di rosso, e su di lui esultarono sette Re dei Persiani, per aver avuto pace. Dopo di ciò la carne del suo corpo fu portata a Costantinopoli, e ne fu sepolta fuori, come esempio per i malfattori: da essa continuano a scaturire fino ad oggi, pece e zolfo, secondo la profezia del Beatissimo Ciriaco.

         Il corpo del Santissimo Ciriaco fu invece sepolto ai piedi del monte Calvario, là dove egli aveva trovato la Cro­ce di Cristo, da uomini timorati, i quali lo cosparsero di aromi e gli resero onori con inni e lodi. Ed ivi il suo sepolcro è tenuto in massimo rispetto dagli abitanti di quel luogo, a lode e gloria del Signore nostro Gesù Cristo, al quale spettano onore e gloria per i secoli dei secoli. Amen.

            Per mandato del Reverendissimo Padre in Cristo, Pasquale da Varese, Ministro ge­nerale dell’Ordine dei Minori, io sottoscritto Segretario Generale ho visto e controlla­to che gli atti qui dietro scritti, ovvero “Storia e Passione del Santo Ciriaco Vescovo e Martire, celeste Patrono della Città di Ancona”, in tutto e parola per parola corri­spondono al loro originale, che si trova conservato a Roma, nella Biblioteca Vallicellia­na, e dal quale è stata fedelmente ed esattamente trascritta la qui presente “Storia e Passione ecc.”. Che così sia io attesto, e questa mia attestazione della veridicità della cosa ho garantito col piccolo sigillo del mio ufficio.

Per il Sigillo

Roma, Ara Coeli, 16 aprile 1787

Frate Giovanni Antonio, Notaio Papale e Segretario Generale dell’ Ordine

I quali Atti, ovvero storia ecc., io, Canonico Vincenzo Baroni, Penitenziere della Cattedrale di San Ciriaco, trascrissi in Ancona di mia propria mano dalla medesima copia autentica, presso il Signor Camillo Albertini, e con essa, fatto il riscontro parola per parola, quest’ultima copia concorda perfettamente ecc. Così è.

 

Il suddetto Canonico Vincenzo Baroni ecc.

 

GIOVANNI PAOLO II NELLA CATTEDRALE DI ANCONA
INCONTRO CON IL CLERO, I RELIGIOSI, LE RELIGIOSE E I RAPPRESENTANTI DEI LAICI IMPEGNATI NELLA PASTORALE DIOCESANA NELLA CATTEDRALE DI SAN CIRIACO

 

Domenica, 30 maggio 1999

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Vi saluto con grande affetto in questa bellissima Cattedrale di San Ciriaco, immagine e centro della vostra Arcidiocesi. La celebrazione del suo millenario evoca la presenza misteriosa e benefica di Dio nella storia di questa terra e tutto il bene realizzato da quanti, resisi uditori attenti e generosi del Vangelo, hanno assecondato il cammino della Grazia. Penso ai sacerdoti ed ai diaconi ordinati in questo tempio, alle vergini consacrate, ai tanti cristiani impegnati, che qui hanno cercato la forza per diventare pietre qualificate dell’edificio spirituale della Chiesa e strumenti provvidenziali della storia della salvezza.

            Questo incontro si pone in continuità con la Celebrazione eucaristica di questa mattina. Lì, intorno al Successore di Pietro e all'Arcivescovo, la vostra Comunità diocesana si è manifestata in tutta la sua pienezza. Ora essa presenta qui le sue strutture portanti: i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, gli operatori pastorali e i rappresentanti delle aggregazioni laicali-ecclesiali. Protagonista dell’incontro antimeridiano è stata la “massa fermentata”, pronta per diventare buon pane; adesso, protagonisti sono quanti con l'amministrazione dei Sacramenti ed il servizio della Parola immettono nella storia di questo popolo il dinamismo della Vita nuova del Vangelo. Grazie per la vostra presenza, grazie per tutto il bene che compite, rispondendo con dedizione costante e con amore fedele alla chiamata del Signore, che vi invia a seminare e ad irrigare la Chiesa, suo mistico campo.

            Rivolgo un cordiale saluto al vostro amato Pastore, Monsignor Franco Festorazzi, al quale prima che ad ogni altro sono affidate la fatica e la gioia di annunciare il Vangelo in questa antica e nobile Arcidiocesi di Ancona-Osimo. Gli sono altresì particolarmente grato per le cordiali espressioni che ha voluto indirizzarmi a nome di voi tutti.

2. Avvicinandomi alla vostra Cattedrale, che la posizione dominante e le possenti strutture architettoniche rendono segno forte della presenza di Dio in mezzo a voi, ho pensato alle parole del Salmista che, al cospetto del tempio di Gerusalemme, esclamava: “Quale gioia quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore»” (Sal 122,1). La vista del “bel san Ciriaco”, come lo qualifica un vostro canto popolare, introduce alla contemplazione ammirata di Dio creatore, l’Artista assoluto, che ha creato l’universo in tutta la sua bellezza ed armonia (cfr Gn 1,31).

            Egli affida all’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, il compito di continuare la sua opera e, in particolare, chiama gli artisti ad essere profeti della bellezza, associandoli al mistero della creazione. Il fecondo rapporto tra arte, Vangelo e Chiesa, ha reso la bellezza itinerario singolare dell’ incontro con Dio, come testimonia l’importante Mostra “Libri di pietra”, inaugurata in occasione delle celebrazioni del millenario.

            Tali celebrazioni costituiscono un inno di lode al Signore che, permettendo agli artisti che hanno edificato ed ornato questo tempio di affacciarsi “per un attimo su quell’abisso di luce” che ha in Lui la sua sorgente originaria, ha aperto ad essi “una via di accesso alla realtà più profonda dell’uomo e del mondo” ed un possibile itinerario di salvezza (cfr Lettera agli artisti, 6).

 3. La vostra Cattedrale narra una storia di fede lunga mille anni. Tempio di pietra che ha sfidato i secoli, essa è al tempo stesso la Chiesa madre che accoglie l'intera comunità composta di “pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” (1Pt 2,5) ed è “posta sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare la stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20).

            Le immagini bibliche che, a partire dalla realtà visibile del tempio, rimandano al mistero della Chiesa, costituiscono per voi, Comunità diocesana in esso raccolta, un impegno a realizzare quanto l’edificio di pietra rappresenta. Le celebrazioni millenarie vi esortano, pertanto, ad essere sempre più una Chiesa vivente che, sfidando i venti, le tempeste e le pericolose infiltrazioni dello spirito del mondo, ogni giorno manifesta l’amore di Dio per gli uomini, rivelato in Gesù Cristo. Casa di Dio posta sul monte, la vostra Cattedrale vi impegna ad essere comunità esemplare, alla quale tutti possano guardare come a punto di riferimento da cui trarre ispirazione per la stessa impostazione dei rapporti interumani nella società civile.

            Cari Fratelli e Sorelle, quale straordinaria missione vi affida il Padre! Sulle orme dei martiri e dei santi che hanno fatto grande la vostra storia, siete chiamati ad impegnarvi nell'edificazione spirituale della vostra Chiesa con l’amore e la passione degli artisti che hanno resa splendida questa Cattedrale. Più grande del loro è il vostro compito: rendere più splendido, alle soglie di un nuovo millennio cristiano, il volto della Chiesa di Dio che è in Ancona-Osimo.

 4. In questo momento così denso di fede e di speranze, desidero indicarvi alcune vie per realizzare tale esaltante impresa, non scevra di difficoltà, ma sostenuta dalla fedeltà di Colui che continuamente ripete ai suoi apostoli: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

            Vi esorto, innanzitutto, ad essere sempre più profondamente uniti al vostro Vescovo. La comunione di pensieri, sentimenti ed iniziative è il dono più grande del Signore alla sua Chiesa, la sostanza della vita della Comunità cristiana e l’approdo di tutta la sua missione. Essa esige dal cristiano una continua risposta di amore, di accoglienza, di generosità e di gioia, che costituisce la vera identità del discepolo del Signore (cfr Gv 13,35).

            Nella Chiesa locale, la comunione ha nel Vescovo, “vicario e delegato di Cristo” (Lumen gentium, 27), il principio visibile e il fondamento (Ibid., 23), al quale ogni fedele è tenuto ad aderire come al Signore. Sant'Ignazio di Antiochia ricorda le motivazioni profonde di tale caratteristica della vera Chiesa di Cristo con parole illuminanti: “Dovete essere tutt’uno col pensiero del Vescovo, come già lo siete. Infatti il vostro collegio presbiterale, degno del suo nome, degno di Dio, è unito al Vescovo come le corde alla cetra; e dalla vostra unità, dal vostro amore concorde si innalza un canto a Gesù Cristo. Ma anche voi laici, dovete formare un solo coro, prendendo tutti la nota da Dio, concertando nella più stretta armonia, per inneggiare a una voce al Padre per mezzo di Gesù Cristo; egli vi ascolterà e riconoscerà, dalle vostre opere, che voi siete il canto del suo Figlio” (Lettera agli Efesini, 3-6).

            Formulo voti cordiali che il vostro impegno di comunione susciti nella Comunità anconetana un’armonia sempre nuova, capace di glorificare il Signore e di attirare le anime a Cristo.

 5. Vi invito, altresì, a rispondere con gioia alla particolare vocazione che Iddio rivolge a ciascuno. Con la molteplicità dei vostri ministeri e carismi, voi siete il segno dell’amore imprevedibile di Dio “il quale per l’utilità della Chiesa distribuisce i suoi vari doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza ed alle necessità dei servizi” (Lumen gentium, 7). Il Signore chiama ciascuno di voi, nella diversità delle membra e delle funzioni, ad edificare il Corpo di Cristo.

            “Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto” e della chiamata particolare a voi rivolta dal Signore Gesù (Ef 4,1.11). Questa esortazione dell’apostolo Paolo impegna tutti a rispondere con generosità, creatività e responsabilità alla vocazione ricevuta per divenire efficaci strumenti di comunione ed offrire una gioiosa testimonianza di fede ai non credenti, con ardore sempre nuovo nell’annuncio del Vangelo ai vicini ed ai lontani. E' necessario a tal fine un serio lavoro di formazione per acquisire la preparazione necessaria ad evangelizzare la società e la cultura contemporanee, talora lontane o indifferenti all’annuncio del Vangelo.

            Avete appena celebrato i novant'anni del Seminario Regionale Marchigiano, dove si sono preparate al sacerdozio schiere di pastori delle vostre Chiese. Nel ringraziare il Signore per l’opera tenace e intelligente compiuta dai formatori passati e presenti, vi esorto a porre ogni cura perché a tale benemerita istituzione non manchi il vostro costante sostegno materiale e spirituale. Esorto al tempo stesso i seminaristi a rispondere con generosità alla chiamata del Signore ed alle attese del popolo di Dio, preparandosi alla grande missione che li attende con una solida formazione spirituale, teologica, culturale ed umana.

