Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI:
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDIUGORIE
NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Messaggio da Mediugorie del 25 giugno 2008
“Cari figli, anche oggi con grande gioia nel mio cuore vi invito a seguirmi e ad ascoltare i miei messaggi. Siate gioiosi portatori della pace e dell’amore in questo mondo senza pace. Io sono con voi e vi benedico tutti con mio Figlio Gesù Re della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
IN PREPARAZIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE AD ANCONA
(4-11 settembre 2011)
GESU’ TORNA A VISITARE LA CITTA’ AMATA, LA CITTA’ DI MARIA, LA CITTA’ DELLA FEDE…
Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento.
Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità, perché noi fossimo come una primizia delle sue creature.
(Gc.1,17-18)
Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona.
Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più.
Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio…
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
(Apocalisse 3,11-13)
LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto prodigiosamente la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.
(LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).
Ancon Dorica Civitas Fidei
"lettera INFORMATIVA n°110
LA VOCE
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
SAN BENEDETTO
E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELL’EUROPA
L’OFFERTA DI UNA MAMMA PER LA RIEVANGELIZZAZIONE DELL’EUROPA
Santa Maria Goretti, martire della purezza
TELE MARIA – Emittente Televisiva Cattolica in Internet - www.telemaria.it
TRASMISSIONI INTERNAZIONALI QUOTIDIANE MEDIANTE LA RETE INTERNET www.telemaria.it
NELLA PROGRAMMAZIONE di TELE MARIA
TRASMISSIONI CONTINUATE SU “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO”
SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE
ANCONA
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Venerdì, 11 luglio 2008
Sabato, 11 luglio 2014
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
25 MARZO 2008: 2014° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
SABATO, 1° MARZO 2008 = DOMENICA, 1° MARZO 2014
INIZIO ANNO 2014
dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato.
(Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28). Il grande Pontefice Beato PIO IX dichiarava: “Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà. E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni. Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti. Verità dolce, ma intatta, inviolata” (Beato Pio IX)
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
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TOTUS TUUS EGO SUM
QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,
di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona, e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti
Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
(Gal.2,20)
NON E’ LA LIBERTA’ CHE CI FA VERI, MA E’ LA VERITA’ CHE CI FA LIBERI
Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: “Voce di uno che grida nel deserto”. Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza (Card. G. Biffi).
“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”
(Prov.25,25)
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...
Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
E IL VERBO
“il più bello tra i figli dell'uomo” (Sal.44/45,3)
Si fece carne
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni. Ma, su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l'amicizia sicura di Colui che è la vita”
(Benedetto XVI, Omelia dell’8 gennaio 2006)
Lettera di Giovanni Paolo II a Mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, 15 agosto 1993
Il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita di tutto il popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio (…), possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità. Possa questo Santuario di Loreto essere sempre come una finestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane, annunzianti la santificazione delle anime, delle famiglie, dei popoli. La Vergine Lauretana dall’alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli (…)”.
LETTURA BIBLICA DEL GIORNO
DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO A TIMOTEO (2,1-10)
Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.
DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PIETRO (3,1-7)
Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti -; cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.
SAN BENEDETTO
PATRONO D’EUROPA
Pio XII - Omelia a San Paolo-Fuori-le-Mura, 18 settembre 1947
ORA ET LABORA
San benedetto è il padre dell’Europa. Quando l’Impero romano è crollato, consumato dalla vecchiaia e dai vizi, e i barbari si sono lanciati sulle sue province, quell’uomo, che è stato chiamato “l’ultimo dei grandi Romani” (secondo l’espressione di Tertulliano), unendo allo stesso tempo la romanità e il Vangelo, ha attinto a queste due fonti il soccorso e la forza per unire efficacemente i popoli di Europa sotto il vessillo e l’autorità di Cristo... Infatti dal mare Baltico al mare Mediterraneo, dall’oceano Atlantico alle piane della Polonia, legioni di monaci benedettini si sono diffusi, rendendo mansuete le nazioni ribelli e selvagge con la croce, i libri e l’aratro.
“Prega e lavora”: questa massima dei benedettini non contiene forse, nella sua brevità maestosa, ciò che è la legge principale dell’umanità e della sua regola di vita?... Pregare, è un precetto divino, come pure lavorare: dobbiamo adempiere l’uno e l’altro per la gloria di Dio e il perfezionamento dei nostri spiriti e dei nostri corpi... Ora [l’indomani della seconda guerra mondiale: n.d.r.], l’Europa geme sotto le calamità e le miserie che ha subìte... In mezzo a questa tempesta che fa cadere l’Europa nel disastro e nella sventura, non è inopportuno né inutile ricordare che delle forze interiori potenti, una lunga eccellenza di civilizzazione... si erano stabilite in Europa come su un fondamento di una grande solidità.
LA SCELTA DEL NOME
DEL PAPA BENEDETTO XVI
Alla
Prima Udienza Generale del Mercoledì, 27 aprile 2005
Carissimi Fratelli e Sorelle!
Sono lieto di accogliervi e rivolgo un cordiale saluto a quanti siete qui presenti, come pure a coloro che ci seguono mediante la radio e la televisione. Come ho già espresso nel primo incontro con i Signori Cardinali, proprio mercoledì della settimana scorsa nella Cappella Sistina, sperimento nell’animo sentimenti tra loro contrastanti in questi giorni d’inizio del mio ministero petrino: stupore e gratitudine nei confronti di Dio che ha sorpreso innanzitutto me stesso, chiamandomi a succedere all’apostolo Pietro; interiore trepidazione dinanzi alla grandezza del compito e delle responsabilità che mi sono state affidate. Mi dà però serenità e gioia la certezza dell’aiuto di Dio, della sua Madre Santissima, la Vergine Maria, e dei santi Protettori; mi è di sostegno anche la vicinanza spirituale dell’intero Popolo di Dio al quale, come domenica scorsa ho avuto modo di ripetere, continuo a chiedere di accompagnarmi con insistente preghiera.
Dopo la pia dipartita del mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, riprendono quest’oggi le tradizionali Udienze generali del mercoledì. Ritorniamo così nella normalità. In questo primo incontro vorrei anzitutto soffermarmi sul nome che ho scelto divenendo Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa.
Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti.
Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia, compatrono d’Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigida di Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. La progressiva espansione dell’Ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. San Benedetto è perciò molto venerato anche in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d’origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l’unità dell’Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà. Di questo Padre del Monachesimo occidentale conosciamo la raccomandazione lasciata ai monaci nella sua Regola: “Nulla assolutamente antepongano a Cristo” (Regola 72,11; cfr 4,21). All’inizio del mio servizio come Successore di Pietro chiedo a san Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!
Ritorna con affetto il mio pensiero al venerato predecessore Giovanni Paolo II , al quale siamo debitori di una straordinaria eredità spirituale. “Le nostre comunità cristiane – ha scritto nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte – devono diventare autentiche scuole di preghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero invaghimento del cuore - così il Papa Giovanni Paolo II” (n. 33). Queste indicazioni ha cercato di porre in atto egli stesso dedicando le catechesi del mercoledì degli ultimi tempi al commento dei Salmi delle Lodi e dei Vespri. Come egli fece all’inizio del suo pontificato, quando volle proseguire le riflessioni avviate dal suo Predecessore sulle virtù cristiane (cfr Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I [1978], pp. 60-63), così anch’io intendo riproporre nei prossimi appuntamenti settimanali il commento da lui preparato sulla seconda parte dei Salmi e Cantici che compongono i Vespri. Con il prossimo mercoledì quindi riprenderò proprio da dove si erano interrotte le sue catechesi, nell’Udienza generale del 26 gennaio scorso.
Cari Amici, grazie di nuovo per la vostra visita, grazie per l’affetto di cui mi circondate. Sono sentimenti che ricambio cordialmente con una speciale benedizione, che imparto a voi qui presenti, ai vostri familiari e a tutte le persone care.
Benedetto XVI (27 aprile 2005: prima Udienza Generale dopo l’elezione a Sommo Pontefice)
IL RICORDO DELL’OFFERTA DELLA VITA DI UNA MAMMA
PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELL’EUROPA
NEL 3° ANNIVERSARIO
(11 LUGLIO 2005-11 LUGLIO 2008)
Cfr. www.lavocecattolica.it/dedica.sito.htm
DALLA LETTERA “SCRITTA” ALLA MAMMA DI GESU’
NELL’ULTIMO GIORNO DELLA MIA MAMMA TERRENA
(10 luglio 2005, ore 23.05)
O dolcissima Mamma di Gesù, stamane mi hai donato l’ultima gioia della Santa Messa celebrata proprio per il papà e la mamma, in Parrocchia, non programmata e non pensabile in gennaio per questa circostanza. E mi hai dato anche la gioia, verso le ore 13.00, di trovarmi da solo con la mia mamma, ormai in coma. Ma nel recitarle accanto la Comunione Spirituale ella ha subito riaperto i suoi occhi limpidi e lucidi e mi ha guardato con amorevolezza. Poi si è sforzata di seguire con la mente le preghiere che recitavo accanto a lei. Dopo le preghiere si è come addormentata ed è entrata nel coma definitivo e in questo momento la sua bella anima è ormai prossima a lasciare questa terra… Domani è la Festa di San Benedetto, Patrono d’Europa, e volentieri ti offro la vita della mia mamma per ottenere la grazia della rievangelizzazione dell’Europa. A San Benedetto affido la sua anima e ti chiedo di accoglierla nel tuo Cuore Immacolato, pura da ogni colpa e da ogni pena e di poterla far entrare in Paradiso subito, senza passare per il Purgatorio. Il tuo Santo Scapolare che indossa la protegga fino all’ultimo respiro nel tuo manto materno. Dona, dolce Mamma di Gesù, la Vita Eterna alla mia dolcissima mamma terrena.
Il tuo umile figlio
TOTUS TUUS EGO SUM
LA MIA MAMMA E’ SPIRATA CIRCA TRE ORE DOPO, ALLE ORE 02.35 DELL’11 LUGLIO 2005
FESTA DI SAN BENEDETTO, PATRONO D’EUROPA
Ancona
Lunedì, 11 luglio 2005
San Benedetto, Patrono d'Europa
Grazie, mamma!
Benedetto il tuo nome in eterno!
«Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l'Onnipotente.
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta, le hanno dato una veste di lino puro splendente».
La veste di lino sono le
opere giuste dei santi.
Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle
nozze dell'Agnello!»
(Ap.19,6-9)
Alle ore 02.35 di lunedì 11 luglio 2005 la mia mamma, di nome Elisa e dal cuore dolcissimo, dopo una vita di esemplare vedovanza, condotta nella totale dedizione ai figli ed al prossimo, ha reso la sua bella anima a Dio, dopo aver vissuto con fede, pazienza e rassegnazione gli ultimi anni di martirio del suo corpo gravemente ammalato.
Ella, il 2 febbraio 2000, durante l'Anno Santo, nel giorno della Festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, dovendo subire proprio in quel giorno l'amputazione della gamba sinistra, accettò di offrire quel sacrificio per la conversione dei peccatori e in suffragio delle anime del Purgatorio, così come Maria offrì Gesù Bambino al Tempio per la salvezza degli uomini. Vivendo per oltre cinque anni tra immense sofferenze fisiche, tra letto e carrozzina, tra innumerevoli ricoveri ospedalieri ed interventi chirurgici ella ha rinnovato sempre tale offerta, specie nella Comunione Eucaristica quasi Quotidiana.
Ottenuto il 28 marzo il dono di poter raggiungere, nella gioia della famiglia e dei suoi numerosi figli, i suoi 90 anni, con un particolare permesso del Vescovo per quella circostanza, potei ottenere di farle il dono di poter far celebrare la Santa Messa in casa, dal Parroco, in ringraziamento del raggiungimento di quel “dono” dei suoi 90 anni.
Ma subito, circa 36 ore dopo, ottenuta dal Signore quell'ultima gioia spirituale e familiare, è entrata nella sua crisi più grave ed irreversibile, che si è andata sempre più acuendo, fino a questi ultimi giorni, ove pur in uno stato di “pre-coma” ho potuto portarle un'ultima Comunione sabato scorso 9 luglio, con il rinnovo cosciente della sua offerta, riuscendo anche ad esprimere in un modo particolare tutte le sue benedizioni che donava a tutti e tutte coloro che l'avevano assistita ed aiutata in ogni modo, materiale e spirituale.
Spesso, per darle forza nei momenti più difficili, ricordavo alla mia mamma la “santa morte” che fece mio padre, di nome Augusto, che pure visse gli ultimi quattro anni spesso in Ospedale, patendo molteplici interventi chirurgici a causa di un tumore maligno. Quando non ci fu più nulla da fare, venne rimandato a casa. Il 31 gennaio 1960 (aveva solo 50 anni) volle essere portato con la carrozzina nella Santa Casa di Loreto. A sera, tornando a casa, disse a mia madre: “Io non ho chiesto alla Madonna la guarigione, ma che Dio facesse ciò che era meglio per me”. Il giorno dopo fece chiamare il Parroco, si confessò, si comunicò, si fece dare l’Estrema Unzione, ripetendo tutte le preghiere con il sacerdote, poi – attorniato dai parenti – d’improvviso sollevò il suo volto verso l’alto, come se vedesse “Qualcuno”, a cui disse: “Signore, fammeli vedere dal Cielo questi miei figli”: e subito spirò con un ineffabile ed indimenticabile sorriso.
Anche la mia mamma ha vissuto i suoi ultimi giorni con le stesse disposizioni, accogliendo, infine, il Signore, l'offerta fattagli della restituzione della vita da lui donata alla mia mamma proprio per l'11 luglio, il giorno della Festa di San Benedetto, Patrono d'Europa, per dare modo al Signore, con quest'ultima offerta, di poter elargire un piccolo apporto di “grazia” in più per l'avvio della “ri-evangelizzazione” dell'Europa, secondo il progetto del Santo Padre Benedetto XVI.
La sua bella anima è spirata nella pace, dopo aver ricevuto tutti i Sacramenti, aver fatto nella vita sempre i Primi Venerdì del Mese, i Primi Sabati del Mese, e avere sempre indossato ed essere infine spirata con il Santo Scapolare della Vergine del Carmelo (a cui è legato “il Privilegio Sabatino”, di cui ella ha usufruito il successivo 16 luglio, proprio nella provvidenziale coincidenza della Festa della Vergine del Carmelo), unitamente alla recita di tanti, per lei e accanto a lei, della Coroncina della Divina Misericordia, per accompagnarla all'incontro definitivo con il Signore Gesù e la Vergine Immacolata, da lei tanto amati e serviti nella vita, e a ricongiungersi per l'eternità con il suo sposo terreno Augusto ed il suo bambino primogenito Leonardo, salito in Paradiso a soli sei mesi di età.
Il suo bel volto, rimasto sempre senza una ruga, dopo la morte è apparso sorprendentemente ringiovanito, ed è rimasto esposto con una espressione composta, con una gravità soave e serena, con un soffuso sorriso, quasi la sua bocca fosse sempre in procinto di riaprirsi ancora a parlare e a donare le sue parole amabili di pace e di conforto, elargiti a tutti coloro che aveva incontrato e beneficato nella vita.
Di fronte al mistero della morte San Paolo ci ricorda e ci conforta: "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione... Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui" (Rom.6,4-5.8-9).
Nella vicinanza dell'incontro definitivo con Dio nella Vita Eterna ricordavo spesso alla mia mamma questo "mistero" della nostra risurrezione futura, secondo come insegna San Paolo: "Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?»... Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo (Gesù Cristo) divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo... E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste... Ecco io vi annunzio un mistero: ... tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità... Siano rese grazie a Dio che ci dá la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore" (1ªCor.15,35.42-58).
Ringrazio, con questo umile mezzo di Internet - non potendo farlo personalmente - quanti hanno scritto o telefonato nei mesi e nei giorni passati assicurando le loro preghiere per accompagnare l'incontro definitivo dell'anima immortale della mia mamma con il suo Creatore e Padre e con il nostro Salvatore Gesù e la Vergine Immacolata. A tutti gli iscritti che ricevono “LA VOCE” un “grazie di cuore” e il ricordo vivo nella preghiera al Signore.
Personalmente voglio anche rendere partecipi quanti ricevono questi “testi” di una misteriosa gioia spirituale che ho provato nel giorno della sua dipartita, nel sentire anche più viva nell'intimo la presenza di colei che mi aveva donato la vita e tutta la sua dedizione, e che - dopo Dio - più ho amato nella vita: perché ora la sento “realmente” ancora più vicina, nella “verità della Comunione dei Santi”, ove il suo amore materno ora non conosce più confini e si dilata nella Luce Infinita di Dio e ove ora può avere il dono della conoscenza e di pregare per tutti quanti ha amato e l'hanno amata nella vita ed anche hanno pregato per lei, anche se sconosciuti, anche attraverso Internet.
Sia benedetta ogni mamma che accoglie con amore e dedizione ogni vita che sboccia nel suo grembo, che è “TEMPIO DELLA VITA”, ove Dio ha infuso in ognuno di noi, per mezzo di ogni mamma, dall'istante del concepimento, un'anima immortale che, dopo il distacco dal corpo, può avere il dono ineffabile di vedere e godere Dio per l'eternità.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Quelle cose che occhio non
vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.
(1^Cor.2,9)
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra,
riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.
(2^Cor.5,1)
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio (Ap.21,1-7).
Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce (Col.1,9-12).
Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare i dolori di tua madre.
Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
(Sir.7,27-28)
Se tutti gli angeli e tutti i geni del mondo avessero studiato ciò che veramente ti è utile in questa o quella situazione, in questo o quel dolore, in questa tentazione o perdita dolorosa, essi non avrebbero trovato ciò che sarebbe stato più adatto per te di ciò che ti ha colpito. Così la Divina Provvidenza di Dio ha pensato fin dall'inizio di darti questa croce quale prezioso regalo proveniente dal suo cuore. Prima di darla a te, Egli l'ha meditata con il suo occhio onnisciente, l'ha pensata con la sua divina intelligenza, l'ha esaminata con la sua saggia giustizia, l'ha riscaldata con la sua misericordia amorosa. Egli l'ha pesata con le sue due mani, affinché non sia troppo grande di un millimetro né troppo pesante di un milligrammo. Poi l'ha benedetta col suo santo nome, unta con la sua grazia, riempita con la sua consolazione e ancora una volta ha guardato te e il tuo coraggio. Essa viene a te addirittura dal cielo come un richiamo di Dio e come regalo del suo amore misericordioso, affinché tu diventi completamente te stesso e trovi in Dio la sua pienezza
(San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa)
Leggi all'indirizzo Internet:
www.lavocecattolica.it/anima.htm
L'ESISTENZA DELL'ANIMA SPIRITUALE FIN DALL'ISTANTE DEL CONCEPIMENTO
L’affettuoso pensiero, con disegno, di una alunna a questa dedica, sul tema “Se incontrassi… Gesù Risorto, con il maestro e la classe”: “Io se incontrassi Gesù con il maestro e la classe sarei felicissima e avrei una gioia eterna, perché Lui è il Figlio di Dio e gli direi se Lui potesse benedire tutti i bambini del mondo, tutti i maestri del mondo, soprattutto Giorgio, e tutti i genitori del mondo che hanno cura di noi e ci aiutano. Signore, fa anche che Giorgio, il nostro Maestro di Religione, quando sarà il suo momento lo porterai con te e così incontrerà sua madre”.