 6. Un’altra via per la crescita e la costruzione dell’unità della comunità diocesana è costituita dalla collaborazione interparrocchiale. La parrocchia “è come una cellula” della diocesi e ne costituisce la struttura di base, che va sostenuta in ogni modo, come suggeriscono i piani pastorali approntati negli ultimi anni. Essa “offre un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le differenze umane che vi si trovano ed inserendole nella universalità della Chiesa” (Apostolicam actuositatem, 10) e va concepita come strumento validissimo per attuare l’unità della Chiesa locale. La collaborazione generosa ed organica tra le parrocchie, oltre a favorire la comunione ecclesiale, rappresenta un forte fattore di crescita per la vita della stessa comunità parrocchiale. Aprendosi, infatti, ai problemi di un territorio più vasto, la parrocchia scopre la ricchezza dei doni del Signore, coltiva la dimensione missionaria ed educa i fedeli al senso della Chiesa locale ed universale.

            Sia vostra cura, cari operatori pastorali, fare ogni sforzo per realizzare, a livello parrocchiale ed interparrocchiale, tutte le possibili forme di collaborazione, per meglio diffondere e testimoniare il Vangelo.

 7. Carissimi sacerdoti, religiosi, religiose e laici impegnati! Al termine della mia visita alla vostra comunità, auguro che la celebrazione del millenario della Cattedrale costituisca, per la vostra Arcidiocesi e per ciascuno di voi, un momento di speciale grazia, alla vigilia del Grande Giubileo. Essa vi prepari ad introdurre la vostra Diocesi in un nuovo millennio di fede e di speranza.

            Maria, Madre della Chiesa e Regina di tutti i Santi, accresca in voi l'amore per la vostra Chiesa e vi renda evangelico fermento che fa lievitare la massa.

            Con tali auspici, invocando i santi Ciriaco e Leopardo, protettori della vostra Arcidiocesi, imparto con viva cordialità al vostro Pastore, a ciascuno di voi ed alla diletta Chiesa di Ancona-Osimo, una speciale Benedizione Apostolica.

 

LETTERA AGLI AMICI DELLA CROCE

di San Luigi Maria Grignion da Montfort

I DUE PARTITI

            Ecco, miei cari confratelli, ecco i due partiti [1] che ci si presentano tutti i giorni: quello di Gesù Cristo e quello del mondo.
            A destra vi è il partito del nostro amabile Salvatore. Procede in salita, per un sentiero più che mai stretto e angusto a causa della corruzione del mondo. Gli va innanzi il buon Maestro, a piedi nudi, con il capo coronato di spine, il corpo intriso di sangue e carico d'una pesante Croce. Lo segue soltanto un pugno di persone, ma tra le più valorose. Infatti non si percepisce la sua voce così tenue fra il tumulto del mondo, o non si ha il coraggio di seguirlo nella povertà, nei dolori, nelle umiliazioni e nelle altre croci che bisogna necessariamente portare tutti i giorni della vita al suo servizio.
            A sinistra c'è il partito del mondo o del demonio. Almeno a prima vista esso è molto più numeroso, splendido e brillante dell'altro. Tutto il bel mondo vi accorre e vi si accalca, essendo, la sua, una strada larga e spaziosa più che mai a motivo della moltitudine che vi passa a torrenti. E' una strada cosparsa di fiori, fiancheggiata da piaceri e divertimenti, lastricata d'oro e d'argento.

            A destra, il «piccolo gregge» [2] che segue Gesù Cristo, parla solo di lacrime, di penitenza, di preghiera e di disprezzo del mondo. Si odono continuamente tra loro, parole rotte dai singhiozzi: «Soffriamo, piangiamo, digiuniamo, preghiamo, nascondiamoci, umiliamoci, facciamoci poveri, mortifichiamoci, perché chi non ha lo spirito di Gesù Cristo -e cioè lo spirito della Croce-non gli appartiene [3] e quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con i suoi desideri [4]. Bisogna essere conformi all'immagine di Gesù Cristo: diversamente andremo perduti».  «Coraggio - vanno ancora esclamando - Coraggio! Se Dio è per noi, in noi e davanti a noi, chi sarà contro di noi?» [5]. Colui che sta in noi è più forte di chi sta nel mondo. «Un servo non è più grande del suo padrone» [6]. «Il momentaneo, leggero peso della tribolazione procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» [7]. Vi sono meno eletti di quanto non si pensi [8]. Solo i coraggiosi e i violenti conquistano il cielo a viva forza [9]. «Non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole» [10] del Vangelo e non secondo quelle del mondo. Combattiamo dunque da forti, corriamo velocemente per raggiungere il traguardo e conquistare il premio».

Con queste e simili espressioni divine gli Amici della Croce si sostengono a vicenda.

All'opposto ogni giorno i mondani, per incoraggiarsi a perseverare nella loro malizia senza scrupoli, scandiscono a gran voce: «Vita, vita! Pace, pace! Allegria, allegria! Mangiamo, beviamo, cantiamo, balliamo, giochiamo! Dio è buono e non ci ha creati per dannarci: Dio non proibisce il divertimento: non andremo perduti per questo: Via gli scrupoli! Non morirete affatto!» [11].

Cari confratelli, ricordate che il nostro buon Gesù rivolge ora il suo sguardo e la sua parola a ciascuno di voi singolarmente. Vi dice: «Ecco. Quasi tutti mi lasciano solo sulla via regale della Croce. Nella loro cecità gli idolatri si beffano della mia Croce come d'una pazzia. Gli ebrei ostinati ne fanno un motivo di scandalo, come si trattasse di una cosa orrenda [12]. Gli eretici la spezzano e l'abbattono come cosa spregevole. Ma - lo dico con le lacrime agli occhi e il cuore affranto dal dolore - i miei stessi figli che ho allevato in seno e formato alla mia scuola, le stesse membra che ho animato con il mio spirito mi hanno abbandonato e disprezzato. Sono diventati nemici della mia Croce [13]! «Forse anche voi volete andarvene» [14]. Volete anche voi abbandonarmi fuggendo la mia Croce come fanno i mondani che agiscono così da anticristi? [15]. Volete anche voi adattarvi alla mentalità di questo mondo [16], e quindi disprezzare la povertà della mia Croce per rincorrere la ricchezza? Volete evitare il dolore della mia Croce, per cercare i piaceri; odiare l'umiliazione della mia Croce, per ambire gli onori? Io ho molti falsi amici. Proclamano di volermi bene, ma in realtà mi hanno in odio, perché non amano la mia Croce. Tanti sono amici della mia tavola, pochissimi lo sono della mia Croce» [17].
            In risposta a questo amoroso richiamo di Gesù, guardiamo più in alto, non lasciamoci sedurre dai nostri sensi, alla maniera di Eva. Teniamo fisso lo sguardo soltanto su Gesù crocifisso, autore e perfezionatore della nostra fede [18]; fuggiamo la concupiscenza che è del mondo corrotto [19], amiamo Gesù Cristo nel modo migliore, cioè attraverso ogni sorta di croci. Meditiamo attentamente queste meravigliose parole del nostro caro Maestro che racchiudono tutta la perfezione della vita cristiana: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» [20].

 

NOTE: [1] Cf Mt 6,24; Lc 16,23. Si ricordino le «due vie» indicate dalla Didachè o Dottrina dei Dodici Apostoli, e i «due vessilli» degli Esercizi ignaziani. - [2] Lc 12,32. - [3] Rm 8,9. - [4] Gal 5,24. - [5] Rm 8,31. - [6] Gv 13,16; 15,20. - [7] 2 Cor 4,17. - [8] Cf Mt 20, 16; Lc 13, 23. - [9] Cf Mt 11,12. - [10] 2 Tm 2,5. - [11] Gen 3,4. - [12] Cf 1 Cor 1,23. - [13] Cf Is 1,2; Fil 3,18. - [14] Gv 6,68. - [15] 1 Gv 2,18. - [16] Cf Rm 12,2. - [17] Imitazione di Cristo, II, c. 11, n. 1. - [18] Eb 12,2. - [19] Cf 2 Pt 1,4. - [20] Mt 16,24; Lc 9, 23.

 

TELE MARIA – Emittente Televisiva Cattolica in Internet - www.telemaria.it

TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA

TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”

SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE

 

PERCHE’ RADIO MARIA

NON CONSENTE MAI UN CONFRONTO SULLA QUESTIONE LAURETANA

E DIFFONDE SOLTANTO LA VERSIONE “FALSIFICATA”

DELLA STORIA DELLA SANTA CASA DI LORETO?

 

Al Direttore di TELE MARIA

Emittente Televisiva Cattolica in Internet

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – ANCONA

Tel./Facs. 071.83552

 

OGGETTO: Radio Maria: collegamento dalla Santa Casa di Loreto, per la Solennità dell’Annunciazione.

Firenze, 1° aprile 2008

Caro Direttore,

            all’incirca alle 7 di ieri mattina, nel sintonizzarmi come d’abitudine sulle frequenze di Radio Maria per le preghiere del mattino, dopo circa una mezz’ora ho ascoltato, nel collegamento con Loreto, una breve presentazione della Santa Casa sulla linea – ancora una volta! – della vulgata che, tramontata (ed era l’ora!) la tesi del non altrimenti ricordabile Ulisse Chévalier, che nei primissimi del secolo appena trascorso asseriva plurisecolare preesistenza di tale manufatto in quei luoghi, la vorrebbe però oggi dovuta al riassemblaggio delle pietre che avevano costituito la Santa Casa di Nazareth, e lì dove sorgerà Loreto, portate da crociati, e in specie da certa famiglia principesca, dell’Epiro: Angeli. Nome questo che, stando alla medesima vulgata, avrebbe ingenerato la “leggenda” della Miracolosa Traslazione di quella Santa Casa, in volo e per mano di angeli appunto.

A parte che nei secoli tale cosiddetta “leggenda” è stata sempre ripetuta e confermata dai Sommi Pontefici, al punto di volerla documentare a chiare lettere sulla più importante lapide marmorea, ben visibile all’interno della Basilica entro cui la Santa Casa fu incorporata (par difficile che i Pontefici cui esse sono dovute abbiano potuto agire tanto alla leggera…), è comunque pacifico che anche in tempi relativamente recenti essa ha trovato nuova ed inequivoca conferma – a volerla appena capire! – nella consacrazione che Benedetto XV fece della Madonna di Loreto con l’elevarla a “Patrona degli Aviatori”, nel 1920.

Questo premesso, e ben al corrente come mi trovo della monumentale quanto autorevole bibliografia (facilissimamente reperibile, peraltro) a sostegno di quell’evento “miracoloso”, senza del quale Loreto mai sarebbe esistita, nonché della tua strenua “campagna” in difesa della verità storica di esso, dopo le falsificazioni anche negli ultimi decenni rinnovate - nella connivenza dell’alto clero locale, con variazioni sul tema e identico scopo svalutativo, e ciò proprio per iniziativa di chi ricopriva e tuttora ricopre ruolo e funzioni di custode della Santa Casa-, sono a domandarmi e domandare se non sia ormai troppo tardi, o non invece a maggior ragione proprio adesso il momento, per finalmente dar seguito a quanto tu stesso nel passato hai ripetutamente sollecitato, e cioè a un confronto oggettivo, scientifico e quindi serio riguardo a quanto sopra. E che per esser credibile dovrebbe ovviamente godere di ogni miglior garanzia d’imparzialità.

Detto confronto-disamina potrebbe avere diversi modi di attuazione, per iscritto, verbale, o in qualche combinazione di ambedue, ma dovrebbero comunque potervi avere uguale spazio tutte le voci, e naturalmente dovrebbe avere un giudice… al di sopra di ogni sospetto! Ma prima ancora occorrerebbe – come in casi analoghi si usa – che un comitato paritetico, o lo stesso giudice in sinergia con i “contendenti” o loro rappresentanti, predisponesse i “paletti” del contraddittorio…

Questo e non altro mi parrebbe il civile modo di procedere all’accertamento della verità, quale che essa sia, anche in questo caso tutt’altro che di poca importanza. Certo, dire è facile… 

Ad ogni modo, ti passo un auspicio, che mi par di buon senso e cui non credo d’essere il solo ad aver pensato e pensare.

Avv. Prof. FRANCESCO DAL POZZO

         

Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava (Sant’Ambrogio)

“Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Santa Caterina da Siena)

 

NEL GIORNO DI SANTA CATERINA DA SIENA

da parte del Prof. GIORGIO NICOLINI, alla presenza dell’Avv. Prof. FRANCESCO DAL POZZO

IN UDIENZA

CONSEGNATA AL NUOVO VESCOVO DI LORETO

MONS. GIOVANNI TONUCCI

LA DENUNCIA CANONICA PER IL “DELITTO DI FALSO”

del “Codice da Vinci Lauretano” del Padre Santarelli

(del falso “trasporto umano” della Santa Casa di Nazareth da parte dei principi Angeli dell’Epiro)

 

Ecc.za Rev.ma Mons. GIOVANNI TONUCCI

Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO

Piazza della Madonna, 1 - 60025 LORETO (Ancona)

e, per conoscenza:

Al Santo Padre BENEDETTO XVI

Al Card. ANGELO COMASTRI, Vicario del Santo Padre

Al Card. TARCISIO BERTONE, Segretario di Stato

Al Card. ANGELO BAGNASCO, Presidente Conferenza Episcopale Italiana

Alla Congregazione per il Culto Divino

Al Tribunale della Segnatura Apostolica

All’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo

 

OGGETTO: Richiesta di apertura della procedura canonica per “delitto di falso” (can. 1391) riguardo alla “questione lauretana” e ristabilimento della “verità” dell’autenticità della Santa Casa e delle sue “Miracolose” traslazioni.

Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

Loreto, 29 aprile 2008

Santa Caterina da Siena

Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa

Ecc.za Rev.ma, Mons. GIOVANNI  TONUCCI,

            nel ringraziarLa per l’Udienza concessami in data odierna, cogliendo la circostanza della commemorazione liturgica di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa, mi vengono subito spontanee le sue vibranti parole: Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Lettera 16, al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

            Possono sembrare improprie tali parole se riferite all’oggetto della presente lettera, riguardante “la richiesta di ristabilimento della verità dell’autenticità della Santa Casa e delle sue Miracolose traslazioni”; ma la ingente e sofferta documentazione sulla “questione lauretana”, da me prodotta, che Le allego alla presente, ben documenta l’appropriatezza delle suddette parole della Santa senese.

In proposito, l’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo, a mio nome, aveva ben scritto in una lettera al Santo Padre, del 2 agosto 2006: “(…) l’apostasia della Basilica Pontifica Lauretana dalla “verità” della presenza a Loreto della “vera Santa Casa di Nazareth” e dalla “verità” delle “Miracolose traslazioni” ha assunto ormai una definitiva e irreversibile gravissima dissacrazione”, per cui “una ulteriore dilazione di accertamento canonico da parte delle Autorità Ecclesiastiche, secondo quanto prescrive il Codice di Diritto Canonico a riguardo del “delitto di falso”, non seguita anche da un solenne “ripristino” nella Basilica Lauretana della “verità” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth” –  come insegnato dal Magistero Ordinario della Santa Chiesa - non potrà esimere in coscienza il Prof. Nicolini – per il bene stesso della Chiesa e la salvezza delle anime – dal formulare sempre più aperte e gravi “denunce pubbliche” di tali omissioni ecclesiastiche, memore anche del monito di Santa Caterina da Siena:«Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

            Nella odierna Udienza concessami, pertanto, nel consegnarLe tutta la ingente documentazione da me prodotta sulla “questione lauretana”, Le chiedo ufficialmente L’APERTURA DELLA PROCEDURA CANONICA PER “DELITTO DI FALSO” (Can.1391), atto canonico già richiesto e consegnato all’Arcivescovo Metropolita di Ancona, Mons. Edoardo Menichelli, in data 24 agosto 2006.

            La presente DENUNCIA CANONICA, riguardante “il delitto di falso” in ambito ecclesiastico, Le è presentato in conformità al can. 1389 e 1391 del Codice di Diritto Canonico, ove è scritto in modo molto chiaro: “Può essere punito con giusta pena, a seconda della gravità del delitto: chi redige un documento ecclesiastico falso, o ne altera uno vero, lo distrugge, lo occulta, o si serve di un documento falso o alterato; chi si serve in materia ecclesiastica di un altro documento falso o alterato; chi asserisce il falso in un documento ecclesiastico pubblico”. In particolare intendo qui denunciare la principale opera mistificatrice sulla “questione lauretana”, da cui sono discese tutte le altre, cioè il libro del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA CASA DI LORETO” (nelle sue varie edizioni), che ben definirei come “Il Codice da Vinci Lauretano”, dato che per oltre la metà dei suoi contenuti è frutto di fantasiose, romanzesche e inesistenti congetture, dissacratorie della “Verità Lauretana”, supportate in un modo molto sofisticato mediante un innumerevole uso - da parte dell’autore - di “manipolazioni” e “falsificazioni” storiche e documentali.

            Resto sempre disponibile a fornirLe altre e più ampie documentazioni per l’approfondimento della storia e del culto della Santa Casa, anche in vista della Sua annunciata solenne celebrazione del 90° anniversario della proclamazione della Vergine Lauretana a “Patrona degli Aviatori”, fatta dal Papa Benedetto XV il 24 marzo 1920, vigilia dell’Annunciazione del Signore, proprio in “solenne riconoscimento” dell’autenticità dei “voli miracolosi” della Santa Casa Nazaretana.

            Nell’assicurarLe il mio vivo ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Immacolata Lauretana, per il miglior frutto del Suo ministero episcopale presso la Santa Casa di Nazareth a Loreto, Le porto i più deferenti saluti.

 

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 Ancona - Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@telemaria.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it - Sito Televisivo: www.telemaria.it

 

Dal Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Natanaele: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?...” (Gv.1,46)

Natanaele è poi divenuto l’Apostolo San Bartolomeo. Egli ricevette da Gesù il più bel elogio:

“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità (Gv.1,47)

Chissà quante volte San Bartolomeo (Natanaele) avrà meditato nella sua vita all’errore inconsapevole di quella obiezione scettica rivolta a Filippo: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”…

Invece, da Nazareth è “venuto” “tutto il bene” per l’Umanità:

DA NAZARETH PERCIO’ E’ “VENUTA” LA SALVEZZA

E TUTTO CIO’ CHE DI BUONO DIO VOLEVA DONARE ALL’UMANITA’

Si potrebbe dire anche oggi, per chi sente parlare della Santa Casa di Loreto con scetticismo: “VIENI E VEDI” (Gv.1,46), e riascoltare fra quelle “Sante Pareti” le parole dell’angelo a Maria: “RALLEGRATI…”.

dal Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

Ancona, giovedì 24 agosto 2006

San Bartolomeo, Apostolo

Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI

Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo

Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA

Tel. 071.55733 (ab.) – 071.2085820 (uff.) - Facsimile 071.2075003

Posta Elettronica: curia@diocesi.ancona.it

 

OGGETTO: La storia delle “Miracolose traslazioni” e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto – Richiesta di apertura procedura canonica per “delitto di falso” (can. 1391) riguardo alla “questione lauretana”. Con rif. al Prot. n.241/06 di Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona, e con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”.

 

Ecc.za Rev.ma,

            nell’odierna Festa Liturgica del grande apostolo San Bartolomeo, il cui iniziale scettico ed erroneo interrogativo su Gesù ancora risuona nelle parole eterne dal Vangelo: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?” (Gv.1,46), voglio anzittutto esprimerLe la mia gratitudine per l’Udienza concessami in data odierna, in relazione alla mia richiesta di un intervento canonico e autoritativo nei riguardi di alcuni operatori della Basilica Pontificia Lauretana - in specie nei riguardi del Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” -, i quali, nell’ultimo trentennio, hanno operato una grave e sacrilega “falsificazione” della storia della Santa Casa di Nazareth a Loreto e delle sue “Miracolose traslazioni”, inficiandone gravemente la storia ed il culto, che ora non è più ricordato e celebrato neppure secondo le norme ed i riti disposti dalla Santa Chiesa Cattolica, da circa sette secoli.

            Nel richiedere a Sua Ecc.za Rev.ma, quale Arcivescovo-Metropolita di Ancona, sotto la cui giurisdizione ricade anche la Diocesi e il Santuario di Loreto, di adempiere a tutte le disposizioni canoniche previste a riguardo del “delitto di falso” (can. 1391 C.D.C.) - con i conseguenti opportuni “provvedimenti” canonici da adottare contro i responsabili di tale “apostasia lauretana” -, al fine di “fissare” le principali richieste che Le volevo in proposito presentare, mi permetto di lasciarLe la presente Lettera, a modo di pro-memoria, rimandando - per ogni specifico approfondimento - ad altri incontri che vorrà benevolmente programmare e concedermi, finalizzati ad illustrarLe nel dettaglio le “gravi falsificazioni documentali” inerenti il tema in oggetto.

            In particolare intendo qui denunciare la principale opera mistificatrice sulla “questione lauretana”, da cui sono discese tutte le altre, cioè il libro del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA CASA DI LORETO” (nelle sue varie edizioni), che ben definirei come “Il Codice da Vinci Lauretano”, dato che per oltre la metà dei suoi contenuti è frutto di fantasiose, romanzesche e inesistenti congetture, dissacratorie della “Verità Lauretana”, supportate in un modo molto sofisticato mediante un innumerevole uso - da parte dell’autore - di “manipolazioni” e “falsificazioni” storiche e documentali.