Erika
LA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO
(memoria liturgica il 16 luglio)
(a cura del Prof. Giorgio Nicolini)
Storia
“Scapolare” viene da “scapola” e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il “giogo dolce” di Cristo (cfr. Mt.11,29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano - per le caratteristiche proprie di quest'Ordine - lo scapolare assunse ben presto un significato mariano.
L'Ordine Carmelitano, a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine c'è infatti un gruppo anonimo di eremiti, che, nel XII secolo, si ritirarono sul Monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, ascesi e preghiera contemplativa, a imitazione del profeta biblico Elia. Il loro nome originario è “Fratelli della Beata Vergine Maria”, fatto che li caratterizzerà, fin dall'inizio, assieme al legame con Elia, contemplativo e profeta, come “l'ordine della Vergine”.
LO SCAPOLARE DI NOSTRA SIGNORA DEL CARMELO
Nelle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, sono state confermate le due principali devozioni mariane che hanno resistito alla prova del tempo: quella del Rosario e quella dello Scapolare.
Donate agli uomini durante il Medioevo, queste devozioni concedono privilegi inestimabili in relazione alla perseveranza, alla salvezza dell'anima e alla conversione del mondo. Esse furono sempre importanti e attuali, ma con le rivelazioni di Fatima sono diventate ancor più necessarie ed urgenti.
Alla conclusione delle apparizioni, il giorno 13 ottobre 1917, mentre avveniva il grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 persone, la Madre di Dio si mostrò ai tre pastorelli (Lucia, e i Beati Francesco e Giacinta) nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo, presentando loro, nelle mani, lo Scapolare.
E' certo che, avvenendo nel momento più alto fra tutti i fenomeni accaduti a Fatima, quest'apparizione finale non fu un dettaglio senza importanza. Si può concludere perfino che i privilegi inestimabili legati allo Scapolare sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Infatti, i riferimenti all'Inferno e al Purgatorio, la necessità della penitenza e l'intercessione di Nostra Signora contenuti nel Messaggio sono in assoluta consonanza con le promesse collegate allo Scapolare.
Chi pone l'attenzione sul vero significato delle apparizioni, concluderà facilmente che l'esaudimento delle richieste di Nostra Signora di Fatima impone che si conosca l'importanza del dono dello Scapolare, e che questo sia diffuso il più ampiamente possibile. Concluderà anche, certamente, che l'abbandono nel quale cadde a poco a poco la devozione allo Scapolare avvenne parallelamente al crescente disconoscimento del significato profondo del Messaggio della Madre di Dio.
Così, nella commemorazione dei 750 anni della consegna dello Scapolare a San Simone Stock, non ci potrebbe essere occasione migliore per i devoti di Nostra Signora di Fatima per lavorare con zelo, al fine di ristabilire l'uso di questo sacramentale che l'incommensurabile bontà della Madre di Dio ci ha lasciato. Sarà un altro grande passo verso il compimento della missione che la Santissima Vergine ci ha affidato a Fatima: stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Quando il profeta dello zelo ardente si ritirò lassù, verso il IX secolo prima dell'Incarnazione del Figlio di Dio, erano tre anni che un'implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina, castigando l'infedeltà degli ebrei verso Dio. Mentre pregava con fervore, chiedendo che il castigo fosse alleviato per i meriti di Quel Redentore che sarebbe dovuto venire, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, ordinandogli: “Vai e guarda dal lato del mare…”. Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse: "Non c'è nulla". Fiducioso, il Profeta gli fece fare sette volte l'infruttuosa scalata. Alla fine il servo ritornò, dicendo: "Vedo una nuvoletta della grandezza di un'orma di un uomo". Difatti, la nube era tanto piccola e diafana che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell'infuocato vento del deserto. Ma no; a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l'orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua. Fu la salvezza del popolo di Dio. La piccola nuvola era una figura dell'umile Maria, i cui meriti e virtù avrebbero superato quelli di tutto il genere umano, attraendo il perdono e la Redenzione per i peccatori. Il Profeta Elia aveva scorto nella sua contemplazione il ruolo di mediatrice della Madre del Messia atteso. Fu, per così dire, il suo primo devoto.
Una bella tradizione ci dice che, sull'esempio di Sant'Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che lassù vissero e pregarono, recuperando e trasmettendo ad altri lo spirito eliatico. E quel luogo santificato da uomini contemplativi richiamava altri contemplativi. Verso il secolo IV, quando cominciarono ad apparire i primi monaci solitari dell'Oriente, le pendici rocciose del Monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile delle comunità bizantine, le cui tracce si vedono ancor oggi. Più tardi, verso il secolo XII, un gruppo di nuove vocazioni, questa volta venute dall'Occidente unitamente alle Crociate, aggiunse nuovo fervore all'antico movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia. La piccola "nuvoletta" cresceva sempre di più.
La crescita del numero dei fratelli di Nostra Signora del Monte Carmelo rendeva necessaria un'organizzazione più perfezionata. Nel 1225 una delegazione dell'Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l'approvazione di una Regola, effettivamente concessa dal Papa Onorio III nel 1226.
Con l'invasione dei Luoghi Santi da parte dei musulmani, il superiore del Monte Carmelo diede il permesso ai religiosi perché si trasferissero in Occidente dove fondarono nuove comunità: ciò che molti fecero dopo la caduta dell'ultimo baluardo di resistenza cristiana, il Forte San Giovanni d'Acri. I pochi che vi erano rimasti furono martirizzati mentre cantavano la “Salve Regina”.
Nel Continente Europeo i frati del Carmelo cominciarono ad andare vagando come membri di un Ordine quasi sconosciuto, malvisto e sull'orlo della scomparsa. La famiglia religiosa di Elia sembrava un tronco secco e vecchio, destinato a disfarsi in poco tempo.
Era il momento atteso da Nostra Signora per far rifiorire, sull'alto della verga disseccata, un fiore: San Simone Stock. Questo inglese di riconosciuta virtù, era stato eletto all'incarico di Generale dell'Ordine. Tuttavia, non esercitava un'effettiva autorità sopra i suoi sudditi, poiché il Carmelo non possedeva ancora una struttura giuridica coesa e uniforme, capace di conservare uno spirito, promuoverlo e trasmetterlo alla posterità.
La virtù compensava, però, la mancanza di autorità. Pregando Nostra Signora con molto fervore San Simone La implorò che non permettesse la scomparsa dell'Ordine Carmelitano. In questa desolante situazione la Santissima Vergine apparve al suo buon servitore (nel 1251) e gli consegnò lo Scapolare, perché fosse usato sopra le vesti.
In quell'epoca i servi usavano una tunica come abito civile. Sopra di essa indossavano una tunica più piccola, che indicava, per il colore e per caratteristiche peculiari, l'identità del suo padrone. Lo Scapolare del Carmelo era simile a questa piccola tunica. Nostra Signora consegnava, quindi, a San Simone Stock, una livrea propria dei suoi servi, affinché fosse usata da tutti i carmelitani, e prometteva:
“Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell'Inferno. Esso è un segno di salvezza, di protezione e di sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre".
Questa meravigliosa promessa della Santissima Vergine non è di poco valore per il cristiano che realmente desidera salvare la sua anima. Molti Papi e teologi hanno confermato e spiegato che chi ha una vera devozione per lo Scapolare e lo usa effettivamente riceverà da Maria Santissima la grazia della contrizione e della perseveranza finale. E' una promessa simile a quella dei Primi Cinque Sabati del Mese e dei Primi Nove Venerdì del Mese.
Ma una seconda promessa fatta da Nostra Signora del Carmelo ha dato una ancor più rilevante importanza alla devozione dello Scapolare. In un’apparizione al Papa Giovanni XXII, riferendosi a quelli che avrebbero portato lo Scapolare durante la loro vita, la Santissima Vergine disse quanto segue: “O Giovanni, Vicario del mio diletto Figlio… concedi ampia conferma al mio santo e devoto ordine del Carmelo, iniziato da Elia ed Eliseo… E anche altri, se entreranno, faranno parte per Devozione, portando l’Abito Santo… Io, Madre Grazia, libererò quanto prima e specialmente il primo sabato dopo la sua morte, quanti troverò nel Purgatorio: li libererò e li condurrò al monte santo della Vita Eterna". Lo stesso Pontefice confermò questa indulgenza plenaria nella celebre Bolla Sabatina, del 3 marzo 1322, confermata posteriormente da diversi Papi come Alessandro V, Clemente VII, Paolo III, San Pio V e San Pio X.
Nel 1950 il Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio perché "sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. Scrisse anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett. “Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il Papa Paolo VI esortava (nel 1965): “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche il Papa Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All'inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a tutti i fedeli.
A partire dal misericordioso intervento della Madre di Dio, dopo l’apparizione a San Simone Stock, l'Ordine Carmelitano rifiorì e conobbe altri periodi di gloria, accrescendo in tutta la Chiesa Cattolica la devozione alla Santissima Vergine. In questo Ordine nacquero tre luminari, per non citare che questi, che risplenderanno dappertutto e per sempre nel firmamento della Chiesa: Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, tutti e tre proclamati “Dottori della Chiesa”.
Lo Scapolare non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina nell’istante dell'ultimo respiro. Esso è anche “un sacramentale”, che attrae le benedizioni divine su chi lo usa con pietà e devozione. Innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la sua efficacia spirituale tra i fedeli. Nelle "Cronache del Carmelo" ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno.
1 - Nello stesso giorno in cui San Simone Stock ricevette dalla Madre di Dio lo Scapolare e la promessa fu chiamato ad assistere un moribondo, che era disperato. Quando arrivò, mise sul pover'uomo lo Scapolare che aveva appena ricevuto, chiedendo a Nostra Signora che mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente l'impenitente si pentì, si confessò e morì nella grazia di Dio.
2 - Sant'Alfonso Maria de’ Liguori morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo vescovo, all'aprirsi del suo tumulo si constatò che il corpo era ridotto in cenere, così come il suo abito; soltanto il suo Scapolare era completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel Monastero di Sant'Alfonso, a Roma. Lo stesso fenomeno di conservazione dello Scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San Giovanni Bosco, quasi un secolo dopo.
3 - Nell'ospedale di Belleview, di New York, fu ricoverato un anziano. L'infermiera che lo assistette, vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò subito di chiamare un sacerdote. Mentre questi recitava la preghiera degli agonizzanti, il malato aprì gli occhi e disse: "Padre, io non sono cattolico". "Allora, perché usa questo scapolare?''. "Ho promesso ad un amico che l'avrei usato sempre e di pregare tutti i giorni un'Ave Maria". "Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare cattolico?". "Sì, Padre, lo voglio. L'ho desiderato tutta la mia vita". Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli ultimi sacramenti. Poco tempo dopo il povero signore moriva dolcemente. La Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera anima che indossava il suo scudo".
Nel 1917, a Fatima, a conclusione delle apparizioni, durante le quali Nostra Signora proclamò la verità della sua sovranità e profetizzò il trionfo del suo Cuore Immacolato, Ella apparve rivestita dell'abito della sua più antica devozione, quello del Carmelo. E, in questo modo, mostrò come una sintesi tra lo storicamente più remoto (il Monte Carmelo), il più recente (la devozione al Cuore Immacolato di Maria) ed il futuro glorioso, che è il trionfo ed il regno di questo stesso Cuore.
Lo Scapolare è un segno inequivocabile che il cattolico zelante dell'adempimento delle richieste della Madre di Dio troverà in questa devozione una fonte abbondante di grazie per la sua conversione personale e per il suo apostolato, specialmente in questi tempi di profonda scristianizzazione della nostra società. Questo "Vestito di Grazia" fortificherà la sua certezza che, nel chiudere gli occhi a questa vita e nell'aprirli all’eternità, troverà il suo fine ultimo, Cristo Gesù, nella Gloria Eterna.
Gode dei privilegi legati allo Scapolare colui che diventa membro della famiglia carmelitana. A tale scopo esso deve essere obbligatoriamente imposto dal sacerdote, secondo il rituale previsto. In caso di pericolo di morte, però, se è impossibile trovare un sacerdote, anche un laico lo può imporre, recitando una preghiera a Nostra Signora e utilizzando uno Scapolare già benedetto.
Qualunque sacerdote o diacono può effettuare l'imposizione dello Scapolare. Per fare questo, deve utilizzare una delle formule per la benedizione previste nel Rituale romano.
Lo Scapolare deve essere indossato in modo continuo (anche durante la notte). In caso di necessità, come quando ci si deve lavare, è permesso toglierselo, senza perdere il beneficio della promessa.
Lo Scapolare viene benedetto soltanto una volta, quando viene fatta l'imposizione: tale benedizione ha valore per tutta la vita. La benedizione del primo Scapolare, perciò, è trasmessa agli altri scapolari che si utilizzassero per sostituire quello precedente deteriorato.
La “medaglia-scapolare” - Il papa San Pio X concesse la facoltà di sostituire lo Scapolare di stoffa con una medaglia, che deve avere su una delle facce il Sacro Cuore di Gesù e, nell'altra, qualche immagine di Nostra Signora. La si può usare ininterrottamente (al collo o in altro modo), godendo dei medesimi benefici promessi per lo scapolare. Tuttavia, la medaglia non può essere imposta, ma deve essere soltanto utilizzata in sostituzione del tessuto già ricevuto. E' raccomandabile, quindi, che non si smetta completamente di usare lo scapolare di stoffa, anche quando si usa abitualmente la medaglia (per esempio, si può portarlo durante la notte). In ogni modo, la cerimonia dell'imposizione deve necessariamente essere fatta con lo scapolare di tessuto. Quando si cambia la medaglia, non è necessaria un'altra benedizione.
1 - Per beneficiare della promessa principale, la preservazione dall'Inferno, non esiste altra condizione che l'appropriato uso dello Scapolare: cioè, riceverlo con retta intenzione e portarlo effettivamente sino all'ora della morte. Si suppone, per questo effetto, che la persona abbia continuato a portarlo, anche se nel punto di morte ne fosse stata privata senza il suo consenso, come nel caso dei malati negli ospedali.
2 - Per beneficiare del "privilegio sabatino'', è necessario adempiere a tre requisiti:
a) Portare abitualmente lo Scapolare (o la medaglia).
b) Conservare la castità consona al proprio stato (totale, per i celibi, e coniugale per gli sposati). Si noti che questo è un obbligo di tutti e di qualunque cristiano, ma godrà di questo privilegio soltanto chi vivrà abitualmente in tale stato.
c) Recitare quotidianamente il piccolo Ufficio di Nostra Signora. Tuttavia il sacerdote, nel fare l'imposizione, ha il potere di commutare questa obbligazione un po' difficile per il comune laico. Si suole sostituirlo con la recita giornaliera del Rosario. Le persone non devono temere di chiedere al sacerdote questa commutazione.
3 - Coloro che ricevono lo Scapolare e poi dimenticano di portarlo non commettono peccato. Cessano soltanto di ricevere i benefici. Colui che torna a portarlo, anche se lo ha lasciato per un lungo tempo, non ha bisogno di un’imposizione.
1 - E' concessa l’indulgenza parziale a colui che, portando devotamente lo Scapolare, o la medaglia sostitutiva, faccia un atto di unione con la Santissima Vergine o con Dio attraverso lo Scapolare; per esempio, baciandolo, o formulando un'intenzione o una richiesta.
2 - E' concessa l'indulgenza plenaria (remissione di tutte le pene del Purgatorio) nel giorno in cui si riceve per la prima volta lo Scapolare; e anche nelle feste di Nostra Signora del Monte Carmelo (16 luglio), di Sant'Elia (20 luglio), di Santa Teresa del Bambino Gesù (1° ottobre), di tutti i Santi dell'Ordine del Carmelo (14 novembre), di Santa Teresa d’Avila (15 ottobre), di San Giovanni della Croce (14 dicembre) e di San Simone Stock (16 maggio).
E' bene notare che le indulgenze plenarie si possono acquisire solo se si adempiono alle condizioni stabilite dalla Chiesa: Confessione (se non si è in grazia di Dio), Comunione, distacco da tutti i peccati (anche veniali), e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (si usa recitare un "Padre Nostro", un’"Ave Maria" e il "Gloria"). Mancando una di queste condizioni l’indulgenza è solo parziale.
Non è necessario precisare che coloro che si permettono deliberatamente di vivere una vita di peccato, supponendo che con l'uso dello Scapolare si salveranno, fanno molto male. Dio potrà permettere che muoiano senza di esso.
Tuttavia, non dobbiamo combattere l'uso dello Scapolare da parte dei peccatori. San Claudio Colombière, gesuita, in un sermone sulla Vergine del Carmelo, che predicò nella Chiesa delle Carmelitane di Lione, disse: "Non vi voglio lusingare: in nessun modo si può passare da una vita di peccato e di disordine alla vita eterna, se non per la strada della sincera penitenza; però, questo sincero pentimento, la più affettuosa delle madri lo saprà facilitare in tale modo che, quando meno lo penserete, farà brillare nelle vostre anime un raggio di luce soprannaturale che in un istante vi farà scorgere l'errore".
"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione”
(San Claudio Colombière, S. J.).
l. E' un segno di alleanza con Nostra Signora. Con il suo uso, esprimiamo la nostra consacrazione a Lei.