            Ciò lo scrissi apertamente allo stesso Padre Santarelli (come pubblicato e leggibile anche nel mio Sito Internet: www.lavocecattolica.it ), ove gli dichiaravo, tra l’altro:

“Nel Suo principale libro “LA SANTA CASA DI LORETO”  (edizione del 2003), che ha dato origine alla “falsa ipotesi” del trasporto umano della Santa Casa, Lei svolge una vasta e sistematica trattazione volta a voler dimostrare, davvero “a tutti i costi”, tale Sua “nuova ipotesi” del “trasporto umano”, con l’intento esplicito, da Lei scritto alla fine del libro (cfr. pag.485), Qui si è cercato di dimostrare che il materiale del nucleo originario della Santa Casa, in tutto o in parte, può considerarsi nazaretano e che il trasporto miracoloso può essere ritenuto un’amplificazione letteraria successiva”. Tuttavia, gli “ignari” ed “inesperti” lettori del Suo libro non possono verificare in alcun modo che una molteplicità di documentazioni ed argomentazioni da Lei riportate ed esposte nel Suo libro - a “dimostrazione” delle Sue “ipotesi” - sono talvolta del tutto “prive di fondamento” (cfr. le pagine 235-297) e non raramente sono “alterate” e “manipolate”, e perciò “falsificate”, cambiandone il senso originario e l’intenzione autentica degli autori delle “documentazioni” da Lei riportate, che invece, nella realtà del documento “autentico”, sconfessano totalmente le Sue “false” “ipotesi”. (…). In proposito, persino ad alcuni Papi, come Paolo II e Leone X (cfr. le pagine 366-369), Lei “stravolge” le parole dei testi delle loro “Bolle Papali”, facendo dire ad essi ciò che pensa Lei e non ciò che essi, insigniti della Suprema Autorità Apostolica, hanno “realmente” “affermato” e “scritto”, confermando da parte loro – quali “Vicari di Cristo” – sia “l’autenticità” della “Santa Casa” come anche delle “Miracolose Traslazioni” di essa, mentre Lei fa credere il contrario. Anche ai più importanti e antichi autori attestanti “la Tradizione Storica” - come il Beato Giovanni Battista Spagnoli, il Teramano, il Ricci, ed altri ancora - Lei fa loro dire il contrario di quanto essi hanno “realmente” scritto. Essi parlano “solo” e “soltanto” delle “traslazioni miracolose”, per “il ministero angelico” (gli “angeli” del Cielo!...), mentre Lei - con contorte argomentazioni e “stravolgendo” il senso delle loro parole e dei loro scritti - fa credere ai lettori che essi abbiano parlato di una “traslazione” della Santa Casa avvenuta “per mare”, mediante “la nave”, e non per “il ministero angelico” (cfr. le pp.369-400). Così ugualmente fa nel citare innumerevoli “icone” (cfr. le pagine 401-472). Poiché così è (e lo dimostrerò punto per punto!), il Suo libro come può allora essere definito un libro “storico”?... In realtà, il Suo libro “LA SANTA CASA DI LORETO”, è invece un libro che opera una autentica “falsificazione storica”!... E con questa “falsificazione storica” Lei - al di là sicuramente delle Sue “buone” intenzioni iniziali - ha ottenuto il solo risultato di “confondere” e “far smarrire” all’intera Chiesa “la verità” della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa e “l’autenticità” stessa della “reliquia nazaretana”. Siamo ormai giunti al punto che – negli anni recenti – in tale “smarrimento” siano potuti “incappare” (pur in totale buona fede) persino “eminenti” e “sante” personalità ecclesiastiche… e che nulla ormai “sembra” che si voglia fare - da parte delle Autorità Ecclesiastiche - per “ripristinare la verità”!...  Tuttavia Lei stesso, nel Suo libro sopra citato, scrive anche, riguardo all’ipotesi del “trasporto umano”: “Questo discorso, ovviamente, è svolto soltanto su un piano ipotetico, non essendoci documenti espliciti in materia…” (cfr. pag.297). Infatti è proprio così… Eppure il Suo libro è “pieno” di documenti “manipolati” e “stravolti”, che vengono citati come se costituissero “l’esplicita” “dimostrazione” della “verità” delle Sue “false ipotesi”!... Sta di fatto che attualmente le Sue “ipotesi” (“false”) sono divenute “la verità ufficiale” del Santuario Lauretano, pur “non essendoci documenti espliciti in materia”, come Lei stesso ha dichiarato nel Suo libro. Invece, delle autentiche “prove” storiche, archeologiche e scientifiche e delle “approvazioni” della Chiesa non se ne parla più in alcun modo: tutto viene “occultato” a Loreto!... Avviene, anzi, al contrario, che ogni apporto “nuovo” che viene offerto per dimostrare “la verità” della “Traslazione Miracolosa” e “l’autenticità” della reliquia della “Santa Casa” viene “rifiutato”.

            Così scrivevo al Padre Santarelli, in una Lettera Aperta del 17 novembre 2005 (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera17novembre2005.htm), e qui riconfermo a Lei, Ecc.za Rev.ma, tutte le mie denunce, chiedendo di nuovo - esplicitamente e “ufficialmente” - di intervenire d’autorità, o di far intervenire d’autorità a chi compete, presso la Basilica Pontificia Lauretana, per far togliere ed impedire l’ulteriore diffusione di questo testo del Padre Santarelli e di altri testi consimili, da esso derivati, e propagati dalla stessa Basilica, ingannando così milioni di pellegrini “indifesi”, che confluiscono nella Santa Casa e alla conoscenza della sua storia con una fede “semplice” e facilmente ingannabile.

            Tale libro, infatti, non riporta “la  verità” sulla “questione lauretana”, ma                “LA MENZOGNA” ed è inaccettabile e “GRAVEMENTE IMMORALE” che all’interno della Santa Chiesa possa essere autorizzata una così “grave” e “colossale menzogna” dissacratrice delle opere meravigliose di Dio e della Vergine Maria, attuate davvero “miracolosamente”, per il bene della Chiesa e per la Salvezza dell’Umanità, e sempre “approvate” nella sua autenticità da tutti i Sommi Pontefici, nelle forme più ufficiali e solenni del Magistero Ordinario, da sette secoli.

            Tali mie denunce le avevo già formulate in varie corrispondenze degli anni passati ad altri “responsabili” e ancor più formalmente in una Lettera scritta a Mons. Angelo Comastri (in data 1° novembre 2004), quando era Arcivescovo di Loreto (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm). Tali innumerevoli Lettere scritte negli ultimi anni sono già a Lei in parte pervenute. Nell’ultimo anno si è associato a me anche l’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo da Firenze, che - a mio nome – ha fatto pervenire innumerevoli altre petizioni e documentazioni ad altre Autorità Ecclesiastiche delle “Congregazioni Vaticane” ed anche a Sua Santità Benedetto XVI.

            In proposito, in passato avevo anche fatto dei tentativi – a partire dal 1996 - per ottenere un colloquio diretto con il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II, recandomi anche direttamente in Vaticano. Ma una tale Udienza – essendo privo dell’accompagnamento del mio Vescovo – non mi veniva mai autorizzata dalle persone addette alle prenotazioni. In proposito, il Suo Segretario Don Carlo Spazzi potrà attestarLe di telefonate da me a lui fatte direttamente dal Vaticano, ove gli richiedevo di far telefonare in Vaticano il Suo predecessore Mons. Franco Festorazzi, perché confermasse e attestasse a suo nome la mia richiesta di Udienza con il Santo Padre. Non so, in proposito, se Don Carlo ne abbia poi effettivamente parlato con Mons. Festorazzi.

            Circa due anni fa composi, infine, il libro “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto”, in preparazione ad un incontro chiarificatore e risolutivo con Mons. Comastri. In proposito, l’ex-Arcivescovo di Loreto, Mons. Angelo Comastri, alla mia Lettera del 1° novembre 2004 mi rispose con un’altra Lettera, datata 8 novembre 2004, ove mi scrisse (testualmente): “Gent.mo Prof. Nicolini, la ringrazio per il materiale inviatomi circa la questione della traslazione della Santa Casa, che leggerò con attenzione, data la rilevanza del fatto. Quanto ad un possibile incontro, sarà mia premura chiamarla, anticipandole che sarà possibile dopo le feste natalizie e prima dell’Epifania”. Purtroppo quella “chiamata” non mi venne mai fatta, né vennero soddisfatte le richieste da me avanzate nella stessa Lettera, e si continuò a Loreto, e si continua ancora con sempre maggiore gravità nell’apostasia dalla verità, utilizzando ora “pretestuosamente” persino un “errore storico” dell’ex-Card. Ratzinger (ora Benedetto XVI) per far confermare in modo definitivo “la menzogna” (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera.benedettoXVI.htm), e così continuare impunemente e falsamente ad affermare, in pubblicazioni “ufficiali” della Basilica Lauretana, che nel Santuario Pontificio di Loreto vi sarebbero solo delle semplici “pietre” prelevate dagli uomini dalla Santa Casa di Nazareth e lì trasportate “con la nave” da indefiniti “crociati” o da una famiglia principesca orientale. Da cui ne consegue che a Loreto non c’è la reliquia “autentica” della Santa Casa di Nazareth, ma solo delle “pietre” “prelevate” da essa!...

            Nei miei innumerevoli scritti - anche a Lei noti - ho però dimostrato in modo inequivocabile come tali affermazioni siano destituite di ogni fondamento storico e come, oltre ad essere smentite anche dall’archeologia e dalla scienza, esse siano il frutto di una autentica FALSIFICAZIONE DISSACRATRICE, esposte inizialmente in forma di “ipotesi” (false!), che però diedero inizio - circa 30 anni fa - ad autentiche “falsificazioni” documentali generalizzate.

            Tali “falsificazioni documentali” generalizzate sono state fatte e continuano ad essere fatte allo scopo evidente di sostenere “a tutti i costi” la validità della nuova (falsa) “ipotesi” di studio, e scalzare definitivamente “la verità” dell’autenticità della Santa Casa e delle sue “Miracolose traslazioni”, come ha scritto espressamente lo stesso Padre Santarelli nel suo libro sopra denunciato: Qui si è cercato di dimostrare che il materiale del nucleo originario della Santa Casa, in tutto o in parte, può considerarsi nazaretano e che il trasporto miracoloso può essere ritenuto un’amplificazione letteraria successiva” (cfr. pag.485).

            Così in tre decenni i nuovi “studiosi” sono riusciti a “sradicare” la “verità storica” della presenza a Loreto dell’autentica Santa Casa di Nazareth e la “verità storica” delle sue “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”, facendo così abbandonare la “tradizione” e i pronunciamenti “ufficiali” e “secolari” (pur essi spesso “falsificati”) dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti e seminando confusione e smarrimento nelle menti dei fedeli di tutto il mondo, facendo di conseguenza abbandonare in tutta la Chiesa la grata venerazione dovuta a tale straordinaria “reliquia nazaretana” e al divino e straordinario “evento” che l’ha condotta “miracolosamente” sino a Loreto, dopo essere stata “in vari luoghi” tra cui, per nove mesi, anche in Ancona, nel 1295, in località Posatora.

            Tutto ciò ha perciò costituito una autentica sacrilega “dissacrazione” della “tradizione lauretana” e del “culto” stesso praticato verso la Vergine Lauretana, che attualmente, purtroppo, non è più proposto e non è più fondato sulla “verità storica” tramandata dalla “tradizione” e sull’obbedienza al Magistero Ordinario della Chiesa Cattolica.