2. E’ un segno di salvezza. Chi muore con esso non patirà il fuoco dell'Inferno.
3. Nel primo sabato dopo la morte la Santissima Vergine libererà dal Purgatorio tutti quelli che lo hanno portato.
4. E' un segno di protezione in tutti i pericoli.
Ricevi questo scapolare segno di unione speciale con Maria, la Madre di Gesù, che ti impegnerai di imitare. Questo scapolare ti ricordi la tua dignità di cristiano, la tua dedizione al servizio degli altri e ad imitazione di Maria. Usalo come segno della sua protezione e come segno della tua appartenenza alla famiglia del Carmelo: disposto a compiere la Volontà di Dio e ad impegnarti nel servizio per la costruzione di un mondo che risponda al suo piano di fraternità, di giustizia e di pace.
BEATI I PURI DI CUORE
BEATI I POVERI IN SPIRITO
SANTA MARIA GORETTI
martire della purezza
“DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ STOLTO PER CONFONDERE I SAPIENTI, DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ DEBOLE PER CONFONDERE I FORTI, DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ IGNOBILE E DISPREZZATO E CIO’ CHE E’ NULLA PER RIDURRE A NULLA LE COSE CHE SONO, PERCHE’ NESSUN UOMO POSSA GLORIARSI DAVANTI A DIO” (1^Cor.1,27-29).
“Dio ha scelto e ha glorificato una semplice contadinella, di origine povera. L'ha glorificata con la potenza del suo Spirito... Carissimi fratelli e sorelle! Guardate Maria Goretti; guardate il Cielo che essa ha raggiunto con l'osservanza eroica dei Comandamenti e dove essa si trova nella gloria dei santi... È diventata letizia per la Chiesa ed una fonte di speranza per noi ", diceva Papa Giovanni Paolo II, il 29 settembre 1991.
Il Santo Padre pronunciava queste parole al termine del centenario della nascita di Santa Maria Goretti. Essa nacque il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, in provincia di Ancona, in una famiglia povera di beni terrestri, ma ricca di fede e di virtù: ogni giorno, preghiere in comune e Rosario; la domenica, Messa e Santa Comunione. Maria è la terza dei sette figli di Luigi Goretti e di Assunta Carlini. Fin dal giorno dopo la nascita, viene battezzata e consacrata alla Santa Vergine. Il sacramento della Cresima le sarà dato all'età di sei anni.
Dopo la nascita del quarto figlio, Luigi Goretti, troppo povero per sostentarsi nel suo paese d'origine, emigra con la famiglia verso le vaste pianure, ancora malsane a quell'epoca, della campagna romana. Si stabilisce a Le Ferriere di Conca, al servizio del Conte Mazzoleni. Lì, Maria non tarda a rivelare un'intelligenza ed un giudizio precoce. Non le si potrà mai rimproverare un capriccio, una disubbidienza o una bugia. È veramente l'angelo della famiglia.
Dopo solo un anno di lavoro spossante, Luigi è colpito da una malattia che lo porta via in dieci giorni. Un lungo calvario comincia per Assunta ed i suoi figli. Maria piange spesso la morte del padre ed approfitta della minima occasione per inginocchiarsi davanti al cancello del cimitero: il suo papà è forse in Purgatorio, e siccome non ha i mezzi per far dire Messe per il riposo della sua anima, si sforza di supplire con preghiere.
Non si deve pensare che questa bambina pratichi la bontà naturalmente. I suoi progressi straordinari sono il frutto della preghiera. Sua madre dirà che il Rosario le era diventato in un certo modo necessario, e, infatti, essa lo porta sempre avvolto intorno al polso. Attinge dalla contemplazione del crocifisso un intenso amore per Dio ed un profondo orrore per il peccato.
“VOGLIO GESU’”
Maria anela al giorno in cui riceverà la Santa Eucaristia. Secondo l'uso di allora, deve aspettare fino all'età di undici anni. "Mamma, chiede un giorno, quando farò la Comunione?… Voglio Gesù”. Le risponde la madre: “Come puoi farla? Non sai il Catechismo, non sai leggere, non abbiamo soldi per comprarti il vestito, le scarpe, il velo e non abbiamo un istante di libertà”. “Mamma – replica Maria - allora non farò mai la Prima Comunione! ed io non voglio più essere senza Gesù!”. “Ma cosa vuoi che faccia? – risponde la madre - Non posso vederti andare a comunicarti come una piccola ignorante". Ma finalmente Maria trova modo di prepararsi con una persona dei dintorni. Tutto il paese poi l’aiuta per farle avere i vestiti da comunicanda. Riceve l'Eucaristia il 29 maggio 1902.
Il fatto di aver ricevuto il Pane degli Angeli aumenta in Maria l'amore per la purezza, e le fa prendere la risoluzione di conservare a qualsiasi prezzo quest'angelica virtù. Un giorno, dopo aver sentito uno scambio di parole disoneste fra un ragazzo ed una delle sue compagne, dice indignata a sua madre: "Mamma, come parla male quella ragazza!”. “Fa' ben attenzione a non partecipare mai a simili conversazioni”, l’ammonisce la madre. “Non posso neanche pensarci, mamma; piuttosto che farlo, preferirei..." e la parola "morire" le rimane sulle labbra. Un mese dopo, la voce del suo sangue finirà la frase...
Entrando al servizio del Conte Mazzoleni, Luigi Goretti si è associato con Giovanni Serenelli e suo figlio Alessandro. Le due famiglie hanno appartamenti separati, ma una cucina in comune. Luigi non ha tardato a rimpiangere la sua unione con Giovanni Serenelli, persona talmente diversa dai suoi, bevitore e senza ritegno nelle parole. Dopo la sua morte, Assunta ed i suoi figli sono caduti sotto il giogo dispotico dei Serenelli. Maria, che ha capito la situazione, si sforza di sostenere sua madre: "Coraggio, mamma, non aver paura, stiamo diventando grandi. Basta che Nostro Signore ci dia la salute. La Provvidenza ci aiuterà. Lotteremo, lotteremo!".
Sempre nei campi, dopo la morte di suo marito, la Signora Goretti non ha il tempo di occuparsi né della casa, né dell'istruzione religiosa dei più piccoli. Maria si occupa di tutto, per quel tanto che può. Non si siede a tavola se non dopo aver servito tutti e prende per sé solo i resti. La sua disponibilità si estende anche ai Serenelli. Dal canto suo, Giovanni, la cui moglie è deceduta all'ospedale psichiatrico di Ancona, si occupa ben poco del figlio Alessandro, solido marcantonio di diciannove anni, sboccato, vizioso, che si diverte a tappezzare la sua stanza di immagini oscene ed a leggere libri cattivi. Sul letto di morte, Luigi Goretti aveva presentito il pericolo che rappresentava per i suoi figli la compagnia dei Serenelli, ed aveva ripetuto più volte alla moglie: “Assunta, torna a Corinaldo!". Purtroppo, Assunta è piena di debiti e vincolata da un contratto di affitto di fondo rustico.
UN GIGLIO IMMACOLATO
Al contatto dei Goretti, qualche sentimento religioso si è risvegliato in Alessandro. Si associa talvolta al Rosario che essi recitano in famiglia; nei giorni festivi, assiste alla Messa; si confessa perfino, di tanto in tanto. Il che non gli impedisce di fare proposte disoneste all'innocente Maria che, all'inizio, non capisce. Poi, intuendo la perversità del giovane, la ragazza sta in guardia e respinge le lusinghe tanto quanto le minacce. Supplica sua madre di non lasciarla più sola in casa, ma non osa esporre chiaramente alla madre i motivi del suo spavento, perché Alessandro l'ha avvertita: "Se riveli qualcosa a tua madre, ti ammazzo".
Il suo unico ricorso è la preghiera. La vigilia della sua morte, Maria chiede ancora, piangendo, a sua madre, di non lasciarla sola. Non ottenendo altre spiegazioni, la Signora Goretti crede che si tratti di un capriccio e non dà importanza alla supplica reiterata.
Il 5 luglio, si battono le fave sull'aia, ad una quarantina di metri dalla casa d'abitazione. Alessandro conduce un carro tirato da buoi e lo fa girare e rigirare sulle fave stese sul suolo. Verso le tre del pomeriggio, mentre Maria è sola in casa, Alessandro domanda: "Assunta, le dispiacerebbe guidare per un istante i buoi al posto mio?". Senza nessun sospetto, la donna accetta. Maria, seduta sulla soglia della cucina, rammenda una camicia che Alessandro le ha dato dopo la colazione, sorvegliando nello stesso tempo la sorellina, Teresina, che dorme accanto a lei.
"Maria!”, grida Alessandro. “Cosa vuoi?”. “Voglio che tu mi segua”. “Perché?”. “Seguimi!”. “Dimmi quel che vuoi, altrimenti non ti seguo”. Davanti a tanta resistenza, il ragazzo la prende violentemente per un braccio e la trascina nella cucina, di cui sbarra la porta. La bambina grida, ma la sua voce non giunge all’esterno. Non riuscendo a far cedere la sua vittima, Alessandro la imbavaglia e brandisce un pugnale. Maria trema ma non cede. Furente, il ragazzo prova a strapparle con violenza i vestiti. Maria si libera dal bavaglio e grida: "Non farlo... È un peccato... Andrai all'inferno". Poco preoccupato del giudizio di Dio, il disgraziato alza l'arma: "Se non vuoi, ti ammazzo". Davanti alla sua resistenza, la trafigge di colpi. La bambina grida: "Dio mio! Mamma!" e cade a terra. Credendola morta, l'assassino butta il coltello ed apre la porta per fuggire, quando la sente gemere ancora. Torna sui suoi passi, raccoglie l'arma e la trafigge di nuovo da parte a parte, poi sale nella sua stanza e vi si barrica.
Maria ha ricevuto quattordici ferite gravi; è svenuta. Ritornando in sé, chiama il Signor Serenelli: "Giovanni! Alessandro mi ha ammazzata… Venga…”. Quasi contemporaneamente, Teresina, svegliata dal rumore, lancia un grido stridente, che la Signora Goretti sente. Spaventata, dice al giovane figlio Mariano: “Va’ subito a cercare Maria; dille che Teresina la chiama”. In quel momento, Giovanni sale per le scale e, vedendo l’orribile spettacolo che si presenta ai suoi occhi, esclama: “Assunta, e anche tu Mario, venite!”. Mario Cimarelli, un operaio della fattoria, sale i gradini a quattro a quattro. La mamma arriva a sua volta: "Mamma!”, geme Maria. “Che cosa è successo?”. “E’ stato Alessandro, che mi ha voluto del male!". Si chiamano il medico ed i carabinieri, che arrivano appena in tempo per impedire che i vicini, sovreccitati, mettano a morte Alessandro con un linciaggio.
NON UNA GOCCIA D’ACQUA!
Dopo un percorso lungo e molto penoso in ambulanza, si arriva all'ospedale, verso le ore venti. I medici si stupiscono che la bambina non sia morta a seguito delle ferite: sono stati colpiti il pericardio, il cuore, il polmone sinistro, il diaframma, l'intestino. Vedendola persa, chiamano il cappellano. Maria si confessa, perfettamente lucida. Poi, i medici le prodigano cure per due ore, senza anestesia. Maria non si lamenta. Non smette di pregare e di offrire le sue sofferenze alla Santissima Vergine, Madre del dolore.
Si concede a sua madre di rimanere al suo capezzale. Maria trova la forza di consolarla: "Mamma, cara mamma, ora sto bene!... Come stanno i fratellini e le sorelline?". Maria è divorata dalla sete: “Mamma, dammi una goccia d'acqua”. “Mia povera Maria, il dottore non vuole, ti farebbe ancora più male". Stupita, Maria continua: "È mai possibile che non possa avere una goccia d'acqua!". Lancia uno sguardo a Gesù sulla Croce che, anche lui, aveva detto: "Ho sete!", e si rassegna.
Il cappellano dell'ospedale la assiste paternamente. Al momento di darle la Santa Comunione, la interroga: "Maria, perdoni di tutto cuore al tuo assassino?". Essa reprime una repulsione istintiva, poi risponde: "Sì, gli perdono per amore di Gesù... e voglio che venga anche lui con me in Paradiso... Lo voglio accanto a me... Che Dio gli perdoni, perché io gli ho già perdonato...". È con questi sentimenti, quelli di Cristo stesso sul Calvario, che riceve l'Eucaristia e l'Estrema Unzione, serena, tranquilla, umile nell'eroismo della sua vittoria. La fine si avvicina. La si sente chiamare: “Papà”. Finalmente, dopo un ultimo appello a Maria, entra nella gioia immensa del Paradiso. È il 6 luglio 1902: sono le tre del pomeriggio.
“PERDETE IL VOSTRO TEMPO, MONSIGNORE”
Tre mesi dopo il dramma, ha luogo il processo di Alessandro. Dietro il consiglio del suo avvocato, confessa: "Mi piaceva. L'ho spinta al male due volte e non ho potuto ricavarne nulla. Per dispetto, ho preparato il pugnale di cui mi sono servito". Viene condannato a trent'anni di carcere. Finge di non rimpiangere affatto il suo crimine. Talvolta, lo si sente gridare: "Allegro, Serenelli, ancora ventinove anni e sei mesi e tornerai alla vita civile!". Ma Maria, non lo dimentica.
Qualche anno dopo, Monsignor Blandini, vescovo della diocesi in cui si trova la prigione, ha l'ispirazione di visitare l'assassino per portarlo a pentirsi. "Perdete il vostro tempo, Monsignore, afferma il secondino, è un duro!”. Alessandro riceve il vescovo borbottando. Ma, al ricordo di Maria, del suo perdono eroico, della sua bontà, dalla misericordia infinita di Dio si lascia toccare dalla grazia. Quando il prelato se ne va, piange nella solitudine della sua prigione, con grande stupore dei secondini.
Una notte, Maria gli appare in sogno, vestita di bianco, nei giardini fioriti del Paradiso. Sconvolto, Alessandro scrive a Monsignor Blandini: "Rimpiango tanto più il mio crimine, perché sono conscio di aver tolto la vita ad una povera ragazza innocente che, fino all'ultimo momento, ha voluto salvare il suo onore, sacrificandosi, piuttosto che cedere alla mia volontà criminale. Domando pubblicamente perdono a Dio ed alla povera famiglia, per il grande crimine commesso. Voglio sperare che otterrò anch'io il perdono, come tanti altri su questa terra". Il suo pentimento sincero e la buona condotta in prigione gli valgono di essere liberato quattro anni prima del termine della pena. Trova allora un posto di giardiniere in un convento di Cappuccini, a Macerata, e vi si mostra esemplare. E’ ammesso al Terz'Ordine di San Francesco.
Grazie alle sue buone disposizioni, Alessandro è chiamato a testimoniare al Processo di Beatificazione di Maria. È qualcosa di molto delicato e di molto penoso per lui. Ma confessa: "Devo riparare e fare tutto quel che posso per la sua glorificazione. Il male è tutto dalla mia parte. Mi sono lasciato andare alla passione brutale. Ella è una santa. Una vera martire. È una fra le prime in Paradiso, dopo quel che ha dovuto soffrire per causa mia".
A Natale del 1937, si reca a Corinaldo - dove Assunta Goretti si è ritirata con i suoi figli -, unicamente per riparare e chiedere il perdono alla madre della vittima. Non appena è davanti a lei, chiede piangendo: "Assunta, mi perdona?”. “Maria ti ha perdonato, non dovrei perdonare anch'io?", balbetta questa. Nel giorno di Natale, gli abitanti di Corinaldo sono non poco stupiti e commossi di veder avvicinarsi alla Tavola Eucaristica, l'uno accanto all’altra, Alessandro e Assunta.
“GUARDATELA!”
L'influenza di Maria Goretti, canonizzata come martire da Papa Pio XII, il 26 giugno 1950, continua ai nostri giorni. Papa Giovanni Paolo II la propone come modello ai giovani: "La nostra vocazione alla santità, che è la vocazione di chiunque sia battezzato, è incoraggiata dall'esempio della giovane martire. Guardatela, soprattutto voi adolescenti, voi giovani. Siate, come lei, capaci di difendere la purezza del cuore e del corpo; sforzatevi di lottare contro il male e il peccato, alimentando la vostra comunione con il Signore attraverso la preghiera, l'esercizio quotidiano della mortificazione e la scrupolosa osservanza dei comandamenti" (29 settembre 1991).
La totale osservanza dei comandamenti è un frutto dell'amore. "L'amore di Dio e l'amore del prossimo sono inseparabili da1l'osservanza dei comandamenti dell'A1leanza", ricordava il Papa nella sua Enciclica Veritatis Splendor (6 agosto 1993, n.76). “DA QUESTO SAPPIAMO D’AVERLO CONOSCIUTO, dice San Giovanni: SE OSSERVIAMO I SUOI COMANDAMENTI. CHI DICE: “LO CONOSCO” E NON OSSERVA I SUOI COMANDAMENTI, E’ BUGIARDO E LA VERITA’ NON E’ IN LUI… PERCHE’ IN QUESTO CONSISTE L’AMORE DI DIO: NELL’OSSERVARE I SUOI COMANDAMENTI” (1^Gv.2,3-4; 5,3).
E’ sempre possibile osservare i Comandamenti, con il soccorso della grazia divina. "Dio non comanda cose impossibili, ma comandando, ti invita a fare quello che puoi e a domandare quel che non puoi e ti aiuta affinché tu possa. I SUOI COMANDAMENTI NON SONO GRAVOSI (1^Gv.5,3), “IL MIO GIOGO INFATTI E’ DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO” (Mt.11,30)" (Concilio di Trento, VI sessione, cap.11).
La virtù della speranza viene offerta senza posa all'uomo. È nella Croce di Gesù, nel dono dello Spirito Santo e nei Sacramenti (specialmente quelli della Penitenza e dell’Eucaristia), che egli trova la forza di essere fedele al suo Creatore, anche nelle più gravi difficoltà (cfr. Veritatis Splendor, n.103).
La realtà e la potenza del soccorso divino si manifestano in un modo particolarmente tangibile nei martiri. Elevandoli agli onori degli altari, "la Chiesa ha canonizzato la loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l'amore di Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, ed il rifiuto di trasgredirli, anche nell'intenzione di salvare la propria vita" (cfr. Veritatis Splendor, n.9).
Certamente, poche persone sono chiamate a subire il martirio del sangue. Ma, "di fronte alle numerose difficoltà che la fedeltà all'ordine morale può far affrontare, anche nelle circostanze più ordinarie, ogni cristiano è chiamato, con la grazia di Dio implorata nella preghiera, ad un impegno talvolta eroico, sostenuto dalla virtù della forza attraverso cui - come insegna San Gregorio Magno - può arrivare fino ad "amare le difficoltà di questo mondo in vista delle ricompense eterne” (Id., n.93).
Così, il Papa non teme di dire ai giovani: “Non abbiate paura di andare controcorrente, di respingere gli idoli del mondo”. E spiega: “Con il peccato, ci si distoglie da Dio, nostro unico bene, e si sceglie di schierarsi dalla parte degli “idoli” che ci conducono alla morte ed alla condanna eterna, all'inferno". Maria Goretti “ci incoraggia a sperimentare la gioia dei poveri che sanno rinunciare a tutto, pur di non perdere l'unica cosa necessaria: l'amicizia di Dio… Cari giovani, ascoltate la voce di Cristo che chiama anche voi sulla strada angusta della santità" (29 settembre 1991).
Santa Maria Goretti ci ricorda che la "strada angusta della santità" passa attraverso la fedeltà alla virtù della castità. Ai nostri giorni, la castità è spesso schernita e disprezzata. Il Cardinale Lòpez Trujillo scrive: "Per certi, che si trovano negli ambienti in cui si offende e si discredita la castità, vivere castamente può esigere una lotta dura, talvolta eroica. Ad ogni modo, con la grazia di Cristo, che nasce dal suo amore di Sposo per la Chiesa, tutti possono vivere in modo casto, anche se si trovano in condizioni poco favorevoli" (Verità e significato della sessualità umana, Consiglio Pontificio per la Famiglia, 8 dicembre 1995, n.19).
UN LUNGO E LENTO MARTIRIO
La preservazione della castità implica che siano rifiutati certi pensieri, parole ed opere peccaminose, come pure che siano evitate le occasioni di peccare. "Che l'infanzia ridente e la giovinezza ardente apprendano a non lasciarsi andare perdutamente alle gioie effimere e vane della voluttà, né ai piaceri di vizi inebrianti che distruggono l'innocenza tranquilla, ingenerano una cupa tristezza, indeboliscono, presto o tardi, le forze dell'anima e del corpo", ammoniva Papa Pio XII, in occasione della canonizzazione di Santa Maria Goretti.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda: "O l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice" (C.C.C., n.2339). Pertanto, è necessario seguire una regola di vita che "richiede forza, una costante attenzione, nonché una coraggiosa rinuncia alle seduzioni del mondo. Dobbiamo far prova di una vigilanza incessante, da cui non dobbiamo distoglierci per nessuna ragione... fino al termine del nostro percorso terreno. Si tratta di una lotta contro se stessi che possiamo assimilare ad un lento e lungo martirio. Il Vangelo ci esorta chiaramente a tale lotta: “IL REGNO DEI CIELI SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO” (Mt,11,12) (Giovanni Paolo II, id ).
Per creare un clima favorevole alla castità, è importante praticare la modestia ed il pudore nel parlare, nell'agire e nel vestirsi. Attraverso queste virtù, la persona viene rispettata ed amata per se stessa, invece di essere guardata e trattata come oggetto di piacere. Così, i genitori veglieranno a che certe mode non violino la soglia di casa, in particolare attraverso un cattivo uso dei mass-media. I bambini e gli adolescenti saranno incoraggiati a stimare ed a praticare la padronanza di sé ed il ritegno, a vivere con ordine, a fare sacrifici personali con uno spirito d'amore per Dio e di generosità per gli altri, senza soffocare i sentimenti e le inclinazioni, ma canalizzandoli verso una vita virtuosa (cfr. Consiglio Pontificio per la Famiglia, id., nn.56-58).
Seguendo l'esempio di Santa Maria Goretti, i giovani scopriranno "il valore della verità che libera l'uomo dalla schiavitù delle realtà materiali", e potranno "assaporare il gusto della bellezza autentica e del bene che vince il male" (Giovanni Paolo II, id ).
Santa Maria Goretti, ottienici da Dio, attraverso l'intercessione della Santissima Vergine e di San Giuseppe, la forza soprannaturale che ti ha fatto preferire la morte al peccato, affinché seguiamo le tue tracce luminose con gioia, con energia e con ardore !
Biografia composta dai monaci dell’Abbazia Saint-Joseph de Clairval
21150 Flavigny-sur-Ozerain (Francia)
LA DONNA E LA MODA
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio, ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt.5,27-28).
Dice San Paolo: "O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Diom e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!" (1^Cor.6,19-20).
Oh donna, la moda ti ha svestita quasi del tutto, e non hai più vergogna! Sei convinta, anzi, di esserti aggiornata, di esserti liberata da certi “tabù” fastidiosi. In verità, tu hai semplicemente perduto il fascino più grande che possedevi: quello del pudore! Rifletti un po’ seriamente…
- Tu affermi che, con le tue nudità, non fai nulla di male.
E perché, allora, i peccati e le violenze sessuali sono
spaventosamente aumentati e i costumi morali sono scesi così in basso?
- Tu non hai, quasi mai, intenzione di
peccare.
Malgrado questa tua intenzione di non voler peccare, resta il fatto
che, con la tua nudità, provochi il maschio.
- Dicci di non essere obbligata a
preoccuparti di quanto potrà pensare l’uomo.
Ma parli come Caino, al quale non interessava il bene di suo fratello! Tu sei, per natura, così generosa che non sopporteresti che un tuo simile muoia nell’indigenza. Strana pietà la tua! Avverte i bisogni fisici di un corpo e non avverte i bisogni, ben più importanti, dello spirito!
- Ma io voglio essere semplicemente elegante e moderna.
Ma tu non puoi, per essere elegante e moderna, mettere sotto i piedi la legge della tua Fede e il bene spirituale dei tuoi fratelli!
- Ma tutte sono così!…
E non ti accorgi, così dicendo e facendo, di avvilirti profondamente? Vuoi regolarti secondo quanto dicono e fanno gli altri, o secondo la tua coscienza e la legge della tua Fede? Sei così schiava dell’opinione pubblica da temere più un “risolino” ironico che il giudizio di Dio? Ci tieni tanto ad essere libera e indipendente, e ti adatti così pecorilmente ad una tirannia anonima e capricciosa, qual è la moda? E la chiami modernità e libertà la tua?
- Gli uomini si sono oramai abituati anche a certe nudità!…
Lo credi?… Ma anche se così fosse, non ti è lecito profanare il tuo corpo mettendolo in mostra! Ma io ti dico: non ti illudere!… a certe nudità non ci si abitua mai! Quelli che dicono di essersi abituati, molto probabilmente o sono degli… anormali o degli… ipocriti viziosi! Ricordati bene: i casti di corpo e di mente non si abitueranno mai! Le tue nudità, perciò, rischiano sempre di rovinare un fratello!
- Né dire che tu sei molto più modestamente vestita di tante altre…
E’ una illusione credersi a posto solo perché si è meno svestite… Anche quelle che hanno ridotto il vestito a uno straccetto, possono vantarsi di essere più coperte di altre!
Devi ritornare… donna! La donna è un prodigio di generosità, un tesoro di modestia e di pudore, un angelo di conforto. Ma la donna provocante mette in moto i sensi e gli istinti. Ti meravigli, poi, che il maschio ti consideri, spesso, solo femmina? Torna ad essere donna e cristiana. Vestiti con dignità e modestia… Hai tutto da guadagnare! Sarai spiritualmente più libera e più forte. Sarai anche più apprezzata, più desiderata, più rispettata!
Guai ai genitori che danno scandalo e che permettono ai figli di dare scandalo in società! Guidate i figli con l’esempio e la parola, con la vigilanza e la preghiera, con l’amore e, talvolta, con la verga. La responsabilità maggiore della moda indecente pesa sopra di voi, o perché ne date il triste esempio, o perché la permettete senza rimorso, o perché siete troppo deboli nell’educazione della prole! Questi sono peccati di cui si renderà conto davanti alla Giustizia Divina!
“Fuggire le occasioni prossime di peccato”. State attente a non frequentare certi luoghi dove l’indecenza sembra legalizzata: come certe spiagge, discoteche, locali di ritrovo, ecc. “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1^Gv.5,19). L’opera diabolica penetra dappertutto. Satana gode nel vedere queste donne al suo servizio e già conta di averle nell’Inferno. La Divina Giustizia distrusse le città immorali di Sodoma e Gomorra. O donne, siate modeste! Non rimanete come strumenti nelle mani di Satana! Operate affinché non si compiano castighi Divini per tali vanità.
“Nudità”. Questa parola indica solo la pelle non coperta, ma vale anche per coloro che indossano vestiti maschili, vestiti trasparenti, aderenti, o che comunque mettono in risalto le forme, le quali hanno effetti rovinosi peggiori dei minivestiti!
Aveva profetizzato la piccola veggente di Fatima, la beata Giacinta Marto, nel 1917: “Verranno certe mode che offenderanno molto Nostro Signore. Le persone che servono Iddio non debbono seguire le mode. La Chiesa non ha mode. Nostro Signore è sempre lo stesso. I peccati che portano più anime all'Inferno sono i peccati impuri. Se gli uomini sapessero che cos'è l'eternità, come farebbero di tutto per cambiare vita!...”.
“Desidero che voi tutti, miei carissimi figli spirituali, attacchiate con l’esempio e senza alcun rispetto umano una santa battaglia contro la moda indecente. Dio sarà con voi e vi salverà!… Le donne che cercano la vanità nelle vesti non possono sentirsi mai appartenere a Cristo, e codeste perdono ogni ornamento dell’anima non appena questo idolo entra nei loro cuori. Si guardino da ogni vanità nei loro vestimenti, perché il Signore permette la caduta di queste anime per tali vanità”.
(San Pio da Pietrelcina)
GRAZIA SU GRAZIA E’ UNA DONNA PUDICA,
NON SI PUO’ VALUTARE IL PESO DI UN’ANIMA MODESTA (Sir. 26,15)
"Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti -; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere" (1^Pt.3,1-7)
Nel ciclo delle apparizioni, quella del 13 luglio è sicuramente la più importante. E’ stato nella terza apparizione della Madonna che il Segreto è stato consegnato ai veggenti. Inoltre viene fatto qui per la prima volta l’annuncio del miracolo di Ottobre, indicando chiaramente la data, il tempo e il luogo.
La terza apparizione fece convergere alla Cova da Iria una folla di 5000 persone. Lucia condusse il Rosario, e la folla rispose. A mezzogiorno ella si alzò e guardò verso oriente, gridando: “Chiudete gli ombrelli! Chiudete gli ombrelli!” (usavano degli ombrelli per proteggersi dall’intenso sole di mezzogiorno)… la Madonna sta arrivando!”.
L’apparizione iniziò quindi nel modo usuale, con un lampo di luce simile ad un fulmine e la comparsa della Madonna sopra l’elce. Lucia ci riferisce dell’apparizione nelle sue memorie:
“Che cosa vuole da me Vostra Signoria?”
“Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare tutti i giorni il Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra”.
“Vorrei chiederLe di dirci chi è, e di fare un miracolo per cui tutti credano che Vostra Signoria ci appare”.
“Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono e che cosa voglio, e farò il miracolo che tutti vedranno per poter credere”.
Qui feci delle richieste che non ricordo. Ciò che ricordo è che la Madonna disse che era necessario recitare il Rosario per poter ottenere quelle grazie entro l’anno.
La Madonna continuò: “Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte e in modo speciale quando fate qualche sacrificio: O Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”. Dicendo queste ultime parole, la Madonna aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati. Il riflesso di luce che esse emettevano parve penetrare la terra e vedemmo come un grande mare di fuoco e immersi in questo fuoco i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate di forma umana, che ondeggiavano nell'incendio sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo cadendo da tutte le parti - simili al cadere delle scintille nei grandi incendi - senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione che terrorizzavano e facevano tremare di paura (deve essere stato qui che gridai, come mi dissero poi delle persone che avevano assistito all’evento). I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni di bracia. La visione durò soltanto un momento, grazie alla nostra buona Madre del Cielo, la quale durante la prima apparizione, ci aveva promesso di portarci in Cielo. Se non fosse stato per quello, penso che saremmo morti di paura e di terrore. Spaventati, quindi, e come per chiedere soccorso, levammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l' inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se farete quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace… Quando recitate il Rosario, dopo ogni mistero dite: O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, portate in cielo tutte le anime, soprattutto quelle più bisognose”.
L’EUTANASIA ENTRA IN ITALIA
----- Original Message -----
From: Medicina&Persona
Sent: Wednesday, July 09, 2008 4:29 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA MP SULLA SOSPENSIONE DELL'ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE PER ELUANA ENGLARO
Milano, 9 luglio 2008
COMUNICATO STAMPA
CI SONO GIUDICI IN ITALIA CHE VANNO OLTRE IL LORO COMPITO:
CREANO E STRAVOLGONO LA LEGGE ANZICHE’ LIMITARSI AD APPLICARLA
La Corte di Appello di Milano ha autorizzato da poche ore la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione per Eluana Englaro: questa decisione significa morte certa della ragazza per fame e disidratazione, la morte peggiore che possa essere inflitta ad un essere umano
Da medici avevamo già ribadito in precedenza che:
- non è compito di un giudice stabilire criteri clinici in base ai quali dichiarare non più assistibile un paziente;
- la condizione di “stato vegetativo permanente” non è mai identificabile con uno stato di “coma irreversibile” dal quale si differenzia per la presenza di risveglio spontaneo o stimolato, di attività elettrica cerebrale presente e variabile, di movimenti di apertura degli occhi spontanei o sotto stimolo ambientale;
- in medicina, il giudizio di irreversibilità di una condizione patologica, qualunque essa sia, non è criterio sufficiente per richiedere la sospensione delle cure: con questa sentenza viene data priorità assoluta a una selezione della persona, in base al solo criterio della qualità della vita;
- il paziente in stato vegetativo persistente non è un paziente terminale e per questo è inappropriato e antiscientifico legare la sua “idoneità a vivere” ad una eventuale condizione di reversibilità;
- questa decisione su Eluana è una condanna a morte perpetrata per legge in nome della pietà
OGGI NON POSSIAMO NON DENUNCIARE CHE
La sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione a una persona in condizioni generali stabili, in stato di coma permanente da anni,
senza l’evidenza di alcun peggioramento clinico che ne indichi l’approssimarsi della fine, è eutanasia (cioè atto dal quale deriva la morte del paziente).
Non esiste oggi una legge in Italia che abbia approvato l’eutanasia, la quale neppure è ammessa dal Codice Deontologico della Professione Medica 2006
La decisione della Corte di Appello di Milano, pertanto, è gravissima ed è la dimostrazione – ancora ce ne fosse bisogno - del modo scorretto di operare in questi ultimi decenni di una parte della magistratura italiana, che si arroga il diritto di stravolgere le leggi, addirittura di crearle, come in questo caso, sostituendosi al livello politico di decisioni sulle quali solo le istituzioni specifiche, in rappresentanza dei cittadini, possono pronunciarsi.
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MONS. FISICHELLA: E’ EUTANASIA
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 9 luglio - La decisione dei giudici su Eluana giustifica “di fatto una azione di eutanasia”. Lo afferma all'ANSA Mons. Rino Fisichella. Per il neopresidente della Pontificia Accademia per la Vita la sentenza però può essere impugnata presso una corte superiore e c’è la possibilità di “ragionare con maggiore serenità e meno emotività”'. Di fronte alla decisione dei magistrati mons. Fisichella esprime ”un duplice sentimento”: “tristezza e amarezza” e “profondo stupore”.
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
“… affinché per l'incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso..."
(Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla "miracolosa traslazione")
LA MIRACOLOSA TRASLAZIONE A LORETO
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH
Un articolo sempre attuale dello scomparso Prof. EMANUELE MOR
già Docente di Elettrochimica all’Università di Genova
I FATTI
Siamo all’inizio di maggio del 1291. I Turchi hanno preso totale possesso della Terra Santa, dove a Nazareth si trovano le vestigia di quella piccola costruzione che la tradizione, dai primi secoli dell’era cristiana, indicava quale dimora della Vergine Santa, dove nacque, dove ebbe luogo l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse Gesù nella Sacra Famiglia.
Dopo la Risurrezione, gli Apostoli si sarebbero riuniti in questa Casa, dove San Pietro avrebbe eretto un altare e avrebbe celebrato la Frazione del Pane conforme all’insegnamento di Gesù.
In quello stesso inizio di maggio (10 maggio 1291) a duemila chilometri di distanza, sulla collina di Tersatto, non lontano da Fiume (l’odierna Rijeka), dei boscaioli trovano una piccola casa che non avevano mai visto prima in quel luogo. Il fatto impressiona molto perché su quella collina che scende verso il mare non esistevano né capanne né tanto meno case. La piccola costruzione, posata sul terreno, ha una lunghezza di m.9,52, una larghezza di m.4,10 e un’altezza (all’interno) di m.4,30.
Di fronte all’entrata c’è un altare di pietra e, al di sopra, sul muro, una Croce greca. Su questa la figura del Cristo e un’iscrizione: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”. Sull’altare una statua in legno della Madonna con il Bambino in braccio: la mano destra di Gesù è levata per benedire.
Oltre l’altare, un focolare nero di fumo, che ne comprova un lungo uso. Non lontano da questo atrio, un armadio scavato nel muro e degli utensili da tavola: “Sembra una Cappella che sia stata abitata”, dicono i boscaioli.
Il curato di Tersatto, don Alessandro De Giorgio, viene informato del fatto, ma, molto ammalato, non può muoversi. Gli appare la Madonna che gli attesta essere quella la sua Casa di Nazareth dove nacque, dove avvenne l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù. Sull’altare, l’Apostolo Pietro celebrò la prima Frazione del Pane, e la statua di legno di cedro è opera di San Luca. Quale sigillo dell’Apparizione, don Alessandro viene improvvisamente guarito della sua infermità (Notizie provenienti da un pregevole studio del 1893 di Guillaume Garratt, dell’Università di Cambridge).
E’ in quegli anni signore di Tersatto il conte Nicolò Frangipani, governatore delle tre province di Dalmazia, Croazia e Illiria. Costui invia a Nazareth una commissione di tre persone, tra cui il curato, che può constatare come realmente la Casa di Nazareth, con grande stupore dei Turchi, fosse improvvisamente sparita. Tale notizia, prima ancora che la spedizione sia di ritorno (un viaggio di duemila chilometri per via mare), si ha da parte dei pellegrini che tornano dalla Terra Santa. Si viene a sapere altresì che i musulmani ricavano da tempo cospicui profitti dalle visite dei pellegrini alla Santa Casa.