            La Chiesa, infatti, ha sempre insegnato e fatto celebrare “la miracolosità” delle “molteplici traslazioni” della Santa Casa e non ha mai proposto - come oggi invece avviene a Loreto - il “falso” e mai avvenuto “trasporto umano” di “semplici” “pietre” “prelevate” dalla Santa Casa di Nazareth (che perciò non si troverebbe  a Loreto!...).

            Seppure profondamente addolorato e con sincero ed umile rispetto avevo scritto già due anni fa a Mons. Comastri, quando era Arcivescovo di Loreto (dopo precedenti richieste disattese), “avvertendolo” che il mancato “ripristino” della “verità storica” e la prosecuzione della diffusione della “falsificazione storica” operata dalla stessa Basilica Pontificia Lauretana, mi avrebbe obbligato “in coscienza” ad una “denuncia” e “confutazione” pubblica dei “responsabili” di tali “falsificazioni documentali”.

            Constatato, perciò, come fossero rimaste disattese tutte le precedenti istanze, obbligato dalla mia “coscienza”, mi sono trovato purtroppo costretto ad iniziare a fare, negli ultimi due anni, le denunce e confutazioni “pubbliche” preavvertite, dopo aver tentato degli ulteriori “ultimi” e “caritatevoli” (ma purtroppo “inutili”) “tentativi” di richiamo alla “resipiscenza” presso il Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” e principale responsabile delle “falsificazioni” operate e, nell’ultimo anno, anche a Mons. Gianni Danzi, attuale Arcivescovo di Loreto. Avevo anche rivolto al riguardo più “appelli” ad altre Autorità Ecclesiastiche responsabili: ma purtroppo sono rimasti - a tutt’oggi - sempre “inascoltati” o, addirittura, “respinti”.

            Avendo Lei già avuto, Ecc.za Rev.ma, da parte mia, molto materiale “documentativo”, che - dietro Sua richiesta - potrò all’occorrenza ampliarLe ulteriormente, Le sintetizzo in questo scritto le  VERITA’  IRRINUNCIABILI  e  INELUDIBILI che - con sincera umiltà e rispetto -        Le supplico – per quanto a Lei compete quale Arcivescovo-Metropolita – di FAR RIPRISTINARE CON AUTORITA’ nella Basilica Lauretana, memori di quel severo monito della Parola Divina: “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato” (Gc.4,17).

            Essendo la Santa Casa di Loreto e la sua “straordinaria storia” un bene inestimabile per tutta la Chiesa e per tutta l’Umanità, di cui ognuno di noi cristiani non può non sentirsi “responsabile”, memore anche delle parole di San Paolo - rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio” (2^Cor.4,2), in obbedienza alla mia coscienza e alle norme del Codice di Diritto Canonico (cfr. can.1391), in particolare del can.212 (§.3) - che dichiara: “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...” -, nell’odierna Udienza concessami, di cui Le sono profondamente grato, Le chiedo di nuovo, con umile franchezza e fermezza, per il bene delle anime redente dal Sangue di Cristo e ad onore e gloria della Santa Chiesa, di avviare le procedure canoniche e operative sopra indicate, a riguardo del “delitto di falso”, per:

Ecc.za Rev.ma,

            mi permetta ancora un richiamo alle Parole Divine di San Paolo: “Noi non siamo come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo” (2^Cor.2,17), poiché “non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Ebr.4,13). Comprende, perciò, “il perché” a me sia impossibile “tacere” o “nascondere” “la verità”, conoscendola.

            Come ci si potrà giustificare, infatti, davanti a Gesù e a Maria - nel giorno del nostro giudizio - se si continuerà ancora (come avvenuto per tanti anni e nonostante i miei ripetuti richiami) ad ingannare l’intera Chiesa e tutti i pellegrini che vengono nella Basilica Pontificia Lauretana, e nel continuare a perpetuare tale inganno ancora, "coscientemente"?... Non sta scritto nella Parola Divina, come riportato sopra, nella Lettera di San Giacomo (di cui la Chiesa Anconitana ha l’onore di custodire la reliquia del capo), “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato”? (Gc.4,17).

            Poiché in realtà nessun altro lo fa, può comprendere, Ecc.za Rev.ma, “il perché” mi sia anche coercitivo - di fronte alla mia “coscienza”, per non peccare di “omissione” o di “falsità” - il rendere sempre più chiara di fronte alla Chiesa e presso l’opinione pubblica non solo “la verità” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, così come le ha sempre insegnate la Santa Chiesa e risulta dalla “vera” storiografia, ma mi è anche obbligante il far conoscere le “falsificazioni dissacratorie” avvenute, da me tante volte “denunciate”, utilizzando per tale scopo l’umile ma potente mezzo mondiale di Internet (con il mio Sito www.lavocecattolica.it), non avendo - nell’assoluta povertà dei mezzi a mia disposizione - nient’altro con cui riuscire a poter far arrivare la mia povera “voce”, che cerco di alzare per far conoscere “l’autentica verità” sulla “storia” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e per richiedere di farla “ripristinare”, “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso” (Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla “miracolosa traslazione”).

            Poiché il Sommo Pontefice San Felice III, già nel V secolo, insegnava e ammoniva che NON DIFENDERE LA VERITA' VUOL DIRE SOPPRIMERLA e che NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO, il Signore Gesù e la Vergine Immacolata Le saranno profondamente grati se vorrà dare seguito alle mie richieste, come sopra indicate, secondo le Sue specifiche responsabilità di Arcivescovo-Metropolita, sotto cui dipende anche la Diocesi di Loreto.

            Professandomi quale “umile figlio della Chiesa” ed anche Suo umile figlio, resto sempre disponibile per ogni ulteriore chiarimento e collaborazione, secondo come riterrà opportuno propormi ed indicarmi. Le chiedo, a tale scopo, anche la Sua paterna Benedizione, assicurandoLa del mio quotidiano ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Lauretana, per Lei e per tutti gli operatori (sacerdoti e laici) della nostra amata Diocesi di Ancona, i cui Patroni – San Ciriaco e il Beato Gabriele Ferretti – certamente aiuteranno in questo difficile cammino di “conversione” a cui tutti, ogni giorno, dobbiamo tendere per operare la nostra santificazione e pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima.

            In fede.

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA

Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.itSito Internet: www.lavocecattolica.it – Sito Televisivo: www.telemaria.it

 

LE PARETI DELLA SANTA CASA

“TESTIMONI” DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

IN MARIA, “MADRE DELLA VITA”

dall’insegnamento di Giovanni Paolo II

nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 dicembre 1994 nella circostanza del VII Centenario della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth

            Le pareti della sua Casa [di Maria] udirono le parole dell'angelico saluto ed il successivo annuncio del progetto divino. Le pareti naturalmente non odono, perché non hanno vita, nondimeno sono testimoni di ciò che viene detto, testimoni di ciò che avviene al loro interno. Dunque, furono testimoni… [...]. Udirono che l'Angelo, rassicurando la Vergine di Nazareth, disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell'Altissimo” (Lc.1,30-32). E quando Maria domandò: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc.1,34), il messaggero celeste spiegò: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc.1,35).    (…)

            Il Figlio di Dio fu concepito nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo e nacque nella notte di Betlemme. La casa di Nazareth fu testimone di questo mistero, il più grande mistero nella storia, che troverà il suo compimento negli eventi pasquali. (…).

 

PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA LAURETANA

PER L’ITALIA

         Signora e Madre di Dio, di quante grazie e favori colmasti l'Italia, mia Patria, nel corso dei secoli! Eppure il mio cuore si sente pieno di tristezza e di apprensione nel considerare le condizioni in cui essa oggi si trova. Nel pensare che questa Penisola, in cui il tuo Divin Figlio incastonò come una gemma di inestimabile valore la Cattedra di Pietro, stabilendola nella città di Roma; la penisola in cui, per un disegno tuo e del tuo Divin Figlio venne trasportata miracolosamente la Santa Casa di Nazareth a Loreto; in cui vive un popolo che diede alla Chiesa e alla civiltà cristiana in Europa grandi Santi e benefattori dell’Umanità: ora però l’Italia si trova ridotta alle tristissime condizioni di oggi! Come non pensare, o Madre, che quando manifestasti a Fatima la tua tristezza per le condizioni del mondo di allora e la tua apprensione per ciò che sarebbe accaduto se gli uomini non avessero fatto penitenza, l'Italia sarebbe divenuta una delle maggiori ragioni della tua tristezza ed uno dei destinatari del tuo appello alla penitenza? Frattanto i motivi della tua tristezza per noi non hanno fatto che aggravarsi, mentre il nostro spirito di penitenza con il tempo non ha fatto che diminuire, fino a giungere alla estrema pochezza in cui oggi si trova.

         Senza un intervento speciale della grazia sull'Italia, nulla si può sperare; ma in compenso, con questo intervento si può sperare tutto: sperare per l'Italia, sperare per l'Europa, sperare per il mondo. La Provvidenza ha dato infatti alla nostra Nazione i mezzi per influenzare profondamente tutto il Continente Europeo, e l'Europa è tutt’oggi la grande tribuna dall'alto della quale il pensiero umano si rivolge a tutti i popoli della terra. Che gloria sarebbe per te, Signora, se l'Italia si convertisse sinceramente e profondamente con una conversione totale che la rendesse a te più familiare e più sottomessa di quanto lo è stata persino nei tempi più aurei della sua storia!

         O Madre, torna fra noi! Richiama l'Italia affinché essa ritorni a te e al tuo Divin Figlio Gesù! Unisciti sempre di più all'Italia ed unisci sempre di più l'Italia a te.

         O Madre, ricordati dell'Italia, nazione da te tanto prediletta e che riempisti di tanta dolcezza. Infondile nostalgia di te, poiché sono certo che tu hai nostalgia di lei; ritorna al più presto in Italia, mediante il regno della tua grazia, per trasformarla in un grande strumento della Restaurazione del tuo Regno nel mondo e della “Civiltà dell’Amore”.

         Amen.

Pater, Ave, Gloria

 

Preghiera a San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme a quello della tua Santissima Sposa. Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri  ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia l'eletta prole di Gesù Cristo. Allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorbano il mondo; assistici propizio dal Cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore. E come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e copri ciascuno di noi con il tuo continuo patrocinio, affinché, con il tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in Cielo. Amen.

 

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

ANCONA e FALCONARA

UNA SOLA CITTA’

LE TRASLAZIONI MIRACOLOSE DELLA SANTA CASA

UNA DOMANDA FREQUENTE:

PERCHE’ A TERSATTO?... PERCHE’ AD ANCONA?... PERCHE’ A LORETO?...

PERCHE’ MEDIUGORIE?.... 

 

ANCONA e FALCONARA

QUATRO CASTELLI UN UNICO COMUNE

SOTTO LA PROTEZIONE DELL’UNICO PATRONO

IL BEATO GABRIELE FERRETTI

www.lavocecattolica.it/gabrieleferretti.htm

Compatrono di Ancona e Falconara

(Nato a Castelferretti, quando era parte del Comune di Ancona)

ANCONA e FALCONARA

UNA SOLA CITTA’

Porto – Aeroporto – Ferrovia - Autostrada

UNA PROPOSTA GIA’ AVANZATA NEL 2000 DAL PROF. GIORGIO NICOLINI

Leggibile in Internet all’indirizzo www.lavoce.an.it/indice%20main/quattro%20castelli.htm

Porto - Aeroporto - Ferrovia - Autostrada

 Quattro Castelli un unico Comune

Cfr. www.lavoce.an.it/indice%20main/quattro%20castelli.htm

 

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Ancona e Falconara una sola città

La proposta della senatrice Marina Magistrelli di aggregare le amministrazioni di Ancona e Falconara

ANCONA - La senatrice Marina Magistrelli ha recentemente avanzato la proposta di avviare un processo che porti, nell’arco di un decennio, all’aggregazione delle amministrazioni di Ancona e Falconara. Personalità del mondo politico e dei sindacati hanno mostrato interesse a discutere questa possibilità, intravedendo nella creazione di un’area vasta di programmazione territoriale maggiori opportunità ad articolazione negli insediamenti.
Da un lato
Falconara porterebbe in dote l’aeroporto, la raffineria, i nodi autostradali e ferroviari; dall’altro la posizione di capoluogo di Ancona, ulteriormente rafforzata dall’allargamento in termini di territorio e popolazione, porterebbe una maggiore quantità di fondi pubblici, statali ed europei.

 

IL BEATO GABRIELE FERRETTI

UN SANTO PATRONO PER I GIOVANI

che debbono operare una scelta di vita

Nato nel Castello di CASTELFERRETTI, da famiglia nobile e ricchissima, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per “i giovani” che devono operare una scelta di vita per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni (cfr. Mc.10,17-31)

Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna».

(Mc.10,17-31)

 

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA

Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli

NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO

            Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.

            Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.

            In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.

            Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).

            Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.

dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"

+ Mons. Edoardo Menichelli

Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.  Prof. Giorgio Nicolini  -  giorgio.nicolini@poste.it

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

LETTERA APERTA AL PADRE STEFANO VITA

Vicario del nuovo Vescovo di Loreto

Dopo una nuova telefonata fatta il 18 marzo 2008

per rinnovare una richiesta di Udienza con il nuovo Vescovo di Loreto, Mons. Tonucci

Ancona, 18 marzo 2008

Caro Padre Stefano,

            ti ho inviato a parte (nella Posta Elettronica) due numeri de LA VOCE CATTOLICA (il n°100 www.lavocecattolica.it/lettera28settembre2007.htm e il n°103 www.lavocecattolica.it/lettera25gennaio2008.htm ove potrai avere altri approfondimenti sulla "questione lauretana".

 

Caro Padre Stefano,

            in relazione a quanto ci siamo detti per telefono, non è vero che "una verità" vale "l'altra": perché o una realtà è vera in un modo o non è vera, né possono essere "vere" due realtà "opposte". Ai fedeli si deve insegnare ciò che HA DICHIARATO e PROPOSTO da credersi - da sette secoli - il Magistero Ordinario della CHIESA. Si tratta certamente di "fede umana" e non di "fede dogmatica". Tuttavia non è lecito dissentire dal Magistero secolare dei Papi o non considerarlo importante al punto di negarne totalmente il valore e perfino contrapponendosi ad esso, persino nelle celebrazioni liturgiche che a Loreto non seguono più quanto disposto dalla Chiesa. Infatti la Chiesa ha istituito e fa celebrare il 10 dicembre solo e soltanto "l'evento miracoloso" della "Traslazione Miracolosa" della Santa Casa. Tutto ciò, invece, a Loreto non si celebra più e anzi ormai la si nega apertamente (come avvenuto anche nel 10 dicembre u.s., persino nella diretta mondiale attraverso Telepace, con informazioni date in modo menzognero, oltreché da profondo incompetente dal Padre Franco Nardi).

            E' ovvio che sia lecito ogni studio scientifico e storico; ma non è lecito "mentire" e ingannare il popolo e gli stessi studiosi, con l’occultare o il "falsificare" documenti storici, archeologici, scientifici, ecclesiali, pontifici, liturgici, come fa da 30 anni il Padre Santarelli, e si continua a fare continuamente nella Basilica Pontificia Lauretana, anche da altri, come ti avevo già più volte ampiamente illustrato, e puoi tornare a leggere e ad approfondire - con ogni dovizia di documentazioni - nel Sito www.lavocecattolica.it/santacasa.htm e in tutti i numeri del Giornale Informatico "LA VOCE CATTOLICA" all'indirizzo www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

            Inoltre, come saprai, ho aperto una Televisione in Internet, che ho chiamato TELE MARIA, all'indirizzo www.telemaria.it ove trasmetto quotidianamente molte spiegazioni storiche, archeologiche e scientifiche sui luoghi stessi ove sono avvenute le TRASLAZIONI MIRACOLOSE.

            Collegandoti a TELE MARIA, potrai avere ancora maggiori informazioni sulla "questione lauretana".

 

Caro Padre Stefano,

            vorrei che considerassi seriamente quanto è accaduto negli ultimi due anni con Mons. Danzi...

            Egli si è continuamente contrapposto a me, persino con calunnie e azioni repressive, procurandomi molte sofferenze morali ed anche materiali, al punto - come ricorderai - di essere stato costretto a doverlo denunciare (cfr. www.lavocecattolica.it/lettera16marzo2007.htm), dopo un estremo tentativo alla resipiscenza – fino all’ultima ora - fatto proprio attraverso te (e dopo aver telefonato in Vaticano a “chi di dovere”, per consiglio)… 

… ed ora, Mons. Danzi non c'è più...  Speriamo e preghiamo che ora sia nella Misericordia di Dio... Ma riflettiamoci seriamente... 

Riflettiamoci, perché, come ammonisce San Paolo: "NON CI SI PUO' PRENDERE GIOCO DI DIO" (Gal.6,7).

            Riguardo alla richiesta Udienza con Mons. TONUCCI, come ti ho detto al telefono, a me è attualmente possibile in OGNI MARTEDI' MATTINA, essendo gli altri giorni occupato con l'insegnamento a scuola.

            Resto pertanto in fiduciosa attesa del giorno in cui potrò essere ricevuto da Mons. Tonucci per potergli consegnare IMPORTANTI DOCUMENTAZIONI sulla "questione lauretana", della quale il nuovo Vescovo ha ora ereditato tutta la responsabilità riguardo a tale "questione".

            Prego sempre perché il nuovo Vescovo sia illuminato, protetto e guidato dalla Vergine Immacolata, nel discernimento della VERITA', superando le gravi omissioni del predecessori, e davvero - per l'occasione del 90° anniversario della proclamazione della Vergine Lauretana a PATRONA DELL'AVIAZIONE - egli possa cogliere questa occasione per far ripristinare IN TUTTO IL SUO SPLENDORE LA VERITA' DELL'AUTENTICITA' DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI, soltanto a motivo delle quali, e confermandone “la veridicità”, il Papa Benedetto XV - come indicò nel Decreto – fu indotto a proclamare la Vergine della Santa Casa di Loreto “Patrona degli Aviatori”.

Restando in attesa del riscontro a quanto richiesto, ti saluto con sincera amicizia e nel grato ricordo nella preghiera.

            Dio ci benedica.

 Prof. GIORGIO NICOLINI

 

Ecc.za Rev.ma Mons. GIOVANNI TONUCCI

Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO

Piazza della Madonna, 1 - 60025 - LORETO (Ancona)

                          

OGGETTO: Richiesta di Udienza.

Ancona, 25 marzo 2008

L’Annunciazione a  Maria Vergine

Ecc.za Rev.ma,

            nell’odierna circostanza della Solennità dell’Annunciazione, che rievoca e celebra l’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria Vergine, avvenuta tra quelle Sacre Pareti della Santa Casa di Nazareth, custodita nella Basilica Pontificia Lauretana, Le scrivo per chiederLe una Udienza personale che mi offra il modo di poterLe consegnare importanti documentazioni riguardo alla storia della Santa Casa e della sua Miracolosa Traslazione.

            Avevo già fatto tale richiesta, nei mesi scorsi, fin dal Suo arrivo a Loreto, attraverso il Suo Vicario e mio amico Padre Stefano Vita ed anche attraverso la sua Segretaria Suor Barbara.

            Essendo Professore di Religione nativo dei luoghi, e studioso da una vita della storia e del culto della Santa Casa, ho avuto modo di approfondirne in modo particolare tutti gli aspetti storici, archeologici e scientifici, nonché l’insegnamento secolare dei Sommi Pontefici e di tanti Santi. A tale riguardo ho pubblicato un libro molto apprezzato (dal titolo “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto”), alcuni DVD, ed una ben significativa serie di scritti sulla Santa Casa, mediante un Giornale Informatico, “La Voce Cattolica” (www.lavocecattolica.it), che raggiunge periodicamente oltre 10.000 iscritti di ogni parte d’Italia e del mondo. Ho anche pubblicato articoli in importanti riviste cattoliche; inoltre trasmetto quotidianamente, in una mia Televisione mediante Internet dal nome “Tele Maria” (www.telemaria.it), le esposizioni storiche e archeologiche a riguardo delle molteplici “Traslazioni Miracolose” della Santa Casa, che comprovano indiscutibilmente la “veridicità storica” di almeno cinque di esse, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica, attorno a cui sorse poi la cittadina di Loreto.

                Per tali scritti e molteplici attività di diffusione della storia e del culto della Santa Casa mi onoro di aver ricevuto una particolare benedizione da parte del Servo di Dio Giovanni Paolo II, nonché vivi e incoraggianti apprezzamenti e risposte anche da parte dell’attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI.

            Sarò perciò lieto di poter illustrare anche a Lei, quale nuovo Delegato Pontificio di Loreto, una sia pur minima parte esemplificativa del materiale da me pubblicato e sopra esposto, di particolare importanza per l’approfondimento della storia e del culto della Santa Casa, anche in vista della Sua annunciata solenne celebrazione del 90° anniversario della proclamazione della Vergine Lauretana a “Patrona degli Aviatori”, fatta dal Papa Benedetto XV il 24 marzo 1920, vigilia dell’Annunciazione del Signore, in “solenne riconoscimento” dell’autenticità dei “voli miracolosi” della Santa Casa Nazaretana.