Il 10 dicembre 1294 (tre anni e sette mesi esatti dalla miracolosa Traslazione), la casa sparisce e si ritrova dall’altra parte dell’Adriatico in boschi non lontani da Recanati di proprietà di una certa signora Lauretta. Dei pastori della regione vedono quel mattino una luce abbagliante uscire dalle nubi… Molta gente accorre e dei briganti ne approfittano per derubare i pellegrini.
Passano otto mesi e la Casa di Nazareth, una notte, ancora sparisce e si ritrova a un chilometro e mezzo di distanza, in un campo che appartiene a due fratelli, i conti Stefano e Simone Rinaldi di Antici. Anche questi vorrebbero trarre profitto personale dalle offerte dei pellegrini giungendo per questo a fare una petizione al papa Bonifacio VIII per ottenere il titolo di proprietà.
Ma ecco che una notte di dicembre del 1295, la Santa Casa si sposta ancora su una strada che va da Recanati a Porto Recanati, fuori cioè di ogni proprietà, e come le altre volte si posa sul terreno senza fondamenta alcuna. I magistrati di Recanati sono obbligati a fare una deviazione della strada. Anche costoro formano una missione di 16 nobili e notabili del luogo che inviano dall’altra parte dell’Adriatico per verificare i fatti.
Il Conte Frangipani, al corrente di quanto era avvenuto, mostra a detta commissione una Cappella da lui edificata in ricordo con l’iscrizione (ancora esistente): “La Santa Casa della Beatissima Vergine Maria venne da Nazareth a Tersatto il 10 maggio 1291 e si ritirò il 10 dicembre 1294”.
Le stesse 16 persone raggiungono poi la Galilea, confermando i risultati della prima spedizione: eguali le dimensioni, eguali le pietre della costruzione e ancora si constata che “la data di partenza della Casa per l’Illiria coincide con quella dell’arrivo sulla collina di Tersatto”.
LA STORIA RECENTE
Oggi, a fine XX secolo, una grande Basilica in marmo bianco, concepita nel XVI secolo dal Bramante, riveste degnamente la piccola-grande Casa. Migliaia di pellegrini in tutti questi anni hanno lasciato la loro testimonianza in questo Santuario dove si verificarono molti e grandiosi miracoli. Tanti uomini illustri hanno scritto su Loreto. Tra gli altri Montaigne, che lo visitò nel suo “Journal de Voyage en Italie par la Suisse e l’Allemagne”, ricordando i fatti sopra riportati e descrivendo miracoli e riferimenti importanti con i Re di Francia (nascita di Luigi XIV) (Cfr. A. Colin-Simard, Les Apparitions de la Vierge, Fayard-Mame, 1981, pp.32ss.).
Anche l’attuale Papa Giovanni Paolo II volle dare una risposta alla veridicità della Santa Casa recandosi a Loreto fin dall’8 settembre 1979, all’inizio del suo Pontificato, dichiarandosi “felice che l’umile prato di Loreto sia diventato uno dei più celebri Santuari Mariani d’Italia” e aggiungendo “Io vengo a cercare, con l’intercessione di Maria, la Luce!”.
LE PROVE SCIENTIFICHE
L’iter delle traslazioni sopra descritte nei loro modi e nei loro tempi non lascia dubbi che, se veridiche, si riferiscano ad avvenimenti scientificamente non spiegabili.
Invero:
* Anche oggi, con le tecnologie più avanzate, la rimozione “in toto” di una casa, pur delle dimensioni di quella di Loreto, presenterebbe enorme difficoltà e questo quindi appare tanto più impossibile per l’epoca in cui è avvenuta.
* Si pensi a quale lavoro di preparazione e di avanzata tecnologia ha comportato il “taglio a fettine” e successiva ricostruzione di alcuni monumenti dell’antico Egitto, per salvarli dall’invaso della grande diga di Assuan, per avere un’idea delle grandi difficoltà di queste operazioni.
* Si deve quindi dedurre che anche l’ipotesi di una scomposizione dei muri della Casa nei singoli blocchi di pietra effettuata a Nazareth e ricomposta prima in Dalmazia (e poi ripetutamente sulla costa adriatica), dopo duemila chilometri di peregrinazione per terra e per mare, è molto difficilmente accettabile ed urta contro i fatti sopra riportati, quali la simultaneità delle date di partenza e di arrivo e la lapide tuttora esistente in Dalmazia.
* L’analisi della malta, inoltre, come diremo qui di seguito, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari non riconoscibili dalle persone che, nel 1294, avrebbero rimesso insieme i singoli blocchi portati da Nazareth.
* Recenti scavi archeologici “in loco” hanno confermato che la Casa risulta posata sul terreno senza fondamenta come voleva la tradizione. Il Grimaldi (cfr. Storia e Arte del Santuario Lauretano, p.24, in Pellegrini a Loreto, ed. Paoline, 1992) conferma in dette indagini archeologiche il ritrovamento di un antico tipo di malta e l’omogeneità della tessitura muraria, e come l’edificio originale risultasse posato su una strada. Venne constatata dal basso l’esistenza di resti di una necropoli romana del III secolo d. C. e sovrapposta a quanto rimaneva di un abitato tardo piceno attraversato in senso Nord-Est da una fossa di scolo, tipico delle strade, riempito di detriti, ossicini di topo e conchiglie di chiocciole di terra.
* Tale recente constatazione trova appunto preciso riferimento a documenti del 1531, 1672 e 1751 che attestano come ogni volta che per lavori di manutenzione si dovettero rimuovere le lastre del suolo o il rivestimento esterno, ci si accorse sempre con grande meraviglia, che i muri erano posati sulla terra nuda.
* Un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento che la Casa “si posava” vi rimase imprigionato.
* Si trovarono così, e furono raccolti, dei piccoli sassi identici a quelli della strada, residui di ghiande, gusci di lumache, una noce disseccata, della terra polverosa: tutto ciò che era presente al momento dell’impatto (cfr. Colin-Simard, op. cit.).
* Ora appare ovvio che per semplici e sprovveduti che fossero i muratori di quell’epoca non avrebbero certo sistemate le pietre trasportate da Nazareth, a parte la scelta sulla strada, senza pulire almeno il fondo e strappare il cespuglio spinoso.
* Il materiale dei muri, di notevole spessore (37,5 cm), venne ripetutamente verificato, e dopo la metà del secolo scorso, come sopra ricordato, analizzato con cura (Analisi chimiche eseguite a Roma. Cfr. Colin-Simard, op. cit.). Si tratta di due tipi di calcare, l’uno duro, l’altro tenero, di un colore che non si trova in Italia mentre è comune in Palestina e in particolare a Nazareth. Si è proceduto per questo a confronti accurati fatti direttamente in Palestina su piccoli campioni provenienti da Loreto, e trovando sempre una stupefacente identità.
* I risultati delle indagini analitiche, permisero appunto di accertare come la malta che tiene unite le pietre fosse uniforme in tutti i punti e risultasse costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina, ma mai impiegata in Italia.
* Qualora fosse avvenuta una nuova rimessa in opera dei singoli blocchi di pietra, si sarebbe dovuta evidenziare per la differenza della composizione chimica della malta in questione.
* Sono questi controlli scientifici che, ci sembra, dovrebbero in modo definitivo porre fine alla dibattuta questione sulla traslazione della Casa di Loreto al di sopra di ogni ricerca documentaria sempre legata alla veridicità di chi scrive.
CONCLUSIONI
Se si consulta la letteratura recente sulla Casa di Loreto si riscontra una quasi unanimità nell’affermare che le pietre originarie provengano sicuramente da Nazareth, ma sarebbero state trasportate da uomini, anche se non esistono documenti che lo comprovino. La “traslazione soprannaturale”, secondo tale letteratura, non sarebbe che leggenda e favola.
Le prove scientifiche sopra ricordate vengono ignorate per incompetenza o volutamente trascurate.
Un fatto è comunque evidente: due secoli, dalla proclamazione dei diritti dell’uomo, del vecchio Adamo che ha ribattuto il suo “Sì” a Satana e il suo “No” a Dio, hanno consentito la diffusione capillare di questi princìpi ad ogni ceto e livello sociale (illuminismo, razionalismo, modernismo, emancipazione dal dogma e dai tabù…). Secondo tali princìpi, tutto ciò che non può essere spiegato dalla mente umana non può essere vero, non è che favola da raccontare ai pargoli. Se Dio interviene in qualche miracolo, è sempre, se mai, nell’ordine del razionale. Gli stessi grandi miracoli del Vangelo vengono taciuti, sminuiti, non creduti se non si spiegano razionalmente.
Gli studiosi della “questione lauretana”, ritenendo razionalmente impossibile che una casa venga traslata in modo soprannaturale, come la montagna del Vangelo, preferiscono la tesi del trasporto materiale, anche se manca ogni documentazione al riguardo.
Non è forse la peggiore forma di apostasia e un comportamento opposto a quello che Gesù vorrebbe da noi, limitare col nostro razionalismo le possibilità di Dio?
L’orgoglio dell’uomo decaduto nel suo nuovo attacco a Dio non ammette che il soprannaturale vada oltre quello che egli giudica possibile!
E’ un peccato mostruoso nei riguardi della divinità!
Signore, perdona! Spirito di Verità illuminaci!
Prof. EMANUELE MOR
Docente di Elettrochimica all’Università di Genova
UN PECCATO MOSTRUOSO CONTRO LA DIVINITA’
la "questione lauretana"
Le prove scientifiche vengono ignorate per incompetenza o volutamente trascurate. Gli studiosi della "questione lauretana", ritenendo razionalmente impossibile che una casa venga traslata in modo soprannaturale, come la montagna del Vangelo, preferiscono la tesi del trasporto materiale, anche se manca ogni documentazione al riguardo. Non è forse la peggiore forma di apostasia e un comportamento opposto a quello che Gesù vorrebbe da noi, limitare col nostro razionalismo le possibilità di Dio? L'orgoglio dell'uomo decaduto nel suo nuovo attacco a Dio non ammette che il soprannaturale vada oltre quello che egli giudica possibile! E' un peccato mostruoso nei riguardi della divinità! Signore, perdona! Spirito di Verità, illuminaci! (Prof. Emanuele Mor)
SIGNORE, PERDONA!
SPIRITO DI VERITA’ ILLUMINACI!
NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA
NELLO SCORSO MESE DI GIUGNO 2008
SI E’ PERPETRATA LA PIU’ GRAVE E DEFINITIVA DISSACRAZIONE
CON L’INSTALLAZIONE DI GRANDI PANNELLI ILLUSTRATIVI PER I PELLEGRINI
CHE CONTRADDICONO E NEGANO DEFINITIVAMENTE
- MEDIANTE INFORMAZIONI MENZOGNERE E INGANNEVOLI -
TUTTE LE DICHIARAZIONI E CONSACRAZIONI PONTIFICIE
DELLA BASILICA LAURETANA FATTE NEI SECOLI
- ANCHE DALL’ATTUALE SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI -
A RIGUARDO DELL’AUTENTICITA’ DELLA SANTA CASA
E DELLE SUE MIRACOLOSE TRASLAZIONI.
Se ne tratterà più specificatamente
nel prossimo numero de “LA VOCE CATTOLICA”
Dal Vangelo secondo Matteo (18,15-17)
Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;
se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…
PER SALV ARE LA SANTA CASA DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
LA SANTA CASA DI MARIA, DI GIUSEPPE, DI GESU’
Sulla parola di Gesù, visto infruttuoso ogni tentativo di resipiscenza fatto a livello personale,
e fatto con l’interposizione di Autorità Ecclesiastiche, ancora però inadempienti riguardo ai loro gravi doveri di intervento,
- in preparazione di ulteriori azioni canoniche e legali -
ORA QUI GIA’ DENUNCIO
DI FRONTE ALLA CHIESA E ALL’OPINIONE PUBBLICA MONDIALE
I NOMI DEI PRINCIPALI RESPONSABILI
DELLA DIFFUSIONE DELLE FALSIFICAZIONI E DISSACRAZIONI
CHE VENGONO OPERATE ALL’INTERNO DELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA,
DISOBBEDENDO AL MAGISTERO DELLA CHIESA,
ANCHE DELL’ATTUALE SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI
ED ARRECANDO UN DANNO INCALCOLABILE
AL BENE SPIRITUALE DELLE ANIME, DELLA CHIESA, DELL’UMANITA’
* Padre GIUSEPPE SANTARELLI, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” e Direttore della Rivista “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, inventore del “falso storico” del “falso trasporto umano” - mai avvenuto - da parte dei principi Angeli dell’Epiro, vero “Codice da Vinci Lauretano”
(cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/lettera17novembre2005.htm).
* Padre MARCELLO MONTANARI, Redattore della Rivista “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”.
(cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/querela.vescovo.htm)
* Padre FLORIANO GRIMALDI, Archivista del Santuario di Loreto.
(cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/lettera7dicembre2006.htm)
* Padre MARZIO CALLETTI, Rettore del Santuario della Santa Casa di Loreto.
(cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/lettera24novembre2005.htm).
* Padre FRANCO NARDI, Assistente Ecclesiastico dell’Associazione Laicale Eucaristica Riparatrice di Loreto.
* Arch. NANNI MONELLI, studioso del Santuario.
* ed altri ancora…, più o meno consapevolmente conniventi.
Cfr. indirizzi Internet:
www.lavocecattolica.it/denuncia.falso.htm
www.lavocecattolica.it/denuncia.canonica.falso.htm
LA COSCIENZA CHE NON SI LASCIA ILLUMINARE DALLA VERITA’
E’ UNA COSCIENZA FALSA
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME
… e si smetta di chiamarle “LE SANTE PIETRE”!!!...
A LORETO C’E’ LA SANTA CASA “integra” di nazareth!!!...
come ha insegnato e chiesto INUTILMENTE di insegnare anche il santo padre benedetto xvi!!!...
Prof. Giorgio Nicolini
“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18)
LA STORIA DELLA SANTA CASA
INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO
PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII
All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione del 1595 di Papa Clemente VIII, che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della “reliquia nazaretana” che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione angelica.
Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie della eternità.
“… affinché per l'incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso..."
(Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla "miracolosa traslazione")
“Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te”
(Siracide 4,28)
APPELLO DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
AL NUOVO VESCOVO DI LORETO
MONS. GIOVANNI TONUCCI
PERCHE’ VENGA SUBITO RIMOSSO IL “PRIMO” PANNELLO DISSACRATORE E MENZOGNERO
APPOSTO NEL CORRIDOIO DI TRANSITO ADIACENTE ALL’INGRESSO DELLA BASILICA
E VI VENGA INVECE COLLOCATA LA TRADUZIONE ITALIANA
- CHE GLI HO CONSEGNATA IL 3 MAGGIO 2008 -
DELLA DEDICAZIONE CANONICA UFFICIALE PONTIFICIA IN LATINO
che c’è nel Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est),
ove è incisa in caratteri cubitali la sottostante iscrizione di Papa Clemente VIII,
che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica
sia l’autenticità della reliquia nazaretana che l’autenticità della miracolosità della traslazione angelica
(traduzione in italiano):
Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie della eternità.
IL VERO TESTO
(CHE E’ STATO FALSIFICATO NEL PANNELLO APPOSTO NELL’INGRESSO DELLA BASILICA)
DELL’INSEGNAMENTO DEL GRANDE PONTEFICE BEATO PIO IX
SULLA “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH
E LA GRANDEZZA INCOMPARABILE DEL SANTUARIO DI LORETO
Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852
“Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio” (Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852).
SULLA FALSIFICAZIONE DEL PADRE MARCELLO MONTANARI
ORA ESPOSTA ANCHE NEL PANNELLO DI CUI SOPRA
(cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/querela.vescovo.htm)
(… omissis…)
In proposito riporto qui di seguito l’insegnamento del Pontefice Beato Pio IX sulla Santa Casa di Loreto, come scritto nella Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio” (Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852).
Su questo testo magisteriale del Beato Pio IX, al contrario di quanto asserisce il Padre Montanari a riguardo dei miei studi, è invece proprio lui a scrivere, insieme a cose vere, autentiche “falsità” ben “manipolate”. Egli infatti, nel libro “SANTI E BEATI A LORETO”, edito nel 2005 dalla “Congregazione Universale della Santa Casa”, si è accodato alle falsificazioni del Padre Santarelli, “falsificando” a sua volta, per i lettori del suo libro, e così “ingannandoli”, il testo sopra riportato del Beato Pio IX, scrivendo: “Si può anche notare che Pio IX, parlando nella Lettera Apostolica del trasporto della Santa Casa da Nazareth in Dalmazia e poi a Loreto, non fa cenno al ministero degli angeli, ma considera l’evento come un fatto storico (trasporto umano, via terra e mare) e nello stesso tempo provvidenziale, attuato per “divino volere” (cfr. il libro SANTI E BEATI A LORETO, p.218).
In tal modo il Padre Montanari inganna i suoi lettori, stravolgendo “consapevolmente” il senso delle parole del Beato Pio IX, il quale nella sua Lettera Apostolica afferma che la Santa Casa “fu divelta dalle fondamenta e per la potenza divina (cioè, “in modo miracoloso”) fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”. Invece nel libro del Padre Montanari le parole “la potenza divina” che ha operato il miracolo di “divellere dalle fondamenta” la Santa Casa e “trasportarla oltre i mari”, sono diventate per il Padre Montanari “per divino volere”, manipolando il senso delle parole del Papa in modo da far dire al Beato Pio IX che “la traslazione della Santa Casa” egli la intendesse come un semplice “fatto provvidenziale” di un’opera semplicemente umana (trasporto umano, via terra e mare) e non un fatto soprannaturale come invece ha inteso chiarissimamente scrivere il Beato Pio IX. In tal modo il Padre Montanari fa credere agli sprovveduti lettori esattamente l’opposto di ciò che Pio IX ha sempre pensato ed ha chiarissimamente scritto in quel documento papale e solenne sopra indicato, così come anche in altri. Denuncio pertanto anche tale manipolazione storica del Padre Marcello Montanari, se perseguibile.
(… omissis…)
IL CORAGGIO DELLA VERITA’
PAOLO VI, discorso al Sacro Collegio del 18 maggio 1970
Oggi, una grande grazia noi dobbiamo implorare con fervore dallo Spirito Santo. L’ora che suona al quadrante della storia esige effettivamente da tutti i figli della Chiesa un grande coraggio, e in modo tutto speciale il coraggio della verità, che il Signore in persona ha raccomandato ai suoi discepoli, quando ha detto: «Che il vostro sì sia sì, il vostro no, no» (cfr. Mt.5,37). (…) Il coraggio della verità si impone più che mai ai cristiani, se vogliono essere fedeli alla loro vocazione di dare un’anima a questo mondo nuovo che si sta cercando. Che la nostra fede a Cristo sia senza incrinature, in questa nostra epoca contrassegnata, come quella di Sant’Agostino, da una vera «miseria e penuria di verità» (Serm.11,11; Miscellanea Agostiniana 1930, p.256). (…)
Il coraggio di proclamare la verità è anche la prima e indispensabile carità che i pastori di anime debbono esercitare. Non ammettiamo mai, anche sotto il pretesto della carità verso il prossimo, che un ministro del Vangelo annunci una parola puramente umana. Ne va di mezzo la salvezza degli uomini. (…) Noi vogliamo fare appello a tutti i pastori responsabili affinché alzino la loro voce quando è necessario, con la forza dello Spirito Santo (cfr. At.1,8), per chiarire ciò che è torbido, raddrizzare ciò che è distorto, riscaldare ciò che è tiepido, riconfortare ciò che è debole, illuminare ciò che è tenebroso. Questa, più che non mai, è l’ora della chiarezza per la fede della Chiesa.
Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa,
e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava
(Sant’Ambrogio)
“Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Santa Caterina da Siena)
NEL GIORNO DI SANTA CATERINA DA SIENA
da parte del Prof. GIORGIO NICOLINI, alla presenza dell’Avv. Prof. FRANCESCO DAL POZZO
IN UDIENZA CONSEGNATA AL NUOVO VESCOVO DI LORETO
MONS. GIOVANNI TONUCCI
LA DENUNCIA CANONICA PER IL “DELITTO DI FALSO”
del “Codice da Vinci Lauretano” del Padre Santarelli
(del falso “trasporto umano” della Santa Casa di Nazareth da parte dei principi Angeli dell’Epiro)
Cfr. Testo Originale all’indirizzo www.lavocecattolica.it/denuncia.canonica.falso.htm
Ecc.za Rev.ma Mons. GIOVANNI TONUCCI
Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO
Piazza della Madonna, 1 - 60025 LORETO (Ancona)
e, per conoscenza:
Al Santo Padre BENEDETTO XVI
Al Card. ANGELO COMASTRI, Vicario del Santo Padre
Al Card. TARCISIO BERTONE, Segretario di Stato
Al Card. ANGELO BAGNASCO, Presidente Conferenza Episcopale Italiana
Alla Congregazione per il Culto Divino
Al Tribunale della Segnatura Apostolica
All’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo
OGGETTO: Richiesta di apertura della procedura canonica per “delitto di falso” (can. 1391) riguardo alla “questione lauretana” e ristabilimento della “verità” dell’autenticità della Santa Casa e delle sue “Miracolose” traslazioni.
Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”
Loreto, 29 aprile 2008
Santa Caterina da Siena
Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa
Ecc.za Rev.ma, Mons. GIOVANNI TONUCCI,
nel ringraziarLa per l’Udienza concessami in data odierna, cogliendo la circostanza della commemorazione liturgica di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa, mi vengono subito spontanee le sue vibranti parole: “Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Lettera 16, al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).
Possono sembrare improprie tali parole se riferite all’oggetto della presente lettera, riguardante “la richiesta di ristabilimento della verità dell’autenticità della Santa Casa e delle sue Miracolose traslazioni”; ma la ingente e sofferta documentazione sulla “questione lauretana”, da me prodotta, che Le allego alla presente, ben documenta l’appropriatezza delle suddette parole della Santa senese.
In proposito, l’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo, a mio nome, aveva ben scritto in una lettera al Santo Padre, del 2 agosto 2006: “(…) l’apostasia della Basilica Pontifica Lauretana dalla “verità” della presenza a Loreto della “vera Santa Casa di Nazareth” e dalla “verità” delle “Miracolose traslazioni” ha assunto ormai una definitiva e irreversibile gravissima dissacrazione”, per cui “una ulteriore dilazione di accertamento canonico da parte delle Autorità Ecclesiastiche, secondo quanto prescrive il Codice di Diritto Canonico a riguardo del “delitto di falso”, non seguita anche da un solenne “ripristino” nella Basilica Lauretana della “verità” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth” – come insegnato dal Magistero Ordinario della Santa Chiesa - non potrà esimere in coscienza il Prof. Nicolini – per il bene stesso della Chiesa e la salvezza delle anime – dal formulare sempre più aperte e gravi “denunce pubbliche” di tali omissioni ecclesiastiche, memore anche del monito di Santa Caterina da Siena: “«Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).
Nella odierna Udienza concessami, pertanto, nel consegnarLe tutta la ingente documentazione da me prodotta sulla “questione lauretana”, Le chiedo ufficialmente L’APERTURA DELLA PROCEDURA CANONICA PER “DELITTO DI FALSO” (Can.1391), atto canonico già richiesto e consegnato all’Arcivescovo Metropolita di Ancona, Mons. Edoardo Menichelli, in data 24 agosto 2006.
La presente DENUNCIA CANONICA, riguardante “il delitto di falso” in ambito ecclesiastico, Le è presentato in conformità al can. 1389 e 1391 del Codice di Diritto Canonico, ove è scritto in modo molto chiaro: “Può essere punito con giusta pena, a seconda della gravità del delitto: 1° chi redige un documento ecclesiastico falso, o ne altera uno vero, lo distrugge, lo occulta, o si serve di un documento falso o alterato; 2° chi si serve in materia ecclesiastica di un altro documento falso o alterato; 3° chi asserisce il falso in un documento ecclesiastico pubblico”. In particolare intendo qui denunciare la principale opera mistificatrice sulla “questione lauretana”, da cui sono discese tutte le altre, cioè il libro del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA CASA DI LORETO” (nelle sue varie edizioni), che ben definirei come “Il Codice da Vinci Lauretano”, dato che per oltre la metà dei suoi contenuti è frutto di fantasiose, romanzesche e inesistenti congetture, dissacratorie della “Verità Lauretana”, supportate in un modo molto sofisticato mediante un innumerevole uso - da parte dell’autore - di “manipolazioni” e “falsificazioni” storiche e documentali.
Resto sempre disponibile a fornirLe altre e più ampie documentazioni per l’approfondimento della storia e del culto della Santa Casa, anche in vista della Sua annunciata solenne celebrazione del 90° anniversario della proclamazione della Vergine Lauretana a “Patrona degli Aviatori”, fatta dal Papa Benedetto XV il 24 marzo 1920, vigilia dell’Annunciazione del Signore, proprio in “solenne riconoscimento” dell’autenticità dei “voli miracolosi” della Santa Casa Nazaretana.
Nell’assicurarLe il mio vivo ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Immacolata Lauretana, per il miglior frutto del Suo ministero episcopale presso la Santa Casa di Nazareth a Loreto, Le porto i più deferenti saluti.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 Ancona - Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@telemaria.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it - Sito Televisivo: www.telemaria.it
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
IL MONITO DI SANTA CATERINA DA SIENA
AVETE TACIUTO ABBASTANZA ED E’ ORA DI FINIRLA DI STARE ZITTI.
IO DICO CHE A FORZA DI SILENZI IL MONDO E’ MARCITO.
(Santa Caterina da Siena alle autorità ecclesiastiche)
La Santa scrive al Papa Urbano VI: «Padre santissimo… cognoscete la grande necessità, che è a voi e alla santa Chiesa di conservare questo popolo (di Firenze) alla obbedienza e reverenza della Santità Vostra, perocché qui è il capo e il principio della nostra fede» (Lettera 170, ed. cit., III, 75). Ai Cardinali, poi, a molti Vescovi e sacerdoti, essa rivolge pressanti esortazioni, né risparmia forti rimproveri, sempre però in tutta umiltà e rispetto per la loro dignità di ministri del Sangue di Cristo. Né Caterina poteva dimenticare di essere figlia di un Ordine religioso, e tra i più gloriosi ed attivi nella Chiesa. Essa, quindi, nutre stima singolare per quelle che chiama le «sante religioni», che considera quasi vincolo di unione tra il Corpo mistico, costituito dai rappresentanti di Cristo (secondo una qualificazione sua propria), ed il corpo universale della religione cristiana, cioè i semplici fedeli. Esige dai religiosi fedeltà alla loro eccelsa vocazione, attraverso l’esercizio generoso delle virtù e l’osservanza delle rispettive regole. Non ultimi, nella sua materna sollecitudine, sono i laici, a cui indirizza vivaci e numerose lettere, volendoli pronti nella pratica delle virtù cristiane e dei doveri del proprio stato, animati da ardente carità per Iddio e per il prossimo, poiché anch’essi sono membra vive del Corpo mistico; ora, dice la Santa, «ella (cioè la Chiesa) è fondata in amore, ed è esso amore» (Lettera 103, a cura di G. Gigli). Come poi non ricordare l’opera intensa, svolta dalla Santa per la riforma della Chiesa? È principalmente ai sacri Pastori che essa rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina. «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue, scrive ad un alto prelato. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!..."
IL NEMICO HA DEVASTATO TUTTO NEL TUO SANTUARIO
HANNO PROFANATO E DEMOLITO LA DIMORA DEL TUO NOME
(Salmo 73/74)
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira contro il gregge del tuo pascolo?
Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
con l’ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
pensavano: ”Distruggiamoli tutti”;
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando…
Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
Tu hai fissato i confini della terra,
l’estate e l’inverno tu li hai ordinati.
Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
L’umile non torni confuso,
l’afflitto e il povero lodino il tuo nome.
Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.
UNA PUNIZIONE DIVINA
PER LE DISSACRAZIONI LAURETANE?...
Non si volle ascoltare la ripetuta richiesta di rimozione del defunto Vescovo Mons. Danzi
(ora affidato alla Misericordia di Dio)
(Cfr. www.lavocecattolica.it/querela.vescovo.htm e www.lavocecattolica.it/rimozione.vescovo.htm)
www.lavocecattolica.it/lettera23marzo2007.htm
Dal quotidiano “Corriere Adriatico” del 28 giugno 2008
Casse vuote a Loreto, mistero da 11 milioni di euro
I movimenti sui conti correnti e un consulente milanese in Jaguar: indaga il Vaticano
di Andrea Taffi
LORETO -
L’eco delle “casse vuote” trovate da monsignor Tonucci rimbomba il giorno dopo l’intervista rilasciata dal presule fanese insediatosi nella delegazione pontificia di Loreto a dicembre 2007. Casse vuote? No, addirittura vuotissime perché, secondo stime non confermate, sotto la gestione-Danzi sono spariti 11,3 milioni di euro dai conti delle delegazione. Non è dietrologia né mancanza di rispetto verso una persona defunta, si capirà meglio andando avanti ma è bene precisarlo sin da ora.
E’ una notizia infatti che la prefettura degli affari economici della Santa Sede, l’organo che sovrintende alle spese delle diocesi e delle delegazioni si sia accorto delle ingenti uscite di cassa e per questo sono scattate delle verifiche. Per questo è stato messo in moto un pool di investigatori e avvocati che qualcuno chiama in maniera più asettica un gruppo di lavoro.
Il punto di partenza si colloca durante la gestione dell’arcivescovo di Viggiù - due anni e mezzo - diciamo nella prima metà dell’incarico loretano: aprile 2005-primavera 2006. Succede che sui conti della delegazione pontificia di Loreto aperti negli istituti di credito locali tutta la liquidità viene fatta passare su un quarto conto aperto da Unicredit. Per la cronaca: cinque milioni da Banca Marche, quattro dal Credito Cooperativo di Camerano e due virgola qualche cosa da Carilo. Un bel gruzzolo. Il totale supera la doppia cifra: 11,3 milioni di euro. Tutto su Unicredit. Una settimana dopo, sullo stesso conto le verifiche contabili documentano una rimanenza di pochi spiccioli.
Che cosa è successo? A chiederselo sono Claudio Quattrini, segretario della delegazione pontificia e padre Stefano Vita, religioso della Comunità Casa Betania distaccato in delegazione per la segretaria personale dell’arcivescovo. Danzi è tranquillo e tranquillizza tutti. Con le cose del mondo amministrativo ha avuto una certa confidenza e non mente più tardi, il 10 agosto 2008 davanti a chi scrive, quando liquida le polemiche sui movimenti bancari dicendo “io sono amministratore anche di un patrimonio della comunità. Dunque devo fare delle scelte in funzione della gestione di questo patrimonio”. Semplice e lineare: tra le parole i segnali della malattia in fase avanzata, negli occhi il desiderio di resistere fino all’arrivo di papa Ratzinger ai primi di settembre a Montorso.
Un passo indietro, torniamo al momento in cui i soldi passano nel conto Unicredit. Perché Danzi decide di spostare tutto il patrimonio della liquidità loretana? Non si sa. Però a Loreto sono giorni in cui si parla molto di un signore che arriva in Jaguar tutti i weekend, parcheggia in piazza della Madonna ed è intimo dell’arcivescovo. Un signor “x” dunque. Da dove viene? Dal nord, forse Milano. E quando si chiede del milanese in ambienti loretani e vaticani cala la nebbia. Perché? Forse perché ha ricevuto da Danzi una delega scritta in qualità di consulente personale per gli investimenti. Ha mano libera sulla liquidità di cui sopra? E’ lui che ha investito quei soldi? Questo non lo sappiamo. Ma a Roma la faccenda suona scomoda.
La domanda a questo punto è: dove sono finiti i soldi? E’ quello a cui sta cercando di rispondere il gruppo di lavoro della prefettura per gli affari economici. Ma ci sono anche delle ipotesi. Per esempio che Danzi sia stato vittima di qualche raggiro, complice anche una condizione psicologica non semplice legata alla malattia. Anzi, chi conosce da una vita Danzi sostiene che si sia ammalato proprio per questo: una consulenza sbagliata da diversi milioni di euro che ha fatto trovare le casse vuote a Tonucci. Ultima domanda: possibile che non sia tracciabile il percorso di una somma così importante? A Loreto la danno per persa, sottovoce si parla di Brasile. Aspettando, difficilmente, buone nuove da Roma.
Preghiera a San Giuseppe
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme a quello della tua Santissima Sposa. Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia l'eletta prole di Gesù Cristo. Allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorbano il mondo; assistici propizio dal Cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore. E come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e copri ciascuno di noi con il tuo continuo patrocinio, affinché, con il tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in Cielo. Amen.
IL BEATO GABRIELE FERRETTI
www.lavocecattolica.it/gabrieleferretti.htm
Compatrono di Ancona e Falconara
(Nato a Castelferretti, quando era parte del Comune di Ancona)
UNA SOLA CITTA’
Porto - Aeroporto - Ferrovia - Autostrada
Quattro Castelli un unico Comune
Cfr. www.lavoce.an.it/indice%20main/quattro%20castelli.htm
UNA PROPOSTA GIA’ AVANZATA NEL 2000 DAL PROF. GIORGIO NICOLINI
Leggibile in Internet all’indirizzo www.lavoce.an.it/indice%20main/quattro%20castelli.htm
IL BEATO GABRIELE FERRETTI
UN SANTO PATRONO PER I GIOVANI
che debbono operare una scelta di vita
Nato nel Castello di CASTELFERRETTI, da famiglia nobile e ricchissima, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per “i giovani” che devono operare una scelta di vita per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni (cfr. Mc.10,17-31)
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna».
(Mc.10,17-31)
Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la città di Satana. Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana. Nessun periodo storico né nessuna istituzione sono dominati esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate fino alla fine dei tempi. Alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro per tutti a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito (Sant’Agostino, La Città di Dio)
IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA
Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli
NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO
Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.
Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.
In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.
Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).
Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.
dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"
+ Mons. Edoardo Menichelli
Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm
UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.
Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm
L’AMORE PER LA VERITA’
E L’UMILTA’ DI MONS. COSMO FRANCESCO RUPPI
Arcivescovo Metropolita di Lecce
Avendo affermato per RADIO MARIA, ad una domanda fattagli da un ascoltatore, che la Santa Casa di Nazareth era stata portata a Loreto dagli uomini, in data 13 maggio 2008 gli ho fatto pervenire via Fac-simile una documentazione correttiva, accompagnata dalla richiesta:
SI PREGA DI CONSEGNARE I DOCUMENTI IN ALLEGATO A MONS. COSMO RUPPI PER LA DOVUTA CONOSCENZA, CHIEDENDO DOVEROSA CORREZIONE DI QUANTO ASSERITO E TRASMESSO DA SUA ECCELLENZA ATTRAVERSO RADIO MARIA RIGUARDO AL “FALSO” TRASPORTO UMANO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO - Prof. Giorgio Nicolini
Con una immediata Lettera personale
Sua Ecc.za Mons. Cosmo Francesco Ruppi così ha risposto al Prof. Giorgio Nicolini:
Cfr. www.lavocecattolica.it/mons.ruppi.htm
Lecce, 14 maggio 2008
Caro Prof. Nicolini,
La ringrazio molto per la ampia documentazione che mi ha voluto inviare per FAX e devo ringraziare Dio per una domanda fuggitiva, fattami a Radio Maria sulla Santa Casa di Loreto, perché mi ha offerto la gradita occasione di convincermi della totale miracolosità della Santa Casa.
Sono certo che, polemiche a parte, si fa un gran dovere nel difendere, in tutte le sedi e con la forza che Ella dimostra, la verità di un evento che riempie di grazia la nostra terra.
Non conosco il citato libro di P. Santarelli, né le sue tesi, ma sono convinto che, a parte ogni possibile valutazione storica, si debba sostenere l’evento miracoloso, di cui è destinataria la cara città di Loreto.
Ogni volta che mi è stata offerta l’occasione, non ho mai mancato di fermarmi a Loreto e venerare con fede la Santa Casa.
L’ho fatto molte volte e spero di poterlo ancora fare fino a quando il Signore mi darà la gioia e la grazia di entrare nella dimora eterna.
A Lei, caro Prof. Nicolini, la mia gratitudine, i miei auguri e la mia benedizione.