            Qui mi viene spontaneo citare anche le parole del Papa Leone XIII, nella Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” (del 23 gennaio1894), in occasione delle celebrazioni per il VI Centenario della Miracolosa Traslazione: Il Papa Leone XIII, a tutti i cristiani che leggeranno questa Lettera, salute e Apostolica Benedizione. La fortunata Casa di Nazareth nella quale, mentre l’Angelo porgeva il saluto alla prescelta Madre di Dio, «il Verbo si è fatto carne», è giustamente considerata e venerata fra i più sacri monumenti della fede cristiana, come documentano i molteplici diplomi, atti, doni e privilegi dei Nostri Predecessori. Questa Casa, come narrano i fasti della Chiesa, non appena fu prodigiosamente trasportata in Italia, nel Piceno, per un atto di suprema benevolenza divina, e fu aperta al culto sui colli di Loreto, attirò immediatamente su di sé le pie aspirazioni e la fervida devozione di tutti, e le mantenne vive nel corso dei secoli. È il caso di ricordare i numerosi e splendidi pellegrinaggi che da ogni luogo vi si dirigono; la sontuosa Basilica sorta in quel luogo, resa insigne dalla bellezza delle opere d’arte e dal decoro del culto; la nuova città sorta tutta intorno come un’altra Nazareth, e cresciuta sotto la protezione della Vergine. Accrebbero inoltre il carattere sacro del luogo e alimentarono la fiducia dei visitatori i molteplici e segnalati benefìci, pubblici e privati, che da quel luogo si sono riversati, come da una fonte perenne, e per mezzo dei quali Dio volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria da dare compimento, in questo luogo, a quella famosa profezia: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”. (…) Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi”.

* * * * * * * * * *

Restando perciò in attesa di una Sua disponibilità all’Udienza di cui sopra, nell’assicurarLe il mio vivo ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Immacolata Lauretana, per il miglior frutto del Suo ministero episcopale presso la Santa Casa di Nazareth a Loreto, Le invio i più deferenti saluti.

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 Ancona - Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@telemaria.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it - Sito Televisivo: www.telemaria.it

 

 

UNA RICHIESTA DI AIUTO

----- Original Message -----

From: Roberto Federici

To: lavoce@lavoce.an.it

Sent: Tuesday, March 11, 2008 12:35 PM

 

Fin verso i 30 anni ho avuto una vita normale, studio, lavoro, matrimonio. Poi è morta mia moglie in un banale incidente stradale del quale non ho saputo farmi una ragione. Stanco del “quanto mi/ci dispiace”, sono tornato in Italia per quello che doveva essere un breve periodo (vivevo in U.S.A., allora). Ma la morte di mia moglie mi aveva depresso e portato all'alcol. Una sera, ubriaco, ho ucciso un altro ubriaco in una rissa.

Condannato a 15 anni per omicidio volontario, ne ho scontati 10. Quando sono uscito, il 31 Agosto 1998, ho trovato il deserto ad attendermi. Non avevo più casa, né famiglia, né amici, troppo lontani nel tempo quelli italiani (me ne andai dall'Italia nel 1979), troppo lontani nello spazio quelli americani.

Ho cercato di rimboccarmi le maniche ma senza molto successo. E il 27 Dicembre 1998 ho avuto un ictus, rottura aneurismatica se vogliamo usare il termine tecnico, aggiustata al Gemelli il 4 gennaio successivo. Mi hanno dato il 67 per cento di invalidità, troppo poco per la pensione, e non sono nessuno per avere un lavoro. Mi dicono che il collocamento degli invalidi faccia le chiamate a trucco, chi gli pare a loro e gli altri ciccia. Credo sia vero, perché non mi hanno mai contattato, benché abbiano e-mail e cellulare.

Il comune di Roma si nasconde dietro "ce ne sono tanti come lei" per non fare niente per nessuno. Oltre tutto, i "tanti come me" non esistono: in questo ambiente circolano soltanto malati di mente e alcolizzati (o entrambe le cose) o persone che sono diventate malate di mente e/o alcolizzate dopo anni di questa vita. Poi ci sono i parassiti, quelli che gli va bene così. Ma a me così non va bene. Io una vita normale l'ho avuta e la rivoglio indietro. Si può vivere con della gente che è convinta che tu sei matto perché ti lavi e fai la barba tutti i giorni? Capisco che anche vivere fra le persone cosiddette normali non è facile (un tempo molti erano convinti che fossi un militare o un ex militare per questa mia abitudine di raschiare la faccia tutte le mattine a caccia di peli), ma è sempre meglio che stare in mezzo a questa gente.

Tutto quello che si limitano a fare, se e quando lo fanno, è di passarti da un centro di “accoglienza” all’altro (si tratta di strutture che farebbero la vergogna di Rudolf Höß, per la cronaca) promettendoti mari e monti e poi al termine dei sei mesi, che sono il termine massimo di permanenza in una di queste strutture, ti spostano semplicemente in un'altra. Manu militari, fra l’altro: o ci vai o dormi su una panchina. Parcheggiato che sei nel nuovo centro di “accoglienza”, ricomincia la routine, parli con un’assistente sociale diversa dalla precedente ma che ti dice le medesime cose, fa un bel “progetto” (oggi parlano tutti di progetto, suona bene, consumano tanta carta a scriverlo e, soprattutto, si guadagnano lo stipendio) e poi non la vedi più. L’assistente sociale del comune i miracoli non li può fare un po’ perché hanno tagliato i fondi, un po’ perché, spesso, chi sta sopra di lei non ha nessuna intenzione di uscire dal comodo tran tran delle autorizzazioni mensa/dormitorio e altro, ragion per cui devo continuare a sopravvivere, non a vivere, come un emarginato.

E siccome le disgrazie non vengono mai da sole, ho dovuto mettere una protesi d'anca, cinque mesi fa. Ora dormo in un furgone, fornitomi provvisoriamente da un amico; non è nemmeno suo, ma del fratello che non lo adopera.

Credetemi, dopo 10 anni di questa vita uno vorrebbe qualcosa di meglio.

Tutto quello di cui ho bisogno è una casa e un lavoro, perché senza una non trovo l'altro e vice versa. Parlo inglese (bene) e russo (meno bene) e so usare un computer. Potrei anche fare il custode di qualche villa o cose simili se proprio non c'è di meglio; dopo tutto la mia invalidità non mi impedisce proprio di fare tutto... Il problema è che non posso andare avanti così. Ho bisogno di una base stabile, se non proprio di una casa. È possibile sperare in voi per ottenere un camper, anche stra-usato? Se non chiedo una roulotte c’è una ragione ben precisa: il camper dà l’idea di qualcuno che lo ha parcheggiato lì perché non ha posto nel garage di casa, la roulotte no, e rischi che i vigili urbani ti vengano a far sloggiare…

Se volete informazioni su di me potete chiedere a Raffaele Iaria, ex-volontario della Caritas 339.2960811 (mi conosce da anni), oppure telefonare o scrivere a Padre Franco Incampo alla Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone a Roma,  p.franco@santaluciagonfalone.it – 06.68193368.

Roberto – Roma – Cell. 339.4697019

 

L’APPELLO DI DON FRANCESCO LO GERFO

----- Original Message -----

From: francescologerfo@alice.it

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Monday, July 09, 2007 5:31 PM

 

“Iddio mi conceda di parlare secondo quello che penso e di pensare in modo degno dei beni dati,

poiché egli è la guida della Sapienza e il correttore dei saggi”.

(Sapienza di Salomone 7,15)

Palermo, 20 giugno 2007

Ill.mo Signor Presidente,

            è col cuore in mano che mi accingo a scrivere queste righe, sicuramente per me umilianti e vergognose e forse anche inutili. 

            Spero solo che tocchino il cuore di chi le leggerà, sempreché qualcuno lo faccia. Chiedo perdono fin da ora, per il disturbo. Il tono un po’ confidenziale  nasce da quella convinzione di essere tutti figli di Dio e quindi fratelli.

            Non è facile a 54 anni, di cui 24 di sacerdozio, accettare di essere un fallito e un mendicante che bussa a tante porte per tendere la mano a chiedere l’elemosina, eppure…

            Le cose più importanti sono le più difficili da dire, sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella nostra testa sembravano sconfinate, ma le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è anche più di questo!

            Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il nostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i nostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. E si potrebbero anche fare rivelazioni che ci costano, per poi scoprire che la gente ci guarda strano, senza capire affatto quello che è stato detto, senza capire perché ci sembrava tanto importante da piangere mentre le si diceva. E questa è la cosa peggiore! Quando il segreto rimane chiuso dentro, non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che voglia e sappia ascoltare.

            Ho cercato per anni un orecchio disposto ad ascoltarmi, all’interno delle istituzioni ecclesiastiche, ma dopo quasi sette anni di ricerche infruttuose, sono costretto ad arrendermi. Nessuno ha voluto ascoltarmi, nessuno mi ha creduto, nessuno mi ha aiutato!

            “La verità vi farà liberi” (Gv.8,32), leggiamo nel Vangelo, che predichiamo. Eppure, dopo sette anni quasi che cerco, specialmente nell’ambiente ecclesiastico e religioso, un orecchio disponibile ad ascoltare, gridando la verità, i miei sforzi inutili mi convincono che molti preferiscono non conoscerla. Infatti alla verità si preferisce l’apparenza: è incredibile, ma proprio noi che predichiamo un Vangelo di Amore e di Liberazione, lo facciamo puntando il dito piuttosto che tendendo la mano.

            Le reazioni, infatti, nel corso di questi ultimi anni, alle mie richieste d’aiuto sono state di incredulità. Tanto che alcune suore di Brescia, ad esempio, hanno avvisato i carabinieri, che hanno svolto regolari indagini.

            Altri hanno chiamato la Curia di Palermo o la Curia di Locri, dalla quale ancora dipendo ecclesiasticamente, sebbene abiti ormai da sette anni a Palermo, a seguito di una grave malattia che ha colpito mia madre, e dove ho presentato regolare domanda di incardinazione, ancora in attesa di una risposta.

            Ebbene chi ha chiamato si è sentito rispondere che loro mi hanno sempre aiutato. Ma d’altra parte cosa avrebbero dovuto rispondere? A nessuno piace ammettere le proprie responsabilità.

            Altri ancora mi hanno telefonato o scritto, dimostrando a parole la loro solidarietà, ma poi sono scomparsi, rendendosi irreperibili.

            Tanti mi hanno garantito preghiere: purtroppo, con le preghiere non sono riuscito a togliere alcun debito, provocati da oltre due anni vissuti senza alcuna entrata.

            Altri, e sono la maggior parte, hanno preferito ignorarmi. Bontà loro!

            L’indifferenza, la mancanza di quella pietas e carità cristiana è la cosa peggiore che sto sperimentando in questi lunghi anni vissuti con l’incubo della solitudine e dell’incomprensione. Subisco l’ingiustizia di false accuse senza potermi neanche difendere, perché accusato, giudicato e condannato a mia insaputa. Ne sto subendo tutte le conseguenze a livello psicologico; per questo avrei voluto denunciare il mio grave disagio. Sono senza alcun incarico ormai da sette anni e trascorro così inutilmente le mie giornate, subendo un forte danno biologico e psicologico.

            Per oltre due anni sono rimasto senza alcun mezzo di sostentamento; infatti, a seguito della malattia di mia madre, ho dovuto lasciare il mio ultimo incarico di cappellano sulle navi e fermarmi a Palermo per poter restare vicino a mia madre. Per andare avanti in questi due anni ho dovuto contrarre debiti con le uniche persone che non chiedono garanzie, né garanti, ma i cui interessi diventano micidiali.

            Nel 2002 finalmente sono stato reinserito nel Sistema Sostentamento Clero, per un’indennità pari a 700 euro circa. A questo punto per pagare i primi debiti, ne ho dovuto contrarre altri presso alcune finanziarie, finché ultimamente la situazione è esplosa.

            Perché a questo punto un ulteriore inutile scritto da parte mia? Forse spero, forse mi illudo! Non è facile compiere gesti estremi ed eclatanti… L’ultima mia indennità integrativa di aprile, è stata pari a 590 euro, con i quali provvedere a tutte le spese: affitto (400 euro), bollette e viveri, oltre che a ripianare i debiti in passato contratti. Ciò con buona pace e tante belle parole di tutti coloro che sono a conoscenza di questa situazione disastrosa.

            Affido allo Spirito Santo questo mio scritto, perché possa ispirare chi avrà la pazienza e la bontà di leggermi a compiere un gesto d’amore e di carità, che il mondo religioso in questi anni mi ha sempre negato, ignorandomi.

            Non resta che inviare un sincero e devoto saluto in Cristo, nostro fratello.

Sac. Francesco Lo Gerfo

Via Libertà, 165 - 90143 Palermo

Tel. 091.348840 – Cell. 349.6411511

P. S. - Qualora le scarne notizie non fossero sufficienti per comprendere appieno la situazione, sono disponibile a tutte le chiarificazioni necessarie.

 

UNA TESTIMONIANZA

----- Original Message -----

From: ::: (... omissis…) :::

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Saturday, May 05, 2007 4:33 PM

Subject: Lettera per Dr. Nicolini

 

Egregio Dr. Nicolini, da diverso tempo conosco questo sito (www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm).

Mi chiamo A., e purtroppo conosco la disperazione e il dramma che vive quotidianamente chi ha abortito. Quanto dolore e quanto amore buttato via per un bambino che non nascerà. E quanta indifferenza e falsa solidarietà nei confronti di una donna che deve affrontare una gravidanza inattesa o indesiderata. Ho ancora oggi, e credo avrò per sempre, dentro al cuore le ferite di una mancanza così grave come è senza dubbio la consapevolezza che il proprio bimbo è andato distrutto. Poi è inutile rimpiangere il momento in cui si è state talmente fragili e vulnerabili da cedere ai ricatti e alle pressioni di chi considerava il proprio figlio, il proprio nipote, un errore o peggio un nemico da sopprimere. Se è interessato posso mandarle la mia testimonianza.

Di una cosa sono certa: esiste una grande omertà se si affronta il tema dell'aborto, della quale le donne, e purtroppo anch'io, ne sono vittime. Chissà che non siano proprio le donne che hanno abortito a fare chiarezza su ciò che hanno vissuto e subìto. A fare chiarezza sui loro sentimenti feriti, sulla loro libertà violata di diventare madri di un bambino che è unico e irripetibile, a parlare esplicitamente del rimpianto per non avere ricevuto l'aiuto al quale avevano diritto per evitare di abortire.

Spero di poterle parlare, anche attraverso una “mail”. Grazie.

Messaggio firmato

 

IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE

UNA PROPOSTA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLE COSCIENZE

IN FAVORE DEL DIRITTO ALLA VITA E CONTRO L’ABORTO

attraverso la diffusione di un filmato didattico-scientifico

trattante la vita umana pre-natale e l’aborto

 

“La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita”  (Catechismo Chiesa Cattolica, n°2270)

            La Beata Teresa di Calcutta diceva: "Se una madre può uccidere il suo stesso figlio nel suo grembo, distruggere la carne della sua carne, vita della sua vita e frutto del suo amore, perché ci sorprendiamo della violenza e del terrorismo che si sparge intorno a noi?". E aggiungeva severe parole profetiche: "L'aborto è il più grande nemico della pace, perché se una madre può uccidere il figlio, ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita e più facilmente possono uccidersi a vicenda".  Quanto sta attualmente accadendo nel mondo non ne è una tragica riprova?

            In proposito, il Card. Sodano, commentando la tragedia che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero l'11 settembre 2001, diceva: "C'è una legge naturale valida per tutti che Dio ha scritto nel cuore dell'uomo. Questa legge è identica per tutte le religioni e si traduce nel comandamento "NON UCCIDERE". Di qui, ha concluso il Card. Sodano, "un appello a lavorare insieme per rinnovare la nostra umanità, formando le coscienze, rispettando i grandi valori etici a cominciare dal diritto alla vita".

            Anche il Papa, Giovanni Paolo II, nell'Enciclica "Evangelium Vitae" (n°91) ammoniva che "solo la concorde cooperazione di quanti credono nel valore della vita potrà evitare una sconfitta della civiltà dalle conseguenze imprevedibili", invitando tutti ad accogliere "l'ardua sfida" per la vita, all'inizio del Terzo Millennio. Così il 13 gennaio 2003, al Corpo Diplomatico, Giovanni Paolo II ha ribadito: "Non vi sorprenda il fatto che, di fronte ad una platea di diplomatici, io proponga al riguardo alcuni imperativi, ai quali mi sembra necessario ottemperare, se si vuole evitare che popoli interi, forse addirittura l'umanità stessa, precipitino nell'abisso. Anzitutto un «SÌ ALLA VITA»! Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L'aborto, l'eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell'essere e della dignità della persona. Anche la stessa guerra attenta alla vita umana, perché reca con sé sofferenza e morte. La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita!".

In questo spirito, per partecipare attivamente in questa nuova e maggiore sensibilizzazione in favore del diritto alla vita e contro l'aborto, viene proposto il DVD "IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”, la cui riproduzione e diffusione è completamente libera (purché non a scopo di lucro), e che illustra chiaramente tutta la crudeltà del "delitto abominevole" dell'aborto (Gaudium et Spes, n.51), sanzionato dalla Chiesa con la scomunica (Can. 1398).

            In questo DVD è inserito il filmato “IL GRIDO SILENZIOSO”, realizzato dal Dott. Bernard Nathanson. Egli era stato direttore della più importante clinica per aborti degli Stati Uniti, poi “convertitosi”, e divenuto il più zelante sostenitore del “diritto alla vita” del bambino non nato. Il filmato venne realizzato durante l’effettuazione di un aborto, in cui l'ecografia mostra la scena drammatica del bambino che nel grembo materno tenta disperatamente di difendersi dall'apparecchio abortivo che lo sta uccidendo.

Chi volesse ricevere il filmato "IL GRIDO SILENZIOSO” può richiederlo al prof. Giorgio Nicolini, che ha ottenuto dal responsabile audiovisivi della casa editrice proprietaria del filmato di poterlo duplicare e utilizzare liberamente, curandone anche una rielaborazione didatticamente adatta pure per i giovani, dal titolo “IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”. Si precisa tuttavia che la visione di tale videocassetta richiede un certo grado di maturità da parte dello spettatore, ed essa non è consigliata a ragazzi minori dei quindici anni.

Si propone pertanto (in specie a insegnanti, genitori, parrocchie e associazioni) di fare richiesta di questo filmato per vederlo, duplicarlo e diffonderlo ulteriormente, ove possibile, per "sensibilizzare le coscienze" di giovani ed adulti al rispetto della vita umana nascente, con la speranza che possa salvare (come è anche avvenuto) qualche vita umana che sta per essere soppressa forse per ignoranza o per leggerezza. Si fanno tanti sforzi, a volte, per salvare una vita umana; ebbene, anche questa è un’occasione che va nella direzione giusta, di cui dobbiamo sentirci responsabili, con un gesto che contribuisca ad avallare l’unicità del valore della vita umana.

Per l’invio a domicilio del DVD o per avere maggiori informazioni sull’iniziativa rivolgersi direttamente al prof. Giorgio Nicolini di Ancona, ai seguenti recapiti: Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 – Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Siti Internet:  www.lavocecattolica.it www.operadellavita.it www.telemaria.it

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

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LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Nuova York, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

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LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

SOTTO LA TUA PROTEZIONE

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 aprile 2008, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, anche oggi vi invito tutti a crescere nell’amore di Dio come un fiore che sente i raggi caldi della primavera. Così anche voi, figlioli, crescete nell’amore di Dio e portatelo a tutti coloro che sono lontani da Dio. Cercate la volontà di Dio e fate del bene a coloro che Dio ha messo sul vostro cammino e siate luce e gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 

Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2008

Cari figli, per la volontà di Dio sono qui con voi in questo luogo. Desidero che apriate i vostri cuori e che mi riceviate come Madre. Io con il mio amore vi insegnerò la semplicità della vita e la ricchezza della Misericordia e vi guiderò a mio Figlio. La strada verso Lui può essere difficile e dolorosa ma non abbiate paura; io sarò con voi. Le mie mani vi sosterranno fino alla fine, fino alla gioia eterna e perciò non abbiate paura di aprirvi a me. Pregate per i sacerdoti. Mio Figlio ve li ha donati.

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

 

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera3maggio2008.htm

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto, ad Ancona e sino al colle ove poi sorse Loreto, quale “nuova Nazareth”. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona e Loreto, con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazaret.

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

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UN ANNO DI TRASMISSIONI IN INTERNET

1° ANNIVERSARIO

DALL’INIZIO DELLE TRASMISSIONI DI TELE MARIA

provvidenzialmente avviatesi

proprio all'inizio del mese dedicato a Maria

e nel giorno commemorativo del suo sposo Giuseppe

1° maggio 2007-1° maggio 2008

Da 500 a 1000 spettatori collegati quotidianamente

Complessivamente 235.000 spettatori collegati nel primo anno di attività di TELE MARIA

(media mensile: circa 19.600 spettatori collegati ogni mese)

(media quotidiana: circa 650 spettatori collegati al giorno)

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TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

 

PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO IN ONDA da LORETO

BENTORNATO, CARDINALE!... ANGELO COMASTRI

Spettacolo e canti organizzati dai lauretani il 26 aprile 2008 per festeggiare il loro amato pastore tornato in pellegrinaggio nella Santa Casa dopo essere divenuto Vicario del Santo Padre  ed essere stato nominato Cardinale - CON LA PARTECIPAZIONE DEL NUOVO VESCOVO DI LORETO MONS. GIOVANNI TONUCCI

PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO IN ONDA da ANCONA

LE CELEBRAZIONI DEL SANTO PATRONO SAN CIRIACO,

IL PROTAGONISTA DEL RITROVAMENTO DELLA CROCE DI CRISTO SUL MONTE CALVARIO

 

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TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it

TELE MARIA è una nuova Emittente Televisiva Cattolica in Internet nata dall’ispirazione di Maria

Trasmette programmi secondo le indicazioni dell’esortazione di San Paolo apostolo ai cristiani:

"FRATELLI, TUTTO QUELLO CHE E' VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO, QUELLO CHE E' VIRTU' E MERITA LODE, TUTTO QUESTO SIA OGGETTO DEI VOSTRI PENSIERI" (cfr. Fil.4,8).

NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA

TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”

SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE

LA SANTA CASA DI GESU’, DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA

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