Dev.mo
+ Cosmo Francesco Ruppi
Arcivescovo Metropolita di Lecce
LA LETTERA DEL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO
A MONS. COSMO FRANCESCO RUPPI
A Sua Ecc.za COSMO FRANCESCO RUPPI
Arcivescovo Metropolita di Lecce
Piazza Duomo, 11 – 73100 LECCE
Firenze, 17 maggio 2008
Ecc.za,
sono l’ascoltatore che sabato u.s. collegandosi con Radio Maria Le ha posto per via radiofonica l’interpello circa l’ubicazione della Casa della Madonna, la Santa Casa di Nazareth, oggi a Loreto per ministero angelico, come la tradizione sempre ha tramandato fino a pochi decenni or sono.
Il Prof. Giorgio Nicolini, che ben conosco e ammiro nella strenua battaglia che da anni va conducendo, pressoché da solo e con mezzi più che scarsi, per ristabilire la plurisecolare tradizione lauretana nella piena verità delle Miracolose Traslazioni che la concernono, subito dopo Le inviò al riguardo qualche essenziale documentazione, cui - come egli mi ha riferito - Lei ha dato un caloroso riscontro con la Sua del 14 u.s., esprimendo in particolare il Suo compiacimento per la difesa della miracolosità di quell’evento “che riempie di grazia la nostra terra”.
Purtroppo sono ormai tre decenni che dalla Custodia della Santa Casa Lauretana provengono messaggi e attestati decisamente in contrasto con quella “tradizione”, senza che mai il Prof. Nicolini si sia visto accogliere la richiesta, più volte avanzata, di un imparziale e davvero serio contraddittorio. Persino l’attuale Santo Padre fu tratto in inganno da tale nuova vulgata quando, ancora Cardinale Ratzinger, in occasione della festività della Natività di Maria dell’8 settembre 1991, alla presenza anche di numerosi pellegrini da Altötting per il gemellaggio di quella città bavarese con Loreto, parlò di un trasferimento delle pietre della Santa Casa nazaretana ad opera di crociati.
La Preghiera per l’Italia, comunque, recitata ogni mattina in alcuni passi tra i più essenziali, all’inizio delle trasmissioni di Radio Maria (h.7 circa), e composta dall’ex-Cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI, per le celebrazioni lauretane del 10 dicembre 2005, in risposta ad una ulteriore sollecitazione d’intervento da parte dello stesso Prof. Nicolini, ha in qualche modo e fuor d’ogni polemica sensibilmente raddrizzato la “barca” della verità su Loreto: i reiterati qui che la scandiscono, infatti (cfr. www.lavocecattolica.it/preghiera.benedettoXVI.htm), nel loro riferirsi inequivoco alla Santa Casa nella sua “integralità”, sono inconfondibilmente significativi di quel preciso luogo, e non già di semplici “pietre”, ancorché riassemblate (e sorvolo sulle perizie elettrochimiche concernenti la malta che le connette); e di tanto il Santo Padre - a seguito di rinnovate sollecitazioni da parte del Prof. Nicolini - ha dato atto anche nell’occasione dell’Agorà dei Giovani, tenuta a Loreto il 1° e 2 settembre 2007, parlando, nell’Angelus al termine della Santa Messa, della “venuta” della Santa Casa e di essa come il “luogo dove la Vergine disse sì a Dio e concepì nel proprio grembo il Verbo eterno incarnato”.
Spero di farLe cosa gradita nell’inviarLe, a miglior completezza informativa, copia della seguente documentazione in aggiunta a quella che il Prof. Nicolini mi ha riferito di averLe ha già inviata:
1 - Omelia dell’8 settembre 1991 dell’allora Card. Ratzinger.
2 - Lettera del 19 giugno 2005 del Prof. Nicolini al Santo Padre.
3 - Preghiera “nel Santuario di Loreto”, composta da Benedetto XVI per la celebrazione del 10 dicembre 2005 della Miracolosa Traslazione della Santa Casa a Loreto, con nota esplicativa del Prof. Giorgio Nicolini.
4 - LUCE DEFINITIVA SULLA SANTA CASA DI LORETO: un inserto di corrispondenze e articoli da LA VOCE CATTOLICA ( cfr. www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm), un periodico telematico a cura del Prof. Giorgio Nicolini.
Filialmente in Cristo
Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo
DUE MESSAGGI DI RISPOSTA AL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO
DA PARTE DI SUA ECC.ZA MONS. COSMO FRANCESCO RUPPI
Lecce, 18 maggio 2008
Grazie, caro Prof. Dal Pozzo, dell’ampia documentazione che mi ha mandato e grazie del suo fervore loretano, di cui il Prof. Nicolini è provvido profeta.
Con stima, mi creda Suo dev.mo.
+ Cosmo Francesco Ruppi
Arcivescovo Metropolita di Lecce
Lecce, 21 maggio 2008
Grazie, caro Amico, delle documentazioni che mi ha inviato per Fax e per posta.
Ringrazio Dio che ci sono uomini, come Lei e Nicolini, pronti a difendere la verità.
Preghi per me e accolga la mia benedizione.
+ Cosmo Francesco Ruppi
Arcivescovo Metropolita di Lecce
MESSAGGIO INVIATO ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
RIUNITA A ROMA IN ASSEMBLEA GENERALE (26-30 maggio 2008)
DOPO UNA TELEFONATA AL PROF. GIORGIO NICOLINI
DI UN RESPONSABILE NON QUALIFICATOSI
ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA RIUNITA IN ASSEMBLEA GENERALE: Facs. 06.6623037
Ancona, 27 maggio 2008
In relazione ad una telefonata ricevuta nel primo pomeriggio da un anonimo, che si è qualificato come incaricato della Conferenza Episcopale Italiana, desidero precisare il motivo dell’invio delle 64 pagine in facsimile della notte scorsa:
1) Mi spiace e mi scuso per l’anomala ricezione – come dichiaratomi nella telefonata – di una ripetizione dell’invio per oltre 200 pagine. Tale invio non è stato fatto da me, come testimonia la ricevuta di ritorno allegata, che certifica un solo invio alla Conferenza Episcopale Italiana, terminato alle 02.14. L’anomalia può essere stata provocata da una qualche disfunzione del Fax in ricezione, perché dal mio Fax si è registrato un solo invio, con cessazione – come detto - alle ore 02.14.
2) I testi sono destinati alla conoscenza di tutti i Vescovi d’Italia, riuniti a Roma in Assemblea Generale.
3) I temi sull’insegnamento della Religione erano già stati previsti quale tematica da trattare nell’Assemblea stessa e l’invio dei testi intende contribuire a mettere in luce problemi e soluzioni (Cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/ora.religione.htm).
4) La “questione lauretana”, come spiegato all’anonimo interlocutore, riguarda un progetto massonico di distruzione della radice stessa della Fede Cristiana, cioè la verità dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria Vergine. La Santa Casa, costituendo la “reliquia” e la “testimone” più importante della veridicità della Fede Cristiana, fondata sull’Incarnazione del Figlio di Dio, è perciò “il bersaglio principale” da distruggere, offuscandola, occultandola e infine negandone l’autenticità e la miracolosità della preservazione.
Tutti i Vescovi devono sapere “la verità” sulla “questione lauretana”. Nell’inviare la documentazione al riguardo ho adempiuto ad un mio OBBLIGO DI COSCIENZA, per il quale INTENDEVO ED INTENDO CHE LA DOCUMENTAZIONE SIA CONSEGNATA AD OGNI VESCOVO D’ITALIA per l’opportuna presa di visione.
Non far conoscere a tutti i Vescovi d’Italia la verità sulla “questione lauretana” - come spiegato nelle mie denunce canoniche per IL DELITTO DI FALSO - E’ UNA GRAVE OMISSIONE, della quale il Signore non potrà non chiederne conto (Cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/denuncia.falso.htm - www.lavocecattolica.it/lettera3maggio2008.htm).
Come si può sperare di proporsi come portatori della “VERITA’” ed essere ascoltati dal “mondo” se si continua a permettere all’interno della Chiesa anche una falsificazione così colossale e distruttiva come quella sulla Santa Casa?...
Non bisogna dimenticare le parole ammonitrici di Leone XIII al riguardo: (…) Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi” (Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” (del 23 gennaio1894), in occasione delle celebrazioni per il VI Centenario della Miracolosa Traslazione).
Sempre in fedele ed umile comunione di fede e di preghiera con il Santo Padre e con tutti i Vescovi d’Italia.
Prof. GIORGIO NICOLINI
ALCUNE CORRISPONDENZE DEL 2006, SEMPRE VALIDE
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
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From: Padre Stefano Bertolini Spina
Sent: Sunday, April 23, 2006 1:34 AM
Subject: Il ministero angelico di Loreto
Egr. Dott. Nicolini,
sono un sacerdote della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di (…omissis…). Per caso ho “incontrato” il suo Sito Internet (www.lavocecattolica.it) cercando materiale per una Via Crucis da tenere nella Parrocchia che reggo insieme ad un confratello, qui a (…omissis…).
Le scrivo per ringraziarla vivamente di quanto ella scrive sulla traslazione angelica della Santa Casa di Loreto, e comprendo tutte le sue difficoltà. Anche io, fino a quando non ho letto i suoi scritti e non ho riflettuto un poco, credevo nel trasporto via mare ad opera dei Crociati.
Purtroppo - come lei ben sa - il morbo del razionalismo modernista si è impossessato anche di vasti strati della Chiesa, non ultimo - anzi soprattutto! - proprio del clero e dei pastori. Anche io, come tanti altri sacerdoti - tenga presente che sono nato nel 1960 e quindi appartengo già alla generazione “post-conciliare” - ho ricevuto una formazione teologica intrisa di illuminismo, per cui i miracoli sono dei “teologumeni” privi di fondamento storico.
In realtà le cose stanno proprio come dice lei: c'è forse qualcosa di impossibile a Dio? Negando le possibilità dell'intervento divino soprannaturale, finiamo per negare l'essenza stessa della religione e infine per affermare che Dio non è onnipotente! Tanto vale allora essere onesti e definirsi atei.
Da diversi anni ormai - e grazie a Dio e alla Madonna! - mi sono ampiamente ricreduto, anche se restano in me - a causa appunto della formazione ricevuta - alcune incrostazioni di “razionalismo” che mi sforzo, con l'aiuto di Dio, di superare, per abbracciare una più piena ed autentica dimensione di fede. Così ho preso ad insegnare in questo modo ai miei fedeli, e ho trovato insieme a loro la via di Cristo.
Grazie anche a lei per il contributo che ha dato a questa mia maturazione: è vero “nulla è impossibile a Dio!”.
Proceda con fermezza su questa strada, non si scoraggi per le incomprensioni che le derivano anche e proprio da chi dovrebbe difendere la fede (ho letto la risposta che le ha dato l'attuale Arcivescovo di Loreto!) e non si rende conto che non sono in gioco solo le “Sante Pietre”, ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica: in realtà il discorso è ben più ampio del problema di Loreto e inerisce il senso stesso della fede vera e della religiosità autentica.
Che il Signore e la Madonna benedicano e sostengano il suo prezioso lavoro!
Di tutto cuore un abbraccio in Cristo.
Padre Stefano Bertolini Spina
Leggere la risposta all’indirizzo www.lavocecattolica.it/lettera14settembre2006.htm
LA RISPOSTA
Ancona, 14 settembre 2006
Caro Padre Stefano,
La ringrazio di quanto mi ha scritto. Lei ha perfettamente compreso cosa c’è “in gioco” e “il perché” della mia lotta per difendere “la verità” della reale presenza a Loreto della Santa Casa di Nazareth e “la verità” delle “miracolose traslazioni” con cui essa è stata portata fin lì, proprio per “il miracoloso ministero angelico”.
La “sordità” però da Loreto è quasi totale: anzi – dopo la mia ultima “denuncia canonica” per il delitto di falso consegnata al Vescovo di Ancona - non avendo più altri argomenti da opporre, da Loreto mi sono giunte anche pretestuose “intimidazioni” (siamo nel 2006!: n.d.r.). Ma in una lettera privata, dell’1 settembre u.s., scritta al mio Vescovo di Ancona Mons. Edoardo Menichelli, a cui ho consegnato il 24 agosto u.s. la mia “denuncia canonica” per “il delitto di falso”, gli ho anche aggiunto, tra le altre cose: “… non tacerò per “la questione lauretana” finché non si sarà pervenuti nella Chiesa al “ristabilimento solenne ed inequivocabile” della “verità”, percorrendo con tutte le mie forze tutti i sentieri che la Provvidenza Divina mi aprirà, come ha fatto sino ad oggi, qualunque sacrificio costasse, perché – a riguardo della Santa Casa - si tratta di un Progetto Divino e di un Bene Immenso che riguarda l’intera Storia della Chiesa e dell’Umanità, e perciò riguarda la Salvezza Eterna delle anime, per le quali Gesù ha dato tutto il suo Sangue sulla Croce”.
Tutto ciò mi costa, oltre a sacrifici personali immensi e a un dispendio di mezzi, anche ingiuste e pretestuose emarginazioni nella Chiesa, (…) e anche da parte di coloro che dovrebbero essere i collaboratori in questo sforzo “a difesa della verità”, sia da parte di autorità ecclesiastiche (…), come anche da parte di giornali e strumenti mass-mediatici cattolici. Per essere più esplicito, riguardo a questi ultimi, parlo in modo particolare anche del quotidiano “Avvenire” e di “Radio Maria”, del pur bravissimo e amatissimo Padre Livio, come anche di altri. Li può giustificare davanti a Dio solo una supposta e sperata “non conoscenza” e “non competenza” sulla “questione lauretana”: ma fino a quando si può parlare ancora di “ignoranza”?... Dopo tutto quanto ho scritto e fatto sino ad oggi, per anni, si può parlare ancora di “buona fede” da parte di tutti?... (cfr. anche il Sito Internet all’indirizzo www.lavocecattolica.it/santacasa.htm).
Qui Le voglio comunque aggiungere che nel 1994, nella circostanza del VII Centenario della Miracolosa Traslazione, “qualcuno” (un alto esponente ecclesiastico!) si presentò in Vaticano al Santo Padre Giovanni Paolo II, consegnandogli sul tavolo del suo studio una lettera, con l’intimazione (!) di non andare a Loreto per l’inizio di quel Centenario e di non parlare più della “miracolosa traslazione”. Ma Giovanni Paolo II non se ne spaventò e – pur tra innumerevoli insidie - andò ugualmente a Loreto per l’inaugurazione di quel Centenario. Persino i Papi li si cerca di “intimidire”!... E a che scopo?... Chi manovra “occultamente” ogni cosa?...
Chissà se il Santo Padre Benedetto XVI conosce questi e tanti altri “particolari”?... Chissà se “il filtro” alla sua corrispondenza gli fa regolarmente pervenire le mie lettere e documentazioni ormai settimanali?... Chissà se non sarà pure lui oggetto di “pressioni occulte” come Giovanni Paolo II?... Ci parlai personalmente, anche se fuggevolmente, quando era il Card. Ratzinger, il 23 febbraio 2005, in Vaticano, poco prima di essere eletto Sommo Pontefice, venendo anche poi a sapere che egli “era entusiasta” di quanto gli scrivevo quando era Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede”. Da allora “il filtro vaticano” non mi ha reso più possibile di poterlo “contattare” personalmente, nonostante rassicurazioni avute (ma “non firmate”) dell’arrivo a destinazione delle corrispondenze: ciò anche a causa di una generalizzata omertà e ignavia di varie interposte Autorità Ecclesiastiche responsabili.
Il Santo Padre Benedetto XVI era comunque già intervenuto sulla “questione lauretana” - dietro una mia urgente richiesta - per la celebrazione Liturgica della “Miracolosa” traslazione del 10 dicembre dello scorso anno, facendo pervenire al Vescovo di Loreto (quello precedente, ora deceduto, Mons. Danzi: n.d.r.) una relativa “inequivoca” e bellissima preghiera da recitarsi nel Santuario. Tale preghiera, ed un mio commento ad essa, la si può leggere all’indirizzo del mio Sito Internet www.lavocecattolica.it/preghiera.benedettoXVI.htm).
In questa preghiera il Sommo Pontefice Benedetto XVI – così come tutti i suoi Predecessori – “riconosce” anche lui espressamente, ripetutamente e inequivocabilmente che le Sante Pareti, venerate nel Santuario di Loreto, sono proprio la “Santa Casa” di Nazareth, di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Egli infatti, tra l’altro, scrive nella preghiera: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa… qui hai vissuto… qui hai pregato con Lui… qui avete letto insieme le Sacre Scritture… siete tornati in questa casa a Nazareth… qui per molti anni hai sperimentato…”. La Santa Casa di Loreto, quindi, viene ancora “confermato” – dal nuovo Pontefice – che è proprio “la Casa di Maria”, quella che “proprio” “era” a Nazareth.
Perciò, anche nel “pronunciamento” di Benedetto XVI, a Loreto non ci sono delle semplici “sante pietre” portate dagli uomini e “riassemblate” e “ricostruite” a Loreto dagli uomini (come sostengono irrazionalmente certi “studiosi”, andando contro gli stessi rilievi scientifici): perché, altrimenti, il Santo Padre non identificherebbe la Santa Casa di Loreto con quella che era “proprio” e “realmente” a Nazareth, ove avvenne l’annuncio dell’angelo a Maria e l’Incarnazione in lei del Figlio di Dio, e ove Maria, Giuseppe e Gesù hanno vissuto “per molti anni”…
Nella Basilica Pontificia Lauretana, tuttavia, si continua a proporre e a insegnare l’opposto e la preghiera del Santo Padre viene del tutto occultata. Anzi, si è stampata un’altra preghiera (anonima) ove si sconfessano subliminalmente le affermazioni del Papa, mentre si continua nell'arbitrio dell'affermazione di un trasporto umano, utilizzando e abusando “ad arte” anche un involontario errore storico dell’ex-Card. Ratzinger, in una omelia che pronunciò a Loreto nel 1991.
Questi e altri retroscena non molto edificanti li “manifesterò” a suo tempo, permettendolo il Signore, Giusto Giudice, e la Vergine Immacolata Lauretana.
Alla fine, in ogni caso, caro Padre Stefano, IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA TRIONFERA’, anche a Loreto.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
NON PRAEVALEBUNT!
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From: Padre Stefano Bertolini Spina
Sent: Monday, September 18, 2006 12:44 AM
Subject: Non praevalebunt!
Carissimo Prof. Nicolini,
ho ricevuto con piacere la sua “e-mail” di risposta; non si preoccupi per il ritardo: la capisco benissimo! Già prima avevo visto la pubblicazione della mia lettera: ha fatto benissimo! E spero davvero che possa essere utile a molti. Contrista dover prendere atto delle chiusure da parte di certi pastori della Chiesa su cose che pure dovrebbero essere ovvie e logiche per un credente, compresi tra i credenti i Vescovi che queste cose dovrebbero difenderle semplicemente con... naturalezza! E contrista doversi scontrare con i filtri e le barriere che certamente sono poste in atto nei confronti del Papa.
Ricordo che in un libro che lessi tanti anni fa - un libro che purtroppo non è più in circolazione, come capita a tanti bei libri!- dal titolo “Protagonisti invisibili”, l'autore ad un certo punto chiedeva ad un interlocutore - mi pare che fosse un esorcista – “Dov'è che Satana agisce maggiormente?”, e la risposta era: “In Vaticano, perché là dove è la sede della Verità, più si accanisce il Demonio per intorbidarne lo splendore”. D'accordo, prendiamo queste parole con “beneficio d'inventario”, ma penso che non siano lontane dal vero… Purtroppo!
Tuttavia non ci scoraggiamo. Nella Chiesa ci sono tanti credenti e tanti preti sinceri e onesti; c'è il nostro Papa - che il Signore lo sostenga sempre e ce lo conservi ancora per tanti anni! - che con la sua umiltà e la sua dolcezza non si stanca di affermare la Verità. E poi non dobbiamo dimenticare che, alla fine dei conti “portae inferi non praevalebunt!” e questo ci deve spronare ad andare avanti con tenacia, fiducia, speranza.
E' la “buona battaglia della fede”, che sarebbe facile se fosse combattuta solo verso coloro che “stanno fuori” ma che diventa amara e dolorosa quando deve essere combattuta - sempre con amore cristiano! - nei confronti di quelli che ci sono fratelli nella fede e “padri”...
Che il Signore Gesù e Maria la benedicano e la sostengano sempre nel suo prezioso impegno!
Padre Stefano Bertolini-Spina d.O.
IL PRONUNCIAMENTO DELLA CHIESA GIA’ AVVENUTO DA SECOLI!...
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From: … (omissis) …
To: Giorgio Nicolini
Sent: Monday, January 23, 2006 7:03 PM
Subject: Segnalazione…
L'ultima comunicazione de LA VOCE mi è pervenuta in data 20/01/2006 alle ore 0,49. Ho molto apprezzato quanto ha comunicato a Radio Maria e sono certo che Padre Livio userà tutta la prudenza che il caso richiede, dando fiato alle trombe della verità.
Raccomando anche a Lei di essere prudente, sapendo attendere, senza mettere in difficoltà chi deve pronunciarsi, tenendo conto delle posizioni ufficiali assunte da chi dovrebbe essere depositario della buona tradizione della Chiesa. Sto parlando di fratelli che di certo ritengono di fare un buon servizio alla Chiesa.
Ringrazio Dio per la sua buona volontà impiegata per questa buona causa, importante. In fondo è solo lo Spirito Santo che ci può far sentire lo stesso linguaggio; ma se non lo vuole... Preghiamo!
La saluto cordialmente augurando pace.
Carlo Rinaldelli
LA RISPOSTA
Ancona, 25 gennaio 2006
Caro Carlo,
per telefono Le ho già spiegato “l’equivoco” paradossale della “questione lauretana”.
NON C’E’ DA ATTENDERE NESSUN PRONUNCIAMENTO DELLA CHIESA sulla “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth!... perché LA CHIESA SI E’ GIA’ PRONUNCIATA decine, centinaia, migliaia di volte!!!... Sia da parte dei Vescovi locali dell’epoca (di Fiume, di Ancona, di Macerata, di Recanati, di Napoli…), come da parte di TUTTI I PAPI (da settecento anni), con “atti solenni”, con Bolle Papali, con Encicliche, con concessioni di Indulgenze e privilegi, con la costruzione di chiese e basiliche consacrate all’evento miracoloso (LORETO non è stata voluta e consacrata dai PAPI?...), con regolari processi canonici delle competenti Congregazioni Vaticane, e infine con l’istituzione – da secoli e secoli - della “memoria liturgica” della “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” del 10 dicembre di ogni anno!...
Occorrono ancora altri “pronunciamenti”?... Non avevo già spiegato tutto ciò nella Lettera a Mons. Comastri, del 1° novembre 2004?...
Ecc.za Rev.ma, la “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth è “storia”, non è una “leggenda”!… E’ una “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso”, quale “mai” in tutta la storia della Chiesa è stato fatto!… Di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, di Kibeho e di tanti altri prodigi divini avvenuti lungo il corso della storia umana esiste quasi sempre solo una “singola approvazione”, e per lo più solo e semplicemente delle “autorità ecclesiastiche locali”: eppure nessuno dubita (ovviamente tra i cristiani cattolici) riguardo alla “verità storica” che tali approvazioni certificano! Riguardo invece al “riconoscimento” della “VERITA’ STORICA” dell’evento della “TRASLAZIONE MIRACOLOSA” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è “l’unico caso” nella Storia della Chiesa di una “approvazione ecclesiastica” da parte dei Sommi Pontefici “dichiarata” e “ripetuta” “continuamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, per secoli e secoli, in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi.
Bisogna perciò chiarire una volta per tutte che NON C’E’ DA ATTENDERE NESSUN PRONUNCIAMENTO DELLA CHIESA sulla “miracolosa traslazione”, essendo – tale pronunciamento - già avvenuto in un numero incalcolabile di volte, per secoli e secoli, in tutti i modi possibili!...
Che assurdità è chiedere di aspettare da ogni nuovo Papa “un pronunciamento” o dedurre che se un nuovo Papa non ne ha parlato intendeva “negare” i pronunciamenti dei predecessori?... Se un nuovo Papa non ne ha parlato è perché NON CE N’ERA BISOGNO, intendendo tacitamente “confermato” tutto ciò che avevano già detto tutti i predecessori!...
Forse che di Lourdes o di Fatima dobbiamo attendere da un nuovo Papa che egli si pronunci se “è vero” che la Vergine Immacolata vi è apparsa?... Oppure che un nuovo Papa, se non ne parla vorrebbe dire che egli metta in dubbio o neghi “la verità” delle apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima?... Non è tutto ciò assurdo?...
La mia richiesta di intervento al Card. Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino”, che mi ha risposto in data 15 dicembre 2005, non riguarda la richiesta di un pronunciamento, ma LA RICHIESTA DI UN INTERVENTO (!!!) nella Basilica Lauretana per farvi cessare le dissacrazioni e le disobbedienze al Magistero Ordinario della Chiesa, che da lì si compie!... Infatti, ormai non solo non si celebra più il 10 dicembre neppure la Liturgia della “Miracolosa traslazione”, come ha disposto la Chiesa, ma dal pulpito la si rinnega apertamente parlando solo e soltanto di “un trasporto umano”!...
Non è quindi “imprudente” parlare, ma è “imprudente” tacere!...
Anzi, non parlarne diventa “connivenza” con una disobbedienza ai pronunciamenti della Chiesa!...
Spero di avere chiarito meglio il mio pensiero e di avere chiarito meglio anche l’assurdità della interminabile “questione lauretana”: l’assurdità, cioè, di coloro che aspettano sempre nuovi “pronunciamenti” da parte di ogni nuovo Papa!...
La mia “denuncia”, invece, riguarda il fatto che bisogna intervenire a reprimere gli “abusi”, le “disobbedienze” e le “falsità” che avvengono nella Basilica Lauretana: cosa che la “Congregazione per il Culto Divino” si sta approntando a fare.
E in questo, sì, bisogna “attendere”… ma continuando a “denunciare”, per meglio chiarire e convincere...
Con cordialità ed amicizia.
Prof. GIORGIO NICOLINI
UN INTERVENTO CHE PERO’ RITARDA DA TRE ANNI…
CONGREGATIO DE CULTU DIVINO
ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM
Prot. n.1802/05/L
Roma, 15 dicembre 2005
Egregio Signore
GIORGIO NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA
Questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si pregia rispondere alla lettera del 4 dicembre u.s. con la quale la Signoria Vostra trasmetteva una documentazione relativa alla questione della celebrazione liturgica della “Miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.
Il Dicastero assicura la Signoria Vostra che alla documentazione inviata sarà data la dovuta considerazione.
Ringraziando per la cortese attenzione, colgo ben volentieri la circostanza per significarLe la mia stima e per confermarmi con sensi di distinto ossequio.
Della Signoria Vostra devotissimo nel Signore.
Mons. Mario Marini, Sotto-Segretario.
Il Papa: la Legge 194, ferita per la società
"L’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze". Lo ha detto il Papa agli esponenti del Movimento per la vita ricevuti a 30 anni dalla approvazione in Italia della legge 194 sulla interruzione di gravidanza. "Guardando ai passati tre decenni", successivi alla approvazione in Italia della legge 194 sull’aborto, "e considerando l’attuale situazione, non si può non riconoscere che difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo", ha continuato il Pontefice. "Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia per facilitare la sua formazione e la sua opera educativa, nel non facile contesto sociale odierno", ha chiesto il Papa; e le Istituzioni devono "di nuovo porre vita e famiglia al centro. Certamente - ha ricordato Benedetto XVI - molte e complesse sono le cause che conducono a decisioni dolorose come l’aborto. Se da una parte la Chiesa, fedele al comando del suo Signore, non si stanca di ribadire che il valore sacro dell’esistenza di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, dall’altra stimola a promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all’accoglienza della vita, e alla tutela dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna". Ma, ha osservato ancora Benedetto XVI, "diversi problemi continuano ad attanagliare la società odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono. La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l’impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l’esigenza dell’amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel futuro".
Da IL GIORNALE del 13 maggio 2008
UNA TESTIMONIANZA
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From: ::: (... omissis…) :::
Sent: Saturday, May 05, 2007 4:33 PM
Subject: Lettera per Dr. Nicolini
Egregio Dr. Nicolini, da diverso tempo conosco questo sito (www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm).
Mi chiamo A., e purtroppo conosco la disperazione e il dramma che vive quotidianamente chi ha abortito. Quanto dolore e quanto amore buttato via per un bambino che non nascerà. E quanta indifferenza e falsa solidarietà nei confronti di una donna che deve affrontare una gravidanza inattesa o indesiderata. Ho ancora oggi, e credo avrò per sempre, dentro al cuore le ferite di una mancanza così grave come è senza dubbio la consapevolezza che il proprio bimbo è andato distrutto. Poi è inutile rimpiangere il momento in cui si è state talmente fragili e vulnerabili da cedere ai ricatti e alle pressioni di chi considerava il proprio figlio, il proprio nipote, un errore o peggio un nemico da sopprimere. Se è interessato posso mandarle la mia testimonianza.
Di una cosa sono certa: esiste una grande omertà se si affronta il tema dell'aborto, della quale le donne, e purtroppo anch'io, ne sono vittime. Chissà che non siano proprio le donne che hanno abortito a fare chiarezza su ciò che hanno vissuto e subìto. A fare chiarezza sui loro sentimenti feriti, sulla loro libertà violata di diventare madri di un bambino che è unico e irripetibile, a parlare esplicitamente del rimpianto per non avere ricevuto l'aiuto al quale avevano diritto per evitare di abortire.
Spero di poterle parlare, anche attraverso una “mail”. Grazie.
Messaggio firmato
IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE
UNA PROPOSTA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLE COSCIENZE
IN FAVORE DEL DIRITTO ALLA VITA E CONTRO L’ABORTO
attraverso la diffusione di un filmato didattico-scientifico
trattante la vita umana pre-natale e l’aborto
“La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita” (Catechismo Chiesa Cattolica, n°2270)
La Beata Teresa di Calcutta diceva: "Se una madre può uccidere il suo stesso figlio nel suo grembo, distruggere la carne della sua carne, vita della sua vita e frutto del suo amore, perché ci sorprendiamo della violenza e del terrorismo che si sparge intorno a noi?". E aggiungeva severe parole profetiche: "L'aborto è il più grande nemico della pace, perché se una madre può uccidere il figlio, ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita e più facilmente possono uccidersi a vicenda". Quanto sta attualmente accadendo nel mondo non ne è una tragica riprova?
In proposito, il Card. Sodano, commentando la tragedia che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero l'11 settembre 2001, diceva: "C'è una legge naturale valida per tutti che Dio ha scritto nel cuore dell'uomo. Questa legge è identica per tutte le religioni e si traduce nel comandamento "NON UCCIDERE". Di qui, ha concluso il Card. Sodano, "un appello a lavorare insieme per rinnovare la nostra umanità, formando le coscienze, rispettando i grandi valori etici a cominciare dal diritto alla vita".
Anche il Papa, Giovanni Paolo II, nell'Enciclica "Evangelium Vitae" (n°91) ammoniva che "solo la concorde cooperazione di quanti credono nel valore della vita potrà evitare una sconfitta della civiltà dalle conseguenze imprevedibili", invitando tutti ad accogliere "l'ardua sfida" per la vita, all'inizio del Terzo Millennio. Così il 13 gennaio 2003, al Corpo Diplomatico, Giovanni Paolo II ha ribadito: "Non vi sorprenda il fatto che, di fronte ad una platea di diplomatici, io proponga al riguardo alcuni imperativi, ai quali mi sembra necessario ottemperare, se si vuole evitare che popoli interi, forse addirittura l'umanità stessa, precipitino nell'abisso. Anzitutto un «SÌ ALLA VITA»! Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L'aborto, l'eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell'essere e della dignità della persona. Anche la stessa guerra attenta alla vita umana, perché reca con sé sofferenza e morte. La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita!".
In questo spirito, per partecipare attivamente in questa nuova e maggiore sensibilizzazione in favore del diritto alla vita e contro l'aborto, viene proposto il DVD "IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”, la cui riproduzione e diffusione è completamente libera (purché non a scopo di lucro), e che illustra chiaramente tutta la crudeltà del "delitto abominevole" dell'aborto (Gaudium et Spes, n.51), sanzionato dalla Chiesa con la scomunica (Can. 1398).
In questo DVD è inserito il filmato “IL GRIDO SILENZIOSO”, realizzato dal Dott. Bernard Nathanson. Egli era stato direttore della più importante clinica per aborti degli Stati Uniti, poi “convertitosi”, e divenuto il più zelante sostenitore del “diritto alla vita” del bambino non nato. Il filmato venne realizzato durante l’effettuazione di un aborto, in cui l'ecografia mostra la scena drammatica del bambino che nel grembo materno tenta disperatamente di difendersi dall'apparecchio abortivo che lo sta uccidendo.
Chi volesse ricevere il filmato "IL GRIDO SILENZIOSO” può richiederlo al prof. Giorgio Nicolini, che ha ottenuto dal responsabile audiovisivi della casa editrice proprietaria del filmato di poterlo duplicare e utilizzare liberamente, curandone anche una rielaborazione didatticamente adatta pure per i giovani, dal titolo “IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE”. Si precisa tuttavia che la visione di tale videocassetta richiede un certo grado di maturità da parte dello spettatore, ed essa non è consigliata a ragazzi minori dei quindici anni.
Si propone pertanto (in specie a insegnanti, genitori, parrocchie e associazioni) di fare richiesta di questo filmato per vederlo, duplicarlo e diffonderlo ulteriormente, ove possibile, per "sensibilizzare le coscienze" di giovani ed adulti al rispetto della vita umana nascente, con la speranza che possa salvare (come è anche avvenuto) qualche vita umana che sta per essere soppressa forse per ignoranza o per leggerezza. Si fanno tanti sforzi, a volte, per salvare una vita umana; ebbene, anche questa è un’occasione che va nella direzione giusta, di cui dobbiamo sentirci responsabili, con un gesto che contribuisca ad avallare l’unicità del valore della vita umana.
Per l’invio a domicilio del DVD o per avere maggiori informazioni sull’iniziativa rivolgersi direttamente al prof. Giorgio Nicolini, ai seguenti recapiti: Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 – Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Siti Internet: www.lavocecattolica.it – www.operadellavita.it – www.telemaria.it
Prof. GIORGIO NICOLINI
VISITA IL NUOVO SITO TELEVISIVO
LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
Nuova York, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).
GIOVANNI PAOLO II
(Roma, sabato 8 dicembre 2001)
NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO
Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.
Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).
LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA
OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’
(Benedetto XVI)
SOTTO LA TUA PROTEZIONE
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 giugno 2008, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
Cari figli, anche oggi con grande gioia nel mio cuore vi invito a seguirmi e ad ascoltare i miei messaggi. Siate gioiosi portatori della pace e dell’amore in questo mondo senza pace. Io sono con voi e vi benedico tutti con mio Figlio Gesù Re della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2008
“Cari figli, con amore materno vi voglio stimolare all’amore verso il prossimo. Che mio Figlio sia la fonte di questo amore. Lui che poteva fare tutto con la forza ha scelto l’amore dando l’esempio a voi. Anche oggi Dio attraverso me vi trasmette l’immensa bontà e voi, figli miei, avete il dovere di rispondere ad essa. Con la stessa bontà e generosità comportatevi con le anime che incontrate. Che il vostro amore le converta. In questo modo mio Figlio e il suo amore risorgeranno in voi. Vi ringrazio!”.
La Madonna ha aggiunto: “I vostri pastori devono essere nei vostri cuori e nelle vostre preghiere”.
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Come conservare la purezza?
Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.
La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...
La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.
È libero colui che è capace di resistere, di lottare.
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie
Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto, ad Ancona e sino al colle ove poi sorse Loreto, quale “nuova Nazareth”. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona e Loreto, con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
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"FRATELLI, TUTTO QUELLO CHE E' VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO, QUELLO CHE E' VIRTU' E MERITA LODE, TUTTO QUESTO SIA OGGETTO DEI VOSTRI PENSIERI" (cfr. Fil.4,8).
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SPIEGATE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI SUI LUOGHI STESSI OVE SONO AVVENUTE
LA SANTA CASA DI GESU’, DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA
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neanche quando la fatica si fa sentire,
neanche quando il tuo piede inciampa,
neanche quando i tuoi occhi bruciano,
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,
neanche quando la delusione ti avvilisce,
neanche quando l'errore ti scoraggia,
neanche quando il tradimento ti ferisce,
neanche quando il successo ti abbandona,
neanche quando l'ingratitudine ti sgomenta,
neanche quando l'incomprensione ti circonda,
neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l'aria del niente,
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia...
Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi... e ricomincia!
(San Leone Magno)
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Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
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dal 11 luglio 2008
